31. Lo stadio l 5. I LUOGHI DELLA MUSICA
La musica rock
Rock’n’roll
1949
Nasce il disco microsolco a 45
giri al minuto di 17 centimetri di
diametro: insieme alla radio,
sarà il veicolo di diffusione privilegiato del rock’n’roll, anche
grazie all’impiego del jukebox.
Per gli Stati Uniti d’America, usciti vittoriosi dalla seconda guerra mondiale, si apre negli anni
Cinquanta un periodo di notevole benessere economico. A beneficiare di tale situazione sono
per la prima volta anche i teenager: questi, da un lato, cominciano a volersi sempre più differenziare dagli adulti nei gusti e nelle abitudini, dall’altro si ritrovano a poter disporre di qualche soldo. L’industria discografica intravvede perciò un nuovo enorme mercato, costituito
appunto da acquirenti giovani, e cerca di sfruttare la situazione. La risposta vincente è il
rock’n’roll, una musica dal forte impatto fisico, in cui le radici afroamericane (il blues) si fondono con la tradizione del folk anglosassone (la country music). Elvis Presley è il personaggio
simbolo di questa musica: con le sue canzoni, ma anche con il suo modo di vestire e di muoversi, diventa un modello da imitare per i giovani di tutto il mondo.
Due modi di essere rock: Beatles e Rolling Stones
1963
Gli Stati Uniti intervengono militarmente in Vietnam, generando indirettamente un sentimento pacifista che va diffondendosi
nelle coscienze dei giovani.
Negli anni Sessanta il centro propulsore della musica rock si sposta dall’America all’Inghilterra.
Qui giovani musicisti si formano alla scuola dei maestri del blues e del rock’n’roll, interpretandone i successi più significativi. Presto si affermano i Beatles di Liverpool, che, presentando
un rock melodico e orecchiabile, riescono a centrare un successo dopo l’altro, finendo per essere il motore di una vera e propria fioritura di gruppi ed esplosione di idee.
L’altra faccia del rock inglese è rappresentato dai Rolling Stones: essi propongono una musica più legata al blues e dall’impatto ritmico più incisivo, ma soprattutto si presentano come
trasgressivi e irriverenti nei confronti delle consuetudini borghesi.
Il rock diventa adulto
1969
A Woodstock, vicino a New York,
e sull’Isola di Wight, in Inghilterra, si radunano centinaia di migliaia di ragazzi per ascoltare i
più importanti gruppi rock del
momento.
1981
Mtv, la prima emittente televisiva interamente dedicata alla
musica, debutta via cavo.
1985
In contemporanea negli stadi di
Londra e di Philadelphia ha luogo Live aid, un megaconcerto
per raccogliere fondi per combattere la fame nel mondo. Si
stima che sia stata la trasmissione televisiva vista in diretta da
più persone nel mondo.
Presto il rock si allontana dal modello della canzone di evasione e cerca nuove strade. Da un lato abbiamo il crescente valore dato ai testi cantati – come con il cantautore americano
Bob Dylan che propone vere e proprie poesie cantate in uno
stile personalissimo – dall’altro si sposta l’attenzione sul virtuosismo strumentale – come fa Jimi Hendrix con la sua chitarra elettrica.
Da non dimenticare poi Frank Zappa, autore di una musica
complessa che mescola generi diversi in una sintesi di assoluta originalità. Il rock, che era stato spontaneità, energia, ritmo,
si trasforma in una musica articolata e meditata, d’ascolto
piuttosto che da ballo. In questo clima si inserisce autorevolmente il gruppo dei Pink Floyd, con un rock all’avanguardia
nella ricerca sonora elettronica. A questa complessità si contrappone l’hard rock, con la sua potente accentuazione dell’elemento ritmico che galvanizza il pubblico giovanile, con
gruppi come i Deep Purple e i Led Zeppelin.
Jimi Hendrix.
Commercio e impegno sociale
Negli anni Ottanta iniziano le prime trasmissioni di videoclip. Per i musicisti diviene indispensabile costruirsi un’immagine, un look che li renda unici, ma in realtà imitabili dai fans.
Campioni di audience (e di incassi) divengono Madonna e Michael Jackson, che raggiungono
una notorietà planetaria. Nel mondo del pop, la musica con fini puramente commerciali con-
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vive con altre contrassegnate dall’impegno sociale, soprattutto per opera di musicisti come
Sting, Bono degli U2 e Peter Gabriel. Quest’ultimo si impegna a far incontrare artisti provenienti dai più lontani Paesi, che hanno la possibilità di suonare insieme e far conoscere le loro
tradizioni attraverso concerti e incisioni discografiche.
La canzone italiana
1976
Esplode in Italia il fenomeno
delle radio private, il cui numero cresce enormemente in
breve tempo e la cui attività risulta determinante per la diffusione della musica pop, sia italiana che straniera.
1990
Per la prima volta in Italia risultano venduti più compact disc
che dischi in vinile (33 o 45 giri). Sorprendentemente circa
un terzo dei compact disc sono venduti nelle edicole.
In tutti questi anni, in Italia, la pop music combatte fra una tradizione melodica che ha radici
nella musica popolare e nel melodramma e le nuove tendenze che giungono dal mondo anglosassone.
La fine degli anni Cinquanta vede il successo fra i giovani dei cosiddetti “urlatori”, fra cui
Adriano Celentano. Sull’esempio dei Beatles e dei Rolling Stones nascono, negli anni Sessanta, i primi complessi: tra questi ricordiamo l’Equipe 84 e i Nomadi.
Parallelamente sorge una nuova leva di cantautori, come Fabrizio De André, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, i quali, pur nelle evidenti diversità, interpretano i disagi e le ansie
che travagliano la società.
Ma sono le canzoni scritte e interpretate da Lucio Battisti a indicare una via autonomamente
italiana alla musica “giovane”.
Al repertorio dei cantautori si affiancano le canzoni di pura evasione; accanto alla raffinata
produzione di Mina, Gino Paoli e Paolo Conte troviamo il ruvido rock di Vasco Rossi, il rhythm’n’blues di Zucchero e i frutti della creatività napoletana, che vede in Edoardo Bennato e
Pino Daniele gli interpreti più significativi.
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