CENERENTOLA (La bontà in trionfo) Musica di Gioacchino Rossini

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1 CENERENTOLA (La bo ntà in tr ionfo) Musica di Gioacchino Rossini (libretto di Giacomo Ferretti) Prima rappresentazione – Roma, Teatro Valle, 25 gennaio 1817 La trama : la buona e graziosa Angelina è costretta dalle sorellastre Clorinda e Tisbe e dal patrigno, il barone Magnifico di Montefiascone, ai più umili e sfibranti lavori domestici. Nel paese giunge notizia che il principe Don Ramiro si è deciso a prendere moglie e sceglierà la sua sposa durante una festa a corte: Don Magnifico e le sue perfide figlie sono gongolanti all’idea di potersi imparentare con un principe. Ma egli ha un piano preciso. Su consiglio del tutore Alidoro, si presenta nella casa di Don Magnifico spacciandosi per il proprio scudiero Dandini, mentre costui indossa i panni principeschi. Grazie a questo stratagemma, Don Ramiro scopre la meschinità delle due sorelle e invece si invaghisce della bontà di Angelina. Con l’aiuto di Alidoro, la fanciulla riesce a raggiungere la corte per la serata di gala. Durante il ballo, il tutore dona ad Angelina un braccialetto che è lo stesso indossato da Don Ramiro: i due così si riconoscono e possono annunciare il proprio matrimonio, scatenando la felicità della corte e la rabbia di Tisbe e Clorinda. Questa edizione dell’opera di Rossini è la prima opera della stagione lirica del 1989 al Petruzzelli, e certo non si tratta di una “prima” che lascia indifferenti pubblico e critica. La regia viene infatti affidata a Klaus Michael Grüber, allievo di Strehler e talento inquieto dell’avanguardia teatrale europea: dopo le esperienze allo Schaubühne e alla Comédie Française, l’artista tedesco è chiamato dallo Châtelet di Parigi che produce proprio questo spettacolo nell’ottica di una collaborazione con il teatro barese. Il teatro Petruzzelli infatti aveva a sua volta prodotto per Parigi la Ifigenia in Tauride di Piccinni nell’allestimento di Luca Ronconi che, come scambio culturale, era stata a sua
2 volta ospitata sul palcoscenico del prestigioso Théatre du Châtelet parigino, avvenimento questo mai avvenuto e mai più ripetuto nella centenaria storia del massimo teatro pugliese. Frutto del genio giovanile di Rossini (il compositore pesarese aveva appena venticinque anni all’epoca della composizione dell’opera), la Cenerentola racchiude in sé la tendenza al fiabesco e all’onirico tipica della vena musicale rossiniana, insieme con la dimensione moralistica che, seppure in forme lievi e leggere, si impone alla fine della vicenda narrata. Le scelte dell’allestimento diretto da Grüber, in collaborazione con il suo scenografo di fiducia, lo spagnolo Eduardo Arroyo, vanno appunto nella direzione di esplorare i risvolti fantastici dell’opera, sottolineando anche le zone d’ombra che emergono tra le pieghe di questa favola per musica. Certe invenzioni sono all’insegna del talento di Grüber e si sposano alla perfezione con il gioco di luci e ombre che avvolgono il palcoscenico del Petruzzelli. Ad esempio nelle dissolvenze che permettono di sovrapporre alla cucina in pieno stile contemporaneo (la “prigione” di Angelina), le scene fiabesche che raccontano della corte del Principe, con tanto di lampadario a cento bracci; insieme all’apparizione di un cocchio dorato sul fondale del teatro, con cui si incrociano e si sovrappongono realtà e finzione, sogno e fiaba. La direzione d’orchestra venne affidata a Massimo De Bernart, che dello spartito di Rossini sembra voler esplorare non solo gli scontati aspetti comici (con stacchi di tempo molto dinamici) ma anche gli effetti più seri e riflessivi. Gli interpreti sono di levatura internazionale: Raquel Pierotti, al debutto nel ruolo di Angiolina; il navigato interprete rossiniano Rockwell Blake, il basso Natale De Carolis e il baritono Roberto Coviello.
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