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Q anordovest
ottobre2004
SENZAFINIDILUCRO
Pubblicato il Bando
per i contributi
Incontri
con la Sfinge
Le domande devono essere presentate, inderogabilmente, entro il 30 novembre
Questa che pubblichiamo
è la proposta di bando che
andrà in approvazione del
Consiglio di Quartiere 5.
Il bando è per la concessione,
da parte del Quartiere, di finanziamenti di attività o iniziative nei settori della cultura, sicurezza sociale, sport, attività educative e tutela ambientale.
Tutte le persone fisiche, gli
enti pubblici e privati, le associazioni e in genere ogni soggetto che opera nel territorio
del Quartiere 5 senza finalità
di lucro può quindi ora presentare la propria domanda di
contributo. Da ricordare che
saranno prese in considerazione esclusivamente le domande provenienti da soggetti aventi sede, o comunque
operanti in modo continuativo da almeno un anno nel territorio del Quartiere 5, e dirette al finanziamento di progetti
e attività in linea con i principi
ed i valori generali della Costituzione e dello Statuto del
Comune di Firenze.
Quelle pervenute saranno esaminate prima di tutto con riferimento alla maggiore o minore aderenza agli indirizzi programmatici ed obiettivi indicati con esattezza nel bando, ma
in base anche ad altri requisiti.
Il Consiglio di Quartiere
avverte che si riserva la facoltà di non erogare contributi o di erogarli in misura
ridotta, sulla base delle risorse finanziarie che saranno assegnate con il Bilancio 2005.
Criteri generali
Saranno applicati alle richieste i seguenti criteri generali
di preferenzialità, in ordine
decrescente di importanza:
n la provenienza della richiesta da realtà associative rispetto ai soggetti singoli;
n la provenienza delle richieste da associazioni che abbiano partecipato al progetto
“Associazionismo e sensibilizzazione” per attività che ne
costituiscano lo sviluppo;
n l’equilibrio tra il costo complessivo del progetto/attività
ed il contributo richiesto;
il vantaggio in termini di ritorno d’immagine che può derivare al Quartiere con l’erogazione del contributo.
Criteri specifici
per settore
Cultura
Saranno considerate preferenziali:
n le richieste presentate da
realtà associative per le quali
è più forte e consolidato il legame con il territorio;
n le richieste relative a progetti inseriti in cicli di iniziative continuative, rispetto a
quelle con carattere più estemporaneo ed occasionale;
Sicurezza Sociale
Sarà destinata complessivamente ai Centri Anziani una
quota non inferiore al 35% dello stanziamento complessivo
per questo settore di interPagina precedente
vento; tale quota sarà ripartita
sia in relazione ai programmi
di attività, sia in proporzione
al numero degli iscritti. La disponibilità residua sarà assegnata prioritariamente:
n ai soggetti che aderiscono
alla Rete di Solidarietà;
n ai soggetti che gestiscono
gratuitamente spazi e/o locali
nell’interesse pubblico per
conto del Quartiere;
n per l’attuazione di progetti
che consistano in servizi diretti alla persona.
Sport
Saranno considerate preferenziali:
n le richieste provenienti da
soggetti per cui è più forte e
consolidato il legame con il
territorio
n le richieste relative a iniziative di promozione e animazione definite ed individuate
rispetto a quelle relative a interi settori di attività;
Attività educative
Saranno considerate preferenziali:
n le richieste destinate all’attuazione di progetti localizzati
nelle aree territoriali considerate a maggior rischio sociale, quali Brozzi, Peretola, Le
Piagge, Novoli, Firenze Nova;
n le richieste destinate all’attuazione di progetti educativi rivolti
a bambini o adolescenti a maggior rischio sociale;
richieste
destinate
n le
all’attuazione di progetti da realizzarsi in forma sinergica con
le scuole del territorio e definiti
nell’ambito di una progettazione comune scuola - Quartiere.
Tutela ambientale
Saranno considerate preferenziali:
n le richieste destinate ad iniziative di educazione ambientale localizzate nelle aree verdi del Quartiere ed indirizzate
alla maggior parte della popolazione.
Ciascun contributo, ad eccezione di quelli erogati ai Centri Anziani, non potrà superare il 50% del costo del progetto/iniziativa e non potrà comunque superare l’importo
complessivo di euro 6197,48
Formulazione
delle domande
Le domande di contributo devono essere redatte con riferimento ad uno solo dei settori
di intervento, devono essere
presentate, inderogabilmente, entro il 30.11.2004 e debbono essere redatte, a pena di
esclusione, sul modulo alle-
PRECISAZIONE
Il vicepresidente
del Q5 è
Sabatino Clementini
Sabatino Clementini
è il nome esatto del
vicepresidente del
Consiglio di Quartiere 5 e non Clemente
Sabatini come riportato per errore sullo
scorso numero del
giornale a pag.11.
Ce ne scusiamo con
l’interessato e con
tutti i nostri lettori.
La redazione
ILLIBRODELCINQUE
gato al bando.
I modelli di domanda sono disponibili sulla Rete Civica al
seguente indirizzo: pubblici/concorsi/bandi.htm, possono altresì essere richiesti
presso la sede del Quartiere 5
via Lambruschini, 33 anche
via telefax.
Le domande di finanziamento
debbono essere corredate, a
pena di esclusione, (è sufficiente l’autocertificazione) da:
a) documentazione relativa
alla figura giuridica del richiedente: Statuto e Atto Costitutivo (ove non sia depositato
presso il Comune di Firenze);
b) comunicazione dalla quale
risulti il nominativo della persona autorizzata a quietanzare per conto del soggetto richiedente. Tale comunicazione non è necessaria ove nella
domanda risulti indicato il numero di c/c del soggetto richiedente;
c) relazione illustrativa dei
progetti e dei programmi annuali e pluriennali di attività
con l’indicazione dei periodi
di svolgimento e dei relativi
calendari, delle strutture, delle attrezzature e delle organizzazioni necessarie per la
realizzazione dei programmi;
d) previsione di spesa complessiva per il progetto/attività per il quale si richiede il finanziamento;
e) dichiarazione ai sensi
dell’art. 28 2º comma del
D.P.R. 600 /1973
f) dichiarazione di aver regolarmente presentato il rendiconto relativo ai contributi
eventualmente percepiti nel
corso dell’anno 2002
Il provvedimento definitivo di
concessione dei contributi richiesti sarà adottato con Determinazione Dirigenziale entro il
31.03.2005, o, qualora questo
sia successivo, entro 30 gg.
dall’esecutività del bilancio.
Esso sarà pubblicato, nei termini di legge e ne sarà data
notizia a tutti coloro che hanno presentato domanda entro
30 giorni dalla esecutività del
provvedimento stesso.
Informazioni e richiesta moduli:
Uffici amministrativi Q.5
Via Lambruschini, 33 - Tel. 0552767020
[email protected]
Dopo le Lezioni di enigmistica, Bartezzaghi, figlio di un illustre
enigmista, torna in queste lezioni tenute alla Scuola Superiore di Studi
Umanistici di Bologna ad occuparsi di enigmistica, questa volta in
un’ottica diversa: non si spiegano più le tecniche per realizzare e
risolvere giochi, ma si risale all’origine remota dell’enigma, all’incontro
tra Edipo e la Sfinge, quando il gioco era imparentato con la sapienza
dei miti e la sacralità degli oracoli.
Oggi quei giochi sono svuotati degli arcani misteri che custodivano e
non resta più che una flebile eco dell’antica sapienza: l’enigma
(etimologicamente “discorso coperto”) ha finito per cristallizzarsi in un
gioco di apparenti aporie e di contraddizioni da sciogliere.
Bartezzaghi ci guida in un lungo percorso tra indovinelli, anagrammi,
sciarade, rebus e palindromi, passando con disinvoltura da Artemidoro a
Freud, da Platone a Jakobson, da Nabokov a Gadda. «Non si possono
vedere bene le cose di questo mondo se non le si guarda alla rovescia»,
ammoniva già nel XVII secolo Baltasar Gracián.
E infatti il linguaggio, che per Lacan è semina dell’inconscio, si rivela
fertile di invenzioni e, come aveva già intuito Saussure, apre al principio
della differenza, spalancando sotto la crosta testuale gli abissi di un
senso altro. Ogni cosa detta proietta l’ombra rovesciata del non detto:
come non sentire brividi lungo la schiena quando ci accorgiamo che
l’inglese live rivela come suo retrogrado evil? Oppure, per restare a casa
nostra, fra i mille straordinari esempi di cui Bartezzaghi è prodigo, come
non sussultare alla scoperta, per esempio, che, anagrammati, “Rocco
Buttiglione” e “on. Giulio Andreotti” danno rispettivamente “un clerico
bigotto” e “un gelido Totò Riina”?
Ma questi giochetti erano il pane quotidiano di Raimondo Lullo (la cui
Ars Magna potrebbe curiosamente anagrammarsi proprio in anagrams)
o dei cabalisti ebrei, che attraverso la temurah, la gematria e il
notarikon, scomponendo e ricomponendo le lettere del nome di Dio,
praticavano, da protoenigmisti, l’arte dell’anagramma e dell’acrostico.
Il passaggio dall’enigmatica all’enigmistica non è opera di una funzione
soltanto ludica del linguaggio, ginnastica per l’ingegno o trastullo di
perdigiorno, ma fa agire strutture profonde e investe appieno la natura
di segno del sistema linguistico: nell’enigma è implicita una domanda e
una sfida a rispondere e il solutore deve trovare la giusta ipotesi per
costringere il testo a rivelare i suoi misteri. Gli strumenti della semiotica,
come il “quadrato della veridizione” di Greimas, che formalizza i
rapporti fra “essere” e “sembrare”, aiutano a leggere il testo
dell’enigma: esso si presenta al solutore come una menzogna che
nasconde un segreto: ciò che “appare” non “è”, e ciò che “è” non
“appare”.
Solo quando il solutore ha colto il senso reale sotto il senso apparente, i
due livelli di senso si sovrappongono, formando un’immagine bizzarra
che è solo un pallido ricordo dei drammatici quesiti della Sfinge di Tebe.
Un sistema di segni articola e scompone i suoi elementi costitutivi a
piacere, sia nella forma dell’espressione che nella sostanza dei
contenuti, e in tali virtuosistiche combinazioni può persino colludere con
la magia, come nei famosi “versi del diavolo”, le frasi palindrome, lette
cioè nei due sensi, illustrati dalla celeberrima frase latina “in girum imus
nocte et consumimur igni”.
Ma, come ricorda Bartezzaghi, l’incontro fra Edipo e la Sfinge è ormai
cosa di ogni giorno, tra bancomat e codici a barre, che hanno
trasformato la città in una rete d’informazioni e codici d’accesso, ben
più magnetiche che enigmatiche.
S. Bartezzaghi,
Incontri con la Sfinge, Einaudi, 2004
A.P.
L’ENTE D’INGRANDIMENTO
Via Cesare Lombroso
Cesare Lombroso nacque a Verona nel 1835 da una famiglia ebraica
benestante. Fu in Italia il maggior rappresentante del positivismo
evoluzionistico, di derivazione darwinista; fece importanti studi
(per quei tempi) di antropologia, sulla clinica delle malattie mentali,
sulle razze umane, sulle applicazioni statistiche alle malattie sociali
(come la pellagra), e perfino sulla grafologia, lo spiritismo, la parapsicologia, e sui rapporti tra politica e criminalità. Il suo nome resta
però legato soprattutto all’ criminale, di cui è ritenuto il fondatore,
insieme con la “scuola positiva del diritto penale”.
Riallacciandosi alla dottrina della criminalità innata e biologicamente condizionata, Lombroso sostenne che le condotte atipiche
del delinquente o del genio sono condizionate, oltre che da componenti ambientali e socioeconomiche (di cui non riconobbe però
il vero peso), da fattori indipendenti dalla volontà, come
l’ereditarietà e le malattie nervose, che diminuiscono la responsabilità del criminale in quanto questi è in primo luogo un malato.
La cresta occipitale interna del cranio, per esempio, prima di raggiungere il grande foro occipitale, si divide talvolta in due rami
laterali che circoscrivono una ”fossetta cerebellare media o vormiense”. Questa caratteristica anatomica del cranio è oggi chiamata fossetta di Lombroso: egli riteneva si trattasse di un carattere
degenerativo più frequente negli alienati e nei delinquenti, che
classificava in quattro categorie: i criminali nati (caratterizzati da
peculiarità anatomiche, fisiologiche e psicologiche), i criminali alienati, i criminali occasionali e quelli professionali.
Lombroso resta quindi soprattutto famoso per la sua teoria fisiognomica: la determinazione del carattere degli individui
dalle proprie caratteristiche fisiche (misure del cranio ecc.), una
scienza capace di rivelare per il bene sociale tutte le predisposizioni a delinquere anticipate dalla natura.
In Genio e follia (1864) Lombroso sostenne che le caratteristiche degli uomini di genio vanno ricercate nella loro anormalità psichica; quest’opera fu considerata un classico della
scienza positivistica ed ebbe enorme fortuna.
Tra gli altri scritti di Lombroso ricordiamo La medicina legale
dell’alienazione (1873); L’uomo criminale (1875); L’uomo delinquente (1879). A Torino lo studio di Lombroso era presso la Facoltà di Medicina Legale, dove effettuò centinaia di autopsie sui
corpi di criminali, prostitute e folli. Fondò poi il Museo di Antropologia Criminale di Torino, che raccoglie i materiali di tutte le
sue ricerche (da cimeli a reperti biologici, da corpi di reato a disegni, da manoscritti a fotografie e strumenti scientifici.
Alla sua morte, avvenuta a Torino nel 1909, Lombroso volle che
la sua salma fosse consegnata a questo museo così che il genero, divenuto nel frattempo suo assistente, vi potesse effettuare
una regolare autopsia, esattamente come aveva sempre fatto
lui sui corpi che gli venivano affidati. Lombroso intendeva così
significare che la scienza e la morte ignorano le differenze sociali.
Paola Landi
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