SELEZIONE RASSEGNA STAMPA 2004 luglio 2oo4 – anno undicesimo della machina Ritual: N.17 giovedi 1 luglio 2004 MACHINA AMNIOTICA "Intricata Transitoria" (Small Voices/Wide) la ristampa di "Intricata Transitoria", uscito originariamente nel giugno del 2002, non è una produzione della Small Voices, ciò nonostante l'etichetta pugliese ne curerà la distribuzione. I Machina Amniotica sono una band attiva dal 1993 di difficile catalogazione. "IT" è un disco che, impreziosito dal mixaggio di Simon Balestrazzi (T.A.C.), va oltre la musica, poiché non si nutre solamente di sonorità electro, ambient, drum'n'bass e techno, ma anche di letteratura e cinema. Il suo incedere è lento, ciclico e a tratti risulta addirittura ostile a causa della lunghezza di taluni pezzi. Rispetto alla prima edizione, la nuova versione di "IT" ha una nuova veste grafica e due remix inediti ("Samora di Krisma e "Pakard" di Plastikman). (Lux) martedì 29 giugno 2004 ARTE : La fotografia di Mario Pischedda Provocazioni estreme in 40 anni di istantanee È già in vendita in America l’ultimo lavoro“Photos visit me” Gli capita in continuazione: «Le immagini mi arrivano fluidamente, la macchina fotografica è ormai l'appendice della mano». Dopo quarant'anni di “arte pura”, pratica quotidiana della “folgorazione”, Mario Pischedda sa suscitare poesia ovunque. «Un sasso, un albero, un tramonto. Ogni cosa ti viene incontro piena di senso»: alla base c'è una cultura onnivora, fame insaziabile che tutto ingoia per restituire opere d'arte. «Ogni immagine che affiora è calda bollente, e in quel momento sono invasato»: e “photos visit me”, da un verso di Silvya Plath, è il titolo del Cd di 136 immagini che Helyn Davemport, art director della galleria virtuale “Pixipoint”, ha voluto realizzare per il pubblico di tutto il mondo. Non a caso Mario Pischedda, consapevole come chi da quarant'anni combatte contro «le lobby» del mondo dell'arte a suon di provocazioni estreme e contando solo sulle proprie forze, si definisce “un miracolato di Internet”.«Qui bisogna combatterecontro tutto e tutti, perdersi in iter lentocratici, invece in America se l'opera è valida passa immediatamente ». Così è stato anche stavolta, a riprova dei tanti estimatori di Mario Pischedda sparsi nel mondo (addirittura in Corea, tanto che il nostro ha collaborato perfino con “l'Oliviero Toscani di lì”). Le immagini raccolte nel Cd, in vendita a 29 dollari e 95 centesimi, si accompagnano alle musiche del gruppo cagliaritano dei Machina Amniotica: «Helyn Davemport mi ha chiesto se avessi da suggerire qualcuno per le musiche. Le ho fatto conoscere loro ed è stata contentissima». Oltre i Machina, il sassofono di Daniele Ricciu, altro compagno di strada giovanissimo: «Il viaggio non si sa dove inizia e nemmeno dove arriva». Sente di potere tutto Mario Pischedda, amante dei paesaggi desolati di Hopper, così come della filosofia di Debord e delle didascalie dell'Ulisse di Joyce. «Sto cercando l'incontro fra video e fotografia. Voglio fare un film raggelato in una foto, e applicare al video i tempi lunghi della macchina fotografica. Tutto per un “petit” film, un piccolo film che assomigli ai lirici greci, brani in cui le parole sono talmente dense da far esplodere il senso». Esplosivo Pischedda, concentrato di autoironia, l'unico artista a voler diventare leggenda metropolitana da vivo: «ma legenda con una “g”». Provocatore fra i provocatori: all'amico Enrico Ghezzi, al quale da dieci anni sta inviando materiale su materiale, ha detto, «sarò l'unico ad aver collaborato a Blob senza essere mai “passato”». Al che, pare che il critico cinematografico più sfasato che ci sia, abbia risposto: «Ti stupirò ». MONICA PEROZZI ARTE godot NEWS settimanale di informazione culturale e di spettacolo N.29 – Mercoledì Giugno 2oo4 Il gruppo cagliaritano pubblica il suo ultimo lavoro con l'etichetta Small Voices Arriva “Intricata Transitoria” Machina Amniotica su cd Musica. suoni post rock elettronici e industrial, ma anche e sopratutto poesia e immagini in video, E' la formula, forse troppo riassuntiva per definire il lavoro di Machina Amniotica. formazione cagliaritana composta da Roberto Belli (testi, voce e campionamenti), Paola Cireddu (basso e voce), Arnaldo Pontis (testi, morbide macchine), Marco Rocca (testi chitarra e computer programming). Nell'undicesimo anno di vita, la “Machina” presenta la nuova edizione di "Intricata Transitoria" un album destinato per la prima volta al mercato nazionale, con alcune novità rispetto alla prima edizione del 2002. “Il cd è stato completamente rimasterizzato e contiene due tracce finali che sono i remix del primo brano Notte Sacra Contaminata, spiega Paola Cireddu. “Anche l’artwork è nuovo, firmato come sempre dal grafico Mauro Melis”. Il cd è stato stampato in mille copie dalla casa indipendente pugliese “Small Voices”: un’altra novità per il gruppo, che ha sempre distribuito e prodotto da sé i propri lavori. “La collaborazione è iniziata quando l’etichetta ci ha chiesto di partecipare ad una collezione di picture disk con i migliori gruppi emergenti di musica elettronica”, spiega ancora Cireddu. “Partecipammo con Museihushugi, un pezzo stampato in edizione limitata di 150 copie, esaurite in pochissimo tempo. Successivamente Machina ha proposto alla Small Voices Intricata Transitoria, ed eccoci qua. Tra i brani felicemente riproposti anche “cittadino”, ispirato al tema del film di Elio Petri “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” firmato da Ennio Morricone. Un pezzo riproposto ora nel nuovo cd, il cui video ha innescato, negli anni scorsi, una polemica a distanza con i Subsonica. “Questa è una nota dolente, qualcuno ha insinuato che avevamo copiato”, spiega Arnaldo Pontis. “Peccato che il nostro pezzo e il nostro video siano stati presentati all'Exmà a Cagliari nel giugno del 2oo2! I Subsonica hanno avuto la stessa idea, però l’anno dopo”. Intricata Transitoria contiene anche un bellissimo riadattamento di "Samora Club” dei Krisma storico gruppo elettropop che furoreggiava negli anni '80. Una collaborazione prestigiosa nata sul filo della rete. “ I Krisma li abbiamo contattati via e-mail dice Marco Rocca. Gli è piaciuta la nostra versione di Samora e sono venuti a Cagliari per conoscerci di persona. Nel 2002 abbiamo suonato insieme al Rockaralis. E dopo la presentazione del cd all'Ampurias di Cagliari , dove e quando si potranno seguire altre esibizioni? “Difficile dirlo”, dice ancora Marco Rocca: “Non faremo mia tournée per promuovere il disco, anche perché, per mettere in moto la machina abbiamo bisogno di uno spazio capace di accogliere tutti i nostri strumenti audio e video. E poi Intricata è solo una fase del percorso di Machina Amniotica, dove la musica è uno dei diversi strumenti per un progetto che in questi undici anni è stato fatto di poesia, suoni e immagini. Il futuro immediato è ancora la videoarte. dopo l'installazione "Warderland" di Giovanni Coda, di cui Machina Amniotica ha firmato la colonna sonora, e che, sta circolando molto nel circuito europeo delle gallerie d'arte, dalla Spagna alla Germania. "Non siamo nell'ottica di fare necessariamente un nuovo album”, spiega Roberto Belli. "Prossimamente proseguiremo la collaborazione con Giovanni Coda. Un progetto di musica, video e danza, che sta prendendo corpo piano piano". Piano, sì, ma la Machina è sempre in movimento. MARIA CARROZZA domenica 30 maggio 2004 Musica/Oggi all’Ampurias Machina Amniotica presenta il nuovo Cd Dopo il jazz di Claudia Tellini proposto nei giorni scorsi, la miscela a base di rock, elettronica e video di Machina Amniotica. E sempre all'Ampurias di Cagliari, oggi alle 21 ospiterà il rodato quartetto multimediale cagliaritano (attivo dalla metà degli anni Novanta) in cui militano Roberto Belli, voce, Arnaldo Pontis, sampler e tastiere, Marco Rocca, chitarra, e computer programmino, Paola Cireddu, basso e voce. All'interno di un intenso "live act", la formazione proporrà i brani dell'album Intricata Transitoria, lavoro licenziato nel 2002, realizzato negli studi NeuroHabitat del musicista ingegnere del suono Simon Balestrazzi, autoprodotto e distribuito dalla Small Voices, arrivato a cinque anni di distanza dal precedente Pura bruma elettronica e a un anno di distanza dal singolo Musehushugi picture-disk in edizione limitata . Agli occhi degli appassionati, la nuova edizione di Intricata Transitoria presenterà una rinnovata veste grafica in un lussuoso digipack a tre ante con serigrafia sul dorso del disco, mentre per quanto concerne il contenuto, nell'album ci saranno due remix inediti. Attraversato da influssi sonori di vario genere, drum&bass, techno, postpunk, e rimandi di vario genere, dai frammenti morriconiani tratti da Cittadino (il famoso film di Elio Petri interpretato da Gianmaria Volontè), alle cover Samora, Krisma, e Over, Portishead, Intricata Transitoria è senz'altro l'opera più matura di Machina Amniotica. Nel corso del concerto il Cd potrà essere acquistato al prezzo promozionale di 10 euro. Non è tutto. In apertura di serata troveranno spazio una videoinstallazione realizzata da Machina con la complicità del grafico Raffaele Mandis, e le proiezioni di alcuni videoclip: l'attenzione, in particolare, sarà rivolta al corto Museiushugi, che, nell'ultima edizione della rassegna V-Art svoltasi lo scorso mese all'Exmà, ha portato a casa il premio speciale per la ricerca In chiusura verrà proiettato anche Wanderland, frutto della collaborazione tra il gruppo di Roberto Belli e il regista Giovanni Coda. CARLO ARGIOLAS Festival/Cagliari: a giugno Marina Cafè Noir: anteprima su internet È nato il sito del Marina Cafè Noir (www.marinacafenoir.it), avamposto internet della manifestazione di letteratura, musica, teatro e arte che dal 15 giugno animerà la Marina a Cagliari. Realizzato da Francesco Adamo, dell’associazione Churmo (organizzatrice dell’evento) racconta l’edizione 2003 e soprattutto fornisce un’anteprima di quella che sarà l’edizione 2004. Ancora poche ore per conoscere il calendario che verrà ufficializzato questa settimana ma dalle pagine web si possono già conoscere i partecipanti. GLI SCRITTORI. Spicca la presenza di Massimo Carlotto, Sandrone Dazieri, Marco Philopat, Maurizio Matrone, Alberto Masala, Fabio Zucchella e Riccardo Raccis ospiti da oltre Tirreno che si aggiungeranno alla squadra composta da Francesco Abate, Paola Alcioni, Giulio Angioni, Cristiano Bandini, Andrea Cannas, Giulia Clarkson, Annalisa Ferruzzi, Gianluca Floris, Paolo Maccioni, Gianni Marilotti, Luciano Marrocu, Lorenza Mazzetti, Andrea Melis, Nino Nonnis, Flavio Soriga, Giorgio Todde. GLI ATTORI. Elio Turno Arthemalle, Giancarlo Biffi, Emanuela Cau, Senio Dattena, Sonia Deidda, Grazia Dentoni, Daniele Fiori, Pierpaolo Frigau, Giulio Landis, Johnny Manca, Lapola, FabioMarceddu, Tiziana Martucci, Mauro Mou, Daniela Musio, Isella Orchis, Pierpaolo Piludu,Cristina Racca, CesareSaliu, Daniela Spissu, Silvia Fara, Alessandra Pisu, Monica Spanu. I MUSICISTI. Gabriele Boi, Mario Brai, Gianpaolo Campus, Marcella Carboni, Domenico Cocco, Silvia Corda, Ricky Dessì, Elisabetta Lacorte, Machina Amniotica, Simone Murru, Mirko Pilloni, Antonello Pisano, Luca Pischedda, Riccardo Pittau, Vittorio Pitzalis, Lu, Sergio Priani, Sikitikis, Stefano Rachel, Alberto Sanna, Stefano Tedesco, Gabriele Scano. GLI ARTISTI. Franco Agus, Giorgia Atzeni, Massimo Corazza, Giorgio Podda, Carlo Crasto, Annalisa Achenza, Cesare Dattena, Lea Gramsdorff, Nazareno Miconi, Antonio Podda, Angelo Liberati, Federico Car sabato 29 maggio 2004 Domani all'Ampurias di Cagliari Machina Amniotica esce «Intricata» CAGLIARI. Torna in pista Machina Amniotica l'ensemble sardo di musica poesia e performing art, tra i più interessanti della scena electro e sperimentale italiana, con una serata assolutamente da non perdere, domani a partire dalle ore 21,30 nei locali dell'Ampurias di piazza Savoia, spazio aperto da tempo alla musica live con proposte originali (e non solo, nei mesi scorsi si sono tenute anche interessanti sessions di poesia e letteratura con la partecipazione di scrittori. poeti e musicisti). Come quella appunto di domani sera, dedica alla presentazione dell'album "IntricataTransitoria", pubblicato e distribuito nazionalmente dall'etichetta Small Voices. Un risultato importante per questa formazione composta da Arnaldo Pontis, tastiere e samplers, Paola Cireddu, basso elettrico e voce, Marco Rocca, chitarre, editino, computer ptogramming e Roberto Belli, cantante e autore delle liriche, personaggio di punta dell’under-ground cagliaritano che vede premiato un lavoro di alta professionalità e impegno durato diversi anni. L'ensemble di Machina Amniotica nel corso di uno "show case" assai particolare presenterà in un set semiacustico brani tratti dall'album in contemporanea alle proiezioni dei videoclip relativi. Nel locale si potrà seguire una videoinstallazione realizzata in tandem dallo stesso gruppo e il grafico e creativo Raffaele Mandis. Nel corso della sera, accanto alla musica anche le proiezioni di due video davvero di livello. Come «Museiushugi» che ha vinto il premio per la migliore ricerca in occasione del festival internazionale «V-Art». A chiudere la serata sarà infine un altro video coprodotto dalla stessa Machina Amniotica e dal videomaker Giovanni Coda (autore della regia) intitolato «War Der Land» che, proprio pochi giorni fa, è stato proiettato al festival Confluencia di Barcellona (w.p.) godot NEWS settimanale di informazione culturale e di spettacolo N.23 – Mercoledì 28 Aprile 2oo4 L’opera del videoartista Giovanni Coda con le musiche di Machina Amniotica “WarDerLand”, paesaggi di guerra tra inquietudine e ironia L’uomo di Leonardo, ode alla perfezione, si è voltato. E’ diventato quasi un crocifisso proiettato verso gli orrori dei paesaggi di guerra, creati dalla sua razza. Le sfere di Magritte, si inseriscono in una realtà dove trionfa la banalità del male. Frammenti esasperanti del nostro mondo sottolineati da una colonna sonora divisa tra inquietudine e ironia. Questo e altro è WarDerLand, ultima fatica videoartistica di Giovanni Coda con la collaborazione di Machina Amniotica per la musiche. Dopo la proiezione, che si è tenuta all’Exmà di Cagliari, gli chiediamo perché ha scelto di diventare un videoartista. “E’ un modo per potermi esprimere liberamente e dare un’interpretazione alla realtà che ci sta attorno. Certo, avrei potuto usare altri mezzi come la scrittura o il cinema tradizionale, ma ho preferito essere antinarrativo e la videoarte in questo senso si adegua alle mie opzioni espressive. Il mio mondo artistico è fatto di frammenti, di messaggi scardinati in mille dettagli, che provengono anche dalla mia esperienza personale. Si dice che la videoarte sia estremamente efficace nella comunicazione. Per esempio, il mio lavoro precedente Serafina ha scatenato alcune polemiche su etica e arte. Ma va bene, perché un’opera d’arte deve creare discussione, dividere”. Presentando il video, hai parlato dell’esigenza di un “sound diverso”. E’ per questo che hai deciso di collaborare con Machina Amniotica? “Ho cercato sempre di lavorare con musicisti interessanti, con Machina Amniotica ci conoscevamo da anni e finalmente ci siamo incontrati con questo progetto. Per WarDerLand abbiamo sviluppato il concetto dei paesaggi di guerra: da un parte attraverso un’idea musicale, dall’altra, con le immagini, operando separatamente. In un secondo momento i Machina hanno visionato il mio lavoro ed io ascoltato il loro. Dato che eravamo arrivati agli obiettivi proposti è stato facile assemblare il materiale approvato da tutti”. “WarDerLand” è interessante proprio per questa connessione artistica: la musica è nello stesso tempo seducente e aggressiva, connessa strettamente al contenuto drammatico. Ma c’è anche un senso di incredibile pietà… “Sono le forme dei conflitti armati, che non si fermano certo all’Iraq. I paesaggi di guerra del video comprendono scenari dell’Africa, della Shoah”. Dell’11 settembre… “Sì, ma abbiamo fermato l’immagine dell’aereo quando entra nella Torre, prima dell’esplosione. I paesaggi di guerra sono anche nei corpi: c’è una donna, per esempio, crocifissa su un ventilatore che smuove aria che altri ci gettano addosso…”. Quale sarà la vita di WarDerLand? “Prima di tutto si sposta al festival contemporaneo d’arte Confluencia in Spagna, a cui sono stato invitato insieme ai Machina Amniotica. In seguito andrà a Francoforte come video installazione alla Mull Art Gallery . Ritornerà sempre a Francoforte a settembre in una raccolta della video rassegna V-Art. Saremo anche a Torino, all’interno della rassegna Incanti, Festival del Cinema delle Ombre e, a fine anno, a Madrid. Ci sono accordi, ancora da definire nei dettagli, per Città del Messico. WarDerLand ha appena iniziato il suo viaggio. un fotogramma tratto dal video WarDerLand sabato 24 aprile 2004 Giovanni Coda e Machina Amniotica Flussi d'immagini sonore Sono talmente fuse. musica e immagini che sembrano opera di uno stesso autore. Invece sono il frutto di una collaborazione artistica arrivata dopo anni di amicizia e reciproca stima. Ne sono protagonisti il videoartista Giovanni Coda e Arnaldo Ponfis, Roberto Belli, Paola Cireddu e Marco Rocca, vale a dire il gruppo di Machina Amniotica. WarDerLand ossia terra di guerra, è stato presentato giovedì all'Exmà prima di partecipare al festival di musica contemporanea e audiovisivi Confluencia di Barcellona per poi approdare nel lontano Messico e alla MullArtGallery di Francoforte. Un'anteprima per applaudire la trentesima fatica di Coda, che quattordici anni fa iniziò il suo percorso da videoartista, status assai difficile da mantenere in questa Isola. Fatto sta che autoproducendosi tutti i lavori tranne uno, Coda è riuscito nel tempo a costituirsi intorno una solida attenzione internazionale, sicuramente più vitale e proficua di quella locale, fatta eccezione per rare collaborazioni con altri isolani di cui quella con Machina Amniotica rappresenta una delle più produttive. In WarDerLand è come se tirasse le somme di esperienze pregresse e, solo per citarne alcune, riaffiorano brandelli di Serafina opera shock di un paio d'anni fa e del più recente Other-Body. Immagini che si scoprono come strati sovrapposti di uno stesso graffito, volti e corpi dinamici contrapposti a paesaggi magrittiani, sospesi oppure realistici quotidiani. ma rielaborati come artefatti. Una dichiarazione di stile attraverso colori assoluti. fino al bianco e nero delle immagini che testimoniano l'orrore dei campi di sterminio nazisti. Immagini che nel loro fascio di luce coinvogliano il suono di Machina Amniotica a tratti orientaleggiante e con una costante e coinvolgente pulsazione ritmica. MONICA PEROZZI martedì 16 marzo 2004 Quindici canzoni per la Smallvoices Arriva “Splintered”, opera numero quattordici I Tomografia assiale computerizzata sfoderano un altro disco. Si chiama Splintered (“frantumato”) ed è il quattordicesimo album dei T.a.c, band elettronica emiliana nata nel settembre del 1981 ma con passaporto sardo da circa tre anni. Quindici tracce pronte a uscire in questi giorni e prodotte dalla Smallvoices che rappresentano l’ultimo anello di una vastissima produzione partita nel 1982 con Senza Titolo e cresciuta anche grazie a numerose compilation e una decina di colonne sonore composte per cinema e teatro, tra cui quella delfilm The Cleaner (regia di Fabyan Klatura, 1995). «Tre dischi in meno di due anni sono decisamente troppi», spiega Simon Balestrazzi, leader del gruppo, «per il momento ci fermiamo qui e il prossimo impegno sarà per il 2005 con un album deciso a segnare una profonda evoluzione sonora: forme a ballata con archi e chitarre sempre più presenti amalgamate con synth come VCS-3 del ’69 utilizzato dai Pink Floyd e strumenti fai da te: piccole molle opportunamente microfonate e chitarre col fil di ferro al posto delle corde». Balestrazzi sottolinea che l’obiettivo dei t.a.c non è quello di concepire una tecnica originalestile Paolo Angeli ma più semplicemente punta allascoperta di sonorità primitive. «Molti gruppi elettronici oggi fanno uso e abuso di sequencer, midi e basi: in questo modo si rischia l’appiattimento perché tutti utilizzano gli stessi software di programmazione. Noi preferiamo sempre e comunque i suoni acustici divertendoci a filtrarli con l’elettronica senza mai rispettare le voci dello strumento originale. Il risultato che ne viene fuori è talmente particolare che molti critici, nelle loro recensioni, confondono spesso la voce col suono della tromba».Tra i progetti di Balestrazzi c’è una carriera da produttore artistico pronta a partire. «Da fonico il rock mi diverte molto ma a livello di idee da portare avanti punterò tutto su territori di confine, cose suggestive». Guai a chi prova a dirgli che la musica elettronica è un genere che le masse non digeriscono facilmente. «Macché, dopo il successo di Bjork, da tre anni a questa parte si manda giù di tutto e oggi i gruppi come il nostro vengono inseriti ai limiti del pop». (e.f.) martedì 16 marzo 2004 Musica. Da Parma alla Sardegna: incontro con il produttore e compositore Balestrazzi,l’onda elettronica L’avventura dei T.a.c., avanguardia tecnologica Ha amplificato e suonato di tutto,dalle seghe elettriche fino a una oppia di gigantesche molle di pistoni di nave: duecento chili per ue metri e quaranta stoicamente ecuperate in un cantiere navale el porto di Genova. Soltanto il entimento più romantico del ondo, cinque anni fa, poteva costringerlo a vivere in Sardegna, terra antica quanto diffidente verso un futuro che non attacca. E così, Simon Balestrazzi, architetto parmigiano di 42 anni, ingegnere del suono di professione e leader dei T.a.c., ha deciso di darci un taglio con seghe elettriche, rottami di macchine industriali e molle marine, regalandoli a fine concerto al proprietario di un locale di Innsbruck: «Impossibile caricarli sull’aereo per Cagliari». L’amore gli avrà pure tolto il gusto di cimentarsi con avanzi di nave, però non è riuscito a sopire la passione per la musica elettronica. Anzi. «Ci aspetta un periodo molto intenso, una manciata di concerti tra Sassari, Oristano e Cagliari e poi, tra aprile e maggio, partiremo per un tour di dieci date in Svizzera, Germania e Polonia». Se da una parte Balestrazzi (synth ed elettronica) e i suoi T.a.c. (Monica Serra alla voce e Corrado Loi, basso ed elettronica) hanno dovuto ridimensionare il set di strumenti da esibire dal vivo, dall’altra hanno aggiunto nuove pagine al progetto sonoro (le chitarre di Antonio Piga e un quartetto d’archi) di una band che, nata a Parma nel 1981, una trentina i musicisti di passaggio, ha alle spalle ben tredici dischi a cavallo tra martellanti rigurgiti industriali e impasti sonori meno turbolenti figli del terzo millennio, «roba che oggi si può ascoltare anche mangiando». La carriera professionale di Balestrazzi è iniziata a Parma, proseguita a Firenze e ingrassata a New York dove ha fatto incetta di diplomi di specializzazione, scambi di esperienze illuminanti e pratica sulla strumentazione più avanzata. «Negli Stati Uniti hai la possibilità di apprendere le tecniche e i linguaggi giusti, in Italia sei condannato a restare un autodidatta». Domanda: Sardegna e musica elettronica, un matrimonio possibile? Risposta: «Sull’Isola non c’è alcun interesse né da parte dei giornali né delle televisioni: niente di niente. Voi, oltre a parlare poco di tutto, vivete di finto etnico: un intruglio ripulito e continentalizzato che amate diluire col jazz. Nonostante le meravigliose radici musicali non siete in grado di tirarle fuori e valorizzarle, basti pensare che non esiste neanche una registrazione di un grandesuonatore di launeddas come Aurelio Porcu. Quando non ci sarà più, la sua arte finirà nel dimenticatoio. Come se non fosse mai esistita». Eppure, secondo Balestrazzi, il movimento della musica elettronica made in Sardinia, pur essendo di nicchia, è più rigoglioso di quello che sembra. Una decina i gruppi stabili tra cui Vic 20, Th26, Tonal 13, Asaf 288, Lu, Henning Frimann, Machina Amniotica e un esercito di giovani tra i 18 e 25 anni dotati di buone intuizioni e pratici di sampler, synth e computer che spaziano dalla dance al drum&bass. Dove? Soprattutto nel Cagliaritano e, ultimamente, a Macomer. «Avete musicisti di ottimo livello ma con poca voglia di collaborare e rischiare. Nella Penisola gente molto meno capace si butta sul mercato con ambizioni smisurate: se la tentano e molte volte gli va persino bene. Ma cosa si può pretendere quando invece di dare fiato alle fresche correnti musicali che spirano sull’Isola, i gestori e i proprietari trasformano club elocali notturni in anonime discoteche?». EMILIANO FARINA venerdi 27 febbraio Produzioni internazionali all’Exmè e alla Cineteca di Cagliari Evolution e V-Art fa il bis Da stasera una rassegna di cortometraggi Neanche una settimana e riparte V-Art. Giusto il tempo di tirare le somme: «In quattro serate son stati tesserati 200 soci», dice Giovanni Coda, infaticabile organizzatore del festival che si avvia ai dieci anni. «C’è stata una partecipazione simile a quella degli inizi. Un pubblico attivo, che orienta con proposte. Vorremmo far fronte a tutte, ma i mezzi son quelli che sono». A tante sollecitazioni segue Evolution, tempo intermedio fra l’ottava e la nona edizione. Una rassegna internazionale di corti, immagini d’autore che valgono un tesoro. Produzioni spagnole da duecentomila euro, diffuse senza difficoltà. Un altro mondo dall’Italia, per non dire dall'Isola. Mondo dove esiste un monitoraggio continuo, e un tutoraggio che dura fino a quando chi produce non riesce a camminare da solo. Dove le case di produzione si associano per garantire la distribuzione, ed esistono borse di studio, finanziamenti certi e sostanziosi. Corti di quel mondo, ma prima Evolution, tempo intermedio, parte questa sera all’Exmà alle 19. Nella Torretta ci sarà fino al 4 marzo l’esposizione delle foto vincenti al concorso Fotografic@ 04, e la proiezione a ciclo continuo su monitor di 18 video fra finalisti e non del V-Art 04. Installazione che dal 6 al 13 marzo, farà spazio a quella videografica di Giovanni Coda, Other Body, presentata in antemprima alla Mull Art Gallery di Francoforte a giungo del 2003, e poi esposta a Gjion, e a Madrid . Produzione A.C.Labor di cui è in lavorazione la seconda parte, WarDerLand, con musiche originali di Machina Amniotica. Dal 12 marzo, le quattro date dedicate al corto spagnolo, le prime due all’Exmà, le altre alla Cineteca Sarda che collabora alla rassegna. Premiatissimi in Spagna, passeranno 20 corti, cinque per serata, per una media di un'ora e mezza di proiezione. Alle ore 21, venerdì 12 marzo, in programma De nuevo tu, di un italiano, Marco Fettolini, poi Sinfonia desconcertante di Bèlen Santos, Estés donde estés di Nicolas Tapia, Nunca es domingo di Carlos Deuenas e 7337 di Sergio Sancèz. Sabato 13 marzo, sempre alle 21, passeranno Bamboleho di Luis Prieto, El origin del problema di Albert Ponte, El columpio di Rafa Russo, El negre es el color de los Dioses di Mark Riba e Anna Solanas, ed ultimo V.O. di Antonia San Juan. Lunedì 22 marzo ci si sposta in Cineteca, dove alle 21 sarà la volta di Mala espina di Belèn Marcias, poi El labirinto de Simone di Ivàn Stegmayer, Un assunto pendente di Josè Manuel Quiroga, e Lo Basico di Josè Garcia Hernandez. Martedì 23 marzo, passerà per primo Allenamento de morada di Gil de Mateo, poi Una feliz navidad di Julio Diez, Lanciera de Ocasion di Teresa Marcos, Flores di Davide Ilundian, chiude Entre Vias di Juan Vincente Cordoba. Ad Aprile, V-Art sarà ormai lanciato senza soluzione di continuità nella nona edizione:«Si partirà da un genere per scandagliare tutti gli altri», annuncia Coda, «il respiro sarà internazionale con delle vere e proprie monografie dedicate ad autori italiani». Fra cui Simone Massi, il ventisettenne che ha vinto l'ottava edizione col cartone animato Piccola Mare. Monica Perozzi domenica 22 febbraio 2004 lunedì 16 febbraio 2004 venerdi 13 febbraio Da domani a Cagliari manifestazione di beneficenza per Pedro Pietri Nuyorican poetry café Letture e musica per 2 giorni alla Marina È nelle mani che si trova la definizione di magia recita Pedro Pietri, autore e istrione di grandissima presenza scenica, erede del bardo comunitario Jorge Brandon. Ma anche nelle voci, nei segni, nei suoni che domani e domenica si mescoleranno all’odore di mare del quartiere Marina di Cagliari. Nei café, nei teatri e nelle gallerie d’arte gli artisti cagliaritani si esibiranno a sostegno del fondo di beneficenza per pagare le cure del poeta Pietri, ammalato di tumore allo stomaco. Marina Nuyorican Poetry Café è la seconda scommessa, dopo la precedente lanciata sul palco dello spazio polivalente il Ridotto di via Ada Negri.Cinquecento euro è la somma racimolata lo scorso 1 febbraio. Ma il traguardo è lungo e ha una cifra a quattro zeri. Trentamila dollari per pagare i trattamenti medici alternativi che la sua assicurazione sanitaria si rifiuta di coprire. Una meta difficile da raggiungere, ma necessaria per salvare la vita a colui che ha dato identità e dignità letteraria ai milioni di portoricani emigrati negli Stati Uniti. Un atto dovuto al bizzarro ideatore di quella lingua mista, che sta a metà strada tra l’inglese e lo spagnolo, di quell’idioma di strada che prende il nome di nuyorican.«L’idea è nata dopo aver apprezzato il precedente esperimento dedicato a Pietri - racconta Carlo Birocchi, mente d’eccezione degli ultimi eventi in città - ma questa volta con una veste nuova, quella utilizzata per il Marina Café Noir: vivere il rione e i suoi luoghi più caratteristici». La giusta solidarietà per un verseggiatore anomalo che ha dato linfa al riscatto dalla condizione di diverso che appartiene a tutti coloro che vivono ai margini della società.«Un modo per fare qualcosa di utile a un grande rappresentante della poesia contemporanea, questo l’unico motivo che ci anima», spiega lo scrittore Alberto Lecca. Organizzata dal Teatro Palazzo d’Inverno Onlus, Machina Amniotica, le associazioni culturali Italia Inghilterra e Chourmo, la manifestazione vedrà scendere in campo musicisti e scrittori, pittori e attori, altri nomi e gradevoli sorprese. Ad inaugurare l’ambizioso programma, sabato alle 19 al Café Barcellona (in via Barcellona, angolo piazzetta Dettori già scenario del reading organizzato dal tenore Gianluca Floris), sarà un informale dibattito sul periodo italiano di Pietri e racconti sulla sua visita in Sardegna nel 2001, con gli interventi di Alberto Lecca e Daniela Paba. Alle 21 il Teatro Palazzo d’Inverno (in via Principe Amedeo) ospiterà la già collaudata formazione di Machina Amniotica, Mario Pischedda e Lecca. In scena un miscuglio di interferenze noise, installazioni multimediali e linguaggi tutt’altro che convenzionali. Domenica si comincia alle 13 con vino, cibo, aperitivi, video, filmati, pitture alla Galleria Arcivernice (di via Baylle) per poi proseguire dalle 19 al Café Savoia (piazzetta Savoia). Negli spazi dello storico bar Johnny Manca e Fabio Marceddu presteranno la voce e i gesti alle parole di scrittori quali Miguel Algarìn, lo stesso Pietri e altri. A seguire Giacomo Casti in Drammi in breve movimento, concentrato di racconti dalla vocazione drammatica, accompagnato dal pianista Stefano Rachel. Concluderà l’attore del Cada Die Teatro Pierpaolo Piludu. Nella due giorni appuntamento fisso, dalle 19 in poi con l’action painting allo Spazio P di via Barcellona. Il quartiere ancora una volta nel giro di pochi mesi il quartiere Marina gioca il ruolo di catalizzatore culturale, di nuovo spazio a disposizione delle arti ma anche di una nuova socializzazione non necessariamente legata agli stereotipi sinora visti e proposti dai locali notturni della zona. Francesca Fradelloni martedì 3 febbraio 2004 Mario Pischedda, Machina Amniotica e Alberto Lecca in scena per il poeta Pietri Tutti insieme per salvare Pedro il nuyorican In campo funamboli dell’arte, contaminatori musicali e verseggiatori maledetti, in gioco la dura battaglia per la vita. Quella del grande scrittore Pedro Pietri, malato di tumore allo stomaco. Tra un’asta improvvisata, decibel sparati a tutto volume e letture blues, è scivolata la serata che, domenica scorsa, ha riunito molti artisti sardi in sostegno del fondo di beneficenza nato per pagare le cure del poeta portoricano. Cinquecento euro è la somma racimolata con la solidarietà di chi ha donato il proprio estro esibendosi sul palco dello spazio polivalente il Ridotto di via Ada Negri a Cagliari. Ha inaugurato la sfida Mario Pischedda, sponsor della sua arte che non chiede denari perché è «meglio una copia per 10 lettori che 10 libri per un solo lettore». Performer da sempre in equilibrio instabile, intellettuale impegnato a quanto gli succede intorno eppure sempre in volata, guizzante, inafferrabile, soprattutto dal sistema che tutto fagocita e allinea «dove l’avversario è un nostro clone». I have a dream, è il suo proclama poetico, Voglio diventare famoso possibilmente molto famoso, il sottotitolo. Pischedda non indugia a esporsi in prima persona o a rovistare nel potenziale espressivo ancora oscuro e tutt’altro che convenzionale. Un dissacratore che non esita a citare Arnold Böecklin, pittore simbolista svizzero, adorato dal Fuhrer, non rinuncia a desiderare di essere un «frammentino saffico musicato bene» o «un frame subliminare su Blob». Sotto i riflettori anche Machina Amniotica che hanno rovistato, sempre supportati dalle loro installazioni multimediali di poesia, suono e rumore, nelle parole del grande Pedro. Composizioni al di là dello specchio della normalità quotidiana, affreschi di scenari crudi e senza speranza della metropoli «dagli alti edifici e dai piccoli esseri umani», dove i quartieri si chiamano barrios, «i bidoni della spazzatura sono pregni di vita» e le panchine dei parchi sono tutte occupate dai senzatetto. Per concludere Alberto Lecca, accompagnato dalla sua inseparabile bottiglia di Porto. In scena il pedroblues, ritmo altrettanto onirico e visionario, come le denuncie graffianti del compositore nuyorican. Uno dopo l’altro i protagonisti delle pagine più belle di Pietri, un mondo variopinto di disperati in attesa del sussidio, eroi della sopravvivenza, artisti di strada, emigrati di quell’America «paese straniero nel suo stesso paese». Tutti coloro che vogliono dare il loro contributo possono farlo recandosi all’associazione culturale Italia-Inghilterra (via Machiavelli, 97) o alle librerie Cuec (piazza d'Armi) e Fahrenheit 451 (via Basilicata, 57). Francesca Fradelloni domenica 1 febbraio 2004 Serata urgente per Pedro Appuntamento oggi con “Serata urgente per Pedro”, dalle ore 18 nello spazio polivalente “Il Ridotto”, in via Ada Negri 28. Anche Cagliari, grazie all’intervento dell’associazione culturale Italia-Inghilterra, Machina Amniotica, Cuec Edizioni, Erbafoglio e Rainbow Progetto Aperto, si è mobilitata per venire in aiuto a Pedro Pietri, il nuyorican poet, scrittore di teatro e attore, che ha urgente bisogno di cure molto costose per una grave malattia. gennaio 2004 (presentazione ufficiale a Cagliari giovedi 15 gennaio 2004) MACHINA AMNIOTICA In altra sezione del volume segnaliamo un esperimento di unione di poesia e musica nel progetto trentino dei Turya Trance. Qui diamo conto di un'altra operazione, più complessa ed articolata che matura in Sardegna che da voce, abbinandola ad una particolare tessitura musicale, a giovani poeti contemporanei. In attività dal 1993 con il nome di Materia Prima, Machina Amniotica nasce a Cagliari dall'unione degli intenti di alcuni giovani musicisti provenienti da una formazione musicale rock. Sono: Roberto Belli, indicato come "CDO " (voce cura dei testi e campionamenti), Arnaldo Pontis, cioè "System Shutdown" (campionamenti e "morbide macchine''); Marco Rocca, Mar.Core (chitarra, campionamenti e editing). A loro si è aggiunta in tempi più recenti Paola Cireddu, indicata come "Rypley 8 " (basso e voce). Mettono insieme "un progetto poetico rumorista cybercore d'intervento sulla realtà per descrivere lo stato dell'uomo odierno in continuo disfacimento”. In altre parole si tratta di performances e installazioni multimediali di poesia, suono e rumore. Nel 1995 viene assunta l'attuale denominazione e viene confermata la vena ispiratrice post industriale creando un ambito di ricerca più vicino alle sperimentazioni musicali, grazie anche agli apporti della voce recitante di Roberto Belli (CDO) e della chitarra di Marco Rocca (Mar.Core). Non è quindi solo un progetto di ricerca musicale o teatrale o di nuove scritture poetiche; Machina Amniotica vuole invadere tutti i campi dell'espressione artistica. Dopo anni di ricerca all'interno del concetto di performance sperimentale, negli ultimi tempi questi autentici “terroristi sonori” si sono rivolti ad un aspetto più specificamente mirato alla ricerca musicale nel campo dell'elettronica, dei cut up e dei campionamenti per la produzione di lavori sicuramente più musicali rispetto alle attività del passato. E’ questo un percorso avviato con la performance "Nessunaltraluce" del 1998 poi sviluppato con "Il biglietto che è esploso" dell'anno successivo, dove il concetto di cut up elaborato dallo scrittore americano William Burroughs viene esteso non solo alla parola scritta ma anche agli interventi sonori e visivi: il tutto in diretta e dal vivo. Nel 1999 il gruppo allestisce tre distinte produzioni: "Blue blues tour " a maggio, "Armonie su smaglianti scenari'' a giugno e "Pura bruma elettronica " in agosto e settembre. Il primo è la presentazione del libro di poesie dello scrittore cagliaritano Alberto Lecca di cui Machina Amniotica ha curato una versione su Cd ed una live. I testi della raccolta di poesie si intrecciano con gli interventi musicali in una partitura in cui “La musica restituisce suono alla parola e la parola restituisce voce alla musica ". Nel secondo lavoro compaiono nove armonie che raccolgono atmosfere rarefatte e rumorismo, attraversando un territorio definibile di etno punk. Con ",Pura bruma elettronica" le sonorità sono più prossime al drum'n’bass, al breakbeat ed al noise pur non ricalcando nessuno dei canoni classici dei generi musicali.Il tutto acquisito in una attitudine punk per stravolgere le regole. A questi lavori hanno fatto seguito il Cd-rom interattivo "Machina omnia'' con un viaggio visivo, sonoro e testuale di tutta la produzione dei sette anni di vita della Machina; quindi "Voices in your head" un perforeading eseguito dal vivo durante la rassegna Q/art a Quartu incentrato sulla figura del poeta americano John Giorno. ''Out of order " è la registrazione dal vivo di un tributo eseguito nel marzo del 2001 in occasione della presentazione dell'omonimo libro del poeta portoricano Pedro Pietri. Insomma i Machina Amniotica guardano con simpatia agli esperimenti di quel musicisti che hanno sostituito il plettro con il mouse e la chitarra con gli hard disk muovendosi intorno ai territori di confine tra musica, poesia e rumore. Le loro performances hanno avuto luogo in numerosi festival (specie a Cagliari ed Assemini) ma si segnala anche l'esibizione a Parigi, nel marzo del 1998, nell'ambito della rassegna "VIA 3 festival" ed a Torino, nell'ottobre del 2001, per la presentazione del libro di Carmine Mangone "Sparate sempre prima di strisciare ". Questo lavoro è stato ripresentato anche a Cagliari alla Galleria ventotto, nel gennaio del 2002 con il titolo de "L`uovo di Durruti in occasione di una mostra dedicata al poeta surrealista francese Benjamin Peret. Machina Amniotica ha anche partecipato alla finale della seconda edizione del Festival Internazionale "HK2 Rimusicazioni" di Bolzano con un lavoro di rifacimento e rimusicazione della colonna sonora del film muto del 1916 "The mistery of the leaping fish " con Douglas Fairbanks. Ha anche preso parte alla rassegna "Industriata 2000 " nel novembre del 2000 al Beaubourg di Cagliari aprendo la serata dedicata a Pasolini che ha visto la partecipazione anche di Lydia Lunch e Teho Teardo. Nel giugno del 2002 hanno mandato alle stampe un nuovo lavoro, ''Intricata transitoria ". Un'ora esatta di musica suddivisa in nove tracce originali del gruppo. Salvo i remix di "Samora club " dei Krisma, "Over" dei Portishead, ''Pakard " di Ritchie Hawtin e del tema di Ennio Morricone tratto dal film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto " di Elio Petri. TRACCE DISCOGRAFICHE "Armonie su smaglianti scenari " (Cd, 1999) "Pura bruma elettronica " (Cd, 1999) "Intricata transitoria " (Cd, 2002) gennaio 2004 vogue