professione comunicatore Collana diretta da Mario Morcellini e Sergio Zavoli 5 Direttori Mario Morcellini Sapienza Università di Roma Sergio Zavoli Senato della Repubblica Comitato scientifico Antonio Bettanini Sapienza Università di Roma Maria Gómez y Patiño Universidad de Zaragoza Giampiero Gramaglia EurActiv.it Felipe Julián Hernández Lorca Universidad de Murcia Pasquale Mallozzi Corriere dello Sport Gaia Peruzzi Sapienza Università di Roma Sandro Petrone Rai Francesca Rizzuto Università di Palermo Christian Ruggiero Sapienza Università di Roma Elena Valentini Sapienza Università di Roma Fabien Wille Université Lille 2 professione comunicatore Collana diretta da Mario Morcellini e Sergio Zavoli Partendo dalla natura pervasiva della comunicazione, chiave di lettura dei fenomeni della modernità ma al tempo stesso dimensione inscindibile della vita di ognuno, la Collana si propone di affiancare contributi di riflessione teorica a volumi esplicitamente dedicati alla comunicazione “professata”. Nel mondo dell’informazione come in quello delle tecnologie dell’audiovisivo, nel settore della comunicazione pubblica e politica come in quello della divulgazione scientifica, i cambiamenti si susseguono con una velocità che spesso solo gli “addetti ai lavori” sono in grado di cogliere. D’altronde, solo un adeguato collegamento con la conoscenza teorica sviluppata nei decenni nell’ambito dei media studies garantisce quella distanza che sola genera un autentico spirito critico. Unire proficuamente teoria e tecniche della comunicazione è dunque una formula vincente per comprendere a fondo i processi che attraversano la società contemporanea. Ogni volume della Collana è sottoposto alla valutazione preventiva di referees anonimi. Andrea Pranovi Informazione Capitale L’agenda setting nei media locali romani Prefazione di Mario Morcellini e Elena Valentini Aracne editrice www.aracneeditrice.it [email protected] Copyright © MMXVI Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale www.gioacchinoonoratieditore.it [email protected] via Sotto le mura, 54 00020 Canterano (RM) (06) 93781065 isbn 978-88-548-9394-8 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno 2016 Indice 11 Prefazione Giornalismo locale e teoria dell’agenda setting nella ricerca sui media in Italia di Mario Morcellini e Elena Valentini 19 Introduzione 23 Capitolo I L'ipotesi dell'agenda setting 1.1. Gli effetti a lungo termine dei media e la costruzione sociale della realtà, 23 – 1.2. L’ipotesi dell’agenda setting, 28 – 1.3. Le ricerche sull'agenda setting, 31 – 1.4. Il ruolo delle predisposizioni personali nell'effetto di agenda, 41 – 1.5. L'agenda setting oltre la selezione e la gerarchia dei temi, 45 – 1.6. Temi ed eventi nell'agenda setting, 52 – 1.7. Differenze tra le agende dei media, 57 – 1.8. Le differenze tra i pubblici e le tre agende del pubblico, 64 67 Capitolo II Gli sviluppi dell'ipotesi dell'agenda setting 2.1. Agenda dei media e politica, 67 – 2.2. Il “secondo livello” dell’agenda setting, 75 – 2.3. Limiti dell’ipotesi dell’agenda setting, 86 – 2.4. Agenda setting e internet, 92 – 2.5. Agenda setting e newsmaking, 107 – 2.6. Altre teorie su media e costruzione sociale della realtà, 117 7 8 123 Indice Capitolo III L’informazione locale a Roma 3.1. La stampa, 123 – 3.2. La radio, 162 – 3.3. La televisione, 205 – 3.4. Il web, 247 261 Capitolo IV Obiettivi e strategie della ricerca 4.1. Obiettivi della ricerca, 261 – 4.2. Le testate, 262 – 4.3. I metodi di ricerca, 264 – 4.4. Altre linee di ricerca, 270 273 Capitolo V Selezione e gerarchia nell’agenda mediale 5.1. L’informazione locale prima della campagna elettorale, 273 – 5.2. L'agenda dei media locali durante la campagna elettorale, 279 – 5.3. La campagna per il ballottaggio: selezione e gerarchia dei temi nell'agenda dei media locali, 285 – 5.4. L’informazione locale dopo le elezioni, 292 – 5.5. Le elezioni nei media locali durante le campagne elettorali, 298 – 5.6. Selezione e gerarchia: differenze nelle scelte dei media locali, 301 – 5.7. La rilevanza della cronaca nera nell’informazione locale, 302 – 5.8. Dopo le elezioni: il peso dei temi economici, 310 – 5.9. La scarsa attenzione al tema dell’immigrazione, 319 – 5.10. La divisione del lavoro dei mezzi d’informazione: stampa versus altri media, 324 – 5.11. La prevalenza del politico nei quotidiani a pagamento, 325 327 Capitolo VI Testate locali a confronto 6.1. I media locali prima della campagna elettorale, 327 – 6.2. Media a confronto durante la campagna elettorale, 330 – 6.3. Il confronto tra i media durante la campagna per il ballottaggio, 332 – 6.4. Stampa, web, radio e tv locali a confronto dopo la campagna elettorale, 335 – 6.5. Selezione e gerarchia: differenze nelle agende dei media, 337 – 6.6. La consonanza tra mezzi d’informazione, 338 – 6.7. L’autonomia delle testate, 341 Indice 347 Conclusioni 351 Bibliografia 9 Prefazione Giornalismo locale e teoria dell’agenda setting nella ricerca sui media in Italia di MARIO MORCELLINI e ELENA VALENTINI 1 Questa prefazione riprende alcune delle linee più interessanti e innovative tracciate dal volume, a partire dalla presa d’atto della rilevanza, nell’ambito della ricerca sui media in Italia, dei due nodi concettuali intorno ai quali si sviluppa il libro di Andrea Pranovi. L’autore sceglie infatti di sintonizzarsi su due filoni che sono stati centrali negli studi italiani, ma anche a livello internazionale, ovvero il giornalismo, indagando le specificità dell’informazione locale, e le teorie della comunicazione, in particolare quelle sugli effetti, con il focus sull’agenda setting. Per quanto riguarda il primo tema, MauroWolf, venti anni fa, nel tracciare, una “mappa delle tendenze di studio più significative (...) certamente incompleta e parziale”2 della ricerca sui media dalla fine degli anni Settanta alla metà degli anni Novanta, individuava nell’analisi dei mutamenti nel campo del giorna1 Mario Morcellini è professore ordinario in Sociologia dei processi culturali e Comunicativi alla Sapienza Università di Roma, dove è Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale; Elena Valentini è ricercatrice in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e Professore Aggregato presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma. 2 M. WOLF, Come si è sviluppata la ricerca sui media, “Problemi dell’informazione”, vol. XX, n. 4, dicembre 1995, p. 436. 11 Prefazione 12 lismo e dell’informazione uno dei quattro filoni che “hanno aggregato una certa quantità di ricerca e alcuni spunti non episodici di riflessione (...) creando dei poli tematici di sviluppo dotati di continuità e di capacità coesiva”3. Wolf chiariva già allora che non hanno avuto “lo stesso peso in termini di quantità di ricerca, né uguale rilevanza nel dibattito culturale, professionale e politico sui media”4 ed era consapevole di essere portatore di una “prospettiva soggettiva e parziale”. Sebbene la sua mappatura sia oggi, ancor più di vent’anni fa, “incompleta” - in quanto soggetta a un logorio temporale che ne richiederebbe un aggiornamento, per tener conto dei profondi cambiamenti che hanno mutato gli scenari e conseguentemente riorientato la ricerca sui media, in particolare con il digitale -, il giornalismo continua a rappresentare un polo tematico strategico nei media studies e nelle indagini che, come quella qui presentata, privilegiano la prospettiva sociologica e comunicativa. Prospettiva certamente non univoca nel campo del giornalismo: sia in America che in Europa, infatti, il giornalismo è diventato oggetto di interesse di diversi ambiti scientifici dall’antropologia alla semiotica5, dalla filosofia alla storia, senza trascurare il contributo degli studi giuridici sul diritto dell’informazione e della comunicazione6. In questa pluralità di approcci, che rappresenta certamente una ricchezza dal punto di vista conoscitivo, la prospettiva sociologica e comunicativa permette di leggere in maniera privilegiata fenomeni che sono di natura anzitutto sociale. La notizia è infatti un fenomeno sociale, la “principale interfaccia della 3 Ibidem. Ivi, p. 431. 5 Tra gli studi semiotici sul linguaggio e sul testo giornalistico ricordiamo quelli di Dardano (v. M. DARDANO, “La lingua dei media”, in V. CASTRONOVO, N. TRANFAGLIA (a cura di), La stampa italiana nell’età della TV: 1975-1994, Laterza, Roma-Bari 2002), Eco (U. ECO, Cinque scritti morali, Bompiani, Milano 1997) e Lorusso, Violi (v. in particolare A.M. LORUSSO, P. VIOLI, Semiotica del testo giornalistico, Laterza, Roma-Bari 2008). 6 Tra gli studi giuridici segnaliamo P. CARETTI, Diritto dell’informazione e della comunicazione, il Mulino, Bologna 2009; G. GARDINI, Le regole dell’informazione, Mondadori, Milano 2009; R. ZACCARIA, Diritto dell’informazione e della comunicazione, Padova, Cedam 2010. 4 Prefazione 13 mediazione che il giornalismo opera tra il mondo e il pubblico dei lettori-spettatori”7 e il giornalista professionista è l’interprete di questa mediazione. Sin dal principio, inoltre, il giornale è stato inserito in una rete sociale (sebbene agli inizi ristretta perché in una prima fase, che ha avuto durata diversa a seconda dei Paesi, il giornale era “per pochi”8), è stato ed è uno strumento per l’uomo di vivere nella società, conoscerla, sentirsene parte. Sappiamo bene quanto sia però da diversi anni in discussione il ruolo di mediazione del quotidiano di carta e del giornalismo9, in un processo più generale di crisi degli attori di mediazione a livello sociale. Come ricorda Davide Borrelli e come mostrano gli studi nel campo della media education, la crisi di credibilità delle tradizionali istituzioni culturali e sociali va letta in relazione a un più generale processo di disintermediazione del sapere che coinvolge anzitutto le istituzione formative 10. Assistiamo infatti a un progressivo indebolimento del principio ordinatore dei rapporti tra i soggetti che è l’istituto della mediazione, e dunque di tutto ciò che è legato allo scambio di autorità o di autorevolezza tra soggetto e soggetto. In termini teorici, ad esser messa in crisi è la rappresentazione sociale della mediazione e del suo valore culturale, tenendo attentamente presente che all’origine di questo declino non c’è tanto l’innovazione tecnologica, quanto un processo sociale di lungo perio- 7 E. CANIGLIA, La notizia: come si racconta il mondo in cui viviamo, GLF editori Laterza, Roma-Bari 2009, p. V. 8 P. ORTOLEVA, Il secolo dei media. Riti, abitudini, mitologie, Il Saggiatore, Milano 2009. 9 Sul tema rinviamo a E. VALENTINI, Dalle gazzette all’ipad. Il giornalismo al tempo dei tablet, Mondadori Università, Milano 2012 e M. M ORCELLINI (a cura di), Neogiornalismo. Tra crisi e Rete, come cambia il sistema dell’informazione, Mondadori Università, Milano 2011. 10 Si rimanda a D. BORRELLI, Pensare i media. I classici delle scienze sociali e la comunicazione, Carocci, Roma 2010 e a M. MORCELLINI, I. CORTONI, Provaci ancora, scuola. Idee e proposte contro la svalutazione della scuola nel Tecnoevo, Erikson, Gardolo 2007. Mario Morcellini e Ida Cortoni parlano di dismediazione, con riferimento alla crisi di luoghi sociali in cui tradizionalmente avveniva la mediazione e veniva costruita un’interazione tra i soggetti: scuola, ma anche politica e giornalismo. Il tema è ripreso anche in C. RUGGIERO, La crisi della mediazione: politica e «quinto potere» alla prova dell’identità, in M. MORCELLINI (a cura di) op. cit., 2011. Prefazione 14 do i cui contorni sfumano entro la corrente della secolarizzazione e di un malinteso relativismo.11 Siamo insomma da anni davanti a un attacco a tutte le istituzioni che caratterizza gli universi di discorso del giornalismo, come quelli della comunicazione televisiva e il coro di tutte le tecnologie, anche di rete. Per lungo tempo, il rifiuto delle istituzioni è stato mascherato da una ripulsa nei confronti della mediazione, della professionalità adulta, della professionalità in quanto tale e, comunque, di tutto ciò che è o può essere dipinto come “vecchio”. Ma a un certo punto non c’è stato più bisogno di mascherare le pretese della comunicazione con il nuovismo di maniera: le istituzioni hanno smesso di funzionare come canale di trasmissione sociale supplente, determinando disorientamento e crisi delle identità. Oltre a definire l’informazione come un fenomeno sociale, possiamo affermare che essa è un bene sociale, oltre che individuale. Si tratta ancora di un bene, perché una parte dei soggetti sociali lo vive come una dimensione di allargamento della vita e dell’esperienza; un vero e proprio piacere, anche se questa definizione certamente non verrebbe accolta dalla maggioranza degli attori sociali della modernità. Esistono tuttavia importanti settori della società per i quali il giornalismo e l’informazione continuano a essere una risorsa rilevante nell’ambito di quei beni che producono benessere al soggetto e, quindi, capitale sociale, fiducia nelle relazioni, acculturazione della visione della vita e, usando una parola nobile, civilizzazione. Siamo dunque in una fase di passaggio, in cui, accanto a rilevanti forme di fuoriuscita dall’informazione o almeno da molte delle sue piattaforme di veicolazione, continua a manifestarsi una permanente vitalità del giornalismo in quanto azione dotata di senso, capace di rintracciare nuovi interlocutori sociali possibili12. 11 M. MORCELLINI, a cura di, op. cit., 2011. La riflessione è ripresa da ID., “Prefazione. Tablet e nuove piattaforme espressive. Riflessioni oltre la tabula rasa”, in E. VALENTINI, op. cit., a cui rinviamo per approfondire. 12 Prefazione 15 Rispetto al più generale contesto del giornalismo, il libro si concentra sull’informazione locale che, soprattutto negli ultimi anni, è stata al centro di un crescente interesse da parte degli studiosi, anche in conseguenza della sua vivacità e delle sue peculiarità, sebbene la produzione bibliografica non sia stata altrettanto ampia, soprattutto a livello di volumi. Il lavoro di Andrea Pranovi, nel colmare questa carenza, offre anzitutto una ricostruzione aggiornata dell’articolato e frammentato panorama dell’informazione locale in una delle due capitali dell’industria culturale, Roma13. Si tratta di un contesto variegato, caratterizzato dalla fioritura e dall’improvvisa scomparsa di alcune emittenti radiotelevisive - avvenuta anche nel corso della ricerca presentata nella seconda parte del libro rispetto al quale non esiste un’aggiornata fotografia che invece questo studio ha provveduto a definire. Il volume documenta come nell’informazione locale, scegliendo appunto come campo di analisi la realtà romana, si manifestino le articolate declinazioni dell’ipotesi dell’agenda setting, approfondendo uno specifico segmento della cornice interpretativa offerta da quest’ultima, ovvero l’agenda dei media. L’indagine esamina infatti le relazioni nella selezione, nella gerarchia e nella tematizzazione delle notizie esistenti tra le principali testate locali romane prima, durante e dopo la campagna elettorale per il voto amministrativo di Roma del 2013. La teoria dell’agenda setting è dunque il secondo polo concettuale del volume. Mauro Wolf nella già citata mappa delle tendenze di studio più significative della ricerca sui media in Italia, ne parla in riferimento alla comunicazione politica, individuando in quest’ultima un altro asse strategico14. 13 Non a caso proprio in queste due città si sono affermate le prime configurazioni accademiche di studi sulle tematiche comunicative: il Corso di Perfezionamento in Sociologia delle Comunicazioni, istituito il 22 ottobre 1986 presso il Dipartimento (successivamente Facoltà) di Sociologia della Sapienza di Roma e la Scuola di specializzazione in Comunicazioni Sociali, attivata dal 1987 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. 14 Gli altri due filoni che sono stati centrali nella ricerca sui media in Italia tra gli anni Settanta e Novanta sono individuati da Wolf nella ricerca sul consumo televisivo e 16 Prefazione L’approfondita e documentata ricostruzione teorica sull’agenda setting tracciata nella prima parte di questo libro e l’indagine empirica sulle agende dei media locali presentata nella seconda parte non esauriscono tuttavia il loro potenziale nell’alveo della comunicazione politica. Lo studio più in generale propone un itinerario di approfondimento teorico, raccolta dati, analisi e riflessioni interpretative che permettono di verificare alcune ipotesi dell’agenda setting, collocarle nello specifico contesto dell’informazione locale (romana) e attualizzarle in un panorama reso ancor più complesso dalla presenza dei media digitali e di Internet. Tra i punti di innovazione del lavoro ci sono dunque una sistematizzazione delle riflessioni teoriche e delle ricerche che muovono dall’ipotesi dell’agenda setting e l’aggiornamento di alcuni assunti legati all’agenda dei media15, in generale e in particolare alla prova del web, anche tenendo conto delle indagini più recenti condotte soprattutto a livello internazionale, senza escludere l’agenda mediale complessiva. Le teorie sugli effetti16 hanno caratterizzato una lunga stagione degli studi di comunicazione, articolandosi in breve e lungo termine, secondo la ben nota ripartizione proposta dallo stesso Wolf17. I media studies sono stati caratterizzati da un’affascinante iperproduzione di teorie che, non casualmente, mediale e nello studio della fiction televisiva come sistema di rappresentazione culturale. 15 La ricerca documentata nella seconda parte del volume si è intenzionalmente concentrata sull’agenda dei media, pur in un quadro che ha preso in considerazione la relazione con l’agenda politica, senza indagare gli effetti sull’agenda del pubblico. Come chiarisce lo stesso autore, la scelta è derivata sia dall’obiettivo di circoscrivere il focus di indagine, sia dal fatto che alcuni limiti empirici legati al campionamento, alla numerosità e alla reperibilità dei soggetti da coinvolgere per analizzare le relazioni con l’agenda del pubblico avrebbero ostacolato il raggiungimento di risultati metodologicamente fondati. 16 Per una riflessione sulle teorie sugli effetti dei media sviluppatesi negli Stati Uniti e in Europa a partire dagli anni Venti del Novecento, si rinvia a S. CAPECCHI, L’audience attiva. Effetti e usi sociali dei media. Nuova edizione, Carocci, Bologna 2015. L’autrice lega la riflessione sugli effetti a quella sull’audience, dando ampio spazio agli studi etnografici su quest’ultima. 17 Si rinvia in particolare a M. WOLF, Teorie della comunicazione di massa, Bompiani, Milano 1985 e ID., Gli effetto sociali dei media, Bompiani, Milano 1992. Prefazione 17 si affermano quasi in anticipo rispetto alle conseguenze sociali della comunicazione, vivono le une sulle altre, al punto che alcune di esse non sarebbero concepibili senza i riferimenti precedenti, e hanno comunque il merito storico di accompagnare con la forza della parola e del pensiero i cambiamenti radicali vissuti dalle nostre società a partire dagli inizi del Novecento. Senza la profondità delle teorie, l’ambizione di cogliere il rapporto tra media e tecnologie si avvia presto alla frustrazione, cedendo alle mode o alla moltiplicazione di dati e parole nel teatrino del dibattito pubblico, mentre solo la sapienza del passato ci può far capire cosa dice la comunicazione della società italiana contemporanea. Dalle teorie occorre dunque ripartire, come fa questo volume, non trascurando il peculiare bisogno che gli uomini hanno di quell’esercizio di pensiero che chiamiamo interpretazione. Ciò non toglie la necessità di riprendere le teorie con cautela per verificarne la capacità di aver saputo correttamente orientare l’interpretazione della cangiante realtà e la loro tenuta rispetto ai cambiamenti sociali e culturali18. Se la fretta teorica e la liquidazione degli approcci scientifici del passato altro non sono che una variante del luddismo intellettuale sul passato e del licenziamento della tradizione, come ricorda Friedrich H. Tenbruck le teorie classiche vanno esaminate in relazione al contributo che sono ancora in grado di fornire per la comprensione del presente19. Nel lavoro di Andrea Pranovi, il ricorso alla letteratura classica e la rilettura dell’ipotesi dell’agenda setting da un lato e lo studio di come agisce l’agenda setting a livello locale dall’altro 18 È questo uno degli intenti del volume di M. MORCELLINI, Comunicazione e media, Egea, Milano 2013. Il libro è frutto di una riflessione di un gruppo di ricerca attivo presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza che ha scelto di sottoporre a una revisione drastica i giudizi buonisti, euforizzanti e forse troppo aperti all’idea che il cambiamento delle tecnologie avrebbe spazzato disuguaglianze e problemi di accesso paritario a risorse pregiate come la comunicazione. Al tempo stesso riflette su quanto le teorie sui media siano state capaci di leggere e anticipare il cambiamento e soprattutto quanto oggi abbiano la forza di leggere la realtà in continuo mutamento. 19 Cfr. F.H. TENBRUCK, Sociologia della cultura, Bulzoni, Roma 2002. La riflessione è ripresa da M. MORCELLINI, op. cit., 2013, a cui rinviamo. Prefazione 18 permettono non solo, come abbiamo già sottolineato, di verificare e aggiornare alcune riflessioni teoriche sulle teorie della comunicazione legate all’agenda dei media, ma anche di documentare come, a livello locale, agiscono le dinamiche di notiziabilità e copertura di issues di estrema attualità, quali immigrazione, cronaca nera e criminalità. Senza dimenticare di riprendere e verificare alcuni temi classici della letteratura sull’agenda setting, quali il differente potere di agenda dei diversi mezzi d’informazione, i livelli di complessità dell’informazione e le relazioni che intercorrono tra le agende dei diversi mezzi d’informazione, anche tenendo conto di quella della politica. Come mostra questo volume, le teorie classiche possono orientare la lettura dei processi contemporanei, svolgendo un ruolo che possiamo sintetizzare mutuando le parole adottate da Italo Calvino in riferimento ai libri: “è classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno. È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona”20. 20 I. CALVINO, Perché leggere i classici, Oscar Mondadori, Milano 1995, p. 12. Introduzione I mezzi d’informazione, nonostante le numerose e importanti trasformazioni che nel corso del tempo hanno interessato l’universo mediale, continuano a svolgere un ruolo fondamentale nei processi di costruzione sociale della realtà. Sono i mezzi di comunicazione, infatti, che ci permettono di conoscere cosa avviene al di fuori della nostra esperienza diretta: questo vale ovviamente per il mondo globalizzato, ma anche per le realtà locali. Anche in una metropoli come Roma la maggior parte delle notizie su ciò che accade all’interno della città proviene dai mass media. Ciò fa sì che il giornalismo locale continui ad avere un’importante funzione all’interno delle realtà territoriali. I media tradizionali, che con le nuove tecnologie possono imbattersi nel tentativo di offrire ai propri pubblici un’informazione sempre più completa, venendo meno le distanze spazio-temporali tra le redazioni e i luoghi in cui avvengono i fatti, stanno maturando la consapevolezza del grande valore dell’informazione locale, la quale, in una prospettiva “glocale”, può rappresentare, oggi più che in passato, un elemento di forte differenziazione sul mercato. Anche le testate che operano su internet, che sembra il media della globalizzazione per antonomasia, stanno scoprendo quanto sia prezioso offrire ai propri utenti notizie sul luogo in cui vivono, avviando così un nuovo genere giornalistico, l’hyperlocal journalism. Il punto di partenza di questo lavoro consiste nell’idea che i mezzi d’informazione locali in una città di vaste dimensioni come Roma contribuiscano in maniera notevole alla costruzione 19 20 Introduzione dell’agenda dei cittadini. Il caso delle elezioni amministrative del 2008, in cui l’enfatizzazione della criminalità da parte dei media fu determinante nel creare preoccupazione nei cittadini e nello spostare buona parte dell’elettorato a votare il candidato del centro-destra Gianni Alemanno, che proprio alla sicurezza aveva assegnato una posizione centrale nel suo programma, ne è senza dubbio una dimostrazione. L’approccio teorico che caratterizza le pagine che seguono è quello dell’ipotesi dell’agenda setting, uno dei principali contributi allo studio degli effetti sociali dei media e del loro ruolo nella costruzione sociale della realtà. Nel primo capitolo viene contestualizzato il paradigma teorico in cui è stata elaborata l’ipotesi dell’agenda setting. Sono poi approfondite le formulazioni iniziali della teoria e le prime ricerche empiriche. Il capitolo prosegue con l’analisi dei principali fattori che entrano in gioco nel processo di agenda setting: le attitudini e le predisposizioni personali degli individui; i contatti interpersonali; la centralità dei temi nell’agenda degli individui; il differente potere di agenda setting dei diversi mezzi d’informazione; i livelli di complessità dell’informazione; le differenze tra i vari segmenti che compongono il pubblico. Il secondo capitolo affronta il tema delle relazioni che intercorrono tra l’agenda dei mezzi d’informazione, l’agenda del pubblico e l’agenda della politica, illustrando i vari rapporti di interdipendenza che esistono tra le tre agende. Il capitolo è dedicato anche al cosiddetto “secondo livello” dell’agenda setting e, quindi, al concetto di framing: sono qui presentati una serie di studi che hanno indagato non soltanto l’influenza dei media sul pubblico in merito alla selezione e alla gerarchia dei temi, ma anche alle modalità di trattamento e tematizzazione delle notizie. Nel capitolo sono inoltre descritti i diversi limiti dell’ipotesi dell’agenda setting individuati dalla letteratura scientifica, le più recenti ricerche, in cui si prende in considerazione anche il web, e il rapporto tra gli studi sull’agenda setting e quelli sul newsmaking. Il terzo capitolo, invece, è incentrato sull’informazione locale a Roma. Per ciascun mezzo di informazione vengono riper-