I SERVIZI PER L’IMPIEGO IN SVEZIA Michele Tiraboschi Rosa Altamura Eliana Bellezza INDICE CAPITOLO 1 I servizi per l’impiego nazionali 1.1. Cenni storici 1.2. Il programma di riforma 1.3. Il canale informatico 1.4. Rapporto servizi per l’impiego e agenzie di collocamento private CAPITOLO 2 I servizi per l’impiego internazionali 2.1. Servizi resi ad immigrati e rifugiati 2.2. Ufficio per l’impiego della cultura e dello spettacolo CAPITOLO 3 Punti di forza e di debolezza del sistema svedese CAPITOLO 4 Considerazioni conclusive: ipotesi di trasferibilità 2 CAPITOLO 1. I servizi per l’impiego nazionali 1.1 Cenni storici I maggiori strumenti a disposizione della Svezia per contrastare la disoccupazione e agevolare il matching tra domanda e offerta di lavoro sono il placement e la formazione professionale. Entrambi vengono implementati attraverso il servizio pubblico svedese che opera gratuitamente su tutto il territorio nazionale. Nata il 1° gennaio1948, l’Amministrazione Nazionale Del Mercato Del Lavoro, (con la sigla Amv1) è l’autorità svedese preposta alla direzione ed alla implementazione delle linee guida in materia di lavoro. In ognuna delle 21 divisioni amministrative svedesi c’è una Commissione Provinciale del Lavoro, Länsarbetsnämnden. La Direzione Nazionale del Lavoro, AMS, è l'autorità centrale. L’AMS dimpartisce direttive ed incarichi alle Commissioni Provinciali del Lavoro. I principali compiti dell’AMS sono: facilitare e migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, compatibilmente con le professionalità richieste dal mercato del lavoro svedese; sviluppare programmi formativi in grado di formare i soggetti a rischio di disoccupazione di lunga durata per l’inserimento nel mercato del lavoro; monitorare il servizio offerto dai centri per l’impiego e garantire una uniformità di servizi tra diverse regioni; offrire informazioni relative ai posti di lavoro disponibili sul mercato e assicurare che non si crei squilibrio tra domanda e offerta; offrire un servizio di orientamento attraverso l’analisi del bilancio di competenze dei soggetti interessati, che sono obbligati, perché questo servizio abbia possibilità di riuscita, a recarsi presso i centri per l’impiego e periodicamente sottoporsi a colloqui di orientamento. La Direzione Nazionale del Lavoro, AMS, conta 10.000 impiegati sull’intero territorio svedese che svolgono attività di riabilitazione al lavoro e prestano servizi all’immigrazione e alla mobilità internazionale. In ogni Comune è presente almeno un Centro per l’Impiego, ma i Comuni di più ampie dimensioni ne possono contare in numero superiore. A livello regionale il LAN è l’autorità preposta ad adattare le direttive regionali delineate dall’AMS alle realtà locali ed assolve funzioni principalmente consultive. Negli anni passati il Governo svedese ha individuato nei servizi all’impiego un mal funzionamento rilevando, tra le criticità, la mancanza di linee comuni e condivise tra gli uffici, causa di forti disomogeneità tra gli stessi. Di fronte all’indipendenza ed autonomia operativa con cui ogni singolo centro operava, è stata emessa una direttiva generale per riformarne i servizi. L’evoluzione istituzionale e “per funzioni” del Servizio pubblico per l’impiego svedese puòà essere descritta come segue: 1948: il 1° gennaio, viene istituita l’amministrazione nazionale del mercato del lavoro (con la sigla Amv); 1 www.ams.se 3 1954: la creazione dello “spazio unico del mercato del lavoro” tra i paesi scandinavi, atto a favorire la libera circolazione dei lavoratori, abolisce di fatto l’obbligo del permesso di soggiorno e di lavoro all’interno dei paesi promotori, con quattro anni di anticipo sull’istituzione del Mercato comune europeo fra gli Stati dell’Europa continentale nonché 41 anni prima dell’ingresso della stessa Svezia nell’UE; 1959: vengono create le indennità di disoccupazione per le persone in cerca di una nuova collocazione lavorativa; 1970: la Svezia adotta per prima una legge che proibisce esplicitamente la discriminazione basata sul genere; 1972: viene presentato uno studio di fattibilità su di un primo sistema di collocamento e di gestione dati interamente computerizzato, che viene successivamente sperimentato in due uffici appositamente dotati; 1974: viene introdotta la sperimentazione della “formazione a domicilio”, per i lavoratori dipendenti possibile oggetto di licenziamento o di “esubero”. Il parlamento approva la legge sulla sicurezza sul lavoro e la legge sulla promozione del lavoro. Nello stesso anno si insediano a livello nazionale la Commissione per il lavoro e la Commissione per la riqualificazione professionale; 1980: vengono istituiti gli Ami (istituti per l’occupabilità), come parte integrante dell’Amv, finalizzati a coordinare le misure di riqualificazione professionale. Vengono poste le premesse per lo sviluppo della nascente tecnologia informatica nell’amministrazione; 1985: il Servizio pubblico per l’impiego assume la denominazione attuale (Ams) e viene di fatto riorganizzato introducendo al suo interno modelli gestionali “per obiettivi” e prevedendo, per la prima volta, organismi decisionali decentrati; 1986: la formazione professionale viene organicamente riorganizzata; 1987: nascita degli uffici locali del lavoro; 1990: la rapida crescita del tasso di disoccupazione e la difficile situazione del “modello economico-sociale” svedese creano le premesse per un consistente rafforzamento delle misure di protezione sociale. Vengono istituiti i “Working Life Services” all’interno del Ministero del lavoro; 1992: la Saf (l’associazione datoriale svedese) abbandona il direttorio di Ams e la composizione dei uffici locali del lavoro, con la conseguente fine del modello di cooperazione tripartita; 1996: Viene introdotto il part-time, sia a livello centrale sia per gli uffici locali del lavoro, anche al fine di conseguire risparmi nella gestione complessiva delle politiche del lavoro in virtù delle perduranti difficoltà dell’economia svedese; 1999: viene perfezionato il servizio nazionale di collocamento e matching on-line basato sulla logica “self-service”. Ams consegue per questo il premio internazionale Golden Link per la ricchezza di servizi e di informazioni contenute sul sito. 1.2 Il programma di riforma Dal 2000 è stato inoltre avviato un programma di riforma del servizio pubblico all’impiego svedese, volto a potenziare il sistema del collocamento pubblico. Questa riforma si è mossa su un doppio binario: se da una parte ha sostenuto l’uniformità e l’armonizzazione delle pratiche di gestione dei servizi per l’impiego su tutto il territorio nazionale, cercando 4 di uniformare al massimo le modalità attraverso le quali gli utenti possono fruire del servizio; dall’altra tende ad unire le risorse disponibili per migliorare la qualità dei servizi offerti. La direttiva si rivolge a tutti i dipendenti degli Uffici per l’Impiego e non solo, sono considerati destinatari anche coloro che sono al di fuori di questa organizzazione ma con essa collaborano e che devono pertanto conoscere i fini di questa riorganizzazione. Circa i motivi che hanno reso necessaria tale riforma, un ruolo principale è svolto dal tasso di disoccupazione, la cui crescita negli ultimi anni ha evidenziato l’esistenza di un problema di esclusione dal mercato del lavoro di alcune categorie di lavoratori. Inoltre in Svezia già da alcuni anni si avvertiva una difficoltà di reperimento di manodopera qualificata, soprattutto nel settore pubblico (medici, infermieri, insegnanti, tecnici). Il settore industriale, su cui si basa il 70% della ricchezza del paese, ha perso alcune migliaia di posti di lavoro, mentre il settore pubblico ha svolto un ruolo di traino per l’economia segnando una non indifferente crescita occupazionale. A questa espansione nel settore pubblico tuttavia è seguito un aumento di assenze sul lavoro dovuto a malattie ed aspettative e si è assistito ad un incremento delle uscite dal mercato del lavoro dovuto a pensionamenti anticipati. L’analisi dei dati sull’occupazione ha anche indicato uno squilibrio tra forza lavoro nativa e forza lavoro immigrata, a tutto vantaggio della prima. La sfida il Servizio Pubblico all’Impiego Svedese ha affrontato in questi anni è stata proprio quella potenziare il matching tra domanda e d offerta, creando in primis nuove professionalità in grado di soddisfare le richieste del mercato, e in seguito avviando una politica di lotta alla esclusione dal mercato del lavoro delle fasce deboli (disoccupati di lunga durata, immigrati, disabili). La strategia adottata dal sistema è quella di accrescere la collocabilità di alcune categorie di lavoratori, attraverso programmi che orientino le scelte dei disoccupati verso le professioni per le quali le aziende hanno più difficoltà a reperire forza lavoro. Non meno importante è l’obiettivo, con ugual forza perseguito, di promuovere l’uguaglianza delle opportunità occupazionali fra i sessi e l’integrazione fra le diverse zone del paese. Con la riforma oggetto dell’analisi, si sono venuti a definire nove servizi, dei quali sette diretti a coloro che sono alla ricerca di lavoro e due ai datori di lavoro. Per chi è alla ricerca di un impiego, i servizi apprestati sono: - Servizio di matching volto a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; - Promozione dell’istruzione e della formazione professionale, per accrescere il livello educativo e professionale del lavoratore e la sua collocabilità; - Servizio di guida all’inserimento lavorativo: rivolto soprattutto a quanti incontrano maggiori difficoltà in ingresso nel mercato del lavoro, si propone l’obiettivo di rendere nuovamente dinamico il lavoratore o di mantenerlo impegnato in attività che ne facilitino il reinserimento. Questo è il servizio maggiormente oneroso e che richiede un importante investimento di risorse e di personale; - Sostegno all’avvio di attività imprenditoriale; - Tecniche di ricerca del lavoro, affinché il lavoratore impari a condurre la ricerca di un posto di lavoro con metodo e a promuovere nel miglio modo possibile la propria candidatura; - Orientamento alle scelte professionali, quando si renda necessario definire un percorso di scelte di tipo professionale; - Riabilitazione vocazionale, ovvero attività che hanno l’obiettivo di “riadattare” la situazione del disoccupato ai cambiamenti del mercato. 5 Per le aziende i servizi sono: - Consulenza e supporto nel reperimento delle candidature; - Aiuto per la formazione dei nuovi assunti. In Svezia le aziende hanno l’obbligo di comunicare i posti vacanti. Da ciò non ne consegue, però, un obbligo per i Centri per l’Impiego a pubblicizzare tutti i posti vacanti. Il datore di lavoro può pubblicizzare la propria richiesta presso i locali dei Centri per l’Impiego o anche solo nella loro banca dati nella quale i disoccupati possono così trovare i riferimenti delle offerte in relazione alle quali, qualora fossero interessati, inviare il curriculum. Questo servizio non ha nessun costo per l’azienda. Vi sono inoltre alcuni uffici “specializzati” nel gestire specifiche richieste da parte di aziende (ad es. Helsinborg per aziende operanti nel settore turismo, Hotel, ristoranti ecc.). Questo fenomeno si giustifica in base a ragioni geografiche o ad esigenze di sviluppo regionali e locali. All’interno di ogni Centro per l’Impiego ogni operatore segue un settore in particolare e mantiene i contatti con le aziende, di modo che l’azienda, nonostante i molteplici contatti con il Centro, abbia come riferimento sempre lo stesso operatore. Anche in Svezia, sorge il problema di come gestire i rapporti con le aziende. Gli operatori, se necessario, sono disponibili a visitare personalmente le aziende, soprattutto quando c’è una richiesta di selezione in corso. Con queste visite specifiche è più facile che i singoli operatori possano rendersi conto in maniera più precisa del tipo di professionalità richiesta e dell’ambiente di lavoro relativo. E in questo modo gli stessi sono in grado di segnalare la persona più adeguata per quel posto di lavoro. Più spesso, tuttavia, i contatti sono tenuti solo telefonicamente. Su ciò influisce il fatto che il lavoro amministrativo da svolgere occupa comunque buona parte del tempo degli impiegati. E’ di aiuto, da questo punto di vista, il fatto che le aziende sono tenute in ogni caso a comunicare le vacanze di posti e che quindi questo tipo di informazione arriva automaticamente in possesso degli uffici, che possono così contattare le aziende che si trovano nella necessità di ricercare personale per poter eventualmente proporre loro degli iscritti. Si è cercato di eliminare tutti i servizi ulteriori rispetto a quelli precedentemente elencati, al fine di rendere più snelle le procedure e leggere le tempistiche. Si è prevista anche una formazione interna per i dipendenti, in conformità alle tendenze internazionali di life long learning, procedure queste che variano a seconda delle diverse aree in cui si opera. Accanto alla formazione i Centri spingono i propri operatori ad acquisire e a sviluppare un codice di deontologia professionale. Figura 1 Tendenze occupazionali in Svezia 2003-20052 2 National Action Plan 2004 6 Il Piano Nazionale per l’Occupazione del 2004 ha registrato il superamento dei target europei previsti per il 2010. Nel 2003, il tasso di occupazione è stato del 74.3%: 72.8% per le donne e del 75.6% per gli uomini. Per i lavoratori over 40 il tasso di occupazione era del 69.0%: 66.8% per le donne e 71.2% gli uomini. L’obiettivo della politica economica svedese è di incrementare il tasso di occupazione, sostenendo la crescita economica. Per evitare il deficit della spesa pubblica, e quindi i tagli al welfare è fondamentale che l’occupazione sia in costante crescita. 7 1. 3 Il canale informatico I cambiamenti in atto nelle politiche attive del lavoro svedesi hanno avuto un considerevole riflesso anche sulla tecnologia informatica, il cui sviluppo è un fenomeno degli ultimi anni, rendendo possibili servizi di collocamento on line. L’obiettivo principale dell’ AMS Internet programme è di utilizzare il canale informatico per creare un ufficio virtuale attraverso un sito web nel quale offerte di lavoro, offerte formative e informazioni riguardo i programmi di life long learning siano raccolti e resi disponibili per tutti gli utenti. Queste innovazioni rispondono ad una logica di facile fruibilità di ogni tipo di informazione in materia di lavoro e inoltre ad un bisogno di trasparenza e chiarezza sempre più efficienti. Questo Virtual Employment Service offre la possibilità di accedere a tutte le informazioni on line in qualsiasi momento, di creare un contatto diretto tra chi è in cerca di occupazione e i datori di lavoro, senza alcuna forma di intermediazione, offrendo in tal modo una garanzia di parità di trattamento e un alto livello di interattività. Già nel gennaio del 2000 il sito web dell’AMS contava più di 350 000 visitatori. Il portale dell’AMS risulta di grande vantaggio anche per I datori di lavoro i quali possono utilizzare il sito per esporre i loghi delle proprie aziende, acquisendo una visibilità rilevante. I disoccupati possono registrare il proprio curriculum vitae on line, modalità questa che permette loro di entrare all’interno di una banca dati dalla quale attingeranno i potenziali datori di lavoro. Il motore di ricerca così ideato consente di cercare i profili desiderati inserendo le parole chiave in appositi spazi e richiamando in tal modo determinate professionalità. Il sistema che consente questa ricerca è l’AMS Job Profile Matching System. Per gli artisti è disponibile inoltre una banca dati chiamata The Image and Artists Bank che consente di creare nel sito dell’AMS una galleria virtuale, attraverso la quale essi possono presentare il proprio curriculum e rendere visibili le proprie opere. Un servizio clienti, infine, è reso disponibile attraverso un call-center per fornire ogni informazione circa il mercato del lavoro, l’istruzione e i sussidi di disoccupazione. L’efficacia dei servizi e il conseguimento degli obiettivi stabiliti a livello nazionale, ma anche su iniziativa locale, sono verificati attraverso incontri mensili di bilancio delle attività tra la Direzione Regionale e le direzioni locali. 1.4. Rapporto servizio per l’impiego e agenzie di collocamento private Il rapporto tra il sevizio per l’impiego pubblico con le agenzie di collocamento private non è sempre facile ma le criticità sono attenuate dal carattere di gratuità del sistema pubblico. Un importante sfida è costituita dal rapporto di collaborazione che si instaura tra ambito privato e pubblico fondato sull’identità degli obiettivi. La lunga esperienza degli operatori del sistema pubblico e l’immediata occupabilità dei lavoratori determina una sorta di ripartizione di competenze sulla base del target del bacino d’utenza: i Centri per l’Impiego hanno una tradizione sedimentata nei confronti dei lavoratori con disabilità e con difficile possibilità d’inserimento, mentre il privato seleziona i candidati immediatamente spendibili. Tale ripartizione è intimamente legata 8 agli obiettivi delle due realtà in gioco: il profitto per gli operatori privati, le esigenze di equità e di incremento del tasso occupazionale per l’attore pubblico. Il sistema pubblico vanta un controllo pari a un terzo del totale delle domande di lavoro garantendo pertanto una libera circolazione delle informazioni e trasparenza sul mercato del lavoro. La professionalità degli operatori del servizio pubblico è individuabile anche nella specializzazione di cui essi possono vantare: suddivisi per settori d’attività anche nelle strutture, diventano specialisti capaci di instaurare collaborazioni individuali con carattere di continuità creando un elevato livello di fidelizzazione e di fiducia con le aziende. I contatti degli operatori avvengono in modo differenziato e reciproco: accade infatti sia che l’azienda si rivolga alle strutture, sia che gli operatori effettuino visite alle aziende. Ne risulta un servizio in grado di vantare alta quantità d’informazione specifica in relazione alle diverse realtà imprenditoriali e alle identità aziendali e contemporaneamente di assicurare, a quanti cercano un’occupazione, trasparenza ed affidabilità delle informazioni rese. 9 CAPITOLO 2. I servizi per l’impiego Internazionali 2.1 Servizi resi ad immigrati e rifugiati Gran parte della popolazione svedese (circa 3 milioni su 9 milioni complessivi) risiede nelle tre aree metropolitane di Stoccolma, Gotemborg e Malmoe, che sono il motore della crescita economica del paese. Negli ultimi anni si è verificato un forte incremento della differenza nelle condizioni di vita fra cittadini svedesi e stranieri, sia per quanto riguarda il potere d’acquisto sia per le opportunità di lavoro e di integrazione. Lo Stato svedese ha quindi cercato di ideare un progetto che coinvolga più realtà territoriali e che costituisca un rimedio concreto a questa situazione di disagio. Obiettivo del progetto è quello di creare nuovi posti di lavoro, promuovendo contemporaneamente il miglioramento delle condizioni di vita e l’integrazione fra nativi e stranieri. Gli obiettivi del progetto che qui si analizza, dal nome “Ufficio per la collaborazione e l’integrazione” sono qui elencati: - Aumento dei posti di lavoro Diminuzione dei costi sociali della disoccupazione Rafforzare conoscenza della lingua svedese e istruzione fra gli immigrati Miglioramento delle condizioni di salute degli stranieri Aumento della partecipazione degli stranieri alla vita politica del paese Sono 4 quartieri di Malmoe (dei 10 in cui è suddivisa la città) in cui è maggiore la presenza degli stranieri. Questi quartieri hanno in comune il problema di un alto tasso di disoccupazione, di un basso livello di scolarità media e di un’alta dipendenza da sussidi statali. Sono appunto questi i quartieri in cui si concentra l’attuazione del progetto di cui sopra. Accade spesso, ad esempio, che una persona, dopo essere stata ospitata presso un campo profughi, si diriga verso le tre aree metropolitane e in particolare in questi quartieri. Solo qualora questa stessa persona trovasse lavoro, e riuscisse a non dipendere più dall’assistenza sociale e ad innalzare quindi il tenore di vita proprio e della propria famiglia, si trasferirebbe in zone della città diverse. Questa tendenza purtroppo determina in questi quartieri la concentrazione di “esempi poco positivi” e di conseguenza la popolazione residente è sempre composta da coloro che vivono il disagio e non riescono ad uscirne. Gli interventi da sviluppare in queste zone sono di vario tipo: - interventi con i datori di lavoro: si utilizza un modo di operare “aggressivo” nei confronti dei datori di lavoro persuadendoli che il disoccupato immigrato è da considerare una risorsa importante per il mondo del lavoro e un’opportunità per le imprese; - meta mensile per gli operatori: l’obiettivo è di inserire almeno 60 persone in situazione lavorativa o di studi regolari; - guida al lavoro: si aiutano le persone a predisporre un Curriculum Vitae, ad affrontare un colloquio di lavoro, affiancandoli nella ricerca di un’occupazione anche attraverso l’inserimento in progetti finanziati dall’Ufficio o dalla U.E.; - attivazione di corsi di formazione professionale: l’Ufficio per l’Integrazione ha la possibilità di finanziare e organizzare corsi di formazione professionale per persone 10 - che non sarebbero ammesse nei corsi normalmente organizzati dalle Agenzie Formative che hanno degli standard ancora troppo elevati rispetto alla loro preparazione; organizzazione degli uffici: in ognuno dei 4 quartieri di Malmoe nei quali è alta la presenza di stranieri è presente uno di questi uffici con circa 40 operatori per ufficio (10 provenienti dagli uffici per l’Impiego, 10 dal Comune, di solito assistenti sociali, e il resto provenienti da altre amministrazioni quali ad esempio l’AKASA). Questo staff di lavoro permette di “accompagnare” la persona in tutti i suoi bisogni e di assisterla nelle problematiche causate dalla condizione di immigrato. 2.2. Ufficio per l’impiego della cultura e dello spettacolo Anche i servizi che interessano il settore della Cultura e dello Spettacolo vivono una fase di profondo rinnovamento. Data la peculiarità di questo settore, esso esisteva già come servizio specialistico sin dai primi anni ‘80, sebbene con caratteristiche che potevano variare molto, a seconda delle diverse zone del paese, relativamente alle modalità di lavoro, alla sua diffusione territoriale e ai budget economici a disposizione. Tali disomogeneità presenti nelle diverse regioni della Svezia hanno sollevato in passato molte proteste da parte dei lavoratori di questo settore e dalle loro rappresentanze sindacali. Per questo e per altri motivi, si è presentata dunque l’esigenza di rinnovare e uniformare il sistema. Il nuovo programma è partito solo da gennaio 2003 e prevede le seguenti finalità: - - Garantire uguali modalità di fornitura del servizio; Il perseguimento degli stessi obiettivi su tutto il territorio nazionale; Riorganizzazione del metodo con cui si rilevano le professionalità, attraverso la costruzione di criteri che distinguano il lavoratore che ha titolo al collocamento lavorativo in questo campo; Aumentare il numero di occupati in questo settore; Professionalizzare il livello dei servizi sia nei confronti delle aziende che dei lavoratori. L’organizzazione dei Servizi per l’Impiego per la cultura e lo spettacolo in Svezia si articola in tal modo: DIREZIONE GENERALE Servizi di accoglienza, informazione Direzione Locale Settore Spettacolo Promozione incontro domanda/offerta Gestione economica dei sussidi di disoccupazione In tutta la Svezia esistono 5 Direzioni Locali, corrispondenti alle 5 regioni, dove circa 120 operatori sono impegnati nei diversi servizi. A livello regionale l’organizzazione prevede la suddivisione in 3 gruppi di lavoro, corrispondenti alle specialità settore culturale in: • attori e musicisti 11 • media (giornalisti, fotografi etc.) • immagine e forma (arti figurative) All’interno di queste tre aree è tuttora vivace il dibattito su questioni metodologiche, soprattutto riferite ai criteri e ai metodi attraverso i quali effettuare l’accertamento delle professionalità. Le diverse strutture di livello regionale hanno avviato una rete di contatti per la promozione di collaborazioni su progetti specifici. Le caratteristiche di questo mercato del lavoro variano molto a seconda delle zone territoriali a cui ci si riferisce, quindi non è facile fare un discorso unitario. In generale il servizio per l’impiego analizzato, oltre a promuovere l’incrocio domanda e offerta secondo le modalità classiche, è impegnato in progetti specifici attraverso i quali cerca da un lato di valorizzare ed accrescere la professionalità degli artisti iscritti e dall’altro di creare opportunità di lavoro. 12 CAPITOLO 3. Punti di forza e di debolezza del sistema svedese In sintesi qui si elencano le caratteristiche “forti” fondamentali del sistema sociale ed occupazionale svedese: 1) “Forte” Stato sociale su cui si regge il sistema e che consente e crea quella pace sociale che è alla base della qualità della vita in Svezia; 2) lunga tradizione di collaborazione e attitudine alla mediazione tra le parti sociali e tra queste e il governo, collaborazione questa capace di ridurre al minimo la conflittualità legata alle tematiche del lavoro; 3) con l’ultima riforma è stato attuato un grosso potenziamento dei servizi self-service (Servizio Diretto); in questo modo molti di essi diventano direttamente fruibili da parte di tutti quegli utenti che siano in grado e che desiderino gestire autonomamente la propria ricerca di lavoro o la propria attività di selezione del personale; 4) accesso alle prestazioni organizzato in modo da creare le condizioni idonee per favorire un approccio indipendente ai servizi; ad esempio attraverso l’iscrizione autonoma negli elenchi di coloro che cercano lavoro, ovvero la creazione e l’utilizzo di un data base di utilizzo diretto da parte dei disoccupati o dei datori di lavoro che intendano mettersi in contatto senza altra mediazione. Questa impostazione del sistema è certamente resa possibile dall’alto grado di utilizzo di tecnologie informatiche dalla società svedese, dove circa i 3/4 della popolazione usa ormai quotidianamente la rete Internet; 5) consolidata pianificazione della gestione dei servizi in paternariato che consente da un lato di unire gli sforzi e le risorse disponibili e dall’altro di lavorare in sinergia, ottimizzando le possibilità di raggiungimento degli obiettivi; 6) importante impegno delle politiche per l’impiego verso la lotta alle esclusioni e alle discriminazioni sociali di ogni genere; formulazione di progetti e disponibilità di risorse destinati a superare il problema delle disuguaglianze e a favorire l’inserimento sociale e lavorativo di quelle fasce della società maggiormente emarginate e deboli; 7) in una logica opposta a quella del sistema italiano, il sistema svedese non prevede l’obbligo di denuncia delle assunzioni, bensì quello di segnalazione delle vacanze. Questa impostazione del sistema consente una maggiore trasparenza del mercato del lavoro e una corretta distribuzione delle occasioni tra quanti siano alla ricerca di occupazione; 8) l’orientamento professionale e formativo e l’inserimento lavorativo dei giovani è gestito dalle municipalità che hanno inoltre la responsabilità della corresponsione dei sussidi per i giovani fino a 20 anni; nell’affrontare la lotta alla disoccupazione giovanile gli uffici per l’Impiego possono comunque finanziare progetti anche per queste utenze giovanissime; 9) il servizio denominato “Garanzia di Attività”, che propone un programma di sostegno all’inserimento lavorativo di utenze con maggiori difficoltà in ingresso nel mercato del lavoro, dispone di importanti risorse economiche e professionali; l’aspetto più interessante oltre alla metodologia che pone al centro l’esigenza di attivare e sostenere la persona in difficoltà nel suo percorso di reintegrazione 13 sociale e lavorativa, è quello dell’adeguamento dei modi e dei tempi alle necessità di ciascun beneficiario del servizio; 10) ricerca e analisi dei fabbisogni delle aziende attraverso indagini periodiche. Queste inchieste si propongono di approfondire la conoscenza delle aziende, di rafforzarne la collaborazione e la fidelizzazione al servizio pubblico. Inoltre queste stesse indagini consentono di elaborare in sede locale e/o nazionale piani di attività ed altre iniziative integrate con gli altri partner locali (soprattutto le municipalità e gli enti di formazione), che guidino le strategie di politiche attive del lavoro. 11) importante impegno del sistema nel favorire un alto livello di istruzione e di qualificazione professionale, attraverso iniziative integrate di promozione e di sostegno alla formazione e alla riqualificazione professionale. Si elencano ora gli aspetti “deboli” del sistema svedese: 1) Consistente “pressione fiscale” che ha costituito soprattutto negli anni passati un freno agli investimenti in questo paese; 2) la recente riforma a partire dal 2001 ha evidenziato un problema di disomogeneità del servizio sul territorio nazionale; uno dei più importanti obiettivi che la riforma ha inteso perseguire è l’uniformità del servizio sia con riferimento alla diverse zone territoriali del paese sia nei confronti delle utenze di lavoratori e delle aziende; 3) difficile integrazione nel sistema dei gruppi immigrati soprattutto nelle principali aree metropolitane dove si sono concentrati importanti e diversificati flussi di immigrazione. Nonostante l’avvio di programmi di lotta alle esclusioni rimangono ancora accese problematiche soprattutto rispetto all’integrazione di gruppi di immigrati. 4) poiché il sistema di regole del mercato del lavoro non prevede l’obbligo di comunicazione dell’avvenuta assunzione agli uffici del lavoro, ci sono difficoltà nella elaborazione dei dati sull’occupazione. La situazione occupazionale è affidata agli uffici che gestiscono le assicurazioni obbligatorie e non esiste un sistema di collegamento tra questi e gli uffici per l’impiego; 5) il meccanismo della definizione annuale del bilancio e delle risorse da destinare ad ogni ufficio in funzione del numero di iscritti crea alcune difficoltà a centri di piccole dimensioni che si trovano a dover fronteggiare gli alti standard di qualità dei servizi richiesti dal piano nazionale delle attività con minori risorse. 14 CAPITOLO 4. Considerazioni conclusive: ipotesi di trasferibilità L’incontro e il confronto del sistema dei Servizi per l’Impiego svedese con quello di altre realtà europee ha l’obiettivo di rintracciare buone prassi che possano poi essere trasferite alla realtà italiana. È indubbio che il contesto economico, di sistema e di risorse culturali in cui i Servizi per l’Impiego si trovano ad operare, condizionino notevolmente le loro attività e contribuiscano a determinare il livello di efficienza e di efficacia dei loro specifici servizi. Proprio del sistema svedese è l’alto standard della qualità dei servizi, e questo grazie ad un contesto particolarmente favorevole ad un “contenimento” del problema occupazione. Attraverso la comparazione del sistema di gestione dei servizi all’impiego italiano e svedese, si individuano alcuni elementi di trasferibilità possibile. In primis si guardi con favore alle azioni di indagine e di potenziamento delle relazioni tra i Servizi per l’impiego e le aziende. Gli obiettivi che inducono i Servizi ad “avvicinare” le aziende sono molteplici: conoscere più direttamente i loro maggiori fruitori ed approfondire lo studio dei loro bisogni, rafforzare e migliorare la qualità delle reciproche relazioni, fidelizzarne la collaborazione in una logica di servizio e di negoziazione, reperire notizie sulle tendenze del mercato e sui programmi di sviluppo dell’azienda, per orientare più efficacemente le scelte professionali di coloro che sono alla ricerca di un’occupazione, pianificare con le aziende l’inserimento di categorie di lavoratori più svantaggiati e deboli. La tendenza alla collaborazione tra i diversi attori non risponde ad un preciso dettato legislativo, ma diventa il modo più congeniale per accrescere la produttività e stimolare l’occupazione. Interessante è anche il modello svedese di sostegno all’inserimento occupazionale di determinate categorie di persone deboli e disagiate. Il progetto che è stato sperimentato nelle tre aree metropolitane di Stoccolma, Göteborg e Malmö per favorire l’integrazione degli immigrati ha dimostrato che lo sforzo d’investire in programmi che riducano i disagi occupazionali di queste categorie ha apportato significativi benefici (riduzione della spesa e del conflitto sociale) non solo dal punto di vista dell’integrazione sociale ma anche dal punto di vista economico. La gestione di queste iniziative necessita di un forte coinvolgimento dei servizi sociali e delle amministrazioni locali, attraverso una pratica di lavoro integrato e in rete per affrontare efficacemente la complessità di questioni proprie del problema delle emarginazioni sociali. Merita una riflessione ed uno sguardo attento anche l’approccio con il quale il sistema svedese affronta il problema di “adattare” la manodopera in cerca di occupazione alle necessità del mercato del lavoro. Il sistema è regolato dall’introduzione di meccanismi di controllo rigido delle disponibilità al lavoro, quando il disoccupato risulta beneficiario del sussidio di disoccupazione. Il tentativo è quello di far rientrare coloro che hanno perso il lavoro o intendono reinserirsi nel mercato dopo un periodo di inattività o ancora abbiano altre difficoltà che ne impediscono l’accesso al lavoro, attraverso programmi che ne responsabilizzino la “presa in carico” diretta dell’utente del problema di ricollocarsi. IL lavoratore diventa il protagonista del suo stesso programma di reinserimento, e non più il fruitore di un’attività svolta a suo favore. In questi programmi il ricorso a strumenti o a figure specialistiche di riferimento che con continuità seguono l’evoluzione del percorso si muovono in una logica di base che è quella di un’attitudine attiva dei servizi e dei suoi destinatari. 15