Che cosa è
Un terremoto, o sisma, è un'improvvisa vibrazione del terreno
prodotta da una brusca liberazione di energia e tale energia si
propaga in tutte le direzioni (come una sfera) sotto forma di onde.
A causarlo è la rottura delle rocce in profondità che liberano in
questo modo l'energia accumulata in seguito ai movimenti ai quali
è continuamente sottoposta la crosta terrestre.
Immaginiamo di avere tra le mani un bastone di legno: se si inizia
a piegare esso offre una resistenza alla flessione che si esprime
sotto forma di energia elastica.
Le rocce si comportano nello stesso modo: cioè se una porzione di roccia inizia a
deformarsi, essa offrirà una certa resistenza (che cambia a seconda del tipo di
roccia), ma quando le forze che tengono insieme la roccia vengono superate da
quelle che la deformano allora questa si spezza e si ha un brusco spostamento delle
due parti che rilasciano l'energia che avevano accumulato durante la deformazione e
ritornano in uno stato indeformato. Lo spostamento avviene sia verticalmente che
orizzontalmente. Di solito queste rotture, ed i conseguenti spostamenti, si hanno
lungo linee preferenziali chiamate faglie, e il punto preciso da cui si propaga il
terremoto è detto ipocentro, mentre lo stesso punto, portato in verticale sulla
superficie terrestre, si chiama epicentro.
Una faglia è sostanzialmente una frattura nel terreno, profonda anche vari
chilometri, lungo la quale avvengono i movimenti del terreno. Infatti una faglia non
è altro che una linea di minore resistenza della roccia sottoposta a pressioni e quindi
la rottura avviene sempre lungo questa linea.
Esistono vari tipi di faglie anche molto diverse tra loro, ma tutte hanno in comune il fatto che lungo
quella linea si ha un movimento relativo delle rocce.
In figura accanto la sequenza di rottura: 1 posizione iniziale, 2 piegamento, 3 rottura con
rilascio di energia, 4 stabilizzazione nella nuova forma
Un altro esempio può essere il seguente:
Immaginiamo di avere una morsa e un mattone e di comprimere il mattone aumentando lo sforzo
applicato. In un primo momento il mattone si deformerà accumulando energia in modo elastico.
Questo vuol dire che se dovessimo interrompere la pressione
esercitata, il mattone tornerebbe allo stato iniziale.
Aumentando lo sforzo, il mattone continua a deformarsi
proporzionalmente all'energia accumulata. Al di là di una certa soglia,
non resisterà più all'aumento di sforzo e si romperà liberando
l'energia. Una parte di questa si dissiperà sotto forma di calore e
un'altra come onde elastiche, analoghe alle sollecitazioni che
avvertiamo in caso di terremoto.
É in questo modo che si comportano le rocce quando sono sottoposte
agli sforzi causati dai continui movimenti della crosta terrestre.
L'esempio della morsa e del mattone può aiutarci a comprendere cosa
succede alle rocce quando subiscono un processo di compressione. In
natura esistono tuttavia altri modi di accumulo di energia che
dipendono dal regime tettonico: estensione e trascorrenza. Al di là di
una certa soglia di resistenza media delle rocce - parliamo di
resistenza media poichè le rocce sono formate da diversi materiali avviene la rottura, causata dal fatto che l'energia accumulata è
divenuta maggiore delle forze di coesione intrinseche alle rocce.
Questo processo si traduce con la formazione di faglie e con la
liberazione dell'energia accumulata (terremoto).
ONDE SISMICHE
Quando avviene un terremoto l'energia accumulata dalle rocce si libera in parte sotto forma di onde
sismiche che si propagano all'interno della terra.
Le onde che si propagano all'interno della Terra sono dette "onde di volume". I due tipi principali
sono:
Le Onde P (o Primarie) sono le più veloci.
Comprimono e rilasciano alternativamente il
terreno nella loro direzione di propagazione
proprio come le onde sonore e infatti quando
questo genere di onde arrivano in superficie
subiscono una rifrazione nell'aria e possono
essere trasmesse all'atmosfera sotto forma di
onde sonore (cioè il rumore del terremoto che
si manifesta con un boato in prossimità
dell’epicentro o come brusio più o meno forte
man mano che ci si allontana da questo).
Questo tipo di onde viaggia sia nei solidi che
nei liquidi.
Le Onde S (o Secondarie) viaggiano più
lentamente delle "P". Questo tipo di onde si
comporta come una corda di violino quando
viene pizzicata. Le vibrazioni originate in un
punto della corda si trasmettono al suo capo
opposto attraverso oscillazioni perpendicolari
al senso del moto.
Analogamente, l'oscillazione delle particelle di
roccia che attraversano avviene trasversalmente
rispetto alla loro direzione di propagazione.
Questo tipo di onde viaggiano attraverso i
solidi ma vengono assorbite dai liquidi.
Quando le Onde P e le Onde S raggiungono un qualsiasi punto della superficie terrestre allora
comincia a propagarsi concentricamente un'onda di superficie. Esse sono più lente delle "onde di
volume". Sono anche chiamate lunghe perché viaggiano anche per lunghissime distanze. Sono
questo tipo di onde quelle che causano i danni alle case e alle fondazioni.
I due tipi principali sono:
Le Onde di Rayleigh assomigliano a quelle
che si propagano quando un sasso viene
lanciato in uno stagno. Esse fanno vibrare il
terreno secondo orbite ellittiche e retrograde
rispetto alla direzione di propagazione
dell'onda.
Tutto questo si traduce, sulla superficie
terrestre, nel rapido innalzamento ed
abbassamento del suolo che vibra con un
movimento che viene definito "sussultorio".
Le Onde di Love fanno vibrare il terreno sul
piano orizzontale. Il movimento delle particelle
attraversate da queste onde è trasversale e
orizzontale rispetto alla direzione di
propagazione delle onde dando vita a
vibrazioni della superficie terrestre di tipo
"ondulatorio".
L’energia sismica, di solito, si scarica con una forte scossa principale, per lo più preceduta da
piccole scosse premonitrici e seguita da una serie di numerosissime scosse dette repliche. Ma
qualche volta i terremoti si possono manifestare direttamente con la scossa principale e
naturalmente sono i più pericolosi. Il rilascio dell'energia dovuta a sforzi agenti sulla litosfera può
anche avvenire con continuità, cioè i due blocchi sui due lati della faglia possono scorrere
delicatamente l'uno accanto all'altro senza scatti bruschi e senza accumulo di energia, quindi senza
provocare terremoti importanti.
I terremoti che sono associati a movimento del terreno lungo le faglie sono i più comuni ma vi sono
terremoti anche associati ai vulcani e alla loro attività (movimento del magma, sovrapressione dei
gas ecc..)
Come si fa a misurare le onde sismiche di superficie con uno strumento che appoggia sulla terra, se
poi tutta la superficie stessa si muove ?
Per superare questo problema si usa il sismografo.
Il sismografo è composto da varie parti. Ad un sostegno viene collegata una determinata massa
tramite un filo di acciaio flessibile. Alla massa viene collegato un pennino la cui estremità libera
poggia delicatamente su un rullo di carta che ruota con velocità uniforme.
Il sostegno e il rullo sono solidali tra loro e con la superficie terrestre mentre la massa e il pennino
sono solidali tra loro ma non con la superficie terrestre
I 2 tipi di sismografo servono a registrare sia i movimenti ondulatorii che sussultorii
MAGNITUDO E INTENSITÀ
•
La magnitudo misura la forza di un terremoto attraverso la registrazione degli strumenti.
•
L’intensità misura la forza di un terremoto attraverso gli effetti sull’uomo, sulle costruzioni e
sull’ambiente.
La magnitudo equivale alla potenza in emissione di un segnale, l’intensità equivale all’entità in
ricezione del segnale.
Quindi la magnitudo viene calcolata in corrispondenza dell’ipocentro o dell’epicentro, mentre
l’intensità viene definita in luoghi diversi, a distanze differenti dall’epicentro.
Richter diceva che la magnitudo corrisponde alla potenza con cui trasmette un’emittente radio,
mentre l’intensità corrisponde alla forza del segnale ricevuto da una radio ricevente a qualsiasi
distanza ed in qualsiasi luogo.
Intensità
Nel 1902 Mercalli propose la prima scala composta da 10 gradi,
attualmente in uso la scala MCS (Mercalli, Cancani, Sieberg)
in Europa occidentale è
Scala MCS (Mercalli - Cancani - Sieberg) di intensita` del terremoto
Questa evoluzione della Scala Mercalli si basa sugli effetti macrosismici (danni a persone e
manufatti) ed è quindi una misura molto imprecisa, in quanto i danni rilevati, dipendono anche dalle
caratteristiche delle strutture, dalla densità abitativa, dall'importanza artistica di determinati edifici e
da altre variabili indipendenti dal terremoto stesso. Le zone che hanno riportato gli stessi danni,
vengono racchiuse da delle linee dette isosiste.
I gradi d'intensità, vengono attribuiti alle varie zone, sulla base di una tabella, nella quale vengono
riportati i gradi ed i relativi effetti
grado
scossa
descrizione
I
strumentale
non avvertito
II
leggerissima
avvertito solo da poche persone in quiete, gli oggetti sospesi
esilmente possono oscillare
III
leggera
avvertito notevolmente da persone al chiuso, specie ai piani
alti degli edifici; automobili ferme possono oscillare
lievemente
IV
mediocre
avvertito da molti all'interno di un edificio in ore diurne,
all'aperto da pochi; di notte alcuni vengono destati; automobili
ferme oscillano notevolmente
V
forte
VI
molto forte
avvertito praticamente da tutti, molti destati nel sonno; crepe
nei rivestimenti, oggetti rovesciati; a volte scuotimento di
alberi e pali
avvertito da tutti, molti spaventati corrono all'aperto;
spostamento di mobili pesanti, caduta di intonaco e danni ai
comignoli; danni lievi
VII
fortissima
tutti fuggono all'aperto; danni trascurabili a edifici di buona
progettazione e costruzione, da lievi a moderati per strutture
ordinarie ben costruite; avvertito da persone alla guida di
automobili
VIII
rovinosa
danni lievi a strutture antisismiche; crolli parziali in edifici
ordinari; caduta di ciminiere, monumenti, colonne;
ribaltamento di mobili pesanti; variazioni dell'acqua dei pozzi
IX
disastrosa
danni a strutture antisismiche; perdita di verticalità a strutture
portanti ben progettate; edifici spostati rispetto alle fondazioni;
fessurazione del suolo; rottura di cavi sotterranei
X
disastrosissima
distruzione della maggior parte delle strutture in muratura;
notevole fessurazione del suolo; rotaie piegate; frane notevoli
in argini fluviali o ripidi pendii
XI
catastrofica
poche strutture in muratura rimangono in piedi; distruzione di
ponti; ampie fessure nel terreno; condutture sotterranee fuori
uso; sprofondamenti e slittamenti del terreno in suoli molli
XII
grandemente
catastrofica
danneggiamento totale; onde sulla superficie del suolo;
distorsione delle linee di vista e di livello; oggetti lanciati in
aria
NORME COMPORTAMENTALI IN CASO DI EVENTO SISMICO
La scossa sismica, di per sé, non costituisce una minaccia all’incolumità delle persone.
Quello che provoca vittime, durante un terremoto è principalmente il crollo di edifici, di loro parti o
di quello che contengono (ad esempio mobili e suppellettili pesanti) ed il verificarsi di incendi ed
esplosioni dovute a perdite di gas.
Bisogna quindi avere un’idea chiara di quali sono le posizioni (o postazioni) all’interno dell’edificio
o i luoghi all’esterno che si possono considerare “meno” pericolosi.
Quando avviene un terremoto, non si ha realmente tempo per fare niente di più che riordinare le
idee.
Una scossa può durare qualche minuto (raramente più di uno) e gli intervalli tra le scosse possono
essere di pochi secondi.
Cosa fare prima che si verifichi un TERREMOTO
1. Individuare le parti più resistenti dei locali che si frequentano - Indipendentemente dalla sua
resistenza complessiva, le parti di cui si compone il fabbricato reagiscono in modo diverso
all'energia liberata dall'onda sismica. Pilastri, architravi e muri portanti sono in genere le
strutture più resistenti. Le connessioni tra questi elementi garantiscono una resistenza ancora
superiore. Quindi gli angoli tra muri portanti o travi, in corrispondenza di pilastri sono i posti
meno pericolosi.
2. Individuare le parti più esposte dei locali che si frequentano - La presenza di schianti,
distaccamenti o fenditure negli intonaci, nei pavimenti, nei rivestimenti interni, nei camini e
nelle canne fumarie non è normalmente sufficiente a pregiudicare la stabilità e la sicurezza del
fabbricato, tuttavia evidenzia i luoghi dove potenzialmente la costruzione è più debole. Sotto la
sollecitazione del terremoto, una parete interna (non portante) eccessivamente debole può
provocare danni anche molto gravi senza che il fabbricato ne risenta nel complesso. Esistono
poi parti del fabbricato che, per loro natura, sono oggettivamente più deboli: sono le terrazze, i
balconi, le scale, ecc.
3. Riflettere sui provvedimenti ed il comportamento che si dovrebbe adottare in caso di
sisma - quanto sopra è certamente indispensabile per prevenire una quantità notevole di danni
causati dal terremoto. Tuttavia tutte queste (ed altre) precauzioni rischiano di diventare inutili se
non si ha ben chiaro come comportarsi nella eventualità di un terremoto. Non si tratta soltanto di
memorizzare alcune utili norme di comportamento (si vedano le altre schede nella sezione)
quanto, piuttosto, di "osservare l'ambiente in cui ci muoviamo riflettendo sul corretto
comportamento da adottarsi nella eventualità di un terremoto". Questo atteggiamento, che
potrebbe sembrare eccessivo, in realtà produce due effetti estremamente positivi (ed utili in
generale): innanzi tutto abitua a "convivere" con l'idea del terremoto la qual cosa contribuisce in
maniera determinante ad ostacolare l'insorgenza delle forme di panico che spesso seguono
l'evento; inoltre è propedeutico affinché sia possibile reagire in modo automatico e corretto al
manifestarsi dell'evento. Per quanto possa sembrare strano questo atteggiamento, una volta
interiorizzato, si produce in modo spontaneo in una quantità di situazioni di potenziale pericolo
risultando, in definitiva, “l'arma totale" per garantirsi l'autoprotezione.
4. Può essere opportuno predisporre uno zainetto contenente guanti e indumenti da lavoro (che
possono proteggere, qualora ci siano da spostare macerie, oggetti pesanti o taglienti) e una
mazzetta o un martello robusto ( che può aiutare se ci fosse da sfondare una porta o un ostacolo
quale, ad esempio, un grosso mobile rovesciato). Lo zainetto dovrebbe essere in prossimità del
luogo scelto come riparo temporaneo durante l’eventuale scossa.
Cosa fare durante un TERREMOTO
Se il Terremoto ci sorprende in casa
1. Prima di tutto non bisogna perdere la calma: è necessario cercare di controllare ciò che sta
accadendo attorno a noi. In particolari condizioni (per esempio di notte) dovremo sfruttare al
massimo alcuni sensi, ad esempio l'udito, e questo richiede concentrazione. Bisogna essere
consapevoli che dal nostro atteggiamento non dipende soltanto la nostra incolumità, ma anche
quella altrui ( dei nostri cari, amici, ecc.): un comportamento calmo e consapevole indurrà anche
chi ci circonda a reagire con maggiore razionalità.
2. Al manifestarsi della scossa raggiungere con calma i luoghi del locale precedentemente
individuati come più resistenti e sicuri (muri portanti, sotto le architravi, ecc.) cercando di
addossarsi alle pareti, piuttosto che verso il centro della stanza, mantenendosi a distanza da
mensole, lampadari, quadri, specchi, finestre od oggetti che potrebbero caderci addosso.
3. Avendone la possibilità accovacciarsi sotto un tavolo robusto od un letto per ripararsi da
eventuali oggetti in caduta: lo scopo è quello di realizzare una "cellula di sopravvivenza"
4. Ripararsi la testa con cuscini, indumenti od altro. In mancanza ci si può riparare la testa con
le braccia, mantenendosi in posizione eretta (per evitare che la schiena divenga bersagli di
oggetti in caduta) mettendo le mani sulla nuca ( la punta delle dita deve essere rivolta verso il
basso), tenendo gli avambracci sulla testa e tentando di unire i gomiti davanti alla fronte.
5. Durante la scossa non ci si deve spostare dal locale che ci ospita che, comunque sia, è il
luogo più sicuro al momento disponibile, ne tentare di abbandonare la casa perché correremmo
il rischio di essere travolti dagli elementi architettonici del fabbricato che per loro natura sono
più deboli (cornicioni, balconi, comignoli, coperture dei tetti, ecc.)
6. Durante la scossa non accendere fiamme libere (accendini, fiammiferi od altro). Se il
terremoto ci ha sorpreso di notte, oppure se il locale è buio, evitare di accendere fiammiferi od
accendini procedendo lentamente strisciando i piedi e proteggendo il corpo da eventuali oggetti .
7. Non appena la scossa è terminata procedete con cautela verso la porta di uscita dal locale
cercando di saggiare la resistenza del solaio con i piedi (lo si fa scaricando progressivamente il
peso del corpo sul piede anteriore cercando di percepire gli eventuali movimenti del solaio): se
si hanno dei dubbi circa la resistenza dell'appoggio, desistere!
8. Prima di abbandonare i locali, se esistono sufficienti margini di sicurezza, spegnere gli
interruttori elettrici generali e i rubinetti di acqua e gas.
9. Non cercate di strattonare o abbattere la porta prima di esservi assicurati della tenuta
della muratura soprastante. La porte durante la scossa potrebbero essere uscite dai gangheri
oppure l'architrave potrebbe aver ceduto rendendone difficoltosa l'apertura.
10. Per scendere dai piani superiori non utilizzare gli ascensori, ma le scale che devono essere
percorse con cautela cercando di scaricare il peso del corpo sul lato della parete d'appoggio.
11. Non appena all'esterno del fabbricato allontanatevi almeno ad una distanza pari alla sua
altezza, riunendo con voi gli scampati e stilandone un primo censimento. Raccogliete ed
annotate immediatamente le notizie riguardo alle persone che si sospetta essere intrappolate ed
al luogo o parte di edificio che le ospitava prima della scossa: sono notizie importanti.
per allontanarsi non bisogna usare ascensori, non spingere gli altri verso l'uscita e non
precipitarsi per le scale.
se possibile si deve aiutare chi cade o chi è ferito o è portatore di handicap.
Utilizzare le uscite di sicurezza che dobbiamo aver individuato entrando nel locale.
Se siamo a scuola
La scuola dovrebbe essere dotata di un Piano di Evacuazione che stabilisca le norme di
comportamento e guidi periodiche esercitazioni.
1. In ogni caso non si deve gridare né si deve piangere.
2. Rifugiarsi subito sotto il banco e proteggersi la testa con la cartella o lo zaino.
3. Allontanarsi in fretta da finestre e vetrate: durante il terremoto si trasformano in
pericolosissime" taglierine" .
4. Gli insegnanti devono guidare ordinatamente gli alunni all'esterno dell'edificio in zona
sicura, non appena terminata la scossa, secondo la pianificazione predisposta in proposito.
5. Gli insegnati prima di abbandonare l'aula raccolgono il registro di classe (serve per il
censimento) e si accertano che tutti gli alunni siano usciti.
Se siamo all'aperto in un centro abitato ( è opportuno restarci )
1. Allontanarsi dalle costruzioni ricordando che è necessario procedere ad una distanza di
sicurezza minima pari all'altezza degli edifici.
2. Evitare gli oggetti che possono cadere (insegne, intonaci, vetri, cornicioni, muri pericolanti,
alberi, cavi elettrici).
3. Prestare attenzione agli oggetti pericolosi che possono trovarsi per terra (fili della corrente
elettrica, assi rotte, vetri, ecc.).
4. Dirigersi verso uno spazio aperto (piazze, giardini pubblici, ampi cortili, campo sportivo).
5. Nella fuga evitare vie strette, dove le macerie, precipitando dai muri esterni delle case,
potrebbero essere molto pericolose, o ingombre da materiali o assembramenti di persone
6. Ripararsi strisciando sotto automezzi parcheggiati (meglio se autobus, autocarri, ecc.)
qualora si sia nell'impossibilità di raggiungere in breve tempo uno spazio aperto
Cosa fare dopo un TERREMOTO
1. Non prendete decisioni affrettate. Al termine di una violenta scossa, un movimento inconsulto
potrebbe far crollare le strutture e materiali rimasti in un equilibrio assai precario.
2. Accertatevi se altre persone hanno bisogno d'aiuto prima di allontanarsi definitivamente.
Controllate se vi sono feriti ma non provare a muovere persone seriamente ferite (a meno che
non siano in pericolo immediato) perché potreste inconsapevolmente recare danni maggiori.
3. Controllate la vostra abitazione. In caso vi siano danni e se opportuno lasciate l'abitazione con
la famiglia finché l'autorità competente abbia valutato la sua sicurezza. Restate all'esterno di
edifici seriamente danneggiati: scosse di assestamento potrebbero farli cadere.
4. Indossate le scarpe od, in mancanza, proteggetevi i piedi con stacci ricavati da indumenti.
5. Procuratevi una riserva d'acqua non appena possibile, in caso il servizio debba essere
interrotto. Non prendetene molta poiché ciò potrebbe interferire con la necessità del servizio
antincendio.
Se manca l'acqua, quella d'emergenza può essere ottenuta dai boiler d'acqua
calda, dalle cassette dei W.C., da ghiaccio sciolto e dalle lattine che contengono verdure.
6. Non mangiate né bevete nulla se preso da contenitori aperti poiché ci potrebbero essere
delle schegge ed il contenuto potrebbe essere inquinato.