qui - Teatro Nuovo Giovanni da Udine

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“Attribuire a Enzo Vetrano e Stefano Randisi il
Premio Hystrio-Anct significa riconoscere alla
tradizione la possibilità di essere modernissima, di
parlare al pubblico con linguaggio contemporaneo
e con contemporanea sensibilità d’attore. Il lavoro
dei due artisti - e in particolare l’approfondimento
dell’opera pirandelliana che da anni li sta
impegnando - è infatti un modo sorprendente
di rivelare la forza e le ricchissime ambiguità di
drammaturgie che sembrano aver già tutto svelato
e che, affrontate da loro, trovano invece nuovo
splendore e inquieti bagliori. Vetrano e Randisi
non sono solo straordinari “restauratori” in grado
di far affiorare parole terse e limpide, ma anche
interpreti capaci di restituirle al pubblico con
potente problematicità e indiscussa bravura. L’uno
prevalentemente regista, l’altro più volentieri attore,
Vetrano e Randisi ci insegnano che la scena ha
labili confini e che spesso è arbitrario dividerla in
sperimentazione, avanguardia, tradizione o altro
perché, quando è grande, è solo e soltanto teatro.”
Frammenti di Rassegna Stampa
Il teatro ben recitato piace sempre, e la compagnia
nel suo insieme funziona e trascina il pubblico in
un crescendo scandito da belle musiche sempre
venate di ironia.
Paola Carmignani (Il Giornale di Brescia)
© studio patrizia novajra
Il Premio Hystrio - Associazione
Nazionale Critici Teatrali 2010
Un testo particolarmente attuale e profondo. Un
gioco delle parti che diviene gioco di emozioni per
raccontare al pubblico che credere in una cosa è
sentirsi la cosa e che sentirsi una cosa è più forte
di ogni morale…
Franca Maroni (Il Resto del Carlino)
Tanti i momenti straordinari dello spettacolo - per
tutti basti ricordare il disperato trucco a cui si sottopone la virtù - che, sorretto anche dall’eccellenza dell’intero cast e dalla prova superba di Enzo
Vetrano, riesce a conquistare l’entusiasmo senza
riserve della platea.
Nicola Viesti (Il Corriere del Mezzogiorno)
ANNUNCIO SOSTITUZIONE SPETTACOLO
Lo spettacolo “La grande magia” (28 - 30 gennaio
2014) è stato annullato per un problema di salute
di Luca De Filippo.
In sostituzione, nei giorni 21/22/23 maggio 2014,
andrà in scena "Sogno di una notte di mezza sbornia”
di Eduardo De Filippo.
I biglietti già acquistati non saranno validi per le recite
di maggio. I possessori devono richiedere il rimborso
del biglietto e acquistarne uno per le nuove recite.
Rimborsi entro il 15 febbraio 2014.
21-22-23 maggio 2014 · h 20.45 PROSA
SOGNO DI UNA NOTTE
DI MEZZA SBORNIA
di Eduardo De Filippo
(liberamente tratta dalla commedia "La fortuna si diverte"
di Athos Setti)
con Luca De Filippo, Carolina Rosi,
Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
regia di Armando Pugliese
produzione Elledieffe - La Compagnia di Teatro
di Luca De Filippo
giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 gennaio 2014 · h 20.45 PROSA
> venerdì 17 gennaio 2014 · ore 10.30 replica riservata alle scuole
L'UOMO, LA BESTIA E LA VIRTù
L'UOMO, LA BESTIA E LA VIRTù
Note di Regia
di Luigi Pirandello
Il trasparente signor Paolino La virtuosa signora Perella Il Capitano Perella Nonò, figlio dei Perella Il dottor Nino Pulejo, medico
e suo fratello Totò, farmacista Rosaria, governante di Paolino
e Grazia, domestica dei Perella Giglio, scolaro e primo marinaio Belli, scolaro e secondo marinaio Enzo Vetrano
Ester Cucinotti
Giovanni Moschella
Stefano Randisi
Antonio Lo Presti
Margherita Smedile
Giuliano Brunazzi
Luca Fiorino
luci di Maurizio Viani
scenografia di Marc’Antonio Brandolini
costumi di Ursula Patzak
regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi
produzione: Teatro degli Incamminati
CASA TEATRO
Azioni di cultura teatrale
CASA TEATRO è uno spazio di cultura teatrale
che presenta ed elabora i temi degli spettacoli,
per fare, attraverso il dialogo e l’ascolto, del gioco
teatrale momento di inclusione e pensiero critico,
condiviso con l'Associazione Smile Again fvg
venerdì 17 gennaio 2014 · ore 17.30
SUL SORRISO
UMORISMO E AMORE
conversazione tra Enzo Vetrano, Stefano Randisi e Mario Turello
con una lettura dal saggio L’umorismo di Luigi Pirandello
Enzo Vetrano e Stefano Randisi attori, Teatro degli Incamminati
Mario Turello saggista e critico letterario
ingresso libero
“Il nostro lavoro su Pirandello, cominciato con uno
studio sulle Novelle e portato avanti con Il berretto a sonagli, giunge adesso alla prova di un testo
molto particolare - L’uomo, la bestia e la virtù quasi un unicum della produzione pirandelliana.
Mai come in questo testo infatti la drammaturgia
del grande Maestro incontra e si esprime col linguaggio del grottesco e genera una favola allegorica, o meglio un apologo, come lui stesso ha voluto
definirlo. La situazione che ci racconta è di quelle,
care al nostro Autore, al limite del possibile eppure
credibilissime, paradossale risvolto di quella società claustrofobica e piena di convenzioni che Pirandello ha saputo scardinare pezzo dopo pezzo coi
suoi affondi letterari e teatrali. Nasce da una novella, Richiamo all’obbligo, e si sviluppa incarnandosi
in personaggi/animali immaginati e descritti come
maschere grottesche. Paolino, rispettabile professore privato, è l’uomo della vicenda: trasparente,
come lo definisce l’Autore, ma con una doppia vita;
è infatti l’amante della signora Perella, la virtù in
persona, moglie trascurata e infelice del Capitano
di marina Francesco Perella, la bestia. La tresca
fra il professore e la signora potrebbe continuare a
lungo e senza intoppi, dato che l’indegno Capitano
- violento e irascibile, da anni lontano dal letto della
moglie e con una seconda famiglia in un altro porto
- è sempre per mare, e torna a casa raramente e
malvolentieri. Ma un incidente - un’inattesa quanto
inopportuna gravidanza della signora Perella - minaccia di sconvolgere quest’ordine e costringe il
professore a cercare una soluzione ad ogni costo:
nell’unica notte che il Capitano trascorrerà a casa,
tra un porto e l’altro, dovrà assolutamente ottemperare agli obblighi coniugali, e rendere così apparentemente legittimo il frutto dell’amore proibito.
Comincia una febbrile corsa contro il tempo, per
far sì che gli istinti sessuali della bestia vengano
risvegliati al momento opportuno, e in questa cieca frenesia il professore calpesta e travolge pudore, dignità e sentimenti: pretende pozioni afrodisiache, compra la complicità del petulante figlio
della coppia e spinge la casta signora Perella a
mettere in mostra i tesori di grazia e bellezza del
suo corpo, così gelosamente e santamente custoditi. E così l’uomo, per difendere la virtù e farsene
paladino contro le offese coniugali della bestia, è
costretto fatalmente e paradossalmente a negare
la propria umanità. Affollano la scena domestiche
scorbutiche, vicini invadenti e studenti bistrattati,
personaggi descritti, anche loro, con consolanti
aspetti bestiali. Nella nostra lettura lo spettacolo è
tutto come contenuto, fin dall’inizio, in un grande
armadio che sta sul fondo della scena. A poco a
poco le ante di questo armadio fanno saltar fuori le voci, i gesti e le azioni dei personaggi, come
da un arsenale delle apparizioni in cui le evocazioni prendono corpo per assecondare e servire
la narrazione: paure, desideri, passioni diventano
visibili; gli ingressi dei personaggi si mescolano a
incarnazioni visionarie; le musiche, gli oggetti, lo
stesso armadio sul fondo prendono vita autonoma, partecipano al racconto della vicenda e assumono funzione di coro. Il grottesco si esaspera
in momenti di forte comicità o si stempera nella
poesia, si addentra nel dramma e poi se ne libera
con slittamenti surreali, consentendoci di utilizzare
registri recitativi a noi congeniali. Eppure, come
sempre nel nostro modo di andare in scena, rimanendo credibili, e tornando ad ascoltare le parole
del grande Maestro, che chiedeva ai suoi attori di
agire sempre per mosse d’animo, innescando una
perfetta circolarità tra personaggio e interprete”.
Enzo Vetrano e Stefano Randisi
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