Curriculum vitae Silvia Vincenzetti è nata a Camerino (MC) il 19 agosto 1964. Il 21 luglio 1988 ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Camerino con punti 110/110 e lode, relatore il Prof. Pietro Palatroni. Nel dicembre 1989, in seguito ad Esame di Stato, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di Biologo. Nel novembre 1990, in seguito a concorso, ha vinto una borsa di studio per il Dottorato di ricerca in Biologia presso il Dipartimento di Biologia Molecolare, Cellulare, Animale (M.C.A) dell’Università di Camerino. Dal 1° agosto al 20 novembre 1994 ha trascorso un periodo di studio e di ricerca presso il Dipartimento di Chimica Biologica dell’Università di Copenhagen (Danimarca) diretto dal Prof. J. Neuhard. Il 4 ottobre 1995, presso l’Università di Pavia, ha discusso con esito positivo la tesi finale di Dottorato di Ricerca in Biologia Cellulare e Molecolare, curriculum Scienze Biochimiche, dal titolo “Citidina deaminasi: caratteristiche cinetiche, funzionali e strutturali” conseguendo il titolo di Dottore di Ricerca Il 1° luglio 1995, in seguito a concorso, è stata nominata Ricercatore universitario non confermato nel gruppo E05A – Biochimica e Biologia Applicata presso la Facoltà di Medicina Veterinaria (UNICAM). Nel 1996 ha frequentato, presso l’Università di Camerino, l’intero ciclo di tre moduli e la giornata di follow-up del corso di formazione per tutor, “Studiare all’Università”. Dal 1° luglio 1998 è Ricercatore universitario confermato. Il 1° marzo 2005, in seguito a concorso, è stata nominata Professore associato non confermato nel gruppo BIO/12 (Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica) presso la Facoltà di Medicina Veterinaria (UNICAM). Dal 1992 è membro della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare (SIB) Dal 2000 è membro dell’International Society for Nucleosides, Nucleotides and Nucleic acids (IS3NA) E’ inoltre membro, dal 2002, della Società Italiana di Scienze Veterinarie (SISVET) Dal 1° marzo 2008 è Professore associato confermato presso la Scuola di Scienze Mediche veterinarie (UNICAM). Attività Scientifica 1) Implicazioni delle vie di recupero dei nucleosidi pirimidinici in chemioterapia. Gli enzimi coinvolti in queste vie oltre a “recuperare” i precursori pirimidinici preformati, con un notevole risparmio energetico, permettono la trasformazione di analoghi di basi e nucleosidi pirimidinici, detti genericamente pro-farmaci, nei corrispondenti nucleotidi trifosfati, potenziali inibitori di enzimi bersaglio di cellule in rapida proliferazione quali quelle neoplastiche e virali. Alcuni enzimi catabolici limitano l’azione terapeutica di questi pro-farmaci; in particolare la citidina deaminasi (CDA) porta alla deaminazione e quindi alla inattivazione farmacologica di analoghi della citidina e deossicitidina utilizzati nella chemioterapia virale ed antitumorale. Allo scopo di progettare sia inibitori di tale enzima da associare agli agenti chemioterapici, sia dei pro-farmaci citidina-analoghi non suscettibili all’azione deaminante è stato effettuato uno studio approfondito del sito attivo della CDA (un enzima omotetramerico) e del suo meccanismo di catalisi tramite studi di modelling molecolare e studi di mutagenesi sito diretta. 2) Studi sulla caratterizzazione proteica del latte di asina e del latte di pecora. Recenti studi clinici hanno dimostrato l'efficacia nutrizionale della somministrazione di latte di asina a neonati affetti da intolleranza su base immunologica alle proteine del latte vaccino. Infatti, il latte d’asina presenta una composizione simile a quello umano, in particolare per quanto riguarda il tenore lipidico ed il tenore proteico. In questo studio, effettuato in collaborazione con il Prof. Paolo Polidori della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute (UNICAM), il latte di asina è stato caratterizzato attraverso tre tipi di cromatografie in HPLC (fase inversa, scambio ionico, cromatofocalizzazione), e attraverso elettroforesi bidimensionale (2-DE). Sul latte di pecora sono stati avviati studi di caratterizzazione della frazione proteica del latte di ovini allevati in aziende zootecniche dell’Appennino marchigiano con particolare riferimento alle componenti sieroproteiche e caseiniche al fine di consentire una migliore tipizzazione della materia prima “latte” da trasformare in formaggi pecorini di alta qualità legati al territorio di origine e pertanto valorizzabili attraverso l’eventuale acquisizione di un marchio di tutela locale, nazionale o anche sopranazionale. 3) Presenza di anticorpi anti-gliadina e transglutaminasi in sieri di cani affetti da enterite linfoplasmacellulare. Questo studio è stato effettuato in collaborazione con il Prof. Giacomo Rossi della Scuola di Scienze mediche Veterinarie (UNICAM). Nel cane le enteriti linfoplasmacellulari rappresentano un problema di notevole entità, in quanto correlate a dimagrimento, calo delle performances, diarrea e vomito. In molti casi la forte infiltrazione plasmacellulare può indurre una linfagiectasia secondaria che, determinando proteino disperdenza, aggrava notevolmente il quadro clinico. In questo studio è stato messo a punto un metodo che valuta l’eventuale presenza di anticorpi anti-gliadina (AAG) e anti-transglutaminasi (tGT) sul siero di cani sintomatici che presentano una diagnosi istologica di enterite linfoplasmacellulare. Un test analogo è stato sviluppato per valutare la presenza di anticorpi AAG e anti-tGT sul siero di pecore affette da infiammazioni croniche intestinali in seguito a infezioni da Mycobacterium avium subsp. Paratubercolosis (MAP). 4) “Computer-aided discovery” di modulatori di enzimi che appartengono al metabolismo delle pyrimidine al fine di essere utilizzati come agenti chemioterapici contro l’azione di patogeni eucariotici e procariotici responsabili di malattie infettive. Questo progetto viene realizzato in collaborazione con il Dott. Stefano Costanzi, Laboratory of Biological Modeling, National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, National Institutes of Health, DHHS, USA. In molti agenti patogeni le vie del metabolismo pirimidinico sono molto semplici in quanto sono carenti di alcuni enzimi e, in qualche caso, anche delle vie “de novo”. Da questo punto di vista alcuni enzimi coinvolti nel metabolismo dei nucleotidi pirimidinici possono considerarsi degli ottimi “target” contro questi agenti patogeni dal momento che una loro inibizione si può considerare letale per il microrganismo. Queste stesse molecole, letali per il patogeno, sono invece ben tollerate dalle cellule umane che posseggono le vie “de novo” per la sintesi delle pirimidine. 5) Genotipizzazione delle varianti della CDA in soggetti affetti da Artrite Reumatoide a diversi stadi della malattia e caratterizzazione biochimica delle varianti funzionali. A tal fine è stato messo a punto a punto un nuovo metodo di genotipizzazione, per identificare le varianti K27Q ed A70T della citidina deaminasi nella popolazione studiata. Tale metodo è basato sulla tecnica PCR-RFLP che prevede l’amplificazione di uno specifico frammento di DNA contenente il nucleotide polimorfico seguita dalla restrizione enzimatica che permette di discriminare i diversi genotipi. Inoltre, l’attività enzimatica della CDA nei campioni di sangue dei soggetti studiati è stata saggiata tramite un metodo discontinuo diretto di saggio in HPLC (High Performance Liquid Cromatography) molto più sensibile del saggio spettrofotometrico normalmente utilizzato. Clonaggio ed espressione, attraverso la tecnologia del DNA ricombinante, usando vettori plasmidici (pTrc99-A, pETDuet) trasformati poi in cellule di E. coli, delle varianti in omozigosi (K/K, Q/Q) ed eterozigosi (K/Q) della citidina deaminasi per il polimorfismo in posizione 27.