SELF TALK e prestazioni sportive

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SELF TALK e prestazioni sportive.
Mirco TURCO, Psicologo UISP
Una delle caratteristiche umane universali è quella di “parlare con se stessi” ed è
un’attività che effettuiamo, più volte al giorno, in modo più o meno consapevole.
Se dovessimo indagare, ad esempio, sul tono di questa vocina interna, avremmo
già alcune difficoltà e comunque, dovremmo concentrarci meglio per scoprirlo. In
effetti, la vocina interna che contraddistingue questo nostro dialogo non è sempre
la stessa e soprattutto, non dice sempre cose positive!
In generale, una parte dei nostri pensieri si traduce in linguaggio ed è altrettanto
vero che lo stesso modo di comunicare e il contenuto di tale comunicazione
possono influenzare il nostro pensiero. In molti contesti, da quello privato a
quello lavorativo, sino a quello sportivo dovremmo essere consapevoli che esiste
un’intelligenza diversa dalle altre e che ha un peso fondamentale nella nostra
esistenza: l’intelligenza linguistica. In ambio sportivo, l’intelligenza linguistica può
essere considerata anche come l’abilità dell’atleta di utilizzare un dialogo positivo
con se stesso. Cosa significa?
Esistono svariate esperienze, anche personali, che dimostrano che il dialogo che
rivolgiamo a noi stessi spesso si traduce in prestazioni disfunzionali o scarsi
risultati. Esempi: “ … sarà impossibile raggiungerlo …”; “ … non riuscirò mai …”;
“… mi sento troppo ansioso …”; … Questo primo esempio di comunicazione
negativa con noi stessi determina un inevitabile insuccesso. E’ come se dicessimo
che la profezia si auto-avvera. In un certo senso, la mente è letterale.
Un tipo di self-talk negativo, oltre a determinare un risultato negativo,
compromette il raggiungimento degli obiettivi, decrementa l’attenzione e fa
implementare la focalizzazione su stimoli irrilevanti o distraenti che, di
conseguenza, generano anche preoccupazioni eccessive, stress, alterazioni
dell’umore, confusione, panico. Un corretto self-talk è essenziale, dunque, nella
preparazione di un qualsiasi atleta.
Ripetere a se stessi frasi positive, incoraggiamenti, brevi istruzioni, parole
stimolo, ancoraggi, costituisce il nucleo centrale della tecnica del self-talk.
Apparentemente semplice, la tecnica richiede un certo allenamento, costante e
istruzioni precise. Il supporto di uno psicologo esperto diventa così fondamentale.
Occorre fare attenzione al tipo di comunicazione con noi stessi soprattutto quanto
utilizziamo alcune frasi. Dire “non devo distrarmi” è differente dal dire “devo
concentrarmi”. Il non dovrebbe essere, infatti, evitato. Il cervello lo elabora
lentamente e prima di poter negare un pensiero, la mente stesse deve priva
visualizzare tale pensiero. Provare per credere: “non immaginare un grosso
elefante grigio con un canarino giallo sulla proboscide” …
La tecnica del self-talk è utile per l’acquisizione di nuove abilità e per il
miglioramento delle performance già sperimentate. Istruzioni semplici darebbero
d
maggiori benefici per compiti sportivi caratterizzati da precisione e tecnica,
mentre incoraggiamenti e frasi motivanti porterebbero miglioramenti se applicati
su compiti che richiedono forza o resistenza.
Alcuni studi evidenziano che il self-talk è efficace sulla prestazione sportiva
perché implementa la capacità attentiva dell’atleta. Egli, cioè, si concentrerebbe
maggiormente verso stimoli positivi orientandosi maggiormente su parti essenziali
dell’allenamento e della gara. Di conseguenza, vengono
vengono attivate le risorse giuste e
indicate per condurre una ottimale prestazione sportiva.
Banalmente o meno banalmente,
banalmente il dialogo interno positivo influenza anche
l’autostima, la sicurezza e la self-efficacy (auto-efficacia).
efficacia). A parità di condizioni e
caratteristiche,
teristiche, l’atleta che dialoga internamente con se stesso in modo positivo
sarà più efficace. Questo, in realtà, accade anche in altri contesti. Il self-talk
risulterebbe utile,, di conseguenza, per ridurre l’ansia e per implementare reazioni
emotive positive.
Che tipo di frasi strutturare? Alcune evidenze suggeriscono di utilizzare un
linguaggio in seconda persona soprattutto per frasi brevi e concise. Suggerimenti
più lunghi e affermazioni più articolate dovrebbero essere pronunciate in prima
persona. Il linguaggio in seconda persona verrebbe maggiormente percepito con
un senso di maggiore autorità e importanza.
Il self-talk svolge, dunque, due funzioni fondamentali: quella cognitiva e quella
motivazionale.. Da alcune ricerche, emerge che gli atleti utilizzano
utilizzano maggiormente
un self-talk motivazionale, soprattutto per focalizzare meglio il compito e
l’obiettivo, per aumentare l’autostima, per implementare la prontezza mentale e
per gestire situazioni di maggior stress, difficoltose o dolorose.
In un interessante schema si evidenzia come il self-talk cognitivo venga usato
soprattutto per sviluppare nuove abilità. Quello motivazionale, invece,
soprattutto, per implementare la focalizzazione.
La tecnica del self-talk, quì illustrata brevemente, è solo una delle tante possibili
applicazioni concernenti la psicologia applicata allo sport. Ad oggi, esiste un
bagaglio ricco e articolato di conoscenze e competenze in materia che diventano
essenziali e strategiche nel mondo sportivo odierno.
Riferimenti:
Amabili Massimo. (2012). Strategie Cognitive e Mental Training: Il Caso di D. http/.
J. Hardy, K. Gammage, C. Hall. (2001). A descriptive study of athlete Self-Talk. The Sport
Psychology, 2001.
Hatzigeorgiadis, Y. Theodorakis.(2009). Mechanisms underlying the self talk – performance
relationship. Psy of Sport & Exercise, 2009.
Mirco Turco. 2013. Che cos’è la psicologia dello sport. Unione Italiana Sport per Tutti, Lecce.
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