SELEZIONE RASSEGNA STAMPA 2003 luglio 2oo4 – anno undicesimo della machina novembre 2003 rumore ascolti>BOX>Ricerche di Vittore BaronI MACHINA AMNIOTICA Museihushugi (7” Small Voices) 2 tracks – 15’:00” Ancora un picture-disk 7” nella serie mensile che la Small Voices dedica ai progetti elettronici italiani (…) è una progressione elettro-gotica cupamente ritmata e con testo sibilato in italiano Museihushugi firmata da MACHINA AMNIOTICA (Balestrazzi dei TAC al mixer), col promettente Mutter/Madre sul retro, recitativi in tedesco e tormentati cameristi su ipnotiche pulsazioni sapientemente modulate. novembre 2003 BLOW up Dark/Indust. di Paolo Bertoni MACHINA AMNIOTICA Museihushugi (7” Small Voices) 2 tracks – 15’:00” Continuano ad uscire i 7” picture-disk per la serie mensile di Small voices (…) il sound post-industrial di MACHINA AMNIOTICA particolarmente cupo nel crescendo di Museihushugi, dark soundtrack recitata con voce in italiano distorta e soffocata, con ritmiche prima sotterranee e poi incalzanti. Nella seconda facciata segue l’implosa e pranoica Mutter/Madre percorsa da inquietanti sussurri in lingua tedesca e con un piacevole retrogusto eighties (voto:7) venerdi 28 novembre 2003 sabato 04 ottobre 2003 Protagonisti della rassegna scrittori, musicisti, giovani registi e pittori Mala Cagliari fra musica e letteratura Per quattro giorni il quartiere Marina ospiterà reading, mostre e proiezioni dedicate al giallo Più nero di così non si può. Noir il genere, nere le facce multietniche, fresche d’immigrazione, che si aggirano nelle viuzze del quartiere cagliaritano della Marina. Mostre allestite, immagini proiettate sui muri scrostati dei vecchi locali, parole urlate nelle piazze, suoni bombardati e dischi miscellati. Una quattro giorni di letteratura e suoni infiammerà chi vorrà vivere in modo diverso Cagliari, città dai mille angoli nascosti e troppo a lungo abbandonati. È l’obiettivo del festival Marina Café Noir che dal mercoledì 15 a sabato18 ottobre rivitalizzerà i vicoli dell’ex barrio pescatori. Si parte mercoledì alle 19 con un’incursione di Marco Camboni e sonorizzazioni di Sergio Priani. Di seguito Giancarlo Biffi rileggerà Arrivederci, amore ciao di Massimo Carlotto con gli accompagnamenti di Vittorio Pitzalis e Simone Murru. Sarà poi lo stesso Carlotto a prendere il microfono e a lanciarsi in un reading con i bluesmen. Si scavalcheranno gli steccati tra i generi, si allargheranno i confini tradizionalmente codificati e prestabiliti. Al pubblico verranno presentati romanzi avvincenti di autori sardi doc, accompagnati da affabulazioni, performance, video e installazioni.Musica lounge anni Settanta e ritmi elettrici si uniranno alla voce di un interprete e ai segni di un dipinto per convolare poi nelle pagine scritte di un libro. Dagli strumenti suonati agli strumenti risuonati, dai campionamenti alle voci modulate. Professori universitari, scrittori, rocker, dj, attori, pittori, registi. Tanti nelle strade occuperanno (benevolmente) gli spazi informali a ricordare un rione dalle potenzialità ancora da esprimere, tra bazaar di pakistani indiani e botteghe dagli aromi orientali.Visi, vecchi e nuovi. Da Nicola Macciò, sulla scena musicale sarda dagli anni Ottanta con lo pseudonimo di Joe Perrino, ai gruppi emergenti come i Sikitikis, divulgatori dei cosiddetti b-movie italiani e stranieri degli anni Cinquanta e Sessanta. Per continuare con la comicità esilarante dei Lapola, l’avanguardia di Machina Amniotica e la bravura di Elio Turno Arthemalle. E tanta tanta scrittura che scorrerà attraverso la penna della scuderia Maestrale: Giulio Angioni, Francesco Abate, Luciano Marroccu, Giorgio Todde e Flavio Soriga. Giullari, suonatori e teatranti, che ormai della città fanno parte da tempo, daranno gratis la loro creatività nonostante la vocazione commerciale della borgata. Il suo tracciato di impronta catalana con strade strette dove il sole fatica ad entrare ospiterà l’ambizioso progetto: proporre testi che da una parte sappiano coniugare qualità, spessore e leggibilità, e dall'altra s’inseriscano nella realtà cittadina non per ripetere le solite formule e ricette ormai stantie, ma arricchirla con contaminazioni e feconde commistioni. È il sottile filo del noir Mediterraneo: storia di questo mare, di questo mondo che si sviluppa sotto il segno della violenza, sopraffazione, saccheggio. Il crimine esiste, e questo sarà un viaggio costellato di misteri e assassinii, imbevuto da una mescla di note, arte, ironia per esorcizzare quell’ ispirazione nera, quello sguardo del lato oscuro e opaco delle cose quando la tragedia raggiunge il suo apice. Qui, in questi luoghi così familiari si esalterà il carattere gioioso, popolare e conviviale della vita. Ed ecco il calendario della rassegna. Mercoledì 15 Dalle 20, in piazza Savoia, Giancarlo Biffi Arrivederci amore ciao, Massimo Carlotto Talking blues con i chitarristi Vittorio Pitzalis e Simone Murru. A seguire Joe Perrinocon Jeil Songs. Giovedì 16 Alle 20, Café Barcellona Gianluca Floris Il killer scomparso. Alle 21,15, in piazza Savoia, Johnny Manca legge brani da Il Cattivo cronista di Francesco Abate con sonorizzazione dei Sikitikis. Alle 22, Giulio Angioni Il Mare intorno con Casti, Fadda e Dessì. Venerdì 17 Alle 20, in piazza Savoia Flavio Soriga con I Zimbrazone (dj Woopi e Zimbra) racconti e affabulazioni. Alle 21, in piazza Savoia, omaggio a Jean Claude Izzo con sonorizzazione di I Zimbrazone con Adamo e Ruju. Alle 22, Pierpaolo Piludu con Arcipelaghi e altre storie di Giovanni Columbu. Sabato 18Alle 20, scalette di Santa Teresa, Luciano Marroccu leggerà passi del suo libro Debrà Libanòs con sonorizzazione di Sergio Priani e percussioni africane di Giorgio Del Rio. Alle 21 da piazza San Sepolcro performance itinerante dei Lapola. Alle 22, in piazza Savoia, Bellas mariposas con Silvestro Ziccardi Mauro Mou e Michele Atzori. Alle 23, Massimiliano Medda legge un racconto di Giorgio Todde Francesca Fradelloni martedì 23 settembre 2003 martedì 23 settembre 2003 Exmà Giovanni Coda videomaker per una ballata dei Pneumatica. Selezione di Machina Amniotica e Murnau restaurato Dal videoclip al lungometraggio, passando per la videoarte. Settimo anno di V-art, ultimi appuntamenti dell’edizione 2002 nel fine settimana appena trascorso. All’Exmà di Cagliari tre serate all’insegna di immagini e musica. A cominciare dai tre minuti e mezzo di “Viaggio per caso”, ballata dei Pneumatica, giovane gruppo rock cagliaritano, trasformati in video da Giovanni Coda, anima e mente dell’AC Labor che, insieme all’etichetta Desvelos, ha prodotto questo videoclip in bianco e nero. Per la prima volta Coda non solo si è trovato nelle vesti di produttore, ma pure in quelle di videomaker per commissione, a cercare di soddisfare le esigenze del gruppo. Esigenze non semplici, visto che quasi tutte le clip che passano nei grandi network rispondono a ragioni di mercato. Produrre video indipendenti, come nel caso dei Pneumatica, significa sapere in partenza di arrivare sullo schermo dopo l’una di notte. Ma non importa quando è la passione ad alimentare il fare. Così come è per V-art, che in due anni si è vista tagliare tutti i contributi: «È una catena», dice Giovanni Coda, «se non prendi dal Comune la Regione non finanzia, e così pure il ministero. Ma noi andiamo avanti lo stesso». Con passione, appunto. La stessa che trapela da “Un chant d’amour”, dedicato a Jean Genet, work in progress di Giovanni Coda su musiche di Ennio Morricone (nella foto), la voce duttile di Clara Murtas e i suoni di Machina Amniotica. Ritmi martellanti per veri e propri quadri che pulsano, sfondi di immagini in negativo su cui intervenire con colori accesi per un esito ipnotico. E ancora immagini e musica nella selezione dei video dal 1999 al 2002 di Machina Amniotica. Video che di solito scorrono durante i concerti mentre il gruppo suona in sinc dal vivo. Tutti realizzati in “casa” con strumentazioni alla portata di chiunque. Si va da “Seduto al buio” - girato davvero fra cucina e cantina - a video tratti da film come “Possession” di Andrej Zulawski o spezzoni di film surrealisti fino all’omaggio a Petri e Morricone con “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. «Prima nasce il brano - racconta Marco Rocca che insieme ad Arnaldo Pontis , Roberto Belli e Paola Cireddu forma il gruppo - e poi viene il video. La tecnica è sempre la stessa, un taglia-e-incolla alla maniera di Burroughs». Ultimo appuntamento, un inedito: il “Nosferatu” di Murnau in versione restaurata colorata e integrale, musicata dal coro e dall’orchestra della Comunidad de Madrid. Sussurri e crescendo da cardiopalma ridanno a questo capolavoro del secolo scorso parte dell’antico terrore. Monica Perozzi sabato 20 settembre 2003 Rassegne Exmà e Lazzaretto, danza e videoclip Fine settembre ricco di iniziative per il Centro d’arte e cultura Ex Lazzaretto S. Elia che propone , dopo una fitta programmazione estiva, una serie di spettacoli, organizzati dall’Associazione S. Elia 2000 e Monica Pistidda, all’insegna della musica etnica e del teatro di animazione. Aprono le danze, è il caso di dirlo, martedì prossimo il gruppo “Furias”, con Orlando Maxia, Paolo Zicca, Gianni Atzori e Bruno Camedda che propongono, la discoteca di ballo sardo, con musica dal vivo, per proseguire la serata successiva con il concerto del chitarrista cagliaritano Roberto Palmas che presenterà in questa occasione il suo primo CD, intitolato “Mani come nuvole”. Spazio anche agli spettacoli di animazione per grandi e bambini con due serate di magia comica, il 25 e il 26, del napoletano Gino Lanzieri e con l’ultima produzione del Teatro del Cocomero, prevista per il 28. “Fantasma V”, diretto e animato da Rahul Bernardelli, si avvale della recitazione a vista di Virginia Garau. La rassegna si chiude, il 30, con la world music dei Tribù mediterranea, anche loro, chiamati a presentare il primo lavoro discografico: prodotto da Tiziano Dessì e Pierpaolo Meloni. Tutti gli spettacoli cominciano alle 21 ad eccezione di Fantasma V che avrà inizio alle h. 19. Informazioni al numero di telefono 070 3838085. All’Exmà continua invece la rassegna musica e videoclip organizzata da V-art in collaborazione con il Centro Studi Sardo Ricerche. Dopo la proiezione (ieri) videoclip “Viaggio per caso” dei (P)Neumatica con regia di Giovanni Coda, stasera alle 21, si prosegue con Machina Amniotica e una selezione dei loro videoclip compresa tra il 1999 e il 2002. Fabio Pisu quanto riguarda Cagliari in particolare, probabilmente non esistono altre città delle stesse dimensioni in tutto il territorio nazionale che abbiano un fermento musicale così vasto. Sul fatto che poi da questo fermento di base, non solo di gente che suona, ma anche di gente che ascolta musica, possa emergere qualcosa di rilevante... beh questo è un altro paio di maniche. In questo caso probabilmente la Sardegna subisce ancora le spurie provinciali di secoli di colonizzazione. Qualcuno pensa che la redenzione delle radici di questa terra possa essere l'utilizzo della lingua sarda o dei costumi tradizionali (che poi, a parte quelli dei Mamuthones, sono i costumi mutuati dalla colonizzazione spagnola... persino sant'Efisio è vestito da romano!!!). Del vivere su questa isola noi cerchiamo di assorbire altre caratteristiche. Una energia ed una magia del tutto particolari che sono anni luce lontane da queste cose. Ci sembra che questi aspetti possano dare a tutte le persone che vivono in Sardegna la capacità di percepire le cose in un modo diverso dall'usuale. Ovviamente se uno vuole...e se ci dedica un pò di attenzione. Si tratta di cose sussurrate e non declamate. 7) Quante possibilità offre Cagliari a chi vuole fare musica elettronica? Moltissime se intendi possibilità dal punto di vista di stimoli "creativi", e questo è quello che più ci interessa. Comunque siccome non viviamo in una campana di cristallo, se intendi dal punto di vista della fruizione esistono solo due categorie: da una parte la musica di massa, i concerti di capodanno, e la musica classica/lirica; dall'altra ci sono tutti gli altri generi musicali. Per le prime esistono finanziamenti da capogiro legati alla gestione del danaro pubblico; esistono gli spazi, e se non esistono vengono creati in un battibaleno. Per tutte le altre non esiste alcun tipo di programmazione regolare, gli spazi non ci sono e quando qualcuno riesce ad inventarne qualcuno... viene chiuso in un battibaleno! I finanziamenti -se e quando ci sono- sono di entità molto inferiore, sporadici e di solito gestiti da piccole associazioni. Piuttosto che alla diffusa autocommiserazione, la Machina si sente in sintonia alla “follia” di quelle poche persone che anche in una situazione di questo tipo, spendono il proprio tempo la propria energia e, spesso, anche le proprie esigue finanze personali, tentando di organizzare qualcosa che spezzi la spirale di questo meccanismo perverso. E la risposta da parte del pubblico, non di rado al di sopra delle aspettative, dimostra che probabilmente esistono delle motivazioni reali, oltre che ideali, per insistere su questa direzione. 8) Nella musica elettronica, quanto è importante essere e quanto è importante apparire? Nella musica elettronica è molto più semplice “essere e sparire” al tempo stesso. Questo è il fine verso il quale si tende, forse inconsciamente, durante la creazione di un “loop” elettronico e ritmico. Più in generale nella musica che a noi interessa, e non solo nella musica, la cosa fondamentale è senza ombra di dubbio la sostanza. La forma è un aspetto che prendiamo in considerazione esclusivamente come mezzo. Pensiamo che si debba entrare nelle cose attraverso la forma per uscire dalla forma. In effetti è molto difficile non rimanere imbrigliati dall'autocompiacimento della tecnica, perchè la forma è carnivora e antropofaga. La Machina è più interessata ad un coinvolgimento emozionale: limbico. 9) Come descrivereste le soluzioni che utilizzate nei vostri concerti per ricreare le immagini che cercate di trasmettere con la musica?Ognuna delle azioni della machina rappresenta un momento del percorso di ricerca che contiene i precedenti e lancia le basi per i successivi. Non esiste un traguardo, esiste solo il percorso. L'unica cosa su cui è possibile agire sono le modalità con cui percorrerlo. L’uso di macchine consapevolmente deviate ad arte dal loro percorso codificato, l’insieme di suono, parola, rumore immagini e quant’altro, è funzionale al nostro tentativo di testimoniare la multidimensionalità del presente. Ci affascina la sua imprevista e imprevedibile atemporalità legata a elementi radicati nel passato e a pensieri azioni e immagini che cercano il futuro. L'utilizzo del video dal vivo, ad esempio, è funzionale all'annullamento della presenza fisica del gruppo sul palco. Siamo convinti che una volta che i brani sono stati elaborati debbano vivere di vita propria. La nostra presenza sul palco è esclusivamente funzionale a dare corpo, voce, suono e colore ad un altra entità che è appunto la Machina. Non esiste alcuna soluzione per ricreare le immagini che vengono evocate: ogni immagine evocata dalla musica dalla parola dal rumore è tua e solo tua .. noi siamo il tramite : la nostra è una versione possibile, una interpretazione: le immagini che vedi e che devi vedere sono tue e soltanto tue. Ricavando delle Zone Temporaneamente Autonome di sospensione del tempo e delle consuetudini 10) Vi ringrazio per il tempo concesso. Potete lasciare un messaggio ai lettori di Week. “Prova a pensare con una mente nuova / modulando i messaggi con un cuore nuovo/ prova a identificare i punti cruciali della tua mente onnivora che non si ferma /congiungine i tratti poi sollevando il velo/ senza paura senza sgomento /e le convinzioni da percorrere che appaiono sfocate /potranno svolgersi piano senza un pensiero/ sul vuotopieno argenteo che è la linea del tuo nome”. domenica 23 giugno 2003 intervista a Week 1) Perché vi chiamate Machina Amniotica? Il nome Machina Amniotica è stato pensato come assonanza fra i concetti di artificiale e naturale creando una parola nuova. Machina anche come “ExMachina” (ovvero il meccanismo che dietro le quinte muove la scena) Amniotica come liquido vitale che tutto nutre e in cui tutto cresce… come sacca di isolamento dal mondo esterno o come protezione e immersione nel proprio essere “in-finiti”.Machina Amniotica è la fase successiva al progetto di performances sceniche di poesia e rumore che si chiamava MATERIA PRIMA. Questa fase è rappresentata dalla creazione: dalla vera e propria fabbrica del pensiero e dell'espressione . Una Machina che produce idee entro uno stato ancora preUmano preNatale preLogico . Una Machina che è in procinto di prolificare i suoi piccoli esseri mutanti. 2) Che tipo di rapporto ci deve essere, secondo voi, tra il testo e la parte strumentale e che ruolo hanno per voi? Non ci piace che vengano separati i singoli elementi che concorrono a dar vita alle nostre creature e che vengano vivisezionati prescindendo dal contesto. Il nostro tentativo di ricerca è di unire diversi mezzi espressivi che, pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità, concorrano a cercare di crearne uno nuovo. Che li comprenda tutti senza essere allo stesso tempo nessuno di essi. In questo senso la costruzione può liberamente partire da ognuno di questi elementi per poi reinventarsi rimbalzando dall'uno agli altri funzionalmente alla fusione finale. E' sicuramente ragionevole obbiettare che da un punto di vista accademico o filologico questo tipo di processo può portare alla creazione di mostri chimerici, ma ci sentiamo abbastanza attratti dalle contaminazioni e diffidiamo dalle razze pure allo stesso modo con cui ci sentiamo distanti da ogni tipo di accademia. Noi siamo il tramite dell'operazione alchemica che avviene all'interno della machina amniotica. Questo è il ruolo. Anche rimanere zitti e fermi a fissare il pubblico per un'ora senza fare altro, se dall'interno della pulsazione questo viene richiesto. Il compito è aspettare il momento del contatto per la produzione ed essere il tramite per l'espressione. 3) Poesia e musica cosa devono dire, cosa devono rappresentare? Non sappiamo esattamente cosa debbano fare la poesia o la musica. Probabilmente non devono dire e tantomeno rappresentare qualcosa. Sicuramente sono, esistono di per se stesse: altrimenti non esistono. I testi e la musica o qualunque altra cosa possa essere utilizzata non è altro che un mezzo per tentare di esprimere il tutt'uno. L’essenza: i segni del cosmo che l'Umano tenta di tradurre. Al di fuori di ogni aspetto mistico, è quello che nello zen viene chiamato sekishu no onjo: il suono dell'applauso di una sola mano. 4) Quali sono le ispirazioni maggiori che hanno influenzato la vostra voglia di fare musica? Qui si potrebbe fare una lunga lista di personaggi che va dal caro vecchio zio Bill Burroughs a David Lynch; da Crowley a Perét; dai Coil a Morricone... (se volete una lista più esaustiva potete dare un occhiata alle note di copertina del nostro album "Intricata Transitoria"). Partendo dal presupposto che nessuno può esprimere (output) più di quanto possa incamerare (input) - e In questo senso la Machina è veramente onnivora - periodicamente diventa necessario tentare di produrre qualcosa per abbassare il livello di saturazione degli input. Appagare il desiderio alchemico di essere noi stessi a tradurre i segni. Ciò che influenza tutto ciò che la Machina produce è l'uomo e non "gli" uomini. In poche parole quello che più ci muove è l'appetito e il desiderio, la curiosità e la malattia. 5) Cosa rende unici i Machina Amniotica, come gruppo e musicalmente? Quando ci riferiamo a noi stessi in rapporto al gruppo non diciamo mai "i" Machina Amniotica.Noi siamo membri della machina. La Machina. Al singolare. Essa comprende ognuno di noi con le sue peculiarità ma è un altra entità. Quello che rende unico, non noi, ma la Machina è la presenza nostra e di tutte le persone che di volta in volta hanno collaborato noi, come parte di un reale progetto collettivo. La voglia di ascoltare, di farsi visitare, di essere travolti e poi restituirne il risultato. Una unicità molteplice: una distesa di fluidi e gas, di varchi aperti e accessi verso altri mondi, in cui le nostre energie vengono risucchiate e allo stesso tempo alimentate da nuova linfa. Naturalmente se al posto nostro ci fossero delle altre persone, il gruppo sarebbe ugualmente unico: ma non sarebbe la Machina. 6) Come considerate il panorama musicale regionale rispetto a quello nazionale? Esiste qualcuno che ha deciso di usare la musica per esprimersi. C'è chi lo fa bene e c'è chi lo fa meno bene. In ogni caso c'è qualcuno che se la gode – come per Machina - e questo è buono. Altri meno. Ma questo accade in tutto il globo senza distinzioni . Per 9 domenica 23 giugno 2003 Convincente avvio di “Rockaralis” a Cagliari Novità dall’isola e poi i Marlene Kuntz d accendere la serata ci pensano gli Umiliati e Offesi, combo sassarese di navigata esperienza che, a suon di rock’n’roll demenziale, inaugurano sabato al Molo Ichnusa di Cagliari l’ottava edizione del Rockaralis. Guidati dal leader storico Alfredo Murtula, gli Umiliati e Offesi aprono la sfilata di gruppi sardi che per quattro ore animano la kermesse. Formazioni note ed emergenti, tra cui i giovani algheresi No strings, protagonisti di un crossover di buona fattura, gli Osram, che affondano le proprie radici nel rock americano, i Mary’s Bluecake e i Slowfasters (Lucia Solinas, voce, Luca Corgiolu, chitarra, Antonello Fadda, basso, Andrea “Zimbra” Mereu, batteria) che con il loro punk-blues di bella presa firmano il miglior set della serata, per quanto riguarda le band isolane. C’è poi Alessio Carboni degli Emanquea e i GG Fuma, che ora suonano un punk di ispirazione californiana, decisamente più morbido rispetto al passato, gli Inkarakua e i Balentia, che fanno ballare con una miscela a base di di hip hop e metriche in sardo. In chiusura i Pneumatica di Maurizio Rocca, i Clench con una iniezione di stoner-core, e infine i Machina Amniotica, capeggiati dal performer Roberto Belli che, insieme ad Arnaldo Pontis, computer e samplers, Marco Rocca, chitarra, Paola Cireddu, basso, presenta, tra rimandi drum’nbass e techno, rock duro e citazioni, alcuni brani tratti dal recente ciddì Intricata Transitoria: sul fondale i video prodotti dal gruppo si chiudono con il loro rimontaggio/tributo a “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Dopo, c’è pure spazio per una breve esibizione del fisarmonicista Ignazio Erbì, sul palco prima dei Marlene Kuntz che il pubblico (1500 spettatori) accoglie con un diluvio di applausi. È subito rock tagliente, distorsioni raffinate, armonie complesse. In apertura la band cuneese consegna una manciata di pezzi conosciuti. Sfilano così Ape regina, L’odio migliore e L’abbraccio. Muovendosi in perfetto equilibrio tra cuore e ragione, rumorismo e melodia, Cristiano Godano e i suoi alternano brani vecchi a quelli nuovi come Notte, Ci siamo amati, Schiele, lei me, Sacrosanta verità, Scorre. Canzoni che lasciano una piacevole eco nell’orecchio, anche se, naturalmente, sono i pezzi già conosciuti a scaldare il cuore degli appassionati. Che accompagnano cantando (e ballando) brani come Cometa, Lieve, Festa mesta, La canzone che scrivo per te, Come stavamo, Chi mi credo d’essere. E Nuotando nell’aria, nella quale i Marlene Kuntz innalzano un muro di chitarre splendido e insormontabile come poche band sanno fare. Il festival allestito da Officina Sonora prosegue venerdì all’Ichnusa Village con tre concerti. Di scena, il quartetto Peter Punk, Good Morning Boy, e l’atteso Roy Paci in compagnia degli Aretuska. Carlo Argiolas 10 venerdi 21 giugno 2003 Musica Oggi Machina Amniotica a “Rockaralis” Machina Amniotica sul palco di Rockaralis. Stasera alle 21 sul palco della rassegna più amata dal popolo rock, organizzata da Officina Sonora e approdata quest’anno al Molo Ichnusa di Cagliari, torna il gruppo cagliaritano di poesia, suono e rumore. In attesa del loro ultimo album “Intricata transitoria”, presentato lo scorso ottobre all’Exmà di Cagliari, i cinque “terroristi sonici” ovvero Roberto Belli (testi, voce e campionamenti), Paola Cireddu (basso e voce), Arnaldo Pontis (testi, morbide macchine), Marco Rocca (testi, chitarra e computer programming) e Mauro Melis (graphix e artwork), hanno pubblicato nel maggio 2003 il loro ultimo lavoro, “Musehusughi - Mutter/Madre”, un picture-disk 7 pollici a 33rpm, a cura della etichetta Small Voices. L’opera rientra in una produzione a tiratura limitata e già esaurita, che prevede una diversa pubblicazione per ogni mese del 2003, contenente ogni volta un gruppo diverso della scena elettronica italiana. 11 giovedì 16 maggio 2003 Rassegna “Dire Udire” La poesia stralunata di Rossana Abis Domani le “Arie” di Mario Pischedda Una strega punk che gioca con analogie e associazioni. Per la rassegna “DireUdire” del Palazzo D’Inverno di Cagliari, mercoledì la performance Sono volubile ha segnato il debutto in pubblico di Rossana Abis, giovane poetessa isolana. Paranoica, come la colonna sonora di un film dell’orrore. Ironica nelle parole che evocano immagini e incarnazioni. Nenie e raucedini irrompono in un’atmosfera un po’ tetra, ma scanzonata. Dove un cerchio formato da lumi sembra rievocare antichi riti occulti. L’insieme delle sensazioni forma un fluido paesaggio interiore che non trova stabile collocazione, ma è in continuo movimento. Lo sguardo pazzoide, a volte assente racconta di mostri onirici e di ideali in decomposizione, incubi notturni «anestetizzati solo dall’azzurro pallido della pastiglia». Dialoghi con la coscienza di un’esordiente che non sempre riesce a dare corpo ai sussulti dell’anima e continuità tra scrittura e interpretazione. Grande successo di pubblico che, stipato nel piccolo teatro di via Principe Amedeo, ha apprezzato le suggestioni delle belle liriche elettrizzate dalla regia di Senio Dattena. «L’approccio con le poesie di Rossana è stato istintivo, poco ragionato - racconta il regista - basato sulla pura improvvisazione». Le musiche di Marco Rocca, ideate sulla base registrata della voce, hanno dato vita a un’ora di suoni ben calibrati, ruvidi, con uno sguardo dal noise alla musica contemporanea. La manifestazione , che proseguirà fino al 24 maggio, ha visto alternarsi cantastorie e attori, verseggiatori e la straordinaria provocatrice Giovanna Marmo, brillante creativa napoletana, che si è esibita in un cabaret di stampo fiabescosurrealista con al centro temi assai cari alla sua poetica: vita, morte, sesso. Prossimo appuntamento domani alle 21 con l’intervento di Mario Pischedda, impegnato in Arie. Accompagnato da Mario Marzeddu al clarino e da Daniele Ricciu al sax. Special guest Roberto Belli, in attività dall’ottobre 1993 con i Machina Amniotica, progetto vario di installazioni multimediali, poesia, effetti acustici e rumore. Artefice mutevole, ha mostrato di volta in volta interesse nel campo dell’elettronica, dei cut-up e dei campionamenti sonori. Mercoledì 21 maggio sarà la volta dell’attore-autore cagliaritano Giuseppe Boy con In controtempo. Nel recital il contributo di Andrea Palmas (chitarra), Stefano Sibiriu (percussioni), Gigi Sanna e Sergio Giacobello. Ultima data con Tommaso Ottonieri, scrittore e ricercatore a La Sapienza di Roma che si esibirà in un reading consapevole e beffardo insieme a Arnaldo Pontis. Francesca Fradelloni 12 mercoledi 7 maggio 2003 Rassegne Oggi “DireUdire” Alberto Lecca al Palazzo d’Inverno Per la rassegna di poesia e musica “DireUdire”, ovvero “gesti musiche parole cose storte”, in programma al Palazzo d’Inverno di Cagliari, in scena stasera (alle ore 21) Alberto Lecca con lo spettacolo Misterioso , reading di jazz poetico. Dopo il buon successo dell’incontro con Stefano Giaccone, il ciclo organizzato dal Palazzo d’Inverno in collaborazione con Machina Amniotica propone dunque, sul palco del teatro di via Principe Amedeo, una delle voci più note al pubblico cagliaritano, che comincia ad ottenere apprezzabili riscontri anche nella penisola, dopo le recenti performance di Milano e Varese. Alberto Lecca è scrittore e performer delle proprie opere. Da circa quindici anni si esibisce in teatri, librerie, biblioteche e birrerie. Condirettore della rivista “Erbafoglio”, magazziniere primo del “Magazzino del caos”, ha pubblicato Kellerman. Ho visto la morte annegare (Lalli, 1987) e Blue Blues (Cuec, 1999). Prossimo appuntamento della rassegna, sabato 10: Giovanna Marmo si esibirà in Miss Marmo e la Banana della Morte, una piccola operetta surrealista più noir che gialla, traslata nel linguaggio del cabaret, con musiche e regia di Francesco Prota. A seguire l’esibizione di Roberto Belli, performer e poeta apprezzato per la sua attività proprio nel gruppo Machina Amniotica (assieme a Marco Rocca ed Arnaldo Pontis), in un reading dedicato a James Ballard. 13 domenica 4 maggio 2003 Rassegne Palazzo d’Inverno Il toccante folk di Stefano Giaccone Serata informale e intensa. Come le parole cantate, quasi recitate, dal musicista Stefano Giaccone, venerdì in concerto al Palazzo d’Inverno di Cagliari per la rassegna “DireUdire”. Un condensato folk-rock d’autore è l’armonia dell’artista, tornato dopo cinque anni nell’Isola accompagnato alle tastiere e alla chitarra da Mario Congiu.Un ritorno in grande stile, con un album, Tutto quello che vediamo è qualcos’altro, che si fatica a definire con un aggettivo che non sia “toccante”. Il filo conduttore: il tempo. Concerto intimo che lega gli spettatori fino all’ultima nota. Racconti e sogni che parlano di quieta disperazione di scelte e bivi in “Punto di fine”. Brividi con la reinterpretazione di “Canzone urgente” che trasuda passione sociale e politica. Per poi passare alle parole di lotta degli anni Settanta con il ricordo di Ivan Della Mea e la sua “Io so che un giorno”. Storie di operai e rivoluzionari, nostalgie lontane e domande esistenziali. C’è un po’ di tutto nelle liriche malinconiche del cantautore. Mentre le melodie di chitarre riempiono l’atmosfera Giaccone non rinuncia a voltarsi ancora indietro per recuperare un brano tra i più belli del repertorio di Fabrizio De Andrè, “Da a me riva”, e per accendere la memoria su un grande artista cileno, torturato e ucciso dalla dittatura di Pinochet, dedicandogli “Piccola canzone per Victor Jara”. “Rimorso d’amore”, invece, è un omaggio al poeta scozzese Edwin Muir. Il concerto si chiude con un bellissimo accenno al folk blues avvolgente e soffocante di Tim Buckley. La manifestazione, firmata dal Palazzo d’Inverno e dal gruppo Machina Amniotica, proseguirà fino al 24 maggio. Prossimo appuntamento mercoledì 7 maggio con il poeta Alberto Lecca. Francesca Fradelloni 14 giovedi 1 maggio 2003 Poesia & Musica “DireUdire” ovvero sette incontri tra versi e note al Palazzo d’Inverno Prende il via domani, al Palazzo d’Inverno di Cagliari, la rassegna “DireUdire”. Protagonista dei sette incontri, con due appuntamenti settimanali, fino al 24 maggio, la poesia. Una rassegna volutamente ironica e lontana da ogni solennità, che presenta poeti del panorama nazionale ed isolano assieme ad artisti che mai oserebbero definirsi poeti, pur facendo poesia. Si comincia domani (ore 21) con Stefano Giaccone, una delle figure più interessanti della nostra cosiddetta canzone d’autore, e non solo. Dopo aver suonato con Lalli, Vanni Picciuolo ed altri nei Franti (anni ’80), si è dedicato a molti progetti artistici paralleli fra i due decenni (Orsi Lucille, Howth Castle, Environs), ha scritto un libro, ha recitato e scritto un recital, ha firmato a nome Tony Buddenbrook un esordio solista, “Le stesse cose ritornano”, pubblicato nel 1998 e salutato dalla critica come “un disco di irrimediabile bellezza”. Giaccone (voce, chitarra, sax) presenterà il suo nuovo album Tutto quello che vediamo è qualcos’altro. Mercoledì 7 voce a uno dei poeti più noti al pubblico cagliaritano: accompagnato da Piero di Rienzo al contrabbasso, Alberto Lecca, autore del volume “Blue Blues”, sarà la voce recitante di Misterioso, reading di jazz poetico. Tra gli echi del pop giapponese e la visionarietà del nuovo teatro surrealista, sabato 10 Giovanna Marmo si esibirà in Miss Marmo e la Banana della Morte. A seguire l’esibizione di Roberto Belli, apprezzato per la sua attività nel gruppo Machina Amniotica, in Una si schianta da un dirupo, dedicato a James G. Ballard. Sono volubile, con la regia di Senio Dattena e le musiche di Marco Rocca, segnerà mercoledì 14 il debutto pubblico di Rossana Abis, giovane artista dalle suggestioni baudelairiane. Col misterioso epiteto di “perforeading” si definisce l’intervento di Mario Pischedda, impegnato sabato 17 in Arie. Mercoledì 21 l’attore-autore cagliaritano Giuseppe Boy presenterà Incontrotempo, esito del suo lavoro sull’interpretazione in chiave musicale della poesia. Ultimo incontro, sabato 24, con uno dei più noti poeti italiani, Tommaso Ottonieri. 15 venerdi 28 febbraio 2003 Palazzo d’Inverno Anteprima della rassegna DIREUDIRE Poesia, musica elettronica, immagini: stasera, ore 21, al Palazzo d’Inverno di Cagliari, in programma “Intricate Transizioni”, il primo degli appuntamenti organizzati da Machina Amniotica e dall’associazione Palazzo d’Inverno. Il gruppo cagliaritano sarà affiancato dalla scrittrice Susanna Licheni in una performance di poesia. La serata rappresenta un’anteprima della rassegna di poesia e musica di prossima programmazione a cura di Machina Amniotica e del Palazzo d’Inverno 16 domenica 2 febbraio 2003 È uscito il disco «Intricata Transitoria», l'ultimo album autoprodotto dall'ensemble multimediale sardo Machina Amniotica, i suoni della poesia Un potente mix di suoni e citazioni; le cover di Portishead e Krisma di Walter Porcedda CAGLIARI. Ecco il suono della poesia. Quello che dà volume, corpo e profondità al nostro tempo. Sta dentro «Intricata Transitoria», ultimo album autoprodotto dall'ensemble sardo dei Machina Amniotica, una delle opere musicali più avanzate e stimolanti prodotte negli ultimi mesi in Italia nel campo della nuova ricerca. Il disco - che verrà distribuito nazionalmente da un'importante label, probabilmente Audioglobe - è un'opera di considerevole livello musicale, suonata in modo impeccabile, che colloca al centro l'elettronica come collante di una progettualità multimediale, troppo ricca d'altro canto, di rimandi e di riferimenti da poter essere chiusa in un solo genere. Musica e opera da cliccare, che invita e suggerisce percorsi interattivi, tra poesia e immagine, parole e rumori, versi e suoni. Oltre la poesia e oltre la musica. Perchè Machina Amniotica è soprattutto un gruppo che concepisce il "live act", come insieme correlato di input. Clip originali e fotogrammi rubati alla quotidianeità televisiva, vengono riletti con montaggio interattivo e proiettati durante la performance, mentre i versi "letti" dal poeta e cantante Roberto Belli, con forte carica andrenalica, evocano atti di ruvida teatralità. Attorno, assieme e dentro questi versi c'è naturalmente la musica. Quella stessa che è stata catturata e messa dentro «Intricata Transitoria», frutto delle numerose esibizioni tenute dal gruppo (oltre a Belli, Arnaldo Pontis, , tastiere e samplers, Marco Rocca, chitarre computer e campionamenti e Paola Cireddu, basso elettrico e voce) lungo questi ultimi due anni. Dall'apertura del concerto live di Lydia Lunch a Cagliari, del novembre 2000, alle diverse performance dell'ensemble nell'ambito di festival e "reunion" in Italia e all'estero, sino alla recente collaborazione con i Krisma di Maurizio Arcieri e Cristina Moser (con i quali si sono esibiti anche dal vivo all'ultimo «Rockaralis»). Cioè: un lungo e nervoso flusso sonoro - rimarchevole come sempre il lavoro di missaggio di Simon Balstrazzi - che tiene incatenati all'ascolto. In grado di rimandare con un magico slalom alle infinite citazioni, fatte proprie dai Machina e, ritrasformate in uno stile unico. Dai Residents a tutta la musica avantgarde dagli anni Ottanta in poi. Ecco quindi profumo di Soft Cell, ma anche Robert Fripp, Nick Cave, fino a John Zorn... Ma non sono che solo alcuni, piccolissimi segnali affioranti qua e là da un potente mix che si dipana nel lungo "reading" che nelle nove tracce dell'album sedimentano più di una emozione. Dagli originals, ricchi di un ritmica che oscilla dalla dance techno al drum&bass, dal post punk (vero cuore pulsante di tutto 17 il progetto) all'elettropop di «Notte sacra contaminata» a «Seduto nel buio» ai bellissimi «Oasi di caos», «Esci dal cerchio», «Cittadino» (con la citazione morriconiana del film degli anni Settanta di Elio Petri interpretato da Gian Maria Volontè) fino a «Pakard-Allò» basata sui testi del poeta surrealista Benjamin Peret alle cover dei Krisma (una straordinaria «Samora») a una irriconoscibile e trascinante versione di «Over» dei Portishead. Davvero una delle migliori opere del rock sperimentale italiano (il disco al prezzo politico di 10 euro si può trovare presso la libreria Cuec, il negozio di dischi Zimbra di Cagliari, oppure richiedendone una copia via Internet all'email del gruppo: [email protected]). gennaio 2003 BLOW up 18