_________________________________________________________ RICERCA DI PIOMBO IN PREPARAZIONI DA FORNO E VALUTAZIONE DELL’IMPATTO SULLA SALUTE UMANA DOVUTE AL CONSUMO DI PANE BIANCO INDUSTRIALE PRECONFEZIONATO N. Invernale G. Mancino Scopo Valutare il contenuto in diverse preparazioni di “pane bianco”di un metallo pesante, il Piombo, in relazione agli effetti che possono manifestarsi sulla salute dei consumatori, mediante Potenziometria di Strippaggio Anodico. Introduzione rendere le sue proprietà di cottura più prevedibili. Esso viene usato soprattutto per fare tramezzini e toast. Il pane bianco Il pane bianco è fatto con farina di frumento da cui sono stati rimossi la crusca e il germe. Ciò dà alla farina un più lungo periodo di conservazione, dal momento che la crusca contiene olio, consentendo ai prodotti che si realizzano con essa, una resistenza più lunga ai tempi di transito e stoccaggio. Inoltre la farina usata per il pane bianco è spesso sbiancata con bromato di potassio o con diossido di cloro per rimuovere anche ogni minimo alone giallo e Varietà Pane bianco Pane bianco tostato Pane di segale Pane in cassetta Pane integrale Pane per hamburger Energia (kcal) 261 Informazioni nutrizionali Come si evince da Tabella 1 (1), il pane bianco è una fonte energetica che sostituisce in tutto il pane tradizionale per cui il suo consumo è diffuso e l’eventuale presenza di contaminanti tossici o pericolosi per la salute assume una certa rilevanza. Acqua (g) Proteine (g) Lipidi (g) Glucidi (g) Fibra (g) 34.9 8,5 1,6 51,5 3,5 262 37,5 6,8 4,4 46 5,3 230 40,5 6,2 1 45,8 6,5 272 34,9 7,9 3,8 49,9 3,6 259 36,1 10,9 3 44 6 271 36,2 7,5 4,7 47,5 4,1 Tabella 1: Valori nutrizionali in diverse preparazioni di pane I metalli pesanti Si definiscono metalli pesanti gli elementi con peso atomico maggiore di 20 e densità cinque volte superiore a quella dell’acqua (1,000 kg/m³ ); inoltre presentano un carattere cationico con diversi stati di ossidazione ed elevata attitudine a formare complessi metallorganici. Essi tendono ad accumularsi nel suolo e quindi nella catena alimentare, e possono avere effetti nocivi sugli esseri viventi anche a concentrazioni non elevate. I metalli pesanti sono presenti nell'aria, nell'acqua, nel suolo e di conseguenza anche negli alimenti. Tuttavia le attività umane hanno portato ad una progressiva dispersione nell'ambiente dei metalli stessi. L'uomo ha cominciato ad estrarre e a lavorare i metalli dall’antichità, ma con l'avvento dell'era industriale l'industria mineraria e metallurgica si svilupparono in maniera esponenziale fino agli anni ‘80. Le attività estrattive, metallurgiche e di lavorazione dei metalli hanno determinato una loro dispersione nell'ambiente di vita e costituiscono un fattore di rischio anche per la popolazione generale, oltre che per i lavoratori esposti. Piombo Il piombo è l’elemento chimico con numero atomico 82, ed il suo simbolo è Pb; in natura si trova principalmente sottoforma di Galena (PbS), un solfuro. Esso fu uno dei primi metalli che vennero scoperti in antichità; venne spesso usato dai romani durante la costruzione di acquedotti. Inoltre, venne associato dagli alchimisti al pianeta Saturno, da dove deriva il nome “Saturnismo”, termine che indica le intossicazioni croniche da piombo. Tossicità Il piombo figura al 2° posto nella lista delle sostanze pericolose indicate dall' ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry) nel 1999. La nocività di questo metallo è nota da molto tempo, specie nelle sue manifestazioni acute (colica saturnina). Tuttavia recentemente, come è accaduto per numerosi altri agenti inquinanti, la dose considerata critica è stata notevolmente abbassata. Fino a circa trent'anni fa, l'avvelenamento cronico da piombo era definito dalla presenza di una dose superiore a 80µg/dl nel sangue, mentre attualmente viene considerata 'alta' una dose di Pb di 30 µg/dl e potenzialmente nocive, specie nello sviluppo, quantità uguali o superiori a 10µg/dl (0.1ppm). Assorbito essenzialmente attraverso la respirazione e la nutrizione, il piombo non viene metabolizzato, ma per larga parte escreto, mentre il resto (circa 20%) si distribuisce nei tessuti e in particolare: nel sangue, ove circola quasi esclusivamente negli eritrociti nei tessuti minerali (ossa e denti), ove si accumula nei tessuti molli (reni, midollo osseo, fegato e cervello) La presenza di Pb nel sangue, all'interno dei globuli rossi e in massima parte legato all'emoglobina, provoca anemia, che deve però considerarsi non un sintomo, ma una manifestazione tardiva dell'avvelenamento da Pb. Attraverso il sangue, il Pb si distribuisce in tutti gli altri tessuti. Per la sua capacità di 'imitare' il calcio, e quindi soprattutto in caso di insufficiente assunzione di calcio, il piombo si accumula nelle ossa e vi costituisce una componente stabile. Tale componente può essere mobilizzata, e quindi rientrare in circolo nel sangue, in particolari stati fisiologici di stress (gravidanza, allattamento, malattie), ma anche come conseguenza di un accresciuto apporto di calcio nella dieta. Questo accumulo stabile di Pb nelle ossa rende molto lenta la guarigione dalla piombemìa, anche dopo un completo allontanamento dall'agente tossico. Il piombo è in grado di danneggiare praticamente tutti i tessuti, in particolare i reni e il sistema immunitario. La manifestazione più subdola e pericolosa dell'avvelenamento da piombo è quella a carico del sistema nervoso. Negli adulti il danno da piombo si manifesta soprattutto con neuropatia periferica, che si ritiene dovuta a un processo di demielinizzazione delle fibre nervose. L'esposizione intensa ad elevate dosi di piombo (da 100 a 200µg/dl) provoca encefalopatia, i cui sintomi sono: vertigini, insonnia, cefalea, irritabilità e successivamente crisi convulsive e coma. La neuropatia da piombo colpisce soprattutto nello sviluppo, con turbe comportamentali e danni cognitivi. Studi epidemiologici hanno mostrato una forte correlazione fra il livello di piombo nel sangue e nelle ossa e scarse prestazioni in prove attitudinali (test QI o psicometrici); una simile 3 correlazione è stata accertata anche in studi comportamentali su animali esposti al piombo subito dopo la nascita. Il processo di apprendimento avviene attraverso la formazione e il rimodellamento delle sinapsi e l'effetto tossico del piombo su questo processo suggerisce che questo metallo danneggi specificamente la funzione sinaptica. La particolare vulnerabilità dei bambini è accresciuta dal fatto che essi sono particolarmente esposti all'assunzione di piombo, per esempio se nutriti con latte artificiale preparato con acqua ricca di piombo, ovvero per ingestione di frammenti di vernice al piombo. L'avvelenamento da piombo viene curato con farmaci che esercitano un'azione 'chelante' sul metallo, ovvero molecole in grado di legare il piombo formando un complesso stabile che viene escreto. I farmaci più utilizzati per questa terapia sono il calcio-EDTA (calcio disodico edetato), il diemercaprolo (DMSA o BAL) e la penicillammina, un derivato della penicillina che però non ha azione antibatterica, ma solo chelante. (2) Valori limite negli alimenti Il valore di riferimento viene desunto dalla Tabella 2 ed è pari a 0,050 ppm. (3) (4) Tabella 2: estratto della tabella della Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea Potenziometria di Strippaggio Anodico La potenziometria di ridissoluzione fu introdotta nel 1976 da Jagner e Graneli, che la applicarono alla determinazione di ioni metallici che formano un’amalgama con il mercurio (o leghe con l’oro). Si lavora con un sistema potenziostatico a tre elettrodi, opportunamente modificato da un voltmetro a elevata impedenza per la misura del potenziale dell’elettrodo di lavoro. La preconcentrazione, che consiste nella elettrodeposizione catodica degli ioni metallici da depositare, a una durata variabile secondo le esigenze analitiche (in genere circa due min.), viene condotta su l’elettrodo di carbonio vetroso ricoperto da un sottile film di mercurio o d’oro, a cui viene applicato un potenziale sufficientemente negativo. La soluzione in analisi deve contenere un opportuno agente ossidante, come l’ossigeno disciolto nel campione oppure ioni Hg2+ o anche, talvolta, 4 ioni Cr2O7 2- o MnO4-. Le reazioni che si verificano possono essere così schematizzate: Riduzione dello ione metallico e formazione di una amalgama Mn+ + ne- M(Hg) Riduzione degli ioni Hg2+ o di altri ossidanti presenti. I metalli si depositano con diverse velocità, secondo la loro natura e concentrazione. Se vengono mantenute costanti le condizioni idrodinamiche (velocità di agitazione della soluzione), la riproducibilità è assicurata. Dopo la preconcentrazione si interrompe l’applicazione del potenziale e si apre il circuito; entrambi gli elettrodi (quello di lavoro e di riferimento) vengono immediatamente collegati ad un voltmetro per la misura del potenziale. A partire da questo momento si registra la variazione nel tempo del potenziale del microelettrodo, che in questa fase funge da elettrodo indicatore, perché non è più polarizzato. Tale variazione è dovuta alla riossidazione dei metalli amalgamati, che ritornano in soluzione come cationi. L’ossidazione può avvenire a spese dell’ossigeno normalmente disciolto, che si riduce ad H2O o H2O2, oppure di Hg2+ o degli altri ossidanti appositamente introdotti in soluzione prima dell’analisi. L’ossidazione dei diversi metalli avviene secondo i rispettivi potenziali redox, a partire dal più riducente, e la velocità del fenomeno è regolata dalla velocità con cui l’agente ossidante raggiunge il microelettrodo. Lavorando in condizioni tali da mantenere costante questa velocità, il tempo necessario per la completa ridissoluzione di un metallo è direttamente proporzionale alla quantità depositata e dunque alla concentrazione del campione. (5) Figura 1: Tipico tracciato di una determinazione in PSA Questo tracciato pone sull’asse delle x Δt/ΔE e sull’asse delle y il potenziale in Volt. La concentrazione dei metalli è correlabile con l’altezza della relativa onda. La linea rossa rappresenta la concentrazione dell’analita nel campione tal quale, mentre quella blu indica la concentrazione in seguito all’aggiunta della soluzione standard a titolo noto. Procedura sperimentale Pretrattamento del campione Si omogeneizza il campione (circa 30 grammi) che si vuole analizzare tramite mulino a lame, in modo pulsato per prevenire surriscaldamento. Il campione così ottenuto viene conservato in contenitore a tenuta ed in ambiente anidro sino ad una settimana. Incenerimento a secco Si pesano circa esattamente 5,0 g di campione precedentemente omogeneizzato in una capsula di porcellana, e si carbonizzano su piastra riscaldante in maniera lenta e graduale al fine di evitare perdite di materiale. Il residuo carbonioso viene trasferito in muffola ed incenerito alla temperatura di 520°C fino a quando le ceneri non risultano bianche o leggermente grigiastre. Dopo tale trattamento si aggiunge 1 ml di HNO3 al 65% e si riscalda fino a completa dissoluzione. La soluzione viene trasferita quantitativamente in un matraccio tarato da 50 ml ei portata a volume con H2O distillata. (6) Ricerca del Pb presente nel campione mediante l’uso della PSA Lo strumento utilizzato è ION3 (Steroglass) con software Neotes. Per effettuare la determinazione potenziometrica di stripping si usano i seguenti parametri strumentali: Volume campione 10 mL Volume di diluizione 11 mL Volume di Standard 0,1 mL Concentrazione di standard 5 ppm Fattore di diluizione 10 Intervallo di integrazione -495 -295 mV Intervallo di potenziale da -700 mV a -5 mV Potenziale di condizionamento 50 mV per 5 secondi Potenziale di accumulo – 900 mV per 180 secondi Tempo di ridissoluzione 10 secondi Potenziale finale di acquisizione 0 mV Periodo di campionamento 300 micro secondi Velocità di agitazione impostata a 2 Plating Si introducono nella cella 20 ml di soluzione di platinatura con la composizione mercurio standard a 1000 ppm in HCl 1M e si esegue la procedura di platinatura per 4 minuti a velocità di agitazione 2. Esecuzione dell’analisi Si introducono 10 ml di HCl 2M, 10 ml di soluzione da analizzare ottenuta dopo l’incenerimento a secco e 1 ml di soluzione di platinatura formata da Hg2+ a 1000 ppm come ossidante. Si effettua l’aggiunta di standard dopo tre replicazioni. Raccolta dati Lo strumento fornisce i dati già elaborato secondo il metodo delle aggiunte e permette la reintegrazione nel caso occorra spostare il limite di integrazione a causa della normale usura dell’elettrodo ad argento/cloruro di argento. Vengono di seguito riportate le curve analitiche e le rette di regressione. Si raccolgono i risultati analitici in Tabella 3 Pane bianco Conad Pane bianco Coop Pane bianco Barilla Conc. Pb nella matrice 1306,6 ppb 1881,13 ppb 1412,61 ppb Rapporto fra contenuto e valore limite 26.1 37.6 28.3 Tabella 3: riassunto dei risultati analitici Risultati e discussione Si osserva immediatamente che tutti i valori ottenuti sono ampiamente superiori al limite di riferimento di 50 ppb. Il 100% dei campioni analizzati risulta fuori limite e questo fa supporre che, essendo le materie prime comuni per tutte le aziende principali di trasformazione nel territorio italiano, questi valori siano riscontrabili anche in prodotti di aziende diverse. Le materie prime sono sicuramente fra i maggiori responsabili dell’alto contenuto di piombo e diventa importante per una scelta consapevole da parte del consumatore conoscere la provenienza di queste. La tracciabilità e una etichetta chiara ed esaustiva sono però, ad oggi, una chimera e quasi mai è possibile conoscere i requisiti e le caratteristiche delle materie prime utilizzate. Il concetto di tracciabilità, così come delineato dal regolamento CE 178 /2002 è utilizzato solo nell’ambito della sicurezza alimentare e non nel processo di etichettatura. In altre parole, le aziende devono esibire la tracciabilità alle autorità competenti che ne facciano richiesta, ma non devono indicare la provenienza sull’etichetta. A tutt’oggi non esiste un regolamento di tutela del consumatore per questo aspetto. L’elevato contenuto di piombo nei cereali è sicuramente proveniente dai suoli su cui sono coltivati e quindi i risultati ottenuti sono un campanello di allarme più globale di inquinamento ambientale diffuso anche probabilmente alle acque di irrigazione superficiali e di falda. provoca in realtà un forte aumento dei costi sociali derivanti da problemi di salute connessi al consumo di prodotti come quelli da noi analizzati. A nostro avviso i governi dovrebbero aumentare gli sforzi per arrivare a dei protocolli di intesa a livello globale che tengano conto delle esigenze aziendali e di quelle di salute pubblica. Organismi come l’EFSA nati proprio per sovrintendere la sicurezza alimentare sembrano a volte più preoccupati di non crear danno alle economie mondiali che alla reale salute dei cittadini. Bibliografia 1. United States Department of Agriculture. National Nutrient Database for Standard Reference Release 28. [Online] https://ndb.nal.usda.gov/ndb/foods/show/561 4?fgcd=Baked+Products&man=&lfacet=&count =&max=35&sort=&qlookup=&offset=35&forma t=Full&new=&measureby=. 2. CNR. [Online] http://www.phyles.ge.cnr.it/htmlita/tossicitade lpiombo.html. 3. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. REGOLAMENTO (CE) N. 1881/2006 DELLA COMMISSIONE. 4. Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. REGOLAMENTO (UE) 2015/1005 DELLA COMMISSIONE del 25 giugno 2015 che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 per quanto concerne i tenori massimi di piombo in taluni prodotti alimentari. Conclusioni 5. D., Jagner. The analyst. 1982. p. 593 - 599. Vol. 107. Le aziende produttrici acquistano materie prime senza preoccuparsi del livello dì inquinamento nel paese di coltivazione per scelta economica, ma questa stessa scelta improntata al risparmio 6. Istituto Superiore di Sanità. Metodi di analisi utilizzati per il controllo chimico degli alimenti. 1996.