Un compito inerte (o inerziale?) Rispondete come potete alle seguenti domande insidiose. Potete consultare tutto quello che volete, anche internet e wikipedia... Ho controllato praticamente tutti i compiti da quelli che in genere sono bravini a quelli che in genere sono ... meno bravini. Un disastro. Mi son oreso conto che era un compito difficile, perché richiedeva ragionamenti vari. Qui di seguito la correzione, o una possibile correzione, a questo compito. Tenete presente che brandelli di cose giuste sono sparpagliati in tutti i compiti, ma non c'è un compito veramente ok. 1. Il treno che frena Alessandra e Silvia Costantino sono su un treno che va velocissimo. Troppo veloce, ma inizialmente di moto rettilineo uniforme. Alessandra e Silvia tengono in mano due pendolini che fanno oscillare, ciascuno con il proprio periodo, li fissano con grande attenzione e intanto continuano a parlare amabilmente, come sempre. Il conducente del treno si accorge improvvisamente che sta un po' esagerando (il treno va a 400 Km/h) e incomincia una lunga frenata con una decelerazione costante. Silvia e Alessandra, fissando il pendolino, possono accorgersene della frenata? Che succede al moto dei due pendolini, al loro periodo ecc. ecc.? Cosa fa oscillare un pendolo in condizioni “normali”, diciamo nel laboratorio fisso con la nostra aula? E' la forza di gravità. La forza di gravità da' una direzione privilegiata al tutto. C'è un punto di equilibrio del pendolo, che è dato dalla perpendicolare al suolo. E' dato da questa perpendicolare perché la forza di gravità è l'unica forza presente ed è diretta secondo la verticale. quando io sposto il pendolo dalla sua posizione di equilibrio e lo lascio andare la forza di gravità lo riporta indietro. Quando il pendolo passa dal suo punto di equilibrio non c'è forza che lo possa accelerare, perché la forza di gravità è verticale e non ha componenti orizzontali, in quel punto particolare la forza applicata alla massa del pendolo ha lo stesso modulo della forza di gravità ma non ha una componente orizzontale. Il pendolo allora si ferma? No, perché ha acquisito velocità. Allora va dalla parte opposta, nasce una componente orizzontale della forza di gravità. Guardare la figura per rendersene conto. Questa compnente orizzontale cresce via via e ferma il pendolo ad una certa altezza. Può fermarsi il pendolo? Certo che no e ritorna dall'altra parte. Il pendolo oscilla intorno alla sua posizione di equilibrio. La formula che da il periodo del pendolo è : T= 2 l g Osservate bene la formula ragionamento che segue. lunghezza del pendolo, più lungo è il pendolo più lungo è proporzionale! Perché?...), più grande è g (l'accelerazione periodo. perché ci interessa per il Il periodo dipende dalla il periodo (am non in modo di gravità) più piccolo è il Supponiamo adesso che il treno freni, in modo costante. C'è una decelerazione costante del treno. Nel riferimento del treno, nel laboratorio di fisica dentro il treno che è rappresentato da Alessandra e Silvia con i loro pendolini, appare una forza apparente che è applicata alla massa attaccata al filo. Come è diretta la forza apparente? Verso la direzione del moto del treno (in un autobus che decelera siamo sbattuti in avanti). Allora la forza di gravità si combina con la forza apparente è da origine a una nuova direzione privilegiata che non è più lungo la verticale al suolo, ma che è inclinata verso il davanti del treno. Allora la posizione di equilibrio non è più la stessa. Guardate la figura. E il periodo? La forza di richiamo adesso non è data dalla sola forza di gravità, ma dalla forza di gravità sommata vettorialmente alla forza apparente. Il modulo della forza di richiamo non è più g ma qualche altra cosa. Allora il periodo cambia. Perché, appunto, nella formula al denominatore dentro radice non c'è più g ma qualche altra cosa. Facciamo un esempio estremo. Supponiamo una decelerazione “enorme”, tale da rendere ridicola la forza di gravità: il punto di equilibrio è lungo l'orizzontale (possiamo trascurare la forza di gravità perché piccolissima rispetto alla forza apparente), e la forza di richiamo (enorme) fa oscillare il pendolo velocissimo, con un periodo estremamente breve. Allora il risultato? Silvia e Alessandra si accorgono della frenata dalla variazione del punto di equilibrio (del punto intorno al quale oscilla il pendolo) e dal periodo. Alcuni di voi hanno risposto che Silvia e Alessandra non si accorgono di niente perché la decelerazione è costante. Attenzione: il fatto che il riferimento del treno stia decelerando rispetto al riferimento del terreno significa che i due riferimenti NON sono più inerziali tra loro e quindi S & A si devono accorgere in qualche modo, con qualche esperimento di fisica, in quale riferimento si trovano Altri invece hanno astutamente fatto differenza se i pendoli oscillavano in un piano lungo la direzione del moto o perpendicolare alla direzione del moto. Giustamente hanno fatto notare che se il piano è perpendicolare alla direzione del moto il pendolo incomincia a fare delle oscillazioni strane. 2. Molle e treno Alessandra e Silvia (Costantino, non Floris, che c'entra la Floris?), sedute nello scompartimento del solito treno fissano in silenzio (sic!!) un piano orizzontale con una pallina fissata a due molle nella direzione del treno (inserite la figura...). Il treno va a velocità costante e rettilinea. Poi frena un po'. Poi ritorna a velocità costante e rettilinea. Cosa osservano le due celebri fisiche? Che fa la pallina? E' un quesito in qualche modo simile al precedente. Finché il treno va a velocità costante rispetto al terreno, in moto rettilineo uniforme, idue riferimenti sono inerziali fra di loro (abbiamo supoposto approssimativamente che la terra sia un riferimento inerziale...). La pallina rimane dunque ferma. Ma non appena il treno frena, relativamente libera di muoversi, vorrebbe continuare il suo movimento: appare una forza apparente che fa comprimere una molla e fa allungare l'altra. Le due molle sono fisse al treno (cosa succederebbe della pallina se anche i supporti delle molle fossero assolutamente liberi e non fissati al treno? La pallina oscillerebbe o no?). La pallina allora sposta la sua posizione di equilibrio. La nuova posizione di equilibrio è spostata in avanti lungo la direzione del moto del treno. Ma ovviamente portandosi nella nuova posizione di equilibrio si muove, acquista una certa velocità e non si può fermare, oscilla intorno alla nuova posizione di equilibrio. Se la decelerazione è costante e dura abbastanza a lungo la pallina dopo un po' si ferma nella nuova posizione di equilibrio. Quando il treno torna a velocità costante sparisce la forza apparente, il punto di equilibrio torna quello di prima e la pallina torna ad oscillare intorno alla nuova-vecchia posizione di equilibrio e dopo un po' si ferma. 3. Silvia e la vasca di pesci rossi Silvia Floris, esclusa da Alessandra e dall'altra Silvia, decide di lanciarsi in paracadute da un aereo a 4000 metri di quota con una vaschetta di pesci rossi (non chiedetemi perché, è fatta così...). La vaschetta contiene anche una pallina da ping pong sospesa al centro del liquido con un pesetto (è in equilibrio, inizialmente). Potete descrivere esattamente cosa fa la pallina nelle varie fasi? (non siate crudeli, il paracadute a un certo punto si apre...) Alcuni hanno introdotto il fatto dell'esistenza o meno di un coperchio, probabilmente per evitare una possibile pioggia. Comunque esaminiamo il caso senza coperchio e vediamo se poi è necessario mettercelo oppure no. Prima di lanciarsi, supponendo che l'aereo vada a velocità costante, la pallina rimane ferma. La spinta di Archimede è bilanciata dal pesetto appeso e tutto sta in equilibrio. Quando Silvia si lancia a paracadute chiuso è in caduta libera. Diventa un riferimento localmente inerziale, sparisce la spinta di Archimede ma sparisce anche il peso del pesetto (non c'è più la forza di gravità...), la pallina continua a stare ferma nel liquido, e il liquido sta fermo dentro la bacinella. Ora si apre il paracadute. Il moto di Silvia diventa decelerato, bruscamente. Supponiamo una decelerazione costante fino al raggiungimento della velocità in cui la forza di attrito è uguale alla forza peso (da quel momento la caduta è di nuovo rettilinea uniforme...). Nel tratto decelerato c'è (rispetto al riferimento localmente inerziale che era S in caduta libera) una forza apparente, questa genera una spinta di Archimede e un peso del pesetto, ma poiché agisce nello stesso modo c'è ancora equilibrio tra le due e la pallina rimane sospesa (e l'acqua non esce). Boh, sembra proprio che la pallina non si muova. Mai. Quando il moto di S diventa rettilineo uniforme è di nuovo soggetta alla forza di gravità (immaginatevi in un ascensore che stia scendendo con velocità costante, il vostro peso è identico a quando siete fermi rispetto al suolo), ma la pallina e il pesetto sono ancora in equilibrio. WOW! 4. Basta con tutte queste stupidaggini! La terza c stufa di tutte queste angherie decide di spedire il professore di fisica nello spazio profondo e di liberarsene una volta per tutte. Ma il professore di fisica è un inguaribile e vuole sapere che velocità ha raggiunto la navicella spaziale, ormai in fuga nello spazio profondo. Ha a disposizione una quantità di molle e palline di vario materiale dimensioni. Come può fare? Mi rendo conto che c'era una possibile ambiguità nella formulazione della domanda. Se il suddetto professore era distratto durante la fase di accelerazione è chiaro che una volta che sono finite le forze che hanno accelerato (i razzi sono spenti) la nave, la nave stessa è in caduta libera. E il prof non può accertarsi in nessun modo della velocità della nave, all'interno della nave. Solo guardando fuori il movimento rispetto alle stelle o ad altro. Ma all'interno della nave mi trovo in caduta libera nei vari campi gravitazionali che ci sono nello spazio, seguo in caduta libera il campo gravitazionale totale, dato dalla somma dei vari campi gravitazionali, non mi posso accorgere con alcun esperimento di fisica del mio moto Ma se invece avevo predisposto degli apparati fin dalla partenza ho potuto con palline e molle determinare l'accelerazione in ogni momento della traiettoria (misurando le forze apparenti) e sapendo i vari tempi, magari con operazioni complesse dal punto di vista matematico posso calcolare la velocità finale (incidentalmente esistono già delle cose di questo tipo, fabbricate per la guerra, ovviamente, sono dei sistemi di navigazione inerziale, che attraverso la misura delle accelerazioni possono determinarmi sia la velocità che la traiettoria seguita). 5. Perché gli astronauti non fumano? Il professore, in caduta libera ormai da qualche giorno, decide di accendersi una sigaretta con fiammifero. Descrivete quello che secondo voi succede. Qualcuno di voi ha risposto correttamente. Esaminiamo la “normalità”. Se accendiamo un fiammifero in atmosfera con la gravità normale, c'è una fiamma. Che cosa è la fiamma e perché si dirige verticalmente? C'è aria calda, infiammata, che sale verso l'alto, per la spinta di Archimede, L'aria che sale contiene anidreide carbonica, ma viene rimpiazzata da altra aria, dal basso, che contiene ossigeno e il legno del fiammifero continua a bruciare una volta innescata la reazione. Ma se sono in caduta libera non c'è la forza di gravità, e quindi non c'è la spinta di Archimede. L'aria calda non sale e non viene rimpiazzata da altra aria. La fiamma non può mantenersi. Forse con un leggero ventilatore... 6. Fuori piove. Fuori sta piovendo. Un riferimento di laboratorio fisso con una goccia di pioggia è un riferimento inerziale o no? Motivate abbondantemente la risposta. La goccia di pioggia non cade con accelerazione costante g. se fate un calcolo pensando a una nuvola di passaggio a duemila metri, trovereste una velocità finale pazzesca. Le gocce sarebbero proiettili. Provate a fare il calcolo, Magari utilizzando il principio di conservazione dell'energia. Allora praticamente da subito le gocce di pioggia vanno a velocità costante rispetto alla terra. E se la terra la considero un riferimento inerziale allora anche un laboratorio (ve lo immaginate?) fisso con la goccia di pioggia è un riferimento inerziale. Nel tratto accelerato solo quando la accelerazione è uguale alla accelerazione di gravità (solo all'inizio) il laboratorio fisso con la goccia di pioggia è un riferimento localmente inerziale. 7. Domanda finale Perché stiamo tanto insistendo sui riferimenti inerziali? Per due buoni motivi: il primo è che dobbiamo parlare prima o poi di relatività di Einstein e quindi avremo bisogno di avere ben consolidata la nozione di famiglia di riferimenti inerziali, il secondo è che al di là di Einstein non esiste fisica senza invarianza delle leggi fisiche che stiamo ricavando e questo implica famiglie di riferimenti inerziali. Nelle famiglie di riferimenti inerziali le leggi della fisica sono le stesse. Anche nelle famiglie di riferimenti localmente inerziali. Il mondo è complicato e le la descrizione del mondo ha un certo numero di regole (forse). Norme d'uso. Lo sviluppo della rete è didatticamente utile e propugnabile, salvo quando si fa un compito in classe. La rete peer to peer non è consigliabile comunque. La rete con server potrebbe far sì che il server sia eliminato fisicamente dal professoreavvoltoio. Chi non risponde a nessuna domanda totalizza ben sei punti di punteggio grezzo che equivalgono probabilmente a un 3 (tre) di voto.