FEDERAZIONE RUSSA: QUADRO POLITICO E MACROECONOMICO Superficie: 17.075.200 Kmq Popolazione: 145,1 milioni Forma di governo: Repubblica Presidenziale 1. Situazione politica Il 26 marzo 2000 Vladimir Putin e' stato eletto al primo turno presidente della Federazione russa con circa il 52% dei voti; il comunista Zyuganov ha ottenuto circa il 30% dei voti. Una delle prime mosse di Putin e' stata la limitazione del potere delle regioni. Oltre che con i governatori possono nascere contrasti tra il presidente e gli oligarchi che, secondo la stampa russa, hanno contribuito a formare il governo. La situazione politica e' molto migliorata, grazie alla stabilita' ed alla maggiore predisposizione della Duma (eletta il 19 dicembre 1999) a collaborare con il governo. Il governo ha preparato un programma di riforma che dovrebbe promuovere le riforme nel 2000-01. Il presidente Putin continua a dichiararsi favorevole a radicali riforme economiche. Finora il governo ha dato buona prova di sé: ha presentato lo scorso agosto un bilancio in pareggio e ha resistito agli attacchi della Duma che voleva elevare la spesa; ha adottato una riforma doganale che semplifica molto il sistema dei dazi; sta preparando una legge quadro sulla terra che ne dovrebbe permettere la libera compravendita. 2. Andamento dell’economia Esauritisi già verso la metà del 1999 gli effetti più negativi della crisi finanziaria dell’agosto ’98 (Pil 1998:–4,9%), l’economia della Federazione Russa ha registrato nel 2000 una crescita “record” (Pil 2000:+7%), attestandosi fra il 6° e l’8° posto al mondo e realizzando risultati assai ragguardevoli in quasi tutti i settori macroeconomici (produzione industriale:+9,6%; produzione agricola:+5%; investimenti fissi:+19,6%; commercio al dettaglio:+8,9%). Le conseguenze della passata crisi sull'economia reale si sono rivelate, quindi, meno drammatiche del previsto. La svalutazione del rublo ha permesso ad alcuni settori industriali di aumentare la produzione e di occupare quote di mercato, soprattutto nella fascia medio-bassa, precedentemente coperte da prodotti di importazione. La fase di fortissima crescita economica registrata nel 2000 si è basata tuttavia su fattori più contingenti che strutturali, quali: il forte attivo della bilancia commerciale (51 mld.$) dovuto agli elevati prezzi internazionali dei prodotti energetici (che costituiscono oltre il 53% del totale dell’export) e delle materie prime di cui la Russia è grande esportatrice; il più che raddoppio delle riserve (da 12,5 a 27,9 mld.$ in un anno); la sostanziale stabilizzazione del cambio e il contenimento dell’inflazione (+19,5%, contro il +31,4% del '99). L’interscambio con l’estero della Federazione (che costituisce peraltro meno del 2% del commercio mondiale e che si svolge per circa l'80% con Paesi extra-CSI e per il 20% con Paesi CSI) ha rivelato negli ultimi mesi un più deciso incremento con i Paesi della stessa CSI, soprattutto dal lato dell'import russo, e invece un più consistente aumento dell'export verso il Resto del Mondo. Principali partners della Russia restano la U.E. (35%), di cui 9,5% Germania, 6,3% Italia diventata nel 2000 il secondo partner commerciale, 3,9% UK, 3,8% Paesi Bassi, 2% Francia, gli USA (5,5%), la Polonia (3,8%) e la Cina (3,7%). Favorito dalla crescita economica, il bilancio federale si è chiuso a fine anno con un attivo di 173,5 mld. rubli (circa 6,2 mld.$), pari al 2,5% del Pil, e con un avanzo primario di 347 mld. rubli (circa 12,3 mld.$), pari al 5% del Pil, grazie al forte incremento realizzato sul versante delle entrate fiscali anche attraverso l’inasprimento dei controlli sulle grandi imprese contribuenti e la significativa riduzione delle “compensazioni” utilizzate soprattutto con i grandi monopoli, di cui lo Stato è utente. I risultati di bilancio e la positiva conclusione della ristrutturazione (e riduzione) dei circa 32 mld.$ di debito ex-sovietico con le banche private creditrici al Club di Londra hanno consentito al Governo russo di onorare il servizio del debito senza far ricorso ad ulteriori prestiti internazionali. Il debito estero è quindi diminuito dai circa 173 mld.$ di fine '98 ai circa 154,7 mld.$ (82% del Pil) a fine 2000, restando 2 principali creditori Germania (51,8%), Italia (10,7%) secondo Paese creditore, Austria (7,7%), Francia (7,3%), USA (6,9%) e Giappone (5,3%). Principali variabili economiche 1998 1999 2000 2001 Pil (mld $, al cambio corrente) Pil pro capite ($, al cambio corrente) Pil (prezzi costanti) Investimenti fissi lordi (prezzi costanti) Produzione industriale (volume) Prezzi al consumo (var. %) Rublo/$ tasso di mercato (fine periodo) Rublo/$ tasso di mercato (media) Esposizione banche italiane (mln $) Tasso di disoccupazione (%) 278 1896 -4,9 -8 -5,2 27,7 21,6 9,7 4011 13,3 185 1262 3,2 1 8,1 31,4 27 24,6 3642 12,2 245 1689 7 19,6 9,6 19,5 27,9 28,2 3485 10 270 1872 4,0 Commercio estero 1998 1999 2000 2001 Esportazioni (mld $) (var. %) Importazioni (mld $) (var. %) Saldo 74,8 -15,2 -57,7 -22,1 17,1 75,3 -0,4 -39,4 -29,6 35,8 97 49,9 -46 7,0 51 92 3. 13 -50 42 Politica economica e prospettive dell’economia Preoccupazione e critiche continuano ad essere espresse per i ritardi nella realizzazione delle inderogabili riforme strutturali. Per riavviarne il processo, e su impulso dello stesso Presidente Putin, uno dei primi atti del Governo Kasyanov era stato il varo, il 28 giugno scorso, di un "piano d’azione”, noto come “piano Gref” (dal nome del Ministro per lo Sviluppo Economico e il Commercio, che ne era stato il principale artefice), composto da un programma strategico a lungo termine fino al 2010, da un documento sulle priorità a breve-medio termine a tutto il 2001 e da uno scadenzario di ben 118 misure da attuarsi nello stesso periodo, 76 delle quali richiedenti appositi provvedimenti di legge. Pur non senza difficoltà, il Governo ha potuto finora realizzare la riforma della II Parte del Codice Tributario - con l’adozione dal 1° gennaio di quest’anno, in particolare, di un'aliquota unica del 13% per l’imposta sui redditi delle persone fisiche (onde favorire, almeno in parte, l'emergere di quella "economia sommersa" 3 valutata ancora intorno al 30% del PIL) e la riduzione dal 4 all’1%, in attesa di essere abolita del tutto entro il 2003, dell’imposta sul fatturato delle imprese – e un pacchetto di nuovi provvedimenti in materia di Dogane, intesi a semplificare il sistema riducendolo a sole cinque classi daziarie, con contestuali riduzioni tariffarie. Lo sforzo del Governo è proseguito, in particolare, con la presentazione alla Duma di una nuova normativa sulle privatizzazioni che dispone la vendita entro l’anno di 20 Società statali con una previsione di introiti di 21,6 mld. rubli (circa 780 milioni $). Quanto all’anno in corso, il bilancio federale prevede un eguale ammontare di entrate e di spese per 1193,48 mld. di rubli (circa 40 mld.$), pari al 15,4% del Pil (a sua volta stimato in 7.750 mld. di rubli (circa 270 mld.$), con un avanzo primario del 3,1%, un’inflazione annuale intorno al 12% e un tasso di cambio medio del rublo di 30 rubli per 1$. Le partite di spesa di maggior rilievo sono quelle relative al servizio del debito pubblico (sceso dal 4,3% del 2000 al 3,1% del Pil nel 2001), alla difesa (aumentata dal 2,34% al 2,7%), all’aiuto finanziario alle Regioni (dal 2,37% al 2,7%), alla sfera sociale e culturale (mantenutasi sul 2,4%) e alla giustizia e sicurezza (aumentate dall’1,51% all’1,8%). Le prospettive dell'economia russa a breve e medio termine appaiono complesse, sia per l'entità degli impegni che il Governo dovrà continuare ad affrontare, sia per i non pochi segnali di rallentamento della crescita apparsi già a fine settembre dello scorso anno. Il completamento della riforma fiscale, il varo del nuovo codice doganale, la predisposizione di una efficace (ma tuttora assai problematica) riforma fondiaria, la riforma dei grandi monopoli naturali (gas, elettricità, ferrovie), il risanamento del sistema bancario, l'avvio dell'ammodernamento delle infrastrutture e dell'apparato produttivo e, più in generale, il progressivo adeguamento del quadro giuridico di riferimento dell'attività economica rappresentano una mole di sfide tuttora aperte. La ricerca di nuove intese con le IFI, la ristrutturazione del debito al Club di Parigi e il negoziato di adesione all'O.M.C. continuano a rappresentare difficili terreni di verifica e confronto. Sotto il profilo dell'andamento della congiuntura, e tenuto conto della fluttuazione dei prezzi mondiali del petrolio, l’economia russa dovrebbe godere ancora di una “finestra” favorevole di almeno un anno. Va tuttavia tenuto conto che entro questo termine il Governo dovrà riuscire ad innescare una crescita stabile attraverso le attese riforme strutturali e che, viceversa, i più recenti dati macroeconomici denotano un rallentamento dei ritmi della crescita (Pil primo trimestre: +3,5%; produzione industriale: +3,6%) e una ripresa dell’inflazione (primo trimestre: +7%); soprattutto per il progressivo esaurirsi dei positivi effetti della svalutazione del rublo e per il fatto che la capacità concorrenziale delle imprese russe sta arrivando ai suoi limiti tecnologici e finanziari. 4 Decisivo sarà al riguardo un più efficace stimolo agli investimenti che, pur notevolmente aumentati lo scorso anno, restano ancora largamente insufficienti per sostenere una radicale ristrutturazione industriale e, in particolare, il necessario ammodernamento di macchinari e tecnologie, ormai obsoleti per oltre il 50% del parco produttivo. 5