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Salute
© UNICEF/AFGA2011-00139/Froutan
AFGHANISTAN
LOTTA ALLA MORTALITA’ MATERNA E INFANTILE
REPORT DI PROGETTO
RISULTATI 2011-2013
SALUTE
AFGHANISTAN: progetto “Lotta alla mortalità materna e infantile”
REPORT DI PROGETTO: RISULTATI CONSEGUITI 2011 – 2013
A soli 15 anni, per 400 dollari, Fatima è stata data in sposa ad un
uomo di 40 anni più vecchio. Ha avuto tre figli. Tre femmine. Ha partorito in casa, da sola, senza l’aiuto di nessuno. Ma lei e le sue figlie
si sono sempre salvate.
Poi la fortuna l’ha abbandonata. Durante l’ultima gravidanza ha sofferto di una forte anemia e di preeclampsia e, incinta di 4 mesi, è
stata costretta ad affrontare due giorni di viaggio a dorso di mulo per
raggiungere il centro sanitario più vicino e farsi visitare da un dottore.
Le fatiche del viaggio hanno però aggravato il suo già precario stato
di salute. La notte del parto, di nuovo sola, il bambino di Fatima non
ce l’ha fatta. Questa volta era un maschietto.
© UNICEF/AFGA2011-00125/Froutan
Una ragazza in gravidanza viene visitata da un
La mortalità materna e infantile in Afghanistan
medico donna nella provincia di Daikundi, AfghaL'Afghanistan ha uno dei più alti tassi di mortalità materna al mondo, nistan centrale
sebbene negli ultimi anni si sia registrato un calo deciso: secondo gli
ultimi dati disponibili, 460 donne muoiono ogni 100.000 nati vivi, rispetto a 1.400 madri decedute ogni 100.000 nel
2008. Ciò vuol dire che una donna su 50 è a rischio di morte per complicazioni durante la gravidanza e il parto.
Oggi sono sempre di più le donne afghane che ricevono assistenza
qualificata durante la gravidanza e il parto, e aumentano le probabilità di sopravvivenza di donne e bambini, grazie anche ad un maggiore accesso alle strutture sanitarie e ad una migliore assistenza
alla salute materno-infantile.
Nonostante tali progressi, esistono ancora divari da colmare: 2 nascite su 3 avvengono ancora in casa senza assistenza alcuna. La
povertà e la distanza dalle strutture sanitarie restano i principali
ostacoli.
Anche i dati sulla mortalità infantile registrano un calo: 99 bambini
morti ogni 1.000 prima di compiere 5 anni nel 2012, rispetto a 149
bambini morti ogni 1.000 nel 2010.
Le principali cause di mortalità infantile in Afghanistan so no: morbillo, diarrea, infezioni respiratorie acute, malaria e malnutrizione. Circa il 30% delle morti di bambini sotto i 5 anni sono attribuibili a diarrea e infezioni respiratorie. Inoltre, il 55% dei bambini afghani sono
cronicamente malnutriti, con conseguenze spesso irreversibili sullo
sviluppo fisico e cognitivo del bambino; il 33,7% dei bambini e il
16,3% delle donne in gravidanza soffrono di anemia. Meno del
54,3% dei bambini afghani sono allattati esclusivamente al seno e
più di 2/3 non ricevono un'adeguata alimentazione complementare
all’allattamento. Quasi il 35% delle della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari.
L’azione dell’UNICEF: risultati e interventi (2011-2013)
Grazie al generoso contributo dei donatori italiani, dall’inizio del
2011 all’agosto del 2013 l’UNICEF Italia ha trasferito 1.410.352
euro all’UNICEF Afghanistan per il progetto “Lotta alla mortalità
materna e infantile”.
Il contributo dell'UNICEF Italia ha sostenuto l'attuazione di un pacchetto integrato di servizi sanitari e nutrizionali in 5 distretti della provincia di Daikundi, nell'Afghanistan centrale, con l'obiettivo di ridurre
mortalità materna e infantile. I fondi sono stati in particolare destinati
a fornire assistenza in zone remote della provincia, mai raggiunte
precedentemente.
© UNICEF/AFGA2011-00130/Froutan
Una mamma porta il figlio in un centro sanitario
nella provincia di Daikundi, Afghanistan centrale
© UNICEF/AFGA2010-01058/Noorani
Una donna afghana tiene in braccio il suo bambino mentre viene vaccinato contro lo polio
nell’ospedale di Mazar a Mazar-e-Sharif, nel
nord dell’ Afghanistan. L’UNICEF fornisce all’ospedale vaccini, medicinali essenziali, latte terapeutico F75 e F100, attrezzature mediche.
Grazie al sostegno dell'UNICEF, tra l’agosto del 2012 e del 2013 un
totale di 134.340 persone hanno avuto accesso al pacchetto di servizi sanitari di base e 89.560 donne e bambini al pacchetto di servizi integrati per la salute e la nutrizione materno-infantile: di questi
17.912 erano bambini sotto i 5 anni.
L’anno precedente — tra l'agosto del 2011 e lo stesso mese del
2012 - più di 89.500 persone avevano avuto accesso ai servizi sanitari di base e più di 11.500 donne ricevuto assistenza prenatale e
neonatale. Gli operatori sanitari locali sono stati formati sulla gestione integrata delle malattie infantili e un totale di 11.085 bambini sono stati sottoposti a screening dello stato nutrizionale, 2.758 hanno
ricevuto cure contro la diarrea acuta e 11.943 contro le infezioni
acute delle vie respiratorie.
© UNICEF/AFGA2011-00145/Froutan
Un mamma allatta il suo bambino appena nato
nella provincia di Daikundi, Afghanistan centrale.
Grazie al progetto sono state inoltre migliorate le capacità degli
operatori sanitari nel diagnosticare e gestire le complicazioni mediche durante la gravidanza e nel fornire servizi di assistenza prenatale, neonatale e di vaccinazione nelle aree remote della provincia. Il contributo dei donatori italiani ha reso possibile
che, nei distretti destinatari del progetto, un numero crescente di donne potessero accedere a un'appropriata assistenza sanitaria, grazie al miglioramento dei servizi sanitari delle comunità locali e alla formazione degli operatori sanitari comunitari, mentre gruppi composti dai leader delle comunità locali sono stati sostenuti per la sensibilizzazione
delle comunità sull'importanza della salute familiare.
Dettaglio degli interventi (2011-2013)
Miglioramento delle cure ostetriche di base e di emergenza
Tra il 2012 e il 2013, un totale di 21.600 donne hanno ricevuto assistenza prenatale e 6.384 neonatale; è stata fornita assistenza per
6.000 parti naturali e per altrettanti parti cesarei; sono stati trattati
180 casi di complicazioni da parto.
In un ospedale provinciale e in due distrettuali della provincia di Daikundi sono stati potenziati i servizi di assistenza ostetrica di emergenza e per le cure neonatali, attraverso la fornitura di kit ostetrici,
kit per il parto e kit per neonati. Al contempo, gli operatori sanitari
sono stati formati sulla gestione delle complicanze durante la gravidanza ed il parto.
Inoltre, è stato promosso e attuato un programma di formazione per
tirocinanti, con il fine di colmare le lacune di risorse umane specializzate. Il programma pilota è stato avviato nell'Ospedale di Malalai,
nella provincia di Daikundi, dove svolgono il praticantato 96 tirocinanti e che dispone di un gruppo di 22 formatori.
Formazione per operatori sanitari su monitoraggio e gestione
integrata delle malattie dell'infanzia
Sono stati migliorati i servizi di assistenza medica nelle aree più
remote attraverso la formazione di 24 operatori sanitari (infermieri,
ostetriche, operatori sanitari comunitari addetti alla vaccinazioni)
sulla salute e nutrizione materno-infantile. Sono state migliorate le
conoscenze e la capacità per fornire servizi alle persone che si trovano in località remote e difficilmente raggiungibili nella provincia di
Daikundi. Inoltre, sono stati formati 20 operatori sulla gestione integrata delle malattie dell'infanzia. Grazie a tali attività di formazione,
11.085 bambini sono stati sottoposti a screening dello stato nutrizionale, 2.758 hanno ricevuto cure contro la diarrea acuta e 11.943
contro le infezioni acute delle vie respiratorie.
© UNICEF/AFGA2010-01072/Noorani
Medici donne frequentano un corso di formazione
sulle emergenze ostetriche sostenuto dall’UNICEF
nell’ospedale di Mazar a Mazar-e-Sharif, nel nord
dell’Afghanistan.
© UNICEF/AFGA2010-00678/Noorani
Un gruppo di medici durante un corso di aggiornamento sulla salute materno-infantile sostenuto dall’UNICEF nell’ospedale regionale di Herat,
Afghanistan. In questo ospedale, l’UNICEF sostiene corsi di aggiornamento per i medici e fornisce
medicinali salvavita e attrezzature mediche.
Valutazione delle principali cause di mortalità materna
Sono stati istituiti e formati 3 comitati medici per la valutazione delle
cause dei decessi materni, per individuare i principali fattori di mortalità. I membri del comitati, composti da specialisti e direttori ospedalieri, conducono controlli interni sulle cause dei decessi materni e
prenatali, e sui casi ad alto rischio. Nel 2011, un team formato da personale dell'UNICEF, del Ministero della Sanità e
da formatori medici dell'Ospedale materno di Malalai ha visitato la provincia di Daikundi. L'obiettivo della missione è
stato fornire formazione in servizio al personale degli ospedali raggiunti, utilizzando il metodo di analisi dei comitati di
valutazione sulla mortalità materna, che hanno rilevato come la maggior parte delle morti siano dovute ad eclampsia.
Avamposti sulla salute e nutrizione materno-infantile nelle comunità rurali remote
Grazie al progetto, tra il 2012 e il 2013 sono stati forniti alimenti essenziali a 25.507 donne e a 10.944 bambini sotto i 5 anni; è stato
effettuato uno screening nutrizionale su 5.668 bambini sotto i 5 anni;
un totale di 5.989 bambini sotto i 5 anni sono stati vaccinati contro
malattie prevenibili e 12.976 donne di età compresa fra 15 e 43 anni
sono state vaccinate nuovamente contro il tetano. Un totale di 3.281
donne incinta hanno ricevuto sostegno prenatale, 838 supporto dopo
il parto e 1.555 hanno ricevuto servizi di consultorio sull’importanza
di distanziare le gravidanze. Un totale di 58.620 pastiglie di micronutrienti sono state distribuite a 1.954 donne e 2.813 donne hanno ricevuto antiparassitari. Un totale di 116 tra ostetriche, infermiere e operatori sanitari locali sono stati formati sulle corrette pratiche nutrizionali per neonati e bambini.
Nel 2011-2012, un totale di 1.194 donne incinte hanno ricevuto formazione sui sintomi di pericolo durante la gravidanza e il periodo
neonatale, sull'importanza dell'allattamento al seno, del lavaggio
regolare delle mani, delle vaccinazioni, del parto assistito nelle
strutture sanitarie. Più di 1.800 donne in gravidanza hanno effettuato almeno una visita prenatale, mentre 712 hanno ricevuto assistenza dopo il parto. Per le donne sono state distribuite 4.965 confezioni
di micronutrienti; 1.090 bambini sotto 5 anni hanno ricevuto vitamina
A e 1.165 tra donne e bambini sotto i 5 anni hanno ricevuto antiparassitari. Inoltre, 7.833 donne in età fertile hanno ricevuto il vaccino
antitetanico e a 1.100 bambini sotto un anno sono stati amministrati
vaccini Penta3 (DPT, Hib, epatite b). Un totale di 2.758 bambini sotto i 5 anni affetti da diarrea acuta hanno ricevuto cure, di cui 90 casi
con complicanze mediche sono stati indirizzati a strutture sanitarie.
Inoltre, 87 operatori sanitari comunitari hanno ricevuto formazione
sull'allattamento esclusivo al seno e sull'alimentazione complementare, e a loro volta hanno formato su tali aspetti 2.070 membri delle
comunità locali.
© UNICEF/NYHQ2010-0802/Holt
Nel centro nutrizionale di Khan Kalacha, sostenuto dall’UNICEF nella provincia di Kandahar, un
operatore sanitario somministra a Zebihuallah—
un bambino affetto da malnutrizione acuta - un
alimento terapeutico pronto all’uso.
© UNICEF/ROSA2011-00061/Madhok
Una mamma, con il suo bambino appena nato,
attende di essere visitata nella provincia di Daikundi, Afghanistan centrale.
Mobilitazione e sensibilizzazione comunitaria
I contributi dell'UNICEF Italia sono stati utilizzati per mobilitare e formare i leader
comunitari e i gruppi di sostegno per la sensibilizzazione delle comunità locali su
salute, nutrizione e sull'adozione di comportamenti e pratiche salutari.
Tra il 2012 e il 2013, un totale di 420 Gruppi di sostegno per la salute familiare sono
stati formati sull’utilizzo di poster illustrativi per la divulgazione di messaggi chiave a
livello familiare e comunitario. Ogni gruppo assiste circa 10-15 famiglie e indirizza
verso strutture sanitarie le donne incinta a rischio. Grazie a questi gruppi sono state
raggiunte 25.507 donne incinta con messaggi salvavita.
Nel 2011-2012, un totale di 87 operatori sanitari e 330 Gruppi di sostegno per la
salute familiare sono stati formati su strategie per diffondere messaggi chiave alle
famiglie e alle comunità. Grazie a tali gruppi, sono state raggiunte 1.386 donne con
messaggi salva-vita. Inoltre, sono stati condotti corsi di formazione a cascata su
salute e nutrizione materno-infantile e sulle norme igienico-sanitarie per 180 comitati di sensibilizzazione sullo sviluppo comunitario, 20 funzionari del dipartimento
dell'istruzione, 47 studentesse di ostetricia.
© UNICEF/ROSA2011-00057/Madhok
Il sorriso di una bambina afgana, mentre aspetta di essere visitata da un paramedico nella provincia di Daikundi, Afghanistan
http://www.unicef.it/progetti – [email protected] - ccp 745.000
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