SPETTACOLO
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Un eccellente Gilberto Idonea in scena al Teatro Metropolitan
“U sapiti com’è”
per ridere e riflettere
S
i può ridere e piangere nello stesso
momento. Questo è ciò che insegna
Gilberto Idonea nella sua regia dell’opera dialettale siciliana “U sapiti com’è”,
di scena al Teatro Metropolitan di Catania
il 26 e il 27 aprile. La tragicommedia scorre
fluida sotto gli occhi dello spettatore, che
si muove in equilibro tra le risa scroscianti
provocate dal protagonista e dalle lacrime
di commozione durante il finale a sorpresa,
tragico epilogo di una storia fatta di valori
sinceri soffocati da chi continua, incessante,
a gettarsi tra le braccia di quell’amore finto
e passionale che di semplice e puro non ha
nulla.
Come tutto ciò sia possibile è chiaro:
una compagnia teatrale d’eccezione,
colmi di bravura e pathos che solo una cerchia ristretta
di attori può vantare d’avere. Così Cola, interpretato magistralmente dallo stesso Idonea, diventa l’emblema di
quella verità che spesso è scomoda e che solo “u babbu”
del quartiere può sfoggiare apertamente. Il suo affetto
non è immorale né malato, ma è diretto e sincero, come
quello che prova per la donna con cui era “maritato”,
Sisidda (Manuela Ventura), l’unica a non deriderlo ma
a trattarlo al pari di qualunque altro uomo. Cola si fa
stendardo di quella verità e bontà di cuore che molto
spesso viene trascurata e ignorata, tralasciata da una società che mira all’apparenza e non a ciò che può dare
realmente una persona. L’eccezionale Marcella Oliveri,
che riveste in modo impeccabile il ruolo di Za’ Gati,
mamma del protagonista, rappresenta ancora quei
sani principi che spesso, in virtù della corruzione e degli
inganni, vengono trascurati ed abbandonati.
Anche Bruno Torrisi, volto televisivo noto al pubblico grazie alla sua partecipazione nella serie tv di successo Squadra Antimafia, è un perfetto Gaetano,
fratello di Cola, sopraffatto dalla bellezza superficiale
di Vennira (Lucilla Toscano), a discapito di quello puro
e semplice che sua moglie Mara, interpretata da Loredana Marino, tenta incessantemente di donargli.
Da non perdere
VI
Il cast dello spettacolo
Grande la giostra di personaggi noti che si alterna sul
palcoscenico, come l’attrice Margherita Mignemi nel
ruolo dell’oste indebitata che dà lavoro a Cola, che contribuiscono in modo significativo alla trama insieme al
resto del cast stellare.
«Franca Musco, la figlia del celebre comico catanese
- racconta Gilberto Idonea - avendo saputo che avrei
presentato a Catania U sapiti com’è, mi confidò che per
tutto il periodo dello spettacolo si sarebbe trasferita da
Messina a Catania per assistere a tutte le recite di quella
commedia che lei reputava essere la preferita dal padre.
Purtroppo Franca non ha potuto esaudire quel desiderio
perché, alcuni mesi dopo questa promessa, è scomparsa.
Oggi metto in scena questo lavoro in sua memoria e
omaggio»
La chicca di questa commedia, infatti, risiede
proprio in una curiosità che ha il sapore di una
leggenda: sembra che proprio il catanese Angelo
Musco abbia suggerito alla Agnetta la stesura di
questo testo teatrale, riallacciandosi all’ostentata ignoranza di alcuni compaesani che, se hanno un figlio disabile, preferiscono tenerlo chiuso in casa come se fosse
una vergogna.
Marika Porto
2 MAGGIO 2014
Una compagnia "sub-europea" al Centro Zo
Questa sera, alle 21, al Centro Zo di Catania, primo appuntamrnto con il minifestival organizzato da Altrescene con la
compagnia "sub-europea" di circo contemporaneo My! Laika
che unisce in scena quattro artisti provenienti da varie nazioni
che condividono un senso dell'umorismo assurdo e dadaista,
in un universo scenografico
post-apocalittico. My! Laika presenta “Popcorn machine”, uno
spettacolo inusuale e in cui in un paesaggio elettrico un futuro
assurdo coesiste con un passato sconosciuto.
La poesia in mostra a Catania
Sarà inaugurata domani alle ore 19,30 nella Galleria
Arionte Arte Contemporanea di via Carcaci 19 a Catania, la
mostra sui libri d’artista dal titolo “Dalla Poesia Concreta alla
Poesia Visiva”, con opere della Collezione dell’Archivio di
Comunicazione Visiva e Libri d’Artista di San Cataldo, Caltanissetta. L’esposizione è inserita nell’evento “Il Maggio dei Libri” sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e
con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per
l'Unesco. La mostra
ideata e curata da Calogero Barba è realizzata in collaborazione
con l’Associazione
Culturale QAL’AT Artecontemporanea.
Il "Cinema D'essai" di Ritmo
Si apre mercoledì 7 maggio alle
ore 19.30, il primo evento espositivo
breve dedicato interamente al video
proposto da Ritmo, in via Grotte Bianche n. 62 a Catania, spazio culturale
indipendente impegnato da quasi un
anno nella promozione delle arti visive e dei suoi molteplici linguaggi. Appuntamento con "Cinema D'essai":
Group show with: Gabriele Abbruzzese, Canecapovolto, Filippo Leonardi,
Federico Lupo, Nuovo Cinema Casalingo. Si replica l'8 e il 9 maggio.
"L'isola del teatro": prosegue con successo alla sala Musco la rassegna dello Stabile di Catania
“Libero Amleto” una straordinaria rilettura di Shakespeare
Un inedito principe di Danimarca, sempre dubbioso, problematico, ma ricreato nei soliloqui di un
galeotto dalla carnale parlata ragusana è andato in scena al Teatro Musco di Catania dal 25 al 27 aprile
scorso. Si tratta di "Libero Amleto
- Tinturìa ‘u to nomu è fimmina”,
tragicommedia in dialetto siciliano,
scritta e interpretata da Rosario
Minardi, che propone una innovativa lettura "liberamente" tratta dal
capolavoro di William Shakespeare
del quale quest'anno si celebra il
450° anniversario. Lo spettacolo,
prodotto dal Teatro degli Specchi diretto da Marco Tringali, è stato inserito nel “L’isola del teatro” dello
Stabile di Catania. La regiadi Carlo
Ferreri.
All'interno della cella da carcerato il protagonista della storia ha
portato in scena i vari personaggi
sublimando l'irreversibilità della
follia in un allucinato soliloquio, il
testo gli darà la forza per sopravvivere e per non impazzire. Amleto
sfoglia e contemporaneamente rivive le pagine della tragedia cercando
di vincere la follia attraverso il
“gioco” del teatro. Nel cercare “vie
d'uscita” dalla quotidianità della sua
prigione, trova “vie d'entrata” anche
rispetto a se stesso. Da quella gabbia, che non è solo fisica, vuole fuggire, scavare, vivere, vendicarsi. Ed
è proprio la vendetta il punto in comune tra il detenuto e Amleto, e nel
nome di essa i due personaggi
stringono un patto per ricreare “la
Rosario Minardi in una scena
vita della vita”. Il racconto shakespeariano perde in questa versione
la sua natura corale e narrativa e trova invece nella forma del monologo
la sua ragione d'essere».
Si tratta di un'operazione sperimentale che, partendo da uno dei
copioni più conosciuti della letteratura teatrale di tutti i tempi, cerca di
creare un racconto totalmente nuovo
basandosi su due uniche linee
guida: l'essenzialità e il linguaggio.
Il pubblico ha compreso e gradito.
«Tradurre l’Amleto in siciliano
- sottolinea ha detto il regista carlo
Ferreri - mette in luce un procedimento di deterritorializzazione della
lingua e favorisce la messa in scena
di quel potere della rappresentazione che stabilisce il “politicamente
corretto” della società dello spettacolo. Ricostruzione che propone
inaspettate soluzioni interpretative
come il trasformismo dell’attore alle
prese con tutti i personaggi. "Libero
Amleto" vuole attentare a quell’insieme di pratiche, tradizioni,
significati che molta drammaturgia
di regime ha proposto sul testo di
Shakespeare ingabbiandolo. Per
sviluppare questo percorso di scrittura scenica non serve un attore ordinario ma una macchina attoriale
“extraordinaria” come Saro Minardi
che non si è limitato ad eseguire
compiti ma a solcare la scena con
autorialità e generosità veramente
rare nella mia esperienza registica».