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LA TRAMA ORIGINALE
“Amleto”, opera composta da William Shakespeare nel 1601, ha inizio
quando sugli spalti del castello di Elsinore, capitale del regno di Danimarca, si scorge lo spettro del re defunto.
Esso ritorna ogni notte per chiedere al
figlio Amleto vendetta, poiché è stato
avvelenato dal fratello Claudio, che
ora regna al suo posto con la regina
Gertrude. Amleto, rimasto turbato
dall’incontro con lo spettro, confida ciò che ha visto e sentito al suo
amico Orazio, e decide di attuare un
piano per accertare la veridicità delle rivelazioni che ha avuto. Il re e la regina
intanto vorrebbero scoprire qual è la motivazione che ha reso Amleto lunatico
e intrattabile; a questa domanda risponde Polonio, ciambellano di corte e padre
di Ofelia, dicendo che Amleto è sconvolto dal rifiuto di Ofelia, messa in guardia
dal fratello Laerte e dal padre stesso, dell’impossibile legame con il principe. A
questo punto Amleto e Ofelia si incontrano e lui, ancora traumatizzato dalle
recenti scoperte, la maltratta e le consiglia di farsi suora, perché il suo amore
non è ricambiato. Amleto attua il suo piano facendo recitare da alcuni attori annunciati dai suoi compagni di università Rosencrantz e Guildenstern, chiamati
a corte per scoprire l’origine della sua ipocondria, un dramma che richiama il reale tradimento della regina, di Claudio e l’omicidio del re. La reazione di Claudio
è immediata, lo spettacolo viene interrotto, Amleto ha la prova innegabile della
colpevolezza dello zio e della madre, con la quale ha poi un duro colloquio durante
il quale uccide Polonio, scambiato per lo zio Claudio. In seguito a quest’assassinio, Ofelia impazzisce e muore, annegando in un fiume. Amleto viene quindi incolpato da Laerte per aver portato Ofelia alla pazzia, e per questo i due si sfidano
a duello, su consiglio del re. Re Claudio desidera che Amleto rimanga ucciso a
tutti i costi durante questo duello, quindi avvelena la punta della spada di Laerte e la coppa da cui avrebbe bevuto il principe. Tuttavia il duello si svolge diversamente da come previsto: durante lo scontro Amleto viene colpito dalla spada
di Laerte e in seguito avviene uno scambio delle due armi, per cui anche Laerte
viene colpito. Intanto la regina beve dalla coppa di Amleto e quindi muore tra le
braccia del figlio; Laerte prima di morire confessa all’amico il suo tradimento e
i progetti sul duello fatti da lui e dal re. Amleto, ormai morente, costringe il re
a bere dalla stessa coppa da cui la madre Gertrude aveva bevuto e muore affidando al sopraggiunto principe di Norvegia Fortebraccio il regno di Danimarca e
all’amico Orazio la narrazione della sua tragica storia.
La Compagnia dei Giovani
presenta
Amlet
spettacolo in salsa comica
le disavventure
di
1 regista e 6 attori
alle prese
con l’Amleto
di W. Shakespeare
Regia di
Michele Torresani
LA COMPAGNIA DEI GIOVANI
Lo spettacolo che presentiamo nasce dalla partecipazione (in qualità
di vincitore del Trentino-Alto Adige) alle Finali Internazionali dell’edizione 2008 del Concorso di Regia F.Piccoli, dedicato proprio alla
messinscena dell’Amleto di W.Shakespeare. Spinto dai numerosi
riscontri positivi che ci invitavano da più parti alla produzione dell’intero spettacolo e sull’onda del significativo risultato ottenuto alle
finali regionali (premio della giuria tecnica e del pubblico) ho deciso di
realizzare un progetto a cui pensavo da tempo, ovvero la formazione
di una nuova compagnia teatrale che produca spettacoli di qualità
puntando su giovani attori trentini con una solida formazione teatrale, affiancati da quelli più promettenti provenienti dai laboratori
condotti in questi anni.
PERSONAGGI e INTERPRETI
Joe
Tiziano Chiogna
Nina Paola Calliari
IL NOSTRO AMLETO
Henry Mattia Arcidiacono
Terry Francesco Bonet
Fadge Stefania Tarter
Carnforth Luca Bertolla
Tom Sebastiano Cecchini
Foto di Ivano Winterle
Il progetto di messinscena (inizialmente “compressa” dal vincolo
temporale di 18 minuti del concorso) trova ora il suo naturale e pieno sviluppo in uno spettacolo della durata di un’ora che prende spunto
dalla riverenza e dalla difficoltà che può suscitare il primo approccio
alla messinscena del grande classico, uno dei testi sacri per i teatranti se non il testo teatrale per antonomasia. Ho deciso perciò di
superare l’impasse dell’affrontare l’Amleto, optando per una scelta
metateatrale spiccatamente comica che mettesse in scena in maniera autoironica proprio le disavventure artistiche di un regista alle
prese con l’allestimento del grande testo shakespeariano. La struttura drammaturgia è l’esito di una lunga ricerca testuale sulle numerose riscritture satirico-ironiche dell’Amleto con un risultato, che
alludendo alla scansione originale della tragedia, ripercorre in cinque
brevi atti, le varie fasi di una simile “impresa”, dalla composizione di
uno scalcagnato cast, sino alla messinscena finale in bilico tra finzione e realtà. Con una concezione in stile “cinematografico” di montaggio scenico, le divertenti caratterizzazioni di personaggi accomunati
dall’irrinunciabile passione per il teatro, ci svelano il backstage del
loro Amleto scorazzando a ritmo sostenuto dalle problematiche di budget alle forzature
più improbabili del “necessario”
adattamento/attualizzazione
del testo, ironizzando sui metodi di preparazione, le “paturnie”,
le invidie degli attori e sulle fisMichele Torresani
sazioni dei registi nel processo
creativo.
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