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CONSIGLIO
DELL'UNIONE EUROPEA
Bruxelles, 1º dicembre 2011
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PRESSE 451
Dichiarazione dell'UE e degli Stati membri
in occasione della giornata mondiale per la lotta contro l'AIDS
1.
Oggi, giornata mondiale per la lotta contro l'AIDS 2011, l'Unione europea ed i
suoi Stati membri si uniscono al resto del mondo per onorare la memoria dei
parenti, amici e persone care vittime dell'AIDS e ribadiscono il loro impegno a
sostenere tutti coloro che sono affetti dal virus HIV e che devono convivere con
l'epidemia.
2.
Quest'anno ricorre un anniversario speciale, poiché sono passati trent'anni dalla
prima apparizione dell'HIV e dell'AIDS. Nel dicembre 1981 furono infatti scoperti
i primi casi di AIDS. Trent'anni di lotta e di sacrificio personale di milioni di
persone, trent'anni in cui oltre 30 milioni di persone hanno perso la vita e 16
milioni di bambini sono diventati orfani a causa dell'AIDS. L'HIV/AIDS hanno
colpito tutti i paesi ed innumerevoli comunità e famiglie. Attualmente si stima che
33,3 milioni di persone convivano con il virus HIV in tutto il mondo ed ogni
giorno sono registrati 7 mila nuovi casi, prevalentemente tra le popolazioni dei
paesi a basso e medio reddito.
3.
Non di meno questi trent'anni si sono caratterizzati anche per un impegno e un
partenariato senza precedenti. La risposta all'HIV ci ha insegnato molto riguardo
all'importanza del partenariato, del dialogo e della centralità dei diritti umani e
della dignità umana. Si sono compiuti progressi straordinari che, nell'ultimo
decennio, hanno portato ad una diminuzione di quasi il 20% dei nuovi casi di
infezione da HIV nel mondo, nonché ad una diminuzione del 19% dei decessi
dovuti all'AIDS nel periodo 2004-2009.
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4.
I progressi maggiori si sono compiuti nei paesi più colpiti dell'Africa
subsahariana, dove vivono due terzi delle persone affette dal virus HIV. L'Unione
europea è fiera di contribuire a questi straordinari risultati ottenuti nella risposta
globale all'HIV/AIDS e di far parte di uno sforzo collettivo di partner forti quali
l'UNAIDS, l'OMS, Il Fondo mondiale, il Fondo internazionale per l'acquisto di
medicinali (UNITAID), le persone colpite dall'HIV e la società civile. Nel 2010
l'entità del contributo dell'Unione europea al Fondo mondiale per la lotta contro
l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria è stata pari al 53% del totale dei contributi
e ammontava a 1,493 miliardi di USD (Commissione europea + Stati membri
dell'UE). Tuttavia, più di otto milioni di persone in paesi a basso e medio reddito
devono ancora poter accedere a cure efficaci e i nuovi casi di infezione continuano
a superare il numero dei pazienti che iniziano una terapia. Ne consegue che l'HIV
e l'AIDS continuano a rappresentare un grave ostacolo allo sviluppo di tali paesi.
5.
In sette paesi, cinque dei quali in Europa orientale e Asia centrale, l'incidenza
dell'HIV è aumentata di oltre il 25% tra il 2001 e il 2009. Mediante partenariati
con i paesi, l'UE moltiplicherà gli sforzi per far fronte a tale situazione
inaccettabile, chiedendo un potenziamento urgente dei programmi e servizi di
prevenzione a livello regionale e nazionale in grado di portare all'eliminazione
dell'HIV/AIDS.
6.
L'UE svolgerà un ruolo decisivo rafforzando la sua leadership nella risposta
all'HIV/AIDS e adattando meglio adeguando la risposta istituzionale dell'UE al
contesto mutevole dell'HIV a livello globale ed europeo. La sfida consiste ora nel
mantenere il tema dell'AIDS in primo piano ed accelerare le iniziative a livello
mondiale, regionale, nazionale e locale nella prospettiva di debellare l'epidemia.
7.
L'UE accoglie con favore il riesame complessivo dei progressi compiuti verso la
realizzazione degli impegni relativi agli obiettivi di sviluppo del millennio 2000 e
ai traguardi ambiziosi per il 2015 contenuti nella dichiarazione politica
sull'HIV/AIDS "Intensificare gli sforzi per debellare l'HIV/AIDS" adottata nel
corso della riunione ad alto livello sull'AIDS dell'Assemblea generale delle
Nazioni Unite nel giugno 2011. Tali obiettivi ci avvicineranno ad un mondo senza
nuove infezioni da HIV, senza morti correlate all'AIDS e senza discriminazioni.
L'UE si unisce alla comunità dei malati di AIDS e non solo a sostegno della
strategia dell'UNAIDS "Getting to Zero" (arrivare a zero) e coglie l'occasione
della giornata mondiale per la lotta contro l'AIDS per ribadire il suo impegno a
svolgere il proprio compito nell'ambito della responsabilità condivisa di porre fine
all'HIV.
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8.
L'UE ribadisce il suo impegno ad operare verso la realizzazione dei traguardi del
2015, ossia sottoporre 15 milioni di persone affette dal virus dell'HIV alla terapia
antiretrovirale, dimezzare la trasmissione per via sessuale, dimezzare la
trasmissione dell'HIV tra le persone che fanno uso di droghe per via endovenosa,
eliminare il contagio madre-figlio e ridurre sostanzialmente la mortalità materna
correlata all'AIDS.
9.
L'UE sottolinea che la prevenzione è il metodo più efficace per arrestare
l'epidemia di HIV. Occorre garantire che le strategie di prevenzione siano globali,
si fondino su dati comprovati ed il rispetto dei diritti e tengano conto dei contesti
locali, sempre nel pieno rispetto dei diritti umani, potenziando il ricorso ai metodi
di prevenzione esistenti e promuovendo l'adozione di nuovi metodi e tecnologie di
prevenzione.
10.
L'UE resta preoccupata per la vulnerabilità delle donne e delle ragazze
all'infezione da HIV in relazione a fattori fisiologici, economici e sociali, a
disparità di genere e alla violenza fondata sul genere. Le donne e le ragazze
costituiscono più del 50% del totale delle persone affette dal virus HIV a livello
mondiale e l'HIV/AIDS resta la principale causa di morbilità e di mortalità tra le
donne in età fertile. L'UE rafforzerà pertanto le azioni volte a promuovere
approcci consapevoli di una prospettiva di genere, la parità di genere ed il
conferimento di responsabilità alle donne, nonché i diritti delle donne, in
particolare il diritto ad essere tutelate da abitudini sessuali non sicure, soprattutto
in relazione alla lotta contro la tratta degli esseri umani e tutte le forme di
sfruttamento a fini sessuali. Al tempo stesso occorre riservare un'attenzione
particolare alla promozione di comportamenti responsabili, in particolare tra gli
uomini.
11.
L'UE sottolinea l'importanza di prestare particolare attenzione a gruppi chiave
della popolazione che presentano il rischio più elevato, compresi gli uomini che
hanno rapporti sessuali con altri uomini, coloro che assumono droghe per via
endovenosa, i migranti, i prigionieri, le minoranze etniche, i lavoratori del sesso
ed i loro clienti. Tali gruppi sono spesso emarginati e difficili da raggiungere, il
che accresce la loro vulnerabilità all'HIV. A questo proposito prendiamo atto con
preoccupazione che la maggior parte dei giovani hanno ancora un accesso limitato
a programmi in materia di salute sessuale e riproduttiva che forniscano
informazioni, competenze, servizi e sostegno sul piano sociale. È fondamentale
garantire un ampio accesso a programmi, servizi e strumenti per la prevenzione
con il giusto taglio, compresi i test diagnostici e la consulenza confidenziale,
contraccettivi a prezzi contenuti e di qualità elevata per uomini e donne,
un'educazione ed informazioni complete in materia sessuale, programmi di
riduzione del danno e tutte le altre misure preventive disponibili.
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12.
Nell'ambito di una programmazione efficace di terapia e prevenzione dell'HIV
non bisogna dimenticare la prevenzione e la cura delle infezioni sessualmente
trasmissibili, dell'epatite B e C e della tubercolosi. Si chiede una maggiore
collaborazione e l'integrazione dei programmi in materia di HIV/AIDS
nell'assistenza e nei servizi sanitari primari, anche in ordine alla salute sessuale e
riproduttiva ed al potenziamento dei programmi e servizi di prevenzione e
trattamento al fine di far fronte a tali patologie.
13.
L'UE riconosce la necessità di coinvolgere maggiormente le persone affette da
HIV o AIDS in tutti gli aspetti del processo di pianificazione, attuazione e
monitoraggio delle politiche, delle strategie e dei programmi di prevenzione e
sostegno. Siamo consapevoli del ruolo cruciale svolto dalle organizzazioni non
governative, comprese quelle gestite da persone e comunità colpite dal virus HIV,
nel sostenere le risposte nazionali e locali in materia di HIV/AIDS.
14.
L'UE si compiace dei notevoli progressi compiuti riguardo all'accesso alle terapie
antiretrovirali, ma rileva con preoccupazione le ineguaglianze tra regioni nella
copertura terapeutica. Attualmente più di 6,5 milioni di persone ricevono il
trattamento antiretrovirale in paesi a basso e medio reddito, mentre più di 8
milioni che ne avrebbero diritto non hanno ancora iniziato la terapia. Recenti studi
scientifici sull'efficacia dei farmaci antiretrovirali nella prevenzione dell'HIV
offrono soluzioni di prevenzione con un potenziale di risposta all'AIDS più
incisiva. Teniamo a sottolineare il nostro impegno nei confronti di un accesso
universale alle terapie, all'assistenza e al sostegno con farmaci antiretrovirali per
le persone affette da HIV/AIDS, nonché l'importanza della titolarità e di
investimenti a livello nazionale a questo proposito, tenendo presente il rispetto per
la dignità, i diritti e le libertà delle persone colpite.
15.
L'UE esprime apprezzamento per la notevole diminuzione delle nuove infezioni
da HIV mediante trasmissione madre-figlio. Ribadiamo il nostro impegno ad
operare verso la copertura totale della prevenzione relativamente alla trasmissione
madre-figlio del virus HIV, con l'obiettivo di eliminare i contagi da HIV tra i
bambini e di mantenere in vita le loro madri.
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16.
L'UE ribadisce che tutte le persone affette da HIV/AIDS, in particolare i bambini
e i giovani, dovrebbero godere dei migliori standard disponibili in materia di
assistenza, terapie e sostegno. Insistiamo sulla necessità di integrare l'HIV/AIDS e
la salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nelle politiche e nei programmi a
livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Gli Stati membri dovrebbero
proteggere le persone affette da HIV/AIDS dalla discriminazione, la
stigmatizzazione e la privazione di diritti e libertà. L'UE ribadisce inoltre il suo
coinvolgimento e sostegno per quanto riguarda l'abolizione delle restrizioni
all'ingresso, al soggiorno e alla residenza di persone affette da HIV, nonché la
depenalizzazione dell'omosessualità e l'abolizione delle norme punitive, che non
costituiscono una risposta adeguata all'epidemia e neppure forniscono un sostegno
corretto ai gruppi vulnerabili.
17.
L'UE riconosce che in un periodo di crisi finanziaria è fondamentale assegnare in
modo ottimale le risorse disponibili, anche in relazione alle attività di promozione
della salute e di prevenzione. Siamo pertanto fermamente impegnati a rafforzare
l'efficacia e l'efficienza dei programmi e dei servizi esistenti, nonché a potenziare i
sistemi sanitari nazionali e le risorse umane necessarie per fornire servizi sanitari,
educativi e sociali di importanza vitale ai fini dell'efficacia della prevenzione, del
trattamento, dell'assistenza e del sostegno in materia di HIV.
18.
Soltanto continuando il nostro lavoro, rafforzando interventi efficaci e di qualità
elevata e colmando i divari esistenti nei diversi settori, l'Unione europea nel suo
insieme e ciascuno degli Stati membri saranno in grado di contribuire in modo
significativo alla riduzione delle nuove infezioni, delle stigmatizzazioni, della
discriminazione e delle morti correlate all'AIDS.
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