AMPLIFICATORE OPERAZIONALE L’amplificatore operazionale venne così chiamato poiché inizialmente è stato impiegato per nei primi elaboratori, che erano analogici, per effettuare appunto le operazioni matematiche; attualmente grazie all’evoluzione tecnologica troviamo questi dispositivi sotto forma di piccoli ed economici integrati che per tali caratteristiche vengono utilizzati in larga scala sia in elettronica che nel campo delle telecomunicazioni in sostituzione di circuiti che implicano molti transistor ed un progetto ben studiato. L’amplificatore operazionale è un amplificatore differenziale con elevatissime prestazioni. La sua rappresentazione simbolica presenta due ingressi (uno invertente contrassegnato con “-“, ed uno non invertente con “+”) ed un'uscita. Inoltre i terminali +Vcc e –Vcc indicano un’alimentazione doppia, denominata duale, il che significa che lo alimentiamo con un potenziale positivo ed uno negativo entrambi riferiti a massa, 0volt, (punto comune all’alimentazione). L’amplificazione di questo dispositivo è data da: Ad = Vout / (Vd) Amplificatore operazionale +Vcc Alimentazione duale Ingresso invertente Vd out +Vcc -Vcc Ingresso non invertente -Vcc Vd = V2-V1 V2>V1 V2<V1 V2=V1 Vout positiva Vout negativa Vout nulla V1 V2 Vout Configurazione base (ad anello aperto) In questo caso (nella configurazione base) il guadagno è detto ad anello aperto o a catena aperta in quanto l’operazionale è privo di reazione, che dal punto di vista circuitale non presenta alcun collegamento tra l’uscita e l’ingresso. L’operazionale ha delle prestazioni eccezionali che nel caso del modello ideale vengono portate all’estremo limite: Oscar Vatrano 1 di 40 parametri ideali di un operazionale -Ad (amplificazione differenziale) = infinita (Vu / Vd) -Ac (amplificazione di modo cumune) = zero -Ri (resistenza d’ingresso) = infinito -Ro (resistenza d’uscita) = zero -Bw (banda passante) = da zero a infinito perché Ad è infinita e Ac è nulla? Vu = Ac*Vc + Ad*Vd -Vc è la tensione di modo comune ed è definita come tensione madia tra gli ingressi: Vc = V2 + V1 2 -Vd invece è la differenza tra il segnale applicato all’ingresso non invertente meno quello applicato all’ingresso invertente: Vd = V2 –V1 L’amplificazione di modo comune viene appunto rilevata ponendo gli ingressi in comune, dove: V1 = V2 Vd = 0 Vu = Ac*Vc + Ad*Vd Ad = Ac = Vc = Vi Vd 0 Vu Vu = =∞ Vd 0 Vu Vi Ac è determinata dalle caratteristiche interne del dispositivo, e tale fattore ci è direttamente fornito dal costruttore nei data sheet relativi al componente (ma volendo lo possiamo misurare anche in laboratorio, ponendo gli ingressi in comune). Più è piccola Ac e più piccolo sarà il disturbo interno amplificato, ed è per questo motivo che nell’ideale Ac = 0 . nonostante alcuni dispositivi reali di precisione si avvicinano notevolmente al modello ideale Ac non sarà mai uguale a zero. Oscar Vatrano 2 di 40 L’amplificatore operazionale ideale è un modello astratto, in effetti è facile comprendere che nella realtà non esistono grandezze infinite, per cui un A.O. reale potrà avere un guadagno di tensione molto elevato, una resistenza d’ingresso molto grande, una larga banda passante, ma certamente non infiniti. Analogamente, dato che nessun conduttore (o semiconduttore) presenta resistenza nulla, è fisicamente impossibile ottenere una resistenza d’uscita pari a zero per un A.O. reale. Tuttavia gli operazionali reali sono componenti dalle prestazioni elevatissime, che spesso si accostano in modo più che soddisfacente al modello ideale. parametri reali - Ad = da 50000 a 10^8 - Ac < 10 - Ri >1Mega ohm - Ro < 1kilo ohm - Bw = da 10Hz a 1000Hz - Vout = Ad * Vd - CMRR (common mode reiction raito) esprime l’attitudine del dispositivo a favorire l’amplificazione del segnale differenziale Vd rispetto ai segnali di modo comune Vc (disturbi); un buon A.O. deve avere un elevato CMRR, almeno 60db. -CMRR = Ad / Ac CMRR(db) = 20 log (Ad / Ac) RO=NULLA Ri=INFINITA IDEALE REALE Una resistenza d’ingresso molto elevata permette di assorbire una minima corrente, mentre una resistenza d’uscita, che si avvicina allo zero, permette di prelevarne in gran quantità. Oscar Vatrano 3 di 40 sapendo che il guadagno di tensione [amplificazione espressa in decibel: Gv = 20 log Av] è molto elevato qualunque differenza tra i segnali applicati ai due ingressi produce la saturazione del componente (caratteristica di non linearità);le saturazioni possono essere positive o negative a seconda del potenziale risultante dalla differenza tra: V2-V1, o meglio l’uscita prende il segno dal potenziale risultante all’ingresso non invertente rispetto all’ingresso invertente. Affinché l’amplificatore operazionale possa essere impiegato come dispositivo lineare è necessario abbassare il suo guadagno mediante una reazione negativa. In tal caso un’opportuna rete resistiva collegherà l’uscita all’ingresso e, sia il guadagno che la configurazione circuitale assunta, verranno denominate ad anello chiuso. APPLICAZIONI Innanzitutto occorre dire che esistono due tipi di applicazioni fondamentali per l’amplificatore operazionale: - Applicazioni lineari un’A.O. lineare presenta una rete di reazione negativa, applicata tra il segnale d’uscita e quello d’ingresso, costituita essenzialmente da componenti passivi: resistenze, condensatori ed induttanze. Sinteticamente con la reazione negativa imponiamo che: sia il segnale d’uscita che quello d’ingresso siano limitati nel tempo ed in ampiezza (anche se l’uscita è amplificata risulta sempre limitata).inoltre in un amplificatore reazionato negativamente il rapporto tra Vu/Vi si mantiene costante. -L’amplificazione di un qualsiasi amplificatore può assumere un determinato intervallo di valori (stiamo parlando dei valori di A) entro i quali l’amplificatore si può definire lineare, ma se ci spingiamo al di fuori di questi valori il dispositivo non risponderà più in modo lineare (Vu/Vi non sarà più costante) I seguenti grafici rappresentano l’amplificazione RAPPRESENTAZIONE ASINTOTA (IDEALE) Vu A RAPPRESENTAZIONE REALE Vu A Vi ZONA LINEARE Vi ZONA NON LINEARE All’aumentare di Vi aumenta Vu in modo proporzionale, ma esistono dei limiti per l’amplifìcazione Oscar Vatrano 4 di 40 Se il segnale d’entrata sarà in relazione con l’ingresso invertente l’uscita assumerà polarità opposta rispetto al valore di Vi, risultando sfasata di 180° e l’amplificazione sarà negativa. Se invece il segnale d’ingresso è in relazione con l’ingresso non invertente l’uscita avrà la stessa polarità di Vi, e perciò risulterà in fase. Amplificazione positiva Amplificazione negativa - Applicazioni non lineari un’A.O. non lineare presenta una reazione positiva costituita da componenti attivi come diodi, transistor BJT, JFET, MOS-FET, integrati e da componenti passivi. Con la reazione positiva il rapporto tra segnale d’uscita fratto quello d’entrata non si mantiene costante, a volte l’uscita può non dipendere da un segnale d’ingresso, ma si genera da sola e può non essere limitata nel tempo, come i generatori di segnale o i multivibratori. Principali configurazioni lineari - configurazione invertente Vi Vu V t applicando un segnale in ingresso (invertente) in uscita avremo il segnale amplificato ed invertito. A = Vu / Vi = -R2 / R1 Vu = -(Vi * A) Vu = (-R2 / R1)*Vi Oscar Vatrano 5 di 40 - configurazione non invertente Vi Vu All’aumentare di R2 aumenta A questa volta il segnale risulta applicato all’ingresso non invertente e perciò verrà solamente amplificato. Se: R2 = 0 A = 1 + 0 / R1 = 1 + 0 = 1 A = Vu / Vi = (1 + R2 / R1) Il segnale d’uscita risulterà Vu = A * Vi identico a quello d’ingresso - inseguitore di tensione Vi Vu V t la sinusoide d’uscita è completamente identica a quella d’ingresso, in effetti questa configurazione amplifica in corrente e non in tensione; l’inseguitore di tensione viene utilizzato spesso come preamplificatore per microfoni, poiché da quest’ultimi non è possibile prelevare corrente sufficiente per un normale amplificatore. + V1 + V2 741 + mic Vu = Vi Oscar Vatrano Av = Vu / Vi Ru - 6 di 40 - sommatore invertente (mixer) Vi1 = Vi2 = 1V -Vu V +1V t -2V questa configurazione permette di sommare due segnali, ma aggiungendo altre resistenze in ingresso potremo sommare più segnali contemporaneamente. Inoltre siccome i segnali sono in relazione coll’ingresso invertente il risultato in uscita risulta invertito di segno. È importante che tutte le resistenze siano dello stesso valore se vogliamo ottenere una somma corretta; se tale condizione non verrà rispettata il R3 R3 risultato verrà alterato: Vi2 Vi1 + Vu = - ( R1 * R2 * ) è possibile sommare anche segnali variabili, dove se hanno la stessa frequenza, otterremo in uscita la somma dei moduli con la medesima frequenza: Vi1 = Vi2 = 1V -Vu Se i segnali d’ingresso hanno diversa frequenza la somma avverrà punto per punto: -Vu Vi2 Vi1 + Oscar Vatrano = 7 di 40 D'altronde quando utilizziamo forme d’onda sinusoidali potremo utilizzare capacità d’accoppiamento in ingressi ed uscita per tanto è sempre buona abitudine far riferimento ai numeri complessi: Numeri complessi N°reale + N°immaginrio Vu = - ( Z3 Z1 * Vi1 + Z3 Z2 * Vi2 ) + Re = [v] cos v Im = [v] sin v - sommatore non invertente (mixer) Vi1 = Vi2 = 1V +Vu Mentre il precedente circuito rappresentava l’uscita sfasata di 180° (cioè negativa) questo fa la somma positiva. Vu = (1+ R3 R4 )*( R2 R1 * V2 * V1 + R1+R2 R1+R2 ) Naturalmente anche con questa configurazione è possibile applicare segnali variabili, ed a differenza dell’invertente, l’uscita risulterà in fase con gli ingressi. Oscar Vatrano 8 di 40 - sottrattore (differenziale) tale circuito permette di fare la differnza tra: V2-V1 Cioè tra tensione applicata all’ingresso non invertente MENO la tensione applicata all’ingresso invertente. Vi2 Vu Vi1 - + Vu = [( = R4 R2 + R4 +V * V2 ) *( 1+ R3 R1 )]- ( Amplificazione non invertente ) R3 *V1 R1 Amplificazione invertente Nei grafici osserviamo come avviene, l’operazione: 5V-3V=2V Ma ricordiamo che è sempre possibile sommare anche segnali variabili. Oscar Vatrano 9 di 40 Si possono fare anche operazioni con più segnali: Questo circuito infatti permette di dare segno positivo a tutti i segnali applicati all’ingresso non invertente, e di dare segno negativo a tutti quei segnali applicati all’ingresso invertente, per fornirne la somma algebrica in uscita. Ricordiamo di dare sempre gli stessi valori alle resistenze per ottenere risultati coerenti V1 - V2 - V3 + V4 + Vu = -7v-3v+3v+5v=-2v - integratore (in continua) = Applicando una qualsiasi tensione continua in ingresso, la capacità si comporterà come un circuito aperto, e perciò l’aplificatore risulterà non reazionato cioè non lineare. In uscita avremo una saturazione di segno opposto rispetto all’ingresso. Se: Vi è continua Vu = +/- Vcc sat Oscar Vatrano 10 di 40 - integratore (in alternata) Vi=sinusoide Vu=cosinusoide V t le proprietà di questa configurazione risalgono all’A.O. invertente, la differenza è che al posto di R2 abbiamo un condensatore che comporta uno sfasamento di +90° di Vu. Inoltre tale amplificatore risponde in funzione della frequenza, più precisamente funziona da filtro passa basso: A = -Xc / R Xc = -j / (ω*c) ω = 2*π*f A = j / (2*π*f * C*R) Vu = A*Vi Notiamo che all’aumentare della frequenza l’amplificazione diminuisce, perché “f” è situata al denominatore: A A/ 2 fT f La fT (frequenza di taglio) indica quel valore della frequenza cui il guadagno risulta diminuito di –3db o per meglio dire l’amplificazione scende al 70%. Inoltre tale configurazione viene impiegata per generare onde triangolari fernendo un segnale rettangolare in ingresso. Ma per realizzare ciò, bisogna rispettare la seguente condizione: (T/2) = R*C dove T/2 corrisponde al semiperiodo dell’onda quadra applicata in ingresso; mentre R*C ossia la costante di tempo rappresenta il prodotto dei valori tra la resistenza per il condensatore. Oscar Vatrano 11 di 40 Supponiamo di voler applicare in ingresso un’onda quadra di frequenza 1KHz: (T/2) = (1/2f) = (1/2000Hz) = 0,5ms 0.5ms = RC imponendo: C = 1µF 0,5 = R*10^-6 R=? R = (T/2) / C R = (0,5*10^-3) / (10^-6) = 500Ω V t In risposta non abbiamo un segnale triangolare perché nella simulazione il condensatore è ideale. Ma se entriamo nelle caratteristiche del condensatore, e clicchiamo a “fault” e poi su “leakage” (perdita), inserendo il valore della resistenza di R otteniamo tale risultato: V Non sempre è vero che “a volte il simulatore sbaglia”, ma siamo noi che non lo conosciamo. t l’uscita è un’onda triangolare quasi perfetta, infatti la carica e scarica del condensatore non sono esattamente rettilinee ma le rassomigliano. Oscar Vatrano 12 di 40 - Derivatore (in continua) = Tale configurazione non accetta segnali continui in entrata, poiché la capacità ne blocca il passaggio: e perciò con tensioni continue in ingresso l’uscita sarà nulla. Derivatore (in alternata) Vi Vu V t Man mano che incrementiamo in frequenza l’uscita comincia a crescere proprio come un filtro passa alto (il condensatore in questa configurazione comporta uno sfasamento di –90°). Anche in questo caso le sue proprietà risalgono all’ A.O. invertente dove: A = -R / Xc Xc -j / (ω*c) ω = 2*π*f G G/ 2 fT Oscar Vatrano f 13 di 40 La fT (frequenza di taglio) indica quel valore della frequenza cui il guadagno risulta diminuito al 70%. A differenza dell’integratore il derivatore fornisce in uscita un’onda quadra se forniamo in ingresso un’onda triangolare rispettando sempre la regola: (T / 2) = R*C siccome il simulatore utilizzato non prevede generatori d’onde triangolari lo abbiamo costruito, impacchettando l’integratore in un blocco con due terminali: massa ed uscita. I valori R-C rimangono quindi gli stessi: V Vi Vu t Principali configurazioni non lineari - comparatori Vu invertente +Vcc Vrif Vi -Vcc Vi=Vrif Si tratta di un dispositivo cratterizzato da solo due possibili livelli di tensione d’uscita; siccome non abbiamo reazione negativa l’amplificazione è molto elevata, il che comporta nella realtà tensioni di saturazione (+/-Vcc sat) d’ uscita corrispondenti a piccolissime variazioni in ingresso. Infatti Vu dipende da -Ad*Vi, ma: Oscar Vatrano 14 di 40 Ad = da 50000 a 10^8 Se per esempio: Vi = 3mV Vu = -50000* 0,003 = -150V Ma non esistono operazionali che supportano tali tensioni d’uscita, solitamente essi vengono alimentati con una tensione duale di 12v; quindi in uscita ci ritroveremo un’onda quadra i cui stati corrispondono alle tensioni di alimentazione. il comparatore serve a mettere a confronto il segnale d’ingresso con un determinato valore noto detto segnale di riferimento (corrispondente all’ingresso invertente) che solitamente è pari a 0V. Si nota che il comparatore funge da squadratore e che qualsiasi tipo di segnale può essere comparato, perciò viene impiegato per molteplici applicazioni come ad esempio rilevare una variazione attraverso un sensore. L’uscita risulta invertita perché Vi è in relazione con l’ingresso invertente, ma è possibile modificare la configurazione invertendo gli ingressi dell’A.O.: Non invertente In entrambi i casi Lo scopo di collegare un’ingresso a massa, è quello di stabilire una soglia di riferimento. Se la tensione d’ingresso è uguale a quella di riferimento l’uscita sarà nulla, se invece ci allontaniamo minimamente da tale soglia avremo una commutazione in uscita. possiamo anche sfasare la soglia di commutazione applicando un generatore di tensione continua all’apposito ingresso di riferimento: Vrif la soglia (Vrif) può essere sfasata sia positivamente che negativamente. Oscar Vatrano 15 di 40 Col seguente schema possiamo variare la soglia di riferimento a nostro piacimento, agendo semplicemente sul trimmer: - comparatore con isteresi a volte con il normale comparatore si vengono a creare problemi per la troppa sensibilità del dispositivo, rispetto ai disturbi; viene cosi applicata una rete che permette di rendere insensibile il comparatore alle piccole variazioni, prendendo nome di comparatore con isteresi o con ritardo. Vrif R2 R1 Vu L’isteresi permette di ottenere due soglie di riferimento, che dipendono dallo stato d’uscita; se il circuito è alimentato con una tensione duale simmetrica, allora parleremo di +/-Vcc: Vrl Vrh = +Vcc * Vrl = -Vcc * Oscar Vatrano Vrh R1 R1+R2 Vh R1 R1+R2 Finestra d’isteresi 16 di 40 Vi Abbiamo due soglie di riferimento, una superiore ed una inferiore. Quando il segnale d’ingresso crescendo raggiunge la soglia Vrh l’uscita commuterà a –Vcc. Di sguito a tale commutazione la soglia di riferimento si è spostata a Vrl, perciò se il segnale Vi decresce non commuterà più alla stessa soglia, ma dovrà scendere al valore di Vrl. Si definisce finestra d’isteresi la porzione di grafico occupata da Vh: Vh = Vrh – Vrl ( Vh = Vcc * R1 R1+R2 R1 ) - (-Vcc * R1+R2 ) Se R1=R2 allora la finestra si trova perfettamente al centro del grafico. Se R1>R2 la finestra si sposta verso valori positivi e si allarga: Se R1<R2 la finestra si sposterà verso valori negativi e si stringe: -Trigger di schimitt si tratta sempre di un comparatore con isteresi dove possiamo regolare la posizione della finestra tramite una R1 variabile (trimmer): Oscar Vatrano 17 di 40 -multivibratori si tratta di circuiti in grado di generare onde quadre in uscita senza aver bisogno di ingresso: Vc V Rete R-C Vc Vu +Vcc Vh=+6v Vh t Vh= - 6v -Vcc questo circuito deriva dal comparatore con isteresi, con la differenza che abbiamo applicato un’altra rete di reazione, la quale permette al dispositivo di fornire autonomamente un’onda quadra in uscita: se R2 = R1 allora Vh = Vu/2 = +6v quando l’uscita è positiva, mentre avremo Vh = -6v quando l’uscita è negativa (caratteristiche del comparatore con isteresi). Oltre alla rete di reazione R1-R2 che fissano le tensioni di riferimento per l’ingresso non invertente, abbiamo un’altra rete formata da R-C dove quando Vu = +Vcc il condensatore comincia a caricarsi positivamente tramite R; quindi Vc comincia a crescere, ma appena supera il valere prefissato +6v l’uscita commuta da +Vcc a –Vcc ed il condensatore si scarica e si ricarica inversamente, questa volta quando Vc supera la soglia di –6v l’uscita ricommuterà da –Vcc a +Vcc, ed il ciclo si ripeterà continuamente. In generale: Vh = R1 * [Vu / (R1+R2)] dave Vu può essere +Vcc o –Vcc stabilendo due tensioni di riferimento (+Vh e –Vh) Per ricavare il periodo di questo segnale applichiamo la seguente formula: Ton T = 2 * R * C * ln ( 1+2* R1 R2 ) Toff -ln = logaritmi neperiani T mentre la frequenza sarà: f = 1/T Oscar Vatrano 18 di 40 finché avremo bisogno di un multivibratore che riproduca un segnale, la cui frequenza non superi il MEGAhertz, tale configurazione risulta di ottime prestazioni. Un altro fattore chiamato Duty Cycle stabilisce il rapporto tra la durata della semionda positiva ed il periodo totale dell’onda quadra, espresso in percentuale: D (%) = 100 * (Ton / T) Nel caso precedente il Duty Cycle è al 50% perché Ton = T/2 omeglio Ton = Toff. Il Dduty Cycle solitamente viene variato agendo sulla resistenza R che va a caricare il condensatore C, regolando il tempo di carica e scarica di Vc tramite la seguente soluzione: Oscar Vatrano 19 di 40 quando la tensione d’uscita è positiva passerà per R3 e D1 ed andrà a caricare il condensatore; mentre invece quando la tensione d’uscita è negativa passerà per R4 e D2 dove andrà a scaricare e ricaricare inversamente il condensatore. Ovviamente se R3 è diversa da R4 i tempi di carica e scarica saranno disuguali ed il D% cambierà: se R3 < R4 allora D < 50% se R3 > R4 allora D > 50% naturalmente se vogliamo conoscere il periodo dobbiamo calcolare Ton e Toff e fare la somma dei due: ( R1 R2 ) ( R1 R2 ) Ton = 2 * R3 * C * ln 1 + 2 * Toff = 2 * R4 * C * ln 1 + 2 * T = Ton + Toff D(%) = 100*[Ton/(Ton+Toff)] In questo modo però il periodo totale non rimane costante. Se vogliamo avere sempre lo stesso periodo invece di agire su Vc andiamo ad intervenire su Vh: Oscar Vatrano 20 di 40 Possiamo anche realizzare un multivibratore la cui frequenza la possiamo variare a nostro piacimento tramite l’apposito trimmer “R”: -Oscillatori sinusoidali a ponte di wein questa speciale configurazione che impiega sempre il dispositivo amplificatore operazionale è capace di fornire il più importante segnale del campo dell’elettronica, quello sinusoidale. Lo schema principale (teorico) è il seguente: dove per garantire il funzionamento dobbiamo rispettare alcune regole: ω = 1 / (RC) f = ω / (2π) = 1 / (2RCπ) A = 1 + (R1/R2) = (R1+R2)/R1 ω = 2πf Oscar Vatrano 21 di 40 dobbiamo imporre però che in un primo momento A > 3 ed in un secondo momento dovrà essere A = 3. Per tale motivo lo schema precedente non risulta realmente funzionale ma è solo un modello ideale che ne raffigura il funzionamento. Riguardando le formule di A notiamo che dipende esclusivamente da R1 ed R2, quindi queste resistenze dovranno assumere i valori appropriati: A= R1 + R2 R1 =3 Se scelgo R1=10KΩ A= 10k + R2 10k =3 1 3= 10k R2 + 10k 10k 1 3-1= R2 10k R2 = 2 * 10k = 2*R1 R2 dovrà essere il doppio di R1 per garantire A = 3 ma abbiamo detto che per far innescare l’oscillazione occorre predisporre solo in partenza A > 3 e quindi in questo istante dovremo avere R2 > 2*R1. Questa condizione viene soddisfatta nel campo dei dispositivi reali introducendo due diodi (o un diac) in parallelo ad R2 od in serie ad R1; infatti il diodo presenta una resistenza che varia col variare della corrente: ID RD = ∆VD / ∆ID VD Oscar Vatrano 22 di 40 Ecco un ottimo scema pratico funzionale Agendo sul doppio potenziometro visibile sotto forma di due resistenze variabili chiamate R, è possibile regolare la frequenza a nostro piacimento; mentre tramite il trimmer E regoliamo con precisione l’amplificazione cui deve essere, una volta innescato, A = 3; infatti rispettando tale regola la sinusoide d’uscita è perfettamente uniforme. Oscar Vatrano 23 di 40 -amplificatore logaritmico si tratta di un A.O. la cui configurazione permette di ottenere una funzione di trasferimento (amplificazione) non lineare ma logaritmica, tale configurazione risale allo schema invertente dove la resistenza R2 è sostituita da un transistor: Ic A Vu Vbe Vi solo se Vin è positiva Vu sarà negativa e quindi il transistor verrà polarizzato direttamente andando in conduzione. La relazione logaritmica è contenuta nella seguente espressione approssimata: Vbe Ic = Ics * e Vt e = base dei logaritmi neperiani Ics = corrente inversa di saturazione del collettore Vbe = tensione base-emsttitore Vt = (thermal voltage) tensione termica Vbe = Vt * ln Ic Ics k*T Vt = Q K = costante di Boltzaman (1,38 * 10^-23 * J/K) T = temperatura assoluta Q = carica dell’elettrone (16 * 10^ -19 * C) Oscar Vatrano 24 di 40 Ic = Vin/R1 = Ics * e Vin / (R1*Ics) = e^ Vbe Vt -Vbe = Vre = Vu -Vu Vt ln è il logaritmo neperiano ln [Vin / (R1*Ics)] = -Vu / Vt Vu = -Vt * ln [Vi / (Ics*R1)] Si nota che Re non compare nelle formule perché viene inserita solo per evitare che il guadagno in tensione del transistor porti il sistema ad essere instabile; di solito Re = R1. Inoltre nelle formule entra il concetto della temperatura poiché il transistor tende a condurre maggiormente in condizioni di alte temperature. Possiamo realizzare lo stesso amplificatore logaritmico sostituendo al transistor un diodo: Id basa sulle caratteristiche intrinseche del diodo dove : Vd è la tensione ai capi del diodo; I0 è la corrente di saturazione inversa; q è la carica dell’elettrone (1.6 10–19 C); k è la costante di Boltzmann (1.38 10–23 J/K); T è la temperatura assoluta della giunzione; Id è la corrente nel diodo. Oscar Vatrano Si deve osservare che il dispositivo presenta un notevole grado di incertezza non essendo la caratteristica dei diodi ripetibile e costante. 25 di 40 In conclusione ripetiamo che l’amplificazione è logaritmica, e quindi il rapporto tra tensione d’uscita fratto quella d’entrata non si mantiene costante; infatti provando a raddoppiare il segnale d’ingresso, quello d’uscita aumenta di una quantità quasi irrilevabile: log 100 = 2 raddoppiando log 200 = 2,3 10 10 Vin Vin Vout Vout Si nota che la tensione d’ingresso deve essere minimo 0,7V per attraversare i semiconduttori, inoltre la tensione d’uscita è sempre in saturazione per l’elevato guadagno -amplificatore esponenziale (antilogaritmico) quest’altro amplificatore svolge la funzione inversa del precedente ossia quella esponenziale, la tensione d’uscita aumenta notevolmente con piccolissime variazione in ingresso; lo schema elettrico è il seguente: Ic Vin dev’essere negativa mentre Vu sarà positiva. -Vin Vt Vu = R2*Ics*e^ Oscar Vatrano 26 di 40 Questa configurazione come abbiam ben capito fornisce in uscita una risposta di tipo non lineare ma esponenziale: A Vu Vi Anche in questo cado il transistor può essere sostituito da un diodo: Id - 2 I0 è la corrente di saturazione inversa; q è la carica dell’elettrone (1.6 10–19 C); k è la costante di Boltzmann (1.38 10–23 J/K); T è la temperatura assoluta della giunzione; Id è la corrente nel diodo. Oscar Vatrano 27 di 40 Anche nell’amplificatore logaritmico i valori della tensione d’uscita possono variare in corrispondenza della tenperatura esterna. Vin Vin Vout Vout Si nota che la tensione d’ingresso deve essere minimo 0,7V per attraversare i semiconduttori, inoltre la tensione d’uscita è sempre in saturazione per l’elevato guadagno -moltiplicatore Grazie all’ amplificatore logaritmico e a quello esponenziale si è fatto un grande passo avanti nella storia dei calcolatori analogici, in effetti prima potevamo svolgere solo le funzioni matematiche di addizione e di sottrazione, ora combinando in modo strategico le ultime due configurazioni analizzate possiamo svolgere sia la moltiplicazione che la divisione. Adesso andremo ad osservare un A.O. moltiplicatore: In1 logaritmico sommatore In2 Oscar Vatrano logaritmico esponenziale out Out = in1*in2 28 di 40 Infatti in teoria se ho: Vi1 = 2v Vi2 = 2v Vi1 * Vi2 = 4v Log 2 + Log 2 = 0,6021 10 10 Antilog 10^0,6021 = 4v Ma in realtà le configurazioni degli amplificatori logaritmici ed esponenziali presi in esame sono del tutto ideali e non potrei realizzare il moltipliplicatore, visto che in uscita avrò solo delle saturazioni; ma con delle opportune modifiche si può abbassare il guadagno ed ottenere i risultati desiderati. Per ora ci limitiamo (purtroppo) a vedere il moltiplicatore sotto forma di un unico blocco: M addirittura, in teoria o con dispositivi efficienti, è possibile fare il quadrato di un valore di tensione, unendo gli ingressi in comune: M Vi Vu = (Vi)^2 -estrattore di radice quadrata dal moltiplicatore nasce questa nuova configurazione che permette di ottenere la radice quadrata del segnale applicato in ingresso: Ir Vu^2 Ii Oscar Vatrano 29 di 40 Vi = Ri * Ii Perché la corrente ch eassorbe l'A.O.è quasi nulla. Ii = Ir = -Ir Ii Ir-Ii = 0 Ir = Vu^2 Rr Vi = Ri * Vu^2 Rr Vu = Vi * Rr Ri Se: Rr = Ri Vu = Vu = Vi * Rr Ri Vi - modulo divisore sempre derivato dal moltiplicatore e quindi dagli amplificatori logaritmici ed esponenziali nasce il modulo divisore che da in uscita il rapporto tra isegnali applicati in ingresso: V1 = Ri * Ii Ir Vu * V2 Ir = Vu * V2 Rr Ii = -Ir Ii Vu = - Rr * V1 Ri V2 Se Ri = Rr V1 = numeratore V2 = denominatore Oscar Vatrano Vu = -V1 V2 30 di 40 - raddrizzatore questo circuito serve a raddrizzare un segnale variabile come ad esempio una sinusoide che è formata da semionde positive e negative, tale funzione è analoga a quella del ponte di greatz (ponte di diodi),dove però facciamo uso dell’amplificatore operazionale: infatti quando il segnale d’ingresso si trova in zona positiva, esso passerà per il diodo D2 e ce lo ritroveremo in uscita, contemporaneamente viene invertito dall’amplificatore (di guadagno unitario [R1 = R2]) e risultando negativo non potrà passare per D1. Mentre quando il segnale raggiunge la semionda negativa D2 non conduce ma essendo invertito dall’A.O. diverrà positivo e passerà per D1. Vi Vu t - Limitatore Un limitatore è un circuito che lascia passare soltanto quelle parti di un segnale che si trovano al di sopra o al di sotto di un determinato livello di riferimento. Quello seguente è un limitatore che limita la tensione d’uscita di un amplificatore operazionale fra due livelli di tensione, uno positivo ed uno negativo corrispondenti alle tensioni di zener dei diodi applicati: Vin Vout + 5,6v - 5,6v Oscar Vatrano 31 di 40 Il circuito si comporta come un amplificatore operazionale invertente finché la tensione ai capi di R2 è compresa tra ± (Vz+Vd), dove Vd è la tensione necessaria a far condurre l’altro diodo che risulta polarizzato direttamente (0,7v); quando VR2 raggiunge i limiti stabiliti, i due zener si trovano polarizzati uno direttamente e l’altro indirettamente bloccando la tensione ai capi di R2 sul valore ± (Vz+Vd). Per cui nonostante il segnale d’ingresso continuerà a crescere positivamente o negativamente l’uscita resterà limitata. “una tipica applicazione del circuito descritto si ha nei radioricevitori a modulazione di frequenza (FM Frequency Modulation), con lo scopo di eliminare, prima della demodulazione, ogni eventuale modulazione D’ampiezza spuria (picchi di tensione elevati) introdotta dal mezzo trasmissivo”. - stabilizzatore prendere un raddrizzatore, livellare la tensione d’uscita tramite un condensatore e stabilizzarla con un limitatore; così nasce uno stabilizzatore di tensione di precisione per apparecchiature altamente sensibili. limitatore raddrizzatore 5V Oscar Vatrano Il transistor pnp svolge la funzione di invertente, poiché la tensione uscente dal limitatore è negativa; inoltre notiamo che invece di avere in uscita 5,6v ne abbiamo 5v perché sul transistor si perdono 0,6v nella giunzione 32 di 40 Parametri reali degli A.O. Come abbiamo detto in precedenza non esistono grandezze fisiche infinite o nulle, e perciò nonostante l’amplificatore reale si avvicina notevolmente al modello ideale, esso è pur sempre limitato. I modelli ideali non sono tuttavia uguali fra di loro ma hanno determinate differenze che li rendono più adatti ad alcune esigenze rispetto ad altri. Per esempio l’integrato AD797 dell’Analog Devices è un A.O. a bassissimo rumore, che presenta però un impedenza d’ingresso di soli 7,5kΩ , mentre l’AD817 è un amplificatore operazionale ad alta velocità ma il cui guadagno di tensione ad anello aperto (Amplificazione differenziale senza reazione) vale soltanto 4*10^3. Parametri medi di un A.O. reali - Ad = da 50000 a 10^8 - Ac < 10 - Ri >1Mega ohm - Ro < 1kilo ohm - Bw = da 10Hz a 1000Hz Effetti del guadagno finito Prendendo in considerazione l’amplificatore operazionale invertente reale l’amplificazione reazionata varia di -1% rispetto al modello ideale poiché subentra il fatto che Ad ha un limite e non è infinita. I2 I1 Oscar Vatrano Vd 33 di 40 Ar = Vout / Vin Vu = Vd * Ad Dove applicando il principio di sovrapposizione degli effetti (principi di Theveli e Northon): Vd1° = R1 R1+R2 * Vu Vd2° = R2 R1+R2 * Vi Vd = Vd1° + Vd2° Vd = ( R1 R1+R2 * Vu )+( [( Vu = -Ad * R2 R1+R2 * Vi R1 R1+R2 * Vu ) ) +( Vu + ( R1 * Vu * Ad R1+R2 Vu * ( Ad * R1 + 1 R1+R2 Ad Oscar Vatrano ( )] R2 ) = -Ad * Vi * R1+R2 ) = -Ad * Vi * - Vi * Vu = R2 R1+R2 * Vi R2 R1+R2 R2 R1+R2 R1 R1+R2 +1 Ad ) 34 di 40 Se come nel caso iseale Ad = ∞ - Vi * Vu = ( Vu = -Vi * R2 R1+R2 R1 R1+R2 +1 ∞ ) 1 ∞ =0 R2 R1 Ma nel caso reale l'amplificazione differenziale è finita e dobbiamo inserire tale valore nella formula di Vu. Ricordiamo che l'amplificazione differenziale è indicata sui data sheet forniti dal costruttore. Sopponendo di voler amplificare il segnale d’ingresso di un fattore 100 e che il nostro A.O. ha una Ad = 10^4 , dire che R2 deve essere 100 volte più grande di R1 non sarà estto: R2 = 1MΩ R1 = 10kΩ 10^6 10^4+10^6 Vu = 1 10^4 + 10^4+10^6 10^4 -Vi * = -Vi * 0,99 0.01 =Vi * 99 Ar = Vu / Vi = (Vi * 99) / Vi = 99 L’amplificazione invece di essere uguale a 100 come nel caso ideale, risulta 99 nella realtà. Si nota che l’errore che commettevamo nel modello ideale è dell’-1%, quale viene considerato tollerabile poiché molto piccolo, anche rispetto all’errore derivante dalla tolleranza delle resistenze. E= Oscar Vatrano (R1+R2) * 100 R1 * Ad 35 di 40 Effetti della resistenza d’ingresso finita Sapendo che la resistenza d’ingresso ha un valore ben preciso fornitoci sempre dal costruttore, in uno schema invertente ad esempio possiamo notare che la reanzione provoca un cambiamento di tale resistenza; quindi la resistenza di ingresso di un qualsiasi amplificatore completo non è mai quella del singolo operazionale. Riprendendo in esame lo schema invertente andremo ora a vedere quanto risulta la resistenza d’ingresso equivalente: Ri applicando il teorema di Thevelin alla maglia d’ingresso, non facciamo altro che cortocircuitare l’ingresso a massa, dove R1 ed Ri risultano in parallelo. Avremo così la seguente resistenza equivalente: Req = R1//Ri In pratifca Req si può considerare uguale a R1 se: R1<Ri/100 Ovvero R1=Req se R1 è inferiore di 2 ordini di grandezza rispetto ad Ri Di conseguenza si riduce la resistenza d’ingresso del circuito Effetti della resistenza d’uscita finita Dobbiamo sempre tener conto della resistenza di carico prima di adottare un determinato tipo di A.O. Ad esempio, utilizzando l’A.O. come driver per una linea coassiale a 50Ω, dovremo tener conto della resistenza d’uscita del nostro amplificatore poiché deve risultare molto inferiore dei 50Ω, altrimenti non si potrà prelevare sufficiente corrente (ricordiamo che la resistenza d’uscita è vista come una resistenza in serie). A.O. invertente + Oscar Vatrano 36 di 40 Vedremo ora come la resistenza d’uscita varia quando andremo a realizzare un amplificatore reazionato, in particolare prenderemo in esame l’A.O. invertente; mostreremo di seguito lo schema dinamico equivalente a cui leverò la resistenza di carico RL per misurare la tensione equivalente sui morsetti d’uscita: Vd Veq Vi è un generatore indipendente, e secondo il principio di THEVELIN lo possiamo spegnere, mentre [Ad*Vd] è dipendente e deve rimanere, perciò applicheremo in uscita un generatore opposto ed andremo a calcolare la resistenza equivalente: I2 I I1 R1//Ri = Rp I2 Vd=Vrp I1 I Req = Vu / I I = I1+I2 Oscar Vatrano 37 di 40 I2 = Vu R2 + Rp Vu - (Ad*Vd) Ru I1 = Vd * Vd = Ad * (-VRp) Vu * RP R2 + RP VRp = I2 * RP = Vu - ( -Ad * I1 = Vu * RP R2 + RP ) Ru Vu * [ ( 1+ = Vu + = Ad * Vu * RP R2 + RP Ru = )] Ad * Rp R2 + RP Ru Vu * I= I= [ ( R2 + Rp )] [ + Ad * Rp Vu R2 + Rp ] Ru Vu * Vu Req = 1+ Vu = I (R2 + Rp) + (Ad * Rp) + Ru (R2 + Rp) + Ru (R2 + Rp) + Ru (R2 + Rp) + (Ad * Rp) + Ru Adesso che abbiamo sia la Veq che la Req possiamo ricollegare la resistenza di carico. Oscar Vatrano 38 di 40 DATA SHEET DI UN A.O. I parametri fisici che che caratterizzano un amplificatore operazionale sono le caratteristiche meccaniche, le sollecitazioni massime, caratteristiche elettriche e i diagrammi delle prestazioni. tAli caratteristiche vengono fornite dettagliatamente dal costruttore in un insieme di fogli tecnici chiamati Data Sheet; la struttura dei data sheet è in genere organizzata secondo uno schema del tipo seguente: -una descrizione generale del dispositivo (general description) -una rassegna dei parametri più caratteristici (features) -un prospetto dei valori limite ammessi per per alcune grandezze (maximum ratings) -una presentazione dei contenitori disponibili (packages) e della relativa piedinatura (connection diagrams) -una o più tabelle delle caratteristiche elettriche, con i valori distinti in: minimi, tipici e massimi (electrical characteristics) -una raccolta dei diagrammi più significativi (typical performance curves) -una breve rassegna delle applicazioni tipiche del dispositivo in oggetto (application information). Fra le caratteristiche più importanti notiamo: -input offset voltage di solito negli amplificatori operazionali reali la caratteristica ingresso uscita non passa per l’origine degli assi, ovvero quando Vd=0 , Vu risulta sfasata in ampiezza cioè fuori zero (offset) ciò significa che dovremo intervenire all’ingresso applicando una tensione continua opposta che ne annulli l’effetto: questa tensione prende il nome di input-offset-voltage (sbilanciamento di tensione d’ingresso) [Vio] questa tensione di aggiustamento può variare da pochi µV a 10 mV. Per regolarla si può agire: o su appositi pin dediti all’offset, o sfasando la stessa tensione d’ingresso finché l’effetto di “fuori zero” sull’ uscita non venga annullato, queste operazioni vengono fatte in laboratorio poiché si tratta di valori diversi per ogni dispositivo anche della stessa categoria; andremo ad agire tramite appositi trimmer nei seguenti modi: Oscar Vatrano 39 di 40 parametro Open loop gain AD [db] o [V/mV] Differential input impedance Ri[MΩ Ω] Common mode input impedance Ricm [GΩ Ω] Output resistance Ro [Ω Ω] Input offset voltage Vio [mV] Input bias current Ib [nA] Input offset current Iio [nA] Offset voltage drift ∆Vio/∆ ∆T [nA/°C] Offset voltage drift ∆Iio/∆ ∆T [nA/°C] Input voltage range ∆VIM[V] Output voltage range ∆VUM[V] Output max current IUM[mA] Output short circuit current ISC[mA] Large signal voltage gain Ad [db] o [V/mV] Unit gain bandwidth o cross frequency fc [MHz] Gain bandwidth product GPG [MHz] Slew rate SR [V/µ µs] Common mode gain Ac [db] CMRR (common mode rejection raito [db]) Internal power dissipation Pd [mW] Quiscent current Iq [mA] en [V^2/Hz] Input noise current density en [I^2/Hz] Input noise voltage density Power supply rejectio raito PSRR [µ µV/V] o [db] Oscar Vatrano Descrizione Guadagno differenziale ad anello aperto Ad = Vu / Vd Resistenza d’ingresso ad anello aperto Resistenza tra ciascun ingresso e massa. Nei dispositivi non simmetrici si possono avere due valori ben distinti Resistenza vista dall’uscita dell’A.O. ad anello aperto Tensione di offset Media delle correnti di polarizzazione assorbite agli ingressi Ib = (Ibp+Ibn)/2 Differnza fra le correnti di polarizzazione assorbite agli ingressi Iio = Ibp-Ibn Variazione della Vio con la temperatura Variazione della Iio con la temperatura Campo dei possibili valori della tensione applicata tra ciascun ingresso e massa Valori limite della tensione di uscita in condizioni di linearità Massima corrente d’uscita Corrente d’uscita in cortocircuito Rapporto tra la massima elogazione della tensione d’uscita e la corrispondente elogazione della tensione differenziale di ingresso. cOincide con Ad Frequenza alla quale il guadagno ad anello aperto diventa unitario Coincide con la fc Massima velocità di variazione dell’uscita Amplificazione del segnale di modo comune nell’A.O. ad anello aperto: Vu=Ad*Vd+Ac*Vc Rapporto tra guadagno differenziale e quello di modo comune Massima potenza dissipabile dal dispositivo. Dipende dal package Corrente di alimentazione assorbita a riposo (ingresso assente ed uscita aperta) Quadrato della tensione efficace di rumore in una banda di un Hz Quadrato della corrente efficace di rumore in una banda di un Hz Rapporto tra la variazione della Vu e la tensione di alimentazione che l’ha prodotta 40 di 40