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frogs
SPECIAL
27-30 AGOSTO 2014
PARCO FLUVIALE
RIOLO TERME
INGRESSO GRATUITO
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MANAGEMENT DEL DOLORE POST-OPERATORIO
THE ZEN CIRCUS
NOBRAINO
PERTURBAZIONE
CARCIOFFI GIUSEPPE sas
di Carcioffi Elisa e C.
INFISSI E SERRAMENTI IN ALLUMINIO
Via Curiel, 20/22/24 - 48025 Riolo Terme (Ra)
Tel. 0546.70266 - Fax 0546.71847
e-mail: carcioffinfi[email protected]
anno diciannovesimo
(ventunesimo di Frogstock)
numero uno
a cura di
Clips Rag & Rock
Centro Giovani
Via Gramsci, 13
48025 Riolo Terme (RA)
www.frogstock.it
[email protected]
redazione e public relations
Iacopo Battilani
Samuele Benini
Stefano Briccolani
Aris Collina
Luca Cavallari
Mattia Grandi
Beatrice Laurita
Alfonso Nicolardi
Alessandro Malavolti
Marco Maltoni
Claudio Malvezzi
Marco Massacci
Myriam Massicci
Marco Paiano
Matteo Pasini
Paride Ridolfi
Filippo Sangiorgi
Nicola Sangiorgi
Lorenzo Santandrea
Martino Savorani
Melania Tigrini
Mirco Tigrini
Sara Venturini
Marco Zama
Mario Zama
illustrazione in copertina
grafica ed impaginazione
Paride Ridolfi
distribuzione
gratuita
frogs uno
frogs
SENSI
SENZ A
TEMPO
Avete mai pensato che direttamente nessuno dei nostri sensi é in grado di percepire il tempo? Non esiste una relazione diretta tra tempo e percezione, ma
solo tra tempo e variazione della percezione. Ci accorgiamo dello scorrere del
tempo quando cambia la luce del giorno, quando il fragore del temporale ha
un inizio e una fine, quando il calore varia tra estate e inverno, quando scorrendo le dita sul viso scorgiamo le prime rughe. Il tempo é figlio del cambiamento,
proprio come la vita stessa. Tutto é rinascita e rinnovamento, ogni cambiamento é un click dei meccanismi di un infinito orologio che batte il tempo
dell’universo. Così da ventuno anni anche per i ranocchi di Frogstock che, passando per il battito di mille piccoli cambiamenti e nuove generazioni, mantengono vivo l’amore per la musica, come una semicroma di DNA geneticamente
trasmessa verso il futuro. Tutto questo per continuare a far battere sul palco
il tempo della grancassa, quello che più ci piace e soprattutto quello straordinario tempo che a Frogstock si riesce a percepire davvero con tutti i sensi.
[email protected]
frogs due
CLIPS RAG & ROCK
CENTRO GIOVANI
PROGRAMMA
MERCOLEDI’ 27 AGOSTO
THE BRONZE BANANAS
HAREM
MANAGEMENT DEL DOLORE POST-OPERATORIO
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER BY ANDY DJ FROM RADIO RCB
GIOVEDI’ 28 AGOSTO
MOMA
DELAY LAMA
SILENCE, EXILE & CUNNING
THE ZEN CIRCUS
TUTTE LE SERE:
Pro Loco “Traditional Fast Food”
Grapperia “Kill the Coffee”
Cocktails ed aperitivi musicali
al Joker Disco Bar
Area Bambini by Zerocento
Rockcamp by Protezione Civile
Artigianato Locale
Alcool test by Ser.T Faenza
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER BY DJ MASSIMO VOLTI + DJ JACOPO BATTILANI
VENERDI’ 29 AGOSTO
FIGLI DEL PAPA
JASPERS
NOBRAINO
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER BY ZANZU AKA MADJ + DJ MALVA
WWW.FROGSTOCK.IT
SABATO 30 AGOSTO
RIOLO TERME
THE TALKING BUGS
FANTASIA PURA ITALIANA
PERTURBAZIONE
PARCO FLUVIALE
INGRESSO GRATUITO
TUTTE LE SERE
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER DJ MASSIMO VOLTI + DJ JACOPO BATTILANI
frogs tre
DUEMILAQUATTORDICI
duemilaquattordici
frogs quattro
frogs cinque
COME
TOGETHER
Chissà se John Lennon pensava a Frogstock quando scrisse questa canzone…
Probabilmente no, ma il significato delle sue parole riassume le nostre fatiche:
ogni anno ci catapultiamo insieme al
parco fluviale riolese a lavorare per una
nuova edizione del festival, aggiungendo volti, associazioni, sorrisi all’elenco di
nomi che si mobilitano per la musica. Siamo tanti, siamo intergenerazionali, siamo
multi-tasking, siamo tatuati, siamo nei
dieci, nei venti, nei trenta, nei quaranta,
nei cinquanta... Noi siamo. Noi siamo quel
senso di comunità, di stare insieme che
negli anni ci ha contraddistinto e con onore sottolineiamo in queste righe. Grazie,
grazie alle istituzioni, alle associazioni, ai
commercianti riolesi che credono in noi.
Grazie ai volontari, ai ragazzi della CLIPS
RAG & ROCK, alla Pro Loco di Riolo Terme,
all’Avis, Aido, Arci, Ippoverde. Grazie ai
ragazzi dei Winter Bikers, all’Associazione Alpini, alla Protezione Civile. Grazie a
tutti coloro che, sentendo il richiamo di
Frogstock, ci regalano il loro tempo e impegno per realizzare questo spettacolo.
frogs sei
FATTORIA
SCANÍA di SETTEFONTI
di Stefania Malavolti
Via Settefonti, 3
tel. 054676055
cell. 3392172282
[email protected]
produzione propria di:
FORMAGGI FRESCHI E STAGIONATI
di pecora, capra, mucca
YOGURT - RAVIGGIOLO - RICOTTA
erbe
& mani
erboristeria, estetica,
massaggi, abbronzatura,
luce pulsata
di Daniela Lisei
Via F.lli Cervi 8/10 - Riolo Terme (RA)
Tel 0546.74243 - [email protected]
frogs
Indignazione: [dal latino Indignatio
-onis]. – 1. Stato dell’animo indignato, risentimento vivo
soprattutto per cosa che offende il senso di umanità,
di giustizia e la coscienza morale. (fonte Treccani)
Leggendo una rima per bambini ho trovato questa parola così difficile e mi sono chiesta: cosa può saperne un bambino d’indignazione? Perché mai un adulto dovrebbe
inserirla all’interno di una rima per bambini? Poi ho pensato alla mia d’indignazione e ho capito che tanto chiara non lo era neanche a me. Ma noi adulti sappiamo
ancora indignarci? Sappiamo ancora provare un sentimento così vivo anche per
qualcosa che non ci riguarda da vicino? Vi chiederete cosa potrà mai avere a che
fare una rima per bambini con un articolo per il Frogs, una rima della rabbia giusta
con un festival musicale. La rabbia è un sentimento che può sfociare in numerose
derive ma se confluita nella giusta direzione può trasformarsi in passione, moto
propulsivo, azione. Allora trovo un primo collegamento: la capacità di indignarsi
è la capacità di mettersi in moto e di creare qualcosa di diverso. Bene, allora noi
piccoli grandi volontari di Frogstock siamo tutti un po’ indignati. Indignati perché
offesi dall’immobilismo di molti che tanto criticano e poco fanno per questo nostro
paesello sempre più descritto come inerme e/o svuotato di attrattività. Mettersi sotto
al sole d’agosto per montare un palco, dormire poche (pochissime ore) per ripulire in
tempi record il parco fluviale e riconsegnarlo alla collettività, è a parer mio tanto e molto
di più di semplice indignazione. È passione e voglia di fare, è beata ingenuità, è voglia di
stare insieme, di rispettare le scadenze, è desiderio di essere protagonisti. È quell’indignazione che coltiviamo ogni giorno quando, da inizio anno, ci ritroviamo in associazione
per parlare di Frogstock, di come fare per raccogliere i fondi per il nostro festival, di come
far rinnovare la fiducia dei nostri sponsor nei nostri confronti, di come avvicinare nuovi
volontari e di come far sentire a casa quelli collaudati. La stessa indignazione che ci muove nei
fine settimana primaverili a fare dei service per far cassa per la scuola di musica oppure spendere serate per ideare, realizzare, scrivere e pubblicare questo stesso giornalino. Ho trovato un
altro collegamento: indignarsi è la capacità di provare delle emozioni forti e saperle trasmettere
agli altri. Bene, allora noi piccoli grandi volontari di Frogstock siamo tutti un po’ indignati nella
misura in cui saltiamo sotto il palco, sorridiamo a voi ospiti vicini e lontani, lavoriamo a zero euro
come ricompensa, ci divertiamo indossando una maglia staff e riceviamo le vostre lodi per il nostro impegno. Ma l’indignazione, quella vera, è quando riceviamo le critiche per un vetro che balla durante le prove suoni o per la supposta idea che festival musicale = festa della birra = festa degli ubriaconi
= siamo tutti alcolizzati. Rispondo con pacata indignazione ma soprattutto con la bellissima rima di Bruno
Tognolini che spiega, con parole semplici e metafore splendide, perché usiamo il nostro impegno quotidiano
per rendere ogni anno l’edizione di Frogstock non un semplice festival musicale bensì il nostro festival musicale.
Rima della rabbia giusta “Tu dici che la rabbia che ha ragione / È rabbia giusta e si chiama
indignazione / Guardi il telegiornale / Ti arrabbi contro tutta quella gente / Ma poi cambi canale
e non fai niente / Io la mia rabbia giusta / Voglio tenerla in cuore / Io voglio coltivarla come un
fiore / Vedere come cresce / Cosa ne esce / Cosa fiorisce quando arriva la stagione / Vedere se
diventa indignazione / E se diventa, voglio tenerla tesa / Come un’offesa / Come una brace che
resta accesa in fondo / E non cambia canale / Cambia il mondo.” Bruno Tognolini (B. Tognolini, Rime di rabbia. Cinquanta invettive per le rabbie di tutti i giorni, Salani Editore, 2010)
MELANIA TIGRINI
frogs otto
Servizio Trasporto Pubblico e
Noleggio Pullman Granturismo
Cosa puoi trovare a Frogstock? Musica, cibo, birra. Dirai: facile, in
tutti i festival è così. Invece a Frogstock non lo è, perché accanto
al “traditional food” della Pro Loco da quest’anno potrai trovare
gustose novità…vienici a trovare! Tortelli, piadina, ficattola, pollo
fritto, rane fritte e altro ancora serviti dalle rinomate professioniste
della sagra, le “Lady Ficattola”! Potrai assaggiare le ottime birre della Forst dalla Kronen, alla Sixtus e alla Weihenstephan Hefe: meglio
di così! Potrai inoltre, se siete una famiglia, usufruire dello spazio
bimbi realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Zerocento: quale miglior connubio per regalare a tutti i membri della
famiglia la magica atmosfera di Frogstock. Infine, se hai apprezzato
abbondantemente la nostra birra rischiando la sicurezza tua e degli
altri, potrai fermarti al Rock Camp allestito dalla Protezione Civile
per stemperare il tuo brio e vivere la musica responsabilmente. Divertiti, divertiamoci: viviamo il nostro Frogstock responsabilmente.
frogs nove
Se t’vô stê ben, magna fört e bed de ven!
frogs dieci
Io tiò
“Io tiò scelto”. Questa è la frase che ho visto vergata, con
una bomboletta di vernice, su un muro del centro qualche giorno fa. La prima cosa che ho pensato è stata: “di
sicuro non hai scelto di imparare l’italiano”. Il secondo
pensiero invece si è rivolto alla o al destinatario di quella dedica, nella speranza che mai possa leggere un tale
strafalcione capace di togliere, probabilmente, ogni speranza di amorosa corrispondenza al poetico autore. Ma
poi mi sono detto: “e se lei rispondesse con un altrettanto
innovativo “miai rubato il cuore”? Nemmeno a farlo apposta qualche giorno dopo mia moglie mi ha mostrato
un messaggio con il quale una giovane parrucchiera le
domandava: “Me lai mandato il logo?” Quando andavo
a scuola io (e non parlo del paleolitico) errori del genere
sarebbero stati segnati col triplo rigone rosso e se reiterati ed associati ad altre pesanti lacune, potevano portare
addirittura alla bocciatura. Alcuni dei miei coetanei hanno subito questa terribile onta e questo atroce provvedimento e, nonostante questo, non si sono drogati e oggi
hanno un lavoro e una famiglia che non hanno ancora
sterminato. Hanno imparato il senso della responsabilità.
Il concetto che se non fai ciò che dovresti ne puoi pagare
le conseguenze, che la vita non ti dà bei voti e non ti stende il tappeto rosso solo per donarti serenità e per non
farti soffrire. Per cui quando sento parlare questi scienziati della psico-pedagogia, questi soloni secondo i quali
la bocciatura va abolita per legge, per quanto non lo sia
oramai di fatto onde evitare crolli di autostima negli alunni e traumi psicologici irreversibili, mi girano un pochino
le valvole dell’amplificatore. Al disagio psicologico di chi
invece s’impegna, dedicando molto del proprio tempo
allo studio e vede passare in carrozza, agli anni successivi, anche chi se ne frega tranquillamente di ogni dovere
e di ogni risultato, non ci pensa mai nessuno? Che messaggio si dà agli uni e agli altri? Il problema di fondo non
è sbagliare un congiuntivo, una “q” o una “a senz’acca”.
Sarebbe meglio non farlo, ma si sopravvive. Il problema
è educativo: sta nell’insegnare ai bambini ed ai ragazzi a
prendersi le proprie responsabilità, senza che i genitori siano sempre pronti a difendere a priori i propri figli anche
quando, come si diceva una volta, sono dei vagabondi o
degli autentici “somari”. Ci sono truppe di genitori armati
fino ai denti di carte bollate e di querele, se non addirittura di botte e “sganassoni”, che hanno tolto ai docenti ogni
straccio di autorevolezza, rispetto e capacità di incidere.
Insegnanti che non vedono l’ora di togliersi dai piedi i
ragazzi problematici e ancora di più i loro genitori, tanto da sposare con piacere la causa della promozione di
massa a fini socio-psico-pedagogici. I ragazzi arriveranno
tutti sereni e tranquilli alla fine della scuola dell’obbligo.
Ma quando entreranno nel mondo del lavoro e nella vita
vera, convinti di essere “capaci” a priori e prenderanno le
prime smusate, che succede? È come se uno andasse a
scuola di musica e per anni pigiasse le mani a caso sulla tastiera di un pianoforte sentendosi dire che è bravo e
che va tutto bene: ma quando poi salirà per la prima volta
su un palco e vedrà arrivarsi addosso pomodori freschi, in
scatola, insulti e fischi, forse ci rimarrà male. Non sarebbe
stato meglio dirgli prima che quello non era il suo mestiere? Ma non avrei dubbi sul fatto che, fra il pubblico,
ci sarebbe qualcuno che scambierebbe il suo suonare a
casaccio per una straordinaria, anticonformista forma di
arte contemporanea fuori dagli schemi.
Ma voi scegliete il palco di Frogstock: lì sopra ci troverete solo
gente che sa suonare.
MARCO MALTONI
frogs undici
scelto
frogs dodici
RISCALDAMENTO E
CONDIZIONAMENTO
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Maurizio Liverani
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frogs tredici
C’E’ VITA SU MARTE?
Spesso si associa la presenza di atmosfera su un pianeta alla possibilità per
gli esseri viventi di respirare, meno spesso si pensa alla straordinaria funzione dell’atmosfera come mezzo di trasmissione del suono. lmmaginate che
caos se potessimo sentire il rumore del sole o la tristezza dei passi assolutamente muti del primo uomo sulla luna. Della capacità dell’aria di trasmettere
suoni la natura se ne é accorta ben presto, dando agli animali la possibilità di richiamare, corteggiare e difendersi utilizzando rumori e versi; se ne
dev’essere accorto subito anche quello strano bipede dotato di intelletto che
nei secoli ha fatto di tutto per far suoi i suoni della natura. Ne ha creati di
nuovi e ha inventato macchine per far si che quei suoni lo accompagnassero
ovunque. Di quei suoni aveva bisogno non solo per comunicare necessità,
ma anche e soprattutto per condividere sentimenti. Il suono si é ben presto
trasformato in musica e la musica in arte, divenendo una delle espressioni
più profonde dell’animo e della creatività umana. L’evoluzione di quest’arte,
oltre a plasmare la musica per le esigenze di ogni periodo storico, ha continuato a scavare nell’anima e nel profondo dei sentimenti, sia per motivi
meramente commerciali, ma anche, e soprattutto, perché quella sequenza
di suoni era fonte di piacere, conforto e sostegno. In un crescendo la musica
si é unita alla letteratura, alla poesia, alle arti visuali: l’opera e la canzone
d’autore ne sono un esempio. Dai tamburi tribali alla classica contemporanea, al barocco, Bach, la sinfonica, il rock’n’roll, il beat, il punk, l’elettronica.
Sono solo esempi e probabilmente non é ancora finita. Ogni epoca e genere
musicale hanno lasciato tracce di eccellenza artistica, ma alcune creazioni
sanno mescolare le eccellenze di più generi e stili. Ero appena adolescente
quando mi imbattei per la prima volta in “Life on Mars”. Conobbi Bowie per
la colonna sonora di Christiane F. e da Heroes partii per esplorare il regno
del Duca Bianco. Non ero particolarmente affascinato da quel bizzarro personaggio che amava saltellare tra alchimie sonore che al tempo non riuscivo
ancora ad afferrare. “Life on Mars” era solo una bella canzone, come altre
del tempo: penso a “Rocket Man” di Elton John o a “Years of the Cat” di Al
Stewart. In questi trenta e passa anni fortunatamente ho avuto modo di conoscere, ascoltare e “assorbire” generi ed autori d’ogni tempo: una piccola
cultura che mi dà la possibilità di apprezzare al meglio ogni ‘buon piatto
musicale’. Risentita oggi “Life on Mars” appare come il risultato di una raffinata scelta di ingredienti classici affidati a mani sapienti dei migliori chef.
Assaggiandola si inizia col perdersi dentro la traccia di piano che percorre
sentieri da Bach a Wagner, sapientemente amalgamati dalle dita di Rick Wakeman, poi si sprofonda nel breve, ma stratosferico riff di chitarra elettrica e
negli arrangiamenti d’archi di Mick Ronson per finire soccombendo nel maestoso gran finale preso in prestito da ‘Così parlò Zarathustra’. Su tutto una
spolverata di grande poesia raccontata dalla ragazza con i capelli di topo.
Su di un’astronave per Marte metterei un disco che suona Life on Mars per
dimostrare agli abitanti del pianeta rosso ciò di cui siamo capaci sulla terra,
sempre ammesso che Bowie non venga proprio da li, come i suoi Spiders.
PARIDE RIDOLFI
frogs quattordici
Si sentiva molle, come svuotato;
aveva anche un po’ di nausea. Eppure
non aveva fatto nulla tutto il giorno,
se non stare accucciato nel sedile del
bus in attesa di colmare i quattrocento chilometri che lo separavano da
Riolo Terme. Era in tour da appena
un mese e già ne aveva abbastanza.
Per andare in tour ci voleva un nuovo
album, per un nuovo album servivano una decina di canzoni nuove,
per scrivere una decina di canzoni
bisognava stare lì con la testa per
quattro, cinque mesi almeno. Tutto
questo per dire che aveva la coda
lunga, quel mese di tour. I ragazzi
della band, invece, erano vivaci e curiosi. In una parola, giovani. Per loro
ogni tappa era una novità: gente diversa con un dialetto diverso, cucina
diversa da gustare, fiche diverse da
calzare. Lui, che aveva sul groppone
una dozzina di album e di tour, non
vedeva più la novità. Da una valle romagnola a una discoteca lombarda
cambiava nulla: parlavano, vestivano, bestemmiavano in modo diverso,
ma erano lì per le canzoni e alla fine
chiedevano sempre quelle: “La vita
del drogato da giovane”, “Strade blu”
e “L’inferno è qui”. Da quelle tre non
si scappava. Erano ormai vent’anni
che le suonava e il solo pensiero di
farle un’altra volta gli dava il voltastomaco. Forse era quello il motivo
della nausea. Il pullman svoltò a
destra e parcheggiò in un ampio
spiazzo. Erano arrivati. “E meno male
che Riolo è in collina” pensò passando dall’aria condizionata all’afa di
un agosto che non voleva finire. Lo
avvicinarono due ragazzi che potevano essere suoi figli: sulle maglie
campeggiava la scritta “Frogstock”. Si
presentarono dicendo che erano dello staff, chiesero se aveva fatto buon
viaggio. Rispose con un grugnito e si
fece accompagnare al camerino. Non
voleva essere scortese, era solo stufo.
E incazzato. Incazzato per qualcosa
che non sapeva nemmeno lui. Si tuffò sul divanetto con un calice l’acqua
ghiacciata in mano e spedì la band a
fare un giro per il paese. Mentre cercava di rilassarsi, udiva in lontananza
Guido, il loro gigantesco fonico dalle
orecchie a sventola, che snocciolava
l’elenco delle “cose da fare assolutamente” con la solita tracotanza. Ma
sì, che a litigare pensassero gli altri.
Lui doveva ricaricarsi per il concerto.
Bevve acqua ghiaccio e limone da
solo, dormì da solo, cenò da solo. Più
tardi un uomo non tanto alto, piuttosto grasso e con seri problemi di calvizie si presentò alla porta. Lo guardò con una gran voglia di prenderlo
a pugni. L’uomo non si scompose e,
con una voce leggermente strozzata
– una voce da sfigato – gli annunciò
che mancava mezz’ora all’esibizione.
Stava per dirgli di levarsi dai piedi
quando rimase folgorato da una
specie di visione: da un momento all’altro seppe con certezza che
quell’uomo era in cassa integrazione
e passava le giornate ad accudire la
sorella malata di leucemia. Mormorò
un grazie; non riuscì a dire altro.
Come l’uomo sparì dietro la porta,
quella sensazione lo abbandonò. Si
era fatto suggestionare da qualcosa,
forse aveva a che fare con quel senso di nausea di cui non era riuscito
a liberarsi. Indossò l’armatura, così
amava chiamare il suo vestito di
scena, e salì sul palco. Con una certa
sorpresa si trovò di fronte a una folla
numerosa, che era abituato a vedere
solo nelle grandi città. Forse accettare di suonare in quel Fogstock o Frugstock, come diavolo si chiamava, non
era stato un errore. Attaccarono con
“Hello there” dei Cheap Trick: era da
un po’ che aprivano con quel pezzo.
Sulle note finali, nel gridìo esultante
del pubblico, incrociò lo sguardo di
una bella mora che si dimenava nelle
prime file. Le sorrise, ma poi distolse
bruscamente lo sguardo. In un lampo
aveva visto quella ragazza partorire
un figlio morto, e poi le sedute dallo
psicologo e quelle pillole colorate da
inghiottire due volte al giorno. I pezzi nuovi lasciarono il pubblico un po’
freddo, tranne per “Viola violata”, il
secondo singolo estratto dall’ultimo
album. Uno dopo l’altro, passarono
tutti i pezzi in scaletta. Mentre cantava e saltava sul palco, stava ben
attento a non guardare nessuno. Si
concentrava sui testi, sulle parole,
sulla luce, sulla voglia di dimenticare
quei due “flash”. Non doveva capi-
tare mai più. Non era un dannato
veggente, era solo un rocker, cazzo!
Venne il momento di pagare il debito col passato e suonare il trittico che
l’aveva reso famoso. Quando annunciò “Strade blu” un massa di ragazzini
si fece largo fra il pubblico, arrivando
quasi sotto il palco. Era incredibile
come quella vecchia canzone avesse
conquistato una generazione dopo
l’altra. Istintivamente li guardò con
gratitudine ed entusiasmo. E accadde
di nuovo: gli passarono davanti agli
occhi le storie private di alcuni di loro:
i cazzotti del padre ubriaco alla figlia;
un ragazzo che sorprende la madre
consumare con un suo compagno
di classe; la rottura dei legamenti
che aveva impedito a un biondino
di entrare nelle giovanili del Cesena.
Allora capì. Finalmente comprese
quel senso di nausea. La vita, a volte,
fa schifo. Non ha senso o, peggio, ha
un senso terribile. E ogni tanto, fosse
anche una volta all’anno, c’è bisogno
di qualcosa di bello per sopportare,
per ingoiare lo schifo. Per quella
gente, quel qualcosa di bello era
lui. Allora vaffanculo la nausea, le
visioni, la noia. Anticipò “L’inferno è
qui”, si sgolò in “La vita del drogato
da giovane” e chiuse con “Starman”
di Bowie, che avevano provata solo
un paio di volte e non era prevista
in scaletta se non per le date di fine
settembre. Chiuse il concerto che
stava piangendo. Dopotutto, di quella bellezza aveva bisogno anche lui.
MARTINO SAVORANI
frogs quindici
S TA R M A N
frogs sedici
la sublime leggerezza di essere, la drammatica pesantezza di essere
Basta con il pacchetto musica, mystica, amore e
rivoluzione. Tabula rasa. Voltiamo pagina. Andiamo oltre. C’è forse un oltre? C’è qualcosa oltre
alla celebrazione e sublimazione delle più intense
emozioni che questa greve esistenza ci regala? La
tempesta si è appena placata. Sono sopravvissuta
malgrado me. Tiro i remi in barca e mi distendo
in fondo allo scafo, disfatta e svuotata. Il mare è
una superficie lunare senza increspature. Mah...
di nuovo mi interrogo: qual’è il senso di questo
viaggio? Vedo uccelli dal volo radente e quando
sfrecciano sento sul corpo l’aria che spostano. Ci
sono uccelli di alta quota dall’apertura alare maestosa, che abitano con disinvoltura gli alti cieli e
sembrano più simboli astratti di libertà che animali volanti. Poi ci sono uccelli di bassa quota,
che al massimo riescono a sollevarsi da terra, goffi
e pesanti. Grevi culi e pance piumate con tristi
orizzonti. Come volete che sfidino la legge di gravità?! Si, parliamo allora della fauna locale. Abbassiamo lo sguardo sui prodotti locali immediati.
Prendiamo in esame l’evidenza dei fatti. Parliamo
ancora di storie di vita, di musica, d’amore, di coraggio. Sì anche in amore, nella musica e in generale nella vita, si può volare alto o volare basso.
Sì, gli amori intensi ed appassionati che ti fanno
volare alto hanno un alto rischio di bruciarti le
ali e di spezzarti il cuore. Però le esperienze che
ti marchiano a fuoco, in senso alchemico, estreme e rischiose, non sono sperimentabili se tieni
il culo comodamente riparato nel nido. Gli amori
tranquilli e sbiaditi, sotto il controllo del mentale,
sono solo faccende di amministrazione domestica
e qui non ci interessano. Perché l’inseguimento
dello stupore è l’unica pista per addentrarsi nel
mistero dell’anima. Inoltre i tesori sono accessibili
solo ai coraggiosi e ai generosi perché attivano il
cuore e non lo risparmiano. E il cuore è una prodigiosa antenna (emittente ricevente). Poi volare è
l’unico modo per scoprire, dall’alto, nuove frontiere del Sé. Inoltre non m’interessa, in generale, la
monotona consuetudine di un’abile amministrazione del reale. Cerco l’Arcano....(merda,di nuovo
rispunta la mystica!). Se intavoli un commercio
alla paura, al risparmio e al paraculismo, se contratti abili e meschini sconti e vantaggi con l’esistenza, ti toccano i voli radenti di volatili di bassa quota. Ad ognuno il suo cielo...o il suo stagno
(con tutto il rispetto per ogni specie di uccelli!).
Ciò che elevi e favorisci, nel tuo volo ti sosterrà.
Ciò che affossi ed ostacoli, nel tuo volo ti porterà
a fondo con sé. Legge di Natura. Gli altri sono lo
specchio e lo scenario di questo strano e spietato
gioco. E nel caso dovessi precipitare e fracassarti
in mille pezzi, considera che meno poni resistenza
all’urto, meno l’urto ha potere su di te. Essendo tu
astratta libertà del cuore, come farebbe il mondo
a spezzarti veramente?! Ecco, vi saluto.. mi sparo Wovenhand, ”Refractory Obdurate” e m’infilo
nella prima corrente ascenzionale secca.
Dedicato ai miei amici che hanno il coraggio del cuore... Mario Zaza, Chri lo zio, Fresa cavallo pazzo, Gabri Winterbiker e Franco Bunny.
MYRIAM MASSICCI
frogs diciassette
La musica e gli uccelli d’alta quota
frogs diciotto
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c/o Palazzo “Lo Specchio”
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frogs diciannove
TORRINO::INTERVIEW
Dolci – Spagna – Italia. Venezia – Riolo Terme. Vicenza – Romagna. Ippocrasso – Sangria. Bacaro
– Torrino. Cosa lega queste parole tra loro? Difficile
riassumervi in poche righe la bella chiacchierata
fatta con Marzia e Fausto del Torrino Wine Bar, ma ci
proveremo ugualmente dandovi la possibilità di leggere una parte dell’intervista che abbiamo realizzato
nel mese di giugno. ATTENZIONE: alcune cose che
troverete qui scritte erano, in quei giorni, ancora in
fase embrionale: speriamo siano oggi una delle tante belle manifestazioni che colorano la nostra rocca.
1. Se Caterina Sforza venisse a far l’aperitivo al
Torrino, che cosa le proporreste? Era sicuramente
una donna con gli “attributi” (e che attributi) e come
tale dovremmo optare per qualcosa di forte, qualcosa tipo un Manhattan. Oppure potremmo offrirle una
sangria, ma non quella che potete trovare in giro:
parliamo di quella che abbiamo imparato a fare in
Spagna, mentre eravamo là a lavorare. Potremmo
proporle proprio una sangria tutta speziata, che
tanto si avvicina all’ippocrasso*, la bevanda di cui
Caterina era ghiotta. (Fausto) [Domanda fuori campo: ma che diavolo è l’ippocrasso?!?! Fortunatamente
Marzia vede la mia espressione interrogativa e con
garbo mi spiega che era la bevanda del tempo, un
vino speziato molto simile all’attuale sangria.] 2. Un
segreto è un segreto, ma dicci almeno un ingrediente segreto delle tue buonissime torte! È che
non ci sono segreti, davvero!. (Fausto) A dir la verità
fin dall’inizio abbiamo sempre solo comunicato gli
ingredienti, poi ci hanno ricordato che mancavano
le quantità e da allora è tutto pubblico, grammo per
grammo. (Marzia) C’è chi dice sia la passione, perché
no; potrei anche dirvi che l’esperienza ha fatto tanto:
ricordo le ricette della nonna riproposte in Spagna…
una fatica per trovare il giusto equilibrio!!! (Fausto)
3. Il vostro locale si può definire la sintesi tra il
bar e l’enoteca, in una location molto particolare
[NdA: il Torrino Wine Bar si trova all’interno della
Rocca di Riolo Terme, sul muro di cinta: i merli, i
camminamenti e il mastio vi faranno compagnia
se passerete di là]: dove trovate l’ispirazione per
distinguervi? Abbiamo lavorato in diversi luoghi e
contesti, ma molti erano legati da un fattore comune: la storia. Abbiamo lavorato ad esempio a Venezia
e quando hai la fortuna di essere circondato da così
tanta bellezza, cerchi comunque altri luoghi che ti
raccontino qualcosa partendo dal passato. (Marzia)
Abbiamo inoltre lavorato in Spagna e da lì abbiamo
appreso la convivialità e la voglia di stare insieme:
forse per questa ragione cerchiamo di riproporla
anche qui, all’interno del nostro locale. (Fausto) Poi
sono vicentina e, per me, incontrare la Romagna e in
particolare questa rocca e questo locale, è stato un
modo per ritrovare alcune delle caratteristiche del
bacaro veneziano: un locale piccolo, dove stuzzichi
qualcosa al volo bevendo magari un buon vino. Una
tipologia di locale in cui la proposta che trovi è per te,
all’interno di una dimensione intima dove la musica,
il cibo e il bere devono essere buoni al punto che vorresti, o potresti, essere proprio tu il prossimo cliente.
Cerchiamo di trasmettere quello che sono le nostre
passioni attraverso il nostro lavoro, sperando arrivino ai nostri ospiti. (Marzia) 4. Da assidui frequentatori [NdA: se troverete una collezione corposa
delle magliette staff Frogstock, significa che siamo qua per una riunione informale!], dateci un
assaggio delle prossime novità del Torrino Wine
Bar. Vorrei innanzitutto sfatare un pregiudizio che
ci riguarda: non siamo solo il bar del museo, siamo
un locale che vuole diventare uno spazio che ospita,
che offre opportunità. Per questa ragione troverete
sempre più il Torrino in piazza e la piazza al Torrino:
vorremmo diventare una fucina di idee, vorremmo
dialogare con i nostri clienti, i nostri produttori e
creare insieme a loro momenti di scoperta e di partecipazione reciproca inserendoci, perché no, la musica
come collante. Vorremmo diventare un contenitore
attivo per evolverci e metterci nuovamente in gioco.
(Fausto) Vedi, cerchiamo sempre di coltivare i nostri
clienti attraverso un’attenzione continua verso ciò
che proponiamo perché c’è una storia dietro ad ogni
birra, vino, formaggio o altro che presentiamo. Cercheremo sicuramente di ampliare la nostra cantina e
il nostro mangiare, mantenendo sempre un contatto
con i produttori della zona: se spesso sono qua da
noi non è solo per concludere un buon affare, ma per
raccontarci e darci modo di raccontare come nasce
ad esempio quel formaggio con la rucola o quella
birra così particolare. (Marzia) 5. Ora fateci voi una
domanda! Vi ritrovate in quello che vi abbiamo
risposto? (Marzia e Fausto) Sì e grazie per l’ottimo
aperitivo!
MELANIA TIGRINI E MATTEO PASINI
frogs venti
Piadina
Gelato artigianale
Cocktail bar
E altro…
Parco Fluviale - Riolo Terme
duemilaquattordici
THE BRONZE BANANAS
Una banda di quattro ragazzi romagnoli che nel settembre 2013 comincia a lavorare ad un progetto inedito, con il quale partecipa ad un contest locale per musica originale durante l’inverno riscuotendo un ottimo successo. I “The Bronze Bananas” propongono musica dal sapore ‘60s ma abbinata ad un sound fresco ed originale. Dal Pop al Rock and Roll, dalle ballad alla psichedelica,
la band forlivese salta con leggerezza e con stile personale da un genere all’altro, mettendo al primo posto la voglia di divertirsi
e divertire facendovi ballare a suon di rock and roll e facendovi canticchiare melodie dal gusto pop e beat. Questo mix particolare
si può riassumere in tre parole: The Bronze Bananas!
HAREM
Dal 1998 col pelo matto sul viso, a oggi con qualche cicatrice in più. 2001-il primo EP “Impressioni Sfuse”: acerbo ma sudatissimo
figlio dei ‘90, voglia di musica inedita. L’Heineken Jammin’ Festival ‘03 bruciato e tante serate per trovare un suono da indossare.
Un inverno teso tra prove e corde che mollano e nel 2005 esce “Liberamusica Libereidee”: 10 brani rock di accusa, speranza e
amore. Il disco piace live, sul web e in fm. On the road per l’Italia, fino alla necessità di riordinare qualcosa ma con il NuovoRespiroTour2009 ci si riprende tutto il sudore versato! Ancora chilometri a cercare una linea solida, pungente e sonoramente rock:
scrivere, sperimentare, bersi emozioni di assi rotte e palchi immensi, con dieci persone e con mille: i db escono dai canali giusti
con una voglia di rock’n roll e di sudore che non si ferma mai, insieme a chi ci segue!
MANAGEMENT DEL DOLORE
POST-OPERATORIO
La versione romanzata della storia del Management del Dolore Post-Operatorio narra che i
quattro ragazzi della band si siano ritrovati fracassati insieme dopo un incidente d’auto. Si dice
che da allora facciano i conti con la gestione del dolore post-operatorio: chi per una gamba
rotta, chi per un ginocchio frantumato, per un cuore fragile e per una milza asportata. Nei corridoi dell’ospedale di Lanciano i ragazzi intuiscono la soluzione della loro crisi esistenziale in
una semplice e disarmante filosofia: l’unica vera alternativa al dolore, al mal di vivere, è il piacere da realizzare in ogni sua forma più personale, poetica, artistica, fisica e astratta. Il MADE
DOPO si inserisce a pieno titolo tra i gruppi emergenti più interessanti dell’ultimo decennio:
da “Mestruazioni” (2009) a “AUFF!!” (2012) fino a “McMAO” (2013) è tutto un susseguirsi di
concerti, spesso sold out, dentro e fuori l’Italia (nel 2012 hanno suonato allo Sziget Festival di
Budapest, nel 2013 al concerto del Primo Maggio a Roma).
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER BY ANDY DJ FROM RADIO RCB
frogs ventuno
MERCOLEDI’ 27 AGOSTO
frogs ventidue
Caffè
Stazione
a tutto vapore !
Di Malavolti Luciana
Corso Matteotti, 88
Riolo Terme
Tel. 339 3240155
pizza al taglio
VENDITA APPARTAMENTI FAENZA - RIOLO TERME
Via Firenze, 12 RIOLO TERME (RA)
Tel. 0546.71143 - [email protected]
duemilaquattordici
MOMA
Si scrive Moma, si legge unconventional rock. Brani vigorosi e ruvidi si alternano a ballate, ritmi funky e persino un tocco
di valzer. Amano immergere la loro musica in un mondo fantastico: basti pensare che per suonare i pezzi del loro cd
“Linked to the stars” per la prima volta, si sono arrampicati sino all’Osservatorio Astronomico di Monte Romano dove si
sono realmente “collegati alle stelle”. Vincono la targa del pubblico a Faenza Rock 2012, suonano in numerosi contesti dove
cercano di rendere unica ogni performance anche attraverso l’uso di linguaggi artistici diversi teatrali, narrativi e visivi. Si
esibiscono a Londra in due date memorabili nel Giugno 2014.
DELAY LAMA
Nell’aprile del 2011 vedono la luce i Delay Lama, dall’incontro casuale dei chitarristi riolesi Matteo Pasini e Lorenzo Biagi con la
sezione ritmica marziana, Alex Bertozzi e Andrea Tedaldi. La luce di scena arriva appena un mese dopo. Fin dal principio affiancano classici del Blues-Rock e perle musicali un po’ meno conosciute a pezzi inediti, di chiara ispirazione ma dalle sfumature variegate. La carica e la voglia di suonare, le vibrazioni delle corde, portano i quattro “sgumbiati”(come si direbbe da noi) al podio del
Pavone di Faenza per tre volte di fila e a palchi come Portofranko e Frogstock nel 2012. L’estate successiva la magia finisce, ognuno per la sua strada... ma con la promessa di ritornare, e ritagliarsi di nuovo un posto nel confuso panorama musicale romagnolo.
SILENCE, EXILE & CUNNING
Il progetto è nato all’inizio del 2012, con un intensissimo periodo di composizione musicale di brani da subito inediti. Arricchendo il sound con le diverse influenze musicali di ciascuno è nata una scaletta dal carattere indie, con contaminazioni
che vanno dallo stoner al trip hop, dal folk alle ritmiche funk. Fin dai mesi successivi hanno riscosso successi sui palchi più
importanti della Lombardia ottenendo grosse soddisfazioni e allargando sempre di più il loro pubblico. Nell’aprile 2013,
hanno pubblicato il loro primo lavoro, “Exù”, composto di 8 tracce di inediti. La pubblicazione del lavoro ha meritato pareri
pienamente positivi, (tra cui quello di OndaRock), ed è stata seguita da oltre 50 esibizioni importanti in meno di un anno,
anche come gruppo spalla per artisti come I Ministri e Casino Royale.
THE ZEN CIRCUS
Il Circo Zen, da Pisa. Otto album (dieci se consideriamo i progetti solisti) ed un Ep all’attivo, quasi quindici anni di onorata
carriera e più di mille concerti. Hanno riportato lo spirito padre del folk e del punk al moderno cantautorato con “Andate
Tutti Affanculo” (2009) un successo -vero- di pubblico e critica che li ha consacrati dopo anni di duro lavoro. Hanno collaborato con Violent Femmes, Pixies e Talking Heads in “Villa Inferno” (2008). Si sono costruiti una credibilità condivisibile da
pochissimi altri artisti nostrani grazie all’attività live più incessante, urgente e di qualità che si possa immaginare. Hanno
confermato e moltiplicato il proprio pubblico con “Nati Per Subire” (2011), il loro primo album in classifica. Dopo un 2013
sabbatico per dedicarsi a lavori da solisti, oggi più che mai gli Zen si confermano come una certezza del rock indipendente
italiano con il loro ultimo lavoro “Canzoni contro la natura”, arrivato nelle top ten. Sono i portabandiera indiscutibili della
musica libera da vincoli: zero pose, zero hype ma solo tanto, tanto sudore.
APERTURACANCELLI
CANCELLIORE
ORE19:00
19:00- AFTER
- AFTER
SHOW
@ JOKER
DISCO
BAR BY
DJ MASSIMO
VOLTI
(House + Progressive) + DJ JACOPO BATTILANI (RnB House)
APERTURA
SHOW
@ JOKER
BY DJ
MASSIMO
VOLTI
+ DJ JACOPO
BATTILANI
frogs ventitre
GIOVEDI’ 28 AGOSTO
frogs ventiquattro
duemilaquattordici
FIGLI DEL PAPA
I Figli del Papa sono un gruppo crossover/funk formatosi a Modena da un’idea di Luca “GkA” Villani. Inizialmente nato come
progetto hip hop, ebbe una svolta quando si unirono Roberto Mennuti, Alessio Bevini, Alessio Chiossi e Patrick Notario, dando
così al gruppo un’immagine molto più rock e di maggiore spessore scenico. I testi dal forte stampo hip hop vanno a cavalcare
melodie a volte rock, a volte lente, a volte di un travolgente crossover. C’è anche spazio per jam e improvvisazioni in freestyle,
regalandoci quel groove che ormai li caratterizza. Impossibile restare indifferenti. Un live dei Figli del Papa non è mai scontato,
proprio come il loro nome.
JASPERS
I Jaspers vedono la luce sul finire di un 2009 tutto in ascesa, un incontro casuale di sei molecole che scontrandosi creano reazioni
strane e inaspettate. Subito si mettono all’opera per plasmare una materia nuova, contaminata dalle numerosissime influenze
che ognuno di loro incarna. Il progetto s’infiamma di una febbre rara che presto attira l’attenzione del Maestro Franco Mussida,
loro futuro editore. Le composizioni sono un limbo tra sperimentazione e follia che loro stessi definiscono “orgia creativa”. Il
concept della band ruota intorno a un ipotetico manicomio in cui follia e “normalità” si mischiano per dare vita a un equilibrio
spettacolare, un rock teatrale, pazzo e fiabesco. Di certo la musica dei Jaspers di compromessi ne ha visti ben pochi. E per fortuna.
NOBRAINO
Conosciuti per i live adrenalinici e fuori dagli schemi, i Nobraino sommano a una sana dose di
fisicità, che il palcoscenico fa fatica a contenere, un’uguale quantità di cinico rock d’autore.
“Deformazioni sarcastiche inscatolate in una sghemba lirica contemporanea” sono il loro
marchio di fabbrica. La storia discografica dei Nobraino conta quattro dischi e moltissimi
live: “The best of Nobraino” (2006), “No Usa! No UK!” (2010), “Disco d’Oro” (2012) e “L’ultimo
dei Nobraino” (2014). La band vanta al suo attivo diverse partecipazioni e premi di qualità
(dalla partecipazione a “Parla con me” di Serena Dandini all’esibizione al Teatro Ariston di
Sanremo nel 2011 fino alla discussa rasatura in diretta del frontman durante il concerto del
Primo Maggio a Roma del 2012). La band, un classico quartetto rock, ha da quest’anno promosso il proprio trombettista turnista al grado di “Aspirante Nobraino”. Quest’ultimo infatti,
dopo diversi mesi di collaborazione, ha espresso il desiderio di entrare a far parte del gruppo
il quale, approvata la richiesta, ha avviato l’iter che nel giro di qualche anno dovrebbe portare il trombettista a diventare un Nobraino a tutti gli effetti. Al momento quattro di nome,
ma cinque di fatto, l’ennesima anomalia nella storia di questa formazione. Nati prima come
giocatori di basket nella bassa Romagna degli anni novanta poi come band in quel di Riccione, i Nobraino sono una band interessante, colorata e ripetiamo, fuori dagli schemi.
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER BY ZANZU AKA MADJ + DJ MALVA
frogs ventIcinque
VENERDI’ 29 AGOSTO
frogs ventisei
PANETTERIA
PASTICCERIA
CAFFETTERIA
Via A. Gramsci, 8
Riolo Terme
Tel. 0546.70565
Via Firenze, 81
Borgo Rivola
Tel. 0546.71002
duemilaquattordici
THE TALKING BUGS
Alessandro di Furio (chitarra classica, voce), Fausto Ghini (chitarra classica, voce), Paolo Andrini (contrabbasso),
Youssef Ait Bouazza (batteria, percussioni). Il quartetto mescola stili dalle differenti provenienze e ne ricava un
sound etno folk caratterizzato da una personalità ed un’autonomia compositiva e melodica che rende difficili i
paragoni con altre formazioni. Musica “transeuropea” che spazia dalle contaminazioni balcaniche a quelle più
ispaniche, dettagli curati e misurati per reinterpretare le sonorità in modo attuale e coinvolgente. Sulle note del
contrabbasso, le chitarre si inseguono veloci e ostinate creando dinamiche seducenti. Voce calda e agrodolce che
si incastra tra ritmi nervosi, melodie malinconiche, atmosfere suggestive. Pensieri e stati d’animo raccontati in
maniera minimale e delicata. Questi sono i The Talking Bugs: buon ascolto.
FANTASIA PURA ITALIANA
FANTASIA PURA ITALIANA è canzone popolare, cantautorato, sperimentazione. Seguendo il “fil rouge” della
poesia, nel tentativo di cercare nuove sonorità, mettere le mani e combinare i generi più vari, con rispetto ma
senza paura, i Fantasia Pura Italiana mescolano, impastano suoni ed espressioni. Sei elementi, da strade diverse,
portano i loro ingredienti e li plasmano per trarne brani dal gusto unico e particolare. Fantasia Pura Italiana è
un progetto che inizia a prendere forma a Prato nel 2009, attraversa Roma e ritorna in Toscana: nato sui banchi
del liceo, si consolida nell’intensa attività live degli anni per giungere a noi con il loro ultimo lavoro di studio del
2014. Nel mese di Aprile 2014, i Fantasia Pura Italiana vincono il concorso Arezzo Wave Toscana, venendo così
nominati “Best Arezzo Wave Band Toscana 2014”.
PERTURBAZIONE
Perturbazione è la storia di un nucleo di persone, una piccola famiglia nata a Rivoli, alle porte di Torino.
Un collettivo di sei musicisti impegnati da anni a tracciare una via di fuga dalla musica che gira intorno,
una “terza via” che esprima al meglio ciò che sta in mezzo tra la vivacità del mondo indipendente e la
canzone d’autore italiana. Difficile ripercorrere la storia dei Perturbazione in poche righe: dall’esordio
in lingua inglese nel 1998 ad oggi, sono diversi e svariati i progetti che li hanno visti protagonisti, in
sala di incisione, sui palchi o in progetti di avanguardia (“Le città viste dal basso” spettacolo teatrale o
“Concerto per disegnatore e orchestra” lungometraggio, solo per citarne alcuni). Sempre impegnati su
più fronti, hanno collaborato con diverse case discografiche e autori-colleghi, diventando negli anni
una band prolifica (sette album all’attivo) e mai banale. Il loro ultimo album “Musica X” (2013) e la
partecipazione a Sanremo 2014 sono le ultime fatiche di questo gruppo di musicisti.
APERTURA CANCELLI ORE 19:00 - AFTER SHOW @ JOKER DJ MASSIMO VOLTI + DJ JACOPO BATTILANI
frogs vemtisette
SABATO 30 AGOSTO
frogs ventotto
A N D AT E T U T T I
Andate tutti affanculo. Si, voi. Esattamente voi. Voi che
vi spacciate per intellettuali finto-alternativi. A me piace
l’ignoranza, mi piace da impazzire; i congiuntivi, questi
sconosciuti: “se io dovrei fare questo...”. Wow, spettacolo. Mi piace il qualunquismo: “Votare non serve a niente.
Sono tutti uguali”. Ma più di ogni altra cosa mi piace il
conformismo. Folle, maree, ondate di persone che pensano uguale, vestono uguale, amano uguale. La sicurezza, è questo che ti dà un gregge; la sicurezza di sapere
che non sarai mai solo (almeno apparentemente, che è
poi quello che conta), che non dovrai mai trovarti faccia
a faccia con quel vuoto che ti divora dentro. A volte mi
sento molto sola, molto fuori registro...poi penso che
in realtà sia destino dell’uomo essere solo. Non si può
mai realmente conoscere una persona, per quanto se ne
dica e la vita diventa un parlarsi l’uno sull’altro tra sordi.
Un tentare ipocrite forme di aggregazione per sentirsi
parte di qualcosa, per affrontare il futuro, per sopportare il passato e avere almeno la parvenza di non essere
da soli nel fare ciò. Eppure è nel gregge che diciamo di
trovare la felicità.. senno’ perché ci daremmo tanto da
fare per appartenervi? Felicità, che concetto assurdo.....
L’altro giorno mi sono ritrovata a leggere un brano di
Nietzsche (giusto perché non dovevo studiare): “Osserva il gregge che pascola davanti a te. Non sa che cosa sia
ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce,
salta di nuovo. E’ così dal mattino alla sera e giorno dopo
giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo
dispiacere, attaccato cioè al piolo dell’attimo e perciò né
triste né annoiato.. L’uomo chiese una volta all’animale:
Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?
L’animale voleva rispondere e disse: Ciò avviene perché
dimentico subito quello che volevo dire – ma dimenticò
subito anche questa risposta e tacque: così l’uomo se ne
meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di
non poter imparare a dimenticare e di essere sempre
accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per
quanto velocemente, la catena lo accompagna. E’ un
prodigio: l’attimo, in un lampo è presente, in un lampo
è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia
torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del
tempo, cade, vola via - e improvvisamente rivola indietro, in grembo all’uomo. Allora l’uomo dice ‘mi ricordo’.”
(F. NIETZSCHE. Considerazioni inattuali – Sull’utilità e il
danno della storia per la vita, 1884) Mi è sceso un brividi-
no lungo la schiena. Tante volte mi sono trovata a chiedermi cosa realmente voglia dire essere felice. E’ felice il
“gregge” che non ha ricordi né aspettative, ma vive nel
presente godendosi ogni attimo come se fosse l’ultimo
(e in realtà, parafrasando, ogni attimo risulta essere l’ultimo dal momento che non c’è memoria che testimoni un
passato o immaginazione per crearsi un futuro)? Sono
felice io che mi porto dietro una catena di ricordi e non
ho neanche il coraggio di mettere ogni tanto una croce
su persone o episodi che mi hanno fatto soffrire? Vale
la pena portarsi dietro il fardello della memoria, avere
sogni ed aspettative per il futuro? Si può fare altrimenti?
Farsi tante domande, riflettere, giocare ad inventarsi futuri possibili, rimanere delusi, ancorarsi ad un ricordo o
vivere per un sogno... C’è posto per la felicità? Ritrovarsi in bilico tra passato e futuro ed accoglierli entrambe
in sé...è questa la soluzione? Oppure la vera felicità sta
nella spensieratezza, nella leggerezza, nell’ignoranza anche, nel prendere ciò che viene come viene... Tu
lo sai? Non c’è qualcosa di molto ipocrita nel concetto
di felicità? Troppo relativo, troppo indefinito… Mi spaventa, ci penso spesso, troppo forse e mi domando se
felicità non sia realmente ad esempio “ l’aver scopato
con quel gran figo…”. E questi filosofi chi cazzo sono,
scusa? Platone o Nietzsche o Cartesio sono solo uomini, uomini che hanno saputo meglio di altri scrivere
ed esprimere concetti che però sono gli stessi che, riflettendoci un attimo, fanno pensare anche me o te....
In realtà alla base di tutto c’è la solitudine del singolo,
la disperazione di non poterla comunicare ad alcuno, la
sensazione di parlare tante lingue diverse e di non riuscire a stabilire un contatto reale, vero, autentico con
nessuno. E mi commuove il pensiero, mi lascia addosso
un po’ di malinconia vedere come ci affaccendiamo tutti
per appartenere ad un gruppo, come parliamo di amore e amicizia quando non sono che disperati tentativi di
assicurarci un po’ di compagnia per affrontare una vita
che ci fa paura e che non sappiamo come prendere. Poi
ci sono quelli che riescono a mettere su carta tutto ciò,
riescono ad inventare brillanti soluzioni, metafore simpatiche che possano raggiungere la gente e per questo
li chiamiamo filosofi. E leggendo, se uno ha un briciolo
di sensibilità, si riconosce, si commuove e pensa che alla
fine basterebbe così poco per abbattere tutti quei muri
che si sono creati.... Pensa che alla fine non è poi così
diverso da uno Schopenhauer ....
BEATRICE LAURITA
frogs ventinove
AFFANC**O
frogs trenta
PRANZO O CENA MENU’ A 8 € CON UN PRIMO,
UN SECONDO, CONTORNO A BUFFET E 0,5LT DI ACQUA
Via Belvedere, 6 - 48025 Riolo Terme (RA)
Cell. 3388432454 Tel. 054674356 Fax 0546972524
www.golfhotelterme.it - [email protected]
Estate. 40° sotto al sole. È caldo, le cicale stanno cantando e dall’asfalto l’afa ci opprime, costringendoci a cercare
refrigerio in una birra fresca. Da lontano sentiamo un rumore sordo, un rombo: sembra quasi quello di un vecchio
trattore, perché no, di un mitico Landini. Siamo a Riolo,
siamo in Romagna e nella nostra terra sarebbe normale
imbattersi in macchine di questo tipo. Ci rendiamo conto però che questo boato è collegato alla macchia rossa
che prepotentemente prende la scena; non è un Landini,
è la FURGA. Quasi due decadi di vita ma ancora nel pieno delle sue forze (o quasi… ). Impossibilitato a definirsi
come mezzo per i service, pare abbia accompagnato i
precedenti proprietari in intrepide pesche sportive allo
sgombro, meccanici negli interventi stradali, sgomberi di
cantine e, recentemente, locale di live music (NdA: festa
della birra al Parco Pertini, maggio 2014: voci di corridoio
ci dicono che un batterista abbia suonato lì dentro). Mille
e più le avventure della Furga: reduci della festa ai Confini
raccontano che il motore abbia subito pesantemente gli
effetti della forza di gravità, raggiungendo altezze molto,
molto basse.. al livello dell’asfalto! Necessita di continua
reidratazione, a volte anche di trasporti speciali (pare abbia avuto la faccia tosta di terminare un service facendosi
trasportare “a braccio” da un carro attrezzi fino al luogo di
esibizione - e ritorno in associazione- ) forse perché fa fatica a sopportare il peso che deve portare frequentemente oppure perché inizia ad avere una certa età! Va dato
merito alla Furga di aver partecipato attivamente a tutte
le edizioni di Frogstock, tanto da tatuarsi sulla carrozzeria tutti i nomi degli artisti che hanno solcato il palco nei
suoi 21 anni di storia. I segni di questo suo impegno sono
ancora visibili negli aloni dello scotch e nelle innumerevoli manifestazioni d’affetto che ogni volontario-guidatore della Furga lascia lungo i suoi fianchi… Segni passati, presenti ma anche futuri, frutto forse della sua poca
morbidezza del servosterzo: pare servano quattro braccia per manovrare il mitico volante o due non morbide
(per ulteriori chiarimenti sul termine “morbidezza”, passare dalla Clips). Può sembrare di facili costumi, perché
sono diverse le braccia che l’hanno guidato ma possiamo
affermare che è sempre stato un onore poterlo fare. Nonostante l’anzianità di servizio o le innumerevoli peripezie, non potremmo mai demolire il suo spirito: la Furga è
parte di noi, “ci dà” e noi non potremmo mai fare a meno
di lei anche in questa nuova edizione di Frogstock. Long
life to la Furga!
MELANIA TIGRINI & MARCO ZAMA
frogs trentuno
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frogs trentadue
e-mail: [email protected]
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Quest’anno preparatevi per la super intervista del millennio: dopo ore di trattative io e il mio collega freelance BIS aka
Alessandro Malavolti, siamo riusciti ad intrappolare nella ragnatela delle domande il buon Nicola Sangiorgi. Un uomo
di poche parole che siamo riusciti ad incastrare in questa intervista con l’inganno. Ma bando alle ciance e partiamo con
le domande. Prima domanda. Questa la faccio io:
“Caro Nicola, è vero che anche a te piace la coca-cola?”
Nicola : ” ...... mhhhh ..... ma che domanda è…..”
Io e Bis:” Come mai sei l’unico,a parte Aris, che lo butta nel cestone?”
Nicola : ”Mhhh..” -sorride - “a questa ci devo pensare!”
Terza domanda (suggerita da Filippo ma magistralmente illustrata da Bis):” Anche per questo Frogstock pensi di
usare il muletto tutto il tempo?”
Nicola : ”Magari.... così ti insegno ancora qualcosa!!!”
Questa domanda è unicamente di Bis:”Quanti anni di università pensi ancora di fare sulle nostre spalle?”
Nicola:”il più possibile!!!”
Quinta domanda, mixata tra Jacopo e Bis:”Dopo tutti questi anni di Frogstock cosa miglioreresti? Pensi che il joker
sia arrivato all’evoluzione definitiva?”
Nicola : ”L’evoluzione è alla base della vita.”
Ultima e immancabile domanda redatta da me, Jacopo e Bis:” Quest’anno quanto tempo pensi di metterci per
l’impianto del joker? Per intenderci, secondo te e’ il caso di iniziare il montaggio a giugno?”
Nicola : ”Qui ci potrebbe stare un bel vaffanxxlo!!! Andate a comprare i guanti per lavorare!!!!”
Ci vediamo al parco, Mirco, Bis e Jacopo
frogs trentatre
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i di Clip
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frogs trentaquattro
F.LLI
TAGLIAFERRI
Tinteggiatura
Verniciatura
Stucchi e Parati
Riolo Terme - Via Togliatti, 8
Tel. 335.6819171
frogs trentacinque
I CORSI DI MUSICA
Già da parecchi anni Clips Rag & Rock gestisce i corsi
comunali di musica che si svolgono nella sede dell’associazione a Riolo Terme da ottobre a maggio dell’anno
successivo. Batteria, basso, chitarra elettrica e acustica, pianoforte, canto: questi gli strumenti trattati. L’intera gestione e programmazione delle attività, così come
tutte le altre iniziative dell’associazione, sono svolte
volontariamente da persone che considerano la musica
suonata ed ascoltata, e la cultura musicale in generale, il
migliore vettore per l’aggregazione giovanile. Ma in realtà non esistono frontiere di età al cospetto della musica:
oltre al valore di sana socializzazione, possiamo aggiungere l’importanza di un’attenta sensibilizzazione all’universo musicale e dunque all’arricchimento personale
che ne deriva. Oltre alla normale attività didattica inerente allo studio dello strumento e della teoria musicale,
che avviene attraverso le lezioni individuali, l’obiettivo
finale è quello di gettare le basi per fare musica insieme
e di incontrarsi nella musica. L’apice di tutto ciò si ritrova nei saggi di musica di fine anno; questi si svolgono al
termine dell’anno scolastico al teatro comunale di Riolo
Terme. Anche nel 2014 il saggio si è svolto in 2 serate,
precisamente il 3 e 4 giugno, per dare spazio a tutti i
nostri studenti. Questa è l’occasione in cui i ragazzi, da
soli ma soprattutto organizzati in gruppi musicali, hanno la possibilità per la prima volta di esibirsi di fronte
ad un pubblico. In queste serate concretizzano il lavoro
di un anno e vivono un’esperienza, quella del mettersi
in gioco così coraggiosamente, unica ed indimenticabile.
Sono serate cariche di emozioni per chi si esibisce ma
non solo. Affrontare un pubblico e di riflesso la propria
sensibilità, è veramente un’occasione unica per osservarsi e iniziare a gestire le proprie risorse: quando le
partecipazioni al saggio aumentano e con queste anche
il numero delle esibizioni, i ragazzi acquisiscono coraggio, sicurezza, intraprendenza e imparano a gestire il
loro talento e la loro espressività. Invitiamo chiunque
volesse informazioni in merito ai corsi a prendere contatto con l’associazione Clips Rag & Rock; anticipiamo
che le iscrizioni ufficiali si terrano sabato 20 settembre 2014 presso la sede dell’associazione giovani, in via
Gramsci 13 a Riolo Terme(RA) dalle 14.00 alle 19.00.
Per info: 3409292438 [email protected] (Myriam Massicci, coordinatrice dei corsi)
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E’ questo, come scrisse Robert Plant nel lontano 1971,
quello che cerchiamo? Siamo condannati a vivere
cercando il passaggio per un'altra esistenza che sia
migliore? Dobbiamo soffrire, combattere, pregare, vagare per le strade di questo mondo sperando che ce ne
sia un altro? Un altro più bello!? Un altro pieno di pace
e amore!? E chi abiterebbe questo nuovo mondo? Una
versione migliore di noi stessi, finalmente liberati dalle
nostre paure e dal nostro egoismo? Ripuliti dall’avidità
e puri come l’acqua di una fonte?!? Ma se pensiamo
che tutto ciò possa essere, perché non vogliamo farlo ora, ADESSO, QUA! Quando non capisco qualcosa o
quando fatico a trovare la via, cerca rifugio nella musica, nelle sue note e nelle sue strofe, che spesso sono
il solo e semplice linguaggio che so comprendere. Mi
aiutano, mi salvano, mi danno un’opportunità. E allora
sto con Lucio Dalla che ci ammonisce a non far finta che la gara sia arrivare in salute al gran finale. Al
diavolo tutte le precauzioni e i salutismi, al diavolo lo
star bene. Star bene cosa!!! Chi stabilisce come e in
che modo starò bene??!! Io e io soltanto! Non un cavolo di nutrizionista o salutista o ….ista dei miei stivali.
E allora sto con Gregg Allman che mi ha detto che cercava di fare del suo meglio, ma il diavolo era sul suo
cammino. Tranquillo Gregg, non sei solo!! E allora chiudo affidandomi a chi ha ispirato questo mio piccolo
sproloquio e cioè il grande Robert Plant, che tra pochi
giorni avrò il piacere di rivedere dal vivo, che ci ha narrato di una Signora ricca e potente che pensava di potersi comprare le scale per il paradiso e di un pifferaio
che chiedeva di poterci accompagnare senza pretese
nel nostro percorso. Uniamoci al pifferaio. Scegliamo
questa vita perché la nostra vita è qua. Il nostro cuore
è qua. La nostra anima è qua!! E cavolo non lasciamo
che ce la rubino!!!!
STEFANO BRICCOLANI
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Quest’anno le recensioni sono solo due, ma riguardano un’accoppiata di film difficilmente superabili in quanto a bruttezza. Non sono ancora stati doppiati in italiano, perciò dovrete reperirli con mezzi di fortuna in lingua originale coi sottotitoli, ma i vostri sforzi saranno ripagati: questi due film dovrebbero
essere salvaguardati dall’UNESCO come Patrimonio dell’umanità.
Birdemic: Shock and terror Comincio col dire
che questo film può essere diviso in due parti
incalliti dell’autopunizione cinematografica
distinte fra loro. La prima è sfibrante anch
. In questi primi 45’, che allo spettatore semb
e per gli appassionati più
reranno due settimane, vedremo il protagonis
rimorchiare una modella, portarla a cena
ta essere promosso sul lavoro,
fuori, poi fare una passeggiata romantica
ed
infine
di prima elementare, con delle interpreta
a letto. Il tutto inframmezzato da dialoghi
zioni degli attori imbarazzanti anche per
infantili anche per un tema
una recita parrocchiale. Ma non è tutto: l’aud
editato, quindi nei dialoghi spesso sentirete
io è sempre in presa diretta e non
i personaggi in modo quasi impercettibile per
colpa del rumore di fondo, poi all’improvviso
attori vi sfonderà i timpani, maledicendo il
il rumore calerà e la voce degli
regista e voi stessi per avere scelto di guard
are questo film. Dovrete usare tutte la pazie
il meccanismo di autodifesa del vostro corpo
nza a vostra disposizione e vincere
che cercherà di farvi addormentare, perch
é quello che vedrete nella seconda parte vi
che avete patito durante la prima. Dopo una
ricompenserà per tutto quello
scena di sesso eccitante quanto il filmino della
vostra prima comunione, i protagonisti veng
sinistri di un esercito di aquile che sta assed
iando la loro camera. È difficile descrivere a
ono svegliati dai rumori
parole quello che vedrete, ma credo che sia
speciali peggiori. Uccelli disegnati (male) che
impossibile vedere degli effetti
non interagiscono minimamente con lo sfond
o, planano al suolo muovendo solo le ali ed
aerei della seconda guerra mondiale. I prota
emettendo il rumore degli
gonisti scappano verso la macchina muov
endo le mani a casaccio per cercare di scacc
mezzo all’inquadratura che, nonostante ciò,
iare gli uccelli immobili in
riescono a smembrare corpi umani al solo
contatto. Inaccettabile a qualsiasi livello, vede
a voragini di sceneggiatura, ad esempio bamb
re per credere. In mezzo
ini che vedono morire entrambi i genitori per
poi giocare felicemente in macchina pochi
al finale che probabilmente coincide anche
minuti dopo, si arriva
con l’esaurimento del budget a disposizion
e per il film.
anche Gandhi, davanti al quale si rimane in
stato catatonico a chiedersi come un tale scem Un finale monco e ambientalista, che farebbe incazzare
pio sia stato anche solo pensato. In chiusura
tengo a segnalare che, poeticamente, un ruolo
di recensione ci
marginale del film è affidato alla stella di
Hollywood Tippi Hedren, protagonista di uno
film della storia del cinema sugli animali assas
dei migliori
sini: “Gli Uccelli” di Alfred Hitchcock.
The Room film del 2003, opera prima (e
probabilmente ultima) di Tommy Wiseau,
un folle che in questa pellicola ricopre anch
sceneggiatore e produttore, riuscendo a forni
e i ruoli di attore protagonista,
re una delle prestazioni peggiori di sempre
in ognuno di questi settori. La critica ha attrib
tutti meritatissimi, fra cui “Il Quarto Potere
uito al film diversi insulti,
dei film brutti”. Trovo che questo sia l’insulto
più appropriato, perché se Quarto Potere è
be essere fatto un film, The Room è il perfe
un esempio di come dovrebtto esempio di come non dovrebbe essere
fatto. Perché tutto, ma proprio tutto, in ques
molto semplice: il protagonista, l’uomo più
to film fa schifo.La trama è
brutto del mondo, vive una vita serena, ha
un buon lavoro ed è in procinto di sposare
fidanzata, con la quale ha diversi rapporti sessu
la sua bellissima (secondo lui)
ali che sono mostrati con la tipica colonna
sonora dei film porno anni ’80 come accom
però è segretamente innamorata del migli
pagnamento. La fidanzata
ore amico di lui, che cede alle avances della
ragazza dopo una strenua resistenza di 30
la macchina da presa indugia inspiegabilmen
secondi. Durante il tradimento
te sulla foto di un cucchiaio, che è solo il prim
o dei tanti dettagli insensati che hanno reso
infatti continuamente entrare liberamente
celebre il film. Vedrete
e in casa dei protagonisti un ragazzo, anch
e lui perdutamente innamorato della prota
un’aggressione da parte di uno spacciatore
gonista. Il ragazzo subirà poi
, ma non saprete mai perché e come andrà
a finire. In una scena drammatica scoprirete
nista è malata di cancro, ma anche questa
che la mamma della protagostoria non verrà più ripresa. Alcuni dei prota
gonisti finiranno a giocare a basket vestiti in
senza motivo e uno di loro si farà male per
giacca e cravatta ovviamente
poi guarire miracolosamente nella scena succe
ssiva. Tutto il film è pieno di scene irrilevanti
che è possibile scomporre la parte centrale
ai fini della trama, tanto
del film e ricomporla come preferite, senza
cambiare di una virgola il non senso del film.
di insensatezza generale e dalla recitazione
Ipnotizzati da questo clima
oscena dei protagonisti e di tutte le comparse,
si arriva al catartico finale, ciliegina sulla torta
una pellicola è un’esperienza sensoriale. Col
di quella che più che
tempo e con la forza del passaparola ques
to film è diventato un cult e ha raccolto un
organizzano proiezioni notturne di massa
discreto numero di fan che
del film, anche con la presenza del cast. Esiste
anche un videogioco creato da alcuni appa
rivivere le gesta del protagonista, e pare addir
ssionati in cui si possono
ittura che James Franco voglia produrre un
documentario sulla realizzazione del film.
dichiarato che tutti gli errori e le incoerenze
Sembra che il regista abbia
del film siano cose volutamente fatte per fare
divertire gli spettatori. Certo (e io mi sono
fatto Megan Fox).
Marco Paiano
frogs
trentanove
trentanove
frogs
FROGGY’S UGLIEST MOVIES
frogs quaranta
SNC
di Marchi Emanuele & c.
Ciao ragazzi, sono passati 40 anni circa dalla pubblicazione di questa
canzone di Giorgio Gaber e personalmente la colite a me non è ancora
passata. Anzi è sempre in aumento: giorno dopo giorno la tv e i giornali
continuano inesorabilmente ad alimentarla!! Non commento più e
lascio la lettura e l’interpretazione dello stesso a voi.... ciao e buona
lettura!
[parlato]: All’oppressione, allo
sfruttamento, alla violenza ognuno
reagisce come può. C’è chi soffre,
chi si dispera, chi si ribella. A me...
... è venuta la colite
ho lo spasmo intestinale
forse non ci crederete
ma non è un caso personale.
Non digerisco nemmeno il Sistema
non so se capite l’urgenza
siamo già in molti
è un grosso problema
la nostra colite che avanza.
E noi colitici
che siamo tutti un po’
psicosomatici
sensibili ai problemi più drammatici
degli stomaci
non con la mente
ma visceralmente abbiamo i nostri
slanci.
[coro]: E noi colitici
che siamo tutti un po’
psicosomatici,
sensibili ai problemi più drammatici
degli stomaci
non con la mente
ma visceralmente abbiamo i nostri
slanci.
[parlato]: Gastritici, ulcerosi, stitici
e psicosomatici in genere, lasciate
a casa le vostre antispasmine, i
lassativi, le citrosodine e seguiteci,
siamo l’avanguardia, l’avanguardia
colitica.
Noi che abbiamo la colite
noi ci siamo ribellati
forse non ci crederete
ma siamo “coliticizzati”.
Il Movimento ha una linea speciale
basata su un gruppo d’azione
e sui volantini di carta sottile
parliamo di rivoluzione.
E noi colitici
un po’ individualisti ma simpatici
insieme diventiamo più politici
ma democratici.
Ci organizziamo ed uniti marciamo
sicuri del successo.
[coro]: E noi colitici
un po’ individualisti ma simpatici
insieme diventiamo più politici
ma democratici.
Ci organizziamo ed uniti marciamo
sicuri del successo.
[coro]: Sicuri del successo.
Al cesso!
Marco Massacci
frogs quarantuno
La colite
frogs
Ma chi sono mai questi Pharaons? Le riviste musicali
notarono questo fenomeno di provincia e descrissero i
Pharaons come “il diamante grezzo” (Il mucchio Selvaggio
ndr). Pharaons Rhythm ‘N Blues Band & Revue rimase
una leggenda; un demo, due dischi, 170 concerti, tre fans
club (quello di Castel S.Pietro ci dedicò la serata “Grazie di
esistere”), ma niente case discografiche, niente manager,
niente televisione: perché? Perché lo spirito cazzone dei
Blues Brothers ha sempre aleggiato sulle teste del gruppo,
perché per nessuno dei Pharaons sarebbe stato possibile
“fare carriera” o “diventare famoso”: non è lo stile di Jack
ed Elwood Blues. Perchè il cazzeggio portato alla sua
massima espressione è uno stile di vita sano e costruttivo,
gratificante....quindi niente gabbie, per favore. Quando
la fatica ha superato il gusto i Pharaons hanno chiuso.
Quando arrivarono in Italia Jack ed
Elwood Blues, quando sbarcò nelle
sale cinematografiche il film dei film
“The Blues Brothers”, fu per noi come
il raggio di luce divina che colpisce il
reverendo James Brown. Noi che per
anni avevamo sofferto per l’indifferenza del resto del mondo, costretti
ad ordinare i dischi di Koko Taylor e
Lonnie Brooks alla Alligator di Chicago perché in Italia erano introvabili.
Noi che ci costringevamo a trasferte faticosissime per assistere ad un
concerto di Jimmy Johnson. Noi che,
quando evocavamo i tempi del soul,
di Otis Redding, Wilson Pickett e
Aretha Franklin, venivamo scambiati
per snob intellettuali.. Noi che ascoltavamo la musica più popolare e
meno celebrale del pianeta, a partire
da quel giorno avevamo finalmente
un credo, avevamo finalmente delle
icone. Noi tutti eravamo Jack o Elwood. Avevamo una band di musicisti
con quattro paia di palle da adorare.
L’effetto Blues Brother colpì non solo
le persone ma anche le major che
“nasarono” l’affare e iniziarono ad
interessarsi del blues. Pistoia Blues
fu in grado di portare in Italia tutti
coloro per i quali avevamo palpitato
sul vinile: Steve Ray Vaughan, Johnny Winter, B.B. King, Lonnie Brooks,
Jimmy Johnson, Albert Collins, Ron
Wood, Koko Taylor e la sua band di
giovani mostri. Andammo a sentire
John Lee Hooker!!! Ci pensate? John
Lee era a due passi da noi ma questo
non ci bastava. Non era sufficiente
essere soggetti passivi: avevamo
tanto di quel blues dentro che ci
traboccava da tutti i pori e gli orifizi
consentiti che non potevamo stare a
guardare. Passavamo ore a invidiare
i musicisti e il loro contatto col pubblico che decidemmo di fondare il
nostro gruppo: la notte di capodanno del 1986 i Faraoni nacquero nella
città eterna, a Roma. Repertorio di
Chicago, Rolling Stones e il “Garibaldi Blues” di Lauzi. Fu un successo tale
da costringerci a cambiare il nostro
nome in Pharaons: da lì fu tutto un
salire di emozioni e eccitamento,
nutriti da una motivazione di base,
“essere in missione per conto di Dio”.
La “leggenda” è divenuta tale non
solo perché noi Pharaons eravamo
il braccio armato dei Blues Brothers:
essa si è mantenuta perché le nostre
canzoni erano composte prendendo
spunto dalla nostra vita quotidiana,
quella di un gruppo di “svacconi”
senza ritegno, che amava comunque
la vita “senza seghe mentali” più di
ogni altra cosa... Altri inseguivano
il nostro stesso “credo”: Bluto Blutarsky Band, SWOP e i New Blues
Brothers per dirne qualcuno. Tutti
fedeli al blues, tutti riconoscenti verso il grande Andrea Mingardi e il suo
”Supercircus” dove il blues trovò finalmente le attenzioni che meritava.
La famiglia dei Pharaons cambiò,
crebbe, mutò, maturò. Superò i
confini regionali grazie all’amore
dei militari faentini che portavano
a Pordenone, Taranto e Lecce le registrazioni di “Non sopporto più Kim
Basinger”, tenendo per settimane
in classifica i nostri pezzi! Fummo
fonte di ispirazione per diversi ragazzini che oggi sono musicisti: una
bellissima ricompensa, credetemi…
Bob guitar Mukky (Roberto Righini)
frogs quarantatre
PHARAONS
2 ALESSANDRO MANNARINO - Scetate Vajo – IL BAR DELLA RABBIA (2009)
Canzone estratta dal primo album di questo sorprendente cantautore, questa cover
in versione tipicamente “ taranta”, rispolvera ambientazioni e suoni folk/popolari
che si erano smarriti in questi ultimi anni. Il risultato finale è veramente convincente.
-Faberiano-
7 SILVERCHAIR – freak - FREAK SHOW (1997)
L’album in questione, il secondo della band australiana, ha ricevuto molte critiche
perché non considerato all’altezza dell’album di esordio di questi teenagers, ma questo singolo spacca di brutto. Il nome dell’album venne scelto dal cantante/chitarrista
Daniel Johns perché ritenuto adatto a descrivere l’appartenenza ad una band famosa
che si esibisce dal vivo allo stesso modo di un circo o di uno show. - Riff mozzafiato –
2 MISFITS - I Turned into a Martian – WALK AMONG US (1982)
Questo album, arrivato dopo molti anni di gavetta, dalla durata complessiva di 25
minuti !!! (come una sola canzone dei primi Pink Floyd) contiene questa bellissima
canzone che tratta forse la tematica più cara a questa band: l’alienazione, vista rappresentando il soggetto che ne è afflitto proprio come un marziano. - Alienante -
8 SID VICIUS - Something Else - SID SONG (1979)
Cover del mitico Eddie Cochran, “punkizzata” dal bizzarrissimo Sid, è una canzone
azzeccatissima per questo album live solista del punk rocker inglese, pubblicato postumo dopo la sua morte. Il materiale che costituisce l’album proviene quasi del tutto
da registrazioni dal vivo di bassa qualità relative ad un concerto tenuto al Max’s Kansas
City di New York il 30 settembre 1978. - Punk’s not dead-
3 THE CLASH - The Guns of Brixton - LONDON CALLING (1979)
Forse la song più polleggiata di questo leggendario album, sonorità tra il punk e il
reggae che tratta temi molti delicati nei sobborghi londinesi di fine anni ’70. Nella copertina dell’album è presente una delle più famose fotografie della storia del Rock, un
vero e proprio omaggio che i Clash hanno voluto fare al grande Elvis. -Pietra miliare -
9 FOLDER- welcome all but you – KEEP THE FLOW (2001)
Si candida ad essere il miglior disco del 2001, non solo considerando il panorama
italiano ma anche quello mondiale. 11 pezzi, senza considerare l’intro, in cui i ragazzi
bolognesi sintetizzano splendidamente il concetto di crossover del nuovo millennio.
Mentre le major di ‘casa nostra’ sono ancora alla ricerca di chissà quale ‘sensazione pop’
e hanno davanti ai loro occhi una formazione che ha tutte le carte in regola per salire
sul tetto del mondo. -Sottovalutato-
4 METALLICA – master of puppets – MASTER OF PUPPETS (1986)
E’ il momento di “Master Of Puppets”. Gli accordi penetrano e si insinuano nella mente
come tormentoni, il riff incalza in maniera petulante, la voce non lascia scampo: “Ma
ster! Ma ster!”. L’irruenza lascia come da copione spazio alla dolcezza: arpeggio in perfetto stile Metallica, mentre Hetfield è superbo nel cucire un assolo mai banale e ricco
di pathos. - King of thrash –
10 C.S.I. – celluloide – TABULA RASA ELETTRIFICATA (1997)
Canzone estratta dall’ultimo album registrato in studio da questa band che ha cambiato idee, generi e componenti, trasformandosi e migliorandosi. I C.S.I. sono un vero
e proprio patrimonio della musica italiana. La song in questione include moltissime
citazioni di titoli di film commerciali ed alternativi. -Geniale-
5 EDDIE VEDDER - Society (Jerry Hannan) - MUSIC FROM THE MOTION PICTURE:
INTO THE WILD (2007)
“Into the wild” costituisce dunque il debutto solista del carismatico frontman dei Pearl
Jam, il quale per l’occasione rispolvera gli stilemi della sua migliore arte, troppo spesso
lasciata nel cassetto dei ricordi negli ultimi anni. Eddie si cala nei panni del protagonista, contemplando il silenzio, cercando di trovare la propria voce e magari alla fine
captare quella magia che ripaga le fatiche e gli smarrimenti, dando un senso compiuto
all’esistenza. - Riflessivo -
11 THE SMITHS - Bigmouth Strikes Again – THE QUEEN IS DEAD (1986)
Poche band come gli Smiths sono riuscite a creare un legame di stretta appartenenza
affettiva e completa identificazione empatica con il proprio pubblico, legame capace
di rimanere pressoché inalterato a distanza di anni dallo scioglimento. Ancora meno
sono stati poi i gruppi in grado, come loro, di incarnare sino in fondo la complessità di
una specifica epoca culturale e storica, divenendo un megafono per l’urlo di un’intera
generazione. Questa canzone ne è una prova. -Fedele-
6 SKIANTOS – eptadone – MONO TONO (1978)
La recensione di questa canzone preferisco farla con l’intro del compianto Freak: « Ma
che cazzo me ne frega! Genere ragazzi genere! Ehi sbarbo smolla la biga che slumiamo
la tele. Sei fatto duro, sei fatto come un copertone. Ci facciamo? Sbarbi sono in para
dura! Ok, ok nessun problema ragazzi, nessun problema! Sbarbi sono in para dura.
Schiodiamoci, schiodiamoci. C’hai della merda? Ma che viaggio ti fai?! C’hai una banana gigantesca. Oh c’hai della merda o no? Un caccolo! Ma che viaggio ti fai? Intrippato.
Brutta storia ragazzi, brutta storia. C’ho delle storie ragazzi, c’ho delle storie pese! C’hai
delle sbarbe a mano? No c’ho delle storie, fatti questo slego: 1 2 6 9!... » -Eterno -
12 WEEZER - Undone (The Sweater Song)- WEEZER (the blue album) (1994)
Primo singolo estratto, introdotto da un dialogo tra il bassista ed un suo amico mentre
l’arpeggio malinconico e riconoscibile della canzone si incammina per le retrovie. La
melodia può comunque risultare abbastanza prevedibile ed il giro di accordi portante,
già sentito e risentito, ne è il principale colpevole benché la personalità dei quattro
musicisti spumeggi sempre in primo piano, rendendo il tutto godibilissimo. -Genuinoimmagini e testi: MALVA
frogs quarantasei
Il Gualdo di Sotto - Agriturismo e Cantina B&B
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mattino: dal lunedi al sabato dalle 7.30 alle 13.00
pomeriggio: mercoledì, giovedì, venerdì e sabato
dalle 16.00 alle 19.00
950 vini, 150 birre, 70 distillati
GEMELLI
Nei primi mesi del 2014 confusione ed incertezza di fine 2013
si sono trasformati in una dannosissima iperattività. Siete
campioni doppi di casino…. Calma! Una cosa alla volta. Cominciamo dal lavoro: finalmente troverete il coraggio, anche
nel mezzo di questa crisi nera, di uscire fuori da situazioni
non più sopportabili, con un trittico di pianeti che vi coccola,
poi, con ordine e determinazione, si ritorna al sereno.
CANCRO
Per la sfera professionale, considerato il periodo, non c’è da
lamentarsi, quello che non funziona è il vostro carattere.
Nervosismo e irascibilità vi incasinano la vita. Da luglio in poi
vi darà una mano una luce che riaccenderà la vita di coppia,
chissà che non riusciate a rosicarvi meno il fegato. La salute
necessita di coccole e riposo. Il Grande Rospo consiglia: dipende solo da voi, calma e gesso!
by Bigtoad’s Wizard
BILANCIA
Anfibietti e anfibiette astrobilanciati, per fortuna che Frogs
esce a luglio. Fino ad oggi un bel no comment e via alle spalle
il passato. La pazienza non vi servirà per la seconda parte
dell’anno soprattutto perché l’avete esaurita nei primi sei
mesi. Urano e Plutone rompono ancora i pianetoni, l’amore
vi darà qualche pensiero, ma in sostanza si può dire “era ora”
e vivere senza fuochi d’artificio da agosto in poi.
SCORPIONE
E bravi scorpioncelli… tutto a gonfie vele? Certo che vi piace
vincere facile come Germania Brasile. Tutto lo zodiaco tifa per
voi a suon di vuvuzela, se poi siete talmente sfigati che ve le
cercate da soli, non prendetevela con il grande rospo e con
le congiunzioni astrali. Okkio che non scherzo: tutto va per
il meglio a patto che non vi pavoneggiate troppo e che non
riponiate tutto negli astri. I fulmini arrivano anche a ciel sereno, come ci ricorda tal Re Tiberio.
SAGITTARIO
Bene caro Sagittario, se avevi fatto il callo e lo status di single
ti sembrava quasi cosa buona e giusta, attento che un bipede
ti attende al varco per rubarti la nubiltà. Sentimenti d’alto
bordo, quindi. La grinta ed energia di Marte si allargheranno
portando gioia di vivere e fortuna e facilitando la soluzione
dei problemi. Non è così? Io chiederei alla mamma di ricordare meglio la data di nascita, perché il barometro del sagittario segna bel tempo fisso.
CAPRICORNO
Testoni e testardi come un capricorno… è così il detto? Se
non lo è ci va vicino. L’universo non può piegarsi al vostro
perfezionismo e prima o poi vi ci manda, piantandovi qualche imprevisto sul cammino. Il cuoricino soffrirà di qualche
problemuccio e non a causa dei ventricoli. Insomma, anche
in amore limate gli spigoli e smettetela di rompere i coyotes!
Il Grande Rospo consiglia: calate giù dal pero!
LEONE
C’è crisi, caro Leone. Occorre essere realisti ed inseguire l’essenziale, per la botte piena occorrerà attendere ancora del
tempo. Urano e Giove vi hanno abbandonato, ma il pessimismo non serve a nulla. Approfittate del momento per ritrovarvi e corteggiarvi. Il grande rospo consiglia: cauti, molto
cauti con il partner.
ACQUARIO
Basta piangersi addosso! L’acquario l’avete riempito di lacrime salate con dentro i pesci d’acqua dolce: fra un po’ crepano
tutti. Sù, che lo zodiaco vi da ‘na manina, vi passa il kleenex e
vi da la spintarella propositiva. Nella seconda metà dell’anno
dovrete però fare tutto da soli. Lavoro e finanze, ‘nsomma,
‘nsomma…. Amore e Sentimenti non proprio al top. Grande
Rospo consiglia: sempre bicchiere mezzo pieno!
VERGINE
Cari ranocchietti verginelli, quest’anno lo zodiaco vi ha proiettato giusto sotto la stella cometa. Per tutto il 2014 sarà un
andirivieni di re magi che vi consegneranno doni e occasioni.
Occhi aperti però: gli scrigni possono contenere oro, incenso
e sfiga. Dedicate le vostre energie a fare tesoro delle conquiste per essere pronti ad affrontare brutte sorprese. Il Grande
Rospo consiglia: occhio ai vu cumprà!
PESCI
Nel 2014 sulla strada dei pesci passa tutto il meglio della fanfara dello zodiaco. Tutto dovrebbe andare come in una gran
parata, in amore si frulla a suon di tromba e nel lavoro basta
non perdere tempo. Attenzione però che nella parata sei solo
uno spettatore e l’euforia è solo fittizia se non fai di tutto per
entrare nella banda e per restarci saldamente aggrappato.
Grande Rospo dice: mizzica che ku.o !
frogs quarantasette
ARIETE
A’ Riete, nun me piace per gniente ‘sto 2014. In famiglia vi
guardano in cagnesco, il capo va sempre sul sicuro quando
deve cazziare qualcuno… ci sono insomma le condizioni
per elargire a tutti biglietti di sola andata per quel paese,
compresi Venere, Marte, Giove e Plutone che vi si sono messi
di traverso. Taaanta calma, un bel respirone e si riparte col
vento tra le poppe verso fine anno.
TORO
Torelli e torelle, lo scorso anno vi avevo consigliato di fare pulizia nella vostra vita. Lo avete fatto? Bene, ma qualcuno non ci
è rimasto bene e questa selezione di chi vi stava intorno vi ha
reso alquanto antipatici. Dopo luglio cari miei si peggiora ancora, ma tutto questo caos potrebbe regalarvi perlomeno una
gradita svolta sentimentale. Affilate corna e gingilli e buttatevi
verso l’inaspettato grande amore.
frogs
frogs quarantotto
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