Forum P.A. 24 Maggio 2007 Prof. Luisa Bartorelli Docente Psicogeriatria - Università Cattolica Presidente Alzheimer Uniti Onlus Per una alimentazione corretta … Proteine = 1g / Kg / die Carboidrati: a seconda dell’attività Lipidi: Vitamine: Liquidi: 1,5 l grassi animali olio di oliva extraverg. E- D -A 2 l nella canicola * Dentatura e protesi in ordine! Quadro clinico Alterazioni delle funzioni cognitive Disturbi del comportamento Compromissione funzionale Comorbilità DISTURBI COGNITIVI Deficit mnesici Disorientamento temporale e spaziale Aprassia Afasia, alessia, agrafia Acalculia Agnosia Deficit di ragionamento astratto, di logica, di giudizio Deficit visuospaziali DISTURBI PSICO-COMPORTAMENTALI Ansia – Depressione Agitazione psicomotoria Aggressività verbale o fisica Vocalizzazione persistente Vagabondaggio Affaccendamento incongruo Perseverazione -Acatisia Indifferenza – Apatia/abulia Disinibizione – Irritabilità Disturbi del comportamento alimentare Disturbi del comportamento sessuale Disturbi dei ritmi circadiani Deliri - Allucinazioni SISTEMA SENSORIALE perdita frequente difficoltà verso le fonti sonore UDITO UDITO 55 difficoltà di visus permane OLFATTO OLFATTO VISTA VISTA più a lungo TATTO TATTO GUSTO GUSTO incapacità di cogliere alcuni sapori abbagliamento L’Alzheimer compromette sensibilmente in diverse maniere e a vari livelli la capacità di acquisire dati. Malattia di Alzheimer: sintomi clinici Deficit sensoriali Disturbi cognitivi Disturbi comportamentali Stato funzionale • La malnutrizione è più frequente e pericolosa • La disidratazione provoca confusione mentale • L’alimentazione è elemento di compenso e di stimolo • Si intensifica il significato affettivo del cibo: gli alimenti “magici”. • La gestione della nutrizione è un’importante frontiera Un modello positivo Spazio Persone Attività L’approccio protesico Il miglior livello funzionale percepito soggettivamente in assenza di stress. Gerarchia delle attività Nutrizione per l’Alzheimer L’ATTO DEL MANGIARE • Ambiente dei pasti • Posizione fisica del paziente e del caregiver • Presentazione dei cibi • Strategie di stimolazione • Tempi Nutrizione per l’Alzheimer L’ATTO DEL MANGIARE • Ambiente dei pasti • Posizione fisica del paziente e del caregiver • Presentazione dei cibi • Strategie di stimolazione • Tempi L’OROLOGIO NUTRIZIONALE 12 mezzanotte 10 le na io si iz ar tr ric nu o o ic ol d im ra st ll’o a 8 2 Sonno: stimolo 4 nutrizionale del nottambulo Cena 6 le na zi o a tri tin nu mat o ol tà im e st a m 2 o Pranzo 4 Tè ffè a c stimolo nutrizio nale al risve Pr g l io im ac ola zio ne 10 12 mezzogiorno 6 8 Ciclo della qualità per la nutrizione geriatrica 1. Profilo della persona 6. Follow up 2. Valutazione nutrizionale Geriatra Famiglie Personale 5. Verifica 3. Fattori ambientali 4. Piano nutrizionale Nutrizione per l’Alzheimer Stadiazione di malattia Fase dell’esordio (lieve) Fase centrale (moderata) Fase grave (severa) Fase terminale Nutrizione per l’Alzheimer FASE LIEVE • Disturbi della memoria: difficoltà nella preparazione dei cibi • Depressione malnutrizione • Solitudine malnutrizione La voce dei pazienti e dei caregiver • Paziente: “Le buone ricette che ho imparato da mia madre non mi riescono più come una volta…..” • Caregiver: “Una volta lo spezzatino era la tua specialità. Come mai non sei più buona? Non ti applichi abbastanza!” La paziente scoppia a piangere convulsamente. Nutrizione per l’Alzheimer FASE MODERATA • • • • Difficoltà nelle ADL Situazioni di rischio Necessità di vigilanza continua Alterazioni della fame della sete e della sazietà La voce dei pazienti e dei caregiver • Paziente: chiede di mangiare con ripetitività. • Caregiver: “Porto mio padre in cucina e poi preparo il pranzo. Non posso metterlo subito seduto a tavola, se no inizia a mangiare il pane da solo, rapidamente. Il cibo è per lui qualcosa da inglobare: non lo assapora, si ingozza, gli va di traverso, tossisce. E’ una scommessa quotidiana contro il soffocamento.” Il Caregiver è esausto. Nutrizione per l’Alzheimer FASE SEVERA • • • • Voracità / rifiuto del cibo Necessità di offerta adeguata Aprassia Pazienza: virtù terapeutica La voce dei pazienti e dei caregiver Paziente: se le si chiede cosa preferisce, risponde che è lo stesso. Caregiver: “Per far mangiare mia madre bisogna starle vicino e guardarla negli occhi mostrandole tenerezza, se no smette . E’ sottopeso e tende a dimagrire. Non è vero che tutti i cibi per lei sono uguali; noto che ama dolci e gelati più di altro”. Il Caregiver sa interpretare il linguaggio non verbale. Nutrizione per l’Alzheimer FASE TERMINALE • • • • Totale non autosufficienza Alimentazione forzata Sondino nasogastrico PEG !!! Problemi etici !!! La voce dei pazienti e dei caregiver • Paziente terminale. • Caregiver: “Sei mesi prima della morte di mio padre ho combattuto una nuova battaglia: ho imparato tutti i trucchi per stimolarlo, incluso il fatto di togliergli la protesi per fargli sentire meglio i sapori che gli erano graditi: gelati, budini e dolci da inzuppare nel latte. Sapevo che un giorno avrebbe smesso di mangiare. Alla fine mi pronunciai contro un’alimentazione forzata: ero decisa a farlo morire con tutta la sua dignità e l’amore che potevo offrirgli”. Pensiamo che ci sia riuscita ? LA GESTIONE DELLA COMPLESSITA’ Tecnologico Psicosociale Approccio Umanistico Filosofico “ E’ il buon cibo e non le belle parole a mantenermi in vita.” Molière