INTRODUZIONE In un contesto attuale ove la crisi economica e il crescente costo della vita determinano un orientamento di scelte da parte dei cittadini verso la riscoperta del rapporto diretto fra produttore e consumatore, l’imprenditore agricolo è incentivato a diversificare la propria attività nella produzione di beni e servizi non solo tradizionalmente agricoli, ma che con l’agricoltura sono strettamente connessi. Il termine moderno “multifunzionalità”, di fatto, descrive ciò che le imprese agricole realizzano fin dai tempi più remoti. L’affermazione dell’agriturismo, per esempio, ha consolidato un patrimonio di appartenenza al mondo agricolo, quello dell’ospitalità. Lo “straniero”, infatti, veniva ricevuto nella struttura agricola del territorio e considerato “membro temporaneo” della comunità nella quale si trovava, oppure non è difficile pensare allo scambio di beni alimentari. Non bisogna dimenticare, però, un altro ruolo attivo, non secondario, dell’imprenditore agricolo: quello di conservatore dell’ambiente, contribuendo a prevenire l’abbandono delle campagne. L’azienda multifunzionale, quindi, nasce come strategia alternativa che può consentire agli agricoltori di riconquistare centralità nel sistema agroalimentare prestando il proprio volto per ridurre i passaggi sociali, culturali ed economici che li separano dal consumatore finale. Coldiretti si è impegnata nel volere fortemente la legge di orientamento del 2001 e sta realizzando il primo, grande e concreto progetto italiano “Una filiera agricola, tutta italiana firmata dagli agricoltori” a difesa del Vero Made in Italy per accompagnare le imprese verso nuove ed integrative opportunità di reddito. Con questo opuscolo intendiamo fornire alcune brevi nozioni alle aziende che intendono svolgere attività connesse a quella agricola e supportare coloro che hanno già avviato un percorso similare. Con l’augurio che il lavoro e la passione per la terra continui a favorire lo sviluppo di interessanti opportunità, buon lavoro a tutti! Il Direttore Il Presidente Eugenio Torchio Nino Andena 1 2 INDICE L’importanza strategica dell’azienda multifunzionale 4 Le “facce” dell’agricoltura moderna 5 Il ruolo dell’agricoltura 5 Agriturismo 7 (Cos’è l’Agriturismo; Gli Agriturismi in Lombardia; Normativa; Tipologia di Agriturismo; Non solo ristoro e alloggio; Chi può fare Agriturismo; I codici dell’attività agrituristica; Il corso per operatori Agrituristici; Certificato di connessione; Servizio di ristoro: apporto dei propri prodotti; Carta dell’origine; Adempimenti in materia di sicurezza alimentare ed igiene; Aspetti fiscali; Adempimenti amministrativi; Classificazione; Opportunità di finanziamento; Controlli e sanzioni; Il ruolo fondamentale dell’imprenditore) Fattorie Didattiche 30 (Cosa sono le Fattorie Didattiche; La rete regionale e la carta della qualità; La procedura di accreditamento; Elenco provinciale ed elenco regionale; I vantaggi del circuito delle Fattorie Didattiche) Vendita Diretta 35 (Normativa; Forme di Vendita Diretta; Adempimenti amministrativi; Adempimenti sanitari; Aspetti fiscali; Quali opportunità; I vantaggi della Vendita Diretta) I Mercati Agricoli 42 (La gestione dei Mercati Agricoli; Requisiti dei partecipanti; Cosa serve all’imprenditore; Buone prassi) Glossario 46 Riferimenti normativi e bibliografia 47 3 L’IMPORTANZA STRATEGICA DELL’AZIENDA MULTIFUNZIONALE L’azienda agricola, con la sua presenza strategica sul territorio, ha sempre ricoperto un ruolo significativo e, soprattutto in questi ultimi anni, si è assistito ad un maggior riconoscimento non solo dal punto di vista produttivo ma anche economico, grazie alla possibilità di affiancare i servizi alla produzione primaria di beni alimentari. L’attenzione stessa da parte dei cittadini e gli orientamenti della Commissione Europea hanno indotto al mantenimento e miglioramento di obbiettivi che da sempre sono stati i principi fondanti dell’esistenza dell’azienda agricola, quali ad esempio, la valorizzazione delle risorse naturali, il rispetto dell’ambiente, la tutela e la vigilanza del territorio. Inoltre, un altro aspetto importante è dato dall’esigenza da parte della società di trovare risposte sulla reale sicurezza dei prodotti acquistati e sulla trasparenza della provenienza degli stessi stimolando una maggiore crescita dell’attività di vendita diretta in tutte le forme possibili che l’impresa agricola può realizzare. Sinteticamente possiamo individuare due pilastri su cui si sta orientando la politica europea e saranno centrali nel futuro prossimo: la sicurezza alimentare, accompagnata dalla valorizzazione dei prodotti e la loro tracciabilità, e la sicurezza ambientale, con riduzione degli effetti emissivi nel rispetto del protocollo di Kyoto con un maggior sviluppo delle energie da fonti rinnovabili. Ad oggi abbiamo già assistito ad una crescita di attività strettamente connesse alle aziende agricole, che hanno conseguentemente permesso l’espandersi dell’ ”azienda multifunzionale”. 4 LE “FACCE” DELL’AGRICOLTURA MODERNA Azienda agricola che produce beni alimentari; Azienda agricola che provvede alla manipolazione e/o trasformazione della materia prima per l’ottenimento di un prodotto; Azienda agricola che effettua vendita diretta (fissa e itinerante); Azienda agricola che offre servizi agrituristici; Azienda agricola con indirizzo di laboratori di didattica e insegnamento (fattoria didattica); Azienda agricola che offre servizi alla persona ed al suo recupero psicofisico (fattoria sociale); Azienda agricola che produce energia da fonti rinnovabili; IL RUOLO DELL’AGRICOLTURA Ruolo dell’agricoltura E’ CRESCIUTA LA PERCEZIONE POSITIVA DELL’OFFERTA DELL’IMPRESA AGRICOLA PROTESA ALLA DIFESA DI DIVERSI VALORI SICUREZZA RIGENERAZIONE ALIMENTARE SICUREZZA AMBIENTALE NEL PERCORSO VERSO LA RIGENERAZIONE LA MULTIFUNZIONALITA’ SI IMPONE COME NECESSITA’ PER LA SOCIETA’ OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE 5 Cresce la percezione della società verso il mondo agricolo e compito delle imprese è far conoscere la loro realtà. L’Italia, nel panorama internazionale, rappresenta uno dei Paesi con il più ricco e variegato patrimonio agroalimentare. Le produzioni tipiche costituiscono il “fiore all’occhiello” di un portafoglio di prodotti, legati ad una specificità territoriale, altamente differenziato. Produzioni che pur appartenendo a zone differenti tra loro per clima e paesaggio, sono caratterizzate ed accomunate da un’antica tradizione agricola il cui sviluppo convive con un’agricoltura moderna altamente produttiva e competitiva. Una cultura ancora oggi strettamente legata alle tradizioni del mondo rurale. L’agricoltura assume una nuova e decisiva centralità. Non più settore solamente produttivo in grado di svolgere un ruolo economico, ma settore che determina le condizioni della qualità della vita e la serenità delle persone, contribuendo a caratteristiche sociali, ambientali e paesaggistiche di una comunità. Il panorama italiano vede protagonisti: 14 prodotti DOP (Denominazione di Origine Protetta) e 8 prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta); 14 vini DOC (Denominazione di Origine Controllata) e 3 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita); 238 Prodotti tipici del territorio riconosciuti dalla Regione Lombardia; 6 AGRITURISMO COS’È L’AGRITURISMO “… l’attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile, anche in forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali.” GLI AGRITURISMI IN LOMBARDIA Gli Agriturismi in Lombardia, oltre ad essere apprezzati, aumentano, in riferimento ai dati 2008 nel 2009 hanno registrato una crescita circa del 7%, attualmente gli agriturismi presenti nella nostra Regione sono oltre un milione (1246) con una concentrazione maggiore nelle province di Brescia (20%), Mantova (16%), e Pavia (16%). PROVINCE N° AZIENDE AGRITURISTICHE CRESCITA % 2008-2009 BERGAMO 114 3,64 BRESCIA 250 2,46 COMO 81 0,00 CREMONA 65 -7,14 LECCO 54 -1,82 LODI 27 3,85 MANTOVA 199 5,85 MILANO 86 -11,34 (nascita provincia MB) MONZA BRIANZA 12 PAVIA 199 60,48 SONDRIO 79 -4,82 VARESE 80 -8,05 LOMBARDIA 1246 6,95 7 NORMATIVA L’attività di agriturismo dagli anni settanta in poi ha avuto un notevole sviluppo, ma è solo negli anni ottanta che il legislatore ha avvertito la necessità di regolamentare la materia, emanando una legge quadro, la Legge n. 730 del 5 dicembre 1985, norma poi abrogata dalla Legge 20 febbraio 2006 n. 96 che è la legge quadro attualmente in vigore. In Regione Lombardia la legge di riferimento è la n. 31 del 2008 avente la finalità di sostenere la multifunzionalità dell’azienda agricola, consentire la permanenza degli agricoltori sul territorio, valorizzare il patrimonio rurale e i prodotti tipici di qualità. Tale legge viene completata da un regolamento attuativo riportante le modalità operative per l’attività agrituristica. ITALIA REGIONE LOMBARDIA Legge n. 730 del 5 dicembre 1985 (abrogata) Legge quadro n. 96 del 20 febbraio2006 “Disciplina dell’agriturismo” L.R. 8 giugno 2007 “Disciplina regionale dell’agriturismo” (abrogata) L.R. n. 31 del 5 dicembre 2008 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale” Titolo X disciplina regionale dell’agriturismo Regolamento attuativo della L.R. n. 4 del 2008 Regolamento Regionale n. 7 del 28 dicembre 2009 “Modifiche al regolamento regionale n. 4 del 2008”. d.d.c. n. 790 del 2 febbraio 2009 sulla semplificazione amministrativa e DAA d.d.u.o. n. 5801 dell’11 giugno 2009 revisione della modulistica d.d.u.o. n. 15339 del 6 dicembre 2007 sui fabbisogni medi di manodopera 8 TIPOLOGIA DI AGRITURISMO A) AGRITURISMO IN FAMIGLIA a. ospitalità in camere o in spazi comuni per un massimo di 10 persone al giorno all’interno dell’alloggio dell’imprenditore agricolo o dei fabbricati aziendali; b. ospitalità in spazi aperti attrezzati per la sosta dei campeggiatori per un massimo di 10 persone al giorno in roulotte, tende, camper; c. offerta di un servizio di ristorazione per un massimo di 40 pasti al giorno; B) AGRITURISMO IN AZIENDA: a. caratterizzato dalla possibilità di offrire ospitalità in camere od in unità abitative indipendenti per un massimo di 60 persone al giorno; b. ospitalità in spazi aperti attrezzati per la sosta dei campeggiatori per un massimo di 60 persone al giorno; c. offerta di un servizio di ristorazione per un massimo di 160 pasti al giorno; ATTENZIONE: è consentito cumulare settimanalmente il numero giornaliero dei pasti riconosciuti nel certificato di connessione nei giorni di effettiva apertura, fermo restando il numero complessivo dei numero massimo di pasti al giorno per la rispettiva categoria, ovvero 40 per l’agriturismo in famiglia e 160 per l’agriturismo in azienda. Per un massimo di 15 giorni o 15 eventi programmati all’anno è consentito derogare al limite di pasti giornalieri, tali giornate e eventi programmati sono comunicati al comune con almeno 1 mese di anticipo. 9 NON SOLO RISTORO O ALLOGGIO Oltre l’ospitalità e il ristoro, sussistono una serie di attività svolte dall’agriturismo, e qui di seguito indicate, che costituiscono i servizi: DEGUSTAZIONE in azienda di prodotti tipici locali; ORGANIZZAZIONE di attività ricreative, culturali, seminariali, sociali-educative e naturalistico-ambientali; SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ SPORTIVE O ESCURSIONISTICHE E RICREATIVE; SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DI PESCA-TURISMO: nei fiumi e nei laghi è ammessa la pesca-turismo con l’uso di natanti regolarmente autorizzati, compresa la consumazione sugli stessi dei prodotti prelevati; SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DI ITTITURISMO, che consiste nell’offerta di alloggio e di somministrazione di pasti e bevande; IPPOTURISMO E IPPOTERAPIA; ATTIVITÀ AGRI-TURISTICO-VENATORIA, che si caratterizza per la possibilità di utilizzare selvaggina ai fini dell’allenamento e dell’addestramento dei cani da caccia e del prelievo venatorio così come previsto alle normative vigenti; OSPITALITÀ, UTILIZZO E ADDESTRAMENTO DI CANI, fino ad un numero massimo di venti, per la valorizzazione del rapporto uomo-animale nell’ambito rurale; ATTIVITÀ DIDATTICHE, quali fattorie didattiche e fattorie sociali; ATTIVITÀ MIRATE ALLA CURA E ALLA SALUTE DEL CORPO, fitoterapici di propria produzione; 10 utilizzando prodotti CHI PUÒ FARE AGRITURISMO L’attività agrituristica, come sarà approfondito in seguito, può sussistere solamente se esiste l’attività agricola e ci sia connessione con essa. Pertanto, è indispensabile che ci sia la figura agricola. Sussistono tre tipologie, che possono operare sia in modo autonomo che in forma associata (sia società di persone che di capitali): l’imprenditore agricolo, il coltivatore diretto, l’imprenditore agricolo professionale (IAP). Lo svolgimento dell’attività agrituristica è svolta dall’imprenditore agricolo e dai suoi familiari, nonché lavoratori dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale. I suddetti soggetti devono essere iscritti al Registro imprese, sezione speciale imprenditori agricoli. Basta essere imprenditore? Certamente NO. L’imprenditore agricolo, deve iscriversi all’Elenco degli Operatori Agrituristici. La domanda di iscrizione all’elenco degli operatori agrituristici può essere inoltrata alla Provincia, dove si intende svolgere l’attività agrituristica, nel caso in cui si possiedono i seguenti requisiti: conseguimento del Certificato di Abilitazione. L’imprenditore ha l’obbligo di frequentare, e superare con esito positivo, i corsi di formazione autorizzati dalla Regione della durata di 40 ore; posizione di titolare, contitolare o coadiuvante familiare in un’azienda agricola, già in possesso di un certificato di connessione, iscritta al registro delle imprese presso la CCIAA; 11 età superiore ai 18 anni; ATTENZIONE: l’iscrizione all’elenco è effettuata di ufficio senza la necessità del conseguimento del certificato di abilitazione nel caso di soggetti titolari, contitolari e coadiuvanti di aziende agrituristiche già in attività alla data di entrata in vigore della l.r 10/2007 e nel caso di imprenditori agrituristici accreditati al circuito di fattorie didattiche. I CODICI DELL’ATTIVITÀ AGRITURISTICA 55.20.52 Agriturismo che ha alloggio anche con somministrazione 56.10.12 Agriturismo con somministrazione 12 IL CORSO PER OPERATORI AGRITURISTICI Il certificato di abilitazione ha validità sull’intero territorio regionale. Il corso ha durata di 40 ore. Il corso può essere organizzato da: Province; Organizzazioni professionali; Associazioni e consorzi agrituristici; Enti locali; Centri Formazione Professionali (CFP); Ersaf; Camere di commercio lombarde; Aggregazioni di impresa di cui alla legge regionale 2 febbraio 2007 n.1; Le materie oggetto del corso riguardano i metodi e le procedure per la preparazione e somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, anche con riferimento alla tradizione enogastronomica locale; le norme regolamentari, la fiscalità e la contabilità dell’azienda agrituristica; l’attività agricola e la sua multifunzionalità, il territorio, l’ambiente e il turismo, il marketing territoriale. ATTENZIONE: affinché venga rilasciato l’attestato del corso l’utente deve aver frequentato il 75% delle lezioni. 13 CERTIFICATO DI CONNESSIONE L’attività agrituristica deve essere svolta in rapporto alla connessione con l’attività agricola, per cui l’agriturismo non potrà mai essere un’ attività autonoma, ma dovrà sempre essere connessa con una attività agricola principale. L’attività agricola deve essere, quindi, sempre prevalente rispetto a quella agrituristica, ed i criteri per valutare la prevalenza, e conseguentemente il rapporto di connessione, sono definiti dalle singole Regioni utilizzando il parametro del tempo di lavoro necessario all’esercizio delle singole attività. Pertanto, l’unico criterio per verificare la connessione è l’utilizzo dei tempi di lavoro così come elencati e deliberati dalla Regione Lombardia con il Decreto del Dirigente dell’Unità Organizzativa Interventi per la competitività e l’innovazione tecnologica delle aziende, d.d.u.o. n. 15339 del 6 dicembre 2007. E’ importante sapere che l’attività agrituristica può essere esercitata dagli imprenditori agricoli che intendono destinare parte della loro struttura, compresi gli immobili e gli spazi aperti, all’attività agrituristica. Indispensabile per l’avvio dell’attività è il principio di connessione e complementarietà. Il titolare, o legale rappresentante dell’azienda, deve richiedere un certificato attestante il rapporto di connessione dell’attività agrituristica a quella agricola. Il certificato di connessione è il documento rilasciato dall’Amministrazione Provinciale essenziale per aprire l’attività, ha una durata massima di tre anni e ogni modifica strutturale effettuata in azienda, comporta una modifica del certificato stesso. 14 IL CERTIFICATO DI CONNESSIONE, DEVE CONTENERE LE SEGUENTI INFORMAZIONI: Tipologia dei servizi agrituristici offerti; Dimostrazione analitica che il volume di lavoro agricolo è prevalente rispetto a quello agrituristico; Precisazione delle produzioni agroalimentari che l’azienda può destinare all’attività di somministrazione di pasti e bevande o di degustazione; Precisazione dei fabbricati nella disponibilità dell’azienda che si intendono destinare all’attività agrituristica, compresa l’eventuale abitazione dell’imprenditore, con l’identificazione catastale dei fabbricati, la loro destinazione urbanistica, ed una rappresentazione grafica degli stessi; Una breve relazione descrittiva dell’attività programmata; La modulistica per la richiesta del certificato di connessione tra attività agrituristica e attività agricola è disponibile sul BURL S.O. 26 del 29 giugno 2009 (d.d.u.o n. 5801). La compilazione del modulo deve essere accompagnata dai seguenti allegati: Relazione descrittiva dell’attività agrituristica in programma; Planimetria dei fabbricati aziendali; Planimetria dei fabbricati da destinare all’attività agrituristica comprensiva della destinazione d’uso degli spazi; Planimetria dei terreni in uso dall’azienda; 2 marche da bollo da 14,62 € (di cui una applicata alla domanda e l’altra verrà applicata al certificato rilasciato dalla Provincia); Fotocopia del documento di identità; 15 SERVIZIO DI RISTORO: APPORTO DI PROPRI PRODOTTI Nella somministrazione di pasti e bevande l’azienda agrituristica garantisce l’apporto di prodotti propri, secondo le seguenti proporzioni minime: a) almeno il 30% dei prodotti utilizzati deve essere ricavato da materie prime dell’azienda agricola; b) una quota non inferiore al 70% sul totale dei prodotti utilizzati deve essere costituito dall’insieme dei prodotti aziendali di cui alla lettera a) e da prodotti direttamente acquistati da altre aziende agricole o da artigiani alimentari della zona, dove per zona si intende la provincia di appartenenza e le province limitrofe (ad esempio nel caso in cui l’azienda avesse sede a Pavia le province coinvolte sarebbero: Pavia, Lodi, Milano, Vercelli, Novara, Alessandria, Piacenza). Gli artigiani devono trasformare materie prime locali; ATTENZIONE: per quanto riguarda i prodotti tipici (intendendo come tali quelli a marchio DOP, IGP, DOC, DOCG, IGT o compresi nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali) possono essere acquistati direttamente da altre aziende agricole o artigianali di trasformazione, dell’intero territorio della Regione Lombardia. Tabella riassuntiva e schema per passaggi dei prodotti della ristorazione. Passaggi interni dall’azienda agricola all’ agriturismo Prodotti di altre aziende agricole o artigiani alimentari della provincia di appartenenza e di quelle limitrofe Tutto il resto: caffè, zucchero, agrumi, pasta di semola, cacao, cioccolato, …… >70% > 30% < 40% 16 < 30% CARTA DELL’ORIGINE I clienti e i consumatori devono avere la possibilità di conoscere, in maniera facile ed immediata, la provenienza dei prodotti offerti attraverso l’esposizione di una lista che contenga informazioni relative la provenienza dei prodotti utilizzati. Tale esposizione può essere fatta con qualsiasi mezzo idoneo, purché liberamente e facilmente accessibile al pubblico. Per ogni prodotto deve essere fornita esatta identificazione dell’azienda di provenienza, comprensiva di denominazione e indirizzo. Nel caso in cui alcuni prodotti siano disponibili solo in particolari periodi o in particolari quantità, o comunque con limitazioni che non ne garantiscano l’offerta, questa circostanza deve essere indicata chiaramente. L’aggiornamento può essere effettuato in qualsiasi momento purché rappresenti la reale disponibilità dei prodotti. ATTENZIONE: l’operatore agrituristico è tenuto ad esporre al pubblico, in luogo accessibile e ben visibile, la dichiarazione di avvio attività e le tariffe praticate, nonché la composizione e la provenienza dei prodotti utilizzati per la somministrazione di pasti e bevande. 17 ADEMPIMENTI IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE ED IGIENE L’operatore agrituristico garantisce il rispetto dei requisiti di sicurezza alimentare nello svolgimento delle attività di produzione, preparazione, somministrazione e degustazione. LOCALI Tutti gli immobili rurali già esistenti e facenti parte dell’azienda agricola possono essere destinati all’attività agrituristica. Inoltre, possono essere utilizzati anche edifici situati nelle immediate vicinanze, o addirittura distaccati dal centro aziendale purché questi abbiano una destinazione agricola e sussista un rapporto di connessione fisica o funzionale all’attività agricola dell’azienda. E’ contemplata la possibilità di ristrutturare gli immobili rurali destinati all’attività agrituristica attraverso interventi di ristrutturazione edilizia, restauro conservativo o di miglioramento. Gli ampliamenti sono ammessi solo per l’adeguamento igienico-sanitario e tecnico. Le strutture recettive devono possedere i requisiti minimi igienico - edilizi delle leggi statali e regionali e dal regolamento comunale di igiene edilizio in vigore. Sia le strutture recettive ad alloggio o unità abitative sia le camere devono essere in possesso dei requisiti previsti per gli alberghi. I nuovi regolamenti comunitari (pacchetto igiene) hanno abolito le vecchie autorizzazioni sanitarie, che sono state sostituite da una dichiarazione del produttore (in Regione Lombardia: DIAP). E’ quindi responsabilità dell’imprenditore garantire che le strutture siano a norma; per quanto riguarda il ristoro si consiglia comunque in fase di progettazione di richiedere il parere edilizio. L’imprenditore che decide di effettuare solamente il servizio di ospitalità, deve adempiere alle disposizioni previste dal regolamento edilizio comunale in merito agli alloggi in cui intende ospitare i clienti e ai relativi servizi igienici, nonché garantire servizi e spazi minimi 18 previsti dalla legge regionale 16 luglio 2007, n. 15 (Testo unico delle leggi regionali in materia di turismo). Per quanto riguarda le attività di ospitalità in spazi aperti, le piazzole devono garantire l’allacciamento elettrico e i servizi igienici, che saranno ricavati, preferibilmente, all’interno di strutture edilizie già esistenti. La macellazione di animali allevati deve avvenire in locali aziendali o impianti pubblici o privati autorizzati a tale scopo dal servizio veterinario delle ASL competente per territorio; è consentito procedere nello stesso impianto alla macellazione di animali di specie diverse, nel rispetto delle corrette modalità di lavorazione, anche qualora le stesse avvengano in momenti diversi. ATTENZIONE: per la preparazione di pasti e bevande semplici e di pronto consumo possono essere utilizzate la cucina dell’imprenditore e zone di cotture poste all’esterno degli edifici. 19 IGIENE E MANUALE HACCP Al titolare dell’agriturismo che fa attività di trasformazione, preparazione, confezionamento, deposito, vendita e/o somministrazione di alimenti spetta individuare nel proprio processo produttivo aziendale ogni fase che potrebbe rilevarsi critica per la sicurezza degli alimenti. Spetta, quindi, all’imprenditore garantire che siano individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza, avvalendosi dei principi su cui è basato il sistema di analisi dei pericoli e dei punti di controllo critici –HACCP -. Occorre realizzare, pertanto, un manuale aziendale di autocontrollo, basato sulla dimostrabilità e specifico per ogni singola realtà. I locali, infatti, devono rispondere ad alcuni requisiti minimi obbligatori: pavimento e pareti facilmente lavabili; piano di vendita lavabile e idoneo al contatto con gli alimenti; lavabo accessibile; Al fine di mantenere le condizioni di igiene occorre prestare molta attenzione ai prodotti da utilizzare per la pulizia e di disinfezione delle superfici, nessuno dei disinfettanti comuni (ad esempio candeggina, amuchina, ecc.) deve essere usato direttamente per pulire superfici che andranno a contatto con gli alimenti. Igiene del personale: gli addetti a qualsiasi titolo alla produzione, preparazione, confezionamento, somministrazione, vendita e trasporto di alimenti e di bevande, devono: indossare abiti da lavoro idonei al tipo di attività svolta; essere in possesso dell’attestato di frequentazione di corsi formativi, (ex libretto sanitario) . Tale idoneità sanitaria ha la durata di due anni e potrà essere rinnovata di volta in volta; ATTENZIONE: è necessario mettere in atto soprattutto procedure semplici, limitate all’essenziale e compatibili con le dimensioni economiche dell’azienda agrituristica. 20 DICHIARAZIONE DI AVVIO ATTIVITÀ - DAA L’imprenditore agricolo che intende avviare un’attività agrituristica, già in possesso del certificato di connessione e complementarietà, e già iscritto all’elenco degli imprenditori agrituristici, deve presentare una Dichiarazione di Avvio Attività presso gli uffici del Comune dove ha sede l’immobile destinato all’attività agrituristica. La DAA deve contenere: la descrizione dettagliata delle attività proposte; l’indicazione delle caratteristiche aziendali, delle attività e delle aree adibite all’uso agrituristico, della capacità ricettiva, dei periodi di esercizio dell’attività e delle tariffe che si intendono applicare; La DAA consente l’immediato avvio dell’attività agrituristica. ATTENZIONE: ogni anno entro il 1 ottobre deve essere compilata la sezione 3 della DAA in cui l’azienda comunica i prezzi minimi e massimi che l’azienda intende adottare l’anno successivo. 21 ASPETTI FISCALI Dal punto di vista fiscale l’attività di agriturismo è regolata dalla norma speciale contenuta dall’art. 5 della legge 30 dicembre 1991 n. 413. La norma introduce un regime forfetario, applicabile sia ai fini della determinazione delle imposte dirette che agli effetti dell’IVA, e questo è il regime naturale per le attività agrituristiche, quindi per non applicarlo il contribuente deve esercitare l’opzione per il regime ordinario. L’opzione ha validità per almeno un triennio e vale sia per le imposte dirette che per l’IVA. Allo scadere del triennio le imprese che svolgono attività di agriturismo in regime ordinario continuano a rimanere nello stesso regime fino a quando non decidono di revocarlo. ATTENZIONE: il reddito proveniente dall’attività agrituristica è considerato reddito agricolo. REGIME FORFETARIO (REGIME NATURALE) Il legame fra azienda agricola e agriturismo permette all’imprenditore di usufruire di alcuni vantaggi di natura fiscale rispetto a coloro che esercitano attività turistiche (alberghi, ristoranti, pensioni), tra cui il regime di determinazione forfetaria dell’Imposta sul Valore Aggiunto (I.V.A.), fissata al 10%, che opera attraverso la riduzione dell’imposta relativa alle operazioni imponibili nella misura del 50% del suo ammontare complessivo. Il reddito delle attività agrituristiche non rientra nel regime fiscale agricolo in quanto è equiparato a quello derivante dall'esercizio di impresa. I.V.A.: regime forfetario – aliquota del 10%; I.R.PE.F.: regime forfetario – 25% sui ricavi. I redditi derivanti dall’attività agrituristica, seppur connessa a quella agricola, sono da considerare di natura commerciale e cioè 22 derivanti dall’esercizio in forma abituale. La determinazione del reddito imponibile dell’attività di agriturismo si ottiene, come detto, applicando all’ammontare dei ricavi conseguiti nel periodo d’imposta, al netto dell’IVA, il coefficiente di redditività forfetaria del 25%; REGIME ORDINARIO (REGIME PER OPZIONE) In alternativa al regime forfetario sopra citato, il contribuente può optare per il regime ordinario di determinazione delle imposte indirette e dirette. IVA: viene applicata l’aliquota IVA normale del 10% sui corrispettivi di vendita e viene detratta l’IVA degli acquisti; IMPOSTE DIRETTE: si applica il regime ordinario dei ricavi meno i costi; In sostanza questo Regime si può optare nei casi in cui vi siano dei costi che si vogliono dedurre dai redditi e, in questo caso, corre l’obbligo di rimanere almeno tre anni in questo regime; ALTRE IMPOSTE IRAP: l’imposta si applica sul valore della produzione netta derivante dall’attività esercitata; I.C.I.: interessa l’azienda agricola nel complesso, non specificatamente l’azienda agrituristica, in quanto i fabbricati adibiti all’attività agrituristica sono rurali; S.I.A.E.: variabile a seconda del tipo di attività, e comunque entro il 28 febbraio di ogni anno; T.A.R.S.U.: variabile a seconda del Comune di appartenenza e della tipologia di rifiuti; 23 ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI L’avvio dell’esercizio dell’attività agrituristica, obbliga l’imprenditore ad attenersi ad alcuni vincoli amministrativi, quali: PER TUTTI: rispettare il vincolo di connessione e complementarietà che l’attività agrituristica deve avere rispetto a quella agricola; comunicare entro il 1 ottobre di ogni anno al Comune di appartenenza l’indicazione delle tariffe che si intendono praticare per l’anno successivo e i giorni di apertura previsti; esporre al pubblico la copia dichiarazione avvio attività; esporre le tariffe praticate; rispettare le giornate di apertura /chiusura; esporre, sui confini dell’azienda, apposite tabelle riportanti la denominazione dell’azienda, il logo agrituristico regionale (Galletto) ed i servizi offerti (letto, ristoro); PER ALLOGGIO: comunicare i nomi delle persone alloggiate all’autorità di pubblica sicurezza; comunicare alla Provincia ufficio Informazione accoglienza turistica (IAT) le tariffe che si intendono praticare per l’anno successivo; 24 PER RISTORO effettuare passaggi interni (auto fatturazione nel caso di prodotti di produzione propria); acquistare i prodotti agricoli e alimentari nel rispetto delle percentuali previste; esporre in sala l’elenco dei fornitori che forniscono prodotti extra-aziendali; ATTENZIONE: è previsto l’obbligo per gli agriturismi, che proseguono la propria attività oltre le ore 24, ad avere un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico (presso almeno un’uscita del locale) e apposite tabelle (all’interno e all’uscita dei locali) con la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica e la quantità delle bevande alcoliche che determinano il superamento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza. CLASSIFICAZIONE L’uso della denominazione dell’azienda agrituristica, nonché la possibilità di fregiarsi di idonei segni distintivi, è riservato esclusivamente alle aziende agricole che svolgono tale attività. L’insegna aziendale deve essere posta all’interno dei confini dell’azienda stessa e deve contenere le seguenti informazioni: logo regionale che contraddistingue l’Agriturismo (“il galletto”), denominazione con cui è riconosciuta l’azienda preceduta dalla parola agriturismo, tipologia (familiare o aziendale) e icone dei servizi offerti. Attualmente l’Osservatorio Nazionale degli Agriturismi sta predisponendo una classificazione al fine di attribuire con una simbologia lo stato di confort offerti dalle aziende che offrono pernottamento (alloggio o campeggio), così da poter avere uno strumento oggettivo sull’intero territorio. 25 OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 attraverso la specifica misura 311 A “Diversificazione verso attività non agricole: Agriturismo” finanzia gli investimenti delle strutture aziendali per l’acquisto di attrezzature ai sensi della disciplina regionale sull’agriturismo con l’obiettivo di favorire la diversificazione dell’attività agricola, produrre beni e servizi non tradizionalmente agricoli, incentivare la permanenza delle popolazioni rurali nelle aree più marginali e svantaggiate. Tipologie di intervento: Strutture aziendali: ristrutturazione immobili, adeguamento e nuova costruzione di servizi igienico-sanitari e tecnologici, adeguamento strutture aziendali necessarie alla produzione, trasformazione e condizionamento dei prodotti agricoli, predisposizione e arredamento degli ambienti destinati alla recettività, predisposizione di aree verdi attrezzate, di aree per l’agricampeggio e la sosta di roulotte e caravan, creazione di aree destinate all’attività didattica, alla divulgazione naturalistica e agromabientale per scolaresche e gruppi, creazione di percorsi ciclo pedonali e ippoturistici, investimenti per la segnaletica e la sicurezza, realizzazione di ricoveri e strutture per la gestione e l’alloggiamento degli animali al servizio dei clienti; Acquisto attrezzature: acquisto di attrezzature tecnologiche per la trasformazione e condizionamento di produzioni agricole, acquisto di attrezzature per attività didattico - culturali, sportive, restauro e recupero di arredi e attrezzi agricoli tradizionali, acquisto di attrezzature e programmi informatici comprese le spese per la predisposizione di siti promozionali multimediali; 26 Contributo La percentuale massima di sostegno è del 40% della spesa ammissibile, elevata al 45% per le aziende ubicate in zone svantaggiate montane. Il massimale di contributo concedibile in regime di “de minimis” è di 200.000 € nel triennio. Periodo di presentazione domande Le domande possono essere presentate ininterrottamente fino al 31 dicembre 2010. Al fine delle istruttorie delle domande e della redazione delle graduatorie vengono individuati sei intervalli temporali per la presentazione delle domande. I II III IV V VI periodo periodo periodo periodo periodo Periodo Dal Dal Dal Dal Dal Dal 22/03/2008 01/07/2008 01/01/2009 01/06/2009 01/01/2010 01/07/2010 Al Al Al Al Al Al 30/06/2008 31/12/2008 31/05/2009 31/12/2009 30/06/2010 31/12/2010 27 CONTROLLI E SANZIONI E’ prevista un’attività di controllo a campione da parte delle Province da eseguirsi ogni anno su un numero non inferiore al dieci per cento delle aziende agrituristiche presenti sul territorio provinciale. Sono oggetto di verifica, in particolare: la prevalenza del lavoro agricolo rispetto a quello agrituristico, cioè il rispetto dei parametri dichiarati nel certificato di connessione e complementarietà. Il volume del lavoro agricolo, su base annua, deve risultare sempre superiore a quello agrituristico; il rispetto della ricettività agrituristica massima dichiarata. Verranno presi in considerazione il numero di posti letto, di camere, di piazzole per agricampeggio, di alloggi offerti al pubblico ed il numero degli ospiti alloggiati come risultante dalle relative scritture contabili. I trasgressori verranno sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.000,00 a € 5.000,00; il rispetto dei numeri di pasti giornalieri. Verrà considerato il numero di pasti serviti come risultante dai registri contabili. I trasgressori saranno sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.000,00 a € 5.000,00; il rispetto dei limiti quantitativi relativi alle quote proporzionali di prodotti utilizzati per la somministrazione di pasti e bevande (servizio di ristoro). I trasgressori saranno sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.000,00 a € 5.000,00; Inoltre, ulteriori controlli vengono effettuati dai NAS e dall’ispettorato del lavoro. 28 IL RUOLO FONDAMENTALE DELL’IMPRENDITORE E’ importante ricordare che l’attività agrituristica riscuote maggior successo laddove l’imprenditore è maggiormente sensibile a creare soddisfazione nei confronti dell’utente e soprattutto riesce a trasmettere le peculiarità intrinseche dell’agriturismo rispetto ad altre offerte sul mercato. Da recenti studi promossi dall’Osservatorio Nazionale sugli agriturismi in collaborazione con il Ministero è emerso, infatti, che l’imprenditore ricopre un ruolo fondamentale. In sintesi vengono riportati i requisiti maggiormente apprezzati dagli utenti quale utile spunto di miglioramento per le proprie realtà: l’imprenditore deve essere sempre presente / reperibile in agriturismo; l’imprenditore deve essere informato e acculturato sulla realtà circostante, i suoi prodotti, le sue tradizioni; l’imprenditore deve essere preparato professionalmente e qualificato; l’imprenditore deve essere socievole, appassionato al suo lavoro, e coinvolgente con discrezione; 29 FATTORIE DIDATTICHE COSA SONO LE FATTORIE DIDATTICHE Le Fattorie Didattiche della Lombardia sono aziende agricole/agrituristiche impegnate nell’educazione del pubblico ed, in particolare, nell’accoglienza di gruppi scolastici e di giovani nell’ambito delle loro attività scolastiche ed extrascolastiche (grest parrocchiali o comunali, gruppi estivi organizzati, campus per ragazzi …). A tal fine le Fattorie Didattiche offrono l’opportunità di conoscere l’attività agricola ed il ciclo degli alimenti, la vita animale e delle piante, i mestieri, il territorio ed il ruolo sociale degli agricoltori per educare al consumo consapevole ed al rispetto dell’ambiente. L’attività educativa proposta dagli agricoltori è strettamente correlata a quella agricola, che rimane l’attività principale, secondo il parametro tempo/lavoro, così come stabilito dalla legge regionale n.31 del 2008 testo unico dell’agricoltura, art. 152. LA RETE REGIONALE E LA CARTA DELLA QUALITÀ In Lombardia esiste una rete delle Fattorie Didattiche della Regione e l’azienda agricola o cooperativa agricola che intende aderire deve avere un’attività effettiva di produzione animale o vegetale e sottoscrivere e condividere i requisiti di qualità contenuti nella Carta dei requisiti della Qualità approvata con il d.g.r. n. 7/10598 del 2002. In questo documento vengono definiti i parametri che deve soddisfare l’azienda per poter procedere all’accreditamento. Per prima cosa gli operatori delle Fattorie Didattiche devono poter dimostrare di aver partecipato ad un corso abilitante di 120 ore. Inoltre, si impegnano a seguire successivi corsi periodici di aggiornamento per almeno 30 ore all’anno. L’azienda, per poter aderire alla rete, deve dimostrare di poter disporre di ambienti accoglienti e curati, di spazi attrezzati sufficienti per svolgere le azioni educative ed in 30 particolare di locali coperti per lo svolgimento delle attività anche in caso di maltempo. L’azienda è dotata almeno di due servizi igienici (di cui uno almeno per disabili) e di lavabi con acqua potabile adeguati al numero dei ragazzi ospitati. Sono disponibili aree attrezzate e delimitate dove gli ospiti possono consumare la merenda e/o giocare in libertà e sicurezza. Gli imprenditori si impegnano ad accogliere in modo cordiale gli ospiti e spiegano tutte le attività agricole svolte in azienda, permettendo ai visitatori di rapportarsi in condizioni di sicurezza agli animali allevati. Il numero dei partecipanti alle visite e alle attività educative deve essere adeguato agli spazi aziendali ed all’efficacia delle azioni previste e, comunque, non superiore a 60/65 utenti. L’accoglienza viene proporzionata al numero degli operatori presenti in azienda ed il loro rapporto varierà in funzione dell’età dei partecipanti e delle attività proposte. ATTENZIONE: Il rapporto operatori/utenti non potrà in nessun caso essere superiore a 1/30. L’accoglienza, la visita e le attività saranno condotte dall’agricoltore o da suoi familiari o da personale aziendale in possesso della abilitazione. Gli operatori, prima della visita aziendale, si impegnano a concordare con i docenti il programma da realizzare con la classe e gli obbiettivi educativi. L’azienda deve essere dotata dei sistemi di sicurezza previsti dalle normative vigenti e si impegna a mettere in atto ogni precauzione per evitare situazioni di pericolo ai partecipanti da parte di animali, attrezzature o sostanze pericolose. I visitatori saranno comunque resi coscienti che un’azienda agricola è un luogo di lavoro, e conseguentemente i locali o depositi di attrezzi e sostanze pericolose devono essere resi inaccessibili. Eventuali limitazioni d’accesso in aree determinate devono essere ben 31 segnalate e comunicate agli accompagnatori, prima della visita o comunque all’inizio della stessa e delle attività educative. Se l’azienda fornisce ai propri ospiti spuntini, merende o prodotti alimentari si dota di un sistema di autocontrollo ai sensi del regolamento 852/04. ATTENZIONE: durante le visite e le attività educative i partecipanti vengono coperti da assicurazione di responsabilità civile comprendente, nel caso di ristoro, il rischio di tossinfezione. LA PROCEDURA DI ACCREDITAMENTO Si riportano i punti principali della procedura per diventare una Fattoria Didattica. Il legale rappresentante dell'azienda agricola/agrituristica che intende aderire alla rete delle Fattorie Didattiche della Lombardia deve richiedere l'accreditamento alla Provincia competente per territorio, presentando la seguente documentazione: modulo di richiesta di accreditamento (in allegato al d.d.g. 4926); copia della Carta della Qualità sottoscritta (d.g.r. n. 7/10598); una relazione con l'offerta didattica messa a punto dall'azienda; una relazione con la descrizione dell'azienda sia della parte strutturale che dell' attività agricola, nonché sull'organizzazione complessiva; la fotocopia della carta d'identità del legale rappresentante; Le Province, attraverso i competenti Uffici degli Assessorati Agricoltura, effettuano l'istruttoria entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta in forma cartacea. L'istruttoria consiste in: verifica della completezza e validità della documentazione presentata, eventuale visita in loco, eventuali richieste di dichiarazioni e/o documentazioni integrative o di rettifica. 32 Al termine del procedimento istruttorio, di cui viene redatto apposito verbale, il funzionario/dirigente provinciale competente comunica l’esito dell’istruttoria al soggetto richiedente e, nel caso di riscontro positivo, provvede all'iscrizione dell'azienda nell'elenco provinciale. A conclusione dell’istruttoria positiva ed a seguito del provvedimento di accreditamento, la Provincia trasmette copia dell'atto amministrativo al Sindaco del Comune dove l’azienda svolge l’attività didattica e contemporaneamente alla Direzione Generale Agricoltura. ELENCO PROVINCIALE ED ELENCO REGIONALE La Provincia redige e gestisce l’elenco provinciale delle Fattorie Didattiche e annualmente, entro il 30 giugno, lo trasmette in forma cartacea ed informatizzata alla Direzione Generale Agricoltura. Entro il 31 luglio di ogni anno viene approvato l'elenco regionale, con decreto del Direttore Generale della Direzione Agricoltura che ne dispone la pubblicazione sul BURL. 33 I VANTAGGI DEL CIRCUITO DELLE FATTORIE DIDATTICHE Ogni anno viene pubblicata una Guida delle Fattorie Didattiche della Lombardia aggiornata e con le descrizioni, informazioni e fotografie di tutte le aziende accreditate. La Guida ha una funzione divulgativa e viene distribuita nelle principali fiere di settore e alle scuole che ne fanno richiesta. Inoltre viene messa on-line sul sito www.buonalombardia.it. Un altro importante momento di promozione della rete delle Fattorie Didattiche è la Giornata a porte aperte, che ogni anno si svolge durante l’ultima domenica di settembre. Inoltre, solo le aziende accreditate possono fregiarsi del logo delle Fattorie Didattiche che, a distanza di otto anni dalla nascita della rete, viene percepito come riconoscimento di qualità dal consumatore. Dal punto di vista fiscale le aziende accreditate al circuito regionale hanno il grande vantaggio di essere esenti dall’IVA. 34 VENDITA DIRETTA La Vendita Diretta è la possibilità per i consumatori di comprare i prodotti agroalimentari direttamente dal produttore agricolo, senza alcun intermediario. Tale opportunità è anche conosciuta come “filiera corta dal produttore al consumatore”. Il Lombardia si stimano circa 5.000-6.000 aziende che effettuano vendita diretta, pari all’11% del totale delle aziende agricole lombarde, e si possono individuare le seguenti tipologie: in azienda; su aree pubbliche (mercati agricoli, posteggi dedicati agli agricoltori nei mercati tradizionali o rionali); in locali privati aperti al pubblico; itinerante con mezzo mobile attrezzato; su area privata; Gruppi di Acquisto Solidali, E-commerce, ecc. Nello specifico, per quanto attiene l’evoluzione dei Mercati Agricoli attualmente la Regione Lombardia non ha un censimento di riferimento, ma è possibile stimarne la rappresentatività facendo riferimento al numero dei Mercati di Campagna Amica, la cui gestione è affidata all’Associazione Agrimercato, che attualmente registra circa 80 mercati sull’intero territorio lombardo e hanno avuto un’incisiva crescita dall’inizio dell’anno 2009. 35 NORMATIVA Gli imprenditori agricoli, singoli o associati possono vendere direttamente al dettaglio, in tutto il territorio della Repubblica, i prodotti provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende, osservate le disposizioni vigenti in materia di igiene e sanità (d.lgs.228/2001). Al fine di promuovere l’aggregazione ed in particolare lo sviluppo dei mercati degli imprenditori agricoli che effettuano vendita diretta, la finanziaria per il 2007 ha approvato il Decreto Ministeriale, emanato il 20/11/2007, che ha introdotto le linee guida per la realizzazione dei mercati agricoli, quindi i requisiti, gli standard di realizzazione, trasparenza dei prezzi, ecc. Tale DM, non essendo di natura regolamentare in quanto, per competenza, la disciplina legislativa in materia agricola spetta alle Regioni, è stato seguito dalla circolare del 11/12/2008 della Regione Lombardia redatta con tutti gli aspetti operativi. ITALIA REGIONE LOMBARDIA Legge n.59 del 1963 (limita la vendita diretta alla sola produzione aziendale, può essere utilizzata per i produttori in regime di esonero di IVA che vogliono avvalersi della non obbligatorietà dell’iscrizione al Registro delle Imprese- legge 77/77 art 2, comma 3). Circolare Regione Lombardia 11/12/2008 “Modalità operative per la gestione dei mercati agricoli” DPR 633/1972 (art 34) “Disciplina sulle imposte del valore aggiunto” Dlgs 228/2001 (art 4) “Legge di orientamento” Dlgs 99/2004 (art 1) “Semplificazione amministrativa in agricoltura” DM del 20/11/2007 “Indicazioni per lo sviluppo dei mercati agricoli” 36 FORME DI VENDITA DIRETTA A) Vendita diretta in sede stabile può essere svolta su aree pubbliche (anche con l’utilizzo di un posteggio o in locali aperti al pubblico); B) Vendita diretta in forma itinerante consiste nell’utilizzo di un mezzo mobile opportunamente attrezzato, oppure il commercio elettronico; ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI – DIAP (DICHIARAZIONE DI INIZIO ATTIVITÀ PRODUTTIVA) La DIAP deve essere inoltrata al Sindaco del Comune in cui si intende esercitare la vendita per la vendita diretta in sede stabile. Nel caso in cui si tratti di vendita diretta itinerante la DIAP deve essere inoltrata al Comune del luogo ove ha sede l’azienda di produzione ed è valida in tutto il territorio nazionale. La modulistica in vigore con aggiornamenti è stata approvata con DDC 10863 del 26 ottobre 2009. Qualora un mercato agricolo venga gestito da un Associazione può essere fatta cumulativa per tutti i soggetti partecipanti dall’Associazione stessa. ATTENZIONE: alla vendita diretta al pubblico dei prodotti agricoli da parte degli agricoltori NON si applica la normativa sul commercio neanche per quanto riguarda i requisiti di accesso all’attività, alla programmazione della rete distributiva e agli orari di apertura e di chiusura di esercizi di vendita, pertanto non ci sono obblighi di chiusura domenicale o festiva. 37 ADEMPIMENTI SANITARI Prima di inoltrare la DIAP è necessario che l’azienda riceva il nulla osta per le autorizzazioni sanitarie da parte dei Comuni con il supporto delle ASL attestante l’idoneità igienico sanitaria dei locali e delle attrezzature. Sono soggette alla normativa sanitaria, e conseguentemente al possesso di autorizzazione, le fasi di confezionamento, trasformazione e vendita dei prodotti, eccetto la coltivazione e la raccolta. ATTENZIONE: anche le cisterne e i contenitori adibiti al trasporto delle sostanze alimentari sfuse a mezzo di veicoli sono soggette ad autorizzazione. HACCP Chi fa attività di trasformazione, preparazione, confezionamento, deposito, vendita e/o somministrazione di alimenti spetta individuare nel proprio processo produttivo aziendale ogni fase che potrebbe rilevarsi critica per la sicurezza degli alimenti. Spetta, quindi, all’imprenditore garantire che siano individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza, avvalendosi dei principi su cui è basato il sistema di analisi dei pericoli e dei punti di controllo critici HACCP. Occorre realizzare, pertanto, un manuale aziendale di autocontrollo, basato sulla dimostrabilità, specifico per ogni singola realtà. Igiene del personale: gli addetti a qualsiasi titolo alla produzione, preparazione, confezionamento, somministrazione, vendita e trasporto di alimenti e di bevande, devono: indossare abiti da lavoro idonei al tipo di attività svolta; essere in possesso dell’attestato di frequentazione di corsi formativi, (ex libretto sanitario). Tale idoneità sanitaria ha la durata di due anni potrà essere rinnovata di volta in volta. ATTENZIONE: è necessario mettere in atto soprattutto procedure semplici, limitate all’essenziale e compatibili con le dimensioni economiche dell’azienda agrituristica. 38 ASPETTI FISCALI Fatta eccezione delle aziende che operano in regime di esenzione, perché non superano i limiti di fatturato previsti dalla legge e conseguentemente non iscritte al Registro delle Imprese, per la vendita diretta in azienda alle cessioni di prodotti agricoli, ottenuti in maniera prevalente dalla coltivazione del fondo e dall’allevamento di animali, effettuate da imprenditori agricoli ai sensi dell’art. 2135 c.c. si applica il regime speciale in termini di IVA (detrazione forfetizzata in base alle percentuali di compensazione). ATTENZIONE: i piccoli produttori, però, devono comunque iscriversi al registro delle imprese qualora intendono esercitare l’attività di vendita diretta dei propri prodotti al di fuori della propria azienda. Le vendite, quindi, sono esonerate dall’essere accompagnate da una ricevuta fiscale in caso di vendita al consumatore finale (certificato degli incassi). Il produttore è tenuto ad annotare, entro il giorno non festivo successivo, gli incassi sul registro dei corrispettivi. La cessione di prodotti non agricoli ovvero di prodotti non appartenenti all’ Allegato contenente l’elenco dei Prodotti Agricoli del decreto 5 agosto 2010 (G.U.n. 212 del 10 settembre 2010) e la cessione prevalente di prodotti agricoli acquistati da terzi sono, invece, soggette a regime fiscale normale (Iva sulle vendite meno iva sugli acquisti) in quanto la vendita di prodotti acquistati da terzi è considerata attività commerciale con obbligo della cartificazione degli incassi per i propri e per i prodotti terzi. La prevalenza può essere misurata in termini di quantità o di valore ed è consentito l’acquisto di prodotti agricoli da terzi: 1) per ottenere un incremento quantitativo della propria produzione: in questo caso la prevalenza si misura in quantità per beni confrontati omogenei (Es. produzione mele fuji Prodotti acquistati da terzi: mele fuji) 39 2) per ampliare la gamma dei prodotti (trasformati) offerti: in questo caso la prevalenza si misura in valore, se i beni non sono omogenei (Es. produzione marmellate di mele e pere, Prodotti acquistati da terzi: pere); 3) per migliorare qualitativamente la propria produzione: in questo caso la prevalenza si può misurare sia in quantità che in valore (Es. produzione uva cellatica, Prodotti acquistati da terzi: uva franciacorta, Commercializzazione: la prevalenza si può misurare in valore oppure confrontando la quantità di uva franciacorta, necessariamente minore rispetto alla quantità di uva cellatica.) ATTENZIONE: l’ammontare dei ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti non provenienti dalla propria azienda nell’arco solare deve essere inferiore a 160.000 € per gli imprenditori individuali e 4 milioni di euro per le società. Ad esempio: se un’azienda vende prodotti per un totale di 15.000 €/anno, l’azienda può vendere prodotti non suoi per un importo massimo che deve essere inferiore ai 7.500 €. QUALI OPPORTUNITA’ L’interesse dei consumatori verso i mercati è in continua crescita e l’imprenditore agricolo acquisisce nuove opportunità per ricavarsi nuovi spazi economici. Spesso viene reintrodotto in azienda il processo di trasformazione, c’è un orientamento verso le produzioni di qualità e conseguentemente la volontà di scegliere nuovi canali di commercializzazione per dare un valore aggiunto al nuovo assetto. L’imprenditore agricolo che partecipa ai mercati di vendita diretta è stimolato dal progressivo aumento della domanda e, per rispondere con un’offerta adeguata, spesso decide di convertire totalmente la propria attività, è portato alla diversificazione della produzione, con beneficio nei confronti di una maggiore manodopera e miglioramento della capacità produttiva del terreno (es. parte dell’azienda potrebbe trasformarsi da monoculturale a policolturale). 40 L’imprenditore agricolo si confronta abitualmente con il mondo esterno rappresentato non soltanto dai consumatori ma anche dagli altri produttori; aumentano conseguentemente la sua dinamicità e le sue gratificazioni professionali e personali. I VANTAGGI DELLA VENDITA DIRETTA Recupero del valore aggiunto che si perde nelle fasi di commercializzazione e distribuzione (filiera corta); Redditività anche ad aziende marginali e di piccole dimensione; Responsabilizzazione maggiore nei confronti dei consumatori finali; Influenza sul comportamento e sulle abitudini sociali relative a una maggiore attenzione sulla provenienza dei prodotti e alla sicurezza alimentare, alla sostenibilità ambientale dei processi di distribuzione e al sostegno dell’economia locale; Opportunità di confronto diretto con il consumatore; Vendita di prodotti locali e di stagione, alle volte non collocabili nel mercato convenzionale (es. produzioni biologiche); 41 I MERCATI AGRICOLI L’organo deputato all’istituzione di un mercato agricolo è il Comune, ma l’impulso per la sua costituzione può derivare anche da una richiesta presentata al Comune da parte degli imprenditori, singoli o associati, o dalle associazioni di categoria, da Enti pubblici o privati. La gestione dei mercati può essere assunta dal Comune stesso o delegata ad Associazioni, consorzi o gruppi di agricoltori. L’amministrazione comunale attraverso il consiglio o la giunta approva l’istituzione del mercato ed il regolamento che lo disciplina, tale regolamento può essere proposto o eventualmente integrato, in senso più restrittivo, dall’associazione, gruppo o consorzio che vi partecipa. Il Comune, infine, ha il compito anche di controllare il rispetto delle norma in vigore incluse quelle igienico-sanitarie. 42 LA GESTIONE DEI MERCATI AGRICOLI Se il comune non ha la possibilità di gestire il mercato può delegare chi può svolgere tale attività. Sul territorio, per ogni provincia, sono nate le Associazioni di AGRIMERCATO, promosse da Coldiretti, le quali hanno come scopo lo sviluppo della vendita diretta, l’accompagnamento delle aziende agricole e la gestione dei mercati territoriali. L’Associazione è dotata di statuto e di regolamento, un disciplinare che rispetta i requisiti della circolare regionale integrandoli con alcuni aspetti importanti al fine della trasparenza e coerenza con il consumatore finale. Inoltre, l’Associazione adotta una procedura per la gestione delle istanze di adesione e può verificare la conformità dei requisiti richiesti e l’effettiva potenzialità di produzione al fine di garantire la presenza possibilmente per l’intero anno solare. L’Associazione provvede anche alle procedure per la richiesta dell’uso del suolo pubblico e dei servizi essenziali (parcheggi, pulizie, energia elettrica), garantire i servizi igienicosanitari (possono essere fatte convenzioni con bar vicini), nonché garantire il rispetto delle norme previste dal disciplinare adottato. Requisiti dei Partecipanti I soggetti ammessi alla vendita diretta nei mercati agricoli devono essere iscritti al registro delle imprese e devono rispettare le seguenti condizioni: operanti e aventi sede nella Regione Lombardia; vendere nei mercati agricoli prodotti provenienti dalla propria azienda, anche manipolati e trasformati, ovvero anche di prodotti ottenuti nell’ambito territoriale lombardo nel rispetto del limite di prevalenza; vendere esclusivamente prodotti conformi alla disciplina in materia di igiene ed etichettati con l’indicazione dell’origine territoriale e dell’impresa produttrice; 43 L’attività di vendita diretta deve essere svolta dal titolare dell’azienda, dai soci, dai familiari, nonché dal personale già alle dipendenze di ciascun azienda agricola. ATTENZIONE: ogni azienda deve disporre di una polizza di responsabilità civile a tutela dei rischi che possono derivare. COSA SERVE ALL’IMPRENDITORE Gazebo: ignifugo, 3x3mt, che protegga dalla poggia, dotati di zavorre (ad esempio sacchi di sabbia) che stabilizzano l’assetto in caso di vento e di mal tempo. Costo indicativo a partire da 300,00 €. Tavoli per esporre i prodotti: leggeri, resistenti, facili da trasportare; Vetrinette frigor (e furgone per trasporto frigor) per prodotti agricoli deperibili, come carne e formaggi; 44 BUONE PRASSI Coordinamento di immagine per gazebo e attrezzature varie nel rispetto del logo e colori dell’associazione di gestione del mercato agricolo; Utilizzo di cartellini per i prodotti che riportano, in modo chiaro e ben leggibile, il nome dell’azienda produttrice, l’origine, la varietà, il prezzo e le caratteristiche; Utilizzo di guanti e cappello; Presentazione dei prodotti in vendita ordinata e con allestimento gradevole; Presenza di brochure, bigliettini o anche fotografie dell’azienda (coltivazioni e allevamenti); Proposta di “consigli” da parte del’azienda sui prodotti in vendita (es. ricette, modalità di preparazione – tagli-conservazione- ecc); Esposizione di eventuali certificazioni; Avere con sé una cartellina contenente la copia della DIAP, le schede tecniche delle vetrinette frigo e del gazebo utilizzato, nonchè un’autodichiarazione di corretto montaggio del gazebo; Avere un’assicurazione RC per tutelarsi in caso di sinistri causati dalle proprie strutture o sotto le stesse e si consiglia anche la copertura assicurativa per intossicazioni alimentari; Assenza di prodotti a terra; Utilizzo di cassette in plastica anziché in legno per motivi igienici; Presenza di bilance e monitoraggio periodico della taratura delle stesse; Utilizzo di sacchetti di carta o in mater-B; Ordine e pulizia generale; 45 GLOSSARIO Cibi di propria produzione: sono considerati tali i cibi e le bevande prodotti, lavorati e trasformati nell’azienda agricola nonché quelli ricavati da materie prime dell’azienda agricola e ottenuti attraverso lavorazioni esterne; DAA (Dichiarazione di Inizio Attività): è la dichiarazione funzionale all’avvio dell’attività, da presentare al comune ove ha sede l’immobile destinato all’attività agrituristica; Fabbricati aziendali esistenti: sono considerati tali al fine dell’attività agrituristica tutti i fabbricati che già costituiscono l’azienda agricola la momento della richiesta di certificato di connessione sia che possiedano i requisiti di agibilità e abitabilità necessari per lo svolgimento dell’attività agrituristica, sia che richiedano interventi di ristrutturazione e manutenzione per poter essere utilizzati a condizione che la loro destinazione non comprometta l’esercizio dell’agricoltura; Manipolazione: l’operazione che, a differenza delle trasformazioni, non determinano una modifica del prodotto originario; Pasti al giorno: il numero massimo di pasti che l’azienda agrituristica può somministrare nell’arco di una giornata; Prevalenza: la produzione esclusivamente aziendale deve rapresentare alemno il 51% del prodotto totale venduto; Somministrazione dei pasti: fornitura di cibi cucinati in un locale idoneo e appositamente attrezzato; Trasformazione: processo che modifica le caratteristiche iniziali del prodotto (es. produzione di vino dall’uva); 46 RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFIA Legge di orientamento n. 228/2001 Legge 96/2006 “disciplina dell’agriturismo” Regolamento attuativo 7/2009 Regolamento attuativo 4/2008 Dduo 5801/09 Modifiche di revisione semplificazione amministrativa Dduo 15339/07 Fabbisogni manodopera Legge 413/91 disciplina fiscale DM 20/11/07 indicazioni di sviluppo per i Mercati Agricoli Regolamenti CE pacchetto igiene 852/04 853/04 Imprenditore Agricolo Coldiretti Piacenza www.campagnamica.it www.agricoltura.regione.lombardia.it Si ringrazia per la collaborazione: Francesco Goffredo, Roberto Polsini, Rosanna Sora, Stefania Suanno, immagini archivio Coldiretti. 47 TERRANOSTRA è l’Associazione per l’Agriturismo e l’Ambiente, promossa da Coldiretti volta a sostenere e diffondere l’attività agrituristica e la valorizzazione del mondo rurale. Le iniziative e le attività che realizza sono ispirate alla difesa della natura, del territorio agrario e del patrimonio paesaggistico e forestale, al fine di promuovere un miglior rapporto fra uomo e ambiente, agricoltura e turismo, imprenditori agricoli e consumatori, mondo rurale e mondo urbano. La forza delle imprese agricole TERRANOSTRA sta nella capacità di produrre qualità e genuinità, nel garantire produttività, salvaguardia del territorio, tutela dell’ambiente e, non ultimo, nel conservare e promuovere la cultura e le tradizioni del mondo rurale. 48