Tecniche di modellazione e di editing
Neuroimaging:
Tecniche e protocolli d’indagine
Angio - TC multislice:
POLIGONO DI WILLIS
E
VASI EPIAORTICI
TSRM Oscar BRAZZO – Filippo VESSIO
AUSL BA/4 – P.O. “DI VENERE” –
U.O. RADIOLOGIA –
DIRETTORE : A.P. GARRIBBA
L’evoluzione tecnologica sempre più attiva in questi ultimi anni sta
radicalmente rivoluzionando la diagnostica per immagini. L’avvento
della TC spirale ha radicalmente cambiato il concetto stesso di
acquisizione TC; l’acquisizione, infatti, avviene non più con singole
scansioni, ma, grazie al movimento simultaneo e continuo di tubo e
detettori in sincronia con l’avanzamento del lettino portapaziente, il
sistema acquisisce l’intero volume anatomico in pochi secondi (grazie
alla velocità di ritazione del sistema tubo-detettori).
La velocità di esecuzione offre diversi vantaggi:
•condizioni favorevoli per il paziente;
•possibilità di eseguire veri e propri esami funzionali;
•acquisizione di maggiori informazioni per le post-elaborazioni.
Oggi la tecnologia è andata oltre la TC spirale, realizzando un vero e
proprio gioiello : la Multi Detector TC (MDTC), che offre ancora
maggiore velocità del sistema tubo-detettori ed un sistema
multidetettore che consente di acquisire per ogni rotazione un numero
maggiore di strati (4-8-16-32-64…).
I vantaggi di questo sistema sono notevoli:
•ulteriore riduzione del tempo complessivo dell’esame;
•possibilità di eseguire studi nelle diverse fasi vascolari;
•possibilità di eseguire veri e propri studi angioTC;
•post-elaborazioni di ottima qualità grazie ai voxel isotropici determinati
da questo sistema di acquisizione;
•cardioTC con cardiosincronizzatore.
Le nuove apparecchiature TC elicoidali multistrato permettono di eseguire
indagini di ampia affidabilità clinica sfruttando la rapidità di acquisizione di
un volume di anatomia anche molto esteso, fornendo una buona
risoluzione spaziale e conciliando riduzione dei tempi di esecuzione delle
indagini con qualità iconografica e diagnostica degli esami TC.
Nel campo vascolare l’utilizzo della MDTC consente di migliorare la qualità
dell’esame angioTC riducendo gli artefatti da movimento e migliorando la
qualità delle immagini in termini di risoluzione. L’informatizzazione dei
sistemi ed il diffondersi di software sempre più sofisticati e all’avanguardia
consentono di ottenere immagini molto più avvicinabili a quelle reali
rispetto alle bidimensionali a cui la TC convenzionale aveva abituato.
Questa relazione non ha la pretesa di insegnare tecniche di
acquisizione o di elaborazione, ma esporta metodologie ed
esperienze d’indagine sul distretto vascolare arterioso del poligono
di Willis e dei TSA messe a punto dalla nostra Unità Operativa,
attraverso una MDTC prima a 4 e poi ad 8 file di detettori.
ANGIOTC : COSA E’?
E’ l’acquisizione di un distretto corporeo in tempo angiografico arterioso.
Per un’angioTC di qualità è opportuna la copertura della regione di
interesse con il massimo MdiC intravascolare. Lo scopo di un esame
angioTC è primariamente “propedeutico, preoperatorio, pre-trattamento”,
consentendo di dare informazioni non solo sul flusso ematico all’interno dei
vasi studiati, ma anche sulla loro disposizione spaziale rispetto alle strutture
anatomiche circostanti, nonché sulla presenza di patologie da “plus”
(aneurismi) o da “minus” (stenosi, occlusioni) a carico delle arterie che
compongono l’anatomia studiata. Gli esempi che seguono mettono a
confronto elaborazioni MPR MIP e VR di esami TC di cranio e collo con
MdiC con lo stesso tipo di elaborazione dopo utilizzo di tecnica d’esame
angioTC degli stessi distretti corporei. Appare evidente la maggiore capacità
di resa iconografica vascolare che si ottiene elaborando scansioni angioTC
acquisite in pura fase arteriosa (quando, cioè, i vasi arteriosi sono iniettati
con la maggiore concentrazione di MdiC) rispetto all’esame standard.
RICOSTRUZIONI MIP VISTA ASSIALE
2. TC CRANIO CON MDC – 5/5 mm
3. TC CRANIO RETRORICOSTRUITA A
1.25/1.25 mm
4. ANGIOTC
RICOSTRUZIONI MIP VISTA
CORONALE
6. TC CRANIO CON MDC – 5/5 mm
7. TC CRANIO RETRORICOSTRUITA A
1.25/1.25 m
8. ANGIOTC
RICOSTRUZIONI VR CORONALI A
SPESSORE RIDOTTO
10. TC CRANIO CON MDC – 5/5 mm
11. ANGIOTC
RICOSTRUZIONI MIP CORONALI
13. TC COLLO CON MDC – 5/5 mm
14. ANGIOTC TSA
RICOSTRUZIONI VR CORONALI
11. TC COLLO CON MDC – 5/5 mm
12. ANGIOTC TSA
ANATOMIA COMPARATA
2. CEREBRALE MEDIA
3. COMUNICANTE ANTERIORE
4. TRATTO VERTICALE CEREBRALE
ANTERIORE
5. CAROTIDE
6. CEREBRALE POSTERIORE
7. BASILARE
1
4
2
6
3
6
5
MIP E 3D ANGIOTC CRANIO VISTA SUPERIORE
TRATTO VERTICALE
CEREBRALE ANTERIORE
TRATTO ORIZZONTALE
CEREBRALE ANTERIORE
CEREBRALE POSTERIORE
CEREBELLARE SUPERIORE
BASILARE
A. VERTEBRALE
PICA
SIFONE
CAROTIDEO
VARIANTI
ANATOMICHE
IL POLIGONO DI WILLIS
E’ UN CIRCOLO
COMPENSATIVO
SOGGETTO AD UN
ELEVATO NUMERO DI
VARIANTI ANATOMICHE
CHE SOPPERISCONO AD
EVENTUALI ANOMALIE
DEI VASI CHE LO
COMPONGONO.
Es.:
TRATTO
ORIZZONTALE DELLA
CEREBRALE ANTERIORE
IPOPLASICO – BEN
VISUALIZZATA ED
IPERTROFICA LA
COMUNICANTE
POSTERIORE
OMOLATERALE
CEREBRALE
ANTERIORE DX
COMUNICANTE
POSTERIORE DX
COMUNICANTE
ANTERIORE
L’ELABORAZIONE
DATI GREZZI
MPR
VR
MIP
3D
VR A SPESSORE RIDOTTO
NAVIGATOR
L’elaborazione dei dati grezzi di scansione (ossia i dati acquisiti in corso
d’esame, non ricostruiti) è fondamentale per consentire una corretta ed
efficace diagnosi. Sebbene l’informatica giochi un ruolo considerevole nelle
procedure di trattamento dei dati, il risultato iconografico e, di conseguenza,
diagnostico di un’angioTC dipende dalla manualità dell’operatore, dalle sue
conoscenze del sistema e dalla capacità di saper integrare le diverse
opportunità di elaborazione al fine di ottenere una più completa e veritiera
diagnosi.
Le possibilità di trattare i dati grezzi di scansione in post processing sono
molteplici, avendo l’opportunità di rielaborazione bidimensionale (MPR) o
tridimensionale (VR, NAVIGATOR).
RICOSTRUZIONI M P R
Le “MPR” (Multi Planar Reconstruction ) sono ricostruzioni in 2
dimensioni che permettono di ottenere immagini nelle viste assiale
coronale e sagittale oltre che in tutti i piani intermedi dello spazio;
permettono di osservare contemporaneamente sui 3 piani ortogonali
le strutture esaminate ottenendo informazioni anatomiche e spaziali
molto affidabili.
Oltre alla possibilità di verifica in tempo reale di patologie e rapporti tra
queste ed organi circostanti, le MPR ci consentono di ottenere immagini
ricostruite su qualsivoglia piano dello spazio apponendo dei “pacchetti” di
scansione orientabili dello spessore ed avanzamento desiderato.
Il dettaglio di una MPR dipende dal protocollo di scansione usato nel
corso dell’esame. Scansioni acquisite con tecnica non spirale o con
protocolli inadeguati non permettono MPR di qualità elevata; per questo
quando si ha la necessità di valutare dettagli anatomici in maniera
multiplanare , è opportuno adottare protocolli d’esame che permettano
maggiore possibilità di retroricostruzione (cioè di elaborazione in post
processing dei dati grezzi in strati di spessore inferiore o superiore),
“raffinando”, di conseguenza, la configurazione del rivelatore.
RICOSTRUZIONI
MIP
Le M I P (acronimo dell’espressione anglosassone “Maximum Intensity
Projection) consentono di visualizzare in corso di rielaborazione
esclusivamente strutture anatomiche di densità elevata (ossa, vasi
sanguigni iniettati di MdiC). Nella pratica corrente per ottenere questo
tipo di ricostruzione occorre effettuare una somma digitale di strati,
considerando che la disposizione spaziale dei vasi non permette di
visualizzare nella stessa immagine assiale, coronale o sagittale strutture
anatomiche estese.
1
2
Nell’esempio riportato è ben
visibile la differenza fra 2
immagini MIP ottenute con
differente numero di strati
selezionati; nella figura 2 sono
visualizzate
entrambe
le
carotidi e le cerebrali medie.
Dalle MIP abbiamo la possibilità di ottenere ricostruzioni in volume
rendering non di tutta l’anatomia acquisita, ma solo di un determinato
numero di strati. Nell’esempio sottostante mettiamo a confronto la
ricostruzione MIP precedentemente ottenuta (fig.1) con la rispettiva VR a
spessore ridotto (fig.2):
1
2
VOLUME RENDERING
E’ una tecnica di ricostruzione tridimensionale che, rispetto alle altre
tecniche, conserva tutti i pixel presenti nel volume, potendo
differenziare le strutture tra di loro per mezzo di curve di opacità e
trasparenza. La visione prospettica e la possibilità di utilizzare i colori
fa di questa tecnica un indispensabile ausilio diagnostico nella postelaborazione di immagini simil-angiografiche
che oggi stanno
consentendo di superare indagini invasive come l’angiografia
tradizionale.
1
2
1
2
Rappresentazione 3D
di un’angioTC dei TSA
(vasi e strutture
ossee – fig 1) e dopo
sottrazione di osso,
strutture venose e
parti molli (fig 2)
NAVIGATOR (ENDOSCOPIA VIRTUALE)
Tecnica innovativa di ricostruzione volumetrica, consente di
“navigare” all’interno di strutture o organi cavi con modalità definita
“fly through” (letteralmente “volare attraverso”), sfruttando il
contrasto naturale dell’aria nei visceri o il mezzo di contrasto iodato
somministrato per via endovenosa in corso di esame angioTC.
Attualmente trova poco spazio in ambito vascolare, mentre è più
usata nello studio delle vie aeree e digestive.
NAVIGAZIONE VIRTUALE ALL’INTERNO DI
UN’ARTERIA VERTEBRALE:
1. ORIGINE DELLA P I C A
2. LUME DELL’ARTERIA
VERTEBRALE
ANGIOTC
del
POLIGONO
DI
WILLIS
Lo studio del poligono di Willis mediante angioTC consente la
visualizzazione selettivamente del circolo arterioso intracranico e
della porzione terminale dei sistemi carotideo e vertebro-basilare.
Meno frequentemente si utilizza la tecnica angioTC per visualizzare
il circolo venoso.
Tecnica d’esame
• POSIZIONE PAZIENTE : SUPINO CON IL CAPO POSIZIONATO
NELL’APPOSITO SUPPORTO PER LA TESTA
• MDC IODATO (300 / 370 mg I)
• AGO CANNULA 16 G (18 G)
• UTILIZZO DELL’INIETTORE AUTOMATICO (Flusso 4 ml/sec)
• TECNICA “SMART PREP” PER IL MONITORAGGIO DEL MDC
La tecnica di esecuzione di un’indagine angioTC del poligono di Willis
messa a punto con l’esperienza acquisita dalla nostra U.O. prevede
l’utilizzo di un doppio “scout view” per la disposizione delle slices: quello in
L-L si usa per orientare il pacchetto di scansione parallelamente al piano
orbito meatale; lo scout in A-P permette di allineare le fette con il centro
della testa ed è prolungato fino al torace per consentire di monitorare il
MdiC sull’arco dell’aorta (come vedremo in seguito).
La scansione, orientata in senso caudo craniale, si estende dal gran
forame occipitale (per visualizzare l’ultimo tratto delle arterie vertebrali con la PICA - e la basilare) fino al termine del corpo calloso.
Due parole sui Mezzi di Contrasto
Nella pratica abbiamo utilizzato MdiC con diverse concentrazioni di Iodio
(300-320-350-370 mg) iniettati in quantità di 60-80 ml con l’ausilio di
iniettore automatico
a flusso
medio-alto
(4 ml/sec),
previo
incannulamento di una vena del gomito con aghi cannula del calibro di 16
G. Alcuni esami sono stati eseguiti con un flusso di iniezione di 3.5 ml/sec
con aghi cannula del calibro di 18 G.
Usando MdiC a concentrazione più elevata (350-370 mg) abbiamo notato
una opacizzazione più evidente dei vasi del circolo arterioso periferico e di
quelli del circolo venoso di ritorno; questo rende più difficoltose le
rielaborazioni soprattutto in volume rendering a causa della loro
sovrapposizione il poligono di Willis e la porzione terminale dei vasi
arteriosi cerebrali principali (primi fra tutti le arterie cerebrali medie). Tale
fenomeno è meno visibile utilizzando MdiC a bassa concentrazione di Iodio
(300-320 mg).
SMART PREP
E’ una sistema di monitoraggio del MdiC che consente all’operatore di
decidere quando far partire la scansione.
Dopo il posizionamento di una R O I
su un vaso arterioso in una
scansione assiale di riferimento, si segue il passaggio del MDC attraverso
scansioni a basso dosaggio (40 mA ).
La scansione ANGIOTC parte su comando dell’operatore quando il vaso
su cui la R O I è posizionata riceve il massimo afflusso di MDC.
I parametri fondamentali per un corretto utilizzo dello “Smart Prep” sono i
seguenti
•Posizione monitor : strato sul quale si andrà a disporre la ROI di
riferimento.
•Ritardo monitoraggio : Delay per la prima scansione di riferimento (710 sec).
•Monitoraggio ISD (interscan delay): intervallo fra le varie scansioni di
riferimento (è buona norma tenere l’ ISD ad 1 sec per monitorare con più
precisione il passaggio del MdiC).
DOPO AVER DISPOSTO LA
R O I IN UN PUNTO PRESTABILITO (NELL’ESEMPIO
SULL’ARCO DELL’AORTA) SI SEGUE IL PASSAGGIO
DEL MDC SIA SUL GRAFICO SIA SULLA SCANSIONE
DI RIFERIMENTO (UNA SCANSIONE AL SEC. DOPO 710 SEC. DALL’INIEZIONE); L’ESAME VIENE FATTO
PARTIRE QUANDO NELL’UNO E NELL’ALTRA SI
RILEVA IL PICCO MASSIMO DI DENSITA’ (SUPERIORE
A 100 UH).
IL GRAFICO CONTRASTO-TEMPO E’ SUDDIVISO IN 4
QUADRANTI: PROCEDENDO DAL QUADRANTE IN
ALTO A SINISTRASI OSSERVANO LA SCANSIONE SU
CUI E’ DISPOSTA LA ROI, L’AGGIORNAMENTO IN
TEMPO REALE DELLE SCANSIONI DI RIFERIMENTO (1
imm/sec), LA CURVA CHE INDICA L’ANDAMENTO DEL
CONTRASTO ALL’INTERNO DELLA ROI E LE UH
“LETTE” NELLA STESSA
GRAFICO CONTRASTO/TEMPO
SERIE PREP :
TUTTE LE SCANSIONI DI
RIFERIMENTO
DALL’INIEZIONE FINO ALLA PARTENZA
DELLA SCANSIONE
Per un’angioTC del poligono di Willis la Roi si può disporre sull’arco
dell’aorta ( fig 1 - metodo consigliato) o su una carotide ( fig 2 - metodo
sconsigliato per la difficoltà di visualizzazione della carotide sulla
scansione di riferimento senza MdiC).
1
2
PROTOCOLLO. CON UTILIZZO DI 4 BANCHI DI RIVELATORI
BANCHI
DI
DETETTOR
I
CONFIGURAZIO
NE RIVELATORE
COLLIMAZIONE
4
4 x 1.25
5 mm
MODO
SCANSIO
NE
SPESSORE
STRATO (mm)
VELOCITA'/SPESS
ORE (mm/rot)
0.75 : 1
0.625
3.75
1.5 : 1
1.25
7.5
2.5
11.25
3.75
15.00
5.0
22.50
7.5
30.00
10.0
•Scan time: 20 sec
circa
• Index : 0.6 mm
• FOV Acq: Head (25cm)
• FOV Ric: 20 cm
IN ROSSO E’ INDICATA LA CONFIGURAZIONE USATA, IN AZZURRO LE ALTRE POSSIBILITA’ DI MODIFICA
PROTOCOLLO CON UTILIZZO DI 8 BANCHI DI RIVELATORI
BANCHI DI
DETETTORI
CONFIGURAZIO
NE
RIVELATORE
COLLIMAZIONE
8
8 x 1,25
10 mm
MODO
SCANSIONE
SPESSORE
STRATO (mm)
VELOCITA'/SPE
SSORE
(mm/rot)
0.625 : 1
0.625
6.25
•Scan time: 10 sec
circa
0.875 : 1
1.25
8.75
•Index : 0.6 mm
1.35 : 1
2.5
12.50
1.675 : 1
3.75
13.50
•FOV Acq: Head
(25cm)
5
16.75
7.5
17.50
10
27.00
33.50
•FOV Ric: 20 cm
Protocollo d’indagine
TIPO SCANSIONE : Elicoidale completa 0,6 sec
mA :230
Kv : 120
M di C : 60/80 ml I 300/370 mg Flusso 4 ml/sec
Il MODO SCANSIONE rappresenta la “larghezza” dell’elica ed è il
risultato del rapporto fra passo del tavolo e collimazione; eliche
parzialmente sovrapposte (0.625:1 , 0.875:1) permettono di ottenere
immagini più dettagliate in acquisizione ed in ricostruzione , ma
allungano il tempo di scansione.
CASE
REPORTS
CASO 1
IL RADIOLOGO :
ANEURISMA COMUNICANTE ANTERIORE
TC CRANIO SENZA MDC E SCANSIONE ANGIOTC
RICOSTRUZIONI M P R ( M I P E V
R)
MIP ASSIALI CON DIVERSI
GRUPPI DI STRATI
MIP CORONALE E SAGITTALE
VR A SPESSORE RIDOTTO
(CORONALE ED ASSIALE)
3D VISTA SUPERIORE E
TAGLIO SELETTIVO
3D VISTA ANTERIORE DI
TUTTO IL VOLUME
ESAMINATO E DOPO
RIMOZIONE DI
“SPORTELLO” OSSEO
CASO 2
IL RADIOLOGO :
ANEURISMA CEREBRALE MEDIA
TC CRANIO SENZA MDC – ANGIOTC – MIP ASSIALE SU ACM E COMUNICANTE ANTERIORE
FUNZIONE “OPACITY” : E’ UNA FUNZIONE DI ELABORAZIONE
CHE PERMETTE DI STABILIRE LE STRUTTURE DA VISUALIZZARE
SULL’IMMAGINE RICOSTRUITA ATTRAVERSO SOMMA O
SOTTRAZIONE DIGITALE DI U.H.
AVVICINANDO O ALLONTANANDO I DUE CURSORI CHE SI MUOVONO LUNGO UNA
SCALA GRADUATA IN U.H. SI STABILISCE IL RANGE DI DENSITA’ DA VISUALIZZARE
SULL’IMMAGINE RICOSTRUITA
LA “FUNZIONE OPACITY” E’ UTILE PER ELIMINARE
DALL’IMMAGINE PICCOLI VASI CHE SI SOVRAPPONGONO
ALLE ARTERIE PRINCIPALI DEL CRANIO
UN ALTRO CASO
RICOSTRUZIONE 3D VISTA SUPERIORE:
SIMULAZIONE “OPACITY”
RICOSTRUZIONI
MPR MIP
NEI 3 PIANI
ORTOGONALI
CASO 3
IL RADIOLOGO :
ANEURISMA ARTERIA VERTEBRALE
TC CRANIO SENZA MDC – MIP POSTERIORE SU VERTEBRALE, BASILARE E CEREBRALI
POSTERIORI – 3D POSTERIORE DOPO TAGLIO DELL’OSSO OCCIPITALE
NAVIGATOR
TAGLIO SELETTIVO E
MISURAZIONI IN
SAGITTALE
•DILATAZIONE ANEURISMATICA
•ARTERIA BASILARE
UN CASO :
ISCHEMIA DA
OCCLUSIONE ACM
ESAME TC SENZA MDC
E RICOSTRUZIONE MIP
ASSIALE
ANGIOTC
dei TSA
E’ l’esame che mette in evidenza le principali
arterie che prendono origine dall’ arco dell’aorta
(tronco braccio-cefalico, succlavie, carotidi,
vertebrali, basilare)
Tecnica
d’esame
Esecuzione preventiva di una TC collo senza MDC per mettere in
evidenza eventuali calcificazioni lungo il decorso dei vasi del collo.
•POSIZIONE PAZIENTE : SUPINO CON IL CAPO LEGGERMENTE
IPERESTESO PER ESCLUDERE IL PIU’ POSSIBILE DAL CAMPO
EVENTUALI PROTESI DENTARIE
• MDC IODATO (300/370 mg)
• AGO CANNULA 16 G (18 G)
• INIEZIONE DEL MDC DA DESTRA
• UTILIZZO DELL’INIETTORE AUTOMATICO (Flusso 4 ml/sec)
• TECNICA “SMART PREP” PER IL MONITORAGGIO DEL MDC
• DOPPIO SCOUT
• SCANSIONE DALL’ARCO AORTICO ALLA BASE DEL
CRANIO
• DIREZIONE SCANSIONE CAUDO-CRANIALE
Protocollo
BANCHI
DI
DETETTO
RI
TC COLLO SENZA MDC (8
BANCHI)
CONFIGURAZI
ONE
RIVELATORE
8
COLLIMAZIONE
8 x 1,25
10 mm
MODO
SCANSIO
NE
SPESSORE
STRATO (mm)
VELOCITA'/SPESS
ORE (mm/rot)
0,625 : 1
0,625
6,25
0,875 : 1
1,25
8,75
1,35 : 1
2,5
12,50
1,675 : 1
3,75
13,50
5
16,75
7,5
17,50
10
27,00
33,50
IN GRIGIO SONO
INDICATI GLI
SPESSORI DI
RETRORICOSTRUZ
IONE (GLI
SPESSORI CON I
QUALI E’
POSSIBILE
RICOSTRUIRE IN
POST PROCESSING
I DATI GREZZI DI
SCANSIONE), IN
ROSSO LA
CONFIGURAZIONE
USATA, IN
AZZURRO LE ALTRE
POSSIBILITA’ DI
MODIFICA, IN
BIANCO LE
OPZIONI
DISATTIVATE
PROTOCOLLO ANGIOTC DEI TSA
CON UTILIZZO DI 8 BANCHI DI
RIVELATORI
BANCHI
DI
DETETT
ORI
CONFIGURAZI
ONE
RIVELATORE
COLLIMAZIONE
8
8 x 1,25
10 mm
­
MODO
SCANSI
ONE
0,625 :
1 :
0,875
• TIPO SCANSIONE : Elicoidale
completa 0,8 sec
• mA :250
• Kv : 120
• M di C : 80 ml I 300/370 mg
FL 4 ml/sec
SPESSORE
STRATO (mm)
VELOCITA'/SPES
SORE (mm/rot)
0,625
6,25
• Scan time:11 sec circa
1,25
8,75
• Index : 1.25 mm
2,5
12,50
3,75
13,50
5
16,75
7,5
17,50
10
27,00
1
1,35 : 1
1,675 :
1
33,50
• FOV Acq: Large
• FOV Ric: 18 cm
Una nota tecnica
Perché è preferibile iniettare il MDC da destra ???
INIEZIONE DA SINISTRA
INIEZIONE DA DESTRA
Perché il tronco anonimo da sinistra passa davanti all’arco dell’aorta per
immettersi nella vena cava superiore, creando artefatti da iperconcentrazione da
MdiC (le frecce nella figura), rendendo problematica la visualizzazione e
disturbate le eventuali ricostruzioni MIP e VR.
SMART PREP
LA ROI SI POSIZIONA SULL’ARTERIA POLMONARE PER CONSENTIRE LA
VISUALIZZAZIONE DEL FLUSSO ARTERIOSO SENZA IL DISTURBO DEL
RITORNO VENOSO DEL MDC NELLE GIUGULARI, MA PUO’ ANCHE ESSERE
POSIZIONATA SULL’ARCO DELL’AORTA; IN TAL CASO LA SCANSIONE
ANGIOTC SARA’ DISTURBATA DAL PRIMO CIRCOLO VENOSO DI RITORNO.
Con l’una o l’altra tecnica si otterra una buona opacizzazione di tutto il circolo
dei vasi epiaortici principali.
CASE REPORTS
E
TECNICHE DI ELABORAZIONE
1. IL RADIOLOGO :
Stenosi carotidea bilaterale
ANGIOTC DEI TSA
MPR MIP DELLE CAROTIDI
MPR OBLIQUE CON SLICES DI RIFORMATTAZIONE
2
1
INGRANDIMENTO DELLE
STENOSI TRACHEALI
RICOSTRUITE IN VR CON
FILTRO DI SUPERFICIE (3)
E TRANSPARENT VIEW (4)
3D ANTERIORE DI TUTTO IL
VOLUME
ESAMINATO (1) E DOPO
RIMOZIONE
DI OSSO E VASI VENOSI (2)
4
3
2. IL RADIOLOGO :
Stenosi carotidea con placca
TC COLLO SENZA
MDC ED ANGIOTC
DEI TSA
MIP ANTERIORE E
VR SELETTIVO
CAROTIDE Sn
3. IL RADIOLOGO :
Stenosi carotidea bilaterale –
kinking carotideo
MIP SAGITTALE E CORONALE – VR CORONALE SULLE CAROTIDI
4. IL RADIOLOGO :
Occlusione bilaterale
carotide interna
MIP E VR – RICOSTRUZIONE SELETTIVA DELLE CAROTIDI
VESSEL ANALYSIS
E’ una tecnica di ricostruzione che permette di identificare il un vaso del
distretto in esame attraverso l’apposizione di punti di repere lungo il
decorso del vaso stesso.
ESEMPIO DI
APPOSIZIONE
DEI PUNTI DI
REPERE
La tecnica di ricostruzione con “VESSEL ANALYSIS” risulta molto utile
nella rielaborazione delle arterie vertebrali che, decorrendo a stretto
contatto con le vertebre, sono mal dissociabili dall’osso.
PRIMA GREZZA
ELABORAZIONE
DELL’ARTERIA
VERTEBRALE Sn
“VESSEL ANALYSIS” E MIP A CONFRONTO
ELABORAZIONE
COMPLETA
DELLE
ARTERIE
VERTEBRALI
Tecnica corretta ed errata a confronto : a sinistra l’esatta
ricostruzione; a destra il posizionamento non preciso dei punti di
repere all’interno del vaso esaminato (arteria vertebrale)
comporta la non ottimale ricostruzione del vaso stesso (freccia)
Nella ricostruzione delle carotidi con “Vessel Analysis” si ricostruiscono
separatamente la carotide interna e quella esterna (nell’esempio riportato in
seguito dimostriamo la ricostruzione della carotide interna di destra in varie
proiezioni).
VESSEL ANALYSIS (misurazioni)
Nel caso di stenosi carotidea
la ricostruzione con “Vessel
Analysis”
permette
di
ottenere
misurazioni
di
lunghezza e volume del tratto
stenotico del vaso in esame
sfruttando
sia
i
punti
precedentemente indicati, sia
la localizzazione della stenosi
nel corso dell’ elaborazione
ENDOSCOPIA VIRTUALE
STENOSI CAROTIDEA
ARTEFATTO DA
IPERCONCENTRAZIONE DI
MDC