Verona, galleria Francesco Girondini

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24 maggio 2000 delle ore 16:12
Dal 13 maggio 2000 al 29 luglio 2000
Senza Morte
Verona, galleria Francesco Girondini
Oliva, Innocente e Roberto.
Alfredo Sigolo
indice dei nomi: Achille Bonito Oliva, alfredo
sigolo
Sipario (!) su un nuovo spazio espositivo veronese, la galleria Francesco Girondini, a un tiro di
sasso da Piazza Erbe. Ma "Sipario" è anche il titolo dell'opera attorno alla quale ruota la personale
di Innocente che inaugura l 'attività di Girondini, (già noto per Fuxia Art dall'87 al '92)
L'installazione di 16 mq. dell'artista veronese,
che espone con intensità dagli anni '80 in Italia
e all'estero, è collocata all'ingresso, sorta di
passaggio obbligato per la visione dei quadri
polimaterici. Si tratta di un' opera composta da
un tappeto di lastre di piombo sulle quali sono
stampate le immagini e i necrologi di persone
morte; sopra di esse oggetti simbolici
rimandano alla storia dell'uomo, al progresso
scientifico (telefono, televisione, macchina per
scrivere) e alle sue imprese autodistruttive (il
bidone inquinante, le cartucciere per
mitragliatore). La scena è delimitata da una
impalcatura di tubi che sorreggono tende
plastiche trasparenti, raccolte a significare l'atto
creativo dello svelamento di una verità. Ma non
v'è soglia che consenta l'accesso all'installazione,
né prospettiva univoca allo sguardo. Le si può
solo girare intorno. E dunque scopro che l'
accesso è illusorio, finto, un trompe l'oeil, quasi
una falsa architettura alla maniera barocca.
Viene a mente anche il giardino-claustrum delle
Madonne gotiche, nel quale l'accesso non è
consentito, o lo spazio sacro delimitato
dall'iconostasi. Posso solo essere testimone
dell'evento creativo, del compiersi del mistero
di cui l'artista è il ministro.
Ma qual è la verità che si rappresenta, anzi il
mistero che si compie?
Nella presentazione della mostra A.B.O. indica
come fondamento dell'opera di Innocente il
superamento della concezione di "spazio"
dell'arte antica e moderna nella sua accezione
extratemporale ed eternata nella prospettiva,
sostituita dal concetto di "campo", adottato
dall'arte contemporanea per indicare nell'opera
d'arte l'accadimento di un evento avverso alle
briglie del continuum temporale, ma anzi
eloquente di una discontinuità cronologica.
Secondo A.B.O. l'arte come spazio della
rappresentazione ha, nell'arte contemporanea,
lasciato luogo all'arte come evento, labirinto
senza ritorno in cui le realtà si moltiplicano.
Innocente si riappropria dei segni codificati
dalla pubblicità (monili, figurine, oggetti di uso
comune) per ridistribuirli nella dimensione del
quadro secondo relazioni inedite. Una critica
alla società consumistica e propugnatrice di
falsi valori, in linea non, si badi bene, con la
Pop-Art americana che, nell'apologia dell'
artificio, manifestava un'adesione ottimistica al
mondo, isolandone e consacrandone i simboli,
bensì con l'interpretazione europea di tale
movimento, basata sulla denuncia della società
dei consumi. Di qui il riconoscimento del caos
che governa il mondo non come un
superamento dell' ordine, ma come degradazione
della ragione a semplice ragione economica.
Per A.B.O. Innocente utilizza la tela come
forma asimettrica su cui applicare elementi
mobili (tattica) e produce una critica sociale
mediante l' affermazione positiva della vita nel
gesto estetico (strategia).
Nei quadri si affollano oggetti nei quali
riconosciamo i simboli della nostra società: i
prodotti commerciali, il denaro, i minuti
giocattoli per case di bambole; sono le icone
Pop della massificazione; essi si sedimentano,
si uniformano ai falsi ideali contemporanei
(sesso, religione, spiritualismo, morte, intelletto,
politica, problematiche sociali), falsi perché
giacciono sullo stesso siano della merce: merce
essi stessi, venduti ed imposti all'individuo in
un involucro plastico. L'uomo di oggi, dice
Innocente, non matura una propria individualità,
anzi questa gli è imposta già confezionata, come
un cibo precotto, avendo egli l'illusione di
manifestare una propria personalità vivendo in
funzione della predominanza di uno di questi
ideali, prosciugati di qualsiasi senso e imposti
da strategie pubblicitarie di massa. E', ad
esempio, il contraddittorio culto del look come
manifestazione della propria singolarità, la
dedizione ad una causa (umanitaria, sportiva),
è l'adesione ad un ideale (religioso, politico). I
valori umani sono mutati in valori di consumo,
articoli venduti come oggetto da riciclare
all'infinito, resta solo la morte, vero mistero
inafferrabile e dimensione inconoscibile.
Mostra: "Senza Morte", Verona, galleria
Francesco Girondini – Arte Contemporanea,
via Enrico de Nicolis, 1, 37121 Verona, dal
13/05/2000 al 29/07/2000. Orari: 10.30-12.30
e 16.00-19.30 chiuso il lunedì e i festivi.
Tel. 045/8030775. Fax 045/8020567.
Web: http://www.girondiniarte.com.
E-mail: [email protected].
Catalogo in galleria, testi di Achille Bonito
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