Assistenza Farmaceutica La rubrica Assistenza Farmaceutica, che lo scorso anno ha ospitato le schede redatte a cura dei delegati regionali per evidenziare gli interventi regionali attuativi della Legge 405/01, continua ora con contributi professionali di colleghi che hanno attivato procedure di dispensazione diretta dei farmaci in ottemperanza a quanto previsto dalla legge suddetta. Si evidenzieranno così le problematiche incontrate, i risultati raggiunti, le esperienze maturate che potranno essere oggetto di confronto e discussione. Valutazione dell’appropriatezza e delle interazioni farmacologiche attraverso le prescrizioni alla dimissione1 Francesca Bano*, Laura Malo*, Federica Meneghetti**, Anna Maria Grion* *Servizio Farmaceutico Territoriale ULSS 16 - Padova **Farmacia Ospedale S. Antonio, Padova Riassunto: La legge 405/2001 ha previsto che, per garantire la continuità assistenziale, vengano erogati agli assistiti i farmaci per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero. Nei primi mesi del 2002, tale attività è stata avviata presso gli Ospedali dell’ULSS 16 di Padova e, al di là della pura distribuzione dei farmaci, ha rappresentato uno strumento per verificare l’appropriatezza della prescrizione da parte dei medici ospedalieri. Nel presente studio sono state analizzate le prescrizioni fatte per ogni singolo paziente dimesso dal reparto di Medicina dell’Ospedale S. Antonio di Padova, relative al periodo agosto-dicembre 2002. Sono state valutate le tipologie dei farmaci prescritti, correlandoli alla diagnosi del ricovero, e la contemporanea prescrizione di farmaci a rischio di generare interazioni potenzialmente pericolose utilizzando, a tale scopo, la banca dati Micromedex e l’appendice 1 del British National Formulary (BNF). Il 43% dei dimessi ha ricevuto politerapie che presentavano almeno una potenziale interazione, di cui il 33% con severità definita maggiore. Considerato, poi, che quasi tutte le lettere di dimissione riportavano la prescrizione di inibitori di pompa protonica (PPI), farmaci concedibili in fascia A solo nelle indicazioni previste dalle note CUF 1 e 48, è stata verificata l’effettiva aderenza, per ogni singolo caso, ai criteri stabiliti da queste note. Del totale dei pazienti dimessi con questi farmaci quasi la metà aveva ricevuto prescrizioni non riconducibili alla diagnosi e, probabilmente, non aderenti alle note CUF, il 38,6% risultava avere invece una diagnosi che giustificava la concedibilità mentre per il 13% dei pazienti presentava le caratteristiche della nota CUF n. 1. L’attività di distribuzione dei farmaci alla dimissione può, quindi, rappresentare un importante momento di vera farmacovigilanza sulla correttezza delle prescrizioni e di informazione sia per quanto riguarda la prescrivibilità dei farmaci a carico del SSN, contribuendo a ridurre le conflittualità spesso presenti tra medico specialista ospedaliero e medico di medicina generale, sia per la possibilità di interazioni farmacologiche, fornendo così al sanitario un ulteriore strumento di valutazione del rapporto rischio/beneficio per il paziente. Abstract: Drug distribution at hospital discharging: a way of verifying appropriateness of prescriptions and the drug interactions. In Italy, a national act (n. 405/2001) provides that public hospitals distribute prescribed medications to patients for the first round after hospitalization. At the beginning of 2002, the drug distribution at hospital discharging is started at the S. Antonio Hospital in Padua (Italy) and this activity can be used as a way of detecting inappropriate hospital drug prescriptions by medical staff. Every single prescription made by the Medicine ward, from August to December 2002, was analysed to identify potential interactions among drugs appearing on the same prescription sheet using, to this aim, Micromedex and appendix 1 of British National Formulary (BNF). The 43% of patients discharged were given drug combination with at least one potential drug interaction and 33% of those were potentially hazardous. Seeing that Protonic Pump Inhibitors (PPI) prescriptions were very frequent, and that their reimbursement is subject to “Note CUF” nr. 1 and nr. 48, we verified the relevant compliance of the prescription in charge to SSN to the criteria established with this “Note”. The “Note CUF” establishes the reimbursement of the drugs on the basis of their documented clinical efficacy and favourable benefit/cost ratio. Almost half of the patients discharged with these drugs, were given prescriptions for treatments different from those indicated on “Nota CUF”, the 38, 6% had a disease that justify the reimbursement, while the 13% of the patients had the characteristics of “Nota CUF” n. 1. The drugs distribution at hospital discharging can be a useful moment of pharmacovigilance, in particular for inappropriate prescriptions both in term of drug interaction and reimbursement. Parole chiave: appropriatezza prescrittiva, interazioni farmacologiche, Note CUF. Key words: prescription appropriateness, drug interactions, Note CUF. 1 Lavoro presentato come poster e comunicazione libera al Congresso Nazionale SIFO, Venezia 28 settembre-01 ottobre 2003. 108 Bollettino SIFO 50, 2, 2004 Introduzione L’appropriatezza delle prescrizioni dei farmaci è un presupposto fondamentale per arrivare ad un loro uso corretto e sicuro. In pratica, affinché un farmaco risulti efficace, è importante che venga impiegato per le indicazioni cliniche per le quali si sia dimostrata l’efficacia1. Da qui è nata l’esigenza da parte del Ministero della Salute di adottare nel 1994 le “note CUF” con l’obiettivo di ottenere una razionalizzazione della prescrizione farmaceutica orientando i medici ad utilizzare i farmaci per le indicazioni basate su dati certi di efficacia e sicurezza. L’introduzione delle note ha rappresentato un cambiamento culturale importante grazie anche a tutte quelle iniziative successivamente messe in atto dalle Aziende Sanitarie Locali, dalle Regioni e dal Ministero stesso per promuovere la qualità della prescrizione con diversi strumenti quali i sistemi di monitoraggio e feed-back informativi, attività formative-educazionali, stesura linee-guida, etc. Rimane comunque ancora molto da fare per interfacciare le strutture ospedaliere e la medicina territoriale al fine di attenuare le situazioni di conflittualità che spesso si generano tra specialista e medico di medicina generale e, tra paziente e medico di base. A tal scopo è stato previsto dal Decreto Legislativo 19/6/1999 n. 229 all’art. 15decies l’obbligo per tutti i medici specialisti di informare i pazienti su medicinali e prestazioni erogabili con onere a carico del SSN, sia all’atto della dimissione ospedaliera che delle visite specialistiche ambulatoriali2. Oltre alle indicazioni cliniche sono comunque fondamentali, quando si parla di appropriatezza, tutte quelle condizioni d’uso, quali ad esempio la posologia, le modalità di somministrazione, le controindicazioni o avvertenze, per le quali i benefici superano i rischi assicurando un impiego efficace e sicuro del farmaco. Potenziali rischi possono derivare anche dalla contemporanea prescrizione di farmaci che interagiscono negativamente tra loro. È stato stimato, infatti, che il 6-30% di tutte le reazioni avverse da farmaci (ADR) è causato da interazioni farmacologiche3 ed in uno studio statunitense è stata rilevata un’incidenza di ricoveri probabilmente causata da interazioni tra farmaci del 2,8% con conseguenti notevoli costi per il servizio sanitario4. Obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’appropriatezza delle prescrizioni dei farmaci da parte dei medici ospedalieri alla dimissione, in termini di interazioni farmacologiche e di aderenza alle note CUF utilizzando il data base che raccoglie tutte le informazioni contenute nelle schede prescrittive di farmaci consegnati ai pazienti dimessi dall’Ospedale S. Antonio dell’ULSS 16 di Padova. Materiali e metodi L’Azienda ULSS 16 di Padova comprende l’Ospedale S. Antonio, presidio ospedaliero di 321 posti letto. Le prescrizioni di farmaci alla dimissione da parte dei reparti vengono fatte attraverso un modulo predisposto “ad hoc” e contenente i dati anagrafici del paziente (nome, cognome e codice assistito), la data di compilazione del modulo, la data di dimissione del paziente, la diagnosi, il reparto, oltre all’elenco dei farmaci prescritti e la loro concedibilità a carico del SSN, timbro e firma del medico prescrittore. Sulla base di questi dati, il farmacista predispone la terapia e provvede alla sua consegna direttamente al paziente. Tutte le informazioni contenute in questi moduli poi vengono registrate in un apposito database. Allo scopo dello studio sono state estratte tutte le prescrizioni effettuate nel periodo agosto-dicembre 2002 dal reparto di Medicina di tale presidio ospedaliero; le prescrizioni così raccolte sono state analizzate e classificate in termini di presenza di potenziali interazioni pericolose per il paziente tra i farmaci prescritti. Per questa analisi e classificazione ci si è avvalsi della consultazione della bancadati Micromedex (MDX) e dell’appendice 1 del British National Formulary (BNF- 43° ed.). Le interazioni sono così state classificate in maggiori (M) e moderate (m) e non sono state tenute in considerazione le interazioni cosiddette minori. Per ottenere lo score M l’interazione doveva essere classificata maggiore da MDX e potenzialmente pericolosa da BNF. Sono state classificate moderate tutte le interazioni, invece, considerate come tali da entrambe le nostre fonti oppure le interazioni ritenute importanti da MDX ma solo lievi o moderate da BNF dando pertanto priorità al giudizio del BNF. Infine è stato valutato se queste interazioni fossero di tipo farmacocinetico, farmacodinamico o di natura mista e/o sconosciuta. Inoltre, poiché le prescrizioni di inibitori della pompa protonica (PPI) risultavano assai frequenti, per questo stesso reparto e per il medesimo periodo sopra indicato, sono state considerate tutte le dimissioni che prevedevano una prescrizione di PPI in classe A ed è stata verificata la presenza contemporanea delle condizioni previste dalle note CUF 1 e 48 per la concedibilità in tale fascia di questi farmaci. I dati ottenuti dalle schede di dimissione sono stati pertanto confrontati, utilizzando il codice assistito, con i dati contenuti nei database amministrativi dell’Anagrafica e delle Schede di Dimissione Ospedaliere (SDO) dell’ULSS 16 di Padova. Risultati e discussione Nel periodo considerato sono stati dimessi 497 pazienti dal reparto di Medicina dell’Ospedale S. Antonio e, di questi, 192 pazienti hanno ricevuto i farmaci all’atto della dimissione. Per quanto riguarda le caratteristiche dei 192 pazienti, 89 sono risultati di sesso maschile e 103 di sesso femminile con età media rispettivamente di 69 e 73 anni; l’età media complessiva è risultata quindi di 71.42 (Tabella 1). La popolazione di riferimento per questo studio appare pertanto una popolazione anziana ugualmente distribuita tra i due sessi. Il 95% dei pazienti considerati assume più di un farmaco ed il numero medio di farmaci diversi assunti contemporaneamente è risultato essere 4.53 (range 1÷16) per paziente. F. Bano, et al.: Valutazione dell’appropriatezza e delle interazioni farmacologiche attraverso le prescrizioni alla dimissione 109 Tabella 1. Caratteristiche dei pazienti. N° pazienti Età media N° paz. con pluriprescrizione N° paz con potenziali interazioni Interazioni M Interazioni m Tot M F Significatività 192 71.42 183 (95.31%) 83 (43.23%) 63 (32.81%) 20 (10.41%) 89 69.05 84 (94.38%) 37 (44.58%) 27 (42.86%) 10 (50%) 103 73.36 99 (96.11%) 46 (55.42%) 36 (57.14%) 10 (50%) n.s. n.s. n.s. p=0.098 n.s. È noto che con l’invecchiamento aumenta la probabilità di assumere politerapie per il trattamento di patologie croniche concomitanti con conseguente aumento della frequenza di reazioni avverse da farmaci ed una maggiore incidenza di interazioni farmacologiche. Il paziente anziano presenta spesso anche ridotta funzionalità cardiaca, epatica e renale con conseguenti variazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche che lo espongono a maggiore vulnerabilità agli effetti collaterali e alle interazioni. Anche nella presente analisi è emerso che all’aumentare dell’età dei pazienti inclusi nello studio aumenta di pari passo il numero di farmaci assunti contemporaneamente ed in particolare si arriva ad un numero di molecole maggiore a 10 in pazienti con età media appena inferiore a 77 anni; la maggior parte dei pazienti (57.3%) assume più di 3 farmaci diversi contemporaneamente ed ha un’età media di 76 anni (Grafico 1). Grafico 1. Correlazione tra il numero di farmaci assunti contemporaneamente ed età dei pazienti. Nell’esaminare la possibile presenza di interazioni nelle associazioni dei farmaci prescritti è stata valutata la loro rilevanza clinica. Sono state riscontrate 53 diverse associazioni di farmaci interagenti tra loro e queste sono risultate classificate in 31 maggiori (M), ovvero potenzialmente pericolose, la cui somministrazione combinata dovrebbe essere evitata o per lo meno iniziata con cautela assicurando un controllo adeguato del paziente, e in 22 moderate (m) tutte quelle interazioni che generalmente non hanno gravi conseguenze (Tabella 2). Circa la metà delle interazioni M (n=16) è risultata di tipo farmacodinamico (FD) e pertanto conseguenti ad una competizione a livello dei siti recettoriali o che si Tabella 2. Caratteristiche e numerosità delle interazioni. Interazioni maggiori Secondo MDX e BNF Interazioni moderate Secondo MDX e BNF 31 22 Es.: digossina + ansa digossina + spironolattone Es.: ansa + nitroglicerina chinoloni + corticosteroidi verificano tra farmaci che agiscono sullo stesso sistema fisiologico. Essendo questo un meccanismo d’azione conosciuto anche le interazioni potrebbero risultare facilmente prevedibili. Alla base delle rimanenti 15 interazioni M sta, invece, un meccanismo di tipo farmacocinetico e quindi controllabili con un attento monitoraggio dei livelli sierici dei farmaci stessi. Quasi la metà dei pazienti con pluriprescrizione (43%) presentava almeno un’interazione farmacologica (Tabella 1); considerando solo le interazioni M risulta comunque considerevole il numero dei soggetti coinvolti (33%). Per quanto riguarda la loro distribuzione (Tabella 3), 18 pazienti presentano una sola interazione M, per 11 e 7 pazienti sono state riscontrate rispettivamente 2 e 3 interazioni sempre M e per 1 paziente sono state registrate ben 4 interazioni diverse, tutte di rilevanza clinica maggiore. Un numero consistente di pazienti (n=23), oltre ad un’interazione maggiore, presenta anche più di una interazione minore. Ancora, 13 pazienti presentano più di due farmaci in grado di generare interazioni di importante rilevanza clinica e una o più coppie di farmaci in grado di generare interazioni moderate. Tabella 3. Distribuzione delle interazioni nei pazienti. Tipo interazioni N° pazienti 1M 2M 3M 4M 1M+nm >1 M + n m Solo m 18 11 7 1 23 13 10 Vista l’età avanzata dei pazienti considerati, il gruppo terapeutico più prescritto non poteva che essere il gruppo dei farmaci cardiovascolari per il quale sono state consegnate circa 7500 unità posologiche pari al 55% del totale (Tabella 4). 110 Bollettino SIFO 50, 2, 2004 Tabella 4. Numero e % delle unità posologiche consegnate per Gruppo Terapeutico Principale (GAP). Gruppo Terapeutico Principale Unità pos. consegnate % Sistema cardiovascolare Sangue ed organi emopoietici App. gastrointest. e metabolismo Antimicr. generali uso sist. Sistema nervoso centrale Sistema respiratorio Prep. orm. sist., escl. orm. sess. Sistema muscolo-scheletrico Antineoplastici e immunosoppr. Organi di senso 7.496 2.307 2.066 493 399 334 325 125 35 3 55.2 17.0 15.2 3.6 2.9 2.5 2.4 0.9 0.3 0.0 Totale 13.583 100.0 % cum 55.2 72.2 87.4 91.0 93.9 96.4 98.8 99.7 100.0 100.0 Di questa categoria di farmaci, circa la metà del consumo è rappresentato da diuretici, digitalici e antiaritmici, mentre la restante metà da antiipertensivi (Tabella 5). Notevole è risultata pure la distribuzione di farmaci legati all’apparato emopoietico che sono rappresentati quasi totalmente dagli antitrombotici (principalmente warfarina) con un consumo di 2.103 unità posologiche. Conseguentemente, le interazioni più frequenti sono proprio quelle che hanno coinvolto i farmaci del sistema cardiovascolare (Tabella 6), in particolare i diuretici dell’ansa sono risultati essere i farmaci maggiormente implicati e più precisamente con ACE inibitori in 26 casi e con digossina in 21 casi. La warfarina, farmaco per il quale è richiesto un attento monitoraggio sierico, era associata a FANS in 3 casi, e all’omeprazolo in 2 casi. Tabella 5. Numero di unità posologiche consegnate per Sottogruppo Terapeutico. Sottogruppo Terapeutico Diuretici Antitrombotici Terapia cardiaca Sost. ad az. sistema renina-ang. Calcioantagonisti Antiac., antimet. e antiulc. pept. Antibatterici ad uso sistemico Antidiabetici Antispast. procinet. e anticolin. Betabloccanti Antiipertensivi Antiasmatici Terapia tiroidea Farmaci antianemici Antiparkinsoniani Psicoanalettici Antidiarr., antinfiam. ed antim. Terapia biliare ed epatica Antinfiammatori /antireumatici Corticosteroidi sistemici Antiepilettici Psicolettici Terapia endocrina Antigottosi Vitamine Sostanze ipolipemizzanti Altri per affez. sist. musc.-sch. Antineoplastici Oftalmologici Antiemorragici Tabella 6. Tipologia delle principali interazioni M e loro frequenza. Interazioni M ACE inibitori + diuretici dell’ansa Digossina + diuretici dell’ansa Digossina + spironolattone Warfarina + FANS Chinoloni + sulfaniluree Warfarina + omeprazolo Fenobarbitale + bloccanti del canale del Ca N° casi Tipo 26 21 7 3 3 2 1 FD FD FD FD FD FC FC Sempre analizzando le prescrizioni alla dimissione di questo reparto, sono risultate assai frequenti le prescrizioni di farmaci inibitori della pompa protonica (PPI) e, pertanto, altro obiettivo di questo studio è stato quello di verificare l’aderenza alle note CUF che regolano la concedibilità di questi farmaci. Sono stati selezionati 54 pazienti (28% dei pazienti totali) con almeno una prescrizione di PPI e per 10 di questi (18%) il PPI prescritto è stato indicato dal medico stesso come prescrizione a carico del paziente (fascia C). Dei rimanenti 44, utilizzando l’archivio dei ricoveri (SDO) è stato possibile stabilire che solo 17 (38.6%) risultano avere diagnosi, sia tra quelle principali che secondarie, che possono giustificare la concedibilità del farmaco in quanto trattasi di patologie gastrointestinali riconducibili a quelle indicate dalla nota CUF 48; altri 6 pazienti (13.6%) hanno contemporanea prescrizione di FANS ed età > a 65 anni e per un solo paziente il FANS era in associazione anche all’anticoagulante orale, tutte condizioni previste invece dalla Nota CUF 1. Quasi la metà dei ricoverati (20 paz.) potrebbero aver ricevuto una prescrizione di PPI non aderente alle disposizioni delle Note CUF (Figura 1). Unità pos. consegnate 2.113 2.103 2.047 1.398 1.246 1.111 493 376 346 342 338 334 250 203 180 119 103 100 85 75 50 50 31 30 30 12 10 4 3 1 Figura 1. Flow-chart rappresentativa dell’analisi delle prescrizioni dei farmaci PPI in relazione alle indicazioni delle Note CUF 1 e 48. F. Bano, et al.: Valutazione dell’appropriatezza e delle interazioni farmacologiche attraverso le prescrizioni alla dimissione Naturalmente queste valutazioni si basano su informazioni parziali del paziente e devono costituire solo l’occasione per poter avviare un confronto con i medici ospedalieri e portarli a conoscenza di quelle che sono le disposizioni che regolano la rimborsabilità dei farmaci sul territorio. Conclusioni In letteratura sono riportate ben 2000 coppie di farmaci che possono interagire producendo effetti negativi sull’esito della terapia o sulla salute stessa del paziente5,6. Spesso questo aspetto viene sottovalutato o comunque non considerato adeguatamente importante ai fini della valutazione dell’efficacia della terapia stessa. Alcune di queste associazioni di farmaci vengono routinariamente usate per la cura di particolari stati patologici quando i benefici terapeutici risultano superiori ai rischi (es: epilessia, cancro, ipertensione). Ci sono, tuttavia, molti altri casi in cui i pazienti risultano esposti ai rischi causati da interazioni che sarebbero in qualche modo evitabili. Quest’ultimo problema diventa ancor più rilevante, poi, se si considera la popolazione anziana che, rispetto a quella più giovane, assume un maggior numero di farmaci con conseguente maggior probabilità di interferenze farmacologiche. L’esperienza condotta nell’ambito della distribuzione dei farmaci alla dimissione ha evidenziato l’importanza del ruolo del farmacista nel fornire al sanitario un utile strumento di discussione, verifica e riflessione delle criticità legate alla pluri-terapia farmacologica. Ciò riveste ancora più importanza se si considera che la dimissione rappresenta, spesso, una parte della terapia che va a sommarsi a quella cronicamente assunta a domicilio e gestita esclusivamente dal medico di medicina generale. La distribuzione dei farmaci alla dimissione dovrebbe, quindi, rappresentare un importante momento di continuità assistenziale anche dal punto di vista delle interazioni farmacologiche, in cui il farmacista si pone a tutela del paziente garantendo il collegamento delle informazioni circa la terapia assunta in regime di ricovero e quella dopo la dimissione, allo scopo di ridurre il più possibile l’esposizione a inutili rischi. Il semplice potenziamento di un effetto collaterale apparentemente poco rilevante, quale ad esempio sonnolenza o vertigini, può infatti rappresentare causa di cadute nell’anziano con conseguente ricovero e costi sanitari e sociali molto elevati. Indirizzo dell’Autore: Dott.ssa Francesca Bano Servizio Farmaceutico Territoriale ULSS 16 Via Berchet, 10 35131 Padova [email protected] 111 In questo contesto, un intervento costante del farmacista potrebbe essere di grande supporto al clinico per poter rilevare la presenza di farmaci interagenti tra quelli prescritti al paziente ed eventualmente prendere decisioni in merito al rapporto rischio/beneficio3. Questo permetterebbe di migliorare sensibilmente l’appropriatezza della prescrizione garantendo elevati standard di sicurezza per i pazienti, specie quelli di sottogruppi della popolazione particolarmente a rischio di sviluppare eventi avversi ai farmaci. Infine, anche per quanto riguarda le disposizioni che regolano la concedibilità dei farmaci, la consegna dei farmaci alla dimissione si è rivelata un utile strumento per favorire il confronto tra farmacisti e medici ospedalieri in materia di rimborsabilità dei medicinali soggetti a nota CUF; troppo spesso, infatti, il medico ospedaliero non presta adeguata attenzione alle indicazioni sull’erogabilità dei farmaci a carico del SSN, ingenerando così conflittualità tra medici di medicina generale e pazienti. Anche in questo caso, i chiarimenti e le informazioni con i sanitari hanno permesso, in alcuni casi, di discutere in termini di appropriatezza e di individuare la corretta fascia di erogabilità del farmaco con chiare indicazioni sia per il paziente che per il medico. Appare del tutto evidente l’importanza che tale attività rappresenta sia in termini sanitari che economici e pertanto sarebbe necessario consolidare il ruolo del farmacista in questo passaggio estremamente rilevante e delicato. Bibliografia 1. Centro Cochrane Italiano Clinical Evidence ed. italiana. Milano: Zadig editore; 2001. 2. Decreto Legislativo 19/6/1999 n. 229 (Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 16 luglio 1999 – Serie generale). 3. Classen DC, et al. Computerized Surveillance of adverse Drug Events in Hospital Patients. JAMA 1991; 266(20): 2847-51 4. Routledge PA, Thomas A. Le interazioni tra farmaci nella pratica clinica. Focus Bollettino di farmacovigilanza 2003, Anno X n. 34. 5. Ament PW, Bertolino JG, Liszewski JL. Clinically significant drug interactions. Am Fam Physician 2000; 61(6): 1745-54. 6. Stockley IH. Drug Interactions 2nd edition. Oxford: Blackwell Scientific Pubblications 1992.