[bari - 18] puglia_fc/regione/18 30/04/06

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18
C ORRIERE
BA
SPETTACOLI
Erotismo e furia flamenca
nella «Carmen» di Gades
DEL
M EZZOGIORNO U D OMENICA
30
A PRILE
2006
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LA RECENSIONE
L’«Elettra» di De Rosa
Una tragedia a tinte forti
Il balletto da mercoledì al Piccinni
per la stagione della Fondazione lirica
Il coreografo
Scomparso nel 2004
ha reinventato
e nobilitato il flamenco
Diventato un mito nella
Spagna post-franchista,
Antonio Gades (nome
d’arte di Antonio Esteve
Rodenas) entra
nell’olimpo dei ballerini di
flamenco dopo il film
Carmen Story interpretato
per il regista Carlos
Saura, con cui un paio
d’anni prima, nel 1981,
aveva realizzato un cult
intitolato Bodas de sangre
(da Lorca) e col quale
girerà nel 1986 El amor
brujo (da de Falla). Ma
l’esplosione risale agli
anni Sessanta. Di quel
periodo la Carmen per
Spoleto, poi rappresentata
alla Scala di Milano.
Gades (in foto) muore nel
2004, a 67 anni, stroncato
da un cancro.
BARI — Con Carmen cala ne degli specchi, in cui i due
il sipario sulla stagione lirica protagonisti erompono in
della Fondazione Petruzzel- movimenti, sguardi e ammicli. Ma al Piccinni mercoledì e camenti carichi di sensuale
giovedì prossimi non andrà erotismo. La ripresa di questo storico spettain scena l’opera
colo risale alla
di Bizet, bensì il
celebre spettaco- «Teatro nel teatro» scorsa stagione, a
un anno di distanlo coreografato
in questo
za dalla morte di
con ineguagliabistorico
Gades, avvenuta
le erotismo dal
per un male incucompianto Antoallestimento
rabile a Madrid il
nio Gades, tra i
ripreso
in
memoria
20 luglio del 2004.
grandi di sempre
Una ripresa voludella danza fladel suo creatore
ta dalla compamenca. La regia è
gnia che porta il
di Carlos Saura,
che nel 1983 firmò sempre nome del grande coreografo
con Gades il film Carmen e ballerino, nato il 14 novemStory da cui questa Carmen bre del 1936 in un paesino
Bizet più flamenco nella «Carmen» di Antonio Gades
fu tratta e rappresentata il nei pressi di Alicante. La
17 maggio di quello stesso Compagnia Antonio Gades
anno al Théâtre de Paris, annovera tra le sue fila Stel- torero e del marito e da altri des, il suo patrimonio artisticon Cristina Hoyos nei pan- la Arauzo e Adrián Galia, quattordici ballerini, oltre co e il senso di uno spettaconi della sigaraia di Siviglia chiamati a ricoprire i ruoli che da un ensemble di musi- lo che, come spiegarono lo
stesso Gades e Saura, è «la
(al posto di Laura Del Sol, dei due protagonisti, affian- cisti flamenchi.
A loro il compito di tra- storia di un’ossessione», perprotagonista sul set) e Ga- cati da Primitivo Daza e Jodes interprete di Don José, aquín Mulero nelle parti del mandare la memoria di Ga- ché Carmen e Don José «si
divorano per il piacere di diche nel film diventa il maevorarsi», come scrisse il critistro di ballo innamorato delco cinematografico Emilio
la giovane ballerina cui lui
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Sanz de Soto.
stesso ha affidato il ruolo di
Con Carmen si chiude,
Carmen in un balletto ispiradunque, una splendida stato all’opera di Bizet (con le
gione lirica che l’anno prossimusiche originali adattate
mo è molto probabile torni a
da Paco De Lucia). La uccioccuparsi delle vicende delderà perché, proprio come
le celebre sigaraia con la rapnell’opera del compositore
presentazione del capolavofrancese, lei si offre al suo
BARI — L’appuntamento al Piccinni col balletto
ro di Bizet, le cui note affiorescopritore ma poi flirta con
Carmen è per mercoledì e giovedì prossimi, sempre alle
ranno nel balletto in scena
gli altri ballerini, scatenanore 21 (info 080.521.08.78). Si chiude, così, il cartellone
la settimana prossima al Picdo la gelosia di lui.
principale della stagione lirica della Fondazione
cinni, tra le musiche flamenLa Carmen di Gades-SauPetruzzelli, che nella sezione concerti riserva ancora per
che suonate dal vivo, in una
ra si piega, quindi, al classiil mese di maggio molte occasioni di prestigio, dalla due
storica registrazione del
co procedimento del teatro
giorni dedicata a Stockhausen (11 e 12) ai concerti
1962 con Thomas Schippers
nel teatro, o della danza neldiretti da due bacchette pugliesi di fama internazionale,
sul podio e interpreti Regila danza, se si preferisce, in
Bruno Campanella e Riccardo Muti (13 e 15), e la
na Resnik, Mario del Monaun gioco di riflessi che nel
rassegna «Pianoforum» curata da Emanuele Arciuli.
co e Tom Krause.
film tocca il suo culmine nelFrancesco Mazzotta
la scena delle prove nel salo-
A maggio Stockhausen, Campanella
Muti e il «Pianoforum» di Arciuli
In prima esecuzione assoluta martedì a Torino un brano del compositore barese Raffaele Minella
«110 bpm», un pezzo techno per violino e chitarra classica
BARI — Otto minuti di
musica pulsante, come un
martellante pezzo di techno. Solo che non è propriamente techno. E lo spazio di
riferimento non è nemmeno
un club, ma l’Archivio Storico di Torino, dove martedì
prossimo (ore 20.30) verrà
presentata in prima assoluta, nell’ambito della rassegna di musica da camera
«Suoni & Arte» promossa
dall’associazione culturale
Mythos, una composizione
del barese Raffaele Minella,
tra i nuovi protagonisti della
scena musicale contemporanea. Titolo del pezzo (che a
fine maggio verrà eseguito
anche a Terlizzi), 110 bpm,
acronimo che sta per «battiti per minuto».
Minella lo ha scritto non
per un potente sound system ma per violino e chitarra, affidandone l’esecuzione
a Francesco Ficarella (anche lui barese) e Carlo Lo
Presti, che nella stessa serata suoneranno musiche di
Ravel, Piazzolla, Bartok e
Webern. «Ho tentato di trasporre nel contesto
“classico” la costanza ossessiva della minimal-techno»,
spiega Minella, che ha elaborato dei veri e propri nuclei
musicali per entrambi gli
strumenti. «Si tratta di cellule che si generano l’una dall’altra: inizialmente il violino
scandisce il ritmo metronomico, che per tutto il pezzo
rimane fisso a 110 battiti per
minuto, poi il materiale inizia ad assumere forme differenti, con i due strumenti
che di volta in volta si palleggiano la pulsazione».
Perché un organico acusti-
Raffaele Minella nel suo studio dove lavora tra pianoforte, tastiere elettroniche e computer
co partendo da un input concettualmente elettronico?
«Per accentuare ancor di
più il contrasto. Anche perché violino e chitarra sono
strumenti che non hanno potenzialità dinamiche eleva-
te. Ma nel suo sviluppo questo non è un classico pezzo
di musica minimalista».
Da come lo descrive sembrerebbe più un mantra indiano.
«In effetti il violinista mi
ha raccontato di essere stato assalito da sensazioni ipnotiche. Lo diceva tra il serio e il faceto, ma in realtà voleva comunicarmi che davvero in questo pezzo c’è qualcosa che tende a stimolare
«Icarus’ (s)wings»
Una nuova commissione per l’Orchestra della Provincia
BARI — Nato a Izmir, in Turchia, trentasette
anni fa, Raffaele Minella è barese d’adozione. Al
Conservatorio Piccinni è titolare della cattedra di
Elementi di Composizione e ha al suo attivo
alcune incisioni e diversi lavori per vari organici.
Attualmente sta lavorando a una nuova
composizione commissionatagli dall’Orchestra
della Provincia di Bari, che a ottobre scorso
aveva già eseguito un suo pezzo, Sparkle, per
orchestra e chitarra elettrica con solista Nando
Di Modugno. Il prossimo - intimamente legato
al precedente - s’intitolerà Icarus’ (s)wings e sarà
un «doppio concerto» per chitarra e sax. E già si
sa che il sassofonista di sassofono sarà in
quest’occasione il jazzista barese Roberto
Ottaviano.
l’alterazione dello stato di
coscienza».
Nutre un interesse specifico per la trance indotta dalla musica?
«Lasciando stare la techno, un fenomeno venuto fuori negli ultimi vent’anni, il
rapporto tra musica e stati
modificati di coscienza ha
sempre riguardato tutte le
aree musicali, soprattutto
quella popolare, comprese
le musiche del Salento».
Mai fatto “cattivi pensieri” sulla pizzica?
«Mai. In generale la musica popolare è fuori dai miei
interessi, e poi la pizzica è diventata troppo modaiola.
La mia ricerca sui ritmi ha a
che fare con la ripetitività insita nella musica minimale,
molto ricorrente nelle mie
composizioni».
A meno di un anno di distanza dalla prima di Sparkle l’Orchestra della Provincia eseguirà a settembre
una sua nuova composizione.
«Lo considero un fatto
straordinario: due commissioni così ravvicinate rappresentano un caso davvero inusuale e una dimostrazione
di attenzione per la musica
contemporanea».
Tra una decina di giorni la
Fondazione Petruzzelli ospiterà Karlheinz Stockausen.
Dove si colloca il maestro tedesco nella sua formazione
artistica?
«Mi sento più vicino all’eclettismo di Luciano Berio. Però nella mia musica si
ritrova la dimensione "cosmica" del suono di Stockhausen».
Francesco Mazzotta
BARI — Le parole dell’Elettra concepita dal poeta
Hugo von Hofmannsthal conservano forse qualcosa
del romanticismo, ma forte è l’odore della
corruzione, di una putrefazione che, in maniera
squisita attacca sia il mito che una quotidianità
disorientante e claustrofobica. La protagonista non
abbandona per un istante la sua figura di eroina
tragica, ma l’ambiente che la circonda sembra
riportare a torbidi conflitti domestici, con papà,
mamma e amante a risolvere cruentemente i loro
problemi al piano di sopra e i figli a macerarsi pieni
di impotenza, sensi di colpa e voglia di rivalsa al
primo piano. Certo la storia è la stessa, quella di
Agamennone che, dopo la guerra di Troia, torna in
patria per assaporare nuovamente le gioie familiari
ma è fatto a pezzi dalla moglie Clitennestra e
dall’usurpatore Egisto. Le figlie Elettra e
Crisotemide, smarrite e impaurite, cercano l’una la
vendetta e l’altra un compromesso, sino all’arrivo
insperato del fratello Oreste pronto al matricidio
per pareggiare i conti. Ma nessuno qui pare salvarsi,
perché troppi sono i fardelli
e le colpe di cui si è carichi,
gli dei sono ormai assenti –
siamo con Hofmannsthal ai
primi del Novecento - e il
dramma diviene, se
possibile, ancora più fosco,
galleggiando come in un
acquario in un liquido
melmoso fatto di sangue e
secrezioni incestuose.
Prodotto dal Mercadante di
Napoli, lo spettacolo vede il
Elettra - Frédérique Loliée debutto alla regia di Andrea
De Rosa, ed è un vero
evento. Giunto al secondo anno di repliche, accolto
dall’unanime consenso di pubblico e critica, ha
chiuso la bella stagione del Piccinni («in trasferta» al
Kismet) rivelandosi una delle proposte più
interessanti e coinvolgenti. De Rosa, con la
fondamentale collaborazione per il tessuto sonoro
di Hubert Westkemper, inscrive la rappresentazione
in una scatola nera e ne fa un incubo soffocante in
cui lentamente sprofonda anche lo spettatore, che
ascolta grazie ad una cuffia stereofonica ogni
sfumatura, ogni soffio e rumore della scena. Non un
espediente, ma la chiave di volta per una lettura
straordinaria della tragedia, che così avvince e turba
in un gorgo sempre più vertiginoso immerso nel
nero, solcato da fasci di luce che rivelano solo
ombre. Grandissima la prova di Frédérique Loliée
nel ruolo di una Elettra stravolta e disperata che è
solo sussurro o grido, e degni di lei Maria Grazia
Mandruzzato, Moira Grassi e Gabriele Benedetti.
Nicola Viesti
TEATRO E UNIVERSITA’ A LECCE
«Viaggi adriatici»
al monastero degli Olivetani
Martedì 2 maggio a Lecce (ore 19, monastero degli
Olivetani) si presenta lo spettacolo Viaggi adriatici.
Elaborato su testi prevalentemente settecenteschi
(Goethe, von Riedesel, Fortis, Biasoletto e altri) della
scrittura di viaggio lungo le coste dell’Adriatico, lo
spettacolo rientra nell'ambito dell’attività della cattedra
di Letteratura italiana (professoressa Giovanna
Scianatico) della facoltà di Lettere dell’università di
Lecce. La messa in scena è stata realizzata dagli
studenti per la regia di Massimiliano Stefàno.
AL TEATROTEAM IL 16 E IL 17 MAGGIO
«Liolà», Pirandello in scena
con il duo Jannuzzo - Arcuri
Liolà, la celeberrima
commedia di Pirandello
nella messa in scena di
Gigi Proietti, protagonisti
Gianfranco Jannuzzo e
Manuela Arcuri (nella
foto), sarà il 16 e il 17
maggio al Teatroteam di
Bari per la rassegna
«Nonsoloprosa». Info
080.521.08.77.
AL FALSO MOVIMENTO DI FOGGIA
«Gas» di Luciano Melchionna
un film d’esordio ad alta tensione
Sei ragazzi cercano nella violenza una risposta al vuoto
delle proprie esistenze: crudo come un film-denuncia, ad
alta tensione come un thriller, Gas, opera prima di
Luciano Melchionna, verrà presentato martedì 2 maggio
al cinema Falso Movimento di Foggia. La pellicola si
avvale tra l’altro dell’interpretazione di Loretta Goggi
(candidata ai nastri d’argento come migliore attrice non
protagonista) e di un intenso cameo di Paolo Villaggio. Il
regista, originario di Accadia, interverrà al termine delle
proiezioni delle 18, delle 20 e delle 22.
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