LA MALATTIA DI KAWASAKI Prof. A. Agnetti DEFINIZIONE Vasculite sistemica acuta e auto-limitante dei vasi di medio calibro, ad eziologia sconosciuta, che interessa principalmente bambini di età inferiore ai 5 anni. Interessamento elettivo delle arterie coronarie SINONIMI MCLS: “infantile aucute febrile mucocutaneous lymph node syndrome” (Sindrome mucocutanea linfonodale) Poliarterite nodosa dell’infanzia Prima descrizione della malattia: Tomisaku Kawasaki, 1967 EPIDEMIOLOGIA Quasi esclusivamente età pediatrica 80%: età inferiore ai 4 anni Molto rara sotto i 3 mesi di età Razza asiatica più colpita (in Giappone incidenza 10 volte maggiore rispetto al Nord America) Anamnesi familiare positiva: 1% M:F = 1.7 : 1 Autunno-Primavera Mortalità ospedaliera 0.1% Picco mortalità: 15-45 giorni dopo l’esordio clinico (periodo di ipercoagulabilità e trombocitosi) EZIOLOGIA Eziologia sconosciuta Ipotesi: agente infettivo ubiquitario che inneschi il processo vasculitico in soggetti geneticamente predisposti Dati in favore di un agente infettivo scatenante: Stagionalità Caratteristiche cliniche Distribuzione di età Apparentemente cicli di epidemie Dati di laboratorio Mai isolato agente infettivo comune in tutti i casi Dati in favore di una predisposizione genetica: Raro nei primi mesi di vita , suggerisce protezione da anticorpi materni Predisposizione in soggetti asiatici Rischio di occorrenza nei gemelli di 100 volte > rispetta alla popolazione normale Dati in favore di una risposta immunologica scatenata da agenti microbici Riscontro di elevate concentrazioni di IgA oligoclonali (suggerisce che la porta di ingresso è respiratoria) ANATOMIA PATOLOGICA: Vasculite che interessa principalmente arterie di piccolo e medio calibro, ma anche capillari o vene. Istologia simile alla poliarterite nodosa Primi stadi: rigonfiamento delle cellule endoteliali con degenerazione nucleare, edema dell’avventizia e infiltrati infiammatori con PMN neutrofili sostituiti poi da cellule mononucleate e plasmacellule con produzione di IgA A livello delle coronarie danno a carico della tonaca media, con degenerazione e necrosi delle cellule muscolari lisce Perdita dell’integrità della parete vasale con formazione di aneurismi trombi Dopo 1-2 mesi deposizione di tessuto connettivo fibroso nella parete vasale, con possibile formazione di stenosi Criteri diagnostici della Malattia di Kawasaki Febbre* persistente per almeno 5 giorni associata ad almeno 4 delle 5 condizioni 1- alterazioni delle mucose dell’orofaringe 2- alterazioni delle estremità 3- esantema polimorfo fugace al tronco 4- iperemia congiuntivale bilaterale 5- linfoadenopatia laterocervicale *la febbre è remittente, elevata fino a 39-40° C, resistente ad antipiretici e antibiotici Se è presente febbre con alterazioni coronariche documentate, la diagnosi può essere fatta anche in presenza di meno dei 4 segni clinici principali. 1- alterazioni delle mucose dell’orofaringe 2- alterazioni delle estremità (edema o eritema delle mani e dei piedi) 3- esantema polimorfo fugace al tronco, mai vescicolare 4- iperemia congiuntivale bilaterale 5- linfoadenopatia laterocervicale Iperemie e/o secchezza faringea Eritema della mucosa orofaringea Iperemia e/o fissurazioni delle labbra con sanguinamento Lingua a fragola con protrusione delle papille fungiformi 1- alterazioni delle mucose dell’orofaringe 2- alterazioni delle estremità (edema o eritema delle mani e dei piedi) 3- esantema polimorfo fugace al tronco, mai vescicolare 4- iperemia congiuntivale bilaterale 5- linfoadenopatia laterocervicale Precocemente: eritema e/o edema indurativo e dolente a livello palmo-plantare Tardivamente (10^-20^ giornata): desquamazione periungueale a guanto Dopo 1-2 mesi dall’esordio: possibile comparsa di linee di Beau a livello ungueale 1- alterazioni delle mucose dell’orofaringe 2- alterazioni delle estremità (edema o eritema delle mani e dei piedi) 3- esantema polimorfo fugace al tronco, mai vescicolare 4- iperemia congiuntivale bilaterale 5- linfoadenopatia laterocervicale Maculopapulare, scarlattiniforme, più raramente orticarioide o micropustoloso. Solitamente non vescicolare Compare entro il 5° giorno Intenso a livello perineale con desquamazione 1- alterazioni delle mucose dell’orofaringe 2- alterazioni delle estremità (edema o eritema delle mani e dei piedi) 3- esantema polimorfo fugace al tronco, mai vescicolare 4- iperemia congiuntivale bilaterale 5- linfoadenopatia laterocervicale La malattia di Kawasaki Bilaterale, non essudativa, dolorosa, solitamente insorge contemporaneamente alla febbre 1- alterazioni delle mucose dell’orofaringe 2- alterazioni delle estremità (edema o eritema delle mani e dei piedi) 3- esantema polimorfo fugace al tronco, mai vescicolare 4- iperemia congiuntivale bilaterale 5- linfoadenopatia laterocervicale Linfonodo laterocervicale, per lo più unilaterale e unico di dimensioni maggiori di 1 .5 cm, non dolente, fisso CLINICA: 1.Fase febbrile acuta: durata di 1-2 settimane, febbre elevata remittente, congiuntivite (che compare 1-2 gg dopo la febbre, della durata di 2 settimane) alterazioni della mucosa orale, eritema ed edema indurativo di mani e piedi (4-5^ giornata) rash cutaneo (entro 5^ giornata), linfoadenopatia unilaterale non dolente;frequente dilatazione segmentaria delle coronarie. 2.Fase subacuta: durata di 2-4 settimane. Caratterizzata dalla defervescenza, scomparsa del rash e della linfoadenopatia; permangono congiuntivite, irritabilità psichica, anoressia. Compare desquamazione delle estremità. Possibile comparsa di aneurismi. Trombocitosi. 3.Fase della convalescenza: 6-8 settimane dall’inizio della malattia. Dura fino alla scomparsa degli indici di flogosi. Possibile comparsa di linee di Beau ungueali. Altri sintomi della fase acuta della Malattia di Kawasaki • Artrite (30-40% dei casi generalmente ginocchia e caviglie) • Ulcere uretrali con piuria sterile • Meningite asettica (25-100 cellule/mmc) • Convulsioni • Miocardite (50% dei casi) • Endocardite con interessamento valvolare, soprattutto mitralico • Polmonite, versamento pleurico • Disfunzione epatica, ittero • Idrope della colecisti • Pancreatite • Sintomi gastro intestinali • Orchite ARTERITE CORONARICA 1.Si verificano nel 25-50% dei pazienti non trattati 2.Dilatazione coronarica in media entro 10 giorni dall’esordio clinico 3.Aneurismi coronarici: picco di frequenza entro le 4 settimane dall’esordio clinico ANEURISMI CORONARICI Solitamente multipli, prevalentemente nelle porzioni prossimali delle coronarie e le zone di biforcazione (in ordine di frequenza: discendente anteriore, coronaria dx, a. circonflessa e tronco comune) Possono essere sacculari o fusiformi: 1.Piccoli: diametro < 5 mm 2.Medi: diametro da 5 a 7 mm 3.Giganti: diametro > 8 mm (4-5% dei casi di MK) MIOCARDITE: Presente in circa il 50% dei pazienti Manifestazioni cliniche: Tachicardia sinusale, ritmo di galoppo Alterazioni ECG: anomalie tratto ST, onda T, allungamento del tratto PR, bassi voltaggi ventricolari Solitamente si risolve spontaneamente Versamento pericardico: riscontrato nel 25% dei casi VASCULITE A CARICO DI ALTRI DISTRETTI: 2% dei casi arterie brachiali, ascellari tronco celiaco arterie femorali, iliache, renali MK ATIPICA Alterazioni coronariche associate a: Addome acuto (idrope della colecisti,vasculite mesenterica, ostruzioni ileali multiple) Paralisi del VII Disturbi dell’udito Sintomi neurologici MK INCOMPLETA Presenza di meno di 4 su 5 dei criteri diagnostici Soprattutto nei bambini piccoli, in cui il rischio di danno coronarico è più elevato Va sempre sospettato in bambini con età < di 6 mesi e febbre da più di 5 giorni Importante follow up ecocardiografico DATI DI LABORATORIO: Elevazione degli indici di flogosi (PCR, VES) Anemia Leucocitosi neutrofila Ipoalbuminemia Ipocolesterolemia HDL Aumento GOT e GPT Aumento troponina I Trombocitosi (dalla seconda settimana) Trombocitopenia (meno frequente, si associa a severa malattia coronarica e infarto del miocardio) Piuria sterile (1/3 dei pazienti) IgG ridotte in fase acuta, elevate in fase subacuta INDAGINI STRUMENTALI (valutazione coronarica) Ecocardiografia color-doppler Nel follow-up, se necessario: - RMN - TAC spirale 64 strati -Cateterismo cardiaco con coronarografia •Sospetto di aneurismi e/o lesioni trombotiche non ben evidenziabili con i precedenti esami •Ischemia miocardica all’ECG •Alterazioni della cinetica del ventricolo sinistro •Prova da Sforzo positiva per sintomatologia anginosa •Valutazione preoperatoria dei pazienti che dovranno essere sottoposti a rivascolarizzazione con PTCA o bypass - Scintigrafia miocardica con Tallio 201 e Sestamibi Tecmezio 99m Valuta alterazioni riserva coronarica e aree ischemiche DIAGNOSI DIFFERENZIALE Infezioni virali (adenovirus, enterovirus, EBV, parvovirus B19) Scarlattina Staphylococcal scalded skin syndrome Toxic shock syndrome Linfadeniti batteriche Reazioni da ipersensibilità a farmaci Sindrome di Stevens-Johnson Artrite idiopatica giovanile Leptospirosi Febbre delle montagne rocciose Acrodinia (reazione da ipersensibilità al mercurio o altre sostanze) EVOLUZIONE Il 50% degli aneurismi mostra risoluzione spontanea al follow up Aneurismi giganti rara risoluzione, tendenza all’evoluzione verso la trombosi, stenosi coronarica, ischemia e infarto miocardico Possibile rottura in pericardio, con emopericardio Terapia della Malattia di Kawasaki Fase acuta • entro i 10 giorni dall’esordio, e se possibile, in 6°-7° giornata: •Immunoglobuline e.v.: 2 g/kg in infusione singola per circa 12 ore, eventualmente ripetibili in caso di mancata defervescenza dopo più di 36 ore dalla prima somministrazione • Aspirina: 80 - 100 mg/kg/die in 4 dosi fino a 48-72 ore dopo la defervescenza, quindi proseguire con 3 - 5 mg/kg in dose unica giornaliera per 6-8 settimane Lungo termine Fase di convalescenza: Aspirina: 3 - 5 mg/kg/die; sospensione 6-8 settimane dopo la guarigione in assenza di anomalie coronariche Aneurismi persistenti: - piccoli: Aspirina 3 - 5 mg/kg/die - medi: Aspirina 3 - 5 mg/kg/die + Dipiridamolo 5 mg/kg/die o Aspirina + tp. Anticoagulante (Warfarin). INR 2.0-2.5 - giganti o se trombosi o alterazioni coronariche severe: Aspirina + tp. Anticoagulante (Warfarin). INR 2.5-3.5 Terapia delle complicanze coronariche della Malattia di Kawasaki (AHA 1993) Trombosi coronarica acuta • Fibrinolitici (streptokinasi, urokinasi, attivatore tessutale del plasminogeno) Ischemia cronica o infarto • Angioplastica coronarica transluminale • Bypass coronarico • Trapianto cardiaco Follow-up della Malattia di Kawasaki (AHA 1994) LIVELLO DI RISCHIO I (non anomalie coronariche) FOLLOW-UP E TEST DIAGNOSTICI Nessuno dopo il primo anno, ameno che non si sospetti un coinvolgimento cardiaco Nessuno dopo il primo anno, ameno che non si sospetti un coinvolgimento cardiaco; controlli ogni 3-5 anni ECG + ECO 1 volta all’anno II (ectasie delle arterie coronariche che regrediscono durante la fase acuta) III (aneurisma coronarico piccolo o medio) IV (uno o più aneurismi ECO 1 volta/anno, ECG ogni 6giganti, o aneurismi 12 mesi; RX torace 1 multipli piccoli o volta/anno; se paziente < 10 aa medi senza eventuale stress test ostruzione) farmacologico V (ostruzione arterie ECG + ECO ogni 6 mesi, Holter coronarie) + prova da sforzo 1 volta/anno CORONAROGRAFIA No No Si se si sospetta stenosi (ECO o prova da sforzo) Si se si sospetta stenosi (ECO o prova da sforzo) Si per la scelta terapeutica Si in caso di peggioramento clinico Grazie per l’attenzione!