Le multinazionali sono grosse società presenti in molte nazioni con delle filiali. Esse possono lavorare senza avere limiti imposti da altri paesi; infatti le società da esse controllate hanno la forma legale del paese in cui producono e quindi hanno tutti i vantaggi delle imprese nazionali. In questo modo le multinazionali possono conquistare nuovi mercati scavalcando le barriere commerciali imposte dagli stati e installare le loro fabbriche in paesi dove i costi delle materie prime e della manodopera sono più bassi. Tutte le società che sono controllate tra loro e fanno capo alla stessa società di controllo formano un gruppo. Le società controllate si chiamano filiali consociate, mentre le società di controllo si chiamano società madre, holding o capogruppo. Può succedere che una multinazionale controlli altre società multinazionali. Secondo quanto comunicato dall’ONU le multinazionali nel mondo sono circa 35000 e controllano 147000 società. Circa il 90% di esse è localizzato a Nord, ma metà di quelle controllate hanno sede nel Sud del mondo. Le multinazionali sono interessate ai paesi del Sud per produrre e commercializzare materie prime, utilizzare manodopera a buon mercato e ridurre i costi di produzione. Queste imprese pesano molto sull’intera economia mondiale: hanno come dipendenti circa 65.000.000 di lavoratori e hanno un fatturato pari alla metà del prodotto mondiale. Il 75% del commercio mondiale è controllato da società multinazionali o dalle loro filiali, e le prime seicento multinazionali del mondo controllano circa il 25% della produzione mondiale. Alcune importanti multinazionali sono: Nestlè, Chiquita, Del Monte, ma ce ne sono anche moltissime altre che controllano i più svariati settori (come il commercio del caffè o quello legato alle manifatture). STRUTTURA TIPICA DELLE MULTINAZIONALI La struttura tipica delle multinazionali è la seguente: vi è una società, detta società madre, la cui sede si trova in un paese ad economia avanzata, come gli Stati Uniti, il Giappone, i paesi dell'Europa occidentale; la società madre controlla tutta una serie di altre società, dette società figlie, che sono dislocate in vari paesi del mondo e, spesso anche in vari continenti. Le società figlie sono localizzate, per lo più, in paesi la cui economia è arretrata. Questo permette alle multinazionali di: reperire materie prime a costi contenuti; disporre di abbondante manodopera a basso costo, priva di tutele sindacali e legislative, dove non ci si preoccupa troppo dell'incolumità e della salute dei lavoratori, né di eventuali comportamenti arbitrari dei datori di lavoro; operare in paesi dove la legislazione a tutela dell'ambiente è carente con una riduzione dei costi legati al rispetto di norme ambientali; operare in paesi dove le norme fiscali sono particolarmente favorevoli beneficiando di agevolazioni a volte anche per la presenza di governi compiacenti e poco attenti agli interessi dei propri paesi; la società madre impartisce le proprie direttive alle società figlie e ne controlla l'operato. MANODOPERA La causa principale del lavoro minorile è la povertà. Un bambino viene obbligato a lavorare, di solito, per contribuire ad un reddito familiare misero. Lo sfruttamento del lavoro minorile nel Mondo Ma questo, a lungo termine, non solo non rappresenta la soluzione ad una condizione di povertà sempre più cronica, ma addirittura abbatte lo standard socio-culturale. Perché i lavoratori minorenni sono sottopagati sfruttati, perché sono costretti a rinunciare agli studi (per motivi logistici ed economici), perché l’analfabetismo genera analfabetismo e l’ignoranza impedirà al giovane, una volta adulto, di difendere i propri diritti, non solo di lavoratore. Si tratta di una specie di circolo vizioso, un loop dal quale le multinazionali traggono vantaggi economici assoluti, non portando alcuna ricchezza nei luoghi “ospitanti” e tarpando le ali dello sviluppo dei popoli autoctoni. DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO La divisione internazionale del lavoro consiste nel suddividere l'intero processo produttivo in modo da far sì che ogni sua fase venga svolta laddove la multinazionale riesce ad ottenere i costi più bassi e, di conseguenza, riesce a rendere massimo il profitto. Quindi: a. le materie prime vengono acquistate direttamente dai paesi produttori dove si ottengono i prezzi più bassi; b. le varie fasi delle lavorazioni sono effettuate dove i costi della manodopera sono più contenuti; c. le fasi della produzione che richiedono un elevato impiego di manodopera non qualificata vengono svolte nei paesi poveri, dove il costo della manodopera è più basso, mentre le fasi delle lavorazioni che richiedono l'impiego di tecnologie avanzate sono svolte nei paesi industrializzati dove è più facile reperire manodopera altamente specializzata; d. la direzione delle società che fanno capo alla multinazionale, i centri decisionali e finanziari, rimangono sempre nelle grandi città dei paesi più avanzati. PROBLEMI E LIMITI Il popolo degli anti-multinazionali ha preso di mira McDonald’s, Nestlé, Nike, Philip Morris... Ne svelano i traffici poco chiari e i disastri ecologici ed etnici compiuti con il benestare dei governi locali. La presenza di una grande azienda, dovrebbe garantire lo sviluppo economico e sociale al Paese ospitante. In concreto non è sempre così. Lo documentano i casi di sfruttamento selvaggio dell’ambiente, l’abbattimento “guidato” dei prezzi delle materie prime. LE PRIME IMPRESE MULTINAZIONALI Le prime imprese multinazionali sono nate durante la seconda metà del XIX secolo negli Stati Uniti e nell'Europa occidentale. Il loro grande sviluppo, però, si è avuto dopo la seconda Guerra mondiale. ATTUALMENTE LE MULTINAZIONALI: Sono 40 mila e controllano i due terzi del traffico commerciale mondiale. Dietro il nome di una comune acqua minerale o di una marca di caffè si nascondono i grandi nomi (Nestlé, Unilever, Philip Morris…). Le prime 100 multinazionali sono concentrate: 26 negli USA, 17 in Giappone, 12 in Francia e Germania, 10 nel Regno Unito, 5 in Olanda, 4 in Italia, Svezia, Svizzera, 3 in Australia e Canada, 1 in Finlandia, Spagna e Venezuela. Tra le prime 200 multinazionali al mondo ci sono le italiane FIAT, ENI, ASSICURAZIONI GENERALI, TELECOM. LE MULTINAZIONALI PIÙ IMPORTANTI NEL MONDO LE MULTINAZIONALI IN ITALIA Le multinazionali sono aziende di grandi dimensioni che hanno le loro fabbriche sparse in vari paesi del mondo, sono attive in diversi settori produttivi e hanno spesso un fatturato elevatissimo. In Italia il termine "multinazionale" viene spesso usato anche in ambito giornalistico col significato di corporation ovvero di grande impresa internazionale. È detta controllata l'impresa operante in un Paese estero di cui la multinazionale controlla più del 50% delle azioni. VIDEO l potere politico delle multinazionali. Il caso McDonald's. https://www.youtube.com/watch?v=llE6QTN40VY LAVORO SVOLTO DA: Carbonari Erica Carletti Giulia Focanti Agnese Latini Federica