Seminario Efj/Etui di Fiesole: Siddi lancia una tassa sulla pubblicità

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Seminario Efj/Etui di Fiesole: Siddi lancia una tassa sulla pubblicità televisiva per l’occupazione
FIESOLE (Firenze) – Fissare un’aliquota di tassazione sulla pubblicità televisiva da destinare
alle aziende editrici di quotidiani purché la impieghino per lo sviluppo dell’occupazione
giornalistica. L’idea è nata nel corso del seminario internazionale Efj/Etui su “I cambiamenti
dell’industria dell’informazione” sulle questioni del precariato a livello europeo. Non c’é più
tempo, ora c’é esasperazione.
Quello che chiediamo ai colleghi garantiti è la solidarietà e agli editori responsabilità. Sappiamo
che non è possibile avere centomila assunzioni, ma adesso c’é bisogno di chiarezza e di
accelerare, ma è anche il momento di cessare di creare l’illusione che sia posto per tutti. Non
accetteremo che ci siano aziende editoriali nelle quali si continua a pagare un euro o mezzo
euro ad articolo e, contemporaneamente, erogano premi di produzione altissimi ai loro dirigenti.
Pubblichiamo da Giornalisti Calabria
FIESOLE (Firenze) – Giornata conclusiva, a Fiesole, del seminario internazionale Efj/Etui su “I
cambiamenti dell’industria dell’informazione”.
Alle 9.30, al Centro Studi Cisl, l’ultima giornata di lavori della tre giorni organizzata
dall’European Federation of Journalists e dall’European Trade Union Institute, si aprirà con la
discussione plenaria per la presentazione dei risultati dei Gruppi di lavoro su “Strategie
Freelance” (Cosa devono fare i sindacati per poter rispondere meglio alle necessità dei
freelance) e su “Mappatura e Reclutamento” (Chi organizza chi e come).
La riunione, presieduta da Judith Reitstatter (Gpa – Austria) precederà le conclusioni ed il Piano
d’azione affidati, alle 11.15, ad Arne Konig (presidente Efj) e Renate Schroeder (Efj).
La giornata di ieri è stata dedicata ad importanti temi, come remunerazioni e tariffe, contratti
ingiusti e diritti d’autore ed ipotesi di contrattazione collettiva per i freelance, confrontando le
esperienze dei sindacati dei giornalisti europei, impegnati a cercare risposte alle crescenti
condizioni di precariato e di disagio dei giornalisti freelance.
Il presidente dell’Efj, Arne Konig, ed il finlandese Heikki Jokinen (Sjl), in particolare, hanno
posto l’accento sulla tentazione, sempre più diffusa in Europa, ma da tempo in uso in Italia, di
non pagare gli articoli alla consegna, come normalmente – ha ricordato Martine Rossard (Snj) –
avviene in Francia.
In Italia si è riusciti a ridurre i tempi d’attesa da 60 a 30 giorni, ma di fatto nella stragrande
maggioranza dei casi il periodo si allunga notevolmente e, soprattutto, quasi sempre esclude
dai compensi il materiale non pubblicato. Un “orrore” per la maggior parte dei giornalisti europei.
“Quando entriamo in un supermercato a fare la spesa – ha ricordato Jokinen – paghiamo
sempre alla cassa. Così dev’essere per un articolo, una foto, un disegno o un fumetto. Il lavoro
deve essere pagato alla consegna, indipendentemente da suo utilizzo. Sarebbe come prendere
una busta di latte al supermercato e pagarla soltanto se si decide di consumarla”. Certo, ha
osservato Judith Acsay (Muosz), esiste anche una via di mezzo: “In Ungheria, ad esempio, se
un articolo non viene pubblicato, viene corrisposto all’autore il cinquanta per cento del
compenso”.
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“Ottant’anni fa – ha ricordato il direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia – paradossalmente in
Italia le cose andavano molto meglio. A Gabriele D’Annunzio, che chiedeva un anticipo sugli
articoli che avrebbe dovuto scrivere per il Corriere della Sera, l’allora direttore Albertini rispose:
«Ti ho già dato anticipi per un anno. Con questa richiesta arriveremo a due»”. “La verità – ha
tagliato corto Tartaglia – è che manca un efficace sistema sanzionatorio. E come diceva un
insigne giurista: la norma senza la sanzione è come la campana senza il batacchio”.
Per il presidente dell’Efj, Arne Konig, insomma, il problema è sempre più grande in un’Europa
nella quale la maggior parte del materiale pubblicato dai giornali viene fornita dai freelance
pagati con retribuzioni molto basse”. Dunque, ha chiosato Judith Acsay, obiettivo dei freelance
dev’essere quello di aggiungere al termine compenso gli aggettivi dignitoso ed equo”.
“Certo – ha aggiunto Carlo Parisi – bisogna anche tenere conto che l’Europa ha raggiunto la
moneta unica, ma è ancora molto vario il valore che i singoli Stati attribuiscono alla dignità del
lavoro. Se in Austria percepire 500 euro al mese equivale a lavorare gratis, in Italia per molti
significa addirittura privilegio.
Dunque, bisogna affrontare il problema partendo dalla consapevolezza che accordarsi per
compensi irrisori significa, oltre che mortificare la propria dignità umana e professionale,
mettere in discussione se, in effetti, si svolge una vera e propria attività professionale”.
“Un buon giornalismo – ha concluso l’inglese John Toner (Nuj) – è un bene pubblico; un peggior
giornalismo è una minaccia all’opinione pubblica”.
PUBBLICHIAMO DA GIORNALISTICALABRIA.IT
A Fiesole niente propaganda: sindacati europei alla ricerca di standard comuni su lavoro e diritti
GIORNALISTI FREELANCE, UNA BATTAGLIA DI CIVILTÀ
FIESOLE (Firenze) – “Trovare delle strade per ottenere standard comuni che regolino il lavoro e
i diritti dei giornalisti europei”.
Nell’aprire i lavori del seminario internazionale Efj/Etui su “I cambiamenti dell’industria
dell’informazione”, il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha posto l’accento
sull’esigenza di “costruire un’alleanza permanente tra giornalisti garantiti e freelance, per non
cedere alla tentazione di correre da soli dimenticando che chi oggi si sente tranquillo, domani
potrebbe non esserlo”.
All’importante tre giorni, organizzata dall’European Federation of Journalists e dall’European
Trade Union Institute, al Centro Studi della Cisl di Fiesole, ieri i rappresentanti dei sindacati dei
giornalisti europei hanno cominciato a confrontarsi sulle risposte da dare alle crescenti
condizioni di precariato e di disagio dei giornalisti freelance.
Parlando dell’Italia, Franco Siddi ha sottolineato il “concreto impegno sindacale della Fnsi,
concentrata a dare certezze e non a strumentalizzare la fragilità di quanti, senza alcuna tutela,
sono costretti a lavorare per pochi spiccioli.
Con la propaganda – ha ammonito Siddi – non solo non si risolve nulla, ma si rischia
seriamente di illudere quanti, in buona fede, credono ancora nei seri e sani principi di questa
professione”. Mettendo all’indice ogni tipo di speculazione, da parte di quanti si approfittano dei
freelance, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha, quindi,
auspicato “una convergenza sempre più ampia dei sindacati dei giornalisti dei singoli Stati con il
sindacato europeo per una battaglia di civiltà nel rispetto della libertà di stampa e della dignità
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del lavoro”.
Densa di contributi la prima sessione dei lavori, con il direttore dell’Efj, Renate Schroeder,
pronto a ribadire che “infatti, c’è bisogno di azione e non di propaganda perché i freelance
stanno diventando sempre più precari”.
Carlo Parisi (Giunta Esecutiva Fnsi) ha evidenziato che “il giornalismo italiano sta vivendo una
grave crisi d’identità, sfociata nel pericoloso conflitto tra contrattualizzati e non, perché, per tanti
anni, ci si è preoccupati solo dei garantiti ignorando, invece, la crescente massa dei senza
contratto che oggi rappresenta la stragrande maggioranza della categoria”.
Se Leyla Manunza (Giunta Fnsi) ha posto l’accento su “un mercato sempre meno inclusivo per i
freelance italiani”, Paola Vescovi (Giunta Fnsi) ha sollecitato la creazione di “una rete europea”,
magari partendo dalle “positive esperienze di alcune regioni italiane – ha ricordato, dal canto
suo Camillo Galba (Giunta Fnsi) – da tempo in prima linea al fianco dei lavoratori autonomi”. E
Fabio Morabito (Giunta Fnsi) ha rimarcato l’esigenza di superare ogni tipo di steccato per
lavorare nell’esclusivo interesse di una categoria sempre più debole perché sempre più divisa.
Esperienze anche drammatiche, come quella di Claudio Chiarani “affamato in tutti i sensi”,
ovvero da una voglia matta di fare questo mestiere continuando a scarpinare o, come nel suo
caso, a correre in moto verso la notizia, per compensi nettamente inferiori alle spese, ma
soprattutto con la delusione di non vedere apprezzato “il buon lavoro di giornalista”, rispetto al
mero comunicato stampa.
E in Europa? nel prendere atto che “in Italia i giornalisti si sentono soli”, Renate Schroeder ha
osservato che “nel resto d’Europa le cose non vanno certamente meglio”. Karen Curtis (vice
direttore dell’Ilo) ha, innanzitutto, posto l’accento sul “diverso concetto” che in Europa si ha del
freelance.
“Il diritto alla contrattazione esiste e va difeso”, ha ammonito, ricordando che “i governi non
possono certo impedire la contrattazione a livello settoriale” perché, in caso contrario, “lo
sciopero diventa legittimo”. Concetto, questo, che naturalmente ha aperto un’ampia discussione
sfociata nelle conclusioni di Arne Konig (presidente Efj): “In Germania non si può scioperare in
nome dei freelance”; e Giancarlo Tartaglia (direttore Fnsi): “In Italia lo sciopero dei freelance
non ha possibilità di essere utilizzato; gli editori rifiutano il confronto; i tariffari, che erano stati
aboliti, sono stati ripristinati ma sono derogabili, quindi costituiscono un grave problema.
Una soluzione sarebbe quella di stabilire il diritto alla contrattazione collettiva anche per i
freelance”, come avviene ad esempio in Austria, ha spiegato Andrea Tretter. In Austria, infatti, i
freelance sono inseriti nel contratto collettivo, anche se con compensi ridotti. Una scelta
fermamente voluta, ad esempio in una grande agenzia di stampa, dal 90 percento dei
contrattualizzati che, a scrutinio segreto, hanno addirittura voluto cooptare nel Consiglio
d’azienda (il nostro Cdr) un rappresentante dei freelance, anche se non previsto, grazie al
grande sostegno del sindacato.
L’Austria, comunque, oltre che geograficamente, è parecchio lontana dall’Italia. “Da noi – ha
osservato la Tretter – lavorare per 500 euro al mese significa lavorare gratis”. Poco prima, oltre
all’intervento di Daniele Cerrato (presidente della Casagit), che aveva parlato dell’assicurazione
sanitaria integrativa, Giancarlo Tartaglia e Andrea Camporese (presidente dell’Inpgi e
dell’Adepp) si erano soffermati sulle statistiche relative agli iscritti alla Gestione Separata
dell’Inpgi. “Nonostante l’obbligo di legge – ha ricordato Camporese – circa la metà dei giornalisti
italiani non è iscritto all’Inpgi perché non denuncia o, secondo me, non lavora”.
Dei 17 mila cosiddetti “liberi professionisti”, 4 mila sono a reddito zero e circa 7 mila denunciano
meno di 5mila euro l’anno…
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A Fiesole i sindacati dei giornalisti europei sono rappresentati da: Judith Reitstatter e Andrea
Tretter (Austria), Viviana Ban (Croazia), Jens Rossen (Danimarca), Valtteri Aaltonen
(Finlandia), Martine Rossard (Francia), Frank Biermann, Andreas Bittner e Michael Hirschler
(Germania), Arne Konig (Svezia), Berhan Soner (Turchia), Judit Acsay (Ungheria), Andrea
Camporese, Agnese Carnevali, Daniele Cerrato, Claudio Chiarani, Raffaella Cosentino, Bruno
Del Vecchio, Stefania Di Mitrio, Camillo Galba, Elisabetta Giudrinetti, Leyla Manunza, Fabio
Morabito, Carlo Muscatello, Roberto Natale, Carlo Parisi, Paolo Perucchini, Luigi Ronsisvalle,
Franco Siddi, Daniela Stigliano, Stefano Tallia, Giancarlo Tartaglia, Paola Vescovi, Imma Laura
Viggiano (Italia). Lo staff è, invece, formato da: Jen-Claude Le Douaron (Etui-Belgio), Renate
Schroeder (Efj/Ifj-Belgio), John Toner (Nuj – Gran Bretagna), Heikki Jokinen (Sjl – Finlandia),
Esther Lynch (Ictu – Irlanda) e Karen Curtis (Ilo – Svizzera).
Oggi, seconda giornata di lavori, alle ore 9 si comincia a discutere sul tema “Remunerazioni e
tariffe”, dalla direttiva sul ritardo dei pagamenti alle raccomandazioni tariffarie, all’autority per la
competizione. Le relazioni sono affidate ad Esther Lynch (Congresso irlandese dei sindacati) e
Bruno Del Vecchio (Ufficio Legale Fnsi). Presiede John Toner (direttore Freg).
Alle 11 sarà, invece, Heikki Jokinen (Gruppo esperti sui Diritti d’Autore) parla di “Contratti
ingiusti e diritti d’Autore”. Presiede Renate Schroeder (Efj). Alle 14, sul tema “Contrattazione
collettiva per i freelance”, Daniela Stigliano (Fnsi) e Martine Rossard (Snj) parlano di contratti
collettivi per falsi freelance o lavoratori/pigistes economicamente dipendenti in Francia o quali
altre opzioni collettive? Presiede Judit Acsay (Ungheria).
Alle 16, infine, si riuniranno i due gruppi di lavoro: Il primo, “Strategia freelance”, coordinato da
Heikki Jokinen si interroga su cosa devono fare i sindacati per poter rispondere meglio alle
necessità dei freelance; il secondo “Mappatura e reclutamento”, coordinato da Andreas Bittner
(Germania, membro della Steering Committee), discute su “chi organizza chi e come?”.
http://www.fnsi.it/Esterne/Fvedivideo.asp?ID=67
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