ALGERIA
Superficie: 2.381.741 Kmq
Popolazione: 39,5 milioni
Densità: 16 ab/Kmq
Capitale: Algeri
Forma istituzionale: Repubblica Democratica/Popolare
Lingua: Arabo, Berbero e Francese
Religione: Mussulmani (99,5%) ,Altri Mussulmani(0,4%), Cattolici(0,1%)
Membro di: Lega Araba, OCI, ONU, OPEC, OUA, Associato UE
Unità Monetaria: Dinaro Algerino
ECONOMIA
L’economia algerina ha mostrato una solida crescita economica nel corso dell’ultimo decennio. Il
2015 non ha fatto eccezione registrando un aumento del PIL del 3% (fonte FMI). Lo sviluppo del
Paese è stato trainato fino ad oggi dalla dinamica delle esportazioni degli idrocarburi, che
rappresentano il 94% delle esportazioni del Paese e circa due terzi delle entrate del bilancio
pubblico. Il recente calo dei prezzi degli idrocarburi sul mercato internazionale, tuttavia, potrebbe
avere un impatto nel prossimo periodo sui tassi di sviluppo dell’economia algerina.
Sul piano commerciale nel 2015, per la prima volta da dieci anni a questa parte, l’Algeria ha
registrato un saldo negativo degli scambi con l’estero di 13,71 mld di dollari (rispetto all’avanzo di
4,30 mld del 2014). Il Governo algerino ha deciso di introdurre, a partire dal gennaio 2016, un
sistema di licenze di importazione che è stato applicato per ora su tre prodotti: cemento, acciaio
(tondi per costruzione) e autoveicoli.
Il Governo algerino è impegnato nel promuovere la diversificazione dell’economia. A tal fine il
prevede incentivi e facilitazioni per le imprese che decidano di investire nel Paese. Gli investimenti
in Algeria sono disciplinati dalla cd. regola del 51/49 (la maggioranza delle quote dell’impresa deve
essere locale). Sul Piano degli investimenti pubblici, il Paese ha varato nel 2014 un nuovo piano
quinquennale da 262 miliardi di dollari per la realizzazione d’infrastrutture strategiche e per il
miglioramento della qualità della vita della popolazione (edilizia sociale, ospedali, scuole). In
ragione del peggioramento della congiuntura economica, alcuni dei progetti considerati non
strategici sono stati congelati.
Il Paese maghrebino è uno dei 38 Paesi (tra cui anche la Giordania e il Kuwait) che hanno raggiunto
gli obiettivi di sviluppo nella lotta contro la fame prima della data stabilita del 2015. Con il 25%
della popolazione attiva occupata nel settore agricolo, oggi l'Algeria copre il 72% del suo
fabbisogno alimentare grazie alla produzione nazionale, mentre il 28% viene importato.
AGRICOLTURA IN ALGERIA
Il settore agricolo contribuisce in media per l'8 % alla formazione del PIL nazionale ed impiega il
23,36% della manodopera totale. Il valore aggiunto per lavoratore è raddoppiato in trent'anni. Esso
è passato da 1800 US$ (costante 2005) a 3751 US$ nel 2010 e 4015 US$ (costante 2005) nel 2013.
Il settore agricolo partecipa per il 10% alla distribuzione dei salari e contribuisce solo per il 6%
all'imponibile fiscale. Questo debole livello di redistribuzione attraverso le imposte è indotto dalla
politica di esenzione pressoché totale applicata dallo Stato agli agricoltori.
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Il sud del paese è diventato il primo fornitore dei mercati nazionali di prodotti ortofrutticoli fuori
stagione, come le primizie se non addirittura le primizie extra. Le ultime statistiche indicano che la
quota del sud algerino nell'approvvigionamento del mercato nazionale è di circa il 18% del settore
ortofrutticolo.
La superficie totale delle terre agricole copre il 20% della superficie totale del paese, ossia circa 40
milioni di ettari, di cui 8,5 milioni di ettari di superfici coltivate e 31,5 milioni di ettari di pascoli, a
cui si aggiungono 7 milioni di ettari di foreste. La superficie irrigata rappresenta solo il 7% della.
Le principali colture agricole sono i cereali (33%), l’arboricoltura (6%), i foraggi (6%) e le colture
ortofrutticole (3%). Le principali produzioni vegetali sono il grano e le patate.
I cereali d’inverno e d'estate
Questa speculazione agricola che rappresentava il riferimento di base dell'attività agricola degli
agricoltori algerini ha subito uno shock che ha causato un cambiamento strutturale netto. La
produzione evolve in funzione dei capricci del clima che determina la produzione. In media,
registriamo una produzione di più di 30 milioni di quintali ogni 5 o 6 anni. Per quanto riguarda i
rendimenti della superficie seminata, i dati mostrano un'oscillazione molto netta da un anno all'altro.
In media il rendimento per ettaro è di 10 quintali.
I legumi secchi
I legumi secchi sono degli alimenti molto utilizzati nella cucina algerina. Più della metà dei piatti
sono preparati a base di questi prodotti. La loro produzione è diminuita. In media il rendimento
resta molto scarso, 0,86 in totale con una produzione massima dell'ordine di 8000 quintali.
Le colture industriali e l'orticoltura
Le colture industriali sono composte in gran parte dal pomodoro industriale ; per l'orticoltura il
prodotto faro è la patata. Questi due gruppi di colture occupano una SAU media del 10% delle terre
seminate. I rendimenti per ettaro sono di 130 Quintali/Ha per le colture industriali, per la patata il
rendimento è di 110 Quintali/Ha.
Industria agroalimentare
Le importazioni algerine di macchinari per l'agricoltura nel 2015 sono aumentate del 0,76 %
passando in valore da 658 milioni di dollari a 663 milioni di dollari. L'industria agroalimentare in
Algeria è in pieno sviluppo ed è la seconda industria nel paese dopo quella degli idrocarburi.
Tale settore impegna piu' di 120.000 lavoratori in oltre 17.000 imprese industriali di cui il 95%
gestite dal settore privato. L'Algeria è il primo acquirente africano di derrate alimentari ed il 75%
dei suoi bisogni sono assicurati dalle importazioni, una percentuale che il Governo auspica di
abbassare, spingendo l'industria locale attraverso il lancio del piano nazionale di sviluppo
dell'industria agroalimentare e la creazione di 4 technopoles di 500 industrie agroalimentari.
Per quanto riguarda il settore degli imballaggi e processi per tale industria, l'Algeria ha registrato
una netta evoluzione negli ultimi anni. L'Italia si colloca al primo posto tra gli esportatori di
macchine per il packaging in Algeria, con 43 % delle quote complessive, più del doppio rispetto alla
Germania.
Nel settore delle macchine alimentari e dell'imballaggio l'Algeria rappresenta, quindi, uno dei
principali mercato per l'industria italiana e la Djazagro costituisce un terreno fertile per le aziende
del settore, che attraverso la presenza in fiera possono avere l'occasione di tessere importanti
relazioni commerciali con le maggiori realtà del mercato nord africano.
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La filiera lattiera
Per quanto riguarda la filiera lattiera, la strategia elaborata dal Governo Algerino per lo ssviluppo
del settore prevede di sospendere l'importazione della polvere di latte entro il 2019 ed aumentare la
produzione locale del latte crudo.
Il pagamento delle sovvenzioni concesse dallo Stato per la produzione di latte crudo non dipenderà
più dell'ONIL (Office National Interprofessionnel du Lait) e sarà assoggettato ad un autorizzazione
sanitaria.
Dal prossimo maggio 2016, la concessione delle sovvenzioni sarà assicurata dalla Direzione dei
servizi agricoli (DSA) dei differenti Wilaya (Province). L'ONIL si occuperà esclusivamente dello
sviluppo della filiera lattiera dal punto di vista tecnico, la divulgazione e l'incitamento
all'investimento. Tali misure prese dal Governo mirano a rilanciare il settore lattiero-caseario,
incentivare la produzione locale e ridurre le importazioni della polvere di latte del 50% entro il
2019.
Il valore delle importazioni della polvere di latte, crema di latte e materie grasse lattiere è diminuito
a 43,787 milioni di dollari a gennaio 2016 rispetto ai 62,791 milioni di dollari nello stesso periodo
del 2015, ossia un calo del 30,27%. Secondo il Centro Nazionale Algerino della Statistica (CNIS),
le quantità importate non hanno registrato una tendenza discendente poiché sono passate a
17.076,42 tonnellate a gennaio 2016 rispetto alle 14.758,08 tonnellate nello stesso periodo del 2015,
ossia un aumento del 15,71%.
Programma del Ministero dell'Agricoltura
Al Ministero dell'Agricoltura hanno elaborato un Piano Nazionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Rurale (PNDAR) decennale i cui obiettivi principali sono:
·
Stimolare la partecipazione attiva e responsabile degli agricoltori, ed in particolare
promuovere gli investimenti e concedere finanziamenti al settore agricolo in un contesto
decentralizzato che permetta la suddivisione dei rischi fra agricoltori, banche, assicurazioni e Stato.
·
Migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali cercando in primo luogo d'integrare le
zone marginalizzate e più fragili attraverso attività economiche, sociali, culturali ed ecologiche che
rendano l'agricoltura rurale un’attività creatrice di ricchezza
·
Avviare un processo di privatizzazione che permetta di ristrutturare e modernizzare le imprese
agricole ed agro alimentari, in modo tale da stimolare la competitività e permettere la creazione di
nuove imprese.
·
Garantire la protezione delle risorse naturali e dell'acqua ed incentivare la lotta contro
l'erosione.
Il Ministero, nell’ambito del piano nazionale di sviluppo- PNDAR, ha avviato numerosi progetti, tra
cui i più importanti sono quelli di sviluppo rurale pluriennali; d'investimento nelle imprese e i nei
servizi per lo sfruttamento agricolo; di lotta alla desertificazione; di valorizzazione delle terre in
concessione e di ristrutturazione dei bacini imbriferi.
Nell’ambito della cooperazione internazionale gli accordi più importanti riguardano l'UE e l'OMC:
3
·
L’accordo con l'UE (22 Aprile 2002), ratificato dal Parlamento algerino e da quello europeo e
in vigore dal 1° settembre 2005, riguarda la costituzione di un'area di libero scambio per i prodotti
agricoli. In particolare, per quando riguarda le esportazioni dall'Algeria verso l'UE sono 123 i
prodotti che godono di una riduzione del 100% dei diritti doganali (21 soggetti ad una limitazione
quantitativa), mentre per le importazioni provenienti dall'UE sono previste concessioni tariffarie
particolari. Il limite principale di questi accordi è dato dal forte disequilibrio che c'è fra l'agricoltura
algerina (tecnologicamente ed organizzativamente debole) e quella Europea (sostenuta dai sussidi).
·
L’accordo con l'OMC (in fase di negoziazione) comprende un volet dedicato all'agricoltura
(accordo sull'agricoltura, ASA) e riguarda soprattutto l’accesso al mercato internazionale e le
negoziazioni sui sostegni nazionali all'agricoltura, in particolare alle esportazioni, che per l'OMC
non devono superare il 10% della produzione globale.
Iniziative
Il gruppo algerino BOUDEMAGH e il gruppo francese produttore di lievito (copre circa l’80% del
mercato mondiale dello stesso) hanno firmato un accordo definitivo il 14 settembre 2004 per la
costruzione in partenariato di un impresa di lievito. (l'Algeria è il primo importatore al mondo di
lievito) con un quadro dirigente principalmente algerino.
·
Un decreto ministeriale del 2000 vietava l'utilizzo e l'importazione di OGM. Dal 2004 questa
decisione è, tuttavia, in via di riesame per permettere l'importazione di OGM sotto rigoroso
controllo.
·
L'HCDS (Alto Commissariato per lo Sviluppo delle Steppe) ha avviato un progetto per la
produzione di alberi da frutta in ambiente di steppa. L'iniziativa sembra produrre risultati
soddisfacenti. Le particolari caratteristiche di parte del territorio algerino appaiono particolarmente
adatte a questo tipo di produzione che potrebbe eventualmente essere potenziata.
·
La FAO ha denunciato la diminuzione della produzione di palme da datteri, dovuta soprattutto
alla mancanza di ricerche e scambi d'informazioni sugli insetti e le malattie che colpiscono questo
albero. Per affrontare parte del problema l'Algeria, già dal 2002, stanzia fondi per l'acquisto
d'insetticidi e pesticidi.
·
Aumenta l'interesse per i prodotti derivati dalla soia (inesistente in Algeria fino a pochi anni
fa), in particolare latte e formaggio. Ci sono state numerose manifestazione dimostrative per
sollecitare la realizzazione di progetti per la produzione di alimenti derivati dalla soia.
Sono in programma diverse azioni per riavviare la produzione vinicola. Nel 2003 alcuni esperti
dell'UE, dopo aver compiuto uno studio sulle sue potenzialità in Algeria, hanno esortato le
popolazioni locali alla coltivazione di vigneti date le particolari caratteristiche del clima algerino.
RELAZIONI INTERNAZIONALI
La politica estera algerina riflette il carattere di un Paese che è crocevia tra vari spazi: quello
mediterraneo/europeo, quello berbero, quello arabo/islamico e quello africano. L’attenzione del
Paese si rivolge perciò al Mediterraneo, al Maghreb, al Sahel, al Medio Oriente, al continente
africano e all’Europa. L’azione del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Lamamra è volta a rafforzare il ruolo regionale dell’Algeria, che si percepisce oggi come fattore
stabilizzante nello spazio sahelo-sahariano. Molto rilevante è l’azione della diplomazia algerina in
ambito ONU, nel movimento dei "Paesi non allineati" e nel "Gruppo dei 77".
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Rapporti con l’Italia
Le relazioni economiche bilaterali rimangono molto solide: oltre allo storico rapporto energetico,
che si è evoluto e diversificato nel corso dei decenni, l’Italia nel tempo ha consolidato una posizione
preminente tra i principali partner commerciali dell’Algeria. Gli sforzi principali messi in campo in
modo sinergico dall'Ambasciata e dall'Agenzia ICE sono diretti alla promozione - sia con
interlocutori istituzionali che con la locale imprenditoria privata - di condizioni operative favorevoli
alla crescita della presenza delle nostre imprese.
Visti gli enormi investimenti previsti nel prossimo piano quinquennale, molti sono i margini
d’intervento per le imprese italiane, che potrebbero essere ampiamente coinvolte nel processo di
costruzione e modernizzazione del paese. Fra i comparti prioritari si segnalano i beni strumentali:
dalle macchine utensili in generale alla siderurgia, da quelle per l’industria alimentare, all’edilizia,
agli impianti per l’energia e al settore agricolo; altre voci importanti sono i semilavorati e i beni di
consumo.
Nel 2015, l’export dell'Italiain Algeria è diminuito del 4,21%. I settori più importanti per le nostre
esportazioni nel 2015 si sono confermati quelli dei semi lavorati con un ammontare di 1,75 miliardi
di dollari, malgrado una diminuzione del 13,85%, e quelli dei beni strumentali con un valore totale
di 1,96 miliardi di dollari.
Da notare l'aumento del 27,3% delle esportazioni italiane di idrocarburi per un valore di 484 milioni
di dollari e del 13,31% di beni strumentali agricoli per un valore di 99 milioni di dollari. Le
esportazioni italiane di materie prime sono invece diminuite del 36% registrando nel 2015 un valore
di 43 milioni di dollari, e quelle di beni di consumo del -17,9% con un valore di 395 milioni di
dollari. Nel 2015, l’Italia rimane il secondo cliente dell’Algeria con un ammontare totale di 6,17
miliardi di dollari malgrado una diminuzione del 25,56% rispetto al 2014.
Nonostante una diminuzione del 26,35%, gli idrocarburi continuano a rappresentare la quasi totalità
delle esportazioni verso l’Italia con 6 miliardi di dollari nel 2015 contro 8,15 nel 2014. Da notare
l'aumento delle esportazioni algerine dei prodotti semilavorati che ha fatto registrare un valore di
151 milioni di dollari nel 2015 (+39,73%). La presenza di padiglioni collettivi presso i saloni
specializzati locali riveste un volano promozionale fondamentale per la penetrazione nel mercato
algerino. Circa 180 imprese italiane sono insediate in Algeria.
Principali imprese italiane in Algeria: ENERGIA : ENI Production B.V., Ansaldo Energia, Saipem
Contracting SpA, ENEL. CEMENTO : Buzzi Unicem 35% Société Des Ciments de Sour El
Ghozlane, 35% Buzzi Unicem Société Des Ciments de Hadjar Soud SpA – GRANDI LAVORI
PUBBLICI: Astaldi, Todini, Pizzarotti, CMC Ravenna, Condotte, Rizzani de Eccher, Trevi,
Bonatti.
MOU – Agricoltura
Il 27 maggio 2015 i Ministri degli esteri hanno siglato il Memorandum di Intesa e cooperazione per
il settore agricolo.
Il Memorandum prevede una ampia cooperazione tra i due paesi nei settori dell’agricoltura, delle
foreste e della filiera agroindustriale, particolare interesse sarà rivolto per lo sviluppo delle filiere
olivicola, vitivinicola, lattiero-casearia e dell’allevamento dei bovini, caprini ed ovini.
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MOU – Regione Umbria
Il 24 gennaio 2016 è stato stipulato un MOU per la cooperazione in agricoltura, tra la regione
Umbria ed il Ministero dell’agricoltura algerino, in particolare, per le filiere del latte e dell’olio di
oliva.
ACCORDO IN VIGORE UE-ALGERIA
L’accordo di associazione tra l’UE e l’Algeria è stato pubblicato sulla GU CE nel 2005.
La Comunità europea per i prodotti di origine algerina importati ha previsto una serie di
concessioni, variabili a seconda della sensibilità dei prodotti, che vanno dalla eliminazione o
riduzione dei dazi alla istituzione di contingenti tariffari entro i quali i dazi sono azzerati.
Da parte algerina i prodotti importati dalla comunità sono in parte soggetti a dazi doganali
all’importazione ridotti in modo variabile (20% al 100%) e nei limiti dei contingenti tariffari
indicati nel protocollo 2 dell’accordo.
L’applicazione dell’accordo ha subito una drastica revisione unilaterale da parte algerina, infatti
sulla base di una decisione del Ministero algerino delle Finanze del 2 dicembre 2010, l’Algeria ha
deciso di eliminare le preferenze tariffarie per 36 prodotti importati dall’Unione Europea. Fra i
prodotti interessati vi sono: zucchero, mucche, giovenche, vari tipi di pulcini, verdura, frutta,
margarina e formaggi. Tale misura, è entrata in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2011,
Di conseguenza, i dazi doganali sono stati ripristinati per la totalità delle quantità importate per tali
prodotti.
Inoltre, l’obiettivo di creare una zona di libero scambio entro il 2017 contribuisce ad accentuare le
apprensioni del governo algerino, in quanto il progetto penalizzerebbe l’imprenditoria nazionale e
in particolare la piccola e media impresa algerina; di qui l’intervento dell’Algeria per sollecitare la
revisione del calendario delle liste dei prodotti interessati dallo smantellamento tariffario stabilite
nel 2002 nell’ambito dell’Accordo di Associazione tra le due parti.
E’in corso di approvazione il Piano d’azione che dovrebbe permettere il passaggio ad un rapporto
superiore delle relazioni tra l’UE e l’Algeria.
Per l’agricoltura il piano prevede:
-
proseguire l’applicazione dell’Accordo di associazione in materia di scambi dei prodotti
agricoli, dei prodotti agricoli trasformati e dei prodotti della pesca;
iniziare una fase di esplorazione per l’avvio di negoziati complementari sul commercio dei
prodotti agricoli e della pesca, tenendo conto delle sensibilità di entrambe le parti;
negoziare un accordo per la reciproca protezione delle indicazioni geografiche e delle
denominazioni di origine;
avvicinare la legislazione algerina nel campo della protezione delle IG e delle DO;
sostenere lo sviluppo rurale per mezzo dell’iniziativa ENPARD (Programma europeo di
vicinato per l’agricoltura e lo sviluppo rurale) in tutte le forme di cooperazione settoriale.
Nel corso del CPC del 4 marzo 2016 la Commissione ha illustrato al Comitato i risultati relativi
alla parte commerciale del Comitato di Associazione UE-Algeria (Bruxelles, 25 febbraio) con
particolare riferimento alla joint evaluation dello stesso AA.
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Al riguardo, la Commissione ha voluto sottolineare come le voci circolate alla vigilia della riunione
sulla presunta volontà algerina di sospendere tutte le preferenze tariffarie dell’AA fossero prive di
fondamento mentre vi è effettivamente la volontà di reintrodurre un sistema di licenze per tre
prodotti sensibili (auto, cemento, tondini in ferro). Di fondo, da parte algerina si è constatato come
l’applicazione della parte trade dell’AA abbia condotto, complice la crisi del mercato degli
idrocarburi, ad uno sbilanciamento delle relazioni commerciali.
All’espansione delle esportazioni UE non ha fatto seguito una analoga crescita di quelle algerine
(per prodotti agricoli e NAMA) né una espansione degli IDE europei. Da parte europea è stato
ovviamente messo in rilievo come tali risultati siano il frutto della congiuntura di mercato e non
siano imputabili al funzionamento dell’AA: il flusso di Investimenti è determinato dal mercato, la
possibilità di diversificare le esportazioni dipende dalla capacità di progredire nel percorso di
riforme del Paese.
La riunione si è comunque svolta in un clima positivo, e le parti hanno concordato sulla necessità di
proseguire il confronto sul funzionamento dell’AA secondo le piste di riflessione (m.d. 51/16). Le
parti dovrebbero quindi predisporre, attraverso incontri informali, un “non-paper” congiunto prima
della pausa estiva che dovrebbe rappresentare la base per un ulteriore approfondimento sul tema in
occasione di un comitato misto informale da riunire dopo la pausa estiva.
Nel successivo dibattito, le delegazioni intervenute hanno soprattutto sottolineato le loro
preoccupazione per le misure restrittive algerine per i settori auto, cemento e siderurgico (EL, PT,
BG, DE, ES, IT, UK e FR, che non ha mancato di sottolineare la particolare sensibilità per il tema
generale delle relazioni con l’Algeria)
POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO
Barriere tariffarie
La riduzione delle barriere tariffarie al commercio internazionale in Algeria è stata avviata fin
dall'inizio degli anni '90. Tale tendenza si è rafforzata con l'entrata in vigore nel settembre 2005
dell'Accordo di associazione con l'UE e nel gennaio 2009 della zona araba di libero scambio
(ZALE). E' ancora in corso il negoziato per l'accesso all'OMC.
I diritti di dogana sono articolati su tre aliquote: 5% (materie prime), 15% (semilavorati) e 30%
(prodotti finiti).
L'Algeria ha richiesto nel 2011 la revisione delle clausole commerciali previste nell'accordo di
associazione con la UE e ha proceduto alla sospensione unilaterale delle prossime tappe del
programma di smantellamento tariffario, prospettando uno slittamento di 5 anni (dal 2017 al 2022)
per il completamento del calendario di liberalizzazioni e anticipando la reintroduzione di alcuni
diritti doganali su specifiche linee tariffarie considerate sensibili e particolarmente penalizzate.
In occasione del Consiglio di Associazione dello scorso dicembre 2012, le autorità algerine hanno
espresso l’auspicio di avviare discussioni esplorative su eventuali modifiche della parte agricola
dell’Accordo di Associazione con l’UE, proposta rispetto alla quale la Commissione ha mostrato
disponibilità di massima, purché si tratti di revisione equilibrata e nell’interesse di entrambe le parti.
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Barriere non tariffarie
Il peso di questo tipo di misure è, al contrario della componente tariffaria, piuttosto rilevante. Le
restrizioni al mercato algerino sono in gran parte dovute a barriere non tariffarie e significativo è
anche l'impatto negativo delle formalità e delle lungaggini doganali.
La normativa prevede che il pagamento delle importazioni debba obbligatoriamente avvenire
tramite lettera di credito. Ciò risulta in un aggravio di costo per l'importatore algerino.
Le imprese possono provvedere tramite rimessa documentaria (Cash Against Documents - CAD) o
credito documentario per l'importazione di attrezzature, inputs e altri beni utilizzati per la
produzione.
Per tali importazioni è inoltre consentito il pagamento diretto entro un limite annuale di 4 milioni di
Dinari Algerini (€ 40.000) per impresa.
Esiste poi un certo numero di divieti alle importazioni. Sono ad esempio vietate quelle di
autoveicoli usati con più di tre anni e di ogni tipo di attrezzature e macchine movimento terra usate.
Nel 2010 è stata introdotta la possibilità di importare linee di produzione usate rigenerate, previa
deroga concessa dal ministero competente per la tipologia di investimento.
Esistono, inoltre, monopoli d'importazione per alcuni prodotti alimentari considerati strategici dal
Paese e per alcune materie prime o prodotti semilavorati.
E' vietato l'export di alcune categorie merceologiche che vanno dai tesori artistici e archeologici,
fino alle piante palmate, a bovini e ovini per riproduzione e ai rifiuti di metallo non ferrosi.
Specifiche misure di protezione sono adottate per ragioni di tutela del consumatore e della salute
pubblica, in particolare per l'importazione di animali, ma sono anche richieste delle autorizzazione
preventive per alcuni prodotti di uso comune, come i detersivi/detergenti e i fiammiferi.
A decorrere dal mese di marzo 2010, al fine di procedere a un'importazione in franchigia doganale
nell'ambito dell'Accordo di associazione UE/Algeria e della ZALE (Zona Araba di Libero
Scambio), è necessario richiedere il Visto di Franchigia Doganale.
L'autorizzazione deve essere richiesta dagli operatori algerini alla Camera di commercio e industria
competente territorialmente; essa costituisce di fatto una licenza ai fini del controllo e monitoraggio
statistico delle importazioni in Algeria.
Con una nota del 24 marzo 2011 la Direzione degli Scambi della Banca d'Algeria ha disposto la
cancellazione della presentazione di tre documenti:
- il certificato fitosanitario, per tutti i prodotti alimentari;
- il certificato di controllo della qualità della merce;
- Il certificato di origine per tutte le operazioni di importazione di beni.
Tali documenti erano stati richiesti dalle banche algerine al fine del rilascio agli operatori economici
della dichiarazione di residenza bancaria, indispensabile per lo sdoganamento delle merci.
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Fitosanitario
A partire dal febbraio 2016 sono state superate le criticità poste all’esportazione di materiale di
moltiplicazione di vite e fruttiferi italiano in Algeria.
Infatti, il 15 febbraio 2016 è pervenuto riscontro positivo alle nostre argomentazioni da parte del
responsabile del Servizio fitosanitario algerino, Mr. Khaled Moumene, che ha portato alla
rimozione del bando alle esportazioni.
Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
L'Algeria è membro dell'OMPI ed ha firmato le principali convenzioni internazionali sulla
protezione della proprietà intellettuale. Si è quindi dotata, nel corso del tempo, di una legislazione
nazionale per la tutela della proprietà industriale (brevetti, disegni industriali, trade marks), diritti
d'autore e indicazioni di origine.
L'organismo statale incaricato di vegliare sul rispetto delle Convenzioni internazionali e della
legislazione nazione è l'Istituto Nazionale Algerino per la Proprietà Intellettuale.
Nonostante la registrazione internazionale (ad es. presso l'OMPI) comporti automaticamente la
protezione del marchio in tutti i Paesi membri OMPI, la registrazione in Algeria, peraltro poco
costosa, è comunque auspicabile ai fini di una più efficace tutela dei diritti di proprietà.
Nello specifico, chi crea un nuovo marchio in Algeria deve depositarlo presso l'INAPI. Una volta
registrato, il marchio è immediatamente protetto. Da notare che l'INAPI non puo' rifiutarsi di
depositare un marchio. Può solo informare che si tratta, ad esempio, di un marchio già appartenente
ad altri.
L'unico rimedio, in caso di contestazione, è il ricorso al giudice che, una volta accertata la
"duplicazione” o la contraffazione del marchio, ne decide l'annullamento e la successiva radiazione.
Benché l'impianto legislativo appaia adeguato - le sanzioni contro i trasgressori per riproduzione di
opere, importazione, esportazione e vendita, noleggio nonché la diffusione di esemplari contraffatti,
arrivano a 3 anni di pena detentiva, con multe tra 5.000 e 10.000 € - il Paese soffre di un certo
problema di enforcement a causa principalmente di una mancanza di qualificati addetti al controllo.
SCAMBI COMMERCIALI AGROALIMENTARI
Nel corso del 2015 le esportazioni nazionali di prodotti agroalimentari sono ammontate a 104,227
meuro in diminuzione dello -10% rispetto al 2014.
Le importazioni nel corso dello stesso periodo sono ammontate a 8,749 meuro in riduzione del 157% rispetto all’anno precedente.
Il saldo commerciale positivo per il nostro commercio è ammontato a 95,478 meuro in aumento del
+3,5% rispetto al 2014.
I prodotti di maggiore interesse esportativo sono stati (valori in meuro):
-
Mele e pere 39,448 (+26%)
9
-
Cioccolata 13,708 (-9%)
Olio di soia 6,463 (-210%)
Preparazioni alim. 6,269 (+16%)
Preparaz. alim. animale 5,813 (+29%)
Prodotti della panetteria e pasticceria 5,259 (+2,5%)
Succhi di frutta, mosti ecc. 4,217 (+86%);
Estratto malto, prep. alimentari 4,164 (+26%);
Tabacchi greggi 3,401 (+897%)
Altre piante vive 2,972 (-66%)
Altri zuccheri 1,371 (-7%);
Le importazioni hanno riguardato in particolare (valori in meuro):
-
Zuccheri di canna o barbab. 4,879 (-277%);
Ortaggi freschi o refrigerati 2,125 (-16%);
Carrube, barbabiet. ecc. 0,391 (+121%);
Molluschi comm. 0,351 (-54%);
Crostacei comm. 0,278 (+70 %).
Nel corso dei primi 6 mesi del 2016 le esportazioni nazionali di prodotti agroalimentari sono
ammontate a 47,751 meuro in diminuzione dello -26% rispetto allo stesso periodo del 2015.
I prodotti maggiormente esportati sono stati: mele, pere 15,146 meuro (-107% rispetto al 2015),
pollame vivo, pesci vivi, altre piante vive, legumi da granella, semi destinati alla semina, cioccolata
7,178 meuro (+70% sul 2015), prodotti della panetteria e pasticceria, succhi di frutta, preparazioni
alimentari, preparazioni alimentazione animale.
Le importazioni nel corso dello stesso periodo sono ammontate a 8,982 meuro in aumento del
+149% rispetto all’anno precedente.
I prodotti importati sono stati: molluschi commestibili, ortaggi freschi o refrigerati, zucchero di
canna 6,461 meuro (+2258% sul 2015) (9,429 meuro nel 2013).
Il saldo commerciale positivo per il nostro commercio è ammontato a 38,770 meuro in riduzione del
-46% rispetto al 2015.
Si allegano le schede riassuntive del commercio agroalimentare Italia-Algeria 2013-2015.
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