SELEZIONE RASSEGNA STAMPA
2002
luglio 2oo4 – anno undicesimo della machina
martedì 3 dicembre 2oo2
Musica: “Kontakte” a S. Chiara
Dal duo Altieri-Musanti a
Balestrazzi: ambient ed elettronica
Luci essenziali e un grande schermo bianco come fondale su cui proiettare le (belle)
immagini a colori, montate da Massimo Drago, raffiguranti occhi e volti sformati. Sul
“palco” sequencer, campionatori, un Korg MS20, vengono manovrati con maestria da
Corrado Altieri e Roberto Musanti, ospiti sabato scorso nella chiesa di Santa Chiara, a
Cagliari, del festival “Kontakte”, dove il duo di musica elettronica presenta l’ultima
produzione, dedicata a Zeder, film tra i meno conosciuti di Pupi Avati.
Un set breve ma intenso nel quale Altieri (già leader dei TH 26 ritornati da una settimana
sul mercato discografico con La Haime uscito per l’etichetta Small Voices) e Musanti
compiono con gusto una ricognizione su territori ambient di matrice industrial - riferimenti
che vanno da Pan Sonic ai dubber ambientali Scorn - incrociando anche echi minimalisti e
martellamenti techno-dance. Con generoso e meritato contorno di applausi finali.
Il tempo di attivare altre macchine facendo spazio a nuovi protagonisti, ed ecco il set
conclusivo (pure questo elettronico) firmato T.A.C., formazione guidata da Simon
Balestrazzi, genietto della manipolazione del suono, alla testa di un gruppo di cui, oltre al
dj Corrado Loi, fanno parte una vocalist, una violista e un violoncellista. Qui, il ricorso
all’elettronica è più spinto ed esasperato. Suoni sintetici e altri deformati si rincorrono
mischiandosi alle voci strumentali e a quella “trattata” della vocalist. A fine serata anche i
T.A.C. (da pochi giorni è uscito l’ultimo loro lavoro dal titolo Waiting for the twilight)
incassano il gradimento del pubblico. La serata viene aperta dall’esibizione dal flautista
Stefano Maffizzoni e dal chitarrista Luigi Puddu, autori di un programma attraversato da
tanghi di Piazzolla e pagine di Berio. Interessante, ma fuori contesto.Archiviato il secondo
appuntamento, “Kontakte” prosegue questa sera, sempre nella chiesa di Santa Chiara,
con tre performance. A partire dalle ore 21 ci saranno il musicista-compositore Henning
Frimann, il trio formato dal trombettista Mario Massa (che è anche direttore artistico della
rassegna), Roberto Musanti e Z’EV, fondatore del movimento industrial, e infine Marco
Rocca, chitarrista dei Machina Amniotica, con Massimo Atzeni, bassista dei (P)neumatica.
Carlo Argiolas
martedì 12 novembre 2002 –
Week
domenica 27 ottobre 2002
Machina all’Exmà
All’Exma’ prosegue la due giorni di Machina Amniotica. Stasera dalle 20 proiezione dei
due cortometraggi musicati dalla Machina. A seguire gli interventi di tre importanti
protagonisti dell’underground cagliaritano: lo scrittore Alberto Lecca accompagnato dal
contrabbassista Piero Di Rienzo col frammento “Misterioso”, il musicista Simon
Balestrazzi, fondatore dei T.A.C. con il suo brano “Abaddon”, sulle immagini video di
Massimo Drago, e il videomaker Giovanni Coda con la proiezione in anteprima di “TvSet”,
il video realizzato sul brano omonimo di Machina Amniotica.
sabato 26 ottobre 2002
Performance.
Con “Machina Amniotica”
Viaggio videosonico all’Exmà
Musica, video, performances di poesia,
videoinstallazioni. Un ricco programma in due
giornate, oggi e domani all’Exmà di Cagliari,
organizzato dal gruppo cagliaritano Machina
Amniotica per la presentazione del loro ultimo
cd Intricata Transitoria. Due serate (ingresso
gratuito) che raccoglieranno alcune tra le
esperienze più significative che in nove anni
hanno contrassegnato i lavori di Machina
Amniotica: concerto live, performances di
poesia,
musicazioni
di
cortometraggi,
passando per le diverse collaborazioni, tra cui
quelle con Alberto Lecca, Simon Balestrazzi e
Giovanni Coda. Stasera alle 21 protagonista
la musica di Machina Amniotica, con un
concerto live: un percorso multimediale che
intreccia musica, immagini e testi, in una
sorta di viaggio “video-sonico”. Domani
spazio alla proiezione dei due cortometraggi
musicati dalla Machina: Il mistero del pesce
saltatore, un film di John Emerson del 1916,
e Sparate sempre prima di strisciare di
Luciano D’Onofrio. Quindi interventi dello
scrittore
Alberto
Lecca
(insieme
al
contrabbassista Piero Di Rienzo) col
frammento Misterioso, il musicista Simon
Balestrazzi, fondatore dei T.A.C. (storica
formazione della scena elettronica italiana)
con il suo brano Abaddon, sulle immagini
video di Massimo Drago, e il videomaker
Giovanni Coda con la proiezione in anteprima
di TvSet, video realizzato sul brano di
Machina Amniotica
venerdi 18 ottobre 2002
Chi anima la scena cittadina?
Ecco i nuovi scapigliati
Dal punk allo ska dalla tecno all’hip hop
Cagliari grande fucina di gruppi musicali. Restringendo il
campo agli ultimi vent’anni, considerando anche
l’hinterland, si può dire però che il periodo d’oro siano
stati gli ‘80. Le bands organizzavano frequenti tour nella
penisola ed erano in grado di competere con le migliori
realtà italiane. Alcuni nomi? Claptrap, Joe Perrino and
the Mellowtones, Five for Garage, Honeymoon
flowers, Dorian Gray, High Voltage, Lockness solo per
citarne alcuni. Un’altra infornata è arrivata nel decennio
successivo con Elefante Bianco, Antennah, Elora,
Skitzo, W.A. Team, Clonmacnoise e pochi altri. E
adesso? Quali sono i gruppi della nuova ondata? Come
sempre il capoluogo sembra prediligere sonorità dure e
sicuramente poco commerciali. Fra i gruppi meritano una
menzione senza dubbio i Clench, che due anni fa hanno
registrato il disco d’esordio nel New Jersey per la Attack
records. Ma non sono da meno gli Inkarakua (alcuni giorni fa è uscito il cd La giostra
dell’odio), Truth in my hands, Pneumatica, Mellon Bank, GG Fuma, Osram, H.I.D.E.,
Tregenda, Erika, Gore, KTL (appena uscito il cd M.2002.E), i Mèlanie e i sempreverdi
Wicked Apricots, sulla scena da quasi vent’anni. Il rock al femminile è rappresentato,
solo a metà (due donne su quattro componenti) dai Mary’s blue cake, in uscita a giorni
col cd MBC Motel. Per l’elettronica non si può prescindere da TH 26 e Machina
Amniotica, seguiti dai più giovani Old Sparky e i Nuova Civiltà delle macchine, mentre
sul versante ska ci sono gli Skakkomatto, Reggaemuffin Brizz, gruppo che ha raccolto
l’eredità degli Skamiska e i Ratapignata. Esiste poi un filone in continua espansione:
quello dell’hip hop. Sulla scia di gruppi ormai consacrati come Sa Razza e La Fossa,
stanno emergendo molti crew interessanti: Fit Prod, Balentia, Dr. Drer e Zinnigas.
Questi ultimi hanno tra l’altro appena pubblicato il loro primo cd intitolato Sa locanda. Ma
c’è anche un’altra musica di non facile catalogazione che sta prendendo piede. È quella
dei gruppi né hard, né pop. Include a pieno titolo i Sikitikis, strano combo composto da
appassionati di colonne sonore anni ‘60 e ‘70 e lounge psichedelica, i Get to Grips, l’etno
blues dei Nur gli sperimentatori Muccamacca e gli Emancquea che ha da poco
pubblicato il cd Music for conscious smiling.
Pierpaolo Abis
martedì 30 luglio 2002
Musica.
Arriva il nuovo cd del gruppo sardo: miscela di generi e testi forti
Le crude contaminazioni
di Machina Amniotica
«Un ponte in transito che abbiamo voluto
fermare su cd». Così definiscono Intricata
transitoria, loro ultimo cd, Machina
Amniotica. Il gruppo, nato nel’93 come
progetto di performances e installazioni
multimediali di poesia e rumore, è composto
da vecchie volpi del panorama musicale
locale. Ne fanno parte il poeta Roberto Belli,
anima del movimento dark cagliaritano negli
anni ’80 con i “Rosa delle Ceneri” e poi
dedito all’hardcore con gli “Hannibal the
Cannibal”. Con lui Marco Rocca (ha suonato
con Claptrap, Pangea, Fischer344), Paola
Cireddu (Lilli Brothers) e Arnaldo Pontis,
mente, assieme a Corrado Altieri, dei Th26.
Al loro attivo altri tre cd: Armonie su
smaglianti scenari, Pura bruma elettronica e
Machina Omnia. Meno di un mese fa la nuova uscita discografica: un insieme di suoni e
liriche che hanno accompagnato le performances del gruppo negli ultimi due anni e che
risente di influssi e contaminazioni musicali, letterarie e filmiche. Si passa da lunghe suite
di ambient elettronica con campionamenti e loop ripetuti all’infinito, alla techno e al
drum’n’bass, che sfocia in episodi quasi dance. Su tutto si muovono liberi e padroni i testi
(in italiano), da apprezzare anche nei momenti di cruda necrofagia. Ascoltare i nove minuti
di Sedutoal buio per credere: “(…) un rene è già imbustato, ora lo spingo nel
freezer.Domani lo mangerò (…) Ignoro il mio tremore quando riempio la bocca di un
occhio rimasto, intorno un profumo che sale dal forno brillante Spiccano anchedue
chicche: una versione di Over dei Portishead e Samora dei Krisma. Dalla collaborazione
con Maurizio Arcieri e Cristina Moser, è nato anche il duetto all’ultimo Rockaralis, che in
autunno sfocerà in un tour nelle maggiori discoteche italiane. Il disco, realizzato a Cagliari
negli studi “NeuroHabitat” di Simon Balestrazzi, risulta fuori dai canoni anche per la sua
diffusione. Si può trovare in distribuzione (prezzo politico: dieci euro) in contesti atipici:
librerie (a Cagliari la CUEC), negozi di dischi non convenzionali (Zimbra), di strumenti
musicali usati (Tirivendo) e addirittura di autoricambi (Lecca).Ma chi vuole può ordinarlo
via internet, contattando il gruppo all’indirizzo: [email protected]
Pierpaolo Abis
domenica 30 giugno 2002
Rassegne.
Curiosità e nostalgia per la coppia Arceri-Moser protagonista a Rockaralis
Krisma, musica fuori margine
«Siamo di nuovo in scena grazie ai Subsonica»
Hanno sempre rappresentato la musica fuori margine. Non a
caso, negli anni Ottanta, furono coloro che in Italia fecero
germogliare la new wave. Ora, dopo anni di silenzio, sono
rispuntati di nuovo, anche dal vivo. I Krisma, ovvero Maurizio
Arceri e Cristina Moser, si materializzano venerdì notte sul
palco del “Rockaralis” alla Fiera di Cagliari per una serata ad
alto tasso nostalgico, consumata davanti a un pubblico esiguo:
150 spettatori. Ad attendere queste autentiche icone del
passato forse ci si aspettava più gente. Magari, un buon
numero di persone che non aveva del tutto dimenticato i segnali lanciati trent’anni fa dai due
veterani del punk italico e del pop elettronico. Ma così non è stato. E loro non ne hanno fatto un
dramma. Con simpatia hanno ringraziato chi c’era, e attaccato con la loro musica elettronica
controversa riscoperta ultimamente anche da gruppi più giovani come i Subsonica. «Se siamo
ritornati sulle scene è grazie all’amore, all’interesse e all’aiuto dei Subsonica, che con noi sono
stati molto carini», dice a fine serata Arcieri. «Mesi fa ci chiesero di prendere parte al loro ultimo
disco Amorematico, per il quale abbiamo composto Nuova Ossessione. Cristina ha scritto le
parole, io invece mi sono occupato della musica col computer. La collaborazione è stata di grande
stimolo, anche se adesso stanno venendo fuori altre cose. Per fare un esempio, Steve Mckey, il
bassista dei Pulp, band che non conoscevo affatto, ci ha contattato perché vorrebbe rifare insieme
a noi Hibernation, un nostro disco uscito nel ’79. Insomma, a quanto sembra, c’è una nostra
riscoperta che arriva da diverse parti, e noi naturalmente ne siamo contenti». I Krisma aprono il set
insieme ai cagliaritani Machina Amniotica, che rielaborano un successo del duo intitolato Samora
Club. Poi, da soli, iniziano a sfogliare l’album dei ricordi che contiene vecchie fotografie come
Many kisse, Black silk stockim, Lola, got got electrone, Skyline, Cathode mama. Dietro il suo IMac, l’autore di Cinque minuti e poi, hit melodico che più trent’anni fa scalò le classifiche del nostro
Paese, trova il tempo per presentare (a sorpresa) la nuova Live in Tokyo, un brano techno che
annuncia il ritorno discografico della formazione. «È un pezzo che abbiamo eseguito quattro mesi
fa insieme ad un famoso dj, Francesco Zappalà, durante un concerto in Giappone che la Sony ha
registrato», racconta il musicista. «Il risultato di quella serata mi ha soddisfatto in pieno, e perciò
ho deciso di utilizzare tutto il materiale, composto da 14 brani. Incidere in uno studio ormai non mi
interessa più. Preferisco il live, dove c’è la stessa energia che puoi catturare ad un rave o a una
festa». Come nella maggior parte delle precedenti serate, anche il programma dell’altro ieri ha
visto la presenza di tre band. Prima dei Krisma sul palco sono sfilati i Yuppies Flu e Machina
Amniotica. Gruppo dalle quotazioni europee ma ancora poco noto in Italia, i Yuppies Flu hanno
costituito una bella sorpresa per quanti non li conoscevano. Sonorità vicine ai Mercury Rev e
Flaming Lips, liriche in inglese, un po’ di psichedelia e melodie delicate e sfuggenti. Tutt’altra
strada invece hanno imboccato Machina Amniotica, di cui fanno parte Roberto Belli, voce e
campionamenti, Arnaldo Pontis, sequencer e theremin, Marco Rocca, computer programming e
chitarra elettrica, Paola Cireddu, basso. Pesanti sonorità drum’n’bass, elettronica martellante, testi
surreali di burroughsiana ispirazione, ammiccamenti dance, sono serviti come piattaforma per i
brani dell’ultimo ciddì Intricata transitoria.
Carlo Argiolas
martedì 18 giugno 2002
A fine mese la rassegna: Agnostic Front, Ska P e Sonic Youth tra gli ospiti
Rockaralis, dieci giorni di superconcerti
Cresce l’attesa per la settima
edizione
di
“Rockaralis”.
Quest’anno il festival assume un
respiro internazionale con i
concerti di Agnostic Front, Ska
P, US3 (unica data italiana), la
prima nazionale del mito Sonic
Youth e gli stessi media
nazionali ed emittenti come
MTV, che promuove il festival in diversi programmi, si sono accorti dell’importanza
dell’evento. Lo stesso avviene anche nei portali musicali come Tiscali.it, Vinile.com e
Vitaminic.it, che danno anche la possibilità ai visitatori di scaricare gratuitamente alcuni
brani dei gruppi partecipanti al festival. “Rockaralis 7.1” si articolerà in dieci giorni che
prevedono, oltre ai concerti sopraccitati, anche quelli di diverse bands italiane: Yuppie Flu,
One Dimensional Man, Krisma, Hugo Race & Sepiatone, Machina Amniotica,
(P)Neumatica e dj sets ad opera di Nicola Conte e The Dining Rooms. Ma un ampio
spazio sarà dato anche alla produzione made in Sardinia, grazie alla rassegna
“Rockonthebeach” che si terrà nella spiaggia del Poetto, dal 24 al 26 giugno (ore 14-18),
ospite del chiosco Marlin. Il cast musicale del Festival si può equiparare ai più rinomati
della penisola, ma presenta una particolarità in più: si alternerà fra diverse location
(Poetto, ExMà e Lazzaretto S. Elia) articolandosi in un arco di dieci giorni. Così
l’Associazione Culturale Officina Sonora che - con l’Assessorato alla Cultura e Spettacolo
della Regione e del Comune di Cagliari - ha organizzato l’evento, ha pensato di soddisfare
anche i turisti. E intanto è cominciata anche la vendita dei biglietti presso il circuito Box
Office. I prezzi saranno diversi a seconda degli eventi. Per quelli che si terranno alla Fiera,
il 26, 27 e 29 giugno (Ska-P, US3 e Pitchschifter) il prezzo sarà di 15 euro e 20 euro per il
concerto dei Sonic Youth il primo luglio. Per i concerti del 20, 21, 22, 24, 25 e 28 giugno
(Agnostic Front, Nicola Conte, 24 Grana e Nevrotype, Kirlian Camera, Tac e Th26, Fluxus,
GG Fuma, Marsh Mallows e Crummy stuff, Yuppie Flu, Krisma e Machina Amniotica), che
si svolgeranno nelle altre location l’ingresso costerà invece 8 euro, mentre l’accesso alla
mostra fotografica, intitolata “Storia del rock e della musica in Sardegna” (dal 24 al 30
giugno all’ExMà) costerà 2.50 euro. Infine, per chi non volesse perdere neppure uno degli
appuntamenti, l’abbonamento alle 10 serate più la visita alla mostra costa 80 euro.
Pierpaolo Abis
venerdi 24 maggio 2002
Musica: A Cagliari, dal 20 giugno al 1 luglio, arrivano i Sonic Youth
Fra i rumori del mondo
“Rockaralis” esplora le nuove tendenze
Il rumorismo ingegnoso dei gloriosi Sonic
Youth. L’hard core degli Agnostic Front. Il
rock venato di melodie mediterranee e
ritmi dub dei 24 Grana. Il post rock dei
Giardini di Mirò, il punk anni Ottanta degli
storici Krisma. Il crossover dei Fluxus, il
noise dei One Dimensional Man, il
combact rock degli spagnoli Ska P., l’acid
jazz degli US3, le sonorità introspettive di
Giorgio Canali. E ancora, dj set, mostre
fotografiche, concerti con band sarde,
musica in spiaggia. Tutto rigorosamente
targato Rockaralis, il festival allestito
dall’associazione Officina Sonora giunto quest’anno alla settima edizione: la rassegna è in
programma in diversi spazi cagliaritani dal 20 giugno al 1 luglio. Venticinque concerti tra il
Lazzaretto di Sant’Elia e la Fiera di viale Diaz, riuniti in un unico “pacchetto” che potrebbe essere
esportato fuori dall’isola, un po’ secondo un modello che già da qualche anno raccoglie consensi in
tutta Italia: quello di “Tora! Tora!”, festivalone itinerante ideato da Manuel Agnelli che nei primi
giorni di settembre sbarcherà a Cagliari con l’aiuto dell’associazione Vox Day. Rockaralis partirà la
mattina del 20 giugno. All’Exmà di via San Lucifero verrà presentata una mostra fotografica
intitolata “Storia del rock e della musica in Sardegna” dagli anni Sessanta ai giorni nostri, ispirata
dal libro di Giacomo Serreli che tra poco ritornerà in libreria con un’edizione aggiornata. Mostra
che potrà essere visitata per tutto la durata del festival. In serata concerto inaugurale al Lazzaretto
con i newyorchesi Agnostic Front, veterani del suono grezzo e pesante.Il 21 spazio a Nicola Conte,
famoso dj e produttore lounge e nu jazz, che salirà sul palco in compagnia di sei musicisti. Il giorno
dopo prima full immersion con tre proposte: 24 Grana, Nevrotype, una giovane formazione italiana
a metà tra musica e danza, che mischia drum’n’bass, breakbeat, sonorità orientali, e il dj milanese
Pandaj, che nei suoi piatti farà girare jungle, abstract hip hop, funk e jazz. Il 24 serata elettronica e
industrial tutta sarda con Kirlian Camera (Angelo Bergamini ed Elena Fossi), T.A.C. (Simon
Balestrazzi, Monica Serra, Corrado Loi e Alessia Manca), Th 26 (Corrado Altieri e ancora
Balestrazzi). Il 25 altra terna: i torinesi Fluxus, i sofisticati e malinconici Perturbazione, gli emiliani
Giardini di Mirò. Si cambia decisamente genere il 26 con una serata dedicata al punk. Sul palco
della Fiera, Ska-P, Crummy Stuff, GGfuma, Marsh Mallows. Il 27 ci saranno i celebri US3 (che fra
l’altro riproporranno alcuni brani dei primi album) in città per l’unica data italiana, e il progetto
ambient blues “The Dining Rooms” della coppia Stefano Ghittoni - Cesare Malfatti. Il 28, al
Lazzaretto, Krisma, Machina Amniotica, Yuppie Flu, gruppo pop dalle influenze elettroniche. Il 29
si ritorna alla Fiera con Giorgio Canali e One Dimensional Man. Chiusura il 1 luglio con i vertiginosi
Sonic Youth che da Cagliari apriranno il tour italiano. Prima di loro, i (P)neumatica e Francois
Cambuzat. Dal 24 al 26 nello stabilimento balneare Marlyn del Poetto, Rockonthebeach, aperto a
gruppi emergenti sardi, e gli after show del festival. In vecchie lire il Rockaralis costerà 400 milioni:
250 potrebbero arrivare dai finanziamenti pubblici, mentre 150, secondo la stima degli
organizzatori, dovrebbero essere incassati al botteghino. Per informazioni contattare Officina
Sonora al numero telefonico 070-43406 o all’indirizzo internet [email protected].
Carlo Argiolas
mercoledì 1 maggio 2002
Cagliari, lunedì al Comunale «Drawn from the life», il primo concerto italiano del geniale produttore
Eno, la musica è un suono
Un viaggio nella musica pop degli ultimi trent'anni
di Walter Porcedda
CAGLIARI. Benvenuto Mr Eno. Genio e grande architetto del suono contemporaneo che ha messo
d'accordo arte e tecnologia dentro una lunga carriera borderline, durata quasi trent'anni. Icona postmoderna
egli stesso di un modo di produrre arte nel passaggio tra due secoli, Eno, figlio di Cage e di Warhol protagonista lunedì del suo primo concerto italiano al Comunale, per organizzazione del Lirico - ha saputo
assumere su di sè, la responsabilità di raccontare un secolo, annunciando quello a venire. Con i piedi nel
passato e lo sguardo al futuro, il signor Taglia e Cuci ha montato con maestria pittorica, rumori e melodie, in
grandi affreschi come in piccoli acquarelli soffiandovi dentro l'anima essenziale: il suono. Ossia, quello che
oggi più di ieri, molto più del passato, delle grandi opere sinfoniche e dei melodrammi rende la musica viva,
conosciuta e importante. L'elemento cioè, etereo come l'aria, che rende questa, fruibile al grande pubblico.
Diventa cioè messaggio trasportato sulle onde hertziane, traccia digitale letta dal laser e diffusa da casse e
altoparlanti, materia palpitante dentro i woofer e negli aghi altalenanti di equalizzatori o nei led luminosi di
amplificatori. Genio certamente, ed esempio principe di come, anche un non-musicista, possa diventare
nell'era dei sintetizzatori compositore e caposcuola. In grado di lasciare il suo indelebile marchio di fabbrica
e trasformare in oro, come Mida, tutto quello che tocca: magari senza usufruirne poi direttamente. Così
capitò ad esempio con i leggendari Roxy Music, da Eno fondati assieme al carismatico Brian Ferry e poi
abbandonati nel 1973. E mai, in verità, abbandono fu più proficuo. Nacquero così dalla fine dei settanta ai
novanta le collaborazioni con David Byrne e i Talkin Heads - e il mitico e lunedì pluricitato «My life in the
bush of ghosts» - le produzioni di album come «The Unforgettable fire» e «The Joshua Tree» degli U2.
Condivide progetti con grandi come Robert Fripp, David Bowie, Gavin Bryars, Harold Budd, Michael Nyman,
Jon Hassel e John Cale. E oggi i James e Laurie Anderson. Sul fronte solitario, la sua più grande invenzione
è l'Ambient music con dischi diventati di culto come il celebre «Music for airports». Con molti musicisti Eno
ha interagito, scambiando file ed emozioni, applicando la sua filosofia "leggera" espandendo, come il celebre
motto di Ginsberg, l'area della coscienza (proprio di recente ha perfino inciso cinque tracce inedite per
battezzare un nuovo vino rosso delle Langhe, il Longnow di Pelissero. Un mini cd che è un elogio alla
lentezza e alla dilatazione del tempo). Inevitabile quindi - come è accaduto l'altra sera in un gremito
Comunale - che di tutto questo suo passato dorato sia rimasta più di una traccia. Sul palco Eno e il giovane
e talentoso Peter Schwalm, dj e tastierista e un impeccabile set di strumentisti (Leo Abrahams, chitarra,
Cristoph Buhse, batteria, Tim Harries, basso, Heiko Himmighoffen, percussioni e Nel Catchpole, violino)
hanno dato vita, infatti a un intenso e divertente compendio della musica degli ultimi trent'anni. Con dentro
moltissimo Roxy Music, Fila Brazilla, persino la scuola di Canterbury con incursioni nella dance e persino un
po' di Jarre... Scorrono così i titoli, molti ripresi dall'ultimo cd «Drawn from the life» (da «Persis» a «Two
voices», «Like Pictures» e «Intenser») dove Eno spesso canta con la sua esile voce talvolta filtrata al
vocoder. Un bel campionario di suoni (naturalmente) che allinea chitarrate, tappeti ritmici profumati di etnico
(«Wanography») ed elettronica dal cuore caldo... Niente di nuovo certo, oggi i degni figli di Eno osano di più,
dai vari giramanopole (da Kruder e Dorfmeister al «French touch») agli ingegneri del suono. E certo come
live, il set ha dei momenti di sbandamento e qualche profumo d'antico. Ma Eno resta il primo ad aver
mostrato la via di una musica senza frontiere. E per questo merita un immenso e ossequioso rispetto. Due
ultime note. La prima è che finalmente il Comunale è stato «violato» dalla musica rock. Si spera a questo
punto che le poltrone rosse del teatro in futuro ospitino altri eventi di questo genere. La seconda: anche in
Sardegna esistono da tempo musicisti che sperimentano e producono musica elettronica di qualità, senza
avere purtroppo grandi mezzi (tra gli altri: Mucca Macca e Machina Amniotica): Questi artisti meriterebbero
maggiore attenzione sia da quel pubblico che lunedì ha affollato il Comunale che dalle istituzioni che poi quei
concerti supportano. Per il festival di Sant'Efisio, stasera due altri appuntamenti al Comunale. Alle 17 è di
scena il gruppo del sassofonista Jan Garbarek e alle 21 la Royal Philarmonic orchestra diretta da Daniele
Gatti con musiche di Beethoven e Brahms.
lunedì 28 gennaio 2002
martedì 29 gennaio 2002
Un canto poetico di rivolta
L'incontro tra i versi del surrealista francese e Machina Amniotica
Una performance ad alta intensità teatrale e musicale
di Walter Porcedda
CAGLIARI. Suonare la poesia.
O meglio, far risuonare dentro il proprio
cuore, i versi di un cantare potente,
corrosivo e visionario come quelli di
Benjamin Perèt, padre fondatore assieme
ad Andrè Breton, Tristian Tzara e altri del
movimento surrealista francese. Culla degli
intellettuali impegnati e dentro il flusso dei
tempi: dal dadaismo ai venti rivoluzionari che
agitavano l'Europa degli anni venti. Con quel
poetare selvaggio e "impossibile" di Perèt,
rivoluzionario fin dentro l'anima, si sono
confrontati - sabato sera al Ridotto, per
organizzazione di «Erbafoglio» e il Versante
Poietico - in una serata ad alta tensione,
l'ensemble di Machina Amniotica e, in veste di
special guest, Carmine Mangone, curatore
del bel volume dedicato allo scrittore francese, «Sparate sempre prima di strisciare»,
pubblicato dalla Nautilus. In pieno climax sotterraneo (proprio nel senso di
underground), il gruppo multimediale composto da Arnaldo Pontis, samplers e
tastiere, Marco Rocca, chitarre ed effetti, Paola Cireddu, basso e Roberto Belli,
voce, davanti ad un pubblico fitto e concentrato ha fatto da eco, fornendo la giusta
sponda sonora a una performance di bella intensità teatrale. Nella quale spiccava
come sempre l'ispirata presenza appunto di Belli, fine e nervoso dicitore che in un
tappeto di ritmiche iterative e sventagliate di suoni elettronici in progress tesseva
l'elogio della rivolta (nella lettera a Breton «A Barcellona niente più polizia»), tra inni alla
libertà e orgoglio della differenza («Avanti diceva l'arcobaleno mattutino/Avanti per gli
spiragli della gioventù»). Un bell'incontro quello tra la musica e la poesia del surrealista
francese che, dopo un primo episodio a Torino e questo di Cagliari, troverà altri luoghi
d'incontro nella Penisola, nelle prossime settimane. Negli spazi lasciati liberi dalla
lettura si inserisce la musica dei Machina Amniotica che scelgono questo spazio
per dare un saggio di alcune nuove composizioni. Tre folgoranti brani dalla struttura
aperta che navigano dal rock venato di scuro - come è tradizione di questo
ensemble - alle belle aperture melodiche dove la chitarra di Marco Rocca ricama riff
preziosi. Tra «Seduto al buio» e «Over», da segnalare una convincente rilettura di
«Samora», cover dei Krisma, il duo formato da Cristina e Maurizio Arcieri con il
quale l'ensemble sardo sta per avviare una nuova collaborazione, proprio in
coincidenza con l'uscita del nuovo album (tra marzo e aprile).