STRUTTURALISMO Edward Bradford Titchener (1876-1927) traduce l’opera di Wundt tralasciando volutamente l’eclettismo. Da questo testo comincia l’elaborazione del suo sistema detto strutturalismo o esistenzialismo titcheneriano o introspezionismo. Le sue opere maggiori a riguardo sono The postulate of a structural psychology e A textbook of psychology. Negli Stati Uniti lavora nella Cornell university e forma un gruppo selezionato di studenti che chiama sperimentalisti. Nei 4 volumi di Experimental psychology espone le istruzioni relative alla conduzione dell’esperimento psicologico nei suoi aspetti tecnici e strumentali. Per gli strutturalisti (che scompaiono poco dopo Titchener) fisica e psicologia studiano entrambe l’esperienza, ma la prima la considera indipendente dal soggetto esperiente, la seconda la pone in relazione ad esso. La mente è la somma di tutti i processi mentali che hanno luogo nella vita di un individuo mentre la coscienza considera la somma dei processi mentali in un dato momento della vita di un individuo. L’Io e il Sé non sono sperimentabili e quindi estranei alla psicologia scientifica. La psicologia titcheneriana è puramente descrittiva, ovvero non esplicativa. Si chiama strutturalismo perché egli interpreta la struttura mentale come somma di elementi conoscitivi mentali semplici. La coscienza ha tre elementi: la sensazione è lo stato di coscienza che corrisponde allo stimolo di un organo sensoriale periferico; l’immagine riguarda esperienze non attuali, come il ricordo o le anticipazioni del futuro (l’immagine viene prodotta al posto della sensazione quando una ripetuta stimolazione dell’organo periferico instaura nel cervello uno stato di eccitazione centrale); infine gli stati affettivi sono le emozioni e i sentimenti. Gli attributi fondamentali di sensazioni e immagini sono 4: qualità, intensità, durata, chiarezza (quando si percepisce intenzionalmente). Gli stati affettivi possiedono i primi 3 caratteri. Quanto alla chiarezza se ci concentriamo sugli stati affettivi li dissolvono invece di renderli più chiari. Caratteristica peculiare è invece che essi, diversamente dalle sensazioni e dalle immagini, sono sempre e necessariamente o piacevoli o spiacevoli. In fisica l’osservazione è ispezione del mondo esterno mentre in psicologia si ha un’introspezione verso i contenuti della coscienza individuale. Lo psicologo introspezionista deve seguire le due regole del criterio elementistico e del’evitare l’errore dello stimolo. Il primo implica la scomposizione del dato cosciente sottoposto all’introspezione fino ad arrivare ad elementi non ulteriormente divisibili. L’errore dello stimolo invece è la confusione dello stimolo percepito con la funzione sociale-culturale-linguistica dell’oggetto percepito. L’oggetto è, ad esmepio, un tavolo, e lo stimolo è il colore, la luminosità ecc.