Cardiopatia ischemica: sintomi, diagnosi e cura

Cardiopatia ischemica: sintomi, diagnosi e cura
La cardiopatia ischemica, chiamata anche malattia coronarica o insufficienza coronarica, è una
patologa che colpisce le arterie coronarie. Essa si caratterizza con una quantità di sangue insufficiente
trasportata fino al muscolo cardiaco (miocardio). Frequente negli uomini, la cardiopatia ischemica può
causare un’aritmia e dare origine a gravi complicazioni. Ecco il punto sulle cause e la terapia adatta a
curare la cardiopatia ischemica.
1. Definizione
2. Cause
3. Sintomi
4. Diagnosi
5. Prevenzione
6. Cura
Definizione
La cardiopatia ischemica corrisponde ad un apporto sanguigno insufficiente (ischemia) ce può condurre ad
una necrosi (morte delle cellule) causante a sua volte un restringimento delle arterie coronariche. La
patologia si manifesta con dolori toracici ed è spesso provocata dall’accumulo di grassi nelle arterie
(ateroma).
Cause
Cattive abitudini, sedentarietà, tabagismo, alcolismo cronico, ipercolesterolemia, obesità e stress sono i
principali fattori di rischi di cardiopatia ischemica derivata dall’accumulo di grassi nelle arterie. Il diabete e
l’ipertensione arteriosa favoriscono l’insorgere della cardiopatia ischemica. Come accennato, vi è
un’incidenza maggiore negli uomini rispetto le donne e l’età, assieme ad alcuni fattori genetici, ne
aumentano il rischio.
Sintomi
Una forte stanchezza, affanno durante lo sforzo, aritmia e perdita della resistenza fisica possono provocare
una cardiopatia ischemica. L’insufficienza coronarica si caratterizza anche con dolori al torace. Nel caso
essa non vanga diagnosticata in maniera precoce o risulti non trattata, la cardiopatia ischemica può
causare angina pectoris, sindrome coronarica acuta o infarto del miocardio. La morbidezza è significativa e
il rischio di decesso è più alto negli uomini dai 65 agli 84anni, i quali possono presentare una morte
improvvisa o un’insufficienza cardiaca acuta, cronica.
Diagnosi
Molti gli esami predisposti per confermare la diagnosi. Trattasi di esami invasivi e non tra i quali:
coronarografia, angiografia, cateterismo cardiaco, ECG, ecocardiogramma transesofageo o ancora
radiografia polmonare e analisi del sangue mirate a stabilire un bilancio lipidico e un bilancio emostatico. A
complemento, è possibile che il paziente si sottoponga ad un test dello sforzo o ad un’ecografia dello sforzo
e dello stress.
Prevenzione
Per alcuni pazienti, l’infarto del miocardio è il primo sintomo significativo della malattia. Un monitoraggio è
dunque necessario per coloro che presentano fattori di rischio alti: tabagismo, alcoolismo, eccesso di
colesterolo, ipertensione, sovrappeso, diabete e vita troppo sedentaria. A tal proposito si raccomanda di
ridurre al minimo i comportamenti a rischio sopra elencati.
Cura
Il trattamento può essere medico o chirurgico: agenti antianginosi (nitrati, betabloccanti, calcio-antagonisti),
chirurgia d’applicazione di un bypass o angioplastica.
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