Comunicazione e sport Nel mondo dello sport si va sempre più sviluppando la variabile “comunicazione” quale fattore determinante per raggiungere il risultato di una prestazione. Infatti,…” Considerato che la prestazione è il risultato di motivazione più apprendimento, il successo dell’apprendimento tecnico si è spostato sull’interazione allenatore-atleta, mentre le capacità atletiche si sono connotate della potenzialità di decodifica e integrazione dei segnali provenienti dal corpo (internal perception) e dall’ambiente (external perception). L’allenatore osserva e analizza l’esecuzione. L’incontro tra allenatore e atleta avviene attraverso il reciproco scambio d’informazioni: il primo “vede” e il secondo “sente”.. La capacità di entrambi di confrontare e unire questi due aspetti dell’interazione porta all’apprendimento. Ma non c’è apprendimento senza comunicazione e non c’è comunicazione senza apprendimento (Biccardi-De Simone 1984). Ciò significa che l’atleta e l’allenatore imparano a comunicare e a relazionarsi osservando se stesso e gli altri, riconoscendo il linguaggio delle emozioni, imparando le proprie distorsioni nella comunicazione, esprimendo i propri sentimenti e le proprie opinioni. A tal punto s’inserisce facilmente il concetto di cultura nello sport con una precisazione. Se con il termine di “cultura intendiamo giustificare qualsiasi idiozia come quella di abbinarlo ad ogni manifestazione per accrescerne il valore, o commercializzarlo e renderlo moneta di scambio, spettacolarizzarlo fino a provocare esasperate reazioni individuali e di gruppo, esasperarlo tanto da renderlo ostaggio di tifoserie, individualizzarlo tanto da portare a comportamenti negativi, o all’uso di sostanze dopanti, ecc. non faccio difficoltà a dire che il concetto è banalizzato, ma se per cultura intendiamo presa di coscienza, mentalità, educazione, sapere, rispetto, conoscenza, quali motivazioni trainanti per unire, condividere, rispettare, promuovere i processi di aggregazione, di partecipazione, d’integrazione, ecc. allora il concetto di cultura è senza alcun dubbio valorizzato. Tutto ciò non può essere svincolato dalla storia dello sport, né dai mutamenti sociali e del costume (sport di classe) intervenuti nel corso dei secoli, per cui lo sport rientra anche nel modello sociologico quale indicatore sociale (socio-relazionale in quanto riferito ad un contesto interpersonale e socio-culturale caratterizzato da regole di attribuzione di significati). Alla luce di quanto sintetizzato, l’immersione nel movimento unifica tutti gli aspetti biomotori (componente meccanica, neuromotoria, energomotoria, psicologica), tutti gli aspetti socio-culturali e tutti gli aspetti psichici-emozionali del carattere per influenzare l’ambiente o essere influenzati dall’ambiente stesso. Paolo Raimondi