www.matura.it DATABASE CONCETTI BASE DEL DATABASE e

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DATABASE
CONCETTI BASE
DISTRIBUITI
DEL
DATABASE
e
DATABASE
Con il termine basi di dati ( in inglese database ) si indicano in informatica gli archivi
di dati,organizzati in modo integrato attraverso tecniche di modellazione dei dati e
gestiti sulle memorie di massa dei computer attraverso appositi software, con
l’obiettivo di raggiungere una grande efficienza nel trattamento e nel ritrovamento dei
dati, superando anche i limiti presenti nelle organizzazioni tradizionali degli archivi.
A grandi linee, possiamo dire che il database è una collezione di archivi di dati ben
organizzati e ben strutturati, in modo che possano costituire una base di lavoro per
utenti diversi con programmi diversi.
Quando si parla di efficienza e di produttività di un’organizzazione di archivi si
intende naturalmente la possibilità di ritrovare facilmente le informazioni desiderate.
Deve essere garantita la consistenza degli archivi, cioè i dati in essi contenuti devono
essere significativi ed essere effettivamente utilizzabili nelle applicazioni dell’azienda.
I dati devono quindi essere protetti per impedire perdite accidentali dovute a cadute del
sistema, guasti hardware o interventi dannosi da parte di utenti e di programmi; la
protezione deve riguardare anche gli interventi dolosi su dati dovuti ad accessi non
autorizzati con operazioni di lettura, modifica o cancellazione.
In sostanza sicurezza significa impedire che il database venga danneggiato da
interventi accidentali o non autorizzati: integrità significa garantire che le operazioni
effettuate sul database da utenti autorizzati non provochino una perdita di consistenza
ai dati.
I prodotti software per la gestione di database vengono indicati con il termine DBMS (
DataBase Management System ).
I DBMS consentono all’utente di collocarsi in una posizione più lontana
dall’hardware, dalle memorie di massa e dal Sistema Operativo e più vicina
all’applicazione che utilizza i dati contenuti negli archivi.
Per programmare un database occorre prima adottare una metodologia o più
semplicemente organizzare il lavoro.
La metodologia indica al progettista il metodo da seguire per sviluppare il progetto. La
costruzione di un progetto informatico si ottiene tramite l’esecuzione di diverse attività
ognuna raggiunge obiettivi ben precisi. Suddividendo la metodologia in sezioni
otteniamo delle fasi o passi:
1. La conoscenza degli obiettivi
Questa fase è anche chiamata analisi preliminare. Per ottenere la conoscenza
necessaria è indispensabile poter disporre di esperti della materia ai quali fare
l’intervista conoscitiva. Siamo in presenza di un’importante attività di ricerca e di
studio.
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2. L’analisi
La fase di analisi ha l’obiettivo di determinare e di descrivere dettagliatamente
tutte le componenti del progetto. E’ la fase di maggiore importanza: il risultato di
questo lavoro diventa la base e la giuda di tutto il progetto
3. La progettazione
L’obiettivo della fase di progettazione è definire e descrivere dettagliatamente le
caratteristiche del sistema informatico del progetto.
4. La realizzazione
La fase della realizzazione genera il prodotto del progetto. Dopo lo studio,
l’ideazione e la concretizzazione delle scelte di progetto, si arriva alla sua
realizzazione. Trattandosi di un progetto informatico il prodotto è costituito da
moduli software (chiamati comunemente programmi) e dagli archivi elettronici
utilizzati dai programmi stessi.
5. La documentazione, le prove e la formazione
L’obiettivo della fase di documentazione è fornire a tutti gli utenti del nuovo
sistema tre tipi di documenti da consultare nel corso della loro attività lavorativa.
La finalità specifica della fase di prove è quella di verificare il grado di aderenza
del progetto alle necessità indicate dall’utente-committente e di rimuovere
eventuali errori presenti nel codice software.
Obiettivo della fase di formazione è quello di mettere in condizione tutti gli utenti
del nuovo sistema di operare conoscendo le caratteristiche del progetto, attraverso
l’erogazione di corsi di formazione rivolti agli utenti del sistema.
6. La produzione
L’ultima fase prevista dalla metodologia è la produzione, che si può anche
chiamare rilascio del progetto. L’obiettivo di questa fase è attivare il progetto
presso gli utenti, controllare che i processi elaborativi producano i risultati attesi e
verificare globalmente il sistema.
La progettazione di un modello di dati avviene a livelli diversi:
 Il livello concettuale rappresenta la realtà dei dati e le relazioni tra essi
attraverso uno schema.
 Il livello logico rappresenta il modo attraverso il quale i dati sono organizzati
negli archivi elettronici
 Il livello fisico rappresenta l’effettiva installazione degli archivi elettronici: esso
indica l’ubicazione dei dati nelle memorie di massa (dischi).
Gli archivi integrati che costituiscono la base di dati aziendale possono risiedere su un
unico computer oppure possono essere distribuiti sulle memorie di massa di computer
diversi facenti parte di una rete aziendale, i cui nodi possono essere anche fisicamente
lontani: in questo caso si parla di database distribuiti. Gli utenti della base di dati
elaborano in modo locale gli archivi che hanno a disposizione nel proprio sistema e
nello stesso tempo accedono in modo remoto a sistemi centrali attraverso le linee di
comunicazione.
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Il vantaggio offerto nella possibilità di gestire archivi di dimensioni limitate laddove
vengano creati, facilitando il lavoro di manutenzione e di controllo sulla sicurezza,
garantendo comunque la disponibilità dei dati aggiornati a tutti gli utenti del sistema
informativo aziendale, qualunque sia la loro posizione geografica o il computer da essi
usato per l’attività di elaborazione.
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TOPOLOGIE DI RETE
A livello di topologia possiamo distinguere due grosse categorie, che utlizzano
rispettivamente tecnologia punto-punto e multipunto.
Per tecnologia punto-punto si intende un collegamento diretto e privato tra due
stazioni, che può essere sia di natura unidirezionale che bidirezionale, stabilito prima
della comunicazione e che non può in alcun modo essere modificato durante la stessa.
La tecnologia multipunto prevede invece che ad un collegamento possano fare capo
più di due stazioni: ciò implica che dovranno essere utilizzate almeno una tecnica di
indirizzamento per individuare mittente e destinatario, e una di controllo degli accessi
per condividere l’unico mezzo.
La tecnologia punto-punto viene utilizzata in moltissimi tipi di topologie; tra queste le
due più importanti sono la topologia a stella e ad anello.
 Configurazione a stella
Una rete con struttura a stella, è caratterizzata da un sistema centrale che svolge
funzioni di coordinamento e controllo detto centro stella, e da un certo numero di
stazioni periferiche, dette satelliti.
Le singole connessioni tra i satelliti ed il centro stella sono realizzate con tecnologia
punto-punto bidirezionale. I vantaggi di una topologia a stella sono tutti collegati al
fatto che è presente un unico nodo gestore e quindi sono eliminati del tutto gli
inconvenienti di contesa e instradamento tipici di altre organizzazioni. Tra gli
svantaggi, dobbiamo invece evidenziare la complessità e la lunghezza del cablaggio.
Discorso a parte deve essere fatto per i guasti; se infatti è evidente che un guasto al
centro stella mette fuori servizio la totalità della rete, e ciò fa sembrare che questa
topologia sia inaffidabile, dobbiamo anche considerare che un guasto in una stazione
satellite o nel cablaggio non compromette il resto della rete e resta circoscritto solo al
nodo interessato, divenendo così facilmente gestibile.
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 Configurazione ad anello
Una topologia ad anello è costituita da stazioni paritarie collegate alla successiva
mediante connessioni punto-punto unidirezionali, nella classica configurazione
circolare.
L’interfaccia alla rete di ogni stazione svolge essenzialmente funzione di ripetitore,
cioè emette continuamente sul collegamento in uscita quello che riceve dalla
connessione in ingresso. Questo principio di funzionamento determina anche il limite
principale di questa topologia: se un nodo qualsiasi si guasta l’intera rete si blocca. La
probabilità che ciò avvenga è abbastanza remota ma tale condizione può comunque
verificarsi. Per ovviare all’inconveniente dell’estensione e lunghezza dei cablaggi si
adotta, in qualche caso, una topologia a connessioni multiple in cui si fa ricorso a più
centri di commutazione connessi tra loro.
A scapito di una modesta perdita di velocità, il problema della collisione viene risolto
con un gettone ( token ) di abilitazione a comunicare che attraversa continuamente la
rete (token ring ).
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 Configurazione multipunto ( a bus )
La tecnologia multipunto trova la sua applicazione nelle reti con topologia a bus.
Le comunicazioni sono di tipo broadcast, cioè se la stazione A deve inviare un
messaggio a B lo invia sulla rete e tutti i nodi presenti rilevano simultaneamente
questo messaggio; solo B, che si riconosce come destinatario, lo decodificherà e agirà
di conseguenza. Il vantaggio che deriva dall’assoluta mancanza di instradamento tipica
del broadcasting compensa la consistente probabilità di collisione in presenza di molti
nodi e traffico elevato.
Un altro vantaggio consistente è la totale insensibilità della rete al guasto di un suo
nodo (semplicemente non risponde), mentre un eventuale cortocircuito in un ramo
rende totalmente inutilizzabile parte o addirittura tutta la rete. Risulta inoltre
facilmente espandibile, sia in posizioni intermedie, semplicemente inserendo una presa
passante di inserzione (detta normalmente tap), che in posizioni terminali,
aggiungendo uno o più rami.
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NETWORK TOPOLOGIES
There are three types of topology: BUS TOPOLOGY, RING TOPOLOGY and
STAR TOPOLOGY.
BUS TOPOLOGY: is a type of computer network which allows the connection of
terminals, peripheral device and microcomputers along on open-ended cable. Bus
topology connects several nodes whit a single cable. A node is one computer system
within a communication network. This type of topology is sometimes referred to as
peer-to-peer communication.
RING TOPOLOGY: is a network which consist of a loop of unidirectional links
between station. Each node in a ring network is connected to two others, ultimately
forming a large circle. A ring topology is used to connect the computers at several
large universities. Ideas and research can be passed around the network as needed.
STAR TOPOLOGY: is a simple topology in which all nodes are connected to a
central computer call host computer in a star topology, if the central computer
breakdown, all the system con’t work.. A manufacturing plant whit computers
coordinating different phases of production could use a star network.
Two types of topologies can be linked to form a HIBRID TOPOLOGY (two types of
network topology linked together)
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MEZZI TRASMISSIVI
Una delle caratteristiche fondamentali di una rete è rappresentata dal mezzo
trasmissivo impiegato per il trasferimento dell'informazione. Molti sono i tipi di mezzo
trasmissivo utilizzato in una LAN. In alcuni casi una rete utilizzerà un solo tipo di
cavo, in altri casi vengono usati diversi tipi di cavo. La scelta del cavo è correlata alla
topologia, al protocollo e all’estensione della rete.
I mezzi trasmissivi più frequentemente utilizzati nella cablatura di una rete locale sono
i seguenti:
 cavo coassiale;
 twisted pair, che permette la trasmissione di dati sia analogici che digitali;
 fibra ottica;
 segnali radio o raggi di luce infrarossa (wireless LAN).
Cavo coassiale
Il cavo coassiale ha al suo centro un singolo conduttore di rame. Uno strato di plastica
garantisce l’isolamento tra il centro del conduttore ed uno schermo di metallo
intrecciato. Lo schermo di metallo aiuta a bloccare qualsiasi interferenza esterna. Il
cavo coassiale, simile al cavo che trasporta i segnali radio e TV su lunghe distanze, fu
adattato alla comunicazione di dati digitali. I dati digitali sono molto più suscettibili
rispetto ai dati analogici al rumore e alle distorsioni di segnale che vengono introdotte
quando i segnali viaggiano su grandi distanze. A causa di questo fatto le reti che usano
come mezzo trasmissivo il cavo coassiale possono estendersi solo per distanze
limitate. Per molto tempo il cavo coassiale è stata la sola scelta economica da usare
nella cablatura di reti locali ad alta velocità. Gli svantaggi di installare e mantenere un
sistema in cavo coassiale includono il fatto che il cavo è difficile e costoso da
fabbricare, è difficile da utilizzare in spazi confinati, in quanto non può essere piegato
troppo intorno ad angoli stretti, ed è soggetto a frequenti rotture meccaniche ai
connettori. Va però segnalato che è altamente resistente all’interferenza del segnale.
Twisted pair
Il twisted pair è un doppino telefonico particolare. Il doppino telefonico puro,
utilizzato in passato, non è più adatto per le nuove tecnologie: ora esiste il doppino TP,
testato fino a 100 Mhz, che garantisce velocità dell'ordine dei 100 Mbps. Il twisted
pair può essere schermato (STP, Shielded Twisted Pair) o non schermato (UTP,
Unshielded Twisted Pair). Il TP è un mezzo trasmissivo generalizzato: su questo
mezzo passa infatti sia traffico digitale che traffico telefonico classico (analogico).
Mentre il cavo coassiale permette cablaggi a catena con il TP sono possibili solo
situazioni punto a punto; infatti la topologia di rete che utilizza come mezzo
trasmissivo il TP e` la topologia a stella. L’UTP è oggi il più popolare tipo di cablatura
usato nelle reti locali, viene infatti usato nella maggioranza delle reti Ethernet come
pure nelle Token Ring. Il cavo UTP è composto da quattro coppie di fili contenuti in
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un rivestimento isolante. Ogni coppia è intrecciata per eliminare l’interferenza
proveniente dalle altre coppie e da altre apparecchiature elettriche.
Fibra ottica
Il cavo in fibra ottica per trasportare i dati utilizza segnali luminosi trasmessi sopra una
sottile fibra in vetro. Il cavo in fibra ottica consiste infatti di una parte centrale in vetro
circondata da parecchi strati di materiali protettivi. Questo cavo trasmette luce anziché
segnali elettrici, eliminando così il problema dell’interferenza elettrica; questo lo rende
il mezzo trasmissivo ideale in ambienti che hanno un’elevata interferenza elettrica. Il
cavo in fibra ottica ha la capacità di trasmettere segnali su distanze maggiori rispetto al
cavo coassiale e al twisted pair, ed inoltre consente di trasferire l’informazione a
velocità più elevate. Riassumendo i cavi in fibra ottica offrono rispetto agli altri mezzi
una velocità di trasmissione più elevata, una maggiore affidabilità e si estendono su
più grandi distanze. La fibra ottica viene utilizzata come dorsale perché è un mezzo
trasmissivo che offre velocità superiori al TP.
Wireless LAN
Non tutte le reti sono connesse attraverso una cablatura; alcune reti sono infatti
wireless. Le LAN di tipo wireless per far comunicare i computers usano segnali radio
ad alta frequenza o raggi di luce infrarossa. Ogni computer deve avere un dispositivo
che permette di spedire e ricevere i dati. Le reti wireless sono adatte per consentire a
computers portatili o a computers remoti di connettersi alla LAN. Sono inoltre utili
negli edifici più vecchi dove può essere difficoltoso o impossibile installare i cavi. Le
reti wireless hanno però alcuni svantaggi: sono molto costose, garantiscono poca
sicurezza, sono suscettibili all’interferenza elettrica della luce e delle onde radio e sono
più lente delle LAN che utilizzano la cablatura.
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LA FIBRA OTTICA
La fibra ottica è una guida d’onda dielettrica. Essa consiste infatti di una parte centrale
di vetro circondata da parecchi strati di materiali protettivi. Il vetro se “stirato”a
dimensioni micrometriche, perde la sua caratteristica di fragilità e diventa un filo
flessibile e robusto. Una fibra ottica si presenta proprio come un sottilissimo filo di
materiale vetroso costituito da due parti.
La parte più interna prende il nome di nucleo, mentre quella esterna è il cosiddetto
mantello. Il nucleo ed il mantello sono entrambi di vetro, ma hanno indici di
rifrazione diversi:in particolare l’indice di rifrazione del nucleo è maggiore (si dice
che il mantello è più denso). Questa differenza negli indici di rifrazione determina la
possibilità di mantenere la luce totalmente confinata all’interno del nucleo.
Generalmente più fibre vengono poste insieme all’interno di un’unica guaina
protettiva.
Il grande successo delle fibre ottiche è dovuto a diversi fattori:
 Dato che non impiegano materiali conduttori e trasportano particelle luminose
(fotoni) elettricamente neutre, le fibre hanno totale immunità da disturbi
elettromagnetici.
 Alta capacità trasmissiva
 Bassa attenuazione
 Dimensioni ridottissime e costi contenuti
Un generico raggio rettilineo, rappresentativo di un’onda elettromagnetica ad alta
frequenza, incide sulla superficie di separazione tra due mezzi, secondo un
questa incidenza seguono un fenomeno di riflessione, per cui parte dell’energia
incidente sostanzialmente rimane nello stesso mezzo da cui proviene, ed uno di
rifrazione per cui la rimanente parte di energia passa nel secondo mezzo.
L’angolo con cui il raggio incidente viene riflesso (angolo di riflessione) è sempre
uguale all’angolo di incidenza, mentre invece l’angolo di rifrazione α2, è regolato
della predetta legge di Snell.
Quest’ultima afferma in particolare quanto segue: per i valori dell’angolo di incidenza
superiori al cosiddetto angolo critico, si ha la cosiddetta riflessione totale. In pratica,
quindi, tutta l’energia incidente viene riflessa, ossia rimane confinata nel mezzo di
provenienza senza andare all’esterno.
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Affinché il generico raggio incida sempre, sulla discontinuità tra nucleo e mantello,
con angolo superiore al valore critico, è necessario che esso venga introdotto ad una
estremità ottica entro un certo angolo di accettazione della fibra.
Un eventuale raggio iniettato nella fibra al di fuori del cono di accettazione andrà a
incidere sulla superazione nucleo-mantello a seguito della rifrazione.
Di conseguenza, tanto maggiore è l’angolo di accettazione tanto più alta è la cosiddetta
apertura numerica (NA) della fibra, cioè la quantità di luce che si riesce ad introdurre e
mantenere confinata ne nucleo.
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SITUAZIONE IN ITALIA NEL PRIMO
DOPOGUERRA
DALLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE DEL XX SECOLO
AL FASCISMO
Le maggiori innovazioni tecnologiche del XX secolo sono nate per scopi militari, con
enormi sforzi economici. Poi sono diventate di dominio pubblico quando il loro scopo
iniziale è cessato. Così è stato per Internet, così fu per il primo Calcolatore.
Il primo vero investimento destinato alla costruzione di un Calcolatore fu voluto nel
1936 da Churchill, in Inghilterra: egli voleva che fossero decifrati in tempi brevissimi i
messaggi criptati dell'esercito tedesco.
La situazione in Europa dopo la prima guerra mondiale era molto confusa.
Soprattutto in Italia in cui in seguito alla caduta del ministero Giolitti l’incarico di
formare il governo venne affidato prima a Ivànoe Bonomi e poi a Luigi Facta che però
era dotato di poca energia e di scarsa autorità.
Era evidente che lo Stato liberale si avviava ad una grave crisi.
A questo punto Mussolini, socialista romagnolo espulso dal partito nel 1914 perché era
favorevole all’intervento dell’Italia al conflitto mondiale, capì di poter aspirare al
potere, dati i numerosi consensi che avuto. Decide così di organizzare una marcia su
Roma, il 28 ottobre del 1922, per impadronirsi del governo. Mentre le camicie nere
avanzavano, lui era a Milano in attesa degli eventi che gli furono favorevoli. Luigi
Facta cercò di convincere il Re a bloccare la strada per porre fine all’avanzata
dell’esercito scalmanato. Ma il re Vittorio Emanuele III, interpretando lo stato della
media e grande borghesia non accettò. Le squadre fasciste entrarono liberamente a
Roma.
MUSSOLINI AL GOVERNO:
Così il Re invitò Mussolini a formare il nuovo Governo. In principio utilizzò una
politica moderata; infatti il suo primo governo ebbe un vasto consenso in Parlamento e
lo accettarono persino i liberali di Giolitti e i cattolici del Partito Popolare di don
Sturzo. Ma ciò che Mussolini voleva veramente, era quello di rendere il suo partito
l’organo centrale dello Stato; per questo, chiese i seguenti provvedimenti:
 Voleva che il parlamento concedesse i pieni poteri al governo;
 Voleva l’approvazione delle leggi favorevoli agli industriali, ai proprietari terrieri e
alla Chiesa cattolica;
 Voleva la legalizzazione delle camicie nere che furono poi trasformate in “Milizia
Volontaria per la Sicurezza Nazionale” (MVSN)
 Voleva l’istituzione del Gran Consiglio del Fascismo
Inoltre, voleva la riforma del sistema elettorale per dare al Partito Fascista la
maggioranza dei consensi.
Con questo sistema, nell’elezione del 1924 il listone fascista ebbe 403 deputati contro i
96 dell’opposizione. Questa maggioranza è stata ottenuta però con imbrogli e minacce
e coloro che volevano denunciare queste scorrettezze venivano messi a tacere con la
violenza.
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Matteotti, che aveva pronunciato alla Camera un durissimo discorso contro i fascisti,
denunciando le violenze e le irregolarità che avevano caratterizzato le ultime elezioni
fu ucciso da un gruppo di squadristi fascisti. Il paese non ebbe dubbi sulla
responsabilità dei fascisti: Mussolini si trovò in grave difficoltà e politicamente isolato.
I gruppi di opposizione decisero di non partecipare ai lavori del Parlamento fino a
quando non fosse stata ristabilita la legalità. . Questa iniziativa fu chiamata “secessione
dell’Aventino” e non ebbe comunque effetto poiché il Re, l’unico che avrebbe potuto
prendere dei provvedimenti, non intervenne.
Mussolini, in un celebre discorso tenutosi alla Camera il 3 gennaio 1925, si assunse
tutta la responsabilità del delitto Matteotti. Emanò in seguito le leggi fascistissime o
eccezionali che in realtà trasformarono il suo potere in regime dittatoriale e totalitario.
POLITICA INTERNA:
Leggi eccezionali:
-il Capo del governo rispondeva del suo operato solo al Re e non al Parlamento;
- aboliti tutti i partiti, tranne quello fascista;
- introdotta la censura di stampa;
- abolite le associazioni politiche e sindacali che non fossero fasciste;
- Tribunale Speciale;
-dichiarato fuori legge lo sciopero;
-introdotta la pena di morte.
PROPAGANDA:
La stampa:
I giornali dovevano sottostare ad una rigidissima censura e non avere notizie negative
sul fascismo; quando accadeva veniva effettuata la censura di stampa e la prigionia dei
responsabili. Tutto ciò che veniva detto dal Duce doveva essere riportato sul giornale
con commenti e giudizi solo di approvazione.
I giornali che non si allinearono furono soppressi.
Infine anche le riviste femminili e giornali per bambini furono adattati alle idee
fasciste.
Le idee fasciste furono diffuse anche tramite cinema, radio e qualsiasi mezzo popolare.
ECONOMIA:
Cercò di stimolare l’industria e l’agricoltura.
L’industria facendo leggi favorevoli agli industriali (abolì il diritto di sciopero).
L’agricoltura con opere di bonifica di zone paludose ma essa non fece grandi
progressi.
POLITICA:
Creò lo Stato corporativo per risolvere il contrasto tra le classi. Nel 1927 emanò la
Carta del Lavoro per regolamentare i rapporti di lavoro e nel 1929 istituì una
Corporazione dove erano presenti i rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori.
Con l’istituzione delle Corporazioni, Mussolini pensò di risolvere la questione sociale
ma la soluzione offerta era a vantaggio degli imprenditori:
-i padroni (industriali e proprietari terrieri) erano i principali sostenitori;
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-i rappresentanti degli operai e contadini dovevano avere fede della nazione quindi
erano facilmente manovrati dal governo fascista.
CHIESA:
Il fascismo portò a termine il processo di conciliazione fra lo Stato italiano e la Chiesa
cattolica con la stipulazione dei Patti lateranensi (11 febbraio 1929), su basi
concordatarie, con i quali tra l’altro fu riconosciuta validità civile al matrimonio
religioso e fu introdotto l’insegnamento religioso nelle chiese.
L’ANTIFASCISMO:
I primi avversari furono i politici, soprattutto socialisti e comunisti; ma anche alcuni
esponenti del Partito Popolare d’ispirazione cattolica, che pagarono la loro
opposizione con la vita, con il carcere o con il confino (Giacomo Matteotti, Giovanni
Amendola, Antonio Gramsci). Molti furono costretti ad andare all’estero (don Luigi
Sturzo, Palmiro Togliatti, Umberto Terracini, Pietro Nenni e Gaetano Salvemimi).
Tuttavia essi, anche se all’estero, mantennero viva l’opposizione al regime e a Parigi
nel 1927, diedero vita alla Concentrazione Antifascista.
-Altri oppositori furono alcuni intellettuali che facevano capo a Benedetto Croce.
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GABRIELE D’ANNUNZIO
Gabriele D’annunzio è uno dei pochi scrittori italiani del Novecento ad avere fama
europea. Raffinato cultore dell’”estetismo” può essere considerato uno dei più noti
esponenti del decadentismo internazionale.
L’ideologia e la poesia
Oltre che scrittore, d’Annunzio volle essere anche ideologo e politico.
Gli interventi dannunziani esprimono una retorica roboante ed esibizionistica, fatta più
per colpire che per indurre a riflettere; una retorica che inaugura quella fascista, e
soprattutto mussoliniana, benché l’adesione di d’Annunzio al regime sia, nella
sostanza, problematica e non senza contraddizioni e incertezze.
Sarebbe tuttavia sbagliato avvicinarsi all’ideologia dannunziana cercando di ricavarne
le coordinate a partire dalle scelte politiche. L’impegno con la Destra nel 1896, il
passaggio poi clamoroso alla Sinistra tre anni dopo, il nazionalismo aggressivo e
perfino volgare, l’impresa di Fiume, l’appoggio al fascismo, sono tutti episodi gestiti
all’interno di un progetto di vita in cui conta innanzitutto la sensibilità ai processi in
atto, ovvero la capacità di stare dalla parte ritenuta “giusta”.
Le poesie
L’esordio di d’Annunzio avviene, giovanissimo, con una raccolta di poesie, Primo
vere, pubblicata nel 1879, a sedici anni. Si tratta di una trentina di testi di forte
impronta carducciana, ma già segnati dalla personale tendenza a una musicalità più
avvolgente e sensuale, espressione di una sensibilità decadente.
Dopo Primo vere si apre il cosiddetto “periodo romano”, che occupa circa un decennio
e che vede la pubblicazione di diverse opere importanti: Canto novo, Intermezzo di
rime, La Chimera.
Il secondo libro di versi, Canto novo esce nel 1882. Dominano i temi naturali,
annuncio dello scenario tipico di molta successiva poesia dannunziana: l’amore stesso
è rappresentato quale forza animalesca e primitiva, non senza note di violenza sadica.
Del 1884 è Intermezzo di rime, D’annunzio abbandona qui i metri barbari e si
esercita su forme metriche chiuse e tradizionali. La sperimentazione di forme e temi
diversi rientra d’altra parte nelle caratteristiche costanti della scrittura dannunziana,
che presenta qui degradate figure di donna, amori lascivi e scene spinte di sesso che
suscitano polemiche.
Le poesie. La scoperta della bontà: il Poema paradisiaco
Nella fase conclusiva del “periodo romano”, d’Annunzio sembra abbandonare il
classicismo erotico-mondano e l’estetismo delle raccolte precedenti, aprendosi alle
nuove tematiche della bontà e delle aspirazioni evangeliche, diffuse in quegli anni.
Questa svolta coincide d’altra parte anche con un bisogno interiore di rinnovamento, di
nuova sperimentazione artistica.
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Sente il bisogno di adottare una nuova forma di espressione poetica, bisognosa di
risonanze più sottili e raffinate: una poesia quindi più profonda e discreta, rispetto alle
forme appariscenti ed esibizionistiche delle raccolte precedenti.
A questa fase appartengono i romanzi Giovanni Episcopo e L’innocente, nonché la più
significativa raccolta poetica prima delle laudi: il Poema paradisiaco.
Si tratta di un poema unitario che narra il distacco dalla sensualità e dall’erotismo e il
riavvicinamento alla famiglia e ai sentimenti puri dell’infanzia.
Nel Poema paradisiaco viene ripreso e approfondito il tema del ricordo. Sono inoltre
accolti riferimenti quotidiano e dimessi, particolari realistici e concreti. Anche la
metrica abbandona le forme iperletterarie delle raccolte precedenti, ricorrendo
perlopiù agli endecasillabi sciolti.
Le laudi
Secondo il progetto dell’autore, le Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi, si
sarebbero dovute articolare in sette parti, corrispondenti a sette libri diversi chiamati
con il nome delle stelle più luminose delle Pleiadi: Maia, Elettra, Alcyone, Merope,
Asterope, Taipete, Celeno. In realtà le ultime due tappe non verranno neppure tentate
dal poeta.
Il tema unificante del ciclo è quello del viaggio, avente come centro la Grecia del mito.
L’ispirazione è ricavata, sul piano biografico, dal viaggio pellegrinaggio dell’autore
nell’Ellade.
L’importanza delle Laudi nell’opera di d’Annunzio dipende dalla prodigiosa
sperimentazione metrica in esse condotta. Accanto alla rivitalizzazione di molti metri
tradizionali (dal sonetto alla canzone) s’incontra un ricorso sistematico al verso libero.
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