2oo4 - Machina Amniotica

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SELEZIONE RASSEGNA STAMPA
2004
luglio 2oo4 – anno undicesimo della machina
Ritual:
N.17
giovedi 1 luglio 2004
MACHINA AMNIOTICA
"Intricata Transitoria"
(Small Voices/Wide)
la ristampa di "Intricata Transitoria", uscito originariamente
nel giugno del 2002, non è una produzione della Small
Voices, ciò nonostante l'etichetta pugliese ne curerà la distribuzione. I Machina Amniotica sono una band attiva dal
1993 di difficile catalogazione. "IT" è un disco che, impreziosito dal mixaggio di Simon Balestrazzi (T.A.C.), va oltre la
musica, poiché non si nutre solamente di sonorità electro,
ambient, drum'n'bass e techno, ma anche di letteratura e
cinema. Il suo incedere è lento, ciclico e a tratti risulta addirittura ostile a causa della lunghezza di taluni pezzi. Rispetto alla prima edizione, la nuova versione di "IT" ha una
nuova veste grafica e due remix inediti ("Samora di Krisma
e "Pakard" di Plastikman). (Lux)
martedì 29 giugno 2004
ARTE : La fotografia di Mario Pischedda
Provocazioni estreme
in 40 anni di istantanee
È già in vendita in America l’ultimo lavoro“Photos visit me”
Gli capita in continuazione: «Le immagini mi arrivano fluidamente, la macchina fotografica è ormai
l'appendice della mano». Dopo quarant'anni di “arte pura”, pratica quotidiana della “folgorazione”,
Mario Pischedda sa suscitare poesia ovunque. «Un sasso, un albero, un tramonto. Ogni cosa ti
viene incontro piena di senso»: alla base c'è una cultura onnivora, fame insaziabile che tutto ingoia
per restituire opere d'arte. «Ogni immagine che affiora è calda bollente, e in quel momento sono
invasato»: e “photos visit me”, da un verso di Silvya Plath, è il titolo del Cd di 136 immagini che
Helyn Davemport, art director della galleria virtuale “Pixipoint”, ha voluto realizzare per il pubblico di
tutto il mondo. Non a caso Mario Pischedda, consapevole come chi da quarant'anni combatte
contro «le lobby» del mondo dell'arte a suon di provocazioni estreme e contando solo sulle proprie
forze, si definisce “un miracolato di Internet”.«Qui bisogna combatterecontro tutto e tutti, perdersi in
iter lentocratici, invece in America se l'opera è valida passa immediatamente ». Così è stato anche
stavolta, a riprova dei tanti estimatori di Mario Pischedda sparsi nel mondo (addirittura in Corea,
tanto che il nostro ha collaborato perfino con “l'Oliviero Toscani di lì”). Le immagini raccolte nel
Cd, in vendita a 29 dollari e 95 centesimi, si accompagnano alle musiche del gruppo
cagliaritano dei Machina Amniotica: «Helyn Davemport mi ha chiesto se avessi da suggerire
qualcuno per le musiche. Le ho fatto conoscere loro ed è stata contentissima». Oltre i
Machina, il sassofono di Daniele Ricciu, altro compagno di strada giovanissimo: «Il viaggio non si
sa dove inizia e nemmeno dove arriva». Sente di potere tutto Mario Pischedda, amante dei
paesaggi desolati di Hopper, così come della filosofia di Debord e delle didascalie dell'Ulisse di
Joyce. «Sto cercando l'incontro fra video e fotografia. Voglio fare un film raggelato in una foto, e
applicare al video i tempi lunghi della macchina fotografica. Tutto per un “petit” film, un piccolo film
che assomigli ai lirici greci, brani in cui le parole sono talmente dense da far esplodere il senso».
Esplosivo Pischedda, concentrato di autoironia, l'unico artista a voler diventare leggenda
metropolitana da vivo: «ma legenda con una “g”». Provocatore fra i provocatori: all'amico Enrico
Ghezzi, al quale da dieci anni sta inviando materiale su materiale, ha detto, «sarò l'unico ad aver
collaborato a Blob senza essere mai “passato”». Al che, pare che il critico cinematografico più
sfasato che ci sia, abbia risposto: «Ti stupirò ».
MONICA PEROZZI
ARTE
godot NEWS
settimanale di informazione culturale e di spettacolo
N.29 – Mercoledì Giugno 2oo4
Il gruppo cagliaritano pubblica il suo ultimo lavoro con l'etichetta Small Voices
Arriva “Intricata Transitoria”
Machina Amniotica su cd
Musica. suoni post rock elettronici e industrial, ma
anche e sopratutto poesia e immagini in video, E'
la formula, forse troppo riassuntiva per definire il
lavoro di Machina Amniotica. formazione
cagliaritana composta da Roberto Belli (testi, voce
e campionamenti), Paola Cireddu (basso e voce),
Arnaldo Pontis (testi, morbide macchine), Marco
Rocca (testi chitarra e computer programming).
Nell'undicesimo anno di vita, la “Machina”
presenta la nuova edizione di "Intricata
Transitoria" un album destinato per la prima volta
al mercato nazionale, con alcune novità rispetto
alla prima edizione del 2002. “Il cd è stato
completamente rimasterizzato e contiene due
tracce finali che sono i remix del primo brano
Notte Sacra Contaminata, spiega Paola Cireddu.
“Anche l’artwork è nuovo, firmato come sempre
dal grafico Mauro Melis”. Il cd è stato stampato in
mille copie dalla casa indipendente pugliese
“Small Voices”: un’altra novità per il gruppo, che
ha sempre distribuito e prodotto da sé i propri
lavori. “La collaborazione è iniziata quando
l’etichetta ci ha chiesto di partecipare ad una
collezione di picture disk con i migliori gruppi
emergenti di musica elettronica”, spiega ancora
Cireddu. “Partecipammo con Museihushugi, un
pezzo stampato in edizione limitata di 150 copie,
esaurite in pochissimo tempo. Successivamente
Machina ha proposto alla Small Voices Intricata
Transitoria, ed eccoci qua. Tra i brani felicemente
riproposti anche “cittadino”, ispirato al tema del
film di Elio Petri “Indagine su di un cittadino al di
sopra di ogni sospetto” firmato da Ennio
Morricone. Un pezzo riproposto ora nel nuovo cd,
il cui video ha innescato, negli anni scorsi, una
polemica a distanza con i Subsonica. “Questa è
una nota dolente, qualcuno ha insinuato che
avevamo copiato”, spiega Arnaldo Pontis.
“Peccato che il nostro pezzo e il nostro video
siano stati presentati all'Exmà a Cagliari nel
giugno del 2oo2! I Subsonica hanno avuto la
stessa idea, però l’anno dopo”. Intricata
Transitoria contiene anche un bellissimo
riadattamento di "Samora Club” dei Krisma storico
gruppo elettropop che furoreggiava negli anni '80.
Una collaborazione prestigiosa nata sul filo della
rete. “ I Krisma li abbiamo contattati via e-mail
dice Marco Rocca. Gli è piaciuta la nostra
versione di Samora e sono venuti a Cagliari per
conoscerci di persona. Nel 2002 abbiamo suonato
insieme al Rockaralis. E dopo la presentazione
del cd all'Ampurias di Cagliari , dove e quando si
potranno seguire altre esibizioni? “Difficile dirlo”,
dice ancora Marco Rocca: “Non faremo mia
tournée per promuovere il disco, anche perché,
per mettere in moto la machina abbiamo bisogno
di uno spazio capace di accogliere tutti i nostri
strumenti audio e video. E poi Intricata è solo una
fase del percorso di Machina Amniotica, dove la
musica è uno dei diversi strumenti per un progetto
che in questi undici anni è stato fatto di poesia,
suoni e immagini. Il futuro immediato è ancora la
videoarte. dopo l'installazione "Warderland" di
Giovanni Coda, di cui Machina Amniotica ha
firmato la colonna sonora, e che, sta circolando
molto nel circuito europeo delle gallerie d'arte,
dalla Spagna alla Germania. "Non siamo
nell'ottica di fare necessariamente un nuovo
album”, spiega Roberto Belli. "Prossimamente
proseguiremo la collaborazione con Giovanni
Coda. Un progetto di musica, video e danza, che
sta prendendo corpo piano piano". Piano, sì, ma
la Machina è sempre in movimento.
MARIA CARROZZA
domenica 30 maggio 2004
Musica/Oggi all’Ampurias
Machina Amniotica presenta il nuovo Cd
Dopo il jazz di Claudia Tellini proposto nei
giorni scorsi, la miscela a base di rock,
elettronica e video di Machina Amniotica. E
sempre all'Ampurias di Cagliari, oggi alle 21
ospiterà il rodato quartetto multimediale
cagliaritano (attivo dalla metà degli anni
Novanta) in cui militano Roberto Belli, voce,
Arnaldo Pontis, sampler e tastiere, Marco
Rocca, chitarra, e computer programmino,
Paola Cireddu, basso e voce. All'interno di un
intenso "live act", la formazione proporrà i
brani dell'album Intricata Transitoria, lavoro
licenziato nel 2002, realizzato negli studi
NeuroHabitat del musicista ingegnere del suono Simon Balestrazzi, autoprodotto e distribuito dalla
Small Voices, arrivato a cinque anni di distanza dal precedente Pura bruma elettronica e a un anno
di distanza dal singolo Musehushugi picture-disk in edizione limitata . Agli occhi degli appassionati,
la nuova edizione di Intricata Transitoria presenterà una rinnovata veste grafica in un lussuoso
digipack a tre ante con serigrafia sul dorso del disco, mentre per quanto concerne il contenuto,
nell'album ci saranno due remix inediti. Attraversato da influssi sonori di vario genere, drum&bass,
techno, postpunk, e rimandi di vario genere, dai frammenti morriconiani tratti da Cittadino (il
famoso film di Elio Petri interpretato da Gianmaria Volontè), alle cover Samora, Krisma, e Over,
Portishead, Intricata Transitoria è senz'altro l'opera più matura di Machina Amniotica. Nel corso del
concerto il Cd potrà essere acquistato al prezzo promozionale di 10 euro. Non è tutto. In apertura
di serata troveranno spazio una videoinstallazione realizzata da Machina con la complicità del
grafico Raffaele Mandis, e le proiezioni di alcuni videoclip: l'attenzione, in particolare, sarà rivolta al
corto Museiushugi, che, nell'ultima edizione della rassegna V-Art svoltasi lo scorso mese all'Exmà,
ha portato a casa il premio speciale per la ricerca In chiusura verrà proiettato anche Wanderland,
frutto della collaborazione tra il gruppo di Roberto Belli e il regista Giovanni Coda.
CARLO ARGIOLAS
Festival/Cagliari: a giugno
Marina Cafè Noir: anteprima su internet
È nato il sito del Marina Cafè Noir (www.marinacafenoir.it), avamposto internet della manifestazione di letteratura,
musica, teatro e arte che dal 15 giugno animerà la Marina a Cagliari. Realizzato da Francesco Adamo, dell’associazione
Churmo (organizzatrice dell’evento) racconta l’edizione 2003 e soprattutto fornisce un’anteprima di quella che sarà
l’edizione 2004. Ancora poche ore per conoscere il calendario che verrà ufficializzato questa settimana ma dalle pagine
web si possono già conoscere i partecipanti. GLI SCRITTORI. Spicca la presenza di Massimo Carlotto, Sandrone
Dazieri, Marco Philopat, Maurizio Matrone, Alberto Masala, Fabio Zucchella e Riccardo Raccis ospiti da oltre Tirreno che
si aggiungeranno alla squadra composta da Francesco Abate, Paola Alcioni, Giulio Angioni, Cristiano Bandini, Andrea
Cannas, Giulia Clarkson, Annalisa Ferruzzi, Gianluca Floris, Paolo Maccioni, Gianni Marilotti, Luciano Marrocu, Lorenza
Mazzetti, Andrea Melis, Nino Nonnis, Flavio Soriga, Giorgio Todde. GLI ATTORI. Elio Turno Arthemalle, Giancarlo Biffi,
Emanuela Cau, Senio Dattena, Sonia Deidda, Grazia Dentoni, Daniele Fiori, Pierpaolo Frigau, Giulio Landis, Johnny
Manca, Lapola, FabioMarceddu, Tiziana Martucci, Mauro Mou, Daniela Musio, Isella Orchis, Pierpaolo Piludu,Cristina
Racca, CesareSaliu, Daniela Spissu, Silvia Fara, Alessandra Pisu, Monica Spanu. I MUSICISTI. Gabriele Boi, Mario
Brai, Gianpaolo Campus, Marcella Carboni, Domenico Cocco, Silvia Corda, Ricky Dessì, Elisabetta Lacorte, Machina
Amniotica, Simone Murru, Mirko Pilloni, Antonello Pisano, Luca Pischedda, Riccardo Pittau, Vittorio Pitzalis, Lu, Sergio
Priani, Sikitikis, Stefano Rachel, Alberto Sanna, Stefano Tedesco, Gabriele Scano. GLI ARTISTI. Franco Agus, Giorgia
Atzeni, Massimo Corazza, Giorgio Podda, Carlo Crasto, Annalisa Achenza, Cesare Dattena, Lea Gramsdorff, Nazareno
Miconi, Antonio Podda, Angelo Liberati, Federico Car
sabato 29 maggio 2004
Domani all'Ampurias di Cagliari
Machina Amniotica esce «Intricata»
CAGLIARI. Torna in pista Machina Amniotica
l'ensemble sardo di musica poesia e performing
art, tra i più interessanti della scena electro e
sperimentale italiana, con una serata
assolutamente da non perdere, domani a partire
dalle ore 21,30 nei locali dell'Ampurias di piazza
Savoia, spazio aperto da tempo alla musica live
con proposte originali (e non solo, nei mesi
scorsi si sono tenute anche interessanti
sessions di poesia e letteratura con la
partecipazione di scrittori. poeti e musicisti).
Come quella appunto di domani sera, dedica alla presentazione dell'album
"IntricataTransitoria", pubblicato e distribuito nazionalmente dall'etichetta Small Voices. Un
risultato importante per questa formazione composta da Arnaldo Pontis, tastiere e
samplers, Paola Cireddu, basso elettrico e voce, Marco Rocca, chitarre, editino, computer
ptogramming e Roberto Belli, cantante e autore delle liriche, personaggio di punta
dell’under-ground cagliaritano che vede premiato un lavoro di alta professionalità e
impegno durato diversi anni. L'ensemble di Machina Amniotica nel corso di uno "show
case" assai particolare presenterà in un set semiacustico brani tratti dall'album in
contemporanea alle proiezioni dei videoclip relativi. Nel locale si potrà seguire una
videoinstallazione realizzata in tandem dallo stesso gruppo e il grafico e creativo Raffaele
Mandis. Nel corso della sera, accanto alla musica anche le proiezioni di due video davvero
di livello. Come «Museiushugi» che ha vinto il premio per la migliore ricerca in occasione
del festival internazionale «V-Art». A chiudere la serata sarà infine un altro video
coprodotto dalla stessa Machina Amniotica e dal videomaker Giovanni Coda (autore della
regia) intitolato «War Der Land» che, proprio pochi giorni fa, è stato proiettato al festival
Confluencia di Barcellona (w.p.)
godot NEWS
settimanale di informazione culturale e di spettacolo
N.23 – Mercoledì 28 Aprile 2oo4
L’opera del videoartista Giovanni Coda con le musiche di Machina Amniotica
“WarDerLand”, paesaggi di guerra
tra inquietudine e ironia
L’uomo di Leonardo, ode alla perfezione, si è voltato. E’
diventato quasi un crocifisso proiettato verso gli orrori
dei paesaggi di guerra, creati dalla sua razza. Le sfere
di Magritte, si inseriscono in una realtà dove trionfa la
banalità del male. Frammenti esasperanti del nostro
mondo sottolineati da una colonna sonora divisa tra
inquietudine e ironia. Questo e altro è WarDerLand,
ultima fatica videoartistica di Giovanni Coda con la
collaborazione di Machina Amniotica per la musiche.
Dopo la proiezione, che si è tenuta all’Exmà di Cagliari,
gli chiediamo perché ha scelto di diventare un
videoartista. “E’ un modo per potermi esprimere
liberamente e dare un’interpretazione alla realtà che
ci sta attorno. Certo, avrei potuto usare altri mezzi
come la scrittura o il cinema tradizionale, ma ho
preferito essere antinarrativo e la videoarte in
questo senso si adegua alle mie opzioni espressive.
Il mio mondo artistico è fatto di frammenti, di
messaggi scardinati in mille dettagli, che
provengono anche dalla mia esperienza personale.
Si dice che la videoarte sia estremamente efficace
nella comunicazione. Per esempio, il mio lavoro
precedente Serafina ha scatenato alcune polemiche
su etica e arte. Ma va bene, perché un’opera d’arte
deve creare discussione, dividere”. Presentando il
video, hai parlato dell’esigenza di un “sound diverso”. E’
per questo che hai deciso di collaborare con Machina
Amniotica? “Ho cercato sempre di lavorare con
musicisti interessanti, con Machina Amniotica ci
conoscevamo da anni e finalmente ci siamo
incontrati con questo progetto. Per WarDerLand
abbiamo sviluppato il concetto dei paesaggi di
guerra: da un parte attraverso un’idea musicale,
dall’altra,
con
le
immagini,
operando
separatamente. In un secondo momento i Machina
hanno visionato il mio lavoro ed io ascoltato il loro.
Dato che eravamo arrivati agli obiettivi proposti è
stato facile assemblare il materiale approvato da
tutti”. “WarDerLand” è interessante proprio per questa
connessione artistica: la musica è nello stesso tempo
seducente e aggressiva, connessa strettamente al
contenuto drammatico. Ma c’è anche un senso di
incredibile pietà… “Sono le forme dei conflitti armati,
che non si fermano certo all’Iraq. I paesaggi di
guerra del video comprendono scenari dell’Africa,
della Shoah”. Dell’11 settembre… “Sì, ma abbiamo
fermato l’immagine dell’aereo quando entra nella
Torre, prima dell’esplosione. I paesaggi di guerra
sono anche nei corpi: c’è una donna, per esempio,
crocifissa su un ventilatore che smuove aria che
altri ci gettano addosso…”. Quale sarà la vita di
WarDerLand? “Prima di tutto si sposta al festival
contemporaneo d’arte Confluencia in Spagna, a cui
sono stato invitato insieme ai Machina Amniotica.
In seguito andrà a Francoforte come video
installazione alla Mull Art Gallery . Ritornerà sempre
a Francoforte a settembre in una raccolta della
video rassegna V-Art. Saremo anche a Torino,
all’interno della rassegna Incanti, Festival del
Cinema delle Ombre e, a fine anno, a Madrid. Ci
sono accordi, ancora da definire nei dettagli, per
Città del Messico. WarDerLand ha appena iniziato il
suo viaggio.
un fotogramma tratto dal video WarDerLand
sabato 24 aprile 2004
Giovanni Coda e Machina Amniotica
Flussi d'immagini sonore
Sono talmente fuse. musica e immagini che sembrano opera di uno stesso autore.
Invece sono il frutto di una collaborazione artistica arrivata dopo anni di amicizia e
reciproca stima. Ne sono protagonisti il videoartista Giovanni Coda e Arnaldo Ponfis,
Roberto Belli, Paola Cireddu e Marco Rocca, vale a dire il gruppo di Machina
Amniotica. WarDerLand ossia terra di guerra, è stato presentato giovedì all'Exmà
prima di partecipare al festival di musica contemporanea e audiovisivi Confluencia di
Barcellona per poi approdare nel lontano Messico e alla MullArtGallery di Francoforte.
Un'anteprima per applaudire la trentesima fatica di Coda, che quattordici anni fa iniziò
il suo percorso da videoartista, status assai difficile da mantenere in questa Isola.
Fatto sta che autoproducendosi tutti i lavori tranne uno, Coda è riuscito nel tempo a
costituirsi intorno una solida attenzione internazionale, sicuramente più vitale e
proficua di quella locale, fatta eccezione per rare collaborazioni con altri isolani di cui
quella con Machina Amniotica rappresenta una delle più produttive. In WarDerLand è
come se tirasse le somme di esperienze pregresse e, solo per citarne alcune,
riaffiorano brandelli di Serafina opera shock di un paio d'anni fa e del più recente
Other-Body. Immagini che si scoprono come strati sovrapposti di uno stesso graffito,
volti e corpi dinamici contrapposti a paesaggi magrittiani, sospesi oppure realistici
quotidiani. ma rielaborati come artefatti. Una dichiarazione di stile attraverso colori
assoluti. fino al bianco e nero delle immagini che testimoniano l'orrore dei campi di
sterminio nazisti. Immagini che nel loro fascio di luce coinvogliano il suono di Machina
Amniotica a tratti orientaleggiante e con una costante e coinvolgente pulsazione
ritmica.
MONICA PEROZZI
martedì 16 marzo 2004
Quindici canzoni per la Smallvoices
Arriva “Splintered”, opera numero quattordici
I Tomografia assiale computerizzata sfoderano un
altro disco. Si chiama Splintered (“frantumato”) ed
è il quattordicesimo album dei T.a.c, band
elettronica emiliana nata nel settembre del 1981
ma con passaporto sardo da circa tre anni. Quindici
tracce pronte a uscire in questi giorni e prodotte
dalla Smallvoices che rappresentano l’ultimo anello
di una vastissima produzione partita nel 1982 con
Senza Titolo e cresciuta anche grazie a numerose
compilation e una decina di colonne sonore
composte per cinema e teatro, tra cui quella delfilm
The Cleaner (regia di Fabyan Klatura, 1995). «Tre
dischi in meno di due anni sono decisamente troppi», spiega Simon Balestrazzi,
leader del gruppo, «per il momento ci fermiamo qui e il prossimo impegno sarà per
il 2005 con un album deciso a segnare una profonda evoluzione sonora: forme a
ballata con archi e chitarre sempre più presenti amalgamate con synth come VCS-3
del ’69 utilizzato dai Pink Floyd e strumenti fai da te: piccole molle opportunamente
microfonate e chitarre col fil di ferro al posto delle corde». Balestrazzi sottolinea che
l’obiettivo dei t.a.c non è quello di concepire una tecnica originalestile Paolo Angeli
ma più semplicemente punta allascoperta di sonorità primitive. «Molti gruppi
elettronici oggi fanno uso e abuso di sequencer, midi e basi: in questo modo si
rischia l’appiattimento perché tutti utilizzano gli stessi software di programmazione.
Noi preferiamo sempre e comunque i suoni acustici divertendoci a filtrarli con
l’elettronica senza mai rispettare le voci dello strumento originale. Il risultato che ne
viene fuori è talmente particolare che molti critici, nelle loro recensioni, confondono
spesso la voce col suono della tromba».Tra i progetti di Balestrazzi c’è una carriera
da produttore artistico pronta a partire. «Da fonico il rock mi diverte molto ma a
livello di idee da portare avanti punterò tutto su territori di confine, cose
suggestive». Guai a chi prova a dirgli che la musica elettronica è un genere che le
masse non digeriscono facilmente. «Macché, dopo il successo di Bjork, da tre anni
a questa parte si manda giù di tutto e oggi i gruppi come il nostro vengono inseriti ai
limiti del pop». (e.f.)
martedì 16 marzo 2004
Musica. Da Parma alla Sardegna:
incontro con il produttore e compositore
Balestrazzi,l’onda elettronica
L’avventura dei T.a.c., avanguardia tecnologica
Ha amplificato e suonato di tutto,dalle seghe
elettriche fino a una oppia di gigantesche molle di
pistoni di nave: duecento chili per ue metri e
quaranta stoicamente ecuperate in un cantiere
navale el porto di Genova. Soltanto il entimento
più romantico del ondo, cinque anni fa, poteva
costringerlo a vivere in Sardegna, terra antica
quanto diffidente verso un futuro che non attacca.
E così, Simon Balestrazzi, architetto parmigiano di
42 anni, ingegnere del suono di professione e
leader dei T.a.c., ha deciso di darci un taglio con
seghe elettriche, rottami di macchine industriali e
molle marine, regalandoli a fine concerto al
proprietario di un locale di Innsbruck: «Impossibile
caricarli sull’aereo per Cagliari». L’amore gli avrà
pure tolto il gusto di cimentarsi con avanzi di
nave, però non è riuscito a sopire la passione per
la musica elettronica. Anzi. «Ci aspetta un periodo
molto intenso, una manciata di concerti tra
Sassari, Oristano e Cagliari e poi, tra aprile e
maggio, partiremo per un tour di dieci date in
Svizzera, Germania e Polonia». Se da una parte
Balestrazzi (synth ed elettronica) e i suoi T.a.c.
(Monica Serra alla voce e Corrado Loi, basso ed
elettronica) hanno dovuto ridimensionare il set di
strumenti da esibire dal vivo, dall’altra hanno
aggiunto nuove pagine al progetto sonoro (le
chitarre di Antonio Piga e un quartetto d’archi) di
una band che, nata a Parma nel 1981, una
trentina i musicisti di passaggio, ha alle spalle ben
tredici dischi a cavallo tra martellanti rigurgiti
industriali e impasti sonori meno turbolenti figli del
terzo millennio, «roba che oggi si può ascoltare
anche mangiando». La carriera professionale di
Balestrazzi è iniziata a Parma, proseguita a
Firenze e ingrassata a New York dove ha fatto
incetta di diplomi di specializzazione, scambi di
esperienze illuminanti e pratica sulla
strumentazione più avanzata. «Negli Stati Uniti
hai la possibilità di apprendere le tecniche e i
linguaggi giusti, in Italia sei condannato a restare
un autodidatta». Domanda: Sardegna e musica
elettronica, un matrimonio possibile? Risposta:
«Sull’Isola non c’è alcun interesse né da parte dei
giornali né delle televisioni: niente di niente. Voi,
oltre a parlare poco di tutto, vivete di finto etnico:
un intruglio ripulito e continentalizzato che amate
diluire col jazz. Nonostante le meravigliose radici
musicali non siete in grado di tirarle fuori e
valorizzarle, basti pensare che non esiste
neanche una registrazione di un grandesuonatore
di launeddas come Aurelio Porcu. Quando non ci
sarà più, la sua arte finirà nel dimenticatoio. Come
se non fosse mai esistita». Eppure, secondo
Balestrazzi, il movimento della musica elettronica
made in Sardinia, pur essendo di nicchia, è più
rigoglioso di quello che sembra. Una decina i
gruppi stabili tra cui Vic 20, Th26, Tonal 13, Asaf
288, Lu, Henning Frimann, Machina Amniotica e
un esercito di giovani tra i 18 e 25 anni dotati di
buone intuizioni e pratici di sampler, synth e
computer che spaziano dalla dance al
drum&bass. Dove? Soprattutto nel Cagliaritano e,
ultimamente, a Macomer. «Avete musicisti di
ottimo livello ma con poca voglia di collaborare e
rischiare. Nella Penisola gente molto meno
capace si butta sul mercato con ambizioni
smisurate: se la tentano e molte volte gli va
persino bene. Ma cosa si può pretendere quando
invece di dare fiato alle fresche correnti musicali
che spirano sull’Isola, i gestori e i proprietari
trasformano club elocali notturni in anonime
discoteche?».
EMILIANO FARINA
venerdi 27 febbraio
Produzioni internazionali all’Exmè e alla Cineteca di Cagliari
Evolution e V-Art fa il bis
Da stasera una rassegna di cortometraggi
Neanche una settimana e riparte V-Art.
Giusto il tempo di tirare le somme: «In
quattro serate son stati tesserati 200
soci», dice Giovanni Coda, infaticabile
organizzatore del festival che si avvia ai
dieci anni. «C’è stata una partecipazione
simile a quella degli inizi. Un pubblico
attivo, che orienta con proposte.
Vorremmo far fronte a tutte, ma i mezzi
son quelli che sono». A tante sollecitazioni
segue Evolution, tempo intermedio fra l’ottava e la nona edizione. Una rassegna
internazionale di corti, immagini d’autore che valgono un tesoro. Produzioni spagnole
da duecentomila euro, diffuse senza difficoltà. Un altro mondo dall’Italia, per non dire
dall'Isola. Mondo dove esiste un monitoraggio continuo, e un tutoraggio che dura fino a
quando chi produce non riesce a camminare da solo. Dove le case di produzione si
associano per garantire la distribuzione, ed esistono borse di studio, finanziamenti certi
e sostanziosi. Corti di quel mondo, ma prima Evolution, tempo intermedio, parte questa
sera all’Exmà alle 19. Nella Torretta ci sarà fino al 4 marzo l’esposizione delle foto
vincenti al concorso Fotografic@ 04, e la proiezione a ciclo continuo su monitor di 18
video fra finalisti e non del V-Art 04. Installazione che dal 6 al 13 marzo, farà spazio a
quella videografica di Giovanni Coda, Other Body, presentata in antemprima alla Mull
Art Gallery di Francoforte a giungo del 2003, e poi esposta a Gjion, e a Madrid .
Produzione A.C.Labor di cui è in lavorazione la seconda parte, WarDerLand, con
musiche originali di Machina Amniotica. Dal 12 marzo, le quattro date dedicate al
corto spagnolo, le prime due all’Exmà, le altre alla Cineteca Sarda che collabora alla
rassegna. Premiatissimi in Spagna, passeranno 20 corti, cinque per serata, per una
media di un'ora e mezza di proiezione. Alle ore 21, venerdì 12 marzo, in programma De
nuevo tu, di un italiano, Marco Fettolini, poi Sinfonia desconcertante di Bèlen Santos,
Estés donde estés di Nicolas Tapia, Nunca es domingo di Carlos Deuenas e 7337 di
Sergio Sancèz. Sabato 13 marzo, sempre alle 21, passeranno Bamboleho di Luis
Prieto, El origin del problema di Albert Ponte, El columpio di Rafa Russo, El negre es el
color de los Dioses di Mark Riba e Anna Solanas, ed ultimo V.O. di Antonia San Juan.
Lunedì 22 marzo ci si sposta in Cineteca, dove alle 21 sarà la volta di Mala espina di
Belèn Marcias, poi El labirinto de Simone di Ivàn Stegmayer, Un assunto pendente di
Josè Manuel Quiroga, e Lo Basico di Josè Garcia Hernandez. Martedì 23 marzo,
passerà per primo Allenamento de morada di Gil de Mateo, poi Una feliz navidad di
Julio Diez, Lanciera de Ocasion di Teresa Marcos, Flores di Davide Ilundian, chiude
Entre Vias di Juan Vincente Cordoba. Ad Aprile, V-Art sarà ormai lanciato senza
soluzione di continuità nella nona edizione:«Si partirà da un genere per scandagliare
tutti gli altri», annuncia Coda, «il respiro sarà internazionale con delle vere e proprie
monografie dedicate ad autori italiani». Fra cui Simone Massi, il ventisettenne che ha
vinto l'ottava edizione col cartone animato Piccola Mare.
Monica Perozzi
domenica 22 febbraio 2004
lunedì 16 febbraio 2004
venerdi 13 febbraio
Da domani a Cagliari manifestazione di beneficenza per Pedro Pietri
Nuyorican poetry café
Letture e musica per 2 giorni alla Marina
È nelle mani che si trova la definizione di magia recita
Pedro Pietri, autore e istrione di grandissima presenza
scenica, erede del bardo comunitario Jorge Brandon.
Ma anche nelle voci, nei segni, nei suoni che domani e
domenica si mescoleranno all’odore di mare del
quartiere Marina di Cagliari. Nei café, nei teatri e nelle
gallerie d’arte gli artisti cagliaritani si esibiranno a
sostegno del fondo di beneficenza per pagare le cure
del poeta Pietri, ammalato di tumore allo stomaco.
Marina Nuyorican Poetry Café è la seconda
scommessa, dopo la precedente lanciata sul palco
dello spazio polivalente il Ridotto di via Ada
Negri.Cinquecento euro è la somma racimolata lo
scorso 1 febbraio. Ma il traguardo è lungo e ha una
cifra a quattro zeri. Trentamila dollari per pagare i
trattamenti medici alternativi che la sua assicurazione
sanitaria si rifiuta di coprire. Una meta difficile da
raggiungere, ma necessaria per salvare la vita a colui
che ha dato identità e dignità letteraria ai milioni di
portoricani emigrati negli Stati Uniti. Un atto dovuto al
bizzarro ideatore di quella lingua mista, che sta a metà
strada tra l’inglese e lo spagnolo, di quell’idioma di
strada che prende il nome di nuyorican.«L’idea è nata
dopo aver apprezzato il precedente esperimento
dedicato a Pietri - racconta Carlo Birocchi, mente
d’eccezione degli ultimi eventi in città - ma questa volta
con una veste nuova, quella utilizzata per il Marina
Café Noir: vivere il rione e i suoi luoghi più
caratteristici». La giusta solidarietà per un
verseggiatore anomalo che ha dato linfa al riscatto dalla condizione di diverso che appartiene a tutti coloro
che vivono ai margini della società.«Un modo per fare qualcosa di utile a un grande rappresentante della
poesia contemporanea, questo l’unico motivo che ci anima», spiega lo scrittore Alberto Lecca. Organizzata
dal Teatro Palazzo d’Inverno Onlus, Machina Amniotica, le associazioni culturali Italia Inghilterra e Chourmo,
la manifestazione vedrà scendere in campo musicisti e scrittori, pittori e attori, altri nomi e gradevoli
sorprese. Ad inaugurare l’ambizioso programma, sabato alle 19 al Café Barcellona (in via Barcellona, angolo
piazzetta Dettori già scenario del reading organizzato dal tenore Gianluca Floris), sarà un informale dibattito
sul periodo italiano di Pietri e racconti sulla sua visita in Sardegna nel 2001, con gli interventi di Alberto
Lecca e Daniela Paba. Alle 21 il Teatro Palazzo d’Inverno (in via Principe Amedeo) ospiterà la già collaudata
formazione di Machina Amniotica, Mario Pischedda e Lecca. In scena un miscuglio di interferenze noise,
installazioni multimediali e linguaggi tutt’altro che convenzionali. Domenica si comincia alle 13 con vino, cibo,
aperitivi, video, filmati, pitture alla Galleria Arcivernice (di via Baylle) per poi proseguire dalle 19 al Café
Savoia (piazzetta Savoia). Negli spazi dello storico bar Johnny Manca e Fabio Marceddu presteranno la
voce e i gesti alle parole di scrittori quali Miguel Algarìn, lo stesso Pietri e altri. A seguire Giacomo Casti in
Drammi in breve movimento, concentrato di racconti dalla vocazione drammatica, accompagnato dal
pianista Stefano Rachel. Concluderà l’attore del Cada Die Teatro Pierpaolo Piludu. Nella due giorni
appuntamento fisso, dalle 19 in poi con l’action painting allo Spazio P di via Barcellona. Il quartiere ancora
una volta nel giro di pochi mesi il quartiere Marina gioca il ruolo di catalizzatore culturale, di nuovo spazio a
disposizione delle arti ma anche di una nuova socializzazione non necessariamente legata agli stereotipi
sinora visti e proposti dai locali notturni della zona.
Francesca Fradelloni
martedì 3 febbraio 2004
Mario Pischedda, Machina Amniotica e Alberto Lecca in scena per il poeta Pietri
Tutti insieme per salvare
Pedro il nuyorican
In campo funamboli dell’arte, contaminatori musicali e verseggiatori maledetti, in gioco la dura battaglia
per la vita. Quella del grande scrittore Pedro Pietri, malato di tumore allo stomaco. Tra un’asta
improvvisata, decibel sparati a tutto volume e letture blues, è scivolata la serata che, domenica scorsa,
ha riunito molti artisti sardi in sostegno del fondo di beneficenza nato per pagare le cure del poeta
portoricano. Cinquecento euro è la somma racimolata con la solidarietà di chi ha donato il proprio estro
esibendosi sul palco dello spazio polivalente il Ridotto di via Ada Negri a Cagliari. Ha inaugurato la sfida
Mario Pischedda, sponsor della sua arte che non chiede denari perché è «meglio una copia per 10
lettori che 10 libri per un solo lettore». Performer da sempre in equilibrio instabile, intellettuale
impegnato a quanto gli succede intorno eppure sempre in volata, guizzante, inafferrabile, soprattutto dal
sistema che tutto fagocita e allinea «dove l’avversario è un nostro clone». I have a dream, è il suo
proclama poetico, Voglio diventare famoso possibilmente molto famoso, il sottotitolo. Pischedda non
indugia a esporsi in prima persona o a rovistare nel potenziale espressivo ancora oscuro e tutt’altro che
convenzionale. Un dissacratore che non esita a citare Arnold Böecklin, pittore simbolista svizzero,
adorato dal Fuhrer, non rinuncia a desiderare di essere un «frammentino saffico musicato bene» o «un
frame subliminare su Blob». Sotto i riflettori anche Machina Amniotica che hanno rovistato, sempre
supportati dalle loro installazioni multimediali di poesia, suono e rumore, nelle parole del grande Pedro.
Composizioni al di là dello specchio della normalità quotidiana, affreschi di scenari crudi e senza
speranza della metropoli «dagli alti edifici e dai piccoli esseri umani», dove i quartieri si chiamano
barrios, «i bidoni della spazzatura sono pregni di vita» e le panchine dei parchi sono tutte occupate dai
senzatetto. Per concludere Alberto Lecca, accompagnato dalla sua inseparabile bottiglia di Porto. In
scena il pedroblues, ritmo altrettanto onirico e visionario, come le denuncie graffianti del compositore
nuyorican. Uno dopo l’altro i protagonisti delle pagine più belle di Pietri, un mondo variopinto di disperati
in attesa del sussidio, eroi della sopravvivenza, artisti di strada, emigrati di quell’America «paese
straniero nel suo stesso paese». Tutti coloro che vogliono dare il loro contributo possono farlo recandosi
all’associazione culturale Italia-Inghilterra (via Machiavelli, 97) o alle librerie Cuec (piazza d'Armi) e
Fahrenheit 451 (via Basilicata, 57).
Francesca Fradelloni
domenica 1 febbraio 2004
Serata urgente per Pedro
Appuntamento oggi con “Serata urgente per Pedro”, dalle ore 18 nello spazio polivalente “Il Ridotto”, in
via Ada Negri 28. Anche Cagliari, grazie all’intervento dell’associazione culturale Italia-Inghilterra,
Machina Amniotica, Cuec Edizioni, Erbafoglio e Rainbow Progetto Aperto, si è mobilitata per venire in
aiuto a Pedro Pietri, il nuyorican poet, scrittore di teatro e attore, che ha urgente bisogno di cure molto
costose per una grave malattia.
gennaio 2004
(presentazione ufficiale a Cagliari
giovedi 15 gennaio 2004)
MACHINA AMNIOTICA
In altra sezione del volume segnaliamo un
esperimento di unione di poesia e musica
nel progetto trentino dei Turya Trance. Qui
diamo conto di un'altra operazione, più
complessa ed articolata che matura in
Sardegna che da voce, abbinandola ad una
particolare tessitura musicale, a giovani
poeti contemporanei. In attività dal 1993 con
il nome di Materia Prima, Machina
Amniotica nasce a Cagliari dall'unione degli
intenti di alcuni giovani musicisti provenienti
da una formazione musicale rock. Sono:
Roberto Belli, indicato come "CDO " (voce
cura dei testi e campionamenti), Arnaldo
Pontis, cioè "System Shutdown"
(campionamenti e "morbide macchine'');
Marco Rocca, Mar.Core (chitarra,
campionamenti e editing). A loro si è
aggiunta in tempi più recenti Paola Cireddu,
indicata come "Rypley 8 " (basso e voce).
Mettono insieme "un progetto poetico
rumorista cybercore d'intervento sulla realtà
per descrivere lo stato dell'uomo odierno in
continuo disfacimento”. In altre parole si
tratta di performances e installazioni
multimediali di poesia, suono e rumore. Nel
1995 viene assunta l'attuale denominazione
e viene confermata la vena ispiratrice post
industriale creando un ambito di ricerca più
vicino alle sperimentazioni musicali, grazie
anche agli apporti della voce recitante di
Roberto Belli (CDO) e della chitarra di
Marco Rocca (Mar.Core). Non è quindi solo
un progetto di ricerca musicale o teatrale o
di nuove scritture poetiche; Machina
Amniotica vuole invadere tutti i campi
dell'espressione artistica. Dopo anni di
ricerca all'interno del concetto di
performance sperimentale, negli ultimi tempi
questi autentici “terroristi sonori” si sono
rivolti ad un aspetto più specificamente
mirato alla ricerca musicale nel campo
dell'elettronica, dei cut up e dei
campionamenti per la produzione di lavori
sicuramente più musicali rispetto alle attività
del passato. E’ questo un percorso avviato
con la performance "Nessunaltraluce" del
1998 poi sviluppato con "Il biglietto che è
esploso" dell'anno successivo, dove il
concetto di cut up elaborato dallo scrittore
americano William Burroughs viene esteso
non solo alla parola scritta ma anche agli
interventi sonori e visivi: il tutto in diretta e
dal vivo. Nel 1999 il gruppo allestisce tre
distinte produzioni: "Blue blues tour " a
maggio, "Armonie su smaglianti scenari'' a
giugno e "Pura bruma elettronica " in agosto
e settembre. Il primo è la presentazione del
libro di poesie dello scrittore cagliaritano
Alberto Lecca di cui Machina Amniotica ha
curato una versione su Cd ed una live. I testi
della raccolta di poesie si intrecciano con gli
interventi musicali in una partitura in cui “La
musica restituisce suono alla parola e la
parola restituisce voce alla musica ". Nel
secondo lavoro compaiono nove armonie
che raccolgono atmosfere rarefatte e
rumorismo, attraversando un territorio
definibile di etno punk. Con ",Pura bruma
elettronica" le sonorità sono più prossime al
drum'n’bass, al breakbeat ed al noise pur
non ricalcando nessuno dei canoni classici
dei generi musicali.Il tutto acquisito in una
attitudine punk per stravolgere le regole. A
questi lavori hanno fatto seguito il Cd-rom
interattivo "Machina omnia'' con un viaggio
visivo, sonoro e testuale di tutta la
produzione dei sette anni di vita della
Machina; quindi "Voices in your head" un
perforeading eseguito dal vivo durante la
rassegna Q/art a Quartu incentrato sulla
figura del poeta americano John Giorno.
''Out of order " è la registrazione dal vivo di
un tributo eseguito nel marzo del 2001 in
occasione della presentazione dell'omonimo
libro del poeta portoricano Pedro Pietri.
Insomma i Machina Amniotica guardano con
simpatia agli esperimenti di quel musicisti
che hanno sostituito il plettro con il mouse e
la chitarra con gli hard disk muovendosi
intorno ai territori di confine tra musica,
poesia e rumore. Le loro performances
hanno avuto luogo in numerosi festival
(specie a Cagliari ed Assemini) ma si
segnala anche l'esibizione a Parigi, nel
marzo del 1998, nell'ambito della rassegna
"VIA 3 festival" ed a Torino, nell'ottobre del
2001, per la presentazione del libro di
Carmine Mangone "Sparate sempre prima
di strisciare ". Questo lavoro è stato
ripresentato anche a Cagliari alla Galleria
ventotto, nel gennaio del 2002 con il titolo
de "L`uovo di Durruti in occasione di una
mostra dedicata al poeta surrealista
francese Benjamin Peret. Machina
Amniotica ha anche partecipato alla finale
della seconda edizione del Festival
Internazionale "HK2 Rimusicazioni" di
Bolzano con un lavoro di rifacimento e
rimusicazione della colonna sonora del film
muto del 1916 "The mistery of the leaping
fish " con Douglas Fairbanks. Ha anche
preso parte alla rassegna "Industriata 2000 "
nel novembre del 2000 al Beaubourg di
Cagliari aprendo la serata dedicata a
Pasolini che ha visto la partecipazione
anche di Lydia Lunch e Teho Teardo. Nel
giugno del 2002 hanno mandato alle stampe
un nuovo lavoro, ''Intricata transitoria ".
Un'ora esatta di musica suddivisa in nove
tracce originali del gruppo. Salvo i remix di
"Samora club " dei Krisma, "Over" dei
Portishead, ''Pakard " di Ritchie Hawtin e del
tema di Ennio Morricone tratto dal film
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni
sospetto " di Elio Petri.
TRACCE DISCOGRAFICHE
"Armonie su smaglianti scenari " (Cd, 1999)
"Pura bruma elettronica " (Cd, 1999)
"Intricata transitoria " (Cd, 2002)
gennaio 2004
vogue
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