210 - Adarteventi

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N° 210
UN QUESTIONARIO PER LA VALUTAZIONE DEL PAZIENTE PORTATORE DI
PICC/MIDLINE:
PROPOSTA DI UNO STRUMENTO PER L'INFERMIERE PER VALUTARE LA QUALITÀ
DELLA COMUNICAZIONE E LA QUALITÀ DELLA VITA DEL PAZIENTE.
°Jessica Mininni, §Diego Lopane, ^Andrea Bilancia,$ Pietro Zerla,*Stefania Mazzieri, *Chiara Poggio,
°Graziano Caltabiano, °Roberta D'Antonio e° Laura Velutti.
*Fondazione Humanitas, Via Manzoni113, Rozzano (Milano)
° Medical Oncology and Hematology Unit, Cancer Center, Humanitas Clinical and Research Center, via
Manzoni 56, 20089 Rozzano (Milano)
§Cooperativa 9Coop, Morengo (Bergamo)
^ PICC Team Cancer Center, Humanitas Clinical and Research Center, via Manzoni 56, 20089 Rozzano
(Milano)
$ PICC Team Azienda Ospedaliera di Melegnano,Ospedale di Gorgonzola
Premessa: La necessità di eseguire trattamenti per via endovenosa per tempi lunghi pone la
necessità di preservare il patrimonio venoso del paziente. Accanto ai tradizionali accessi venosi
centrali ad accesso succlavio o giugulare, negli ultimi anni sono ampiamente utilizzati accessi venosi
centrali ad inserzione periferica. Questi accessi, PICC e midline , necessitano di periodiche e
frequenti medicazioni ambulatoriali e una gestione domiciliare che coinvolge anche il care giver.
Accanto a un sempre più estensivo utilizzo, vi è tuttavia una scarsità di dati che valutino l'impatto
soggettivo di questi device sulla quotidianità dei pazienti e sulla qualità della comunicazione
infermiere-paziente in grado di oggettivare la consapevolezza e compliance dei portatori di questi
accessi. In particolare non sono disponibili dati in letteratura né uno strumento pratico per tali rilievi.
Abbiamo quindi pensato alla preparazione di un questionario da somministrare ai pazienti portatori
di PICC e midline. Questo lavoro propone uno strumento agile utilizzabile dall'infermiere dei PICC
team volto a migliorare la presa in carico globale di pazienti portatori dei device a breve e lungo
termine.
Materiali e metodi: Abbiamo elaborato un questionario a riposte chiuse composto da 17 domande.
Il questionario è composto da una sezione sul coinvolgimento del paziente, comunicazione e
informazioni ricevute dagli operatori, dolore provato durante la procedura, e da una sezione che
raccoglie dati riguardanti la qualità della vita. Per la realizzazione di questo studio abbiamo coinvolto
due centri, l'Humanitas Research Hospital (HRH) di Rozzano (MI) e la Azienda Ospedaliera di
Melegnano (MI), (Ospedale di Gorgonzola AOM). Dal febbraio all'aprile 2014, previo ottenimento del
consenso informato, abbiamo consegnato il questionario a 130 pazienti oncologici in corso di
chemioterapia che accedevano agli ambulatori del PICC team o all'ambulatorio prelievi per
chemioterapia dei due centri. Complessivamente abbiamo raccolto 120 questionari. In particolare in
HRH abbiamo consegnato 40 questionari e raccolti 31, in AOM abbiamo consegnato 90 questionari
e raccolti 89. I pazienti inclusi nello studio erano portatori di PICC/midline da almeno 2 mesi, con età
=> 18 aa, con PS ECOG => 2, in grado di fornire un consenso, con un buon setting familiare.
Risultati: L'analisi dei 120 questionari raccolti ha permesso di evidenziare che l'età media dei
pazienti era di circa 70 aa, con un range di 50-81 aa, e che nel 65% dei casi erano donne. Nella
sezione dedicata a comunicazione ed informazione abbiamo osservato che: il 99% dei pazienti ha
dichiarato di conoscere il nome del device di cui era portatore, il 94% ha dichiarato che il catetere
era stata la proposta di primo scelta, tutti i pazienti hanno affermato di conoscere il motivo per cui
aveva posizionato l'accesso. Inoltre il 96% ha dichiarato di avere avuto una adeguata comunicazione
sulla procedura di posizionamento e sulla successiva necessità di medicazioni. Il 42% pazienti ha
dichiarato di aver provato dolore nel momento del posizionamento: per quanto riguarda l'intensità
del dolore provato, misurato con l'uso della scala NRS 0-10, tutti i pazienti hanno indicato un dolore
=< 5, con una prevalenza di pazienti che hanno indicato NRS = < 3. Il 94% dei nostri pazienti ha
indicato che l'operatore che aveva effettuato l'impianto, aveva spiegato i vari passaggi della
procedura. Inoltre l'83% dei pazienti dichiara che i propri care givers sono stati adeguatamente istruiti
sulla gestione del dispositivo. Il 92% ritiene di avere un contatto con un operatore di riferimento per
le eventuali esigenze inerenti la gestione del catetere. Per quanto riguarda la sezione sulla qualità
della vita le analisi indicano che: il 96% dei pazienti ritiene che l'accesso di cui è portatore comporti
un miglioramento per quanto riguarda la somministrazione della terapia specifica in atto. Il 73% dei
pazienti non riferisce sostanziali cambiamenti nelle proprie attività quotidiane. Nel restante 27% dei
casi i pazienti indicano di aver cambiato abitudini rispetto alle attività sportive, alla igiene personale
e motivano questo con il timore di uno sposizionamento. In tal senso il 15% lamenta difficoltà per
l'igiene, per l'autonomia nel cambiarsi/vestirsi e disagi per la necessità di medicazioni settimanali.
Nel 82% dei casi il device non rappresenta un disagio estetico. Nel complesso il 98% dei pazienti
dichiara di non aver avuto modificazioni della vita sociale/relazionale. Infine il 61% dei pazienti ritiene
che il proprio catetere sia un ottimo strumento per migliorare l'aderenza alle cure, il 33% lo ritiene
buono e nel 5% dei casi discreto, solo nell1% dei casi viene definito scarso/insufficiente. Nel 97%
dei casi il luogo in cui è stato posizionato il device viene definito confortevole. Concludendo la
maggior parte dei pazienti, il 97%, consiglierebbe il tipo di accesso di cui è portatore ad altri pazienti.
Conclusioni: L'analisi dei dati che abbiamo raccolto indica che nel setting di pazienti oncologici in
corso di chemioterapia seguiti da un PICC team inclusi nello studio, vi è una buona accettabilità dei
PICC/midline. Questi cateteri non influiscono in modo negativo sulla qualità della vita. I nostri pazienti
riferiscono lievi disagi per la pratica dello sport, l'igiene personale e per le medicazioni settimanali.
Riferiscono un certo timore inerente lo posizionamento del device. Questi elementi ci forniscono
spunti di riflessione per sensibilizzare gli operatori e per suggerire ai produttori dei cateteri
comunemente in uso, l'adozione di materiale e tecniche di medicazione che richiedano meno
accessi ambulatoriali. I questionari compilati dai nostri pazienti ci indicano che nell’ambito di un PICC
team strutturato l’infermiere ha acquisito una buona capacità di comunicare con il proprio assistito:
in particolare i pazienti dello studio hanno una notevole consapevolezza dei motivi per cui sono
portatori del device, considerano utile ed importante il catetere per la aderenza alle terapie specifiche
in atto, hanno nell’infermiere del PICC team un punto di riferimento. I dati raccolti quindi ci
incoraggiano nel proseguire nel compito di comunicatori e formatori/informatori dei nostri pazienti e
dei loro care givers. Questo studio è stato oggetto di una tesi di Master Universitario di I livello in
Accessi Venosi Centrali per le professioni mediche ed infermieristiche della Università degli Studi
del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", Dipartimento di Scienze Translazionali, nell'anno
accademico 2012/2013.
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