Mercoledì 31 gennaio 2007
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna
1 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 16
Tavola rotonda a Cagliari
Bioetica, il valore della ragione e della responsabilità
Diceva Peter Levi, un letterato del primo Novecento, che la speranza in ogni sfera della vita è un
privilegio legato all'azione e non a caso, a citarlo al termine della sua relazione, durante una tavola
rotonda su alcuni temi di bioetica, al Liceo classico Siotto di Cagliari, è uno scienziato. Agire, tra le
altre cose, secondo la neurofarmacologa Maria Del Zompo, vuol dire porsi delle domande anche in
presenza di risposte che sembrano esaurire le curiosità, perché l'esercizio del dubbio e del sospetto è
il modo migliore per individuare la strada da percorrere. Un atteggiamento che deve appartenere al
ricercatore come ad ogni persona impegnata ogni giorno a fare la cosa giusta. E qual è la cosa giusta
in un mondo che propone dilemmi etici per i quali non sempre si dispone delle informazioni
necessarie per comprenderli, delle capacità per interpretarli e trovare soluzioni? Per questioni quali
il consenso informato, il testamento biologico, l'accanimento terapeutico di cui si è discusso
nell'incontro organizzato dalla docente Francesca Marina Maucioni del liceo cagliaritano in
collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze umane dell'università di
Cagliari, quali sono i criteri cui affidarsi per una scelta equa? All'autonomia, consapevolezza e
responsabilità nelle decisioni si sono appellati i relatori coordinati dall'eticista dell'Università di
Cagliari Vanna Gessa Kurotschka: la bioeticista (università di Genova) Luisella Battaglia, il giurista
Luigi Concas, il teologo Pasquale Giustiniani (università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli) e
Maria Del Zompo. Nel corso della serata, aperta dal preside Pietro Paolo Murru e dalla Maucioni
che tra qualche giorno inaugura un corso di bioetica aperto a tutti, si è approfondito il tema dei
diritti umani, della legittimità delle ricerche scientifiche, della difficoltà a definire in maniera
univoca il significato di certe espressioni. D'accordo, ogni persona deve prendere le proprie
decisioni in autonomia e con responsabilità, ma che cosa vuol dire comportarsi in maniera
autonoma e in che modo è possibile che questo avvenga? Che cosa vuol dire essere consapevoli di
se stessi, siamo sempre nelle condizioni di esserlo? Lo siamo anche quando siamo ammalati,
indeboliti da eventi frustranti, esposti al condizionamento costante di chi ci sta intorno? Fino a che
punto, per esempio, il testamento biologico, ovvero le direttive anticipate, o anche il consenso
informato sono espressione di una scelta indipendente e responsabile? Il fatto è, come è emerso
dalla discussione, che la scienza e la tecnica consegnano all'uomo un potere sulla vita per il quale
non è preparato. In questo senso, un agire efficace è proprio quello di porsi domande, e in questo
modo esercitare la propria capacità critica. È la ragione che può ragionevolmente gestire il potere.
Affidarsi alla facoltà razionale che caratterizza la natura umana è il modo migliore, secondo
Luisella Battaglia, per trovare soluzioni alle controversie etiche. La ragione rifiuta gli ideologismi,
il fondamentalismo, le verità precostituite; invece, ama il dialogo, la problematizzazione. In nome
della ragione, per la bioeticista di Genova, è possibile andare al di là della tradizionale divisione tra
etica laica (qualità della vita) ed etica cattolica (sacralità della vita). E sempre la ragione può
dirimere un'altra controversia, solo accennata durante la tavola rotonda: fino a che punto è legittimo
parlare di diritti? Esiste un diritto a morire? Questioni che si appresta ad approfondire anche la
sezione sarda dell'Istituto nazionale di bioetica a cui ci si può iscrivere telefonando al numero 340/
6816783, posta elettronica [email protected].
Franca Rita Porcu