Il cartellone 2009/2010 del Teatro India si caratterizza per la sintesi dei linguaggi
contemporanei espressi da diverse esperienze e generazioni sceniche. Un luogo
di riferimento per le realtà della sperimentazione e della tradizione del nuovo
teatro (dalle compagnie stabili a quelle più giovani e indipendenti) e per
spettatori curiosi delle nuove tendenze della scena.
Un percorso di connessioni e richiami
La stagione si muove come una lente di ingrandimento nel territorio articolato e
intergenerazionale della ricerca italiana, con un’attenzione prevalente alla scena
romana (nove gruppi/artisti romani sono presenti nel programma). Dai “padri” degli
anni 70 (con aperture sugli anni 80 e 90) sino ad arrivare ai nostri giorni con le
giovanissime espressioni artistiche degli anni 2000 (presentando, nell’ambito del
progetto Oggi verso Domani, il riallestimento di una delle giovani produzioni della
scorsa stagione, Lucia Calamaro, e individuando in Mirko Feliziani e nel gruppo
guidato da Claudio Longhi i giovani protagonisti della stagione 2009/2010).
Una lente di ingrandimento, dunque, che individua alcuni momenti topici di questi
quarant’anni di teatro (Pippo di Marca festeggerà proprio a India i suoi
quarant’anni di attività), mettendoli in evidenza, ma allo stesso tempo facendoli
dialogare fra loro. In questo percorso, d’altronde, si scorgono diverse
connessioni e richiami, che focalizzano lo sguardo su alcuni contenuti/tendenze
condivisi da molti artisti, in modo trasversale anche rispetto all’età, o gettano ponti
fra diverse istanze e esperienze teatrali.
Su questa linea si muovono le altre due coproduzioni del Teatro di Roma, Festa
di Famiglia e Finale di Partita: un Pirandello rivisitato da Camilleri e dalle attrici
di Mitipretese e un inedito confronto di Castri con Beckett.
Un’indagine nelle scritture contemporanee
Il cartellone si presenta anche come un’indagine all’interno delle scritture
contemporanee, per focalizzare la parola del tempo presente, uno scandaglio
che si muove tra scritture originali e riletture di testi classici (ancora una tensione
netta verso Shakespeare da parte di diverse generazioni), forse perché in questo
preciso momento molti registi o giovani interpreti della scena sono più preoccupati
di cogliere nuovi motivi dalla drammaturgia che di inventare nuovi codici linguistici.
È una scrittura non solo legata al testo, ma anche ad accenti gestuali molto
dichiarati e spinti verso metafore di un corpo che diventa esso stesso testo e che
si manifesta con fisicità paradossali, oppure rituali, persino pittoriche, quando non
decisamente narrative. L’idea di uno spazio drammaturgico accompagnato da una
vocalità fortemente emotiva e/o dalla decostruzione dell’immagine, la ritroviamo in
altri lavori che più coincidono con la tradizione dell’avanguardia, ma la troviamo
anche là dove il piano “etico” con il quale il teatro guarda il proprio tempo coincide
con un’impaginazione visionaria dello spettacolo, come nella ricerca di artisti
giovani o giovanissimi, autori attori e registi convinti della necessità dell’impegno
attraverso la parola. Una parola che evoca memorie, assumendo l’onere di un
lettura politica del passato del nostro Paese (come Piazza d’Italia la produzione
del Teatro di Roma firmata da Marco Baliani) o di temi più scottanti e attuali.
09.10
Una proposta formativa
Le iniziative formative e di approfondimento segnano fortemente il nuovo Teatro
India e si caratterizzano per continuità e coerenza rispetto al cartellone,
assicurando un’offerta non solo storico/critica, ma anche di sensibilizzazione a
temi di attualità, coinvolgendo università e mondo della scuola, senza
dimenticare l’associazionismo socialmente impegnato.
Dalla stagione 2009/2010 saranno estese anche al Teatro India le visite guidate
spettacolarizzate.
Una speciale attenzione viene rivolta agli spettatori giovani e giovanissimi, non
solo con la ripresa di Pippi Calzelunghe, ma anche con La Costituzione, (uno
spettacolo curato da Ninni Bruschetta) che con una scrittura piana, ma di forte
impatto emotivo, invita a riflettere sulla nostra carta costituzionale.
Queste premesse rendono più funzionale una presentazione del cartellone per
temi, così da evidenziare una “mappa di senso”, in cui si intrecciano i diversi
percorsi. I temi intorno ai quali si snoda il cartellone 2009/2010 del Teatro India
sono:
scritture
Uno sguardo sui differenti linguaggi della drammaturgia contemporanea, un panorama
sui percorsi e sulle tendenze in atto.
riletture
Da Shakespeare a Beckett, da Pirandello a Pasolini, con alcune incursioni nella
narrativa: parole e personaggi di testi classici riletti con uno sguardo contemporaneo.
progetti
Amleti: un percorso che trova interessanti connessioni attorno al testo shakespeariano,
esplorato da punti di vista diversi per linguaggi e generazione
Oggi verso domani: la seconda fase di un progetto rivolto alle più giovani espressioni
della nostra drammaturgia;
Storia e Memoria: la forza del linguaggio teatrale per riportare il passato al presente, o
per sensibilizzare alle tragiche conseguenze degli attuali conflitti.
Koltès: in occasione del ventennale della morte, un progetto che vuole disegnare una
mappa dell’universo koltèsiano
per i più piccoli
ripresa di Pippi Calzelunghe, spettacolo per i più piccoli che ha riscosso un grande
successo nella passata stagione
produzioni/coproduzioni Teatro di Roma
Giovanna Marinelli
09.10
17_28 marzo .10
6 ottobre_1 novembre .09
19_28 marzo .10
20_25 ottobre .09
29_31 marzo .10
27 ottobre_1 novembre .09
6_16 aprile .10
3_8 novembre .09
7_11 aprile .10
10_15 novembre .09
14_25 aprile .10
Il VaNtoNe
FeSta dI FamIGlIa
melÓ
leGGe e oRdINe
aSPettaNdo Godot
amleto
la CoStItUZIoNe
SemI d’aCCIaIo
medea e la lUNa
PaSQUa
aUtobIoGRaFIa della VeRGoGNa
(maGICK)
le UltIme Sette PaRole
dI CaRaVaGGIo
17_22 novembre .09
23_29 aprile .10
17_22 novembre .09
6_16 maggio .10
24_29 novembre .09
11_16 maggio .10
24_29 novembre .09
18_23 maggio .10
1_6 dicembre .09
22_27 maggio .10
5_13 dicembre .09
27 maggio_6 giugno .10
1_6 febbraio .10
8_20 giugno .10
8_28 febbraio .10
15_20 giugno .10
PIPPI CalZelUNGhe
la boRto
PoRNobboY
amleto - Nella Carne il Silenzio
PRoGetto KoltèS
l’ImPeRatoRe della CINa
otello
PIaZZa d’ItalIa
16_28 febbraio .10
RaCCoNtI
3_14 marzo .10
Nel Nome dI GeSU’
9_14 marzo .10
ClowNS
09.10
olIo
la CaSa dI Ramallah
ChINeSe CoFFee
RaCCoNtI Solo RaCCoNtI
FIReNZe ‘44 - la notte dei ponti
emIlIa GalottI
FINale dI PaRtIta
la SIGNoRa Che GUaRda
NeGlI oCChI
22_27 giugno .10
Il PoPolo NoN ha Il PaNe?
dIamoGlI le bRIoChe
22_27 giugno .10
amleto a PRaNZo e a CeNa
scritture
riletture
progetti
per i più piccoli
calendario
29 settembre_4 ottobre .09
regia e drammaturgia Raquel Silva
con Julien Lambert e Raquel Silva
La paura della morte e quella del vivere lasciano un esiguo spazio di azione. I personaggi
di legge e ordine più che alla ricerca di risposte sono alla ricerca di domande che gli
permettano di capire i danni subiti dal semplice atto di nascere. Per le loro riflessioni si
servono dei loro corpi, li trasformano in movimento, in parole, in canzoni.
Si racconta di un Lui e una Lei che cercano di capire, di conoscersi. Si procede nella loro
storia seguendo il ritmo del loro pensiero, delle loro associazioni di immagini. Lui e Lei
esistono dentro una stanza qualunque, con armadio, vestiti, un letto. Ma è proprio questa
normalità a permettere apparizioni inattese. Ogni volta che si incontrano diventano l'uno
per l'altra l'incarnazione delle difficoltà e degli interrogativi che hanno in testa.
legge e ordine è uno spettacolo sulla difficoltà. La difficoltà di essere chi si è, la difficoltà
di trovare dei punti di riferimento, di trovare un modo di districarsi nella vita, con l'ironia
di chi sa che le risposte ogni volta cambiano forma e aspetto, si nascondono. Che ci
sono tante, troppe risposte.
produzione Fattore K
in scena 27 ottobre_1 novembre .09
prima nazionale
la boRto
di e con Saverio La Ruina
Lo spettacolo mette a fuoco le storie di due donne che affrontano l’aborto clandestino:
il calvario in un sud arretrato e opprimente della più anziana; la via crucis in un sud a noi
più vicino della più giovane, per tanti versi simile a quella di una qualsiasi sedicenne di
oggi nonostante le garanzie espresse dalla legge.
Storie necessarie non solo perché appare ormai offuscata la memoria del passato,
quando di clandestinità spesso le donne morivano o restavano per sempre gravemente
danneggiate, ma anche per il diffondersi esponenziale degli aborti clandestini fra le
donne immigrate.
La messinscena vuole evitare le ideologie. Si attiene ai fatti nudi e crudi. Ricorre a una
scrittura amaramente ironica, realistica e visionaria al tempo stesso, come è proprio dei
racconti, anche drammatici, di certe donne del sud. Per divenire infine asciutta e
concreta nel sofferto racconto di una giovane non ancora maggiorenne.
produzione Scena Verticale
in scena 17_22 novembre .09
prima nazionale
09.10
scritture
leGGe e oRdINe
di Enrico Castellani, Valeria Raimondi
con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Ilaria Dalle Donne
Pornobboy fotografa il nostro tempo. La realtà e le sue contraddizioni. Va a scovare le
nostre incoerenze. Per scoperchiarle. Per riderne. Con cinismo. Con affetto.
Pornobboy non è una requisitoria sul sesso. È un blob del nostro presente saturo. Tutto
viene pornograficamente mostrato. Noi ne godiamo. Ci scandalizziamo. Ci affoghiamo.
Il centro dello spettacolo è il continuo bombardamento mediatico. Il nostro modo di vivere
e recepire tutto ciò. Il nostro farne parte. Il bisogno di mostrare, ostentare, guardare e
vedere tutto.
Lo spettacolo procede senza soluzione di continuità. Adotta un linguaggio che ha la
volontà dichiarata di uscire da gangli già dati, di non utilizzare stilemi consolidati, ma ha
l’ambizione di continuare a costruire un teatro sovrabbondante di immagini, ma non
esclusivamente visivo, denso di icone e simboli, ma non astratto, saturo di parole senza
essere in alcun modo narrativo.
produzione babilonia teatri, Festival delle Colline torinesi, operaestate Festival Veneto
in scena 24_29 novembre .09
Nel Nome dI GeSU’
di Corrado Augias
regia Ruggero Cara
con Paolo Bonacelli e Aisha Cerami
“Una giovane donna affronta una scelta fondamentale per la sua vita: decidere se
restare o no nel luogo di raccoglimento e di preghiera nel quale si trova. Rivolge al suo
professore e guida una serie di domande concentrate su due argomenti. Il primo è la fine
di Gesù, vale a dire le ragioni storiche (prescindendo cioè dalle Scritture) per le quali quel
famoso giorno di primavera, a Gerusalemme, venne emessa ed eseguita la sua
condanna a morte. Il secondo argomento, che deriva quasi direttamente dal primo, è
quanto la chiesa che si dice a lui e da lui ispirata, corrisponda, nella realtà dei
comportamenti, al suo messaggio. Se corrisponda o no al messaggio del Vangelo
l’intromissione continua negli affari dello Stato. Non aveva Gesù separato ‘Dio’ da
‘Cesare’?
Il finale non scioglierà tutte le nostre domande. Non sapremo con certezza se la giovane
donna resterà o meno; se troverà ognuno dentro di sé la possibile risposta.
Avremo però ricostruito una ragionevole spiegazione ‘storica’ per la condanna di un
uomo che stava cambiando il mondo.” Corrado Augias
produzione teatro Stabile della Sardegna - Promo music
in scena 3_14 marzo .10
09.10
scritture
PoRNobboY
regia Armando Punzo
con Leonardo Capuano e Nicola Rignanese
Ci siamo allontanati dalle strade assolute dove i personaggi erano nati, quelle strade
della pagina scritta che ha immortalato la folgorante tragedia del Riccardo III, e sfuggiti
alle parole di Shakespeare abbiamo incontrato altre e nuove figure che smascherano la
fragilità del potere e le sue contraddizioni. Sono come puri spiriti incorporei, vagano nella
notti a fianco dell’umanità che li ha generati e che non li riconosce più. Personaggisimbolo che raccontano quegli aspetti meno espliciti della tragedia scespiriana, liberi di
quella libertà disperata e tragicomica di personaggi arresi al loro destino di essere
misconosciuti anche dal loro stesso autore. Si esalteranno, piangeranno questo loro
destino infame e ridicolo, avranno ancora sogni che resteranno tali, mostreranno il
tragico e il comico di ogni essere umano. Faranno profezie che risulteranno un groviglio
di pazzia e magia.
Assomiglieranno all’umano di cui cercano il calore e il contatto, perché in quanto figure
impalpabili e fantasmatiche sono lì a ricordarci – a noi spettatori - la nostra stessa
possibilità di pazzia e di magia. Da questa dissociazione di una vita oltre la vita,
irrappresentabile, il gioco della rappresentazione.
produzione Carte blanche/Volterrateatro - armuniaFestival
in scena 9_14 marzo .10
le UltIme Sette PaRole dI CaRaVaGGIo
di e regia Ruggero Cappuccio
con Lello Arena e Claudio Di Palma
Nelle Ultime Sette Parole di Caravaggio, Ruggero Cappuccio accende il delirio del grande
artista in un dialogo disperato con sé stesso a quella profondità di confessione provocata
dalla fine imminente. L’artista è braccato da sette donne soprannominate le femminote,
una falange zingaresca di femmine siculo-calabre esperte di una vita criminale
abbracciata per altrettanta disperazione.
Incaricate dai poteri politici e religiosi di eliminare Caravaggio, esse si danno ad
interpretare la parte dei suoi giuda, in cambio di un silenzioso oblio sui loro reati
pregressi. Nell’ora definitiva della sua vita Caravaggio dipinge i suoi ultimi segni, intreccia
con il suo servo e le sue assassine una sinfonia di parole crude e sognanti, traccia il suo
testamento sprezzante in un sabba di suoni dell’antica lingua italiana parlata e diretta,
dell’incalzante musica tagliente di parole napoletane, siciliane, acuminate a dire il cielo
e l’inferno che circondano la solitudine dell’esistere e morire.
produzione teatro Segreto
in scena 14_25 aprile .10
09.10
scritture
ClowNS
di e regia Marco Calvani
con Monica Scattini, Mauro Marino, Michael Schermi
olio racconta in forma di monologo tre storie. Quella di Leo, un ambizioso attore di teatro
che firmando un contratto per un reality show inizia una scalata verso il successo ma
anche una vera discesa agli inferi; del suo compagno Miky, un brillante avvocato
ossessionato dall’idea di ridare un ordine al mondo, e di Giò, un agente di spettacolo
arrivista, una macchina da lavoro e da soldi, vittima della propria ambizione e della
propria solitudine.
I tre monologhi si sviluppano in un veloce e vorticoso susseguirsi di quadri in cui i singoli
personaggi pur parlandosi rimangono separati fra di loro, senza toccarsi o guardarsi
mai, isolati nel loro universo come nel loro destino.
Una favola ironica e cattiva sull’eterno conflitto fra la ragione e la passione, e sulla
fragilità di un’identità al cospetto dell’autorità. Una commedia nera sulla paura della fine
e della morte, e sulla umana folle rincorsa al possesso e all’affermazione di se stessi.
produzione mixò
in collaborazione con associazione teatrale Pistoiese
in scena 23_29 aprile .10
la CaSa dI Ramallah
di Antonio Tarantino
regia Antonio Calenda
con Giorgio Albertazzi, Daniela Giovanetti
Con l’attualissimo e inquietante la casa di Ramallah, Antonio Calenda affronta per la prima
volta Tarantino e tocca un tema sensibilissimo: il testo infatti rappresenta le ore che un
padre e una madre trascorrono sul treno accompagnando la loro figlia nel luogo in cui
si farà esplodere.
Il treno interregionale su cui i tre viaggiano, annulla la distanza fisica e di pensiero fra la
nostra realtà e quella del mondo arabo.
Il dialogo irragionevole eppure toccante fra i tre, fitto, dolente, pieno di autosuggestioni
e fanatismi, ma anche di verità del cuore, è quanto verrà rappresentato da tre interpreti
di grande talento.
Il protagonista maschile, possiede la raffinatezza e le profondità espressive di Giorgio
Albertazzi.
produzione teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
in scena 6_16 maggio .10
09.10
scritture
olIo
di Ira Lewis
traduzione Letizia Russo
regia Pierpaolo Sepe
con Max Malatesta, Paolo Sassanelli
Di una sconfitta non bisogna vergognarsi. Una sconfitta ha la stessa dignità di una
vittoria. Non bisogna aver paura di perdere. È pericoloso invece cercare di vincere
comunque. Rinunciare al motivo stesso per cui si gioca. Pur di vincere. Inseguire il
consenso. Per poi affermare un sé stesso che non c’è più. Che è sparito nel compiacere
pensieri altrui. Che è sparito nell’affanno della rincorsa. Smarrire il proprio sguardo. Il
proprio modo di osservare e di sentire. È molto peggio che perdere. Non possiamo
vincere tutti. Alcuni di noi sono destinati a perdere. Va bene così. L’importante è giocare
con lealtà e correttezza. Moralità è un sostantivo dal sapore sovversivo. La sola
rivoluzione possibile.
Questo spettacolo vuole raccontare di un tempo in cui gli uomini vendevano loro stessi,
i propri sogni, i valori più sacri e inviolabili, in nome del mercato. Un tempo di oscurità e
dolore. Ma anche di riscossa e speranza. Il nostro tempo. Ora.
produzione Nuovo teatro Nuovo
in collaborazione con Festival teatrale di borgio Verezzi
in scena 11_16 maggio .10
la SIGNoRa Che GUaRda NeGlI oCChI
di Sabrina Petyx
regia Giuseppe Cutino
con Maria Cucinotti, Filippo Luna, Sabrina Petyx
Dare voce e azione alla trappola sotterranea che pizzo e usura serrano intorno alle loro
prede è cercare di rappresentare l’irrappresentabile guardando negli occhi la paura e
sfidandola con parole quotidiane, parole riconoscibili che sanno stare sulla bocca di
vittime e carnefici con la stessa efficacia. “Chi deve pagare pagherà”.
la signora che guarda negli occhi è un confronto a viso aperto con un tema che fonda la
sua esistenza sull’imperativo delle non parole, sul silenzio, sull’omertà. Sulla paura.
La paura è una signora che guarda negli occhi e costringe ad abbassare la testa.
Una società civile stretta nella morsa della paura è destinata a soccombere.
produzione m’aRte movimenti d’arte
in scena 15_20 giugno .10
09.10
scritture
ChINeSe CoFFee
di Pier Paolo Pasolini da Plauto
regia Roberto Valerio
con Francesco Feletti, Massimo Grigò, Roberta Mattei, Michele Nani,
Nicola Rignanese, Roberto Valerio
Il Vantone è la Roma dei raggiri, delle truffe, degli espedienti per sopravvivere, della lotta
per riuscire a mangiare, dell’eterna lotta tra padrone e servo, o meglio tra signori e morti
di fame…
È la Roma di borgata, Pietralata o il Prenestino, dove, per citare Pasolini, “la gente viveva
nelle baracche-tuguri costruite sulla polvere brecciolosa e sparsa di sporcizie e di rifiuti
(…) con intorno zella e sole, sole e zella (…), come una specie di città indigena con un
odore così forte di merda di fogna che accorava…”. È la Roma degli sbruffoni, dei
raccontaballe, dei vantoni da bar che raccontano mirabolanti avventure prendendo
spunto da piccoli episodi a volte pure inventati, di “quelli che se credeno capoccia, e a
casa la moje je spacca la capoccia…”. È la Roma musicale del dialetto. È la Roma
dell'avanspettacolo negli anni del dopoguerra: “qualcosa di vagamente analogo al teatro
di Plauto, di così sanguignamente plebeo, capace di dar luogo ad uno scambio
altrettanto intenso, ammiccante e dialogante, fra testo e pubblico, mi pareva di poterlo
individuare soltanto nell'avanspettacolo: Il mobilissimo volgare insomma, contagiato dalla
volgarità, direi fisiologica, del capocomico... della soubrette...”. Questi gli spunti a cui lo
spettacolo si ispira, avendo come costante riferimento la filmografia pasoliniana
(soprattutto Accattone, Mamma Roma, La ricotta, Che cosa sono le nuvole?) e gli
interpreti dell’avanspettacolo italiano (da Petrolini ad Alberto Lionello, da Wanda Osiris
a Delia Scala). Roberto Valerio
produzione associazione teatrale Pistoiese/teatridithalia
in scena 29 settembre_4 ottobre .09
09.10
riletture
Il VaNtoNe
drammaturgia e regia
Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres
collaborazione alla drammaturgia Andrea Camilleri
da testi di Luigi Pirandello
con Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Diego Ribon,
Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres
Festa di famiglia è una riflessione sulle dinamiche violente all’interno del nucleo familiare.
Il tema è drammatico e la storia che raccontiamo lascia pochi spiragli alla speranza; la
sfida che ci proponiamo è quella di riuscire a raccontarne anche il lato tragicomico, di
riuscire a vedere ciò che di grottesco e ridicolo si cela dietro le umane miserie.
Siamo partiti da Pirandello, un autore che conosce a fondo la nostra realtà. Abbiamo
isolato le scene che ci sembravano centrate sul nostro tema, abbiamo scambiato le
battute tra i personaggi, abbiamo cambiato genere ai personaggi, abbiamo creato un
nuovo personaggio da due, tre altri personaggi già esistenti.
Abbiamo pensato che Camilleri, grande conoscitore di Pirandello e maestro di ironia
potesse essere la persona più adatta per consigliarci in questo lavoro e invece ne è nato
un vero e proprio sodalizio, un vero e proprio progetto comune. Mitipretese
produzione teatro di Roma, mercadante teatro Stabile di Napoli, artisti Riuniti
in scena 6 ottobre_1 novembre .09
prima nazionale
attività
Giochi di ruolo e dinamiche di gruppo, riservati ai bienni e trienni dei licei ed istituti
professionali, sul tema della violenza in famiglia.
Proiezione di film legati al tema, a cura dell’Associazione culturale Cinemavvenire
costituita da esperti ed analisti, seguiti da dibattiti.
Ogni giorno la proiezione del film sarà preceduta dalla presentazione di un’associazione
di settore che affronterà un tema specifico (la violenza in famiglia ed il diritto, la violenza
sui minori, la violenza psicologica, ecc.).
In collaborazione con l’Università Roma Tre e La Sapienza, saranno organizzati due
convegni legati al tema della violenza in famiglia: il primo tratterà la violenza in chiave
psicologica, il secondo verterà sulle opere letterarie, teatrali e poetiche che nei secoli
hanno affrontato il tema in Occidente.
Le attività sono curate da minimumfax live
09.10
riletture
FeSta dI FamIGlIa
di Samuel Beckett
traduzione Carlo Fruttero
regia Lorenzo Loris
con Gigio Alberti, Mario Sala, Giorgio Minneci, Alessandro Tedeschi, Davide Giacometti
Dopo Finale di partita, Lorenzo Loris si misura con il capolavoro beckettiano
attrezzandosi a restituire il testo nella sua potente e devastante forza teatrale, cercando,
come il regista stesso afferma “dentro le regole che Beckett impone” la libertà della
propria interpretazione. “Attenendosi in modo ferreo alle regole che Beckett ci segnala
si pensa di avere poca libertà di interpretazione, ma se si segue la sua gabbia di
indicazioni si finisce per immagazzinare un tale bagaglio di informazioni che diventa
quasi naturale costruire una regia senza dover rinunciare alla propria libertà creativa”.
Dopo mezzo secolo da allora, nelle nostre metropoli multietniche aspettando Godot può
rappresentare l’emblema di una società in cui l’uomo vive una dimensione
spersonalizzante e raggiunge il paradosso di sentirsi solo in mezzo alla moltitudine.
produzione teatro out off
in scena 3_8 novembre .09
l’ImPeRatoRe della CINa
di Georges Ribémont-Dessaignes
traduzione, adattamento e regia Pippo Di Marca
con Pippo Di Marca, Ciro Carlo Fico, Luigi Lodoli, Fabio Pasquini,
Vincenzo Schirru, Elisa Turco Liveri Anna Paola Vellaccio
A quarant’anni esatti dall’ultima messa in scena di Giancarlo Nanni con protagonisti
Kustermann, Perlini e Di Marca allo storico Teatro La Fede, Pippo Di Marca ripropone
oggi “L’Imperatore della Cina” di Georges Ribemont-Dessaignes. I dadaisti e i surrealisti,
al suo apparire, nel 1916, salutarono il testo come ‘precursore’ ed esempio massimo
della drammaturgia dada, persino superiore all’Ubu Re di Jarry. Negli anni ‘20 Bragaglia
lo mise in scena per la prima volta in Italia. Poi il silenzio, fino al ‘69. È dunque la terza
messa in scena italiana in assoluto in quasi un secolo! In Francia e altrove, ovviamente,
se ne contano a decine. E non a caso. Si tratta di un testo fondante del teatro
contemporaneo: che prefigura il teatro come performance e l’irrapresentabilità del
tragico. È una ‘denuncia’, per absurdum, della guerra: ma è una tragedia negata,
impossibile da rappresentare, per questo virata in una sorta di farsa nera, eppure
metafisica, lucidamente ironica. Una bella sfida per Pippo Di Marca e il suo Meta-Teatro.
produzione la Compagnia del meta-teatro
in scena 5_13 dicembre .09
prima nazionale
attività
8_13 dicembre .09
Letture sceniche - Mostra fotografica - Video
09.10
riletture
aSPettaNdo Godot
di William Shakespeare
traduzione Salvatore Quasimodo
adattamento e regia Claudio Autelli
con Matilde Facheris, Lino Musella, Woody Neri, Irene Serini, Francesco Villano
Cinque commensali vivono i loro destini compiendo il loro percorso verso la rovina; un
percorso fatto di fraintendimenti, menzogne, invidie, e piccole risate: una commedia
degli equivoci dentro la quale, la miopia e la sostanziale inadeguatezza dei personaggi
ai loro ruoli, trasforma la loro storia in un progressivo sacrificio di chi più degli altri ha
voluto ritagliarsi quella parte, la parte dell’agnello sacrificale.
Desdemona appare come la portata principale di un banchetto che vede gli invitati tutti
coinvolti nella sua scarnificazione. Il martirio di una “santa donna” a cui piace ammettere:
“State certo che il vostro avvocato preferirà morire piuttosto che rinunciare a difendere
la vostra causa”:
E di questo afflato, nell’affannosa ricerca di un centro che fermi il loro andare alla deriva,
si nutriranno tutti.
produzione teatro litta
in scena 1_6 febbraio .10
medea e la lUNa
da Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro
adattamento Giancarlo Cauteruccio e Patrizia Zappa Mulas
regia Giancarlo Cauteruccio
con Patrizia Zappa Mulas, Fulvio Cauteruccio, Giancarlo Cauteruccio
medea e la luna da Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro, nasce come omaggio allo
scrittore calabro. È un’opera che propone una eroina tragica nuova rispetto a quella
creata da Euripide o immaginata successivamente da Grillparzer, in cui è possibile
cogliere una spiazzante contemporaneità.
Medea, incarnata da Patrizia Zappa Mulas, è nelle parole di Alvaro “un’antenata di tante
donne che hanno subito una persecuzione razziale e di tante che, respinte dalla loro
patria, vagano senza passaporto da nazione a nazione, popolano i campi di
concentramento e i campi di profughi”. Una donna che si aggira tra le macerie del proprio
amore negato e frustrato, rivendicando la propria autonomia nel non soggiacere a un
percorso predestinato.
Cauteruccio ne fa una riscrittura in cui le parti recitate si alternano e si compenetrano con
parti cantate e sostenute da musiche originali. Sonorità ancestrali legate alla terra, alla
memoria attraverso strumenti quali fisarmonica, tamburi e flauti che scandiscono i ritmi
arcaici e che supportano una vocalità antica, fatta di melodie semplici e profonde.
produzione Compagnia teatrale Krypton, magna Grecia teatro Festival, assessorato alla Cultura - Regione Calabria,
mibaC – dipartimento dello Spettacolo, Regione toscana, Scandicci Cultura, Comune di Firenze
in collaborazione con Fondazione teatro metastasio di Prato, Fondazione Corrado alvaro - San luca RC
in scena 6_16 aprile .10
09.10
riletture
otello
di August Strindberg
drammaturgia e regia Monica Conti
con Michela Martini, Federico Manfredi, Silvia Ajelli, Greta Zamparini,
Alessandro Lussiana, Nicola Stravalaci
Pasqua è una delle opere più insolite, meno note e meno rappresentate di August
Strindberg. L'unica che si conclude con un segnale di speranza.
Scritta nel ‘900, racconta un vissuto famigliare in un arco temporale particolare: sono i
tre giorni che precedono la Pasqua, giovedì, venerdì e sabato santi.
Un giorno per ogni atto, tempo di passione, quella di una famiglia isolata dal mondo e
chiusa in sé per vergogna e paura.
Segnati dai marchi dell'infamia sociale, la galera, la pazzia e la miseria, gli Heyst si
nascondono dal temibile Lindkvist, creditore del padre, in carcere per debiti.
Lindkvist nel loro immaginario si trasforma in un orco terribile, del quale anche solo il
rumore dei passi li rende come bambini sperduti nel bosco, sopraffatti dalla paura.
Ma, alla fine, sorprendentemente e ironicamente il lieto fine.
Il maestro geniale e nevrotico pare dire a sé stesso e agli altri: è l'occhio nero che
ingigantisce il negativo. Basta cambiare occhio, usare quello bianco, e può tornare la
pace, può esserci resurrezione.
produzione l’aRt e teatro out off
in scena 7_11 aprile .10
emIlIa GalottI
da Gotthold Ephraim Lessing
drammaturgia Paolo Fallai
regia Alessandro Berdini
con Elettra Mallaby, Paola Rinaldi, Luigi Di Fiore, Alberto di Stasio, Daniele Griggio
emilia Galotti è il primo dramma politico della letteratura tedesca, in cui l’autore condanna
aspramente la vita condotta nelle corti principesche e insorge contro le offese ai diritti
umani fondamentali. La riduzione drammaturgica di Paolo Fallai e la regia di Alessandro
Berdini, offrono una emilia Galotti trasportata ai nostri giorni. L’idea centrale del progetto
registico è che i vizi e le virtù non rappresentano qui qualità umane universali, ma
piuttosto sono distribuite fra gli esponenti dei vari ceti sociali seguendo psicologia e
caratteri dei personaggi. Il principe di Guastalla, qui diventa un principe della
comunicazione, ha una passione per la bellezza della borghese Emilia. Una passione
che ucciderà la giovane ma che sarà fatale a tutti i protagonisti.
produzione teatroinaria, Stanze luminose
in scena 27 maggio_6 giugno .10
09.10
riletture
PaSQUa
di Samuel Beckett
regia Massimo Castri
Castri affronta per la prima volta un testo del celebre drammaturgo irlandese. Finale di
partita, capolavoro del teatro di Beckett, trae il titolo da una mossa del gioco degli
scacchi. L’analogia tra il contenuto del testo e il gioco è stata espressa dallo stesso
autore, che ne era appassionato giocatore. Hamm, cieco e immobilizzato su una sedia
a rotelle e Clov, il suo servo, vivono un rapporto conflittuale fatto di litigi e di reciproca
dipendenza. Clov vive nella tentazione di andarsene e nell’incapacità di farlo, preso nella
sottile rete di un rapporto che è, in fondo, un infinito alternarsi di mosse, proprio come
negli scacchi. Lo stesso Beckett disse. “Hamm è il re in questa partita a scacchi persa
sin dall’inizio. Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore
farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di
rinviare l’inevitabile fine.”
Se in Aspettando Godot si riesce a intravedere un’ambientazione quasi realistica, Finale
di partita si svolge in uno scenario che oggi potremo definire post-atomico. La stanza in
cui si consuma tutto è stata paragonata da alcuni critici all’interno di una cavità cranica,
per le due finestre centrali che potrebbero ricordare le cavità oculari. Altre letture hanno
lasciato intendere che la scena sia in realtà l’interno di una grande arca che sta solcando
il pianeta all’indomani di un nuovo diluvio esiziale.
produzione teatro di Roma, emilia Romagna teatro Fondazione, teatro metastasio Stabile di toscana
in scena 8_20 giugno .10
09.10
riletture
FINale dI PaRtIta
di William Shakespeare
regia Roberto Bacci
con Tazio Torrini, Andrea Fiorentini, Serena Gatti,
Debora Mattiello, Luigi Petrolini, Francesco Puleo, Alessandro Porcu
Nella Carne il Silenzio è il sottotitolo della nuova messa in scena di amleto
Questa nuova esperienza, oltre ad un diverso cast e all’interpretazione di Amleto da
parte di Tazio Torrini, segue un’idea drammaturgica che interroga il testo di Shakespeare
con altre domande. Le “forze” che spingono la storia a realizzarsi sono incarnate da sei
duellanti mascherati che costringono Amleto a ripetere il proprio destino e le parole già
mille volte ascoltate.
E mentre da varie metamorfosi dei “duellanti” prendono vita i personaggi dell’opera,
senza che ci siano ruoli unici assegnati, Amleto è circondato da Re, Regine, Spettri,
Ofelie, Orazi e Poloni che si moltiplicano prendendo corpo intorno a lui per spingerlo
verso la sua “fine”. Ed’è dalla carne di Amleto, giunto al limite della sua storia e della sua
esistenza che scaturisce il “silenzio” di fronte a cui le domande restano sospese, così
come resta sospesa la vendetta per l’assassinio di suo padre.
produzione Compagnia laboratorio di Pontedera
in scena 24_29 novembre .09
amleto
da William Shakespeare
adattamento e regia Maria Grazia Cipriani
Riscrittura di un sanguinoso melò sulla vendetta, della tragedia della vendetta l’ Amleto
conserva l’apparenza. Sollevato il velo dell’apparenza, quello che viene alla luce è il
dramma dell’uomo che, non potendo più ridurre l’universo a semplici formule, lotta per
trovare una ragione d’essere. Sembra infatti che Amleto faccia della vendetta solo o
soprattutto l’argomento della sua rappresentazione. Ed è illuminante che uno
spettacolino di una scalcagnata compagnia di guitti, La trappola per topi, possa
permettere di svelare la verità. Il teatro sembra farsi il luogo dove si può liberamente
“essere”. E Amleto, nella sua nostalgia dell’ ”essere”, par davvero “sia” soltanto quando
indossa la maschera della finzione, come l’attore che la recita nel corso del dramma.
Questo Amleto è un fool: che a tratti dispiega un cinismo irrefrenabile, a tratti, con una
grazia quasi femminile che porta con sé la nostalgia dell’infanzia, sembra l’incarnazione
di un sogno romantico: crudele sempre, nel gioco dei diversi ruoli, e lucidamente fedele
al metodo della sua follia.
produzione teatro del Carretto
in scena 17_28 marzo .10
prima nazionale
09.10
progetto amleti
amleto - Nella Carne il Silenzio
di Filippo Timi
regia Filippo Timi e Stefania De Santis
con Filippo Timi, Paola Fresa, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Lucia Mascino
Un poveraccio quando esce fuori di testa si sente RE, un RE quando impazzisce che
cosa si può mai immaginare di essere?
Un ragazzino viziato che d’improvviso si sveglia nella notte… inizia a ridere e demolire
il mondo… esasperando i meccanismi di potere, desiderio… e brama… che regolano la
natura violenta dell’uomo.
Lui, il delfino del re, dalla vetta della piramide, come un giullare, pezzo per pezzo,
comincia a smontare, mattone su mattone, la piramide stessa… crollando con essa…
Di fronte alla realtà, di fronte a certi irrimediabili eventi, la morte, la perdita di un amore…
il cuore e il cervello impazziscono, hanno bisogno di trovare fughe e nuove logiche per
non soffrire così tanto.
Ridere, è la risposta della coscienza alla tragedia? Ridere il pianto. Ridere la morte.
Ridere l’abbandono. Ridere il tradimento. Ridere la follia. Ogni sentimento ha una bocca,
e io voglio far ridere la bocca dei sentimenti! Ogni vita è lo specchio della vita. Guardati,
disse un giorno Amleto ad Ofelia, guardati in me… come fai a non ridere di te?
produzione Santo Rocco & Garrincha
in collaborazione con Nuovo teatro Nuovo, artedanzae20, teatro stabile dell’Umbria
in scena 22_27 giugno .10
amleto a PRaNZo e a CeNa
tratto da Amleto di William Shakespeare
ideazione e regia Oscar De Summa
con Oscar De Summa, Angelo Romagnoli, Armando Iovino, Roberto Rustioni
Oscar De Summa giovane artista emergente si cimenta nella regia di amleto a pranzo e
a cena, spettacolo leggero e divertente che nasce con l’intento di aprire il più possibile il
teatro alla più vasta platea.
Come accadeva nella Commedia dell'arte, gli attori decidono sul luogo cosa mettere in
scena, un semplice escamotage (peraltro suggerito dal testo stesso) che aiuta a svelare
come si crea uno spettacolo, cosa c'è dietro quella che sembra pura creatività.
I rapporti umani si confrontano con i ruoli degli attori, tutto per svelare quanto verità e
finzione siano due facce della stessa medaglia e i piani della realtà e del teatro si
mescolino continuamente uno nell'altro.
produzione emilia Romagna teatro Fondazione, Compagnia de Summa
in scena 22_27 giugno .10
09.10
progetto amleti
Il PoPolo NoN ha Il PaNe? dIamoGlI le bRIoChe
“Oggi verso Domani” è un progetto del Teatro di Roma giunto al suo secondo anno.
Il progetto risponde alla convinzione che il compito di un’istituzione sia anche quello di
seguire criticamente il percorso dell’artista, di condividerlo e possibilmente di renderlo più
facile. Le opere prodotte grazie a questo progetto, hanno pertanto un
“accompagnamento” il più possibile completo che, oltre la produzione, prevedono un
sostegno nella promozione e nella distribuzione del lavoro. In questo secondo anno
verrà prodotto lo spettacolo di Mirko Feliziani, meló e verrà riproposto lo spettacolo della
passata stagione, autobiografia della vergogna (magick) di Lucia Calamaro.
melÓ
uno spettacolo di Mirko Feliziani
con Elena Borgogni, Beatrice Ciampaglia, Mirko Feliziani
meló vuole essere un pezzo di teatro da camera, una suite, quasi una drammaturgia di
“piccole danze” e variazioni sui temi echeggiati dal titolo.
Il pubblico osserverà i personaggi con sguardo da voyeur, cogliendone i piccoli gesti
quotidiani che adombrano la tensione sotterranea che li lega fra loro; proverà,
persistente, la sensazione di pericolo imminente, credendo a tratti che la tensione possa
esplodere davanti ai suoi occhi e che il peggio possa accadere; riceverà allora
d’improvviso l’attenzione diretta di quei personaggi, per essere così impudicamente
messo a parte dei loro interrogativi e dubbi. La scrittura di meló è frugale e scarna: la
parola è un contrappunto a sguardi e gesti dei personaggi, quasi svuotata di sostanza
per via della sovrabbondanza di ripetizioni e variazioni che spingono lo spettatore ad
abbandonare ed andare oltre il senso letterale della vicenda.
La trama su cui gioca meló è presto detta: una giovane ragazza incinta, aiutata dal
fratello, si introduce in casa dell’amante del suo compagno per sottrarle il neonato che
ella ha avuto a sua volta da lui. Mirko Feliziani
produzione teatro di Roma - armuniaFestival
in scena 20_25 ottobre .09
prima nazionale
aUtobIoGRaFIa della VeRGoGNa (maGICK)
ripresa
scritto, diretto e interpretato da Lucia Calamaro
con Benedetta Cesqui, Monika Mariotti
Uno spettacolo scritto dentro il dolore della parola, uno sguardo che riflette
l’incommensurabile piètas della vita. Torna a India dopo il debutto dello scorso anno la
scrittura della giovane regista-drammaturga Lucia Calamaro.
produzione teatro di Roma
in scena 10_15 novembre .09
09.10
progetto Oggi verso Domani
Progetto oggi Verso domani
GlI SPettaColI
Sallinger prima nazionale
regia Claudio Longhi
con Lino Guanciale, Luca Micheletti, Donatella Allegro, Diana Manea, Barbara Mazzi,
Alberto Onofrietti, ed altri attori in via di definizione
Il titolo di quest’opera di Koltès si deve alla sua passione per lo scrittore americano Jerome David
Salinger (omaggiato di un titolo-dedica che pure ne distorce di poco il cognome), autore del
celeberrimo libro “cult” Il giovane Holden, del 1951.
La pièce affronta il tema del declino del modello di vita americano radiografando il crollo di una
famiglia, turbata per la scomparsa di un loro figlio, morto suicida in segno di protesta. Sallinger,
per la sua forza drammaturgica e l’imprescindibilità delle questioni morali che pone, è adatto ad
essere presentato come “punta di diamante” e al contempo come chiave di volta di un progetto
dedicato all’autore di Metz, nel segno di una ricerca del rapporto dell’individuo con la società cui
appartiene.
la notte poco prima della foresta
regia Claudio Longhi
con Lino Guanciale
Il secondo capitolo del “progetto Koltès” è l’allestimento de la Nuit juste avant les forêts: un
monologo, dirompente e sperimentale, scritto dall’autore ventottenne, che esplora il cosmo della
diversità e del rapporto con l’altro.
Nella solitudine dei campi di cotone
regia Claudio Longhi
con Lino Guanciale e Luca Micheletti
La difficoltà di discernimento e comunicazione dei bisogni e delle pulsioni, l’inadeguatezza dei
soggetti di fronte all’insostenibile e deflagrante potere di verità delle parole, la necessità di
mascherarle e occultarne il senso, tutto questo è la materia attorno a cui Koltès organizza, in
questa parodia della scrittura drammatica borghese francese del XIX secolo che è Nella solitudine
dei campi di cotone.
attività
Giornata di studi dedicata a Koltès
in collaborazione con l’Ambasciata di Francia in Italia
Lezioni-spettacolo per le scuole medie superiori in cui si avvia un percorso di studio sulla nuova
drammaturgia, in specie francese, e su Koltès in particolare.
Incontri con il pubblico su Koltès.
Proiezioni di film legati al teatro koltesiano.
produzione teatro di Roma
in scena 1_6 dicembre .09
09.10
progetto Koltès
Il 15 aprile 1989 si spegneva a Parigi Bernard-Marie Koltès, uno dei rappresentanti più
significativi della nuova drammaturgia francese, la cui parabola artistica e letteraria ha
investito, innovandole profondamente, le convenzioni teatrali contemporanee.
Nella ricorrenza del ventennale della morte il Teatro di Roma, ricorda Koltès attraverso
un progetto che mira a disegnare in maniera quanto più precisa possibile una mappa
dell’universo koltèsiano.
Il Progetto Koltès prevede la proposta di tre spettacoli di Koltès e diverse attività culturali.
di Leonardo Petrillo e Giancarlo Bracale
regia Leonardo Petrillo
La più feroce e subdola delle guerre è quella combattuta da un invisible armata: le mine
anti uomo. Nascoste sotto terra, come semi d’acciaio, ancora oggi, nonostante il trattato
di Ottawa, feriscono o uccidono tra 15.000 e 20.000 persone all’anno, perlopiù innocenti
e civili, soprattutto bambini.
In un non precisato Paese dilaniato dalla guerra civile, Francesco, medico della Croce
Rossa, si trova ad allestire un ospedale in una scuola ormai abbandonata. Qui incontra
Claire, giornalista televisiva del posto, che, insieme al suo operatore, Mohammad, gli
porta a curare un ribelle catturato e ferito da un ufficiale dell’esercito governativo.
Accanto a loro una suora, che insegnava in quella scuola, convinta di avere ancora
vicino a se tutti i suoi piccoli allievi, ed un robot sminatore ormai fuori uso.
Dedicato ai bambini, nella speranza di riuscire, con l’aiuto del teatro, a raccontare come
un mondo senza di loro è un mondo senza futuro.
produzione Neraonda
in scena 29_31 marzo .10
09.10
progetto storia e memoria
SemI d’aCCIaIo
dall’omonimo romanzo di Antonio Tabucchi
regia Marco Baliani
Il romanzo è la storia di un borgo dell'alta toscana e dei suoi abitanti nell'arco storico che
va dall'unità d'Italia ai primi anni sessanta. Le vicende vengono narrate e filtrate in
particolare attraverso la vita di una famiglia di fede garibaldina seguendo, come nello
stendersi di un albero genealogico, il succedersi delle generazioni, gli intrecci con la vita
del paese e dei suoi abitanti ma anche con la più grande Storia italiana. (...)
Lo spettacolo vuole conservare la coralità epica della scrittura, in un alternarsi di scene
collettive e di singole narrazioni, secondo una ricerca di drammaturgia narrativa che
caratterizza da anni il mio percorso. Con improvvise “cadute nel dramma”, a dialoghi
serrati, che subito dopo si scompaginano in una presenza corale o in un unico narratore
collettivo. Attori e attrici non saranno solo personaggi definiti ma anche funzioni di una
coralità sociale più ampia, entrando ed uscendo dalle scene come frammenti di una
continua galleria fotografica. Dal bianco e nero del dagherrotipo alle prime fotografie di
famiglia degli anni sessanta, color pastello, scene e costumi insieme alle luci daranno
anche il colore di quegli anni, non nella loro realtà temporale, ma nella nostra memoria.
La musica segnerà ogni cambio generazionale, ogni passaggio di epoca, trovando
anche qui una memoria musicale rivisitata. La particolare forza della scrittura di Tabucchi
si traduce in una presenza corporea forte, in un’invenzione simbolica e al contempo
materica, fatta di gesti, danza, canti e oggetti, manufatti appositamente creati che
richiamino in altro modo la visionarietà dell'opera.
Ed è proprio la qualità della presenza scenica degli attori, del loro linguaggio
drammaturgico, che permetterà a questa storia del nostro passato di rifuggire dalla
trappola di un rivisitato neorealismo e di farsi di colpo specchio della nostra
contemporaneità. Marco Baliani
produzione teatro di Roma
in scena 8_28 febbraio .10
prima nazionale
RaCCoNtI
con Marco Baliani
In occasione della sua presenza a India, Marco Baliani offre uno spaccato del suo teatro
di narrazione attraverso la riproposta di alcuni titoli come Kohlaas, tratto da Von Kleist o
Una notte nel bosco degli spiriti, nato seguendo il filo di un romanzo nigeriano, e ancora
la notte dei racconti, Frollo, testi attorno ai quali Baliani ha costruito la sua qualità di
narratore, di un teatro che abbandona il personaggio e si rivolge direttamente allo
spettatore con i mezzi tipici della narrazione.
produzione Casa degli alfieri
in scena 16_28 febbraio .10
progetto storia e memoria
PIaZZa d’ItalIa
ideazione e regia Ninni Bruschetta
musiche Giovanni Arena contrabbasso, Riccardo Gerbino percussioni,
Vincenzo Gangi chitarra, Faisal Taher voce
con Teresa Calabrò, Giacomo Curti, Chiara D’Aquila, Caterina De Sanctis,
Cecilia Di Giuli, David Fratini, Ottavia Leoni, Ivan Monti, Perla Moriggi,
Andrea Panichi, Alessandra Rinaudo, Fiona Sansone, Fabrizio Spano
L’anno scorso, quando abbiamo cominciato questo lavoro, sembrava un salto nel buio.
Mettere in scena un testo non teatrale non mi impauriva, ma ero preoccupato da un dato
reale: nessuno dei ragazzi selezionati per il laboratorio conosceva la Costituzione
Italiana. Anzi, a dire la verità, uno sì, l’aveva anche studiata, ma tutti gli altri ne avevano
un’idea abbastanza vaga. Alcuni non l’avevano mai letta. Eravamo nella media della
popolazione del nostro paese.
Io non la riprendevo in mano dai tempi dell’Università, ma l’avevo studiata a fondo e ne
ricordavo almeno la straordinaria qualità formale e la grandezza dei contenuti. Per
questo mi sono fidato. Ho pensato che i padri costituenti avevano fatto un lavoro
geometrico, praticamente perfetto e che tutti sarebbero stati in grado di capirlo. E così
è stato.
Gli attori, tutti selezionati tra i residenti del VII Municipio, hanno partecipato al laboratorio
abbracciando e condividendo i principi di libertà e le regole stesse della nostra carta
costituzionale. L’abbiamo letta, l’abbiamo recitata, così com’è. Poi sono emerse sotto i
nostri occhi le contraddizioni con la realtà del nostro paese, l’applicazione relativa, i
tradimenti, le violazioni e nel contempo la sua potenza, la ricchezza dei contenuti, la
sua storia insanguinata.
Tutto questo ha consentito allo spettacolo di diventare tale, superando la ruvidità del
testo giuridico e trasformandosi in un racconto. Ninni Bruschetta
produzione teatro di Roma
in scena 19_28 marzo .10
attività
Laboratori: Struttura classica e Teatro Civile
I laboratori si svolgeranno ogni giorno, subito dopo la fine dello spettacolo e
tratteranno, integrandoli, tre temi principali:
L’approfondimento dei primi dodici articoli della Costituzione, in collaborazione con
un giovane costituzionalista dell’Università di Roma indicato dal nostro consulente
prof. Michele Ainis;
La struttura classica del dramma;
Il teatro civile.
Sarà illustrato, discusso e rappresentato il metodo con cui il regista e gli attori sono giunti
alla stesura di un testo drammatico partendo dagli articoli della Costituzione Italiana.
Contestualmente sarà messo in luce come il percorso drammaturgico nato da questa
alchimia laboratoriale corrisponda, con estremo rigore, alla struttura classica che si
apprende e si deduce dallo studio delle tragedie greche e dei drammi shakespeariani:
il cosiddetto classical design.
09.10
progetto storia e memoria
la CoStItUZIoNe
testo e regia Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci,
Alessio Venturini
La guerra – l’infanzia – la condizione femminile – l’imprevedibilità dell’amore sono i temi
delle vicende narrate.
La casa dopo il ponte, la bambina dei ranocchi, la magliana, lo sbandato sono i titoli che
siglano le diverse storie. Il tono della scrittura varia secondo la vicenda, dalle cadenze quasi
liriche de la casa dopo il ponte all’asciuttezza bassa e spietata de la magliana. Una
drammaturgia che è comunque legata a tutta l’esperienza di Chiti con la sua Compagnia,
una sorta di summa del lavoro svolto in comune in questi venti anni di collaborazione.
Tutte le storie hanno in comune l’attenzione alle peculiari sonorità della lingua toscana e
l’aspetto visionario e vagamente gotico del soggetto.
in scena 18_23 maggio .10
FIReNZe ‘44 - la notte dei ponti
di Ugo Chiti e Massimo Salvianti
regia e a cura di Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
Un pezzo di storia del nostro paese.
Un diario, una storia, una ricostruzione della battaglia per la liberazione di Firenze dell'estate
1944. Testi, immagini, testimonianze vive da quella tragica ed esaltante estate che vide
Firenze, prima tra le città italiane, liberarsi dell'occupazione nazista contando sulle sole
forze della sua popolazione e delle brigate partigiane, un avvenimento fondamentale nella
storia della città, segnato anche e soprattutto dalla distruzione dei ponti sull'Arno avvenuta
nella notte tra il 3 e il 4 agosto '44.
in scena 22_27 maggio .10
produzione arca azzurra teatro
attività
18_27 maggio .10
Laboratori - Mostra
09.10
progetto storia e memoria
RaCCoNtI Solo RaCCoNtI
ripresa
di Astrid Lindgren
adattamento teatrale Staffan Gotestam
regia e coreografie Fabrizio Angelini
musiche Georg Riedel e Anders Berglund
versione italiana Sagitta Alter e Carlotta Proietti
rielaborazione scenica e costumi Susanna Proietti
supervisione Gigi Proietti
con Eleonora Tata, Alessandro Salvatori, Alessio Conforti, Alice Lussiana Parente,
Altea Russo, Alex Mastromarino ed altri attori in via di definizione
produzione teatro di Roma
in scena 17_22 novembre .09
attività
laboratori dedicati ai bambini
09.10
per i più piccoli
PIPPI CalZelUNGhe
i numeri
della stagione 08/09
Teatro Argentina
Presenze
86.676
di cui studenti
10.918
Spettacoli
n. 158
Presenze medie
549
Presenze/capienza del teatro (680 posti): 83%
Alzate di sipario
n. 207
Teatro India (dati al 17 maggio)
Presenze
24.402
Spettacoli
n. 227
Presenze medie
108
Presenze/capienza teatro (sala A 156 posti + sala B 132 posti): 77%
Alzate di sipario
n. 243
Produzioni Teatro di Roma
u Porcile, regia di Massimo Castri
recite
n.53
presenze n. 24.180
u Ritter, Dene, Voss, regia Piero Maccarinelli
recite
n. 61
presenze n. 16.631
u Pippi Calzelunghe, regia Fabrizio Angelini
recite
n. 40
presenze n. 13.079
Logo TdR col. fino a rid. cm 4
Logo TdR col. piccole applicazioni
Logo TdR bn fino a rid. cm 4
Logo TdR bn piccole applicazioni
informazioni
09.10
Abbonamenti stagione 2009 - 2010
Gli abbonamenti potranno essere acquistati dal 15 giugno .09
a posto fisso 9 spettacoli Teatro Argentina
Cyrano de Bergerac, Molto rumore per nulla, To be or not to be, Le nuvole, L’impresario delle
Smirne, Le signorine di Wilko, Shylock: il mercante di Venezia in prova, Scrittura femminile
azzurro pallido, L’oro di Napoli
intero
ridotto*
poltrona
180 €
153 €
palchi platea, I, II
153 €
135 €
galleria (palchi III e IV)
117 €
108 €
a posto fisso 9 spettacoli + 1 Teatro Argentina
I 9 spettacoli dell’abbonamento a posto fisso + 1 spettacolo a scelta tra: Filumena Maturano,
Certe Notti, Bartleby al prezzo speciale di
20 € (intero)
17 € (ridotto)
a prenotazione studenti 5 spettacoli Teatro Argentina
platea, palchi platea, I, II ordine
50 €
Carte Teatro
Carta Argentina 6 ingressi
a scelta su 13 spettacoli
platea e palchi platea, I, II ordine
120 €
Carta Produzioni 6 ingressi
a scelta su 7 spettacoli prodotti dal Teatro di Roma,
in scena sia al Teatro Argentina che al Teatro India
Teatro Argentina palchi III e IV
India posto unico
60€
Carta India 8 ingressi
a scelta su tutti gli spettacoli del teatro India
posto unico
80 €
Carta Teatro di Roma 15 ingressi**
a scelta sull’intera stagione 2009/10
Teatro Argentina palchi III e IV
India posto unico
150€
*Le riduzioni sono riservate a studenti fino a 26 anni e ad adulti over 65, vendita on-line
**acquistabile solo on-line
Biglietti
per la stagione 2009/10 i prezzi dei biglietti sono invariati
Logo TdR col. fino a rid. cm 4
Logo TdR bn fino a rid. cm 4
Biglietteria Teatro Argentina largo di Torre Argentina, 52 - tel 06 6840001
dal lunedì al sabato 10-14/15-19
Logo TdR col. piccole
applicazioni
Ufficio
promozione,
largo di Torre Argentina, 52 - tel 06 684000346
www.teatrodiroma.net
Logo TdR bn piccole applicazioni