Alta pressione

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IPERTENSIONE
Prevenirla
è possibile,
se si
conoscono
e seguono
le regole
giuste:
un po’ di
movimento,
peso forma
e dieta sana.
test salute 94 Ottobre 2011
Alta pressione
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Non parliamo di un problema di
poco conto, se pensiamo che in
Europa quasi la metà delle morti
è dovuta a malattie cardiovascolari.
E molto spesso ne è responsabile
proprio l’ipertensione: vale a dire
la pressione troppo alta.
La pressione arteriosa è la forza
che il sangue esercita sulle pareti
delle grosse arterie, la stessa che
lo fa scorrere nel sistema cardiovascolare.
Non deve essere, quindi, né troppo bassa (il rischio, altrimenti,
è che ai diversi distretti dell’organismo non arrivi abbastanza
sangue) né troppo alta, per non
danneggiare vasi e organi.
Però la pressione eccessivamente
bassa costituisce molto raramente un problema, mentre il nostro
stile di vita tende a comportare
un aumento del rischio di ipertensione.
Non è possibile definire in termini assoluti i valori toccati i quali si
parla di ipertensione: la pressio-
ne varia da soggetto a soggetto e
cambia durante la giornata, anche nella stessa persona.
Ci sono invece delle finestre di
valori, in base a cui stabilire se la
pressione è stabilmente troppo
alta (vedi riquadro in alto a sinistra alla pagina a fianco).
In Italia il valore medio della pressione sistolica (cioè quella massima) negli uomini è di 135 mmHg,
mentre nelle donne di 130; la minima o diastolica è di 86 mmHg
Il 33% degli
uomini
e il 28%
delle donne
italiane
ne è colpito
negli uomini e 82 nelle donne.
Si calcola che il 19% degli uomini e il 14% delle donne italiane
abbiano valori borderline, che li
situano tra chi è a rischio di incorrere in problemi di ipertensione.
Sotto controllo
L’ipertensione, nella sua fase iniziale, non dà sintomi e spesso ce
ne si accorge solo per un controllo casuale. Prima di allarmarsi,
comunque, è bene ricordare che
una sola misurazione può non
significare granché: a volte basta la vista del camice bianco del
medico ad agitarci e a far salire i
valori. Per questo la pressione va
misurata in ambiente rilassato e
in particolari condizioni (vedi riquadro in alto a destra alla pagina
a fianco).
Una volta stabilito che il paziente è iperteso, il medico può richiedere ulteriori esami per una
migliore valutazione del quadro
clinico (fondo dell’occhio, elettrocardiogramma, ecografia del
Come misurarla? Guarda il video
QUANDO INIZIARE CON I FARMACI?
NON INVENTIAMOCI I MALATI
La medicalizzazione eccessiva della nostra vita è un rischio di cui
bisogna essere consapevoli.
Gli interessi di chi sulla salute fa soldi sono in agguato. L’allerta
vale anche per l’ipertensione (come per l’osteoporosi, il diabete
o il colesterolo): le aziende farmaceutiche hanno tutto l’interesse
ad abbassare sempre di più i valori oltre i quali non ci si può più
ritenere sani (e magari si ricorre al farmaco). L’Organizzazione
mondiale della sanità ha stabilito dei valori di riferimento per la
pressione:
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normale: massima (sistolica) <140, minima (diastolica) < 90
ipertensione borderline: massima 140–160, minima 90–95
ipertensione moderata: massima 140–180, minima 90–105
ipertensione severa: massima >180, minima >105
La pressione si misura applicando l’apparecchio predisposto
a livello dell’arteria del braccio. La prima volta andrebbe misurata su entrambe le braccia, per escludere differenze tra
destra e sinistra dovute a patologie degli arti. In ogni caso:
- eseguire la misurazione in luogo tranquillo, seduti rilassati,
con la schiena dritta, senza accavallare le gambe;
- togliere capi di abbigliamento o gioielli che stringano il
braccio;
- appoggiare il braccio al tavolo in modo che il bracciale si
trovi allo stesso livello del cuore;
- evitare di farlo dopo il bagno, dopo aver fumato, mangiato
o bevuto alcol o dopo attività fisica;
- non muoversi e non parlare durante la misurazione.
Guarda il video su www.altroconsumo.it/salute
Alla fine del 2003 negli Stati Uniti sono state diffuse nuove linee
guida per l’ipertensione, che hanno introdotto una nuova classe di
soggetti a rischio: i “preipertesi”, con massima compresa tra 120 e
139 e minima tra 80 e 89. Gli esperti statunitensi hanno precisato
che i preipertesi non sono da trattare con farmaci, vanno solo
invitati a seguire uno stile di vita migliore.
Ma l’industria farmaceutica è ovviamente pronta a lanciarsi sul
campo: negli Usa un adulto su tre è preiperteso, un mercato ghiotto. In Europa, per fortuna, c’è stato ampio dibattito: abbassare i
valori avrebbe significato allargare il numero di soggetti “malati”,
rischiando la medicalizzazione di tantissime persone, considerate
sane fino al giorno prima.
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OCCHIO A...
DA EVITARE: FARMACI E NON SOLO
Ci sono alcuni farmaci e alcune sostanze che fanno aumentare la pressione:
le bevande con caffeina (caffè, tè, cola...);
i decongestionanti nasali per il raffreddore, in quanto vasocostrittori
(fanno stringere i vasi);
per alcune donne, la pillola contraccettiva;
le sostanze psicotrope, come la cocaina e l’anfetamina;
i farmaci glucocorticoidi (prednisone, desametazone);
alcuni antinfiammatori non steroidei (l’ibuprofene e il diclofenac).
In particolare, se si usano antinfiammatori a base
di etoricoxib la pressione va controllata periodicamente; gli effetti sulla pressione arteriosa scompaiono non appena si smette di assumere queste sostanze.
Infine, attenzione alla liquirizia pura, se mangiata in
grandi quantità (contiene glicirizzina, una sostanza che ha
effetti sulla pressione).
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cuore, esame del sangue e delle
urine).
Si parla di ipertensione essenziale
(95% dei casi) quando non esiste
una causa evidente della malattia;
di ipertensione secondaria quando questa è la conseguenza di
altri disturbi e quindi torna nella
norma una volta eliminata la malattia o la condizione che ne è la
causa.
Nel primo caso, non esistono cure
risolutive: solo terapie in grado di
mantenerla sotto controllo finché
sono seguite.
Per questo è importante migliorare le proprie abitudini di vita, per
cercare di evitare fin che è possibile di dover ricorrere all’assunzione di farmaci: una volta iniziata la terapia, sarà da continuare
per tutta la vita.
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IPERTENSIONE
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Rischi per gli organi
Gli organi “bersaglio”, cioè quelli
più a rischio e che più soffrono in
caso di pressione alta, sono cuore,
cervello, reni, occhi e vasi arteriosi in generale. Il cuore è costretto
a un sovraccarico di lavoro e va
incontro a scompenso: le arterie
coronarie non riescono ad ossigenarlo adeguatamente, con rischio
di angina pectoris e infarto.
Il minor apporto di sangue e la
pressione elevata possono causare
ictus cerebrali. I vasi della retina
si ispessiscono e diventano irregolari: si può andare incontro ad
edemi ed emorragie. Infine, può
insorgere un’insufficienza renale
(che nei casi peggiori può portare
alla dialisi).
Dato che la maggioranza dei pazienti ipertesi non ha sintomi, è
fondamentale un buon rapporto
con il medico, che deve spiegare
i rischi legati all’ipertensione e
l’importanza di seguire scrupolosamente la terapia (che non si interromperà più). Il paziente deve
conoscere gli effetti indesiderati
dei farmaci, sapere che è possibile cambiare tipo per migliorare la
risposta, avvertire il medico di problemi e disturbi legati all’assunzio-
ATTENZIONE AGLI EFFETTI INDESIDERATI
MOLTE CLASSI DI FARMACI PER IL CONTROLLO DELL’IPERTENSIONE
Indichiamo le classi (tra parentesi il nome del generico) e i possibili effetti indesiderati.
Per più informazioni consultate la nostra banca dati del farmaco (www.altroconsumo.it/farmaci).
Diuretici tiazidici (clortalidone, furosemide e composti affini).
Favoriscono l’eliminazione di acqua e sodio attraverso l’urina.
Così si riduce il volume del sangue e dunque la pressione.
Effetti indesiderati: mal di stomaco, nausea, diarrea, vertigini
e testa vuota, sensibilità alla luce solare (eritemi). Contattare
il medico in caso di impotenza, battito cardiaco irregolare, alterazioni dell’umore, crampi o dolori muscolari, sete intensa e
bocca secca (segni di eccessiva perdita di acqua e sali).
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Beta-bloccanti (atenololo, metoprololo). Influenzano la frequenza delle pulsazioni, la forza di contrazione del cuore e il
diametro dei vasi. Meno sangue viene pompato in circolo: la
pressione si riduce.
Effetti indesiderati: stanchezza, debolezza, senso di testa
vuota, sonnolenza, vertigini. Contattare il medico in caso di
disturbi del sonno, eruzioni cutanee, depressione e confusione
mentale, vertigini, eccessivo rallentamento del battito cardiaco, disturbi respiratori, gonfiori alle caviglie e ai piedi. Alcuni
beta-bloccanti possono ridurre la quantità di zucchero nel sangue, provocando ipoglicemia.
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Ace-inibitori (captopril, enalapril). Bloccano la produzione
di angiotensina, che stringe i vasi sanguigni.
Effetti indesiderati: tosse secca, perdita del gusto, febbre, mal
di gola, senso di testa vuota e affaticamento, aumento dei
livelli di potassio. Contattare il medico in caso di minore produzione di urina, vertigini e intensa debolezza. Rivolgersi al
pronto soccorso in caso di difficoltà di respirazione, gonfiori a
viso, labbra, lingua, mani e piedi. Controindicati in gravidanza.
ONLINE
Confronta i farmaci e trova quelli che, a parità di efficacia, costano
meno.
www.altroconsumo.it/farmaci
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Sartani (losartan, valsartan). Azione simile a quella degli
ace-inibitori, anche se con meccanismo diverso.
Effetti indesiderati: simili a quelli degli ace-inibitori, ma meno
frequenti. Controindicati in gravidanza e in allattamento.
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Calcio-antagonisti (diltiazem, nifedipinan, nifedicor). Inibiscono l’ingresso del calcio nelle cellule del cuore e dei vasi
sanguigni: i vasi si rilasciano, la pressione diminuisce.
Effetti indesiderati: arrossamento e senso di calore al volto e
al collo, mal di testa intenso e di breve durata. Da segnalare
al medico: gonfiore alle caviglie, nausea, stitichezza o diarrea,
dolore al petto, eruzioni. Vanno conservati al riparo dalla luce.
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Alfa-bloccanti (doxazosin, terazosin). Agiscono sulle terminazioni nervose che controllano la muscolatura dei vasi sanguigni, rilassandoli.
Effetti indesiderati: all’inizio del trattamento possono esserci
forti abbassamenti della pressione.
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Antipertensivi centrali (clonidina,alfametildopa). Deprimono i centri di regolazione della pressione arteriosa situati nel
sistema nervoso centrale. Sono poco usati.
Effetti indesiderati: calo brusco della pressione in posizione
eretta, disfunzioni sessuali.
Lavorare sullo stile
Una vita sana e attiva è un’ottima
medicina contro la pressione alta.
Intanto è importante l’alimentazione: mangiare sano (la dieta
mediterranea, con molta verdura
e pochi grassi animali, va molto
bene), con poco sale e non ingrassare. Bisogna anche fare attività fisica regolare: per esempio correre
mezz’ora tre volte alla settimana.
Ma soprattutto è utile - se si vuole
evitare o comunque ritardare l’assunzione dei farmaci - smettere di
fumare e diminuire il consumo di
bevande alcoliche: alcool e nicotina sono infatti due tra i principali
nemici delle nostre arterie.
Misura il tuo rischio cardiovascolare
L’ipertensione è uno dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari
Il “rischio cardiovascolare”, cioè il rischio di incorrere in un disturbo
del sistema circolatorio, è valutato considerando vari fattori che interagiscono tra loro.
Per gli italiani sono state elaborate dall’Istituto Superiore di Sanità le
“carte del rischio” per stimare la probabilità di ciascuno di incorrere
in malattie cardiovascolari gravi (ictus o infarto) nei 10 anni successivi.
Sul nostro sito potete calcolare il vostro rischio utilizzando il calcolatore interattivo, in cui dovrete inserire: sesso, età, diabete, abitudine
al fumo, livello di pressione e di colesterolo.
www.altroconsumo.it/salute
GIOCA D’ANTICIPO
Prima delle pillole
Scegliere buone abitudini è, come sempre, la
migliore prevenzione.
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Peso. Uno studio ha mostrato che in chi è
sovrappeso un dimagrimento anche modesto,
intorno ai 5 kg, abbassa la pressione con un’efficacia paragonabile a un anti-ipertensivo.
Fumo. La nicotina aumenta temporaneamente la pressione. Nei forti fumatori l’effetto è
costante nella giornata; per chi smette, il rischio
cardiovascolare torna quasi uguale a quello dei
non fumatori dopo 5-10 anni.
Alcol. Bastano pochi giorni di diminuzione
dell’alcol per abbassare significativamente la
pressione.
Sale. Ne basterebbero 6 grammi al giorno,
ne usiamo il doppio. Riducendolo si può diminuire la pressione massima fino a 5 mmHg.
Movimento. Durante lo sforzo la pressione
aumenta, ma l’esercizio fisico regolare e
costante (come 30 minuti di corsa tre volte alla
settimana) dà risultati importanti.
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test salute 94 Ottobre 2011
ne della medicina, non modificare
le dosi né smettere di prendere i
farmaci di propria iniziativa.
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