analisi del dissesto in calabria studi di dettaglio in bacini

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ANALISI DEL DISSESTO IN CALABRIA
STUDI DI DETTAGLIO IN BACINI CAMPIONE E
CASI DI STUDIO
DOTT. A.PELLEGRINO
REGIONE CALABRIA
AUTORITA’ DI BACINO REGIONALE
REGIONE CALABRIA
Autorità
Autorità di Bacino
Regionale
Il Progetto IFFI – Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia:
metodologia e risultati
Roma, 13-14 novembre 2007
In data 29 maggio 2001, la Regione
Calabria, Assessorato ai Lavori
Pubblici, ha stipulato, con il
Dipartimento dei Servizi Tecnici
dello Stato-Servizio Geologico (ora
APAT) una I Convenzione avente
per oggetto la “Realizzazione della
Carta Inventario dei fenomeni
franosi (Progetto IFFI I Fase),
conclusasi nel giugno 2006.
2006
La Regione Calabria si è avvalsa della
Segreteria tecnico-operativa dell’Autorità
di Bacino Regionale per la realizzazione
del progetto IFFI secondo le modalità
operative standardizzate e contenute
nell’Allegato Tecnico e relativi addendi e/o
errata corrige.
L’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Calabria, con il coinvolgimento
dell'Autorità di Bacino Regionale, ha stipulato con l’APAT una II Convenzione in data
23/12/2004 (Prot. 1269/DG) conclusasi nell’ottobre 2006.
2006 La Regione Calabria si è
avvalsa dunque dell’Autorità di Bacino Regionale anche per la realizzazione del
Progetto IFFI II Fase.
FONTI DOCUMENTARIE
Per la redazione del Progetto IFFI sono stati utilizzati
principalmente
-dati relativi ai Piani Straordinari di intervento urgente
-dati relativi al Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico della Calabria (PAI,
leggi 267/1998 e 365/2000; Archivio ABR, 2001)
- integrazione con indagini e rilevamenti diretti e di dettaglio
AVI – CNR IRPI –CNR GNDCI
AVI – CNR IRPI –CNR GNDCI
ORDINANZE PROTEZIONE CIVILE
ORDINANZE PROTEZIONE CIVILE
FONTI STORICHE
FONTI BIBLIOGRAFICHE
FONTI BIBLIOGRAFICHE
ARCHIVIO ABR 2001
ARCHIVIO ABR 2001
STAMPA QUOTIDIANA
STAMPA QUOTIDIANA
DATABASE PAI
DATABASE PAI
INFORMAZIONI
INFORMAZIONI
ESISTENTI
ESISTENTI
In
conformità
D.L.
180/98
e
successive
modificazioni
ed
integrazione e nel DPCM 11.09 1999, la
scelta dei siti da studiare è avvenuta
prioritariamente per
827 centri abitati, tra cui 409
capoluogo di Comune e nuclei abitati
con popolazione di norma maggiore di
200 abitanti (dati ISTAT 1991)
e lungo il tracciato delle principali
reti di servizio (ferrovie, autostrada,
strade statali) ed i beni culturali ed
ambientali ,
circa 40% del territorio regionale
SCHEDE 409 COMUNI:
SCHEDE
409 COMUNI:
frane,
alluvioni,
danni
frane, alluvioni, danni
Schema della distribuzione
delle principali Unità
litologiche
Pollino
Piana di Sibari
Catena
Costiera
Area pianeggiante
10%
pendenza minore di 3° ed
altitudine < 300 m.s.l.m
Sila
Area montano
collinare
90%
Stretta di Catanzaro
Serre
Gioia
Tauro
Aspromonte
FRANOSITA’ DIFFUSA:
-geodinamica profonda che comporta
una forte attività tettonica
-peculiare ed articolato assetto
morfologico
-complessità delle litologie affioranti
-intensità processi di weathering
-reticolo idrografico giovane, fitto ed in
approfondimento (1002 corsi d’acqua
>di 0.5 Kmq)
-clima mediterraneo
-attività antropica
Livello IFFI:
Distribuzione dei PIFF dei fenomeni franosi
L’insieme delle frane censite I Convenzione
su circa il 40 % del territorio regionale (6032
Km2/15080Km2) ammonta a 9417 (PIFF)
PROVINCIA
IFFI
FRANE
AREE
DGPV
AREA TOTALE IN
FRANA (km2)
Catanzaro
1922
1589
318
8
141,36
Cosenza
3842
3380
417
22
421,25
Crotone
409
324
78
0
40,97
Reggio di
Calabria
2372
2090
245
7
162,68
Vibo Valentia
872
740
105
1
55,56
SINTESI RISULTATI IFFI I CONVENZIONE
3000
2500
5545
2170
2000
1500
1087
1000
500
216
183
1
101
Numero di frane
per tipologia di
movimento.
76
38
0
n.
ee
Ar
d.
ee
Ar
et
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Sc
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Cr
ff
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.
tr .
e
us
e/
Inattivo(Stabilizzato/
.
Relitto)
0,39%
nd
0,00%
Attivo/riattivato/
sospeso
25,35%
Stato di attività delle
frane rilevate
Quiescente
74,26%
SINTESI RISULTATI IFFI I CONVENZIONE
Indice di Franosità (IF) = area in frana/area di riferimento
Superficie
totale
regione
(km2)
Superficie
regione
realmente
studiata(k
m2) (40%)
Area
montanocollinare
(km2)
Numero di
PIFF
Area totale
in frana
(km2)
15080
6032
13598,93
9416
821,83
Densità dei
fenomeni franosi
reale (N° PIFF /
Superficie regione
realmente
studiata)
Indice di Franosità
% reale (area
totale in frana /
superficie regione
realmente
studiata)
Indice di Franosità
% (area totale in
frana / area
montanocollinare)
1,56
13,62
6,04
Distribuzione della franosità per litologie
(Area in frana per classe litologica/ Area in frana totale*100)
Rocce intrusive acide e
metamorfiche di grado medioalto
18,6%
Depositi sedimentari marini e
continentali
19,1%
Rocce ofiolitifere
0,6%
Rocce sedimentarie detritiche di
origine marina
13,8%
Rocce metamorfiche di basso
grado
17,9%
Depositi sedimentari detritici di
origine marina
11,9%
Rocce Carbonatiche
4,0%
Depositi prevalentemente
torbiditici e ad intensa
tettonizzazione
14,1%
Il confronto tra il numero di poligoni in frana (Piff) e l’areale totale in frana all’interno di ciascuna
classe litologica mostra, ancora, una notevole squilibrio nei depositi prevalentemente torbiditici e ad
intensa tettonizzazione e nelle rocce metamorfiche di basso grado, sottolineando quindi lo sviluppo di
grandi frane in tali litologie.
2 50 0
Est e n si o n e a r e a l e d e l l a
Est. areale
2000
f r a n o si t à ( K m 2 )
1,8 0 E +0 2
1,6 0 E +0 2
1,4 0 E +0 2
1,2 0 E +0 2
150 0
10 0 0
1,0 0 E +0 2
8 ,0 0 E +0 1
6 ,0 0 E +0 1
4 ,0 0 E +0 1
2 ,0 0 E +0 1
0
0 ,0 0 E +0 0
D
ep
os
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50 0
Al fine di giungere ad una definizione delle Tipologie di frana rappresentative dei processi
morfodinamici del territorio calabrese, notevole importanza hanno avuto quelle censite
anche a seguito di eventi alluvionali (Dati PAI, Rapporti di sopralluogo e di richiesta di stato
di emergenza, Archivio ABR):
Stato emergenza Soverato , Ionio RC e CZ
Evento Gioiosa Ionica, Monte Linarè (RC)
settembre 2000
febbraio 2001
Stato emergenza Scilla-Bagnara C.
Stato calamità naturale Vibo V.
Stato calamità naturale Prov. CS e V.V.
Stato emergenza RC e Ionio catanzarese
Stato emergenza Cavallerizzo
Stato emergenza Scilla-Bagnara C.
maggio 2001
maggio 2002
dicembre 2002-gennaio 2003
dicembre 2003
marzo 2005
marzo-maggio 2005
Stato calamità naturale Emergenza Vibo V.
luglio 2006
Si tratta di eventi di particolare importanza perchè hanno fornito l’occasione di:
-osservare con una certa periodicità il loro impatto sul territorio regionale,
-osservare la naturale e peculiare evoluzione morfologica dei versani in Calabria,
-in chiave di previsione e prevenzione, validare i dati PAI,
PAI
Sintesi tipo di movimento per rocce carbonatiche
crolli e ribaltamenti, a luoghi fenomeni di DGPV
Rocce carbonatiche in contatto tettonico con rocce metamorfiche di basso
grado: Fenomeno tipo “Laterali spread “ con associate frane relativamente
superficiali (crolli e scorrimenti). M. te Consolino, Stilo-Pazzano-Bivongi.
Lateral Spread
Sintesi tipo di movimento per
metamorfiche di medioi-alto grado
rocce intrusive acide e
Crollo, scorrimento roto-traslativo e colata rapida fino a fenomenologie
complesse, in funzione delle pendenze, energia di rilevo ed intensità processi
di weathering.
Scorrimento-colata rapida in gneiss prof. alterati (roccia sciolta)
Favazzina- Scilla, 2001.
Fenomeno DGPV (Sackung), con associata fase parossistica tipo rock
avalanche e frane relativamente sup.: contatto termometamorfico granitiscisti biotitici (Fascia di Aureola termometamorfica). M. Granieri–Salincriti,
Caulonia, 1953.
Sackung
Sintesi tipo di movimento per rocce metamorfiche di basso e
medio grado
Tipo di frane in funzione delle pendenze, energia di rilevo ed intensità
processi di weathering
Martirano Lombardo (CZ, 2003): frana per
scorrimento superficiale nelle metamorfiti di
basso grado assimilabili a roccia sciolta.
Cluster di scorrimento-colata in roccia sciolta,
evolutisi in colata rapida, frequenti sono anche i
casi di DGPV.
Sintesi tipo di movimento per rocce metamorfiche di basso e
medio grado
Tipo di frane in funzione delle pendenze, energia di rilevo ed intensità
processi di weathering
Martirano Lombardo (CZ, 2003): frana per
scorrimento superficiale nelle metamorfiti di
basso grado assimilabili a roccia sciolta.
Cluster di scorrimento-colata in roccia sciolta,
evolutisi in colata rapida, frequenti sono anche i
casi di DGPV.
Sintesi tipo di movimento per Flysch e terreni ad affinità
flyschioide
Aree soggette a crolli diffusi, scorrimento e scorrimento-colata
Crolli di blocchi nelle arenarie mioceniche, 2003.
Gioiosa Ionica (RC)-M.te Linarè (febbraio 2001): fase parossistica fenomeno
franoso roto-traslativo nei depositi sedimentari miocenici, evolutosi in
colata nella parte medio-bassa del versante.
150 m
30 m
Sintesi tipo di movimento per terreni sedimentari detritici
coerenti e terreni sedimentari sciolti
frane superficiali e/o scorrimento e scorrimento-colata
Gessi
e
formazioni
associate----
dissesti
superficiali (crolli diffusi ed erosione calanchiva) e a
luoghi movimenti franosi profondi e sprofondamenti
a causa di fenomeni di dissoluzione.
Cavallerizzo (marzo 2005). Esteso fenomeno roto-traslativo nelle
argille evolutosi in parte in colata di detrito e fango
Palmi San Procopio (2003). Parete sub-verticale
costituita da alternanze argilloso-marnose (con
intercalazioni sabbiose) interessata da caduta di
blocchi e colamenti superficiali.
Area programma 3
B. Straface e Ferro
La sintesi dei dati sulle frane
ha
evidenziato ancora la concentrazione
in
alcuni
ambiti
territoriali,
rappresentativi per gli elevati Indici di
franosità IF e Densità di movimenti in
massa.
IFFI II CONVENZIONE
Area programma 9
Area programma 11
Costone
Palmi
Scilla
B. Amusa
12
Aree e/o bacini PILOTA ritenuti
prototipi rappresentativi della
morfodinamica e dei livelli di
pericolosità da frana sia delle
suddette aree programma (3,9,12,11,
L.R. 35/96), che del territorio
regionale caratterizzato da similari
contesti geologici.
SINTESI RISULTATI
Indice di Franosità (IF) = area in frana/area di riferimento
Densità
dei
fenomeni
franosi
(N° PIFF
/
Superficie
area
studiata)
Indice di
Franosità
% (area
totale in
frana /
superficie
area
studiata)
Superficie
bacino o
area
investigata
(km2)
Area
montanocollinare
(km2)
Numero
di PIFF
Area
totale in
frana
(km2)
39,33
37,93
314
10,42
7,98
26
StrafaceFerro
(CS)
69,61
66,72
278
42,49
3,99
61
ScillaPalmi
(RC)
40,56
39,9
192
11,09
4,73
027
AREA
Amusa
(RC)
Bacini del T. Straface, del T. Ferro e alcuni bacini
minori limitrofi posti nei pressi della costa
Area pianeggiante
4%
Area montano collinare
96%
69,61 km2
pendenze 15°-20° e aumenti localizzati
nd
0%
Relitto
0%
Stabilizzato
0%
Attivo/riattivato/
sospeso
30%
n.d.
0%
Quiescente
70%
Aree soggette a crolli
3%
Aree soggette a frane
diffuse
7%
Crollo/ribaltamento
0%
Scivolamento
rotazionale/traslativo
26%
DGPV
0%
Complesso
43%
Colamento lento
21%
Colamento rapido
0%
Scivolamento rotazionale attivo nei depositi
argillosi che nella parte mediana del versante
si evolve in scorrimento-colata (Hungr et alii,
2001) fino al fondovalle
Erosione retrogressiva nella sottostante
formazione argillosa che favorisce un
arretramento del ciglio del terrazzo dei
sovrastanti conglomerati, per “sfettamenti”
e crolli/ribaltamenti (Aree soggette a crolli
diffusi.
“Aree soggette a crolli diffusi” nei depositi
detritici coerenti di origine marina.
Bacino della F. Amusa
25°ed i 45°, a luoghi i 90°,
Area pianeggiante
4%
0-25°
Area montano
collinare
96%
39,33 Km2
Inattivo(Stabilizzato/
Relitto)
0,39%
nd
0,00%
Quiescente
29,62%
Attivo/riattivato/
sospeso
25,35%
Aree soggette a frane diffuse
15,29%
Crollo/ribaltamento
6,05%
n.d.
0,00%
Scivolamento
rotazionale/traslativo
31,21%
Aree soggette a crolli
3,82%
DGPV
0,32%
Complesso
33,44%
Colamento lento
2,55%
Colamento rapido
7,32%
Ampia area in frana caratterizzata da
fenomeni
tipo
scorrimento-colata
(Hungr et alii, 2001) nelle argille
variricolori,
al
cui
interno
si
individuano
alcune
riattivazione
superficiali.2006
Fenomeni di colata interessano le argille
varicolori nella parte bassa.
Crolli,
attraverso
esfoliazione
e/o
sfettamenti, con ribaltamenti si hanno
nei sovrastanti conglomerati pliocenici
con arretramento del ciglio della
scarpata. 2000, 2006
Ampia area in frana caratterizzata da
fenomeni
tipo
scorrimento-colata
(Hungr et alii, 2001) nelle argille
variricolori,
al
cui
interno
si
individuano
alcune
riattivazione
superficiali.2006
Fenomeni di colata interessano le argille
varicolori nella parte bassa.
Crolli,
attraverso
esfoliazione
e/o
sfettamenti, con ribaltamenti si hanno
nei sovrastanti conglomerati pliocenici
con arretramento del ciglio della
scarpata. 2000, 2006
Sullo sfondo, Cluster di fenomeni di scorrimento in
detrito e/o roccia sciolta, interessanti le coltri di
alterazione dei graniti (metamorfiti), che nella parte
medio-bassa del versante si evolvono in colata rapida
e/o flussi iperconcentrati (Pierson & Costa ,1987).
Frane complesse lungo la fascia di aureola
metamorfica: dai termini più alterati (roccia
sciolta),
tali
dissesti
coinvolgono
successivamente le porzioni più profonde di
roccia
tenera
attraverso crolli e/o
scivolamenti.
COSTONE SCILLA –PALMI
Area pianeggiante
2%
Area montano
collinare
98%
60°, a luoghi i 90°
39,9 km2
Quiescente
69%
Stabilizzato
0%
Attivo/riattivato/sospeso
30%
nd
0%
Aree soggette a frane
diffuse
9%
Aree soggette a crolli
4%
Relitto
1%
Crollo/ribaltamento
5%
n.d.
0%
Scivolamento
rotazionale/traslativo
33%
DGPV
0%
Colamento lento
1%
Complesso
35%
Colamento rapido
13%
Favazzina 2001, 2005:substrato gneiss, scorrimento in roccia sciolta evolutosi in colata rapida per
fluidificazione della massa franata ed effetto valanga.
Area di distacco alla testata del Vallone Favagreca come si
presentava il giorno dopo la colata del 12 maggio 2001.
Volume di terreno distaccatosi dalla testata del singolo
vallone (Vt)= 1137.5m3.
Parte alta della colata rapida del 31
marzo 2005. Particolare dell’effetto
valanga della colata rapida quasi a partire
dal punto d’innesco ed erosione delle
coltri di alterazione del substrato.
Veduta dall’elicottero della colata rapida che ha interessato
la linea ferroviaria nei pressi della stazione di Favazzina il
31.03.05.
Ampio scorrimento in roccia tenera,
evolutosi in colata rapida nel tratto mediobasso del canale sottostante. Maggio 2005
ar
i
ar
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di
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5,00
se
di
m
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d.
Rocce sedimentarie
detritiche di origine
marina
Depositi sedimentari
marini e continentali
45,00
de
tri
ar
in
40,00
43,75
35,00
29,69
20,00
42,12
Rocce Carbonatiche
B. STRAFACE -FERRO
Depositi
prevalentemente
torbiditici e ad intensa
tettonizzazione
80
Depositi sedimentari
detritici di origine marina
IF (%)
D
ep
os
iti
m
IF (%)
50,00
se
di
m
en
ta
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se
di
m
en
t
30
R
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D
ep
os
iti
90
78,87
83,56
70
60
50
40
25,66
Franosità %(IF) su classi
litologiche,
calcolate
sull’intero
territorio
dei
Bacini analizzati
20
10
0
30,00
29,83
B. AMUSA
25,00
19,04
15,00
10,00
0,00
0,00
ar
i
10,00
5,00
0,00
0,00
43,75
35,00
29,69
20,00
42,12
Rocce Carbonatiche
Depositi
prevalentemente
torbiditici e ad intensa
tettonizzazione
50
45
40
40
25,66
29,83
Rocce intrusive
acide e
metamorfiche di
grado medio-alto
40,00
10
Depositi sedimentari
detritici di origine marina
80
Rocce ofiolitifere
Rocce sedimentarie
detritiche di origine
marina
B. STRAFACE -FERRO
Rocce
metamorfiche di
basso grado
25,00
de
sedimentarie
tri
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78,87
83,56
70
60
50
Franosità %(IF) su classi
litologiche,
calcolate
sull’intero
territorio
dei
Bacini analizzati
B. AMUSA
5
15,00 0
19,04
CONCLUSIONI
¾ La complessa articolazione territoriale della Calabria testimonia l’evoluzione in atto di questo
estremo lembo della penisola italiana caratterizzata da un’intensa attività morfodinamica che induce
l’insorgere di pericoli geologici molto elevati.
Del resto, gli eventi naturali che si verificano sistematicamente (terremoti, alluvioni, frane, ecc.)
portano ad individuare nel territorio regionale calabrese il “prototipo” che meglio condensa la
contemporanea presenza di alti livelli di rischio connesso ai processi geologici.
¾Il progetto IFFI così come è stato articolato, congiuntamente alle relative fonti principali
(PAI,PSIU, RAPPORTI DI EVENTI ALLUVIONALI), rappresenta certamente delle risposte di
maggiore coerenza alla realtà territoriale calabrese e, nel frattempo, getta le basi per:
¾PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE
¾INTERVENTI STRUTTURALI PER LA MESSA IN SICUREZZA DI AREE IN FRANA
(MISURE POR 2000-2006, 2007-2013)
¾APQ DIFERA DEL SUOLO, MESSA IN SICUREZZA AREE A RISCHIO FRANA R3,R4
(NOV.,2007)
¾AVVIARE STUDI COMPLESSI E ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO IN AREE A RISCHIO
DA ELEVATO A MOLTO ELEVATO.
¾Il censimento di circa 10.000 fenomeni su circa il 50% del territorio regionale (827 centri abitati e
lungo le principali infrastrutture, I e II Convenzione) ha di per sé elevato valore per l’impatto sulla
conoscenza del territorio e soprattutto per l’efficacia sulla Comunità (in merito ai risvolti di cui
sopra), ma resta comunque auspicabile estendere gli studi su tutto il territorio regionale.
ACRI (CS)- SAN LUCA (RC)
AUTORITA’ DI BACINO
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA
DEL TERRITORIO
Progetto Operativo Difesa Suolo QCS2000-2006 PON ATAS 2000-2006
•SCELTA di due siti rappresentativi di due diversi contesti geologici tipici
dell’Arco Calabro, caratterizzati dalla presenza di numerosi processi
morfoevolutivi ad elevata pericolosità e differenti evidenze geomorfologiche.
•Avvio di RICERCHE MULTIDISCIPLINARI e messa a punto di un sistema di
monitoraggio progettato sulla base del modello geologico-tecnico di riferimento
•Diagnosi e verifica dei dati DIF-SAR, attraverso una complessa fase di analisi e
sintesi dei relativi dati di output inseriti in apposito database.
Attraverso una catena completa di processamento per l’interferometria
differenziale, messa a punto da Telespazio, sono state ottenute una serie di dati
ERS SAR, con alta risoluzione ed una estesa copertura multi-temporale su un
periodo di sette anni, costituiti da mappe di spostamento e di velocità utilizzate
per analizzare.
0.5
0.5
00
0.5
0.5
1 1 Miles
Miles
N
N
DGPV
W
E
W
S
SERRA DI BUDA
E
S
AA
ACRI
PADIA-S. CAT.
Fascia di
detensionamento
S.LEONARDO
Diffusa presenza di gneiss e scisti biotitici intrusi da masse granitiche e
granodioritiche (Paleozoico), caratterizzati da un elevato grado di
fratturazione ed alterazione.
Importante fenomeno deformativo profondo (DGPV) a cui si associa una diffusa franosità . Fra i diversi
fenomeni associati, è stato individuato un movimento profondo noto come “frana di Serra di Buda”,
riconducibile, nel suo insieme, ad uno scorrimento con predominante componente traslativa.
0.5
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1 1 Miles
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N
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PADIA-S. CAT.
Fascia di
detensionamento
S.LEONARDO
Diffusa presenza di gneiss e scisti biotitici intrusi da masse granitiche e
granodioritiche (Paleozoico), caratterizzati da un elevato grado di
fratturazione ed alterazione.
Importante fenomeno deformativo profondo (DGPV) a cui si associa una diffusa franosità . Fra i diversi
fenomeni associati, è stato individuato un movimento
profondo noto come “frana di Serra di Buda”,
8/1998-10/2000
riconducibile, nel suo insieme, ad uno scorrimento con predominante componente traslativa.
VALIDAZIONE DATI DIF- ACRI-SERRA DI BUDA
9
3
5
e
br
rc
rc
o
vi
hi
di
S
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I R CS
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Ra ort NR P I S
pp o C IR -C
Ra ort NR P I
pp o C IR C
Ra ort NR ND
pp o C / G 98
Ra ort NR 19
pp o C C.,
Ra ort .T.
pp U 7
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33
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18
A io
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A
A
FONTI
-fonti storiche
-letteratura scientifica
-monitoraggio complesso
01/05/2001-15/06/2001
08/2001
02/2000
0
10/9/2000
09/1999, 0,4mm/g
0,5
06/1999, 2mm/g
2
10/09/2000-04/10/2000
1
97
19
1/ 99 6
/1
03 5
98 4
/1 98
04 1/ 1
/1
28
14
19
o
nn
tu
Au
08
72
19
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33
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1
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11
1,5
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No
2,5
5
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-1
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18
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Fe
18
3,5
9
99
/1
05
9
99
/1
04
4,5
03/1999, 5mm/g
Dic. 98: parecchi dm in
orizzontale, qualche
dm in verticale
Data ed entità vmm/g
5,5
4
VALIDAZIONE DATI DIF- ACRI-SERRA DI BUDA
5,5
Data ed entità vmm/g
5
4,5
03/1999, 5mm/g
9
99
/1
05
9
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/1
04
Dic. 98: parecchi dm in
orizzontale, qualche
dm in verticale
4
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5
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0,5
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19
1/ 99 6
/1
03 5
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N
1
11
1,5
06/1999, 2mm/g
10/09/2000-04/10/2000
09/1999, 0,4mm/g
10/9/2000
02/2000
0
2,00
01/05/2001-15/06/2001
08/2001
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FONTI
RISULTATI
CONFORMI
RELATIVAMENTE
ALL’ARCO
TEMPORALE
DELL’EVOLUZIONE DEL FENOMENO
DIFFORMI
IN
TERMINI
DI
EVOLUZIONE SPAZIALE A SEGUITO
DELL’ENTITA’ DELLE DEFORMAZIONI
IN ATTO LUNGO IL VERSANTE
1,70
5 mm/g
1,40
1,10
-fonti storiche
-letteratura scientifica
-monitoraggio complesso
0,80
0,50
Dx (cm)
MAX
MIN
0,20
c
-0,10
05/10/1993- 24/06/1995 24/081995 24/121995 09/08/996 16/05/997 27/03/998 14/08/998 03/03/999 21/01/2000 27/10/2000
Attività di monitoraggio ABR,
costituito da una rete GPS (2004- 20005)
giorni
stazione rover 1
1271,720
1271,715
luglio- agosto
0,33mm/g
spostamento (mm)
1271,710
1271,705
1271,700
0,5mm/g
1271,695
NovembreDicembre
0,17 mm/g
1271,690
Settembre-Ottobre
0,15mm/g
1271,685
1271,680
1271,675
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
giorno
GENNAIO-MARZO
2005
Gennaio
0,75mm/g
1271,700
SETTEMBREDICEMBRE 2005
Febbraio-Marzo
4,4 mm/g
1271,500
1271,400
Settembre-Dicembre
0,07 mm/g
NO DATA
??????
1271,300
1271,200
1271,100
stazione rover 1
giorno
361
346
331
316
301
286
271
256
241
226
211
196
181
166
151
136
121
91
106
76
61
46
31
1
1271,000
16
spostamento (mm)
1271,600
CENTRO
STORICO
S. LUCA
CALVARIO
MARTORANO
CAROSELLO
Importante contatto tettonico che
abbassa il settore sud-orientale
(Plio-Pleistocene).
-A nord-ovest affiora il Flysch di
Capo
d’Orlando
(Miocene
inferiore) su cui sorge il Centro
storico;
-A sud-est prevale la coltre
alloctona delle Argille Varicolori,
stratigraficamente
in
sovrascorrimento sul Flysch, su
cui
si
sviluppa
l’area
in
espansione.
-crolli e/o scorrimenti rototraslativi
nei
depositi
sedimentari
miocenici
(arenarie e conglomerati)
-scorrimento
rotazionale
evolventi in in colate nelle
argille
VALIDAZIONE DATI DIF
10/1993-10/2000
2-4 mm/anno
-fonti storiche
-letteratura scientifica
-fonti ABR, REGIONE, COMUNE
-monitoraggio geotecnico complesso
avviato in tempi successivi
VALIDAZIONE DATI DIF
8/1998-10/2000
5 mm/g
10 mm/g
10/1993-10/2000
2-4 mm/anno
-fonti storiche
-letteratura scientifica
-fonti ABR, REGIONE, COMUNE
-monitoraggio geotecnico complesso
avviato in tempi successivi
VALIDAZIONE DATI DIF
5,0
4,5
R4 media
R9media
4,0
3,5
3,0
2,5
v (cm/g)
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
13/10/04
25/10/046/11/04
18/11/04
30/11/04
12/12/04
24/12/045/1/05
17/1/0529/1/05
10/2/05
8/1998-10/2000
5 mm/g
10 mm/g
giorni
22/2/05 6/3/05
18/3/05 30/3/05
11/4/05 23/4/05
5/5/05
R4 media
10/1993-10/2000
2-4 mm/anno
-fonti storiche
-letteratura scientifica
-fonti ABR, REGIONE, COMUNE
-monitoraggio geotecnico complesso
avviato in tempi successivi
¾Definito lo scenario morfoevolutivo dei siti in studio attraverso l'analisi di fonti dirette ed indirette, la
complessità dei dati DIF-SAR ha evidenziato alcuni limiti connessi sia ai concetti base di acquisizione
(presenza di vegetazione, acquisizione dati tramite le sole orbite discendenti, mancanza di superfici
riflettenti,ecc.), sia alla presenza di movimenti estremamente veloci in cui il tasso di deformazione
influenza negativamente la coerenza delle scene, come verificato nel caso della "frana di Serra di
Buda“(deformazioni linea vista >2,5 cm nell’arco temporale considerato).
¾Altrove, invece, in condizioni al contorno favorevoli, i risultati DIF-SAR ottenuti hanno consentito di
condurre un'analisi storica dei dissesti, attraverso indicazioni, puntuali e complessive, circa la recente
evoluzione spazio-temporale dei movimenti analizzati; tutto ciò ottemperando, contestualmente, al
monitoraggio degli stessi.
Le acquisizioni temporali ampie hanno fornito informazioni principalmente sui movimenti lenti, come
per le colate o scorrimento-colate di S. Luca;
¾Le elaborazioni interferometriche condotte possono fornire un valido contributo nella valutazione
della pericolasità di “frana” e per la costruzione di modelli geologico-evolutivi dei versanti se
precedute sempre e comunque da un approccio multidisciplinare e da un monitoraggio geotecnico,
geotecnico
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