Osserva la carta e la tabella della pagina precedente, le immagini qui riprodotte e poi rispondi alle domande. 1) In quali aree del mondo si diffonde l'agricoltura e l'allevamento tra il 9000 a.C. e il 4000 a. C.? ………………………………………………………………………………………………….. 2) In quale di queste trovi parecchi siti archeologici importanti? ………………………………………………………………………………………………….. 3) Quale fu il primo animale addomesticato? …………………………………………… 4) Descrivi le due immagini proposte. …………………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………. L'arte preistorica L'uomo del Neolitico dimostrò di possedere un gusto per il bello che nessun altro animale aveva mai espresso. Ancora oggi conserviamo numerose tracce della sua arte. Famose e di grande bellezza sono le pitture a colori trovate nelle grotte di Altamira in Spagna o di Lascaux in Francia. Frequenti sono anche disegni, graffiti o incisioni su rocce (come quelle ad esempio della Val Camonica in Italia). Piccole statue erano dedicate alle divinità femminili; gli studiosi le chiamano Veneri, dal nome latino della dea della bellezza e dell'amore. La loro diffusione fu enorme in tutto il mondo già nel Paleolitico e probabilmente rappresentavano una divinità, la Madre Terra. Rimangono poi resti archeologici come templi, recinti megalitici, cioè formati da enormi massi di pietra, ed edifici funerari, che servivano per il culto delle divinità. Tombe per la sepoltura dei morti furono costruite in tutto il mondo preistorico, spesso usando pietre di grandi dimensioni. Al loro interno sovente sono stati ritrovati oggetti appartenuti al morto o alla sua famiglia. Natura materiale e spirituale dell'uomo Il culto dei morti presso gli uomini primitivi indica che il sentimento religioso fu avvertito sin dagli inizi della civiltà. L'uomo sotterrando il cadavere di un suo simile, oppure bruciandolo e conservandone le ceneri in un vaso o in un'urna, dimostra infatti, di credere in una realtà non solo materiale. Egli agisce così perché è convinto di possedere una doppia natura, fìsica e spirituale, e pensa che quest'ultima possa godere di una forma di vita anche dopo la morte. Animismo e culto dei morti L'uomo preistorico attribuì una doppia natura non soltanto agli esseri umani, ma anche a tutte le componenti del mondo materiale. Una prima forma di religione si basò proprio sulla credenza che tutti gli esseri viventi (compresi gli animali e le piante) e talvolta anche grandi realtà naturali (fiumi, montagne) possedessero un principio vitale chiamato anima, accanto a una dimensione puramente materiale. Proprio per questo tale forma di religiosità viene detta animismo e porta a credere tutte le cose animate da spiriti, spesso caratterizzati da poteri superiori a quello degli uomini. Fonte: Enrico B. Stumpo, Silvia Cardini, Francesco Onorato, Le parole della storia. Dalla preistoria al Seicento. Firenze, Le Monnier, 2005 Nella Mezzaluna Fertile, il territorio compreso tra il Golfo Persico e l'Egitto, si crearono prima che altrove le condizioni per il passaggio dal villaggio alla città. La maggiore disponibilità di cibo provocò un aumento costante della popolazione e permise a una parte di essa di liberarsi dal lavoro dei campi e di dedicarsi ad attività artigianali e commerciali. Si attuò così la divisione del lavoro: grazie a questa si formarono le prime città. Gli abitanti delle città erano divisi in gruppi che avevano un diverso livello di ricchezza e potere: le classi sociali. La città era governata da un gruppo ristretto di sacerdoti o da un re. La città era il centro di governo e di ogni attività. L'invenzione della metallurgia, cioè del modo di lavorare i metalli, consentì di fabbricare armi e utensili più efficaci; ebbero impulso i commerci e nacquero figure di specialisti, come i fabbri e i mercanti. Si inaugurò così l'età dei metalli, divisi in età del rame, del bronzo e del ferro. Poiché la vita economica e amministrativa delle città diveniva sempre più complessa, sorse la necessità di ricordare i vari passaggi: nacque la scrittura, strumento di lavoro di una classe di funzionari, gli scribi, che acquisirono notevoli poteri. Nelle regioni bagnate dai grandi fiumi, grazie alla maggiore fertilità del terreno, si sviluppò prima che altrove la civiltà urbana. Questo accadde nella Mezzaluna Fertile (compresa tra i fiumi Nilo, Tigri ed Eufrate), in India e in Cina lungo l'Indo e il Fiume Giallo. Importanti civiltà si svilupparono anche su vasti altopiani dell'America centrale o in zone montagnose del Perù. Nella regione di Sumer, in una sepoltura di quasi 5000 anni fa, è stata trovata una scatola decorata con figure di conchiglia. Le due facce maggiori della scatola rappresentano l'una scene di pace, l'altra di guerra e si leggono da sinistra a destra e dal basso verso l'alto. In entrambe le facce la figura principale è il re, raffigurato più grande degli altri personaggi. 1) Quale immagine rappresenta la guerra, quale la pace? …………………………………………………………………………………………. 2) Riesci a riconoscere il re sulle strisce superiori di facce? 3) …………………………………………………………………………………………. entrambe le ………………………………………………………………………………………………… 3) Nella scena di pace vediamo una fila di persone che muovendo dal basso all'alto. a) Si tratta di guerrieri, sacerdoti, contadini ? ……………………………………………. si sta b) Essi portano oggetti e conducono animali. Quali animali hanno con sé? ………………………………………………………………………………………………… c) A chi li portano?…………………………………………………………………………….. d) Il re sta banchettando in compagnia dei suoi cortigiani. Sai riconoscere quest'ultimi? ………………………………………………………………………………………………… e) In questa fila, oltre al re e ai cortigiani, ci sono altre persone. Quali compiti svolgono? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 4) Osserva l'immagine seguente (dettaglio scena di guerra) e completa: 5) Osserva quest'altra immagine (dettaglio scena di guer soldati sono vestiti tutti allo stesso modo?. Descrivili brevemente. Sulla scatola sono raffigurate varie uerrieri, contadini, ecc. ). I loro compiti versi? E la loro ricchezza e il loro potere? categorie di persone nella società erano ugual In conclusione, le immagini rappresentano dunque una società in cui tutti sono uguali in cui ci sono differenze sociali importanti in cui le differenze sono minime I Sumeri La Mesopotamia, terra tra due fiumi II nome in greco di questa regione (meso e potamos) significa terra "compresa tra i fiumi". I due fiumi in questione sono il Tigri e l'Eufrate, che nascono tra il Caucaso e la penisola dell'Anatolia e, dopo un percorso quasi parallelo, si gettano nel golfo Persico. La prima civiltà sorta in Mesopotamia fu quella dei Sumeri che vi arrivarono nel 4'000 a. C, provenienti probabilmente dall'altipiano iraniano. I Sumeri, fondatori di città La principale caratteristica della civiltà sumera fu lo sviluppo delle città. Verso il 3'000 a. C. le principali città sumere erano Eridu, Lagash, Uruk, Higgur e Kish. Il tempio era il centro della vita sociale e l'edificio più importante delle città sumere: in esso si svolgevano i commerci, gli affari politici e si prendevano le decisioni più importanti. Le città erano indipendenti l'una dall'altra e talvolta in contrasto fra loro, quindi non si unirono mai per dare origine ad uno stato unico o ad un impero. Ognuna di esse era governata da un re. La società La maggior parte degli abitanti si guadagnava la vita facendo il contadino sulle terre del tempio. I sacerdoti amministravano le ricchezze della città in nome del dio protettore. Essi accumulavano e custodivano le scorte di cibo, regolavano i commerci e dirigevano le attività artigianali ((filatura e tessitura della lana e del lino). I sacerdoti erano dunque personaggi fondamentali della città sumera, perché provvedevano all'amministrazione interna della stessa città. L'altro personaggio fondamentale era quello del re, che si occupava dei rapporti con le altre città e soprattutto delle guerre. Le guerre tra città spesso si concludevano con dei saccheggi, che portavano nuove ricchezze al tempio dei vincitori. Le città erano abitate da funzionari, contabili e scribi al servizio del tempio. Una parte notevole della popolazione era poi costituita da artigiani e da mercanti, che commerciavano con tutta la Mesopotamia e con altre regioni dell'Oriente. I prigionieri di guerra formavano la categoria più in basso della scala sociale, quella degli schiavi. La religione I Sumeri adoravano le forze naturali e i beni materiali. Cielo, pioggia, vento e grano erano considerati dèi. Le divinità sumeriche sono fatte a immagine e somiglianza dell'uomo: sono cioè antropomorfi (dal greco ànthropos = uomo e morphé = forma). Le conoscenze tecniche e scientifiche dei Sumeri I Sumeri applicarono per primi la ruota e la vela ai trasporti di terra e d'acqua. Introdussero nella costruzione degli edifici l'uso dell'arco e della volta, sconosciuti agli Egizi e ignorato anche dai Greci. Per le loro costruzioni gli Egiziani si servivano della pietra; i Sumeri invece si servirono di mattoni d'argilla cotti al sole. I mattoni erano però un materiale molto fragile. Per questa ragione la maggior parte dei monumenti mesopotamici non si è conservata fino ai nostri giorni. Presso i Sumeri i segni grafici divennero sempre più stilizzati. Le lettere e i suoni non erano più rappresentati con dei disegni, ma con dei simboli a forma di lunghi chiodi o di cunei. Per questo motivo la scrittura sumera viene detta cuneiforme. I Sumeri non usavano il papiro; per scrivere si servivano di tavolette di argilla ancora tenera, che incidevano con uno stilo appuntito. L'argilla si induriva e conservava i segni incisi. Ancora oggi gli archeologi possono leggere le antiche tavolette sumere. L'astronomia come scienza vien fatta risalire ai Sumeri che studiarono il movimento delle stelle e dei pianeti e si resero conto che questio movimenti si ripetevano regolarmente nel tempo. Essi elaborarono anche un sistema per dividere il tempo che viene ancora oggi utilizzato (24 ore, divise in 60 minuti, divisi in 60 secondi). Questo sistema per dividere il tempo era basato sul numero 60. I Sumeri infatti avevano un sistema di numerazione diverso dal nostro che è a base dieci; il loro a base sessanta. Fonte: AA VV Nuova Storia, vol. I Milano, 1987. 1. Sulla carta: a. Metti il nome alla Mesopotamia e colora i fiumi Tigri ed Eufrate. b. C è un terzo fiume, quello che attraversa l'Egitto. Coloralo e scrivi il nome. e. Un altro piccolo fiume è il Giordano e attraversa la Palestina. Indica il nome sulla carta. d. Colora i mari e inserisci il nome del Mediterraneo e del Golfo Persico; quest' ultimo, allora, era più vasto. Coloralo fino all'antica linea di costa. e. A nord della Palestina, sulla costa del mar Mediterraneo, si trovano i monti del Libano; indicali scrivendo il loro nome sulla carta. f. Di fronte al Libano, nel mar Mediterraneo, c'è l'isola di Cipro. Inserisci il nome. 2. In quali due aree si trova il maggior numero di città? ………………………………………………………………………………………………… 3. Che tipi di territori sono quelli in cui ci sono diverse città? ………………………………………………………………………………………………… 1. Quali sono le due aree in cui le città sono più fitte? ………………………………………………………………………………………………… 2. In quali altre aree sono sorte delle città? ………………………………………………………………………………………………… 3. Il regno di Sargon I arrivava fino a Mari. I commerci raggiungevano il Mediterraneo. Una città come Ebla a che cosa poteva servire? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 1. Quali sono le aree in cui le città sono più fitte? ………………………………………………………………………………………………… 2. Quali sono le nuove aree in cui sono presenti delle città? ………………………………………………………………………………………………… 3. Il regno di Saragon I arriva fino ai mari.I commerci raggiungevano il Mediterraneo. Una città come Ebla a che cosa poteva servire? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… Riconosci le parti della città antica 1. Colora le mura. 2. Dove si trova il palazzo del re e della sua corte? C'è un indizio, pensa ai banchetti. 3. Colora i due templi (e il loro cortile sacro), di cui uno ha la ziggurat o torre a gradini (58 x 39 metri alla base, tre piani di altezza, il primo di 6, il secondo di 4 metri), che abbiamo aggiunto nella carta in base ai risultati degli scavi. 4. Indica quali sono le uscite dalla città che. secondo te, conducono al porto sull'Eufrate e colora, all'interno delle mura, i quartieri che vivono dei traffici e della pesca. 5. Dove si trovava probabilmente il quartiere in cui vivevano gli abitanti più ricchi? 6. Scrivi qui sotto le professioni di chi viveva nella città (l'elenco è già iniziato). Salute a te, o Nilo che sei uscito dalla terra, che sei venuto per far vivere l'Egitto! È lui che irriga i campi, che è creato da Ra per far vivere tutto il bestiame; che disseta il deserto, lontano dall'acqua. È lui che produce l'orzo e fa nascere il grano, perché siano in festa i templi. Quando comincia ad alzare, il paese è in giubilo, tutti sono in gioia. Portatore di nutrimento, ricco di alimenti, creatore di ogni cosa buona, dal dolce odore, benigno(1) quando viene; è lui che fa divenire pieni i magazzini, che fa larghi i granai, che dà qualcosa ai poveri, che fa crescere gli alberi secondo il desiderio di ognuno e non si ha mancanza di essi. Quando è adirato, i sudditi sono indigenti (2), sono distrutti i cibi dell'anno. Prospero (3) è il tuo venire, prospero è il tuo venire, o Nilo, prospero è il tuo venire. Tu vieni per far vivere gli uomini e il bestiame con i tuoi prodotti dei campi. (E. Bresciani, Letteratura e poesia dell'Antico Egitto. Torino, Einaudi, 1969) (1 ) Di buona natura, che è ben disposto e favorevole (2) Chi si trova in uno stato di assoluta povertà, chi è bisognoso (3) Che porta benessere, agio, salute 1)Riporta dal testo 8 frasi che sottolineano l'importanza del Nilo nella vita degli Egizi. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 2) Riassumi, con parole tue, il ruolo del Nilo nell'Antico Egitto. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… Cosa significa "Quando incomincia ad alzare"? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 3) Cosa significa "Portatore di nutrimento, ricco di alimenti"? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… Gli Egizi L'Egitto, un dono del Nilo L'Egitto e la sua civiltà furono un dono del Nilo. Senza questo fiume, che nasce dai grandi laghi delle montagne dell'Africa centrale, l'Egitto sarebbe un deserto. Negli ultimi 2000 km del suo corso il Nilo forma una specie di stretta e lunghissima oasi, ricca di terre fertili. A circa 200 km dal mare Mediterraneo questa zona si allarga in un grande delta. La regione del delta era chiamata Basso Egitto, mentre la parte alta della valle, verso le sorgenti, era detta Alto Egitto. Essi furono due stati divisi, poi sì unificarono: nacque così un vero impero costruito intorno al Nilo che era anche la principale via di comunicazione. Le città furono edificate, sia nel Basso che nell'Alto Egitto, in prossimità delle sponde e del delta del fiume. L'economia A partire dal 3000 a. C. all'incirca, le popolazioni stabilitesi lungo il fiume unirono le loro forze per domare il Nilo. Esse sì dedicarono a complicati lavori di canalizzazioni per sfruttare al meglio le ristrette aree coltivabili. Si sviluppò così un'agricoltura assai florida, basata sulla coltivazione di cereali come l'orzo e il grano, legumi, frutta e verdura; ma si coltivavano anche il lino per fabbricare tessuti e la vite per il vino. Si allevavano buoi, pecore e asini. Le acque del Nilo erano poi ricche di pesci, mentre nei territori circostanti abbondava la selvaggina. La caccia e la pesca contribuivano quindi all'economia alimentare degli Egiziani che si dedicarono pure alla fabbricazione di prodotti artigianali e agli scambi commerciali. A partire dal 1200 a. C. cominciava per 1' Egitto un lungo periodo di decadenza che si concludeva con la perdita dell'indi pendenza (31 a. C. ) La vita quotidiana Il ritrovamento di un gran numero di oggetti, la possibilità di leggere i moltissimi documenti scritti che ci sono pervenuti, hanno permesso agli studiosi di tracciare un quadro sufficientemente preciso della vita dell' uomo nel!' antico Egitto. Il lavoro fu regolato in periodi di dieci giorni: otto di lavoro, due di riposo. La casa fu in legno o in mattoni, a un unico piano con una, o due o tre stanze; ebbe di solito una cantina e un terrazzo; l'arredamento fu povero: un letto, pochi sgabelli, alcuni vasi, un tavolo. Le città e i villaggi sorsero di solito su un lato del Nilo; sul lato opposto vi fu il cimitero. L'abbigliamento fu scarso e comune a quasi tutta la popolazione: un drappo di tela annodato attorno ai fianchi, una veste quasi sempre di lino, un paio di sandali; poco usati i copricapo, molte le parrucche e le barbe finte; i capelli furono di solito tenuti corti. Le scuole furono abbastanza diffuse: si imparava la lingua (attraverso i dettati, la copiatura di testi, i riassunti) e la matematica. La religione La religione egizia era politeista; questo popolo credeva infatti in molti dèi. Nella fase più antica adoravano divinità a forma di animali come lo sciacallo, lo sparviero, l'ibis, il coccodrillo, il gatto e le rappresentavano con la testa dell'animale e il corpo di uomo. Gli animali che venivano divinizzati erano i più utili all'uomo: il coccodrillo segnalava l'approssimarsi delle piene del Nilo; l'ibis eliminava Ì serpenti; lo sciacallo teneva pulite le rive del fiume da carogne e rifiuti; lo sparviero e il gatto combattevano topi ed altri roditori, che avrebbero divorato le scorte di cereali. Oggetto di particolare venerazione era poi Api, un toro nero con una macchia bianca a forma di stella sulla fronte. Tre divinità importanti erano Osiride, Iside e Horus, che formavano una triade benefica, a cui si contrapponeva il dio delle tenebre, Seth. Fondamentale importanza aveva Ra, il dio-sole, poiché - come già è stato detto - il faraone era considerato suo figlio. La convinzione che la vita continuasse oltre la morte portò gli Egiziani a dedicare particolare attenzione al culto dell'oltretomba. Essi, infatti, imbalsamavano i corpi dei morti, li seppellivano con gli oggetti d'uso quotidiano, affrescavano le tombe con scene di vita dei defunti. E per i loro sovrani crearono monumenti grandiosi giunti fino a noi: le piramidi. Le conoscenze tecniche e scientifiche Il culto dei morti testimonia non solo le credenze religiose, ma anche le |approfondite conoscenze tecniche degli Egizi. La mummificazione dei cadaveri per mezzo di balsami richiedeva infatti notevoli conoscenze di anatomia, di biologia, di erboristeria. Le piramidi e gli altri monumenti funerari rivelano l'abilità come architetti, la maestria nell'uso della squadra e del filo a piombo. Gli Egiziani erano anche abili costruttori di barche, sapevano filare e tessere, lavoravano con precisione e gusto i metalli, erano orafi provetti. Essi crearono un tipo particolare di scrittura: i geroglifici che erano degli ideogrammi, vale a dire dei segni grafici che esprimevano un'idea, un concetto. Scrivevano su dei fogli ottenuti lavorando gli steli di una pianta che cresceva in abbondanza sulle rive del Nilo: il papiro. Gli Egiziani fondarono la geometria, nata con lo scopo di misurare il terreno sia per stabilire le tasse che ognuno doveva pagare che per fissare confini dei campi in quanto ad ogni inondazione del Nilo venivano spazzati via. Fonti principali: AA VV Nuova storia, vol. l. Milano 1987. Cantarella/Vanii/ Della Perula La memoria dell'uomo, vol. 1. Milano 1995) Egitto: le classi sociali L'organizzazione politica dell'Egitto era fortemente accentrata nella persona del faraone, sovrano assoluto, considerato figlio di Osiride e adorato egli stesso come un dio. Il sovrano, insieme ai sacerdoti, era il padrone di grandissime estensioni di terra; egli viveva nella reggia e per lui si costruivano templi grandiosi e tombe gigantesche. La nobiltà egizia era costituita da un gruppo abbastanza ampio di famiglie di grandi proprietari di terre, capi clan e capi militari delle numerose province dell'Egitto. Queste famiglie erano legate al re da un rapporto di fedeltà e sottomissione. C'erano poi i funzionari più alti della corte e dell'amministrazione dell'impero, gli ufficiali e i comandanti dell'esercito. La classe dei sacerdoti, addetti al culto presso i santuari del paese, era la più vicina al faraone, godeva di grande prestigio e di immense ricchezze: ai sacerdoti spettava infatti di amministrare i patrimoni dei templi. I sacerdoti erano istruiti fin da giovinetti. Fra le classi superiori, quella militare godeva di minor importanza. La massa dei soldati era per Io più formata da mercenari stranieri e solo gli ufficiali erano egiziani. Ai soldati venivano concessi appezzamenti di terra per vivere nei periodi di pace e questi erano trasmessi di padre in figlio, assieme al mestiere. Molto potente era invece la classe degli scribi. La carriera Esercizio poteva essere brillante o modesta, a seconda delle sue Ordina le figure sociali secondo capacità, ma gli garantiva l'importanza politica e le ricchezze comunque molti privilegi. La possedute maggioranza della popolazione era però formata da contadini e schiavi. Le loro condizioni di vita erano ugualmente misere, anche se i primi erano giuridicamente liberi, potevano sposarsi, avere figli e possedere, a volte, un campicello e qualche animale. I secondi, per lo più prigionieri di guerra erano impiegati soprattutto nelle miniere e nelle cave di pietra e, insieme ai contadini (nei periodi di riposo agricolo), costruivano i grandi monumenti per il faraone. Nelle città abitavano gli operai che vivevano in povertà, i commercianti e gli artigiani (gioiellieri, incisori, ceramisti) più agiati. Osserva la cronologia e le immagini e poi rispondi alle domande: 1) L'Egitto è sempre stato unito in un solo grande regno? 2) In che periodo e da chi furono costruite le prime piramidi in pietra? In generale, a che cosa servivano? 3) Dal disegno puoi stabilire per chi era stata costruita quella piramide? 4) Dentro la piramide vi era un "cunicolo scavato dai ladri". Come mai i ladri erano interessati alle piramidi? 5) Da chi furono costruiti i due templi di Abu - Simbel? Quando? Descrivi le due facciate dei templi rappresentati nelle fotografie. Gli Ebrei La Palestina La Palestina è percorsa dal fiume Giordano che scorre in una profonda depressione, forma il lago di Tiberiade e sfocia nel mar Morto (in realtà si tratta di un lago salato). Ad ovest, lungo la costa mediterranea, vi è una stretta e fertile pianura, ad est invece si stendono zone desertiche. In questo territorio, dalle condizioni geografiche non molto felici, si stabilì il popolo degli Ebrei. La storia narrata dalla Bibbia Le tradizioni storiche degli Ebrei ci sono note grazie alla testimonianza diretta che essi ci hanno lasciato nel loro libro sacro, la Bibbia. Le prime vicende di questo popolo ebbero inizio in Mesopotamia nel 1900 a. C: dalla città di Ur, guidati da Abramo, per volere di Dio, gli Ebrei raggiunsero la Palestina; si spostarono quindi in Egitto ma non s'integrarono mai con le popolazioni locali: l'ostilità crescente dei faraoni spinse gli Ebrei, sotto la guida di Mosè, ad abbandonare l'Egitto. Tornati in Palestina (1200 a. C. ) dovettero combattere con vari popoli vicini: il potere politico e militare fu affidato, in questo periodo di guerre, ai "giudici", capi eletti per le loro virtù morali e religiose. Successivamente le dodici tribù del popolo ebraico si fusero in una monarchia unitaria, sotto il re Saul, che organizzò lo stato. David, suo successore, sconfisse i Filistei e conquistò Gerusalemme che divenne il centro politico del regno. Il figlio Salomone governò con equità uno stato forte e pacifico: i commerci con i vicini Fenici fu fiorente. Il re fece costruire a Gerusalemme la propria reggia e il Tempio. Alla sua morte lo stato si divise e l'indebolimento che ne seguì provocò la rovina degli Ebrei: occupazione da parte di popoli vicini, trasferimento forzato, perdita della propria indipendenza. Nel I secolo a. C. infine, i Romani occuparono la Palestina e nel secolo successivo distrussero il Tempio e costrinsero gli Ebrei, che si erano ribellati, a lasciare la propria terra e a disperdersi nel mondo (diaspora). Una religione diversa dalle altre Dal punto di vista religioso gli Ebrei vissero un'esperienza originale che li distinse dagli altri popoli: essi furono infatti monoteisti, credevano cioè nell'esistenza di un solo dio, Jahwé (in ebraico Colui che è). Jahwé è onnipotente, invisibile, eterno, giusto e misericordioso; non può essere rappresentato in alcun modo e il suo nome non può essere pronunciato. La sua volontà era espressa nei Dieci Comandamenti e nella Bibbia. Aspetti della civiltà ebraica In origine nomadi e pastori, gli Ebrei erano divenuti a poco a poco sedentari e agricoltori, restando per lunghissimo tempo legati ad una vita semplice, nel corso della quale ogni famiglia provvedeva al proprio fabbisogno di cibi, vestiti e abitazioni. Gli Ebrei non furono mai né architetti, né praticarono arte alcuna, fatta eccezione per la musica, che allietava le feste familiari e soprattutto quelle religiose. Furono comunque abili nella lavorazione dei metalli e nell'intaglio dell'avorio. (Fonti principali: Brancatì Fare storia vol. l. Firenze 1985; Mallarinì / Morone / Alterocca Gli uomini nel tempo vol. 1. Torino 1990) I Fenici La terra, gli abitanti A nord della Palestina, sul Mediterraneo, vi è una striscia di terra poco fertile, chiusa alle spalle da un'alta catena di montagne (Monti del Libano). Le coste sono ricche di insenature e di porti naturali; la vegetazione, scarsa in prossimità del mare, aumenta verso l'interno, fino a divenire fitta sulle montagne, dove grandi foreste si stendono lungo l'intera zona. A partire dal 2000 a. C. circa quella regione fu abitata. Le genti del luogo furono i Fenici. Una storia sul mare I Fenici vissero su di una terra circondata dai grandi imperi assiro, babilonese, egizio, e non ebbero quindi alcuna possibilità di espandersi verso l'interno; abitarono una regione assolata, arida, con un'agricoltura che difficilmente dava da vivere; di fronte ebbero il mare; alle spalle le foreste, ricche di legname. La storia dei Fenici fu tutta sul mare. Divenuti i più abili e competenti marinai e costruttori di navi, iniziarono a solcare il Mediterraneo, fondando città e colonie. La scrittura alfabetica I Fenici crearono un sistema di scrittura alfabetico più semplice di quello geroglifico egiziano e di quello cuneiforme mesopotamico, che si diffuse poi rapidamente in tutto l'Occidente mediterraneo. I Fenici si limitavano a scrivere le consonanti. I segni per le vocali furono poi introdotti dai Greci. L'economia Base dell'attività dei Fenici fu il commercio: comperarono, trasportarono e vendettero oro, argento, stagno, rame, schiavi, profumi, cotone, sete, gioielli, lino, grano, legname, sostanze coloranti. I Fenici furono molto abili nella ri elaborazione delle materie prime raccolte nei mercati oltremarini come l'avorio e le pietre preziose; diedero impulso alla produzione della porpora, un colorante che estraevano da un particolare genere di molluschi, ricercatissimo per tingere di rosso i tessuti. Divennero tanto famosi per questo prodotto che i Greci li chiamarono Fenici (cioè "porporini"), da "foinix", che in greco vuol dire porpora. Un'altra attività caratteristica del mondo fenicio fu quella del vetro. Importanti furono ancora la produzione di oggetti in ceramica, l'esportazione e la lavorazione del legname, la pesca. Governo e religione Fino all'800 a. C. circa le città fenicie (Tiro, Sidone, Biblo), che non furono mai unite in un solo stato perché ognuna indipendente e governata da un re, dominarono le rotte mediterranee; poi, a partire dal 600 a. C. circa, lentamente decaddero, fino a morire definitivamente quando i Greci si affermarono su quei mari. Assunse grandissima importanza, fino a controllare un vero impero, Cartagine, città fondata dagli stessi Fenici. L'unico legame fra le città fenicie era costituito dalla religione. Questo popolo venerava molti dèi; fra i riti eccezionali, quando la gravità della situazione richiedeva interventi religiosi di maggior incisività, fu il rito dei sacrifìci umani, più in particolare di fanciulli. Vita sociale Nella società fenicia esisteva la schiavitù e vi erano anche categorie sociali più fortunate: quella dei commercianti, degli armatori e dei proprietari di terre che dovevano la propria potenza alle ricchezze accumulate con la loro particolare attività; il resto del popolo si dedicava a tutti gli altri lavori, ma ciascuno aveva la possibilità di migliorare la propria condizione sociale ed economica. Fonti principali: C. Cartiglia, Storia e lavoro storico, vol. l. Torino 1985; AA VV, Fenici. Milano 1988. Nave da trasporto fenicia Elemento di una collana in pasta vitrea. Fontana Noa,Olbia (Sardegna) Nascita ed evoluzione della scrittura La prima forma di scrittura conosciuta è quella pittografica dove i segni richiamano direttamente l'idea della cosa, persona o azione rappresentata. La scrittura è ideografica invece quando i segni non significano ciò che rappresentano, ma ciò che richiamano. Ad esempio, l'occhio è pittogramma quando indica "occhio", è ideogramma quando richiama l'idea di "vedere". La scrittura alfabetica è l'ultima comparsa in ordine di tempo. Essa è il risultato di elaborazioni e semplificazioni di più antiche forme di scrittura: infatti, con un numero ridotto di segni, è possibile scrivere una grande quantità di parole ed esprimere concetti astratti e complessi. Le funzioni delia scrittura La scrittura non è sempre stata uno strumento di comunicazione tra gli uomini, ma viceversa li ha spesso separati fra quelli che la conoscevano e quelli che la ignoravano. La scrittura è stata per lungo tempo monopolio di scribi e sacerdoti, soprattutto in Mesopotamia ed in Egitto, che assicurò loro grande prestigio e potere. Tutti gli storici concordano nel collegare l'invenzione della scrittura nel mondo mediterraneo ai bisogni economici nel senso di contabilizzare i prodotti che vengono immagazzinati. La scrittura serve per codificare le leggi dello stato e della divinità. I materiali su cui l'uomo ha scritto sono la pietra, l'argilla, il legno, il papiro, la pergamena e la carta di riso. HAMMURABI Il regno di Hammurabi va probabilmente dal 1792 al 1750 a. C. Babilonia era diventata una città più importante da circa 100 anni quando egli salì al trono. Dato che i Babilonesi avevano l'abitudine di indicare l'anno con un grande avvenimento che si era svolto, possiamo sapere abbastanza bene cosa successe di importante durante il regno di Hammurabi. Tra il 1786 e il 1782 conquistò diverse città, tra cui la sumera Uruk. Tra il 1781 e il 1764 si dedicò a rafforzare le mura di varie città e ad abbellire la sua capitale, Babilonia. L'anno 1771 a. C. è ricordato come quello della "statua di Hammurabi re di giustizia"; il re si occupò di far scavare canali per rifornire di acqua i campi e le città. Tra il 1763 e il 1760, il re sconfisse gli Assiri e gli altri popoli della Mesopotamia per conquistare da ultimo anche la città di Mari, sua alleata fino ad allora. Negli ultimi 10 anni di regno si preoccupò di riordinare il governo e l'economia. Suddivise il paese in distretti, nominò funzionari di sua fiducia per amministrarli, creò un' organizzazione stabile di corrieri per restare in continuo contatto con loro. Raccolse le sentenze emesse e le fece incidere su una stele (che è riprodotta sulla pag. 1), nella quale il re riceve dal dio del sole, della luce e della giustizia Shamash il bastone e il cerchio, simboli del potere regale. Essa è passata alla storia con il nome di Codice di Hammurabi. Sono 282 gli articoli relativi ad altrettanti casi giudiziari ed è il risultato del lavoro di un gruppo di esperti. Alcune sentenze del Codice di Hammurabi Se un uomo libero cava un occhio a un suo pari, gli si caverà un occhio. Se spezza un osso a un suo pari, gli si spezzerà un osso. Se fa cadere un dente a un suo pari, gli si toglierà un suo dente. Se un uomo libero cava un occhio o spezza un osso o fa cadere un dente a un uomo semilibero pagherà una mina d'argento. Se uno schiavo percuote la guancia del figlio di un uomo libero gli si taglierà un orecchio. Se durante un intervento chirurgico un uomo muore o perde un occhio, il chirurgo sia condannato al taglio della mano. Se durante un intervento chirurgico lo schiavo perde un occhio, il chirurgo risarcisce il padrone con una somma pari alla metà del valore dello schiavo. Se moglie e figlio vengono venduti o dati in pegno a causa di un debito, devono essere liberati dopo tre anni di servitù. Se l'uomo si è allontanato e non c'è sussistenza in casa, sua moglie può entrare nella casa di un altro uomo; quella donna non riceverà punizione. Se uno avrà comprato o avrà ricevuto in deposito senza testimoni né contratto argento, oro, schiavo, schiava, bue, pecora, asino o qualunque altro bene dalla mano di un libero o di uno schiavo, costui è un ladro. Sarà ucciso. Se un agente d'affari durante un viaggio riscatta un soldato prigioniero e lo riconduce nella sua città verrà pagato; dal soldato se nella sua casa c'è di che pagare; dal tesoro del tempio della città; se nemmeno questo può pagare, sarà il palazzo del re a farlo. Fonti: - Pelio Fronzaroli "Hammurabi" in: I Protagonisti voi. 1, Roma 1966; - I Millenni, v. 1, Milano Vallardi 1967; -Alba Rosa Leone, Orientarsi nella nuova storia voi. 1 a, Sansoni 1998. Ramesse II è il terzo faraone della XIX dinastia. Il suo nome significa "Ra lo ha generato" e lo collega direttamente al dio Sole. Sappiamo che il suo regno durò all'incirca dal 1290 al 1224 a. C. grazie ad un documento, il "Papiro regio" conservato al Museo Egizio di Torino, che porta l'elenco dei faraoni dal mitico Mene, fondatore dell'Egitto, a Ramesse. L'Egitto aveva vissuto un periodo molto difficile dapprima a causa dell invasione degli Hyksos e poi sotto la XVIII dinastia quando Ekhnaton aveva cercato di cambiare la religione e molti aspetti del modo di vivere degli Egizi. Ramesse II nei suoi primi anni di regno dovette combattere con gli altri grandi popoli che dominavano nelle regioni vicine: gli Hittiti nell'Anatolia, gli Hurriti in Mesopotamia settentrionale e i Cassiti in quella meridionale. Spicca, nel suo 5°anno di regno, la battaglia di Qadesh. Di essa ci restano numerose informazioni; in quelle egizie la battaglia si conclude con una vittoria dovuta all'atteggiamento eroico di Ramesse, mentre in quelle di fonte hittita (tavolette trovate nell'archivio del palazzo reale scavato a Bogazkòy, nome attuale dell'antica capitale hittita) risulta che gli Egizi vennero respinti. Gli scontri con gli Hittiti continuarono per anni. Nel frattempo Ramesse II sviluppava un piano di costruzioni di templi. Nel 21° anno di regno, il re hittita Khattusili, minacciato dagli Assiri, propone a Ramesse un trattato di pace che questi accetta. Tredici anni dopo sposerà anche una figlia del re hittita. Innumerevoli sono le costruzioni realizzate durante il regno; ricordiamo i templi di Abu Simbel, la facciata e gli obelischi di Luqsor, il Ramesseo e la tomba della regina Nefertari. Gli ultimi anni del regno di Ramesse II sono burrascosi perché si vanno rafforzando le incursioni dei cosiddetti "Popoli del mare", che costituiranno un vero flagello per l'intera regione del Mediterraneo orientale; l'impero hittita crollerà e gli stessi Egizi dovranno abbandonare le coste della Palestina e della Siria. Ramesse II diventa subito un personaggio idealizzato. Un secolo dopo la sua morte gli allievi scribi ricopiano ancora con venerazione i titoli che gli erano attribuiti. Fonti: Sergio Bosticco, "Ramesse II" in I Protagonisti, vol. I, Milano CEI 1966; Cantarella-Vami-Della Peruta, La memoria dell'uomo, vol. 1, Torino Einaudi 1995. Verso l'inizio del 2° millennio avanti Cristo gli Achei invadono la penisola greca Costruiscono città con mura di grandi dimensioni (ciclopiche); le principali sono Tirinto e Micene (da cui il nome di civiltà micenea) Verso il XII secolo a. C. gli Achei vengono sopraffatti da una nuova invasione, quella dei Dori. Gli Achei estendono la loro influenza nell'Egeo e sulle coste dell'Anatolia: attorno al XIII secolo a. C. ha luogo la guerra di Troia. Nel XV secolo a. C. Creta viene invasa dagli Achei; con l'esplosione vulcanica di Thera e il terremoto del 1450 aC. la civiltà cretese decade definitivamente 1Hemeroskopeion 7 Neapolis 13 Sibari 19 Syrakus 25 Bisanzio 31 Theodosia 37 Sinope 44 Nagidos 45 Kelendens 2 Artemision 8 Poseidonia 14 Crotone 20 Selinus 26 Mesembria 32 Tanais 38 Heraklea 3 Emporion 9 Elea 15 Lokri 21 Akragas 27 Istros 33 Pontikapaon 39 Kalchedon 46 Apollonia 4 Massilia 10 Pyxus 16 Rhegion 22 Epidamnos 28 Tyras 34 Phasis 40 Lampsakos 47 Kyrene 17 Naxos 23 Abdera 29 Olbia 35 Trapezunte 41 Phaselis 48 Barka 24 Anos 30 Chersonesos 36 Kerasus 42 Aspendos 49 Taucheira 43 Side 50 Euhesperides 5 Nikae 11 Taranto 6 Kyme 12 Metaponto 18 MegaraHyblaea Domande: 1) Colora il territorio greco da cui ha origine la colonizzazione. 2) In quale regione sono più concentrate le colonie? 3) Perché le colonie greche sulla costa africana sono tutte riunite nella Cirenaica e non se ne trovano più a ovest? Hai altre carte che vi possono permettere di rispondere? 4) Le colonie greche si trovano tutte lungo le coste del mar Mediterraneo e del mar Nero. Come mai? 4) Indica il nome attuale delle città che hanno il numero 4 e 7. Ad ATENE ogni 4 anni si svolgevano i Giochi Panatenaici in onore della dea Atena. A DELFI ogni 4 anni si svolgevano i Giochi Delfici in onore del dio Apollo. A CORINTO ogni 2 anni si svolgevano i Giochi Istmici in onore del dio Poseidone. A NEMEA ogni 3 anni si svolgevano i Giochi Nemei in onore del dio Zeus. A OLIMPIA ogni 4 anni si svolgevano i Giochi Olimpici in onore del dio Zeus. I LUOGHI DELLA POLIS: L'ACROPOLI E L'AGORA DI ATENE Mentre nelle città sumeriche il mercato si trovava all'interno del tempio, nella Polis greca i luoghi sacri e quelli in cui si svolgevano attività economiche e sociali risiedevano in luoghi separati. L'acropoli, situata su una rocca, era il nucleo più prestigioso della città. I Greci trascurarono le abitazioni private, accontentandosi di case povere, ma dedicavano molta cura ai monumenti pubblici che rappresentavano la loro città di fronte ai mondo. L'agorà fu all'inizio un luogo di riunione in cui la collettività esercitava le sue funzioni pubbliche; ad Atene, quando la sede delle assemblee popolari fu trasferita sulla collina della Pnice, divenne soprattutto luogo di mercato. Intorno all'agorà la città si espandeva senza un piano, con un reticolo di vie in cui era difficile districarsi e su cui si affacciavano indifferentemente costruzioni povere ed edifici più dignitosi. Esercizi 1) Cerca sul dizionario il significato di "acropoli" e, in base agli edifici costruiti che vedi sia sulla pianta sia nelle foto, indica a che cosa serviva. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 2) Cerca poi il significato di "agorà" e, sempre in base agli edifici costruiti che vedi, indica due principali funzioni della stessa ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… I LUOGHI DELLA POLIS: L'ACROPOLI E L'AGORA DI ATENE Mentre nelle città sumeriche il mercato si trovava all'interno del tempio, nella Polis greca i luoghi sacri e quelli in cui si svolgevano attività economiche e sociali risiedevano in luoghi separati. L'acropoli, situata su una rocca, era il nucleo più prestigioso della città. I Greci trascurarono le abitazioni private, accontentandosi di case povere, ma dedicavano molta cura ai monumenti pubblici che rappresentavano la loro città di fronte al mondo. L'agorà fu all'inizio un luogo di riunione in cui la collettività esercitava le sue funzioni pubbliche; ad Atene, quando la sede delle assemblee popolari fu trasferita sulla collina della Pnice, divenne soprattutto luogo di mercato. Intorno all'agorà la città si espandeva senza un piano, con un reticolo di vie in cui era difficile districarsi e su cui si affacciavano indifferentemente costruzioni povere ed edifici più dignitosi. Esercizi 1) Cerca sul dizionario il significato di "acropoli" e, in base agli edifici costruiti che vedi sia sulla pianta sia nelle foto, indica a che cosa serviva. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 2) Cerca poi il significato di "agorà" e, sempre in base agli edifici costruiti che vedi, indica almeno due funzioni della stessa. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… LA DEMOCRAZIA ATENIESE Atene e i suoi abitanti Atene è la città della Grecia più antica e famosa. Era situata in una regione chiamata Attica, ad 8 km dal mare. A metà del V secolo a. C. era la più importante polis (città-stato): ogni città non era solo un centro urbano, ma anche un vero e proprio stato, con le sue istituzioni (consigli di persone che decidevano la pace o la guerra e come amministrare la città), le sue leggi e il suo esercito. L'attività del governare e dell'amministrare una città è detta politica, termine che deriva appunto da polis. Ad Atene e nel suo territorio (Attica) vivevano all'incirca 300000 abitanti. Circa la metà di questi erano schiavi; gli altri 150000 erano persone libere e potevano essere cittadini, meteci (stranieri), barbari. Vediamo quali erano le caratteristiche di questi gruppi di persone. Gli schiavi, uomini e donne, non erano considerati persone, ma oggetti o merce, potevano essere comperati o venduti, il prezzo dipendeva dall'età, dalle condizioni fisiche, dall'intelligenza, dalle capacità. Non avevano diritto di possedere nulla e non potevano partecipare in nessun modo al governo della città. Schiavi erano i prigionieri di guerra, i figli degli schiavi e quelli nati tra un uomo libero e una schiava. Tavoletta corinzia del VI secolo a. C. che rappresenta il lavoro di schiavi in una cava. Il lavoro nelle miniere e nelle cave era massacrante e stroncava nel giro di pochi anni gli schiavi in esse occupati. Erano al servizio degli uomini liberi e svolgevano tutte le attività dalle più umili e faticose a quelle più impegnative e difficili. Una metà circa viveva in campagna e una metà viveva in città. I meteci, uomini e donne, erano gli stranieri, cioè tutti coloro che erano nati fuori da Atene e dall'Attica, ma in territorio greco: anche i figli di questi, seppur nati ad Atene, continuavano a restare stranieri. Anche i figli, nati da matrimoni misti tra una straniera e un ateniese e viceversa, erano stranieri. I meteci erano persone libere, ma avevano alcune limitazioni: non potevano partecipare in alcun modo al governo della città e non potevano Artigiani al lavoro in una possedere terreni nel territorio di Atene. fucina Si dedicavano perciò all'artigianato, al commercio, al prestito, potevano essere proprietari di case e di schiavi, alcuni erano anche ricchi: non potevano essere armati, solo in caso di guerra venivano arruolati, ma in reparti separati. Tutti dovevano pagare una tassa sulla persona e questa tassa indicava l'appartenenza al gruppo dei meteci. I meteci assieme ai barbari (gli stranieri non greci e che non sapevano parlare greco) erano circa 60000 persone. Cittadini di Atene, erano tutti i nati ad Atene o in Attica figli di genitori entrambi cittadini ateniesi. Erano all'incirca 90000 di cui 60000 donne e bambini. Per quanto riguarda i loro diritti bisognerà fare una distinzione tra gli uomini e le donne. I maschi dopo il raggiungimento della maggiore età, 18 anni circa, potevano partecipare al governo di Atene; per alcune cariche dovevano aver raggiunto i 30 anni. Le donne invece erano escluse dalla vita politica. La maggior parte dei cittadini erano proprietari di terre, ma potevano essere anche artigiani, mercanti, ecc.; Donne al lavoro alcuni di loro erano ricchi, altri poveri. I più benestanti pagavano le tasse sulla ricchezza, ma solo quando Atene era in guerra e c'era bisogno di molto denaro. Ogni cittadino in base alle possibilità economiche doveva procurarsi un'armatura e aveva il diritto e il dovere di difendere la città in caso di guerra. Atene e il suo governo Quando nel V secolo a. C. Atene era una città splendida sia per l'arte sia per la cultura, dappertutto era famosa anche per la sua forma di governo, che chiamavano democrazia. Questa è infatti una parola di origine greca: "dèmos" = popolo e "kràtos" = potere; quindi potere del popolo, Clistene fu colui che realizzò la democrazia ateniese. Egli divise il territorio dell'Attica in 30 distretti: 10 distretti comprendevano Atene e il territorio circostante, 10 distretti comprendevano i territori della costa e 10 i territori dell'interno. Gli abitanti di Atene e dei dintorni erano i più ricchi, perché quelle terre erano le più fertili. Gli abitanti della costa stavano abbastanza bene, perché oltre che proprietari erano anche mercanti. Sicuramente i più poveri erano quelli dell'interno, perché erano pastori e le terre rendevano poco.. distene suddivise quindi ì trenta distretti in 10 tribù. Ogni tribù raggruppava i cittadini di tre distretti: uno della costa, uno dell'interno e uno di Atene. Così ogni tribù aveva al suo interno contadini e pescatori, proprietari terrieri e mercanti, ricchi e poveri. Da ogni tribù venivano estratti a sorte 50 cittadini, in tutto 500, che facevano parte di un consiglio (bulè); questi cittadini restavano in carica un solo anno e ricevevano uno stipendio, così vi potevano partecipare anche i più poveri. Il consiglio (bulè) aveva il compito di governare la città, ma tutte le decisioni o le proposte dovevano essere approvate dall'assemblea di tutti i cittadini (ecclèsia). L'ecclèsia comprendeva tutti i cittadini maschi che avevano compiuto i diciotto anni e aveva il compito di decidere su tutto ciò che veniva proposto dalla bulè. Inoltre tra i suoi membri venivano sorteggiati i cittadini per i vari incarichi. Per accedere alle cariche bisognava avere compiuto i trent'anni. Quasi tutti gli incarichi duravano un anno e non erano rinnovabili. Gli incaricati ricevevano uno stipendio per compensare la perdita di guadagno abituale, anche coloro che partecipavano all'ecclèsia ricevevano un'indennità giornaliera. L'ecclèsia si riuniva circa 40 volte all'anno in un grande spazio all'aperto chiamato Pnice. Il numero di persone che aveva il diritto di partecipare a questa assemblea si aggirava intorno alle 30000- 40000, ma mediamente erano presenti solo 5000 cittadini. I poveri che abitavano lontano da Atene e non potevano tornare a casa la sera, probabilmente non vi partecipavano mai o forse raramente. Nemmeno i vecchi e gli ammalati ci andavano. Le votazioni avvenivano per alzata di mano, dopo aver ascoltato tutti coloro che volevano intervenire per dire qualcosa sull'argomento di voto. Parlare bene era molto importante. Di solito gli oratori più bravi riuscivano a convincere la gente e diventavano anche famosi. 1) Leggi il documento "Ad Atene come si diventa cittadini" e segna con una crocetta la frase giusta. "Ora la città ha questo ordinamento. Fanno parte della popolazione politica vera e propria coloro che sono nati da genitori entrambi cittadini in senso pieno; vengono accolti nella cittadinanza quelli che hanno raggiunto i diciotto anni di età. Quando è ora di iscriverli sulle liste dei cittadini, gli abitanti del demo (villaggio) cui appartengono, dopo aver prestato giuramento, decidono con una votazione, se essi dimostrano l'età che è prescritta dalla legge - chè in caso contrario vengono rinviati tra i fanciulli - se sono liberi e se sono nati nelle modalità previste dalle leggi". (Aristotele La costituzione ad Atene) Si diventa cittadini ateniesi con tutti i diritti politici al compimento dei 18 anni. Vengono accolti nella cittadinanza i diciottenni che dimostrano la loro età, che sono liberi e che sono nati da entrambi i genitori cittadini. Cittadini ateniesi sono tutti i diciottenni che superano un esame. Diventano cittadini tutti i diciottenni che dimostrano la loro età, che sono liberi, che sono nati da entrambi i genitori cittadini e che hanno superato un esame. 2) Inserisci nello schema le parole e i numeri: meteci, schiavi, donne e bambini, cittadini; 30000, 60000, 60000 3) Colora i quadratini e le porzioni di grafico corrispondenti (rappresentate in %) con quattro colori diversi; nel secondo grafico colora la parte dì chi poteva partecipare e votare all'ecclèsia. 4) Leggi il documento "Elogio di Atene" e segna se le frasi sono vere o false. "La nostra costituzione non calca l'orma di leggi straniere. Noi piuttosto siamo d'esempio agli altri senza imitarli. Il suo nome è democrazia, perché affidiamo la città non ad un'oligarchia, ma a una più vasta cerchia di cittadini; ma in realtà le sue leggi danno a tutti indistintamente i medesimi diritti nella vita privata. Né avviene che la povertà offuschi il prestigio e arresti la carriera di chi può rendere buoni servigi alla città. Libera si svolge la vita politica nella nostra città" (Tucidide La guerra del Peloponneso) Vero Democrazia significa dare la possibilità di governare a una vasta cerchia di cittadini. La costituzione di Atene è stata copiata da leggi straniere. Tutti hanno i medesimi diritti nella vita privata. La povertà non impedisce di fare carriera. C'è libertà nella vita politica. Falso 5) Sottolinea ciò che era indispensabile per essere cittadino ateniese; bisognava essere straniero ricco libero donna dei posto povero schiavo uomo bisognava avere più di 18 anni genitori entrambi cittadini terre in proprietà meno di 18 anni un genitore cittadino non avere terre 6) Hai qui un elenco di frasi che si riferiscono alla bulè o all'ecclèsia; scrivile al posto giusto. non poteva prendere decisioni; comprendeva tutti i cittadini maschi che avevano compiuto i 18 anni; era formata da 500 cittadini maschi con più di 30 anni; l'incarico durava un anno; decideva su tutte le proposte; i membri, 50 per ogni tribù, venivano estratti a sorte; erano presenti di solito 5000 persone; la partecipazione durava tutta la vita; si riuniva 40 volte all'anno circa; formulava proposte e le sottoponeva all'assemblea per l'approvazione; i membri ricevevano uno stipendio; i partecipanti ricevevano un'indennità giornaliera. Bulè ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… Ecclèsia ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 7) Per concludere, democrazia significa “potere del popolo”; spiega con tue parole se ad Atene c’era una vera democrazia ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 1) Esegui l'esercizio seguente completando la tabella Archimede Aristofane Data di nascita e di morte (o secolo in 287cui a. è C.vissuto) - 2 1 2 a. C. 446 a. C. - 385 a. C. Aristotele Erodoto "Professione" scrittore di commedie Gli uccelli, Nuvole filosofo Etica, Politica 484 a. C. - 430 a. C. Eschilo scrittore di tragedie Esiodo VIII - VII secolo a. C. poeta Le opere e i giorni, Teogonia Euclide IlI secolo a. C. matematico Elementi Euripide 485 a. C. - 406 a. C. scrittore di tragedie Medea, Ifigenia in Aulide Fidia Atena Parthenos, Afrodite Urania Ippocrate Aforismi, Trattato sulle fratture Mirone V secolo a. C. Omero VIII - VII secolo a. C. Pericle scultore Discobolo, Atena e Marsia 495 a. C. - 429 a. C. politico ********* Pindaro 518 a. C. - 4 3 8 a. C. poeta lirico Epinìci Pitagora 570 a. C. - 500 a. C. matematico Teorema di Pitagora Platone 428 a. C. - 348 a. C. filosofo Gorgia, Repubblica Policleto V secolo a. C. scultore Doriforo, Amazzone Saffo VII - VI secolo a. C. Poesie liriche, Odi Socrate 2) Opere (una o due) oppure scoperte per cui sono famosi Trattato dei corpi galleggianti ********* Sofocle 497 a. C. - 406 a. C. scrittore di tragedie Tolomeo Il secolo d. C. astronomo Tucidide 460 a. C. - 396 a. C. storico Antigone, Edipo re Guerra del Peloponneso In quale secolo operarono la maggior parte di questi personaggi?......................................................... La civiltà greca e l'Europa In un libro che si intitola "L'Europa raccontata ai ragazzi", uno dei più famosi storici di oggi, Jacques Le Goff, spiega l'importanza che i greci hanno avuto per la storia dell'Europa. "L'eredità più importante ricevuta dalla Grecia antica è l'amore per la democrazia (parola che significa governo del popolo), l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e nella partecipazione alla vita pubblica. L'Europa è il continente più democratico, anche se, nel tempo trascorso da quando vissero i greci, la democrazia ha avuto momenti di terribile regresso o è stata duramente osteggiata, e ancora oggi siamo lontani da una democrazia perfetta in tutta Europa. I greci sono stati i primi grandi scienziati e filosofi dell' Europa. Hanno cercato di raggiungere la verità e la saggezza. Nelle scienze sono stati soprattutto grandi matematici, e ancora oggi, a scuola, vengono insegnati il teorema di Euclide, di Pitagora e la legge di Archimede. Come filosofi hanno soprattutto cercato, seguendo l'insegnamento di Socrate, di far in modo che l'uomo imparasse a conoscersi: "Conosci te stesso. " Veneravano delle divinità, ma per essi l'uomo era al centro dell'universo. Hanno insegnato agli europei a sviluppare i valori positivi e le potenzialità che l'uomo possiede, a essere degli "umanisti". Quando il cristianesimo ha voluto insegnare agli europei a essere principalmente uomini che hanno fede in un solo dio, la lezione di saggezza dei greci, l'importanza della ragione e dello spirito critico non sono state dimenticate. I greci e i romani ritenevano che l'idea della centralità dell'uomo dovesse spingerlo ad esercitare non soltanto la mente ma anche il corpo. Sono stati i greci a inventare i giochi olimpici, ripristinati alla fine del secolo XIX, perché vi partecipassero tutti i maggiori atleti del mondo, ma principalmente d'Europa. I greci sono stati anche appassionati cultori della bellezza. La figura umana è, fra tutto ciò che è presente in natura, quella che si avvicina di più alla perfezione: sculture e dipinti hanno sempre al centro l'uomo. Per secoli gli architetti hanno preso a modello i templi greci II teatro nasce in Grecia, più precisamente nell'Atene democratica, durante il periodo delle guerre persiane. Nella lingua si utilizzano una grande quantità di parole che derivano dal greco. L'eredità greca è stata divulgata in Europa dai romani. " Pericle nasce ad Atene e appartiene ad una famiglia importante della città. Sono anni che vedono crescere la forza del grande Impero dei Persiani. Nel 490 a. C. l'imperatore Dario parte con 25'000 soldati per punire Atene che aveva aiutato la città di Mileto a ribellarsi. A Maratona i Persiani sono sconfìtti dall'esercito ateniese comandato da Milziade. La seconda guerra persiana scoppia 10 anni dopo, nel 480 a. C. Il nuovo imperatore, Serse, scende verso Atene, ma viene sconfitto in una battaglia marittima, a Salamina, dalla flotta ateniese comandata da Temistocle e a Platea, l'anno dopo, dall'esercito di Sparta agli ordini di Pausania. Il padre di Pericle, Santippo, insegue la flotta persiana e la distrugge. Finite le guerre persiane inizia un periodo di relativa pace che dura 50 anni. Nel 477 a. C, Atene crea la Lega di Delo, per organizzare le città greche in previsione di un nuovo attacco persiano. Nel 462 a. C. viene rovesciato il governo della città di Atene e tra i nuovi dirigenti vi è anche Pericle che ottiene successi contro i Persiani negli anni seguenti. Ormai la Grecia è divisa in due Leghe che fanno capo a Atene e a Sparta (457 a. C). Nel 449 Pericle si accorda con la Persia e ottiene 30 anni di pace durante i quali si dedica a trasformare Atene nella più bella città della Grecia di cui diventa la capitale culturale e intellettuale. Ci riesce usando solo per essa il tesoro della Lega di Delo; con esso rinforza il porto del Pireo, costruisce le Lunghe Mura che collegano il porto colla città, ricostruisce interamente l'Acropoli, la collina su cui sorgevano i santuari degli dei della polis. Tra i nuovi templi spicca il Partenone, progettato e ornato di statue da Fidia, il maggiore artista dell'epoca. Nel teatro sui fianchi della collina sono rappresentate le tragedie di Eschilo e Sofocle, poi quelle di Euripide e le commedie di Aristofane. Ecco cosa ne dice Pericle stesso: "La nostra costituzione non imita le leggi dei vicini. Il suo nome è democrazia perché affidiamo la città non ad un'oligarchia, ma a una vasta cerchia di cittadini. Le sue leggi danno a tutti i medesimi diritti nella vita privata. Né avviene che la povertà impedisca la carriera di chi può fare qualcosa di buono per la città. Libera si svolge la vita politica nella nostra città. Inoltre abbiamo procurato allo spirito numerosissimi svaghi dalle fatiche, con la consuetudine di gare e di feste religiose durante tutto fanno. Ancora l'amore del bello non ci insegna lo sfarzo, né la cultura ci infiacchisce. La ricchezza è per noi stimolo di attività, non motivo di superbia. E quanto alla povertà, non il confessarla è umiliante, ma piuttosto il non saperla superare lavorando. "(citato da Tucidide, "La guerra del Peloponneso") Nel 432 a. C scoppia la Guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta. Nel 430, mentre la popolazione è tutta rifugiata tra le mura della città, ad Atene si propaga la peste di cui è vittima lo stesso Pericle. Atene perderà la guerra nel 404 a. C Fonti: Giovanni Ferrara, "Pericle" ne' I Protagonisti vol. 2, Milano CEI 1966 Alba Rosa Leone, Orientarsi nella nuova storia vol. 1, Sansoni 1998.