L'azienda scopre Facebook. E i suoi rischi - Corriere del Mezzogiorno Page 1 of 2 Corriere Del Mezzogiorno > Bari > Economia > L'azienda Scopre Facebook. E I Suoi Rischi CONFINDUSTRIA L'azienda scopre Facebook. E i suoi rischi Aiuta a farsi conoscere, ma le informazioni sono di Fb I giovani imprenditori confrontano le loro esperienze BARI - Anche per loro Facebook è ormai una realtà con cui fare i conti. Le aziende iniziano a fare a gara a chi ha più amici nel social network più famoso al mondo. E quelle pugliesi non sono da meno in questa corsa a chi ottiene più visibilità. Post, foto, gruppi, eventi. Tutto va bene per farsi pubblicità. Eppure Facebook impone alle imprese anche attenzione. Se n’è parlato ieri in un convegno organizzato dai Giovani imprenditori della Confindustria Bari-Bat, alla presenza di una folta rappresentanza di operatori del settore, soprattutto giovani, ma anche esponenti Il social network di una concezione tradizionale dell’imprenditoria. Segno che i nuovi mezzi offerti dalla tecnologia destano curiosità. E possono diventare una miniera d’oro. Che l’argomento attirasse si è dedotto dalle domande frequenti su come rapportarsi con uno strumento che può essere utilissimo a livello di comunicazione. Ma anche foriero di tranelli. Come dimostrano le numerose segnalazioni che arrivano agli avvocati. «Mi è capitato spesso - ha spiegato Massimo Melpignano, avvocato barese cassazionista e responsabile dell’associazione di consumatori Adusbef - ma una cosa deve essere chiara: tutto quello che si mette su Facebook non è più nostro, diventa solo di Facebook». Tutta «colpa» di quelle 21 pagine di condizioni, che quasi tutti omettono di leggere, dove si spiega che ogni elemento pubblicato diventa di proprietà del social network. Una cessione gratuita dei diritti, insomma. Un’azienda pubblica un’immagine? Questa è vendibile a terzi. L’unica cosa controllabile è l’uso che se ne fa. Eppure per le imprese è quasi inevitabile avere un profilo su Facebook. «Non esserci significa dare una chance in più agli altri - ha sottolineato Piero Intonti, consulente, docente e fornitore di servizi digitali alle imprese, oltre che tra i primissimi operatori del web - e rimanere fuori da una rete di relazioni che coinvolge 180mila utenti in Puglia e 14milioni di italiani ogni giorno». Per chi fa della comunicazione un elemento rilevante della propria strategia commerciale sarebbe un passo falso. E allora si va alla ricerca degli esempi di successo, di persone che hanno fatto affari grazie alle potenzialità del social network. E a Bari c’è un caso editoriale che può fare scuola: è quello del barese Francesco Saccente, uno dei più esperti cameraman freelance, collaboratore di frequente per Rai e Mediaset. Nel 2009 creò sul social network lo «Zampo Group», un forum dove si confrontavano in tanti sul tema della veracità dei cittadini di Bari. Ha avuto talmente successo, questo forum, che Saccente decise di pubblicare, nel 2010, i racconti più ironici, anche demenziali messi online: e così «Mòòò… c’si zamp! Mòòò…quanto sei grezzo!» è diventato il titolo di un libro, giunto alla quinta ristampa, con 10mila copie vendute sia in Italia che all’estero. «Mi iscrissi su Facebook - ha raccontato Saccente - per creare gruppi e per il piacere di scrivere. Dopo l’uscita del libro, in tanti, dall’Honduras, dall’Egitto, dal Canada, condivisero sulla mia bacheca foto con me o con il libro stesso. È la dimostrazione che un certo uso di Facebook può solo agevolare la comunicazione di un prodotto». Basta essere originali, insomma. «Un uso misurato di Facebook - ha spiegato lo psicanalista Giacomo Balzano - fa bene, in sé lo strumento non è né buono né cattivo». E se, citando Umberto Eco, il sovraccarico di informazioni porta a una diminuzione quasi fisiologica dell’attenzione, alle aziende può solo fare comodo una web reputation positiva. «Internet - ha concluso Intonti - è una forma di comunicazione da molti a molti. L’azienda che si confronta con il mondo del web si apre al mercato e al suo giudizio. È un rischio, ma anche un processo irreversibile». Pasquale Caputi 19 maggio 2011 http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/economia/2011/19-maggio-2011/... 20/05/2011