ITINERARIO DEI MASSI ERRATICI Durata complessiva circa 1 h Si parte dalla Piazza della Chiesa. Proseguendo sulla strada provinciale in direzione Cuceglio - Montalenghe, si supera la cascina Dighera e si raggiunge, dopo circa un chilometro, la località Roasina . Dopo aver lasciato l’auto in un ampio parcheggio, si percorre una strada ben segnalata e sempre aperta al pubblico, alla scoperta dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, che si contrappone, in modo meno regolare, alla più nota Serra di Ivrea. Lungo il percorso si possono ammirare i grandi massi erratici depositati dall’antico ghiacciaio Balteo, che diede origine all’Anfiteatro Morenico. Si tratta di rocce che il ghiacciaio ha eroso dal substrato delle valli durante la fase di avanzata, e che ha trasportato a valle e depositato durante il ritiro. Opportuni cartelli forniscono spiegazioni circa il riconoscimento del litotipo, la provenienza geografica di tali massi e raccontano la loro lunga peregrinazione. La passeggiata, gradevole per l’ambiente naturale, si svolge su carrarecce e sentieri e si articola in sette punti di sosta, in ciascuno dei quali è possibile osservare le differenti strutture di questi imponenti massi. Da località Roasina si procede in direzione sud, alla base di Costa Masino, per circa 900 metri, fino a raggiungere, dopo le prime tre soste, la località Pera Grosa. Qui si svolta a sinistra, si supera il crinale (circa 200 metri) e si risale in direzione nord per circa 700 metri, incontrando le successive quattro soste. A questo punto si piega ancora a sinistra, nella località denominata Monbriasc e si raggiunge il sito numero uno, da cui si torna rapidamente al punto di partenza ed al posteggio auto. 1 800-1000 °C ). Praticamente assenti le tracce di metamorfismo alpino; Possibile località di provenienza: collina di Loranzè- Colleretto Giacosa, ove affiorano localmente le granuliti basiche sul lato destro dell'anfiteatro morenico; Note: presenti fratture e lievi striature particolarmente evidenti sulla parte superiore del masso. *Il metamorfismo ercinico si verifica durante il Permiano, orientativamente tra 250 e 280 milioni di anni fa SOSTA 1 I massi erratici, protagonisti del presente itinerario, rappresentano uno degli aspetti più curiosi e tipici delle morfologie glaciali. Per la loro imponenza hanno suscitato da sempre l'interesse dell'uomo, che spesso in passato li ha utilizzati come are ed altari sacrificali. Non di rado in numerose località canavesane i primi segni della presenza umana si ritrovano sotto forma di coppelle sulla superficie di queste enormi rocce. Dal punto di vista geologico i massi erratici sono delle rocce erose dal ghiacciaio dal substrato delle valli durante la fase di avanzata, trasportate a valle e depositate durante il ritiro. L'erosione dei cordoni morenici ad opera degli agenti atmosferici tende a lisciviare i depositi glaciali, lasciando in posto i massi erratici, talora completamente emergenti dal piano c a m p a g n a. Lungo tutta la morena di Vialfrè è possibile incontrare numerosi blocchi e trovanti anche di notevoli dimensioni. Il presente itinerario vi permetterà di visitare una delle zone più ricche di questi massi. Al tempo stesso verranno fornite altre informazioni, tra cui il tipo di rocce che li compongono, la zona di possibile provenienza, l’età e la genesi petrografica. SCHEDA MASSO 1: Dimensioni: (mc): 40; Litotipo: granulite basica Unità di appartenenza: Zona Ivrea -Verbano; Età della roccia: il periodo di formazione risale al Permiano (250-300 milioni di anni); Modalità di formazione: intrusione di corpi plutonici (grosse sacche di magma) nella zona di transizione tra crosta continentale profonda e mantello litosferico (oltre 60 Km di profondità); Tipo di Metamorfismo: metamorfismo ercinico* di alta temperatura con riequilibrio in facies granulitica (cottura ad alta temperatura a circa 2 localmente le granuliti basiche; Note: presenza di evidenti fratture. *Il metamorfismo ercinico si verifica durante il Permiano, orientativamente tra 250 e 280 milioni di anni fa. SOSTA 2 Come nella precedente sosta, il litotipo (tipo di roccia) costituente il presente masso è la granulite basica appartenente alla Zona Ivrea-Verbano. La straordinarietà di questo tipo di roccia merita un breve approfondimento. Si tratta infatti di un litotipo formatosi nella zona di transizione tra la crosta continentale profonda e il mantello superiore. Soltanto i movimenti tettonici, responsabili della formazione della catena montuosa Alpina, prima con l'allontanamento e poi con lo scontro tra Continente Africano ed Europa-Asia, hanno permesso a rocce formatesi ad oltre 60 km di profondità di tornare in superficie. Le granuliti basiche si sono formate durante il Permiano (250 - 280 milioni di anni), in seguito all'intrusione di grandi plutoni basici SCHEDA MASSO 2: (grossi corpi magmatici ricchi in minerali di ferro e magnesio) nelle rocce Dimensioni: (mc): 85; preesistenti. Litotipo: granulite basica La messa in posto è stata favorita dal regime distensivo che ha portato alla Unità di appartenenza: Zona Ivrea -Verbano; formazione della Tetide (Oceano generato dalla divisione del Pangea in Età della roccia: il periodo di formazione risale al Permiano (250-300 Gondwana a sud (Africa + Australia + India + America del Sud) e. Laurasia a milioni di anni); Nord (Europa + Asia + America del Nord». Questo tipo di rocce non ha subito Modalità di formazione: il successivo metamorfismo alpino, in quanto un piano di scivolamento, la cui intrusione di corpi plutonici nella zona di transizione tra crosta continentale profonda e mantello litosferico; intersezione con la superficie topografica è denominata linea insubrica, ha Tipo di Metamorfismo: metamorfismo ercinico* di alta temperatura permesso alle granuliti di non essere trascinate in profondità. Si noti la presenza di fessure o piani di rottura, che talvolta vengono colonizzati da con riequilibrio in facies granulitica. Praticamente assenti le tracce di arbusti e piante le cui radici progressivamente allargano le fessure separando metamorfismo alpino; talvolta il masso in più parti. Possibile località di provenienza: collina di Loranzè, ove affiorano 3 eoalpina) con talvolta riequilibrio in facies scisti verdi (fase mesoalpina); Possibile località di provenienza: Valle d’Aosta tra Verres ed Aosta; Note: presenza di diffuse vene quarzose di origine tardiva SOSTA 3 Il masso erratico oggetto della presente sosta presenta alcune particolarità. Innanzitutto ci troviamo di fronte ad un tipo di roccia diverso. Si tratta infatti di un calcescisto di colore bruno-grigiastro, in cui spiccano per il loro caratteristico luccichio le lamelle di mica chiara. Localmente all'interno dell'ammasso roccioso si osservano talora dei bruschi passaggi ad una roccia di colore verde, presente generalmente sotto forma di noduli o lenti e denominata prasinite. Complessivamente questi due tipi di rocce appartengono ad un'unità tettonica Alpina denominata Zona Piemontese, o Zona dei Calcescisti con Pietre Verdi. Si tratta di rocce fortemente coinvolte nel metamorfismo Alpino, talvolta con lo sviluppo di paragenesi (particolare gruppo di minerali) di alta pressione (rocce portate ad oltre 30 Km di profondità durante la "cottura" metamorfica). Mentre le pietre verdi rappresentano la crosta oceanica, che costituiva il basamento della Tetide (Oceano tra Gondwana e Laurasia), i calcescisti rappresentano invece la copertùra sedimentaria depositatasi sul fondo oceanico. Gli eventi tettonici che hanno portato alla scomparsa della Tetide, e alla formazione della catena Alpina hanno determinato lo scollamento dal fondo oceanico e la messa in posto in una vasta area della Valle d'Aosta. SCHEDA MASSO 3: Dimensioni (mc): 25; Litotipo: Calcescisto con locali intercalazioni di pietre verdi ( prasinite ) Unità di appartenenza: Zona Piemontese; Età della roccia: Cretaceo – Giurassica (160-65 milioni di anni); Modalità di formazione: formazione di crosta oceanica (Pietre verdi) e deposizione di una coltre sedimentaria soprastante (in seguito al metamorfismo diventeranno i Calcescisti) lungo la Tetide (Oceano ubicato tra Gondwana e Laurasia). Lo scontro successivo tra Eurasia ed Africa, responsabile della formazione delle Alpi, ha infine determinato la messa in posto in una vasta area compresa tra la Val di Susa e la Valle d’ Aosta; Tipo di Metamorfismo: metamorfismo alpino di alta pressione (fase 4 localmente le granuliti basiche; Note: presenza di fratture e striature glaciali. *Il metamorfismo ercinico si verifica durante orientativamente tra 250 e 280 milioni di anni fa il Permiano, SOSTA 4 Come nella sosta n. 2, il litotipo (tipo di roccia) costituente il presente masso è la granulite basica appartenente alla Zona Ivrea-Verbano. La straordinarietà di questo tipo di roccia merita un breve approfondimento. Si tratta infatti di un litotipo formatosi nella zona di transizione tra la crosta continentale profonda e il mantello superiore. Soltanto i movimenti tettonici, responsabili della formazione della catena montuosa Alpina, prima con l'allontanamento ed poi con lo scontro tra Continente Africano ed EuropaAsia, hanno permesso a rocce formatesi ad oltre 60 km di profondità di tornare in superficie. SCHEDA MASSO 4: Le granuliti basiche si sono formate durante il Permiano (250 - 280 Dimensioni (mc): 65; milioni di anni), in seguito all'intrusione di grandi plutoni basici (grossi corpi Litotipo: granulite basica magmatici ricchi in minerali di ferro e magnesio) nelle rocce preesistenti. Unità di appartenenza: Zona Ivrea -Verbano; La messa in posto è stata favorita dal regime distensivo che ha portato alla Età della roccia: il periodo di formazione risale al Permiano (250-300 formazione della Tetide (Oceano generato dalla divisione del Pangea in Gondwana a sud (Africa + Australia + India + America del Sud) e Laurasia a milioni di anni); Modalità di formazione: intrusione di corpi plutonici nella zona di transizione tra crosta continentale profonda e mantello litosferico; Nord (Europa + Asia + America del Nord». Questo tipo di rocce non ha subito il successivo metamorfismo alpino, in Tipo di Metamorfismo: metamorfismo ercinico* di alta temperatura quanto un piano di scivolamento, la cui intersezione con la superficie con riequilibrio in facies granulitica. Praticamente assenti le tracce di topografica è denominata linea insubrica metamorfismo alpino; linea del Canavese interna e linea del Canavese esterna) ha permesso Possibile località di provenienza: collina di Loranzè, ove affiorano alle granuliti di non essere trascinate in profondità. 5 localmente prende il nome di localmente le granuliti basiche; Note: presenza di evidenti striature glaciali sulla parte superiore, nonché di solchi (mammelloni) arrotondati. *Il metamorfismo ercinico si verifica durante orientativamente tra 250 e 280 milioni di anni fa il Permiano, SOSTA 5 Il masso erratico visibile in questa sosta presenta alcune peculiarità. Oltre alla notevole imponenza, lungo la superficie superiore sono facilmente visibili delle "graffiature" e dei "solchi" allungati in una determinata direzione e subparalleli. Si tratta di evidenze di esarazione (erosione operata dai ghiacci). Più in dettaglio è possibile individuare delle strie glaciali, nonché dei solchi (mammelloni), effetto dell'azione di sfregamento operata sul masso dai SCHEDA MASSO 5: ghiacci e dai materiali che il ghiacciaio stava trasportando. Le morfologie Dimensioni (mc): 95; Litotipo: granulite basica glaciali sono caratterizzate da forme arrotondate che raramente riescono a Unità di appartenenza: Zona Ivrea -Verbano; penetrare all'interno della roccia. Questo permette di distinguerle facilmente Età della roccia: il periodo di formazione risale al Permiano (250-300 dai numerosi sistemi di fratture che caratterizzano il masso erratico. milioni di anni); Modalità di formazione: intrusione di corpi plutonici nella zona di transizione tra crosta continentale profonda e mantello litosferico; L'intersezione di tre diversi piani di frattura ha determinato il distacco di un blocco dalla parte superiore del masso, determinando la formazione di una Tipo di Metamorfismo: metamorfismo ercinico* di alta temperatura sorta di vasca naturale, dove le acque meteoriche si conservano per periodi con riequilibrio in facies granulitica. Praticamente assenti le tracce di prolungati di tempo. metamorfismo alpino; Possibile località di provenienza: collina di Loranzè, ove affiorano 6 Mentre i primi due litotipi appartengono alla Zona Piemontese, e presentano evidenti tracce del metamorfismo Alpino, le granuliti appartengono alla Zona Ivrea Verbano, sono più antiche e grazie all'esistenza di un piano di scorrimento la cui intersezione con la superficie e denominata linea insubrica, non sono stati interessati dal metamorfismo alpino, ma da quello ercinico, più antico e di alta temperatura. Ripresa fotografica effettuata dalla strada SOSTA 6 Dopo aver osservato la maestosità e l'imponenza dei precedenti massi erratici risulta particolarmente interessante analizzare dal punto di vista litologico i tre "sassolinI" presenti in questa sosta. Nonostante le dimensioni piuttosto ridotte presentano una loro importante peculiarità, rappresentano infatti i tre diversi litotipi che si incontrano in gran parte dei massi erratici di quest'area. La possibilità che la natura ci ha offerto di vederli a confronto risulta particolarmente appetitosa. Le rocce presentano una colorazione differente risultando facilmente riconoscibili; si va dal verde chiaro della serpentinite, al bruno-rossastro dei calcescisti, al colore grigiastro della granulite basica. Si tratta di rocce formatesi in un contesto diverso, che la tettonica alpina ed infine il trasporto operato dai ghiacci ci permettono di osservare. La serpentinite rappresenta l'originaria crosta oceanica che formava il fondo della Tetide. I calcescisti provengono anch'essi dal fondo dell'oceano, ma rappresentano i depositi di copertura, poi "trasformati" in roccia dal metamorfismo alpino. Infine le granuliti basiche rappresentano un settore di crosta profonda continentale, al passaggio con il mantello superiore. 7 Note: presenza di striature glaciali, nonché di solchi (mammelloni) arrotondati. *Il metamorfismo ercinico si verifica durante il Permiano, orientativamente tra 250 e 280 milioni di anni fa SOSTA 7 Il litotipo costituente il masso è rappresentato dalla granulite basica della Zona Ivrea - Verbano. Talvolta dette rocce sono associate a dei corpi ultrabasici (ricchi in minerali di ferro e magnesio), che nella nostra zona affiorano a Baldissero C.se (Peridotite di Baldissero). Questo ci permette di effettuare un ulteriore approfondimento. Nell'eporediese si osserva una anomalia gravimetrica, la maggiore di tutto il nord Italia. In altre parole la forza di gravità che si registra è superiore a quella teorica. Il fenomeno è spiegato dai geofisici con la presenza del Corpo d'lvrea, una scaglia ultrabasica (estremamente ricca in minerali di ferro e magnesio) di mantello inserita all'interno delle rocce di composizione più acida (ricche in Silice) costituenti l'involucro superiore della Terra (Crosta). La maggiore densità delle rocce ultrabasiche a ridotta profondità determina un picco nella forza di gravità. La particolare forma della scaglia denominata Corpo d'lvrea è stata definita dai geofisici "a becco d'uccello". Anche in questo masso è possibile riconoscere evidenze di esarazione glaciale quali strie e solchi debolmente accennati. SCHEDA MASSO 7: Dimensioni (mc): 65; Litotipo: granulite basica Unità di appartenenza: Zona Ivrea -Verbano; Età della roccia: il periodo di formazione risale al Permiano (250-300 milioni di anni); Modalità di formazione: intrusione di corpi plutonici nella zona di transizione tra crosta continentale profonda e mantello litosferico; Tipo di Metamorfismo: metamorfismo ercinico* di alta temperatura con riequilibrio in facies granulitica. Praticamente assenti le tracce di metamorfismo alpino; Possibile località di provenienza: collina di Loranzè, ove affiorano localmente le granuliti basiche; 8