INTERVISTA KRISALIDE
Davide: - Ciao, io sono Davide Caprelli, di fianco a me c’è Cristian Foiera, noi siamo i Krisalide, tutto
questo gruppo di ragazzi che vedete. Nasciamo nel '96 dall'incontro tra me e Cristian. Diciamo che il
progetto era nato da un’idea comune tra noi due di comunicare attraverso il rock, le tonalità forti del
rock, del funky, del soul, ai giovani un messaggio che è legato un po’ alla nostra esperienza di fede e di
vita e nelle nostre canzoni parliamo dell’uomo di oggi dei ragazzi di oggi che cercano la strada, la
loro…
Che differenza c’è tra voi e un Jovanotti qualsiasi che parla di pace, quindi perché porre
l’accento sull'essere cristiani?
Cristian: - La differenza che c'è tra noi e Jovanotti è sostanzialmente la differenza che troviamo nei
testi. Nei nostri testi, non tutti, in alcuni viene fuori esplicitamente, in alcuni di questi sono addirittura,
hanno dei titoli evangelici, "Tutto è compiuto" sono sonorità molto forti legate a questi testi, ripeto,
evangelici. Inoltre quello che ripetiamo spesso non è un qualcosa da suggerire agli altri, si parte dai
testi, dalla ricerca che facciamo noi. Dio rimane un nella nostra vita un punto di riferimento, e il punto
di riferimento viene fuori in maniera esplicita in più di un testo. Jovanotti non si sentirà mai parlare di
Cristo che dando si riceve, o che "Tutto è compiuto", o "Madre ecco tuo figlio", insomma cose che non
si ha il coraggio di dire perché è fuori moda è poco commerciale, in ogni caso quello che ci
contraddistingue in questo tipo di messaggio è, appunto, questo tipo di messaggio estremo, evangelico,
legato a queste sonorità molto forti: c'è il binomio, messaggio molto forte dal punto di vista del testo e
sonorità molto forti. Abbiamo alcuni pezzi che parlano del dramma della prostituzione, del tema delle
ragazze schiave, anche lì lo si può leggere benissimo, non è esplicito in maniera esponenziale, traspare
insomma, in altri viene fuori molto forte.
Nei vostri testi abbiamo riscontrato una certa tendenza a parlare del dolore umano, della
sofferenza dell'uomo, come mai questa particolare scelta?
Cristian: - Certo, la sofferenza è la chiave della ricerca, se tutti stessimo bene probabilmente non
saremmo qui. Probabilmente tutto parte dall'esperienza della nostra vita, dall'esperienza della vita,
dell'esistenza. Noi crediamo e speriamo in qualche cosa che va oltre, la nostra speranza è Cristo, un
esempio che ci sprona ad andare avanti in questa direzione. Ecco diciamo che sostanzialmente…
La scelta del genere rock è una scelta legata alla vostra sensibilità, oppure è il modo migliore per
comunicare coi giovani?
Cristian: - Cioè diciamo che la nostra cultura musicale nasce anche con il rock, cioè noi abbiamo la
nostra età, Led Zeppeling, Deep Purple, tutti questi gruppi fanno parte della nostra cultura musicale
anche se spesso non è che si sapesse bene cos'è che ci volevano comunicare. Quindi per noi viene
naturale esprimerci con queste sonorità. Quello che noi abbiamo trovato geniale, ma è la conseguenza
di un qualche cosa che è dentro di noi è il fatto che si potesse unire la sonorità ad un messaggio che
secondo noi in questi tempi va anche urlato.
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Come mai questo accento sull'urlo, sull'urlare quello che si è, cosa vuol dire in questi tempi?
Cristian: - Urlare, diciamo che ci sono tante cose che si dicono, noi sentiamo, personalmente io canto,
sento che certe cose vanno cantate e urlate, ma soprattutto urlate per noi stessi, cioè io ho bisogno di
ripetere a me stesso che l’egoismo a volte mi domina, cioè, non faccio la bella lezione a chi mi ascolta,
parlo prima di tutto di quelle che cose che a volte hanno il sopravvento, sopra di me, sopra di noi, e la
nostra società, diciamo che è l’esempio lampante di tutto quello che insomma non è il messaggio
cristiano. Il messaggio cristiano alle volte è distante, per cui, prima di tutto lo urlo a me stesso e credo
che sia doveroso urlarlo anche agli altri, però diciamo che è una cosa che non posso fare a meno di
urlare appunto.
La musica rock non rischia di schiacciare l'importanza del testo?
Cristian: - (…) Noi non è che guardiamo di fino a quello che hai appena chiesto, quindi all'atto
comunicativo, quindi, come ti ho già detto prima, certe cose vanno in simbiosi, cioè se la canzone parla
in maniera esplicita di Cristo, ripeto "Tutto è compiuto", è molto forte a livello di sonorità, perché
secondo noi, secondo quello che ci viene da dentro, ma secondo noi il giovane di oggi ha bisogno di
essere preso con forza e certe cose vanno messe lì in maniera diretta, diciamo che non c'è un segreto o
una tattica, viene fuori così e credo che sia anche un buon mezzo. Dico anche che diciamo per le
persone che tra virgolette sono dentro al mondo cristiano non è che abbiamo un grandissimo successo
perché non sono abituate a queste sonorità forti, è lo specchio di quella che è la nostra esperienza
oggi…
Che ritorno avete avuto nei vostri concerti con gente che non vive l’esperienza cristiana?
Davide: - Il ritorno è molto buono, anche perché noi ci riferiamo soprattutto ai giovani. Secondo la
nostra esperienza i giovani che ascoltano le nostre canzoni hanno emh… sentono dell'energia molto
positiva, nel senso che noi comunichiamo qualcosa di buono parlando del Signore, ma anche parlando
dei problemi di questi giovani, parlando della ricerca, della sofferenza che scaturisce da non trovare e
parliamo attraverso delle sonorità che sono consone al loro modo di sentire. Ecco… è una musica forte
che informa la loro vita tutti i giorni, i ragazzi di oggi ascoltano musica da mattina alla sera, i ragazzi
che vanno dai 15 ai 20 anni ascoltano della musica che va dal punk rock, dall’heavy metal, e
sicuramente dire delle cose usando quelle sonorità lì, è meglio perché andiamo a toccare delle corde
che dentro di loro suonano meglio, piuttosto che ascoltare… non so neanche io… i giovani di oggi non
ascoltano musica classica, o qualcosa di più leggero, ascoltano della musica forte e rumorosa, e
secondo me anche il mondo di oggi che ha creato questa confusione, che ha creato… cioè nel mondo di
oggi, in questa confusione, per farsi sentire, bisogna alzare un po' la voce, certo sarebbe bello
sussurrarle le cose, perché poi il Signore le cose ce le dice sussurrandole, spesso, e noi non le sentiamo
perché siamo in una confusione pazzesca… e quindi un po' diciamo che ci adeguiamo ai tempi,
Cristian: - Anche perché siamo in questi tempi, non possiamo tirarci fuori, noi siamo nel mondo,
insomma, e soffriamo di tutte quelle sofferenze che sono di tutti i giorni, anche se c'è questa grande
speranza che è la fede che ci sorregge…
Davide: - E poi ci viene naturale dire queste cose con questa musica, insomma, il rock piace a tutti del
gruppo.
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Vi sentite un gruppo di SERIE B perché fate una musica che viene definita "cristiana"?
Davide: - No, no, a noi le etichette piacciono poco, innanzitutto, mi piace dire questo, che il nostro
gruppo è eterogeneo, cioè ci sono delle persone che frequentano, che sono praticanti, ma ci sono anche
altri ragazzi che non sono praticanti, che rimangono nel gruppo perché sentono che in ogni caso il
messaggio è positivo, che è diverso, che c’è qualcosa di buono, emh, e quindi non ci sentiamo per
niente di SERIE B, per questo fatto, cioè per il fatto che nelle nostre canzoni, oltre a parlare di altri
argomenti, non abbiamo paura di parlare anche della fede che anima alcuni di noi che scrivono i testi e
compongono le canzoni.
Davide: - Vorrei dire che il nostro paese, a differenza di altri Paesi, non è ancora preparato a questo
genere di musica, non è abituato. Se andiamo in Paesi come la Germania, la Francia, o addirittura in
America la Contemporary Cristhian Music è molto gettonata anche tra i giovani diciamo, ci sono
artisti, ci sono compositori che sono nelle classifiche ufficiali, quindi noi speriamo che i ragazzi e
anche la chiesa si accorga di questi strumenti importanti che ha al suo servizio, e che secondo me, non
valuta abbastanza.
Big internazionali come Krawitz e gli U2 trattano temi religiosi, ma la gente sembra non
accorgersene… secondo voi come si può fare in modo che questi messaggi arrivino ai giovani?
Davide: - Allora, diciamo che secondo me l’ignoranza è degli italiani perché in quasi tutte le parti del
mondo l'inglese viene capito molto bene e i tantissimi fans di Lanny Krawitz sanno benissimo che le
sue canzoni parlano del Signore di Dio, che non ha paura di manifestare la sua fede, forse farebbe bene
ai ragazzi italiani sapere meglio queste cose… Perché i ragazzi americani sono più aperti a questi
argomenti? Perché gli artisti americani non hanno paura di manifestare la loro fede, insomma di
ringraziare Dio ogni qual volta ricevono dei premi, un Grammy Awards un American Music Awards, si
sente moltissime volte l'artista che prima di tutto ringrazia Dio per avere ricevuto questo premio, per il
dono che gli ha fatto a fargli fare musica, ecc., quindi per me la cultura italiana che si deve aprire di più
a questi argomenti.
Quali progetti avete?
Cristian: - I progetti che abbiamo sono molti, in ogni caso quello di continuare a fare musica e di
proporci in questi concerti. In ogni caso siamo pronti a qualsiasi tipo di esperienza dal punto di vista
artistico, è chiaro che deve essere congeniale a tutti e rimanere in quello che è il nostro intento. Non è
che ci si rivolge a qualcuno in particolare… i testi chi li scrive è perché forse ci ha passato parte della
propria vita sopra a quei testi, e quindi, a le volte si legge delle sofferenza sopra quei testi, perché
probabilmente, anzi sicuramente, ha vissuto dei momentacci o altro. In ogni caso l'impatto che come tu
dicevi verso il discorso metropolitano, va da se, nel senso che è una cosa spontanea, è la nostra musica
che viene e si rivolge ad un certo tipo di giovane è perché probabilmente io, anzi senza probabilmente,
io una volta ero alla ricerca e ne ho combinate di tutti i colori adesso vivo, cioè alcune canzoni sono
nate da alcuni momenti di sofferenza, dall'incontro dalla vita e dall'esperienza che poi scaturisce da
questa grande speranza che domina la mia esistenza, più o meno è questo…
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Cristian: - Ma, diciamo che quella che ci ha accompagnato fino ad adesso e quella a cui siamo legati
nonostante si continui a comporre ultimamente anche in inglese, sempre pensando a questo mercato
americano e a delle proposte che abbiamo avuto. Però diciamo che "L’egoismo" è il pezzo che più ci
rappresenta perché parla di un problema che domina questa società, e che alle volte domina anche noi,
e questa canzone diciamo che dico tutto questo per liberarmi dell'egoismo cantandolo, vorrei liberarmi
ma alle volte non riesco a farlo… per noi l'importante è sapere che c'è, che esiste, che è un qualche cosa
che va contrastato, prendere coscienza e contrastarlo, e noi diciamo che abbiamo la nostra arma che è la
fede.
Davide: - Il nostro occhio si rifà un pochettino a quelli che sono i modelli degli anni ‘70, che è stata
l’età dell'oro per il rock. Un’attività molto intensa che è stata vissuta dai giovani e dagli artisti come
periodo di trasgressione, di rottura con la società, e diciamo che allora la forma di trasgressione era la
droga lo spinello, l’urlare certe cose in un certo modo… Per noi oggi la trasgressione è non fare uso di
spinelli o droga, ma piuttosto, magari come facciamo noi, è parlare senza paura, senza timore, anche
della nostra fede, e forse la vera trasgressione oggi è quella di seguire Gesù Cristo senza paura.
Si presentano uno ad uno:
Maurizo Pedulli: - Buona sera a tutti mi presento sono Maurizo Pedulli di Forlì, volevo invitare
attentamente, di non avere paura di ascoltare, perché in base all'intervista che io ho avuto modo di
ascoltare, il problema vero e proprio è emerso anche dalla gente che si rifiuta di ascoltare, e la voglia di
cambiare e di imparare cose nuove e positive con la musica, e non solo con la musica, ma anche alcuni
gesti che facciamo dal vivo e non solo, per cui aprite le orecchie, perché… una nostra collega ha detto
che forse siamo di SERIE B, ma il campionato è appena cominciato, probabilmente siamo primi in
classifica e quest’altr’anno, o tra poco saremo in serie A, per cui, attenzione che forse stiamo venendo
fuori.
Davide: - Buona sera a tutti, io sono Davide Caprelli insieme a Cristian sono uno dei fondatori di
questo gruppo e compongo le canzoni, le canzoni insieme a Cristian e insieme a Stefano che è mio
fratello e suono le tastiere.
Cristian: - Ciao io sono Cristian, già mi conoscete…
Stefano Zani: - Sono Stefano Zani, chitarrista solista del gruppo, e io sono uno dei componenti del
gruppo che non partecipa molto del discorso cattolico, però, quando mi è stato proposto di suonare ad
un certo livello, artisticamente parlando, ed esprimere dei messaggi positivi la cosa mi è piaciuta molto
e ho deciso di continuare, dopo diversi anni in questo gruppo.
Stefano: - Ciao io sono Stefano, chitarra ritmica del gruppo e ho 23 anni.
Federico: - Ciao a tutti io sono Federico e sono il basso dei Krisalide.
Daniele: -…Molto alto… Io sono Daniele, fratello di Davide e suono il flauto traverso e il sax tenore.
Basta ho finito…
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