• AUTISMO e A.B.A. (Analisi del Comportamento Applicata) • A SCUOLA :Alcune strategie di intervento ABA è l’acronimo di Applied Behavior Analysis (tradotto in italiano con Analisi Comportamentale Applicata) E’ una scienza che si occupa del comportamento umano attraverso l’ applicazione dei principi della disciplina fondata da Skinner: l’analisi del comportamento. funzione dell’A.B.A. è quella di descrivere queste interazioni, spiegare come avvengono prevederne le caratteristiche e la probabilità di comparsa nel futuro influenzarne la forma, la frequenza,la funzione L’attenzione dell’ABA è rivolta a tutti i comportamenti questo la rende adatta ad essere applicata a qualsiasi ambito di intervento e non, come comunemente si pensa, solo all’autismo. popolarità dell’ABA come intervento per l’autismo emerge intorno agli anni ’70 con la pubblicazione dei primi studi che dimostravano la possibilità di insegnare comportamenti che per i bambini autistici erano considerati fino a quel momento “non-insegnabili”. La Obiettivo: incrementare repertori comportamentali socialmente significativi e ridurre quelli problematici attraverso tecniche validate scientificamente Linee guida ministero della salute, 2011 : “ Tra i programmi intensivi comportamentali il modello più studiato è l’analisi comportamentale applicata (Applied behaviour intervention, ABA): gli studi sostengono una sua efficacia nel migliorare le abilità intellettive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattativi nei bambini con disturbi dello spettro autistico. Le prove a disposizione, anche se non definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico.” • • • • • • Un insieme di procedure Una cura Comportamentismo Applicabile solo a comportamenti problema Un intervento che trasforma le persone in robot o scimmiette Non si applica solo ai topi tutto ciò che facciamo o diciamo e che può essere osservabile e quantificabile. É importante descrivere esattamente il comportamento e non usare etichette riassuntive. • Fraintendimenti (ognuno ha un suo vocabolario) …Lucia è agitata… • Si perdono informazioni preziose (in certi momenti cambia il comportamento? diminuisce? aumenta? ..mi sembra migliorato …) • Si può rischiare di spostare il focus dell'attenzione dall'osservazione del comportamento al giudizio sulla persona (è timido, è capriccioso, è cattivo, ...) Etichette sommarie: Definizioni Operazionali Marco non é socievole. A ricreazione, Marco tende a stare da una parte guardandosi le mani. Se qualcuno prova a conversare con lui, risponde a monoparole e non reciproca con una domanda. Paolo scrive correttamente i verbi in inglese Marta è una bimba svogliata Luigi è un ragazzo timido Veronica corre tutti i giorni per 30 minuti Cinzia è simpatica Davide è un bimbo distruttivo Marco sfarfalla le mani quando è davanti alla televisione Luca è affettuoso con i compagni DA ETICHETTE … A DEFINIZIONI OPERAZIONALI STATO EMOTIVO COMPORTAMENTO COMPORTAMENTO FELICE SORRIDE SALTELLA AFFETTUOSO PRENDE LA MANO ARRABBIATO LANCIA OGGETTI ABBRACCIA SI TOGLIE LE SCARPE Si può dire che l'analisi del comportamento, applicando il metodo scientifico, rende più efficaci e più efficienti le pratiche educative che vengono normalmente utilizzate dagli adulti per la crescita dei bambini … e di interazione tra adulti Gli stessi meccanismi di apprendimento sono peraltro quelli che, in modo talvolta casuale, guidano l'interazione di un individuo in tutto l'arco della sua vita con l'ambiente naturale e sociale che lo circonda (CONTESTO). La gran parte di ciò che facciamo e pensiamo è determinata da avvenimenti e stimoli che hanno luogo prima (ANTECEDENTI) e dopo (CONSEGUENZE) il nostro comportamento Ogni relazione stimolo-organismo ha luogo in un contesto, che si caratterizza come l’insieme di eventi tipici di quella particolare situazione. Il contesto influenza le interazioni modificando la forza, la valenza e le caratteristiche delle funzioni dello stimolo e della risposta che sono implicate in quella relazione. Tenere in considerazione il CONTESTO ci consente di NON categorizzare gli stimoli con valenza positiva o negativa,gradevoli o sgradevoli, appetibili o avversivi. qualsiasi evento può non essere appetibile o avversivo, ma diventarlo in un determinato contesto. Supponiamo di fare una doccia con acqua a temperatura a 28c°... La valenza di questo stimolo sul nostro organismo, e quindi la conseguente interazione, sarà …. positiva o negativa???? Il cibo preferito da un soggetto non lo è certamente quando è sazio o se ha appena vomitato … Una relazione sociale o affettiva assume valenza e forza diversa se il soggetto si trova in uno stato di abbandono .. Piange … si è rotto una gamba è morto il criceto Ha vinto alla lotteria DEFINIZIONI NON OPERAZIONALI Imparare il concetto di numero Prendersi cura della propria persona Aumentare l’attenzione Aumentare la consapevolezza emozionale DEFINIZIONI OPERAZIONALI Sapere nominare i numeri dal 1 al 12 scritti su 12 cartoncini presentati in ordine casuale -Spazzolarsi i capelli al mattino - Lavarsi i denti dopo i pasti - lavarsi le mani dopo le attività Stare seduto per almeno 10 minuti , eseguendo le operazioni scritte sul quaderno Sapere riconoscere su diverse fotografie l’emozione di rabbia, paura, felicità, stupore Un’etichetta non può essere misurata. Non misuriamo “l’ansia” la “timidezza”. Un comportamento si può dire ben descritto se può essere misurato La misurazione è il pilastro della filosofia Evidence based I parametri più tipici di un comportamento sono: 1. Frequenza 2. Durata 3. Intensità 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Topografia di un comportamento: forma che il comportamento assume La funzione di un comportamento: la relazione che esiste tra il comportamento e le conseguenze ambientali che produce. Comportamenti possono essere topograficamente identici ma avere funzioni diverse, o essere topograficamente diversi ed avere la stessa funzione Stessa forma diversa funzione Stessa funzione diversa topografia Vuole che la Fuga maestra si sieda vicino Tirarsi i capelli Non vuole fare lezione Vuole che l’insegnan te si sieda vicino Vuole la merenda Buttarsi a terra strillare Mordere 24 Diversa FORMA ANTECEDENTE Durante la spiegazione in classe In sezione l’educatore segue un bambino mentre fa un lavoro COMPORTAMENTO Luca si butta per terra CONSEGUENZA L’insegnante si interrompe e lo fa sedere Luca si morde una mano L’ educatore dice” aspetta, ora arrivo” A ricreazione i bambini giocano a palla Luca si mette a piangere I compagni gli chiedono se vuole giocare In fila per andare in mensa Luca pizzica il compagno L’insegnante dice “smettila! Ora vengo “ Luca non mangia L’educatore imbocca anche Luca A pranzo, l’educatore sta imboccando Marias … e la funzione ? ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE ATTENZIONE … e la funzione ? Stessa FORMA ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA Durante la ricreazione, in classe , da solo.. Luca si morde una mano La maestra lo chiama ripetutamente …. lui continua Durante un compito in classe Luca si morde una mano L’insegnante : “Luca, cosa vuoi? “ A ricreazione dei bambini mangiano le patatine Luca si morde una mano I compagni gli offrono una patatina In classe :” Luca prendi il quaderno” Luca si morde una mano L’educatrice lascia stare il compito e propone un gioco A pranzo, Si distribuisce il dolce Luca si morde una mano L’educatore salta la coda dei bambini e gli dà subito la torta autostimolazione attenzione Accesso al tangibile Evitamento, fuga Accesso al tangibile La funzione di un comportamento è sempre legittima Non sempre lo è il comportamento Il comportamento che noi chiamiamo “problema” è la strategia migliore che il soggetto ha elaborato per affrontare una data situazione Ognuno di noi mantiene o perde comportamenti nella misura in cui questi sono percepiti come FUNZIONALI O NON FUNZIONALI In questo processo di mantenimento o perdita di un comportamento un importante ruolo è costituito dalla STORIA di quel COMPORTAMENTO Un comportamento si mantiene dalle conseguenze ambientali che incontra LE FUNZIONI DEL COMPORTAMENTO: Accesso tangibile Fuga, Evitamento Attenzione Autostimolazione ANTECEDENTE A COMPORTAMENTO B CONSEGUENZA C A: i genitori stanno parlando tra di loro B: Marco inizia a urlare C: i genitori smettono di parlare e la mamma si avvicina a Marco per calmarlo Gli antecedenti ci permettono di sapere quando e quale tipo di comportamento verrà emesso, quindi cambiando l’antecedente possiamo cambiare il comportamento A- l’insegnante dice “ prendi la penna” B- il bambino si butta per terra C- la maestra prende un gioco Si definiscono in base all’effetto che hanno sul comportamento e non a priori. Rinforzo: un evento che segue il comportamento e incrementa la probabilità che si ripeta in circostanze simili Punizione: un evento che segue il comportamento e diminuisce la possibilità che si ripeta. SI RINFORZA O PUNISCE IL COMPORTAMENTO E NON IL SOGGETTO. Il termine punizione NON è NEGATIVO, non ha una connotazione etica o morale Punizione NON va confusa con “violenza”! Pur essendo contrari alle pene corporali si può applicare una punizione. La punizione insegna a una persona cosa NON fare, non che cosa fare … L’uso della punizione può elicitare aggressività Persone e stimoli associati alla punizione possono anch’essi diventare stimoli punitivi condizionali che evocheranno in seguito risposte di fuga o evitamento L’uso della punizione NON insegna nessun comportamento nuovo o alternativo a quello punito L’individuo potrebbe copiare il comportamento punitivo L’effetto per chi punisce è talmente alto che potrebbe portare ad un uso eccessivo della punizione Qualsiasi EVENTO che avviene subito dopo il comportamento e che produce un aumento (nella frequenza, nell’intensità, nella quantità) nel tempo, del comportamento stesso. E’ la conseguenza al comportamento Le procedure di rinforzamento sono artificiali, viziano le persone, abituandole a fare qualcosa solo in cambio di un premio, e finiscono per trasformare una situazione didattica in una specie di ricatto cronico Il rinforzamento avviene “in natura” Spesso rinforziamo le persone in modo inconsapevole Non possiamo non rinforzare I rinforzatori sono infiniti ottenimento di uno stimolo gradevole (ricevere attenzione, un oggetto tangibile) rimozione stimolo avversivo (un compito, una situazione sgradevole) - Chiudere la finestra in una giornata fredda – Sconto – Togliersi scarpe strette – Spegnere la musica troppo alta Vantaggi del rinforzo : • Viene utilizzato per AUMENTARE la futura probabilità di comparsa di un comportamento •Può essere utilizzato per produrre NUOVI comportamenti •Può essere utilizzato per modellare comportamenti già esistenti ( topografia, frequenza, durata..) La maggior parte dei rinforzi può essere classificata in 5 categorie: 1. 2. 3. 4. 5. Edibili alimenti Dinamici attività Manipolativi giochi Possesso oggetti Sociali approvazione, contatto ecc… ► È efficace anche se viene utilizzato inconsapevolmente. ► Anche il prestare attenzione durante un comportamento è un rinforzo . ► Molti comportamenti indesiderati sono dovuti all’attenzione sociale che suscitano da parte di familiari, insegnanti ed operatori. Valutazione delle preferenze Pairing Il controllo educativo Comunicazione .. I RINFORZI VANNO PIANIFICATI !! •Per tutti i tipi di rinforzi ci deve essere un bilanciamento tra lo sforzo richiesto e il rinforzo che segue (costo della risposta) • E’ consigliato diversificare i rinforzi in base a quello che chiediamo di fare: Rinforzo molto grosso per un esercizio o un’attività che per il bambino risulta essere molto impegnativa. Come stabilire quali possono essere i rinforzi per un bambino? Domandare a lui, ai familiari, insegnanti … Osservare il bambino Provare rinforzi nuovi e individuare quelli che hanno ottenuto maggiore successo Utilizzare strumenti strutturati Valutazione delle preferenze Pairing Il controllo educativo Comunicazione Associazione di uno stimolo neutro con un rinforzatore Attraverso questa associazione lo stimolo neutro acquisirà le caratteristiche rinforzanti. Lo stimolo neutro può essere Quando un bambino vede costantemente le persone abbinate alla consegna di rinforzi, le persone stesse divengono rinforzanti per il bambino il bambino inizierà a ricercare la persona e non soltanto il rinforzo che consegna Valutazione delle preferenze Pairing Il controllo educativo (Accettazione NO, Transizioni,Riconsegna rinforzatore, Aspettare) Comunicazione Rispondere adeguatamente alle istruzioni “siediti seduto” e “vai a giocare” o “alzati” (rispettare i ritmi di lavoro dettati dall’adulto) Rimanere seduto il tempo necessario per svolgere un’attività •Prestare attenzione al materiale e alle attività •Prestare attenzione alla richiesta dell’altro •Rispondere adeguatamente alle richieste Valutazione delle preferenze Pairing Il controllo educativo Comunicazione Esprimere i nostri bisogni ed esigenze Condividere Sviluppare informazioni vicinanza sociale al fine di mantenere le relazioni Vocale: Non parlare vocale: indicare, fare gesti, segni, scrivere, scambio di immagini L'intenzione comunicativa è indicativa del desiderio del bambino di comunicare. A sua volta, il desiderio di comunicare è legato inestricabilmente allo sviluppo dei rapporti sociali, una area di difficoltà significativa per i bambini autistici. Poiché questi bambini sono spesso ignari di questo, o possono essere non interessati ad altri, il desiderio comunicativo o l'intenzione sono di frequente assenti. Non capiscono che possono usare la comunicazione per ottenere qualcosa, o convincere qualcuno a fare qualcosa per loro. Tentano di ottenere i loro bisogni e desideri da soli in tutti i modi possibili e possono esibire frustrazione se non ci riescono. Esiste una stretta correlazione tra capacità comunicative ed emissione di comportamenti problema: individui con ritardi evolutivi tendono a sviluppare richieste problematiche. Per prevenire quest’ultime è necessario insegnare la modalità comunicativa corretta, sia per soggetti che parlano che no. Giovanna 20 anni,sa pronunciare molte parole, sa dire il suo nome e fa richieste ripetitive e stereotipate sui cani. E’ a casa con la mamma, ha sete e continua a fare versi, la mamma non la capisce.. Silvia, 15 mesi, indica alla mamma il biberon vuoto sul tavolo. La mamma sorridendo lo riempie d’acqua e lo consegna a Silvia che felice beve. Insegnamo ai bambini a reagire appropriatamente agli stimoli verbali prodotti dagli altri (ruolo di listener) ma anche a comportarsi verbalmente come speaker, influenzando il comportamento degli altri ottenendo rinforzi dall’ambiente. FARE RICHIESTE: MAND È la prima forma di comportamento verbale acquisita dai bambini Permette al bambino di ottenere ciò che vuole e di farsi capire quando il desiderio è cambiato Insegna un comportamento sostitutivo ai comportamenti problema Le denominazione in bambini con autismo non si trasforma automaticamente in richieste I bambini autistici non sono motivati dagli elementi che motivano i bambini tipici. dobbiamo valutare in maniera regolare che cosa sta motivando al bambino con "le valutazioni di rinforzo“ CREIAMO OCCASIONI !!! Occasioni per chiedere alimenti o gli oggetti; Occasioni per fare le scelte fra le alternative; Occasioni per protestare le azioni o rifiutare gli oggetti; Occasioni per chiedere di terminare un'attività; Occasioni o necessità di chiedere assistenza. Scegliere il sistema di comunicazione adeguato alle competenze vocali del bambino: Vocale: quando il bambino ripete le parole Con segno o con immagini: quando il bambino non è in grado di usare il linguaggio parlato o non è comprensibile Quando è utile compensare parzialmente o totalmente gravi difficoltà nell’emissione del linguaggio parlato? È presente linguaggio? È comprensibile anche da estranei? È presente intenzionalità comunicativa? Vengono utilizzate frasi? PECS SEGNI PAROLA SCRITTURA VOCA Viene dato per aiutare il bambino a rispondere con successo alla nostra istruzione Per eseguire correttamente un compito, imparare regole, autonomie, giochi, seguire un’indicazione semplice o complessa, in una fase iniziale è necessario proporre aiuti o stimoli indiziari supplementari. Tecnica dell’aiuto : ► all’inizio per far comprendere la nostra istruzione, per prevenire l’errore, come correzione di una risposta errata. ► Il processo deve essere rapido e veloce affinchè la frustrazione del bambino sia ridotta. ► L’aiuto dovrebbe arrivare allo stesso tempo della nostra istruzione (non far passare più di 3 secondi) ► Se il compito è nuovo, aiutare sempre il bambino subito dopo aver dato l’istruzione. ► Cercare ► Sfumare di evitare suggerimenti ed aiuti involontari l’aiuto in maniera progressiva e graduale (FADING) Visivi: Gli aiuti visivi sono tutti strumenti che possono facilitare la comprensione delle regole,della scansione del tempo, l’utilizzo corretto degli spazi, l’acquisizione delle autonomie. Fisici: Perché non venga a mancare la motivazione e l’apprendimento sia un’esperienza di successo e non di frustrazione, è spesso necessario iniziare ad insegnare un’attività supportando il bambino con un aiuto fisico che poi verrà sfumato Imitativi: Consistono nel modellare la risposta corretta. L’insegnante o il pari diventa il modello Gestuali: Gli aiuti gestuali sono per es. l’indicare o guardare in una certa direzione. Verbali: Consistono nel suggerire al bambino la risposta esatta in modo che possa essere ripetuta Si inizia con il pairing (associazione stimolo-stimolo) Si parte dalla valutazione delle aree di forza del bambino Iniziamo a porre piccole richieste inframmezzate da attività ludiche più divertenti Compiti più semplici vengono alternati ad attività più complesse, aumentando gradatamente il ritmo del lavoro Si deve tenere alta la motivazione dello studente Si deve lavorare in un’atmosfera di successo e di piacere nel “saper fare” (vincere facile !!) L’inserimento dei bambini autistici a scuola è molto difficile per le caratteristiche stesse della patologia: difficoltà sociali, di comunicazione, disturbi sensoriali, interessi rigidi. L’interazione sociale nel gruppo per il bambino autistico non è un comportamento naturale e può essere fonte di disagio espresso con comportamenti problema e/o atteggiamenti di ritiro. Chiedere ad un bambino autistico di partecipare alle attività proposte alla classe senza strutturarle pensando di fare integrazione è fondamentalmente sbagliato. L’APPRENDIMENTO DEI BAMBINI (ipotesi Lovaas) SVILUPPO TIPICO AUTISMO I bambini imparano dal loro ambiente naturale ogni giorno, in ogni occasione e in ogni momento della vita quotidiana, senza che sia necessario strutturare le varie situazioni di apprendimento. I bambini imparano poco o nulla dal loro ambiente naturale e hanno bisogno che le situazioni di apprendimento vengano strutturate dall’adulto 1. ACCOGLIERE 2. INDIVIDUALIZZARE 3. STRUTTURARE 4. CONDIVIDERE Significa creare lo spazio mentale, organizzativo e fisico per conoscersi Spazio mentale • essere curiosi di conoscere il bambino con autismo: le sue modalità originali fuori dalle solite regole L’autismo va spiegato: • agli adulti (informazione per tutto il personale della scuola) • ai coetanei (rispettare le differenze, capire cosa ci accomuna) Individualizzare non coincide con diversificare • Spesso basta individualizzare strategie, mezzi e strumenti,per consentire all’alunno di seguire un percorso identico a quello dei compagni •Individuare le priorità su cui lavorare ambiente leggibile e facilitante non snaturato, ma “ecologico”: aiutare soggetto ad affrontare la varietà di situazioni che la realtà offre ben strutturato, cioè l’insegnante deve: – aver ben chiaro obiettivo che persegue – definire bene modi, tempi, strumenti di lavoro prima di iniziare Spazio organizzativo Importanza di un gruppo di lavoro nella scuola per: • valutare bisogni del bambino, famiglia e scuola • condividere con realismo punti di forza e criticità • costruire e strutturare percorso Spazio fisico • • • • scegliere la classe in cui inserire l’alunno posizionamento degli arredi eventuale “spazio neutro” ambienti non privi né sovraccarichi di stimoli INSEGNANTE SOSTEGNO INSEGNANTE GRUPPO CLASSE ASSISTENTE AD PERSONAM COLLABORATORI SCOLASTICI FAMIGLIA ALTRI BAMBINI …. • Scegliere pochi obiettivi per ogni area, coerenti tra loro, in base a: – livello di sviluppo delle competenze del bambino – abilità emergenti – interessi mostrati – esigenze concrete del contesto di vita – età (lavorare su competenze utili per stare con i coetanei) Per ogni obiettivo, non lavorare contemporaneamente su: • competenza (azioni in sequenza da fare) • qualità dell’acquisizione (generalizzazione, contestualizzazione, iniziativa) INDIVIDUALIZZATO dalla valutazione al programma di lavoro GLOBALE considerare tutte le aree di sviluppo CONTESTUALE inserito nel contesto di vita e legato alle esperienze dei coetanei (es. nella scuola infanzia) CONDIVISO con la famiglia e le istituzioni educative quindi trasversale ai vari ambienti di vita. 1. Cose alla sua portata, necessarie, utili 2. Poche cose ma messe in pratica (fattibili) 3. Quando una persona sa fare una cosa, va messa in condizioni di farla davvero 1. Aumentare le abilità del bambino 2. Ridurre/estinguere i comportamenti problema Capacità visuo-spaziali; Attenzione focalizzata; Pensiero “visivo”; Memoria meccanica Motricità fine e globale; Abilità potenziali pre-lettura e lettura; Ripetitività, adesione a routines; Talenti particolari e circoscritti. Quali abilità insegnare ? 1. Reciprocità sociale: Interazione (con i coetanei; con gli insegnanti) 2. Comunicazione(linguaggio, gestualità, intenzione a comunicare) 3. Gioco : Attività ludico-didattica/apprendimento 4. Autonomie Collaborazione con l’adulto: Si lavora per aumentare la collaborazione del bambino alle richieste dell’insegnante (assessment preferenze – pairing ) Sguardo: per aumentare i tempi e la frequenza del contatto oculare adulto - bambino Risposta al nome: insegnare a orientarsi quando si viene chiamati per nome Creare occasioni di interazione CON COETANEI CON ADULTI I compagni rappresentano una formidabile risorsa per la realizzazione di aspetti fondamentali del progetto educativo, soprattutto nell’area della socialità e della comunicazione. Permettono inoltre di generalizzare in contesti naturali abilità apprese in attività individualizzate. Strategie di base sono il tutoraggio e la sensibilizzazione. il gruppo funziona da regolatore delle emozioni, dei comportamenti e dello scambio sociale fornisce un insieme di richieste indirette motivanti per l’alunno N.B.: è importante rispettare le istanze di ogni alunno,anche quelle dei compagni che non riescono ad entrare in contatto con il bambino autistico Pianificare i percorsi di integrazione con i compagni: creare incontro reale e stabile stimolare interessi comuni creare momenti di incontro ad hoc con l’alunno, all’inizio strutturati, poi più spontanei calendario di affiancamento, di accoglienza, di compagnia a ricreazione (rotazione programmata, all’inizio “artificiosa”, diventa spesso poi naturale) • stare in sezione • osservare le attività del gruppo • eseguire semplici richieste in rapporto 1:1 con l’insegnante • accettare la presenza di coetanei osservatori durante il lavoro con l’insegnante • partecipare a giochi in rapporto 1:2 • condividere quanto appreso nel gruppo allargato • rimanere in classe, valutando la miglior posizione del banco • costruire insieme le regole principali dello stare in classe (strategie visive?) • solo se necessario, aula di sostegno (che non diventi pretesto per sfuggire da alcune attività-persone-situazioni) • usare giochi di ruolo e simulazioni, teatrini, storie sociali che aiutano tutti ad apprendere competenze sociali • attività cooperative con i compagni • condivisione di schemi e riassunti • leadership distribuita su compiti utili a tutti (gesso, appello, verifiche da distribuire...) • Lavorare con le storie sociali • Raccontare storie sociali che prevedono imprevisti (es. voglio viaggiare in treno, ma il treno è in ritardo o è stato soppresso...) Quali abilità insegnare ? 1. Reciprocità sociale : Interazione (con i coetanei; con gli insegnanti) 2. Comunicazione(linguaggio, gestualità, intenzione a comunicare) 3. Gioco : Attività ludico-didattica/apprendimento 4. Autonomie Comunicazione espressiva (speaker) si lavora per insegnare a fare richieste verbali corrette, finalizzate a ottenere i giocattoli e le attività che il bambino preferisce. L’autismo comporta difficoltà nella capacità di comunicazione sia espressiva che ricettiva. In questo caso si cerca di correggere il modo sbagliato di comunicare , sostituendolo con una richiesta verbale per ottenere qualcosa. Listener importante lavorare su alcune istruzioni, come “guarda”, “siediti”, “vieni”, aiutando con diverse tipologie di aiuto(prompt). Quali abilità insegnare ? 1. Reciprocità sociale : Interazione (con i coetanei; con gli insegnanti) 2. Comunicazione(linguaggio, gestualità, intenzione a comunicare) 3. Gioco : Attività ludico-didattica/apprendimento 4. Autonomie E’ strettamente connesso alle abilità di reciprocità sociali.. Da gioco solitario A condivisione di materiale e spazio Fino a gioco condiviso Organizzare training specifici sul gioco Strutturare e semplificare giochi Allenare Sperimentarsi con coetanei Quali abilità insegnare ? 1. Reciprocità sociale : Interazione (con i coetanei; con gli insegnanti) 2. Comunicazione(linguaggio, gestualità, intenzione a comunicare) 3. Gioco : Attività ludico-didattica/apprendimento 4. Autonomie Autonomia personale: apprendimento di abilità di autonomia tramite la ripetizione delle routine. La ripetizione quotidiana delle routine principali: entrata, pranzo, sonno, cambio e uscita danno la possibilità di interiorizzare i tempi in cui è organizzata la giornata e di acquisire maggiori autonomie personali ad esempio: mangiare da solo, addormentarsi da solo, autoconsolarsi, iniziare l’uso del vasino, stare per un tempo prolungato lontano dai genitori.