SELEZIONE RASSEGNA STAMPA 2002 luglio 2oo4 – anno undicesimo della machina martedì 3 dicembre 2oo2 Musica: “Kontakte” a S. Chiara Dal duo Altieri-Musanti a Balestrazzi: ambient ed elettronica Luci essenziali e un grande schermo bianco come fondale su cui proiettare le (belle) immagini a colori, montate da Massimo Drago, raffiguranti occhi e volti sformati. Sul “palco” sequencer, campionatori, un Korg MS20, vengono manovrati con maestria da Corrado Altieri e Roberto Musanti, ospiti sabato scorso nella chiesa di Santa Chiara, a Cagliari, del festival “Kontakte”, dove il duo di musica elettronica presenta l’ultima produzione, dedicata a Zeder, film tra i meno conosciuti di Pupi Avati. Un set breve ma intenso nel quale Altieri (già leader dei TH 26 ritornati da una settimana sul mercato discografico con La Haime uscito per l’etichetta Small Voices) e Musanti compiono con gusto una ricognizione su territori ambient di matrice industrial - riferimenti che vanno da Pan Sonic ai dubber ambientali Scorn - incrociando anche echi minimalisti e martellamenti techno-dance. Con generoso e meritato contorno di applausi finali. Il tempo di attivare altre macchine facendo spazio a nuovi protagonisti, ed ecco il set conclusivo (pure questo elettronico) firmato T.A.C., formazione guidata da Simon Balestrazzi, genietto della manipolazione del suono, alla testa di un gruppo di cui, oltre al dj Corrado Loi, fanno parte una vocalist, una violista e un violoncellista. Qui, il ricorso all’elettronica è più spinto ed esasperato. Suoni sintetici e altri deformati si rincorrono mischiandosi alle voci strumentali e a quella “trattata” della vocalist. A fine serata anche i T.A.C. (da pochi giorni è uscito l’ultimo loro lavoro dal titolo Waiting for the twilight) incassano il gradimento del pubblico. La serata viene aperta dall’esibizione dal flautista Stefano Maffizzoni e dal chitarrista Luigi Puddu, autori di un programma attraversato da tanghi di Piazzolla e pagine di Berio. Interessante, ma fuori contesto.Archiviato il secondo appuntamento, “Kontakte” prosegue questa sera, sempre nella chiesa di Santa Chiara, con tre performance. A partire dalle ore 21 ci saranno il musicista-compositore Henning Frimann, il trio formato dal trombettista Mario Massa (che è anche direttore artistico della rassegna), Roberto Musanti e Z’EV, fondatore del movimento industrial, e infine Marco Rocca, chitarrista dei Machina Amniotica, con Massimo Atzeni, bassista dei (P)neumatica. Carlo Argiolas martedì 12 novembre 2002 – Week domenica 27 ottobre 2002 Machina all’Exmà All’Exma’ prosegue la due giorni di Machina Amniotica. Stasera dalle 20 proiezione dei due cortometraggi musicati dalla Machina. A seguire gli interventi di tre importanti protagonisti dell’underground cagliaritano: lo scrittore Alberto Lecca accompagnato dal contrabbassista Piero Di Rienzo col frammento “Misterioso”, il musicista Simon Balestrazzi, fondatore dei T.A.C. con il suo brano “Abaddon”, sulle immagini video di Massimo Drago, e il videomaker Giovanni Coda con la proiezione in anteprima di “TvSet”, il video realizzato sul brano omonimo di Machina Amniotica. sabato 26 ottobre 2002 Performance. Con “Machina Amniotica” Viaggio videosonico all’Exmà Musica, video, performances di poesia, videoinstallazioni. Un ricco programma in due giornate, oggi e domani all’Exmà di Cagliari, organizzato dal gruppo cagliaritano Machina Amniotica per la presentazione del loro ultimo cd Intricata Transitoria. Due serate (ingresso gratuito) che raccoglieranno alcune tra le esperienze più significative che in nove anni hanno contrassegnato i lavori di Machina Amniotica: concerto live, performances di poesia, musicazioni di cortometraggi, passando per le diverse collaborazioni, tra cui quelle con Alberto Lecca, Simon Balestrazzi e Giovanni Coda. Stasera alle 21 protagonista la musica di Machina Amniotica, con un concerto live: un percorso multimediale che intreccia musica, immagini e testi, in una sorta di viaggio “video-sonico”. Domani spazio alla proiezione dei due cortometraggi musicati dalla Machina: Il mistero del pesce saltatore, un film di John Emerson del 1916, e Sparate sempre prima di strisciare di Luciano D’Onofrio. Quindi interventi dello scrittore Alberto Lecca (insieme al contrabbassista Piero Di Rienzo) col frammento Misterioso, il musicista Simon Balestrazzi, fondatore dei T.A.C. (storica formazione della scena elettronica italiana) con il suo brano Abaddon, sulle immagini video di Massimo Drago, e il videomaker Giovanni Coda con la proiezione in anteprima di TvSet, video realizzato sul brano di Machina Amniotica venerdi 18 ottobre 2002 Chi anima la scena cittadina? Ecco i nuovi scapigliati Dal punk allo ska dalla tecno all’hip hop Cagliari grande fucina di gruppi musicali. Restringendo il campo agli ultimi vent’anni, considerando anche l’hinterland, si può dire però che il periodo d’oro siano stati gli ‘80. Le bands organizzavano frequenti tour nella penisola ed erano in grado di competere con le migliori realtà italiane. Alcuni nomi? Claptrap, Joe Perrino and the Mellowtones, Five for Garage, Honeymoon flowers, Dorian Gray, High Voltage, Lockness solo per citarne alcuni. Un’altra infornata è arrivata nel decennio successivo con Elefante Bianco, Antennah, Elora, Skitzo, W.A. Team, Clonmacnoise e pochi altri. E adesso? Quali sono i gruppi della nuova ondata? Come sempre il capoluogo sembra prediligere sonorità dure e sicuramente poco commerciali. Fra i gruppi meritano una menzione senza dubbio i Clench, che due anni fa hanno registrato il disco d’esordio nel New Jersey per la Attack records. Ma non sono da meno gli Inkarakua (alcuni giorni fa è uscito il cd La giostra dell’odio), Truth in my hands, Pneumatica, Mellon Bank, GG Fuma, Osram, H.I.D.E., Tregenda, Erika, Gore, KTL (appena uscito il cd M.2002.E), i Mèlanie e i sempreverdi Wicked Apricots, sulla scena da quasi vent’anni. Il rock al femminile è rappresentato, solo a metà (due donne su quattro componenti) dai Mary’s blue cake, in uscita a giorni col cd MBC Motel. Per l’elettronica non si può prescindere da TH 26 e Machina Amniotica, seguiti dai più giovani Old Sparky e i Nuova Civiltà delle macchine, mentre sul versante ska ci sono gli Skakkomatto, Reggaemuffin Brizz, gruppo che ha raccolto l’eredità degli Skamiska e i Ratapignata. Esiste poi un filone in continua espansione: quello dell’hip hop. Sulla scia di gruppi ormai consacrati come Sa Razza e La Fossa, stanno emergendo molti crew interessanti: Fit Prod, Balentia, Dr. Drer e Zinnigas. Questi ultimi hanno tra l’altro appena pubblicato il loro primo cd intitolato Sa locanda. Ma c’è anche un’altra musica di non facile catalogazione che sta prendendo piede. È quella dei gruppi né hard, né pop. Include a pieno titolo i Sikitikis, strano combo composto da appassionati di colonne sonore anni ‘60 e ‘70 e lounge psichedelica, i Get to Grips, l’etno blues dei Nur gli sperimentatori Muccamacca e gli Emancquea che ha da poco pubblicato il cd Music for conscious smiling. Pierpaolo Abis martedì 30 luglio 2002 Musica. Arriva il nuovo cd del gruppo sardo: miscela di generi e testi forti Le crude contaminazioni di Machina Amniotica «Un ponte in transito che abbiamo voluto fermare su cd». Così definiscono Intricata transitoria, loro ultimo cd, Machina Amniotica. Il gruppo, nato nel’93 come progetto di performances e installazioni multimediali di poesia e rumore, è composto da vecchie volpi del panorama musicale locale. Ne fanno parte il poeta Roberto Belli, anima del movimento dark cagliaritano negli anni ’80 con i “Rosa delle Ceneri” e poi dedito all’hardcore con gli “Hannibal the Cannibal”. Con lui Marco Rocca (ha suonato con Claptrap, Pangea, Fischer344), Paola Cireddu (Lilli Brothers) e Arnaldo Pontis, mente, assieme a Corrado Altieri, dei Th26. Al loro attivo altri tre cd: Armonie su smaglianti scenari, Pura bruma elettronica e Machina Omnia. Meno di un mese fa la nuova uscita discografica: un insieme di suoni e liriche che hanno accompagnato le performances del gruppo negli ultimi due anni e che risente di influssi e contaminazioni musicali, letterarie e filmiche. Si passa da lunghe suite di ambient elettronica con campionamenti e loop ripetuti all’infinito, alla techno e al drum’n’bass, che sfocia in episodi quasi dance. Su tutto si muovono liberi e padroni i testi (in italiano), da apprezzare anche nei momenti di cruda necrofagia. Ascoltare i nove minuti di Sedutoal buio per credere: “(…) un rene è già imbustato, ora lo spingo nel freezer.Domani lo mangerò (…) Ignoro il mio tremore quando riempio la bocca di un occhio rimasto, intorno un profumo che sale dal forno brillante Spiccano anchedue chicche: una versione di Over dei Portishead e Samora dei Krisma. Dalla collaborazione con Maurizio Arcieri e Cristina Moser, è nato anche il duetto all’ultimo Rockaralis, che in autunno sfocerà in un tour nelle maggiori discoteche italiane. Il disco, realizzato a Cagliari negli studi “NeuroHabitat” di Simon Balestrazzi, risulta fuori dai canoni anche per la sua diffusione. Si può trovare in distribuzione (prezzo politico: dieci euro) in contesti atipici: librerie (a Cagliari la CUEC), negozi di dischi non convenzionali (Zimbra), di strumenti musicali usati (Tirivendo) e addirittura di autoricambi (Lecca).Ma chi vuole può ordinarlo via internet, contattando il gruppo all’indirizzo: [email protected] Pierpaolo Abis domenica 30 giugno 2002 Rassegne. Curiosità e nostalgia per la coppia Arceri-Moser protagonista a Rockaralis Krisma, musica fuori margine «Siamo di nuovo in scena grazie ai Subsonica» Hanno sempre rappresentato la musica fuori margine. Non a caso, negli anni Ottanta, furono coloro che in Italia fecero germogliare la new wave. Ora, dopo anni di silenzio, sono rispuntati di nuovo, anche dal vivo. I Krisma, ovvero Maurizio Arceri e Cristina Moser, si materializzano venerdì notte sul palco del “Rockaralis” alla Fiera di Cagliari per una serata ad alto tasso nostalgico, consumata davanti a un pubblico esiguo: 150 spettatori. Ad attendere queste autentiche icone del passato forse ci si aspettava più gente. Magari, un buon numero di persone che non aveva del tutto dimenticato i segnali lanciati trent’anni fa dai due veterani del punk italico e del pop elettronico. Ma così non è stato. E loro non ne hanno fatto un dramma. Con simpatia hanno ringraziato chi c’era, e attaccato con la loro musica elettronica controversa riscoperta ultimamente anche da gruppi più giovani come i Subsonica. «Se siamo ritornati sulle scene è grazie all’amore, all’interesse e all’aiuto dei Subsonica, che con noi sono stati molto carini», dice a fine serata Arcieri. «Mesi fa ci chiesero di prendere parte al loro ultimo disco Amorematico, per il quale abbiamo composto Nuova Ossessione. Cristina ha scritto le parole, io invece mi sono occupato della musica col computer. La collaborazione è stata di grande stimolo, anche se adesso stanno venendo fuori altre cose. Per fare un esempio, Steve Mckey, il bassista dei Pulp, band che non conoscevo affatto, ci ha contattato perché vorrebbe rifare insieme a noi Hibernation, un nostro disco uscito nel ’79. Insomma, a quanto sembra, c’è una nostra riscoperta che arriva da diverse parti, e noi naturalmente ne siamo contenti». I Krisma aprono il set insieme ai cagliaritani Machina Amniotica, che rielaborano un successo del duo intitolato Samora Club. Poi, da soli, iniziano a sfogliare l’album dei ricordi che contiene vecchie fotografie come Many kisse, Black silk stockim, Lola, got got electrone, Skyline, Cathode mama. Dietro il suo IMac, l’autore di Cinque minuti e poi, hit melodico che più trent’anni fa scalò le classifiche del nostro Paese, trova il tempo per presentare (a sorpresa) la nuova Live in Tokyo, un brano techno che annuncia il ritorno discografico della formazione. «È un pezzo che abbiamo eseguito quattro mesi fa insieme ad un famoso dj, Francesco Zappalà, durante un concerto in Giappone che la Sony ha registrato», racconta il musicista. «Il risultato di quella serata mi ha soddisfatto in pieno, e perciò ho deciso di utilizzare tutto il materiale, composto da 14 brani. Incidere in uno studio ormai non mi interessa più. Preferisco il live, dove c’è la stessa energia che puoi catturare ad un rave o a una festa». Come nella maggior parte delle precedenti serate, anche il programma dell’altro ieri ha visto la presenza di tre band. Prima dei Krisma sul palco sono sfilati i Yuppies Flu e Machina Amniotica. Gruppo dalle quotazioni europee ma ancora poco noto in Italia, i Yuppies Flu hanno costituito una bella sorpresa per quanti non li conoscevano. Sonorità vicine ai Mercury Rev e Flaming Lips, liriche in inglese, un po’ di psichedelia e melodie delicate e sfuggenti. Tutt’altra strada invece hanno imboccato Machina Amniotica, di cui fanno parte Roberto Belli, voce e campionamenti, Arnaldo Pontis, sequencer e theremin, Marco Rocca, computer programming e chitarra elettrica, Paola Cireddu, basso. Pesanti sonorità drum’n’bass, elettronica martellante, testi surreali di burroughsiana ispirazione, ammiccamenti dance, sono serviti come piattaforma per i brani dell’ultimo ciddì Intricata transitoria. Carlo Argiolas martedì 18 giugno 2002 A fine mese la rassegna: Agnostic Front, Ska P e Sonic Youth tra gli ospiti Rockaralis, dieci giorni di superconcerti Cresce l’attesa per la settima edizione di “Rockaralis”. Quest’anno il festival assume un respiro internazionale con i concerti di Agnostic Front, Ska P, US3 (unica data italiana), la prima nazionale del mito Sonic Youth e gli stessi media nazionali ed emittenti come MTV, che promuove il festival in diversi programmi, si sono accorti dell’importanza dell’evento. Lo stesso avviene anche nei portali musicali come Tiscali.it, Vinile.com e Vitaminic.it, che danno anche la possibilità ai visitatori di scaricare gratuitamente alcuni brani dei gruppi partecipanti al festival. “Rockaralis 7.1” si articolerà in dieci giorni che prevedono, oltre ai concerti sopraccitati, anche quelli di diverse bands italiane: Yuppie Flu, One Dimensional Man, Krisma, Hugo Race & Sepiatone, Machina Amniotica, (P)Neumatica e dj sets ad opera di Nicola Conte e The Dining Rooms. Ma un ampio spazio sarà dato anche alla produzione made in Sardinia, grazie alla rassegna “Rockonthebeach” che si terrà nella spiaggia del Poetto, dal 24 al 26 giugno (ore 14-18), ospite del chiosco Marlin. Il cast musicale del Festival si può equiparare ai più rinomati della penisola, ma presenta una particolarità in più: si alternerà fra diverse location (Poetto, ExMà e Lazzaretto S. Elia) articolandosi in un arco di dieci giorni. Così l’Associazione Culturale Officina Sonora che - con l’Assessorato alla Cultura e Spettacolo della Regione e del Comune di Cagliari - ha organizzato l’evento, ha pensato di soddisfare anche i turisti. E intanto è cominciata anche la vendita dei biglietti presso il circuito Box Office. I prezzi saranno diversi a seconda degli eventi. Per quelli che si terranno alla Fiera, il 26, 27 e 29 giugno (Ska-P, US3 e Pitchschifter) il prezzo sarà di 15 euro e 20 euro per il concerto dei Sonic Youth il primo luglio. Per i concerti del 20, 21, 22, 24, 25 e 28 giugno (Agnostic Front, Nicola Conte, 24 Grana e Nevrotype, Kirlian Camera, Tac e Th26, Fluxus, GG Fuma, Marsh Mallows e Crummy stuff, Yuppie Flu, Krisma e Machina Amniotica), che si svolgeranno nelle altre location l’ingresso costerà invece 8 euro, mentre l’accesso alla mostra fotografica, intitolata “Storia del rock e della musica in Sardegna” (dal 24 al 30 giugno all’ExMà) costerà 2.50 euro. Infine, per chi non volesse perdere neppure uno degli appuntamenti, l’abbonamento alle 10 serate più la visita alla mostra costa 80 euro. Pierpaolo Abis venerdi 24 maggio 2002 Musica: A Cagliari, dal 20 giugno al 1 luglio, arrivano i Sonic Youth Fra i rumori del mondo “Rockaralis” esplora le nuove tendenze Il rumorismo ingegnoso dei gloriosi Sonic Youth. L’hard core degli Agnostic Front. Il rock venato di melodie mediterranee e ritmi dub dei 24 Grana. Il post rock dei Giardini di Mirò, il punk anni Ottanta degli storici Krisma. Il crossover dei Fluxus, il noise dei One Dimensional Man, il combact rock degli spagnoli Ska P., l’acid jazz degli US3, le sonorità introspettive di Giorgio Canali. E ancora, dj set, mostre fotografiche, concerti con band sarde, musica in spiaggia. Tutto rigorosamente targato Rockaralis, il festival allestito dall’associazione Officina Sonora giunto quest’anno alla settima edizione: la rassegna è in programma in diversi spazi cagliaritani dal 20 giugno al 1 luglio. Venticinque concerti tra il Lazzaretto di Sant’Elia e la Fiera di viale Diaz, riuniti in un unico “pacchetto” che potrebbe essere esportato fuori dall’isola, un po’ secondo un modello che già da qualche anno raccoglie consensi in tutta Italia: quello di “Tora! Tora!”, festivalone itinerante ideato da Manuel Agnelli che nei primi giorni di settembre sbarcherà a Cagliari con l’aiuto dell’associazione Vox Day. Rockaralis partirà la mattina del 20 giugno. All’Exmà di via San Lucifero verrà presentata una mostra fotografica intitolata “Storia del rock e della musica in Sardegna” dagli anni Sessanta ai giorni nostri, ispirata dal libro di Giacomo Serreli che tra poco ritornerà in libreria con un’edizione aggiornata. Mostra che potrà essere visitata per tutto la durata del festival. In serata concerto inaugurale al Lazzaretto con i newyorchesi Agnostic Front, veterani del suono grezzo e pesante.Il 21 spazio a Nicola Conte, famoso dj e produttore lounge e nu jazz, che salirà sul palco in compagnia di sei musicisti. Il giorno dopo prima full immersion con tre proposte: 24 Grana, Nevrotype, una giovane formazione italiana a metà tra musica e danza, che mischia drum’n’bass, breakbeat, sonorità orientali, e il dj milanese Pandaj, che nei suoi piatti farà girare jungle, abstract hip hop, funk e jazz. Il 24 serata elettronica e industrial tutta sarda con Kirlian Camera (Angelo Bergamini ed Elena Fossi), T.A.C. (Simon Balestrazzi, Monica Serra, Corrado Loi e Alessia Manca), Th 26 (Corrado Altieri e ancora Balestrazzi). Il 25 altra terna: i torinesi Fluxus, i sofisticati e malinconici Perturbazione, gli emiliani Giardini di Mirò. Si cambia decisamente genere il 26 con una serata dedicata al punk. Sul palco della Fiera, Ska-P, Crummy Stuff, GGfuma, Marsh Mallows. Il 27 ci saranno i celebri US3 (che fra l’altro riproporranno alcuni brani dei primi album) in città per l’unica data italiana, e il progetto ambient blues “The Dining Rooms” della coppia Stefano Ghittoni - Cesare Malfatti. Il 28, al Lazzaretto, Krisma, Machina Amniotica, Yuppie Flu, gruppo pop dalle influenze elettroniche. Il 29 si ritorna alla Fiera con Giorgio Canali e One Dimensional Man. Chiusura il 1 luglio con i vertiginosi Sonic Youth che da Cagliari apriranno il tour italiano. Prima di loro, i (P)neumatica e Francois Cambuzat. Dal 24 al 26 nello stabilimento balneare Marlyn del Poetto, Rockonthebeach, aperto a gruppi emergenti sardi, e gli after show del festival. In vecchie lire il Rockaralis costerà 400 milioni: 250 potrebbero arrivare dai finanziamenti pubblici, mentre 150, secondo la stima degli organizzatori, dovrebbero essere incassati al botteghino. Per informazioni contattare Officina Sonora al numero telefonico 070-43406 o all’indirizzo internet [email protected]. Carlo Argiolas mercoledì 1 maggio 2002 Cagliari, lunedì al Comunale «Drawn from the life», il primo concerto italiano del geniale produttore Eno, la musica è un suono Un viaggio nella musica pop degli ultimi trent'anni di Walter Porcedda CAGLIARI. Benvenuto Mr Eno. Genio e grande architetto del suono contemporaneo che ha messo d'accordo arte e tecnologia dentro una lunga carriera borderline, durata quasi trent'anni. Icona postmoderna egli stesso di un modo di produrre arte nel passaggio tra due secoli, Eno, figlio di Cage e di Warhol protagonista lunedì del suo primo concerto italiano al Comunale, per organizzazione del Lirico - ha saputo assumere su di sè, la responsabilità di raccontare un secolo, annunciando quello a venire. Con i piedi nel passato e lo sguardo al futuro, il signor Taglia e Cuci ha montato con maestria pittorica, rumori e melodie, in grandi affreschi come in piccoli acquarelli soffiandovi dentro l'anima essenziale: il suono. Ossia, quello che oggi più di ieri, molto più del passato, delle grandi opere sinfoniche e dei melodrammi rende la musica viva, conosciuta e importante. L'elemento cioè, etereo come l'aria, che rende questa, fruibile al grande pubblico. Diventa cioè messaggio trasportato sulle onde hertziane, traccia digitale letta dal laser e diffusa da casse e altoparlanti, materia palpitante dentro i woofer e negli aghi altalenanti di equalizzatori o nei led luminosi di amplificatori. Genio certamente, ed esempio principe di come, anche un non-musicista, possa diventare nell'era dei sintetizzatori compositore e caposcuola. In grado di lasciare il suo indelebile marchio di fabbrica e trasformare in oro, come Mida, tutto quello che tocca: magari senza usufruirne poi direttamente. Così capitò ad esempio con i leggendari Roxy Music, da Eno fondati assieme al carismatico Brian Ferry e poi abbandonati nel 1973. E mai, in verità, abbandono fu più proficuo. Nacquero così dalla fine dei settanta ai novanta le collaborazioni con David Byrne e i Talkin Heads - e il mitico e lunedì pluricitato «My life in the bush of ghosts» - le produzioni di album come «The Unforgettable fire» e «The Joshua Tree» degli U2. Condivide progetti con grandi come Robert Fripp, David Bowie, Gavin Bryars, Harold Budd, Michael Nyman, Jon Hassel e John Cale. E oggi i James e Laurie Anderson. Sul fronte solitario, la sua più grande invenzione è l'Ambient music con dischi diventati di culto come il celebre «Music for airports». Con molti musicisti Eno ha interagito, scambiando file ed emozioni, applicando la sua filosofia "leggera" espandendo, come il celebre motto di Ginsberg, l'area della coscienza (proprio di recente ha perfino inciso cinque tracce inedite per battezzare un nuovo vino rosso delle Langhe, il Longnow di Pelissero. Un mini cd che è un elogio alla lentezza e alla dilatazione del tempo). Inevitabile quindi - come è accaduto l'altra sera in un gremito Comunale - che di tutto questo suo passato dorato sia rimasta più di una traccia. Sul palco Eno e il giovane e talentoso Peter Schwalm, dj e tastierista e un impeccabile set di strumentisti (Leo Abrahams, chitarra, Cristoph Buhse, batteria, Tim Harries, basso, Heiko Himmighoffen, percussioni e Nel Catchpole, violino) hanno dato vita, infatti a un intenso e divertente compendio della musica degli ultimi trent'anni. Con dentro moltissimo Roxy Music, Fila Brazilla, persino la scuola di Canterbury con incursioni nella dance e persino un po' di Jarre... Scorrono così i titoli, molti ripresi dall'ultimo cd «Drawn from the life» (da «Persis» a «Two voices», «Like Pictures» e «Intenser») dove Eno spesso canta con la sua esile voce talvolta filtrata al vocoder. Un bel campionario di suoni (naturalmente) che allinea chitarrate, tappeti ritmici profumati di etnico («Wanography») ed elettronica dal cuore caldo... Niente di nuovo certo, oggi i degni figli di Eno osano di più, dai vari giramanopole (da Kruder e Dorfmeister al «French touch») agli ingegneri del suono. E certo come live, il set ha dei momenti di sbandamento e qualche profumo d'antico. Ma Eno resta il primo ad aver mostrato la via di una musica senza frontiere. E per questo merita un immenso e ossequioso rispetto. Due ultime note. La prima è che finalmente il Comunale è stato «violato» dalla musica rock. Si spera a questo punto che le poltrone rosse del teatro in futuro ospitino altri eventi di questo genere. La seconda: anche in Sardegna esistono da tempo musicisti che sperimentano e producono musica elettronica di qualità, senza avere purtroppo grandi mezzi (tra gli altri: Mucca Macca e Machina Amniotica): Questi artisti meriterebbero maggiore attenzione sia da quel pubblico che lunedì ha affollato il Comunale che dalle istituzioni che poi quei concerti supportano. Per il festival di Sant'Efisio, stasera due altri appuntamenti al Comunale. Alle 17 è di scena il gruppo del sassofonista Jan Garbarek e alle 21 la Royal Philarmonic orchestra diretta da Daniele Gatti con musiche di Beethoven e Brahms. lunedì 28 gennaio 2002 martedì 29 gennaio 2002 Un canto poetico di rivolta L'incontro tra i versi del surrealista francese e Machina Amniotica Una performance ad alta intensità teatrale e musicale di Walter Porcedda CAGLIARI. Suonare la poesia. O meglio, far risuonare dentro il proprio cuore, i versi di un cantare potente, corrosivo e visionario come quelli di Benjamin Perèt, padre fondatore assieme ad Andrè Breton, Tristian Tzara e altri del movimento surrealista francese. Culla degli intellettuali impegnati e dentro il flusso dei tempi: dal dadaismo ai venti rivoluzionari che agitavano l'Europa degli anni venti. Con quel poetare selvaggio e "impossibile" di Perèt, rivoluzionario fin dentro l'anima, si sono confrontati - sabato sera al Ridotto, per organizzazione di «Erbafoglio» e il Versante Poietico - in una serata ad alta tensione, l'ensemble di Machina Amniotica e, in veste di special guest, Carmine Mangone, curatore del bel volume dedicato allo scrittore francese, «Sparate sempre prima di strisciare», pubblicato dalla Nautilus. In pieno climax sotterraneo (proprio nel senso di underground), il gruppo multimediale composto da Arnaldo Pontis, samplers e tastiere, Marco Rocca, chitarre ed effetti, Paola Cireddu, basso e Roberto Belli, voce, davanti ad un pubblico fitto e concentrato ha fatto da eco, fornendo la giusta sponda sonora a una performance di bella intensità teatrale. Nella quale spiccava come sempre l'ispirata presenza appunto di Belli, fine e nervoso dicitore che in un tappeto di ritmiche iterative e sventagliate di suoni elettronici in progress tesseva l'elogio della rivolta (nella lettera a Breton «A Barcellona niente più polizia»), tra inni alla libertà e orgoglio della differenza («Avanti diceva l'arcobaleno mattutino/Avanti per gli spiragli della gioventù»). Un bell'incontro quello tra la musica e la poesia del surrealista francese che, dopo un primo episodio a Torino e questo di Cagliari, troverà altri luoghi d'incontro nella Penisola, nelle prossime settimane. Negli spazi lasciati liberi dalla lettura si inserisce la musica dei Machina Amniotica che scelgono questo spazio per dare un saggio di alcune nuove composizioni. Tre folgoranti brani dalla struttura aperta che navigano dal rock venato di scuro - come è tradizione di questo ensemble - alle belle aperture melodiche dove la chitarra di Marco Rocca ricama riff preziosi. Tra «Seduto al buio» e «Over», da segnalare una convincente rilettura di «Samora», cover dei Krisma, il duo formato da Cristina e Maurizio Arcieri con il quale l'ensemble sardo sta per avviare una nuova collaborazione, proprio in coincidenza con l'uscita del nuovo album (tra marzo e aprile).