Il cartellone 2009/2010 del Teatro India si caratterizza per la sintesi dei linguaggi contemporanei espressi da diverse esperienze e generazioni sceniche. Un luogo di riferimento per le realtà della sperimentazione e della tradizione del nuovo teatro (dalle compagnie stabili a quelle più giovani e indipendenti) e per spettatori curiosi delle nuove tendenze della scena. Un percorso di connessioni e richiami La stagione si muove come una lente di ingrandimento nel territorio articolato e intergenerazionale della ricerca italiana, con un’attenzione prevalente alla scena romana (nove gruppi/artisti romani sono presenti nel programma). Dai “padri” degli anni 70 (con aperture sugli anni 80 e 90) sino ad arrivare ai nostri giorni con le giovanissime espressioni artistiche degli anni 2000 (presentando, nell’ambito del progetto Oggi verso Domani, il riallestimento di una delle giovani produzioni della scorsa stagione, Lucia Calamaro, e individuando in Mirko Feliziani e nel gruppo guidato da Claudio Longhi i giovani protagonisti della stagione 2009/2010). Una lente di ingrandimento, dunque, che individua alcuni momenti topici di questi quarant’anni di teatro (Pippo di Marca festeggerà proprio a India i suoi quarant’anni di attività), mettendoli in evidenza, ma allo stesso tempo facendoli dialogare fra loro. In questo percorso, d’altronde, si scorgono diverse connessioni e richiami, che focalizzano lo sguardo su alcuni contenuti/tendenze condivisi da molti artisti, in modo trasversale anche rispetto all’età, o gettano ponti fra diverse istanze e esperienze teatrali. Su questa linea si muovono le altre due coproduzioni del Teatro di Roma, Festa di Famiglia e Finale di Partita: un Pirandello rivisitato da Camilleri e dalle attrici di Mitipretese e un inedito confronto di Castri con Beckett. Un’indagine nelle scritture contemporanee Il cartellone si presenta anche come un’indagine all’interno delle scritture contemporanee, per focalizzare la parola del tempo presente, uno scandaglio che si muove tra scritture originali e riletture di testi classici (ancora una tensione netta verso Shakespeare da parte di diverse generazioni), forse perché in questo preciso momento molti registi o giovani interpreti della scena sono più preoccupati di cogliere nuovi motivi dalla drammaturgia che di inventare nuovi codici linguistici. È una scrittura non solo legata al testo, ma anche ad accenti gestuali molto dichiarati e spinti verso metafore di un corpo che diventa esso stesso testo e che si manifesta con fisicità paradossali, oppure rituali, persino pittoriche, quando non decisamente narrative. L’idea di uno spazio drammaturgico accompagnato da una vocalità fortemente emotiva e/o dalla decostruzione dell’immagine, la ritroviamo in altri lavori che più coincidono con la tradizione dell’avanguardia, ma la troviamo anche là dove il piano “etico” con il quale il teatro guarda il proprio tempo coincide con un’impaginazione visionaria dello spettacolo, come nella ricerca di artisti giovani o giovanissimi, autori attori e registi convinti della necessità dell’impegno attraverso la parola. Una parola che evoca memorie, assumendo l’onere di un lettura politica del passato del nostro Paese (come Piazza d’Italia la produzione del Teatro di Roma firmata da Marco Baliani) o di temi più scottanti e attuali. 09.10 Una proposta formativa Le iniziative formative e di approfondimento segnano fortemente il nuovo Teatro India e si caratterizzano per continuità e coerenza rispetto al cartellone, assicurando un’offerta non solo storico/critica, ma anche di sensibilizzazione a temi di attualità, coinvolgendo università e mondo della scuola, senza dimenticare l’associazionismo socialmente impegnato. Dalla stagione 2009/2010 saranno estese anche al Teatro India le visite guidate spettacolarizzate. Una speciale attenzione viene rivolta agli spettatori giovani e giovanissimi, non solo con la ripresa di Pippi Calzelunghe, ma anche con La Costituzione, (uno spettacolo curato da Ninni Bruschetta) che con una scrittura piana, ma di forte impatto emotivo, invita a riflettere sulla nostra carta costituzionale. Queste premesse rendono più funzionale una presentazione del cartellone per temi, così da evidenziare una “mappa di senso”, in cui si intrecciano i diversi percorsi. I temi intorno ai quali si snoda il cartellone 2009/2010 del Teatro India sono: scritture Uno sguardo sui differenti linguaggi della drammaturgia contemporanea, un panorama sui percorsi e sulle tendenze in atto. riletture Da Shakespeare a Beckett, da Pirandello a Pasolini, con alcune incursioni nella narrativa: parole e personaggi di testi classici riletti con uno sguardo contemporaneo. progetti Amleti: un percorso che trova interessanti connessioni attorno al testo shakespeariano, esplorato da punti di vista diversi per linguaggi e generazione Oggi verso domani: la seconda fase di un progetto rivolto alle più giovani espressioni della nostra drammaturgia; Storia e Memoria: la forza del linguaggio teatrale per riportare il passato al presente, o per sensibilizzare alle tragiche conseguenze degli attuali conflitti. Koltès: in occasione del ventennale della morte, un progetto che vuole disegnare una mappa dell’universo koltèsiano per i più piccoli ripresa di Pippi Calzelunghe, spettacolo per i più piccoli che ha riscosso un grande successo nella passata stagione produzioni/coproduzioni Teatro di Roma Giovanna Marinelli 09.10 17_28 marzo .10 6 ottobre_1 novembre .09 19_28 marzo .10 20_25 ottobre .09 29_31 marzo .10 27 ottobre_1 novembre .09 6_16 aprile .10 3_8 novembre .09 7_11 aprile .10 10_15 novembre .09 14_25 aprile .10 Il VaNtoNe FeSta dI FamIGlIa melÓ leGGe e oRdINe aSPettaNdo Godot amleto la CoStItUZIoNe SemI d’aCCIaIo medea e la lUNa PaSQUa aUtobIoGRaFIa della VeRGoGNa (maGICK) le UltIme Sette PaRole dI CaRaVaGGIo 17_22 novembre .09 23_29 aprile .10 17_22 novembre .09 6_16 maggio .10 24_29 novembre .09 11_16 maggio .10 24_29 novembre .09 18_23 maggio .10 1_6 dicembre .09 22_27 maggio .10 5_13 dicembre .09 27 maggio_6 giugno .10 1_6 febbraio .10 8_20 giugno .10 8_28 febbraio .10 15_20 giugno .10 PIPPI CalZelUNGhe la boRto PoRNobboY amleto - Nella Carne il Silenzio PRoGetto KoltèS l’ImPeRatoRe della CINa otello PIaZZa d’ItalIa 16_28 febbraio .10 RaCCoNtI 3_14 marzo .10 Nel Nome dI GeSU’ 9_14 marzo .10 ClowNS 09.10 olIo la CaSa dI Ramallah ChINeSe CoFFee RaCCoNtI Solo RaCCoNtI FIReNZe ‘44 - la notte dei ponti emIlIa GalottI FINale dI PaRtIta la SIGNoRa Che GUaRda NeGlI oCChI 22_27 giugno .10 Il PoPolo NoN ha Il PaNe? dIamoGlI le bRIoChe 22_27 giugno .10 amleto a PRaNZo e a CeNa scritture riletture progetti per i più piccoli calendario 29 settembre_4 ottobre .09 regia e drammaturgia Raquel Silva con Julien Lambert e Raquel Silva La paura della morte e quella del vivere lasciano un esiguo spazio di azione. I personaggi di legge e ordine più che alla ricerca di risposte sono alla ricerca di domande che gli permettano di capire i danni subiti dal semplice atto di nascere. Per le loro riflessioni si servono dei loro corpi, li trasformano in movimento, in parole, in canzoni. Si racconta di un Lui e una Lei che cercano di capire, di conoscersi. Si procede nella loro storia seguendo il ritmo del loro pensiero, delle loro associazioni di immagini. Lui e Lei esistono dentro una stanza qualunque, con armadio, vestiti, un letto. Ma è proprio questa normalità a permettere apparizioni inattese. Ogni volta che si incontrano diventano l'uno per l'altra l'incarnazione delle difficoltà e degli interrogativi che hanno in testa. legge e ordine è uno spettacolo sulla difficoltà. La difficoltà di essere chi si è, la difficoltà di trovare dei punti di riferimento, di trovare un modo di districarsi nella vita, con l'ironia di chi sa che le risposte ogni volta cambiano forma e aspetto, si nascondono. Che ci sono tante, troppe risposte. produzione Fattore K in scena 27 ottobre_1 novembre .09 prima nazionale la boRto di e con Saverio La Ruina Lo spettacolo mette a fuoco le storie di due donne che affrontano l’aborto clandestino: il calvario in un sud arretrato e opprimente della più anziana; la via crucis in un sud a noi più vicino della più giovane, per tanti versi simile a quella di una qualsiasi sedicenne di oggi nonostante le garanzie espresse dalla legge. Storie necessarie non solo perché appare ormai offuscata la memoria del passato, quando di clandestinità spesso le donne morivano o restavano per sempre gravemente danneggiate, ma anche per il diffondersi esponenziale degli aborti clandestini fra le donne immigrate. La messinscena vuole evitare le ideologie. Si attiene ai fatti nudi e crudi. Ricorre a una scrittura amaramente ironica, realistica e visionaria al tempo stesso, come è proprio dei racconti, anche drammatici, di certe donne del sud. Per divenire infine asciutta e concreta nel sofferto racconto di una giovane non ancora maggiorenne. produzione Scena Verticale in scena 17_22 novembre .09 prima nazionale 09.10 scritture leGGe e oRdINe di Enrico Castellani, Valeria Raimondi con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Ilaria Dalle Donne Pornobboy fotografa il nostro tempo. La realtà e le sue contraddizioni. Va a scovare le nostre incoerenze. Per scoperchiarle. Per riderne. Con cinismo. Con affetto. Pornobboy non è una requisitoria sul sesso. È un blob del nostro presente saturo. Tutto viene pornograficamente mostrato. Noi ne godiamo. Ci scandalizziamo. Ci affoghiamo. Il centro dello spettacolo è il continuo bombardamento mediatico. Il nostro modo di vivere e recepire tutto ciò. Il nostro farne parte. Il bisogno di mostrare, ostentare, guardare e vedere tutto. Lo spettacolo procede senza soluzione di continuità. Adotta un linguaggio che ha la volontà dichiarata di uscire da gangli già dati, di non utilizzare stilemi consolidati, ma ha l’ambizione di continuare a costruire un teatro sovrabbondante di immagini, ma non esclusivamente visivo, denso di icone e simboli, ma non astratto, saturo di parole senza essere in alcun modo narrativo. produzione babilonia teatri, Festival delle Colline torinesi, operaestate Festival Veneto in scena 24_29 novembre .09 Nel Nome dI GeSU’ di Corrado Augias regia Ruggero Cara con Paolo Bonacelli e Aisha Cerami “Una giovane donna affronta una scelta fondamentale per la sua vita: decidere se restare o no nel luogo di raccoglimento e di preghiera nel quale si trova. Rivolge al suo professore e guida una serie di domande concentrate su due argomenti. Il primo è la fine di Gesù, vale a dire le ragioni storiche (prescindendo cioè dalle Scritture) per le quali quel famoso giorno di primavera, a Gerusalemme, venne emessa ed eseguita la sua condanna a morte. Il secondo argomento, che deriva quasi direttamente dal primo, è quanto la chiesa che si dice a lui e da lui ispirata, corrisponda, nella realtà dei comportamenti, al suo messaggio. Se corrisponda o no al messaggio del Vangelo l’intromissione continua negli affari dello Stato. Non aveva Gesù separato ‘Dio’ da ‘Cesare’? Il finale non scioglierà tutte le nostre domande. Non sapremo con certezza se la giovane donna resterà o meno; se troverà ognuno dentro di sé la possibile risposta. Avremo però ricostruito una ragionevole spiegazione ‘storica’ per la condanna di un uomo che stava cambiando il mondo.” Corrado Augias produzione teatro Stabile della Sardegna - Promo music in scena 3_14 marzo .10 09.10 scritture PoRNobboY regia Armando Punzo con Leonardo Capuano e Nicola Rignanese Ci siamo allontanati dalle strade assolute dove i personaggi erano nati, quelle strade della pagina scritta che ha immortalato la folgorante tragedia del Riccardo III, e sfuggiti alle parole di Shakespeare abbiamo incontrato altre e nuove figure che smascherano la fragilità del potere e le sue contraddizioni. Sono come puri spiriti incorporei, vagano nella notti a fianco dell’umanità che li ha generati e che non li riconosce più. Personaggisimbolo che raccontano quegli aspetti meno espliciti della tragedia scespiriana, liberi di quella libertà disperata e tragicomica di personaggi arresi al loro destino di essere misconosciuti anche dal loro stesso autore. Si esalteranno, piangeranno questo loro destino infame e ridicolo, avranno ancora sogni che resteranno tali, mostreranno il tragico e il comico di ogni essere umano. Faranno profezie che risulteranno un groviglio di pazzia e magia. Assomiglieranno all’umano di cui cercano il calore e il contatto, perché in quanto figure impalpabili e fantasmatiche sono lì a ricordarci – a noi spettatori - la nostra stessa possibilità di pazzia e di magia. Da questa dissociazione di una vita oltre la vita, irrappresentabile, il gioco della rappresentazione. produzione Carte blanche/Volterrateatro - armuniaFestival in scena 9_14 marzo .10 le UltIme Sette PaRole dI CaRaVaGGIo di e regia Ruggero Cappuccio con Lello Arena e Claudio Di Palma Nelle Ultime Sette Parole di Caravaggio, Ruggero Cappuccio accende il delirio del grande artista in un dialogo disperato con sé stesso a quella profondità di confessione provocata dalla fine imminente. L’artista è braccato da sette donne soprannominate le femminote, una falange zingaresca di femmine siculo-calabre esperte di una vita criminale abbracciata per altrettanta disperazione. Incaricate dai poteri politici e religiosi di eliminare Caravaggio, esse si danno ad interpretare la parte dei suoi giuda, in cambio di un silenzioso oblio sui loro reati pregressi. Nell’ora definitiva della sua vita Caravaggio dipinge i suoi ultimi segni, intreccia con il suo servo e le sue assassine una sinfonia di parole crude e sognanti, traccia il suo testamento sprezzante in un sabba di suoni dell’antica lingua italiana parlata e diretta, dell’incalzante musica tagliente di parole napoletane, siciliane, acuminate a dire il cielo e l’inferno che circondano la solitudine dell’esistere e morire. produzione teatro Segreto in scena 14_25 aprile .10 09.10 scritture ClowNS di e regia Marco Calvani con Monica Scattini, Mauro Marino, Michael Schermi olio racconta in forma di monologo tre storie. Quella di Leo, un ambizioso attore di teatro che firmando un contratto per un reality show inizia una scalata verso il successo ma anche una vera discesa agli inferi; del suo compagno Miky, un brillante avvocato ossessionato dall’idea di ridare un ordine al mondo, e di Giò, un agente di spettacolo arrivista, una macchina da lavoro e da soldi, vittima della propria ambizione e della propria solitudine. I tre monologhi si sviluppano in un veloce e vorticoso susseguirsi di quadri in cui i singoli personaggi pur parlandosi rimangono separati fra di loro, senza toccarsi o guardarsi mai, isolati nel loro universo come nel loro destino. Una favola ironica e cattiva sull’eterno conflitto fra la ragione e la passione, e sulla fragilità di un’identità al cospetto dell’autorità. Una commedia nera sulla paura della fine e della morte, e sulla umana folle rincorsa al possesso e all’affermazione di se stessi. produzione mixò in collaborazione con associazione teatrale Pistoiese in scena 23_29 aprile .10 la CaSa dI Ramallah di Antonio Tarantino regia Antonio Calenda con Giorgio Albertazzi, Daniela Giovanetti Con l’attualissimo e inquietante la casa di Ramallah, Antonio Calenda affronta per la prima volta Tarantino e tocca un tema sensibilissimo: il testo infatti rappresenta le ore che un padre e una madre trascorrono sul treno accompagnando la loro figlia nel luogo in cui si farà esplodere. Il treno interregionale su cui i tre viaggiano, annulla la distanza fisica e di pensiero fra la nostra realtà e quella del mondo arabo. Il dialogo irragionevole eppure toccante fra i tre, fitto, dolente, pieno di autosuggestioni e fanatismi, ma anche di verità del cuore, è quanto verrà rappresentato da tre interpreti di grande talento. Il protagonista maschile, possiede la raffinatezza e le profondità espressive di Giorgio Albertazzi. produzione teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in scena 6_16 maggio .10 09.10 scritture olIo di Ira Lewis traduzione Letizia Russo regia Pierpaolo Sepe con Max Malatesta, Paolo Sassanelli Di una sconfitta non bisogna vergognarsi. Una sconfitta ha la stessa dignità di una vittoria. Non bisogna aver paura di perdere. È pericoloso invece cercare di vincere comunque. Rinunciare al motivo stesso per cui si gioca. Pur di vincere. Inseguire il consenso. Per poi affermare un sé stesso che non c’è più. Che è sparito nel compiacere pensieri altrui. Che è sparito nell’affanno della rincorsa. Smarrire il proprio sguardo. Il proprio modo di osservare e di sentire. È molto peggio che perdere. Non possiamo vincere tutti. Alcuni di noi sono destinati a perdere. Va bene così. L’importante è giocare con lealtà e correttezza. Moralità è un sostantivo dal sapore sovversivo. La sola rivoluzione possibile. Questo spettacolo vuole raccontare di un tempo in cui gli uomini vendevano loro stessi, i propri sogni, i valori più sacri e inviolabili, in nome del mercato. Un tempo di oscurità e dolore. Ma anche di riscossa e speranza. Il nostro tempo. Ora. produzione Nuovo teatro Nuovo in collaborazione con Festival teatrale di borgio Verezzi in scena 11_16 maggio .10 la SIGNoRa Che GUaRda NeGlI oCChI di Sabrina Petyx regia Giuseppe Cutino con Maria Cucinotti, Filippo Luna, Sabrina Petyx Dare voce e azione alla trappola sotterranea che pizzo e usura serrano intorno alle loro prede è cercare di rappresentare l’irrappresentabile guardando negli occhi la paura e sfidandola con parole quotidiane, parole riconoscibili che sanno stare sulla bocca di vittime e carnefici con la stessa efficacia. “Chi deve pagare pagherà”. la signora che guarda negli occhi è un confronto a viso aperto con un tema che fonda la sua esistenza sull’imperativo delle non parole, sul silenzio, sull’omertà. Sulla paura. La paura è una signora che guarda negli occhi e costringe ad abbassare la testa. Una società civile stretta nella morsa della paura è destinata a soccombere. produzione m’aRte movimenti d’arte in scena 15_20 giugno .10 09.10 scritture ChINeSe CoFFee di Pier Paolo Pasolini da Plauto regia Roberto Valerio con Francesco Feletti, Massimo Grigò, Roberta Mattei, Michele Nani, Nicola Rignanese, Roberto Valerio Il Vantone è la Roma dei raggiri, delle truffe, degli espedienti per sopravvivere, della lotta per riuscire a mangiare, dell’eterna lotta tra padrone e servo, o meglio tra signori e morti di fame… È la Roma di borgata, Pietralata o il Prenestino, dove, per citare Pasolini, “la gente viveva nelle baracche-tuguri costruite sulla polvere brecciolosa e sparsa di sporcizie e di rifiuti (…) con intorno zella e sole, sole e zella (…), come una specie di città indigena con un odore così forte di merda di fogna che accorava…”. È la Roma degli sbruffoni, dei raccontaballe, dei vantoni da bar che raccontano mirabolanti avventure prendendo spunto da piccoli episodi a volte pure inventati, di “quelli che se credeno capoccia, e a casa la moje je spacca la capoccia…”. È la Roma musicale del dialetto. È la Roma dell'avanspettacolo negli anni del dopoguerra: “qualcosa di vagamente analogo al teatro di Plauto, di così sanguignamente plebeo, capace di dar luogo ad uno scambio altrettanto intenso, ammiccante e dialogante, fra testo e pubblico, mi pareva di poterlo individuare soltanto nell'avanspettacolo: Il mobilissimo volgare insomma, contagiato dalla volgarità, direi fisiologica, del capocomico... della soubrette...”. Questi gli spunti a cui lo spettacolo si ispira, avendo come costante riferimento la filmografia pasoliniana (soprattutto Accattone, Mamma Roma, La ricotta, Che cosa sono le nuvole?) e gli interpreti dell’avanspettacolo italiano (da Petrolini ad Alberto Lionello, da Wanda Osiris a Delia Scala). Roberto Valerio produzione associazione teatrale Pistoiese/teatridithalia in scena 29 settembre_4 ottobre .09 09.10 riletture Il VaNtoNe drammaturgia e regia Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres collaborazione alla drammaturgia Andrea Camilleri da testi di Luigi Pirandello con Fabio Cocifoglia, Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Diego Ribon, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres Festa di famiglia è una riflessione sulle dinamiche violente all’interno del nucleo familiare. Il tema è drammatico e la storia che raccontiamo lascia pochi spiragli alla speranza; la sfida che ci proponiamo è quella di riuscire a raccontarne anche il lato tragicomico, di riuscire a vedere ciò che di grottesco e ridicolo si cela dietro le umane miserie. Siamo partiti da Pirandello, un autore che conosce a fondo la nostra realtà. Abbiamo isolato le scene che ci sembravano centrate sul nostro tema, abbiamo scambiato le battute tra i personaggi, abbiamo cambiato genere ai personaggi, abbiamo creato un nuovo personaggio da due, tre altri personaggi già esistenti. Abbiamo pensato che Camilleri, grande conoscitore di Pirandello e maestro di ironia potesse essere la persona più adatta per consigliarci in questo lavoro e invece ne è nato un vero e proprio sodalizio, un vero e proprio progetto comune. Mitipretese produzione teatro di Roma, mercadante teatro Stabile di Napoli, artisti Riuniti in scena 6 ottobre_1 novembre .09 prima nazionale attività Giochi di ruolo e dinamiche di gruppo, riservati ai bienni e trienni dei licei ed istituti professionali, sul tema della violenza in famiglia. Proiezione di film legati al tema, a cura dell’Associazione culturale Cinemavvenire costituita da esperti ed analisti, seguiti da dibattiti. Ogni giorno la proiezione del film sarà preceduta dalla presentazione di un’associazione di settore che affronterà un tema specifico (la violenza in famiglia ed il diritto, la violenza sui minori, la violenza psicologica, ecc.). In collaborazione con l’Università Roma Tre e La Sapienza, saranno organizzati due convegni legati al tema della violenza in famiglia: il primo tratterà la violenza in chiave psicologica, il secondo verterà sulle opere letterarie, teatrali e poetiche che nei secoli hanno affrontato il tema in Occidente. Le attività sono curate da minimumfax live 09.10 riletture FeSta dI FamIGlIa di Samuel Beckett traduzione Carlo Fruttero regia Lorenzo Loris con Gigio Alberti, Mario Sala, Giorgio Minneci, Alessandro Tedeschi, Davide Giacometti Dopo Finale di partita, Lorenzo Loris si misura con il capolavoro beckettiano attrezzandosi a restituire il testo nella sua potente e devastante forza teatrale, cercando, come il regista stesso afferma “dentro le regole che Beckett impone” la libertà della propria interpretazione. “Attenendosi in modo ferreo alle regole che Beckett ci segnala si pensa di avere poca libertà di interpretazione, ma se si segue la sua gabbia di indicazioni si finisce per immagazzinare un tale bagaglio di informazioni che diventa quasi naturale costruire una regia senza dover rinunciare alla propria libertà creativa”. Dopo mezzo secolo da allora, nelle nostre metropoli multietniche aspettando Godot può rappresentare l’emblema di una società in cui l’uomo vive una dimensione spersonalizzante e raggiunge il paradosso di sentirsi solo in mezzo alla moltitudine. produzione teatro out off in scena 3_8 novembre .09 l’ImPeRatoRe della CINa di Georges Ribémont-Dessaignes traduzione, adattamento e regia Pippo Di Marca con Pippo Di Marca, Ciro Carlo Fico, Luigi Lodoli, Fabio Pasquini, Vincenzo Schirru, Elisa Turco Liveri Anna Paola Vellaccio A quarant’anni esatti dall’ultima messa in scena di Giancarlo Nanni con protagonisti Kustermann, Perlini e Di Marca allo storico Teatro La Fede, Pippo Di Marca ripropone oggi “L’Imperatore della Cina” di Georges Ribemont-Dessaignes. I dadaisti e i surrealisti, al suo apparire, nel 1916, salutarono il testo come ‘precursore’ ed esempio massimo della drammaturgia dada, persino superiore all’Ubu Re di Jarry. Negli anni ‘20 Bragaglia lo mise in scena per la prima volta in Italia. Poi il silenzio, fino al ‘69. È dunque la terza messa in scena italiana in assoluto in quasi un secolo! In Francia e altrove, ovviamente, se ne contano a decine. E non a caso. Si tratta di un testo fondante del teatro contemporaneo: che prefigura il teatro come performance e l’irrapresentabilità del tragico. È una ‘denuncia’, per absurdum, della guerra: ma è una tragedia negata, impossibile da rappresentare, per questo virata in una sorta di farsa nera, eppure metafisica, lucidamente ironica. Una bella sfida per Pippo Di Marca e il suo Meta-Teatro. produzione la Compagnia del meta-teatro in scena 5_13 dicembre .09 prima nazionale attività 8_13 dicembre .09 Letture sceniche - Mostra fotografica - Video 09.10 riletture aSPettaNdo Godot di William Shakespeare traduzione Salvatore Quasimodo adattamento e regia Claudio Autelli con Matilde Facheris, Lino Musella, Woody Neri, Irene Serini, Francesco Villano Cinque commensali vivono i loro destini compiendo il loro percorso verso la rovina; un percorso fatto di fraintendimenti, menzogne, invidie, e piccole risate: una commedia degli equivoci dentro la quale, la miopia e la sostanziale inadeguatezza dei personaggi ai loro ruoli, trasforma la loro storia in un progressivo sacrificio di chi più degli altri ha voluto ritagliarsi quella parte, la parte dell’agnello sacrificale. Desdemona appare come la portata principale di un banchetto che vede gli invitati tutti coinvolti nella sua scarnificazione. Il martirio di una “santa donna” a cui piace ammettere: “State certo che il vostro avvocato preferirà morire piuttosto che rinunciare a difendere la vostra causa”: E di questo afflato, nell’affannosa ricerca di un centro che fermi il loro andare alla deriva, si nutriranno tutti. produzione teatro litta in scena 1_6 febbraio .10 medea e la lUNa da Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro adattamento Giancarlo Cauteruccio e Patrizia Zappa Mulas regia Giancarlo Cauteruccio con Patrizia Zappa Mulas, Fulvio Cauteruccio, Giancarlo Cauteruccio medea e la luna da Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro, nasce come omaggio allo scrittore calabro. È un’opera che propone una eroina tragica nuova rispetto a quella creata da Euripide o immaginata successivamente da Grillparzer, in cui è possibile cogliere una spiazzante contemporaneità. Medea, incarnata da Patrizia Zappa Mulas, è nelle parole di Alvaro “un’antenata di tante donne che hanno subito una persecuzione razziale e di tante che, respinte dalla loro patria, vagano senza passaporto da nazione a nazione, popolano i campi di concentramento e i campi di profughi”. Una donna che si aggira tra le macerie del proprio amore negato e frustrato, rivendicando la propria autonomia nel non soggiacere a un percorso predestinato. Cauteruccio ne fa una riscrittura in cui le parti recitate si alternano e si compenetrano con parti cantate e sostenute da musiche originali. Sonorità ancestrali legate alla terra, alla memoria attraverso strumenti quali fisarmonica, tamburi e flauti che scandiscono i ritmi arcaici e che supportano una vocalità antica, fatta di melodie semplici e profonde. produzione Compagnia teatrale Krypton, magna Grecia teatro Festival, assessorato alla Cultura - Regione Calabria, mibaC – dipartimento dello Spettacolo, Regione toscana, Scandicci Cultura, Comune di Firenze in collaborazione con Fondazione teatro metastasio di Prato, Fondazione Corrado alvaro - San luca RC in scena 6_16 aprile .10 09.10 riletture otello di August Strindberg drammaturgia e regia Monica Conti con Michela Martini, Federico Manfredi, Silvia Ajelli, Greta Zamparini, Alessandro Lussiana, Nicola Stravalaci Pasqua è una delle opere più insolite, meno note e meno rappresentate di August Strindberg. L'unica che si conclude con un segnale di speranza. Scritta nel ‘900, racconta un vissuto famigliare in un arco temporale particolare: sono i tre giorni che precedono la Pasqua, giovedì, venerdì e sabato santi. Un giorno per ogni atto, tempo di passione, quella di una famiglia isolata dal mondo e chiusa in sé per vergogna e paura. Segnati dai marchi dell'infamia sociale, la galera, la pazzia e la miseria, gli Heyst si nascondono dal temibile Lindkvist, creditore del padre, in carcere per debiti. Lindkvist nel loro immaginario si trasforma in un orco terribile, del quale anche solo il rumore dei passi li rende come bambini sperduti nel bosco, sopraffatti dalla paura. Ma, alla fine, sorprendentemente e ironicamente il lieto fine. Il maestro geniale e nevrotico pare dire a sé stesso e agli altri: è l'occhio nero che ingigantisce il negativo. Basta cambiare occhio, usare quello bianco, e può tornare la pace, può esserci resurrezione. produzione l’aRt e teatro out off in scena 7_11 aprile .10 emIlIa GalottI da Gotthold Ephraim Lessing drammaturgia Paolo Fallai regia Alessandro Berdini con Elettra Mallaby, Paola Rinaldi, Luigi Di Fiore, Alberto di Stasio, Daniele Griggio emilia Galotti è il primo dramma politico della letteratura tedesca, in cui l’autore condanna aspramente la vita condotta nelle corti principesche e insorge contro le offese ai diritti umani fondamentali. La riduzione drammaturgica di Paolo Fallai e la regia di Alessandro Berdini, offrono una emilia Galotti trasportata ai nostri giorni. L’idea centrale del progetto registico è che i vizi e le virtù non rappresentano qui qualità umane universali, ma piuttosto sono distribuite fra gli esponenti dei vari ceti sociali seguendo psicologia e caratteri dei personaggi. Il principe di Guastalla, qui diventa un principe della comunicazione, ha una passione per la bellezza della borghese Emilia. Una passione che ucciderà la giovane ma che sarà fatale a tutti i protagonisti. produzione teatroinaria, Stanze luminose in scena 27 maggio_6 giugno .10 09.10 riletture PaSQUa di Samuel Beckett regia Massimo Castri Castri affronta per la prima volta un testo del celebre drammaturgo irlandese. Finale di partita, capolavoro del teatro di Beckett, trae il titolo da una mossa del gioco degli scacchi. L’analogia tra il contenuto del testo e il gioco è stata espressa dallo stesso autore, che ne era appassionato giocatore. Hamm, cieco e immobilizzato su una sedia a rotelle e Clov, il suo servo, vivono un rapporto conflittuale fatto di litigi e di reciproca dipendenza. Clov vive nella tentazione di andarsene e nell’incapacità di farlo, preso nella sottile rete di un rapporto che è, in fondo, un infinito alternarsi di mosse, proprio come negli scacchi. Lo stesso Beckett disse. “Hamm è il re in questa partita a scacchi persa sin dall’inizio. Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di rinviare l’inevitabile fine.” Se in Aspettando Godot si riesce a intravedere un’ambientazione quasi realistica, Finale di partita si svolge in uno scenario che oggi potremo definire post-atomico. La stanza in cui si consuma tutto è stata paragonata da alcuni critici all’interno di una cavità cranica, per le due finestre centrali che potrebbero ricordare le cavità oculari. Altre letture hanno lasciato intendere che la scena sia in realtà l’interno di una grande arca che sta solcando il pianeta all’indomani di un nuovo diluvio esiziale. produzione teatro di Roma, emilia Romagna teatro Fondazione, teatro metastasio Stabile di toscana in scena 8_20 giugno .10 09.10 riletture FINale dI PaRtIta di William Shakespeare regia Roberto Bacci con Tazio Torrini, Andrea Fiorentini, Serena Gatti, Debora Mattiello, Luigi Petrolini, Francesco Puleo, Alessandro Porcu Nella Carne il Silenzio è il sottotitolo della nuova messa in scena di amleto Questa nuova esperienza, oltre ad un diverso cast e all’interpretazione di Amleto da parte di Tazio Torrini, segue un’idea drammaturgica che interroga il testo di Shakespeare con altre domande. Le “forze” che spingono la storia a realizzarsi sono incarnate da sei duellanti mascherati che costringono Amleto a ripetere il proprio destino e le parole già mille volte ascoltate. E mentre da varie metamorfosi dei “duellanti” prendono vita i personaggi dell’opera, senza che ci siano ruoli unici assegnati, Amleto è circondato da Re, Regine, Spettri, Ofelie, Orazi e Poloni che si moltiplicano prendendo corpo intorno a lui per spingerlo verso la sua “fine”. Ed’è dalla carne di Amleto, giunto al limite della sua storia e della sua esistenza che scaturisce il “silenzio” di fronte a cui le domande restano sospese, così come resta sospesa la vendetta per l’assassinio di suo padre. produzione Compagnia laboratorio di Pontedera in scena 24_29 novembre .09 amleto da William Shakespeare adattamento e regia Maria Grazia Cipriani Riscrittura di un sanguinoso melò sulla vendetta, della tragedia della vendetta l’ Amleto conserva l’apparenza. Sollevato il velo dell’apparenza, quello che viene alla luce è il dramma dell’uomo che, non potendo più ridurre l’universo a semplici formule, lotta per trovare una ragione d’essere. Sembra infatti che Amleto faccia della vendetta solo o soprattutto l’argomento della sua rappresentazione. Ed è illuminante che uno spettacolino di una scalcagnata compagnia di guitti, La trappola per topi, possa permettere di svelare la verità. Il teatro sembra farsi il luogo dove si può liberamente “essere”. E Amleto, nella sua nostalgia dell’ ”essere”, par davvero “sia” soltanto quando indossa la maschera della finzione, come l’attore che la recita nel corso del dramma. Questo Amleto è un fool: che a tratti dispiega un cinismo irrefrenabile, a tratti, con una grazia quasi femminile che porta con sé la nostalgia dell’infanzia, sembra l’incarnazione di un sogno romantico: crudele sempre, nel gioco dei diversi ruoli, e lucidamente fedele al metodo della sua follia. produzione teatro del Carretto in scena 17_28 marzo .10 prima nazionale 09.10 progetto amleti amleto - Nella Carne il Silenzio di Filippo Timi regia Filippo Timi e Stefania De Santis con Filippo Timi, Paola Fresa, Marina Rocco, Luca Pignagnoli, Lucia Mascino Un poveraccio quando esce fuori di testa si sente RE, un RE quando impazzisce che cosa si può mai immaginare di essere? Un ragazzino viziato che d’improvviso si sveglia nella notte… inizia a ridere e demolire il mondo… esasperando i meccanismi di potere, desiderio… e brama… che regolano la natura violenta dell’uomo. Lui, il delfino del re, dalla vetta della piramide, come un giullare, pezzo per pezzo, comincia a smontare, mattone su mattone, la piramide stessa… crollando con essa… Di fronte alla realtà, di fronte a certi irrimediabili eventi, la morte, la perdita di un amore… il cuore e il cervello impazziscono, hanno bisogno di trovare fughe e nuove logiche per non soffrire così tanto. Ridere, è la risposta della coscienza alla tragedia? Ridere il pianto. Ridere la morte. Ridere l’abbandono. Ridere il tradimento. Ridere la follia. Ogni sentimento ha una bocca, e io voglio far ridere la bocca dei sentimenti! Ogni vita è lo specchio della vita. Guardati, disse un giorno Amleto ad Ofelia, guardati in me… come fai a non ridere di te? produzione Santo Rocco & Garrincha in collaborazione con Nuovo teatro Nuovo, artedanzae20, teatro stabile dell’Umbria in scena 22_27 giugno .10 amleto a PRaNZo e a CeNa tratto da Amleto di William Shakespeare ideazione e regia Oscar De Summa con Oscar De Summa, Angelo Romagnoli, Armando Iovino, Roberto Rustioni Oscar De Summa giovane artista emergente si cimenta nella regia di amleto a pranzo e a cena, spettacolo leggero e divertente che nasce con l’intento di aprire il più possibile il teatro alla più vasta platea. Come accadeva nella Commedia dell'arte, gli attori decidono sul luogo cosa mettere in scena, un semplice escamotage (peraltro suggerito dal testo stesso) che aiuta a svelare come si crea uno spettacolo, cosa c'è dietro quella che sembra pura creatività. I rapporti umani si confrontano con i ruoli degli attori, tutto per svelare quanto verità e finzione siano due facce della stessa medaglia e i piani della realtà e del teatro si mescolino continuamente uno nell'altro. produzione emilia Romagna teatro Fondazione, Compagnia de Summa in scena 22_27 giugno .10 09.10 progetto amleti Il PoPolo NoN ha Il PaNe? dIamoGlI le bRIoChe “Oggi verso Domani” è un progetto del Teatro di Roma giunto al suo secondo anno. Il progetto risponde alla convinzione che il compito di un’istituzione sia anche quello di seguire criticamente il percorso dell’artista, di condividerlo e possibilmente di renderlo più facile. Le opere prodotte grazie a questo progetto, hanno pertanto un “accompagnamento” il più possibile completo che, oltre la produzione, prevedono un sostegno nella promozione e nella distribuzione del lavoro. In questo secondo anno verrà prodotto lo spettacolo di Mirko Feliziani, meló e verrà riproposto lo spettacolo della passata stagione, autobiografia della vergogna (magick) di Lucia Calamaro. melÓ uno spettacolo di Mirko Feliziani con Elena Borgogni, Beatrice Ciampaglia, Mirko Feliziani meló vuole essere un pezzo di teatro da camera, una suite, quasi una drammaturgia di “piccole danze” e variazioni sui temi echeggiati dal titolo. Il pubblico osserverà i personaggi con sguardo da voyeur, cogliendone i piccoli gesti quotidiani che adombrano la tensione sotterranea che li lega fra loro; proverà, persistente, la sensazione di pericolo imminente, credendo a tratti che la tensione possa esplodere davanti ai suoi occhi e che il peggio possa accadere; riceverà allora d’improvviso l’attenzione diretta di quei personaggi, per essere così impudicamente messo a parte dei loro interrogativi e dubbi. La scrittura di meló è frugale e scarna: la parola è un contrappunto a sguardi e gesti dei personaggi, quasi svuotata di sostanza per via della sovrabbondanza di ripetizioni e variazioni che spingono lo spettatore ad abbandonare ed andare oltre il senso letterale della vicenda. La trama su cui gioca meló è presto detta: una giovane ragazza incinta, aiutata dal fratello, si introduce in casa dell’amante del suo compagno per sottrarle il neonato che ella ha avuto a sua volta da lui. Mirko Feliziani produzione teatro di Roma - armuniaFestival in scena 20_25 ottobre .09 prima nazionale aUtobIoGRaFIa della VeRGoGNa (maGICK) ripresa scritto, diretto e interpretato da Lucia Calamaro con Benedetta Cesqui, Monika Mariotti Uno spettacolo scritto dentro il dolore della parola, uno sguardo che riflette l’incommensurabile piètas della vita. Torna a India dopo il debutto dello scorso anno la scrittura della giovane regista-drammaturga Lucia Calamaro. produzione teatro di Roma in scena 10_15 novembre .09 09.10 progetto Oggi verso Domani Progetto oggi Verso domani GlI SPettaColI Sallinger prima nazionale regia Claudio Longhi con Lino Guanciale, Luca Micheletti, Donatella Allegro, Diana Manea, Barbara Mazzi, Alberto Onofrietti, ed altri attori in via di definizione Il titolo di quest’opera di Koltès si deve alla sua passione per lo scrittore americano Jerome David Salinger (omaggiato di un titolo-dedica che pure ne distorce di poco il cognome), autore del celeberrimo libro “cult” Il giovane Holden, del 1951. La pièce affronta il tema del declino del modello di vita americano radiografando il crollo di una famiglia, turbata per la scomparsa di un loro figlio, morto suicida in segno di protesta. Sallinger, per la sua forza drammaturgica e l’imprescindibilità delle questioni morali che pone, è adatto ad essere presentato come “punta di diamante” e al contempo come chiave di volta di un progetto dedicato all’autore di Metz, nel segno di una ricerca del rapporto dell’individuo con la società cui appartiene. la notte poco prima della foresta regia Claudio Longhi con Lino Guanciale Il secondo capitolo del “progetto Koltès” è l’allestimento de la Nuit juste avant les forêts: un monologo, dirompente e sperimentale, scritto dall’autore ventottenne, che esplora il cosmo della diversità e del rapporto con l’altro. Nella solitudine dei campi di cotone regia Claudio Longhi con Lino Guanciale e Luca Micheletti La difficoltà di discernimento e comunicazione dei bisogni e delle pulsioni, l’inadeguatezza dei soggetti di fronte all’insostenibile e deflagrante potere di verità delle parole, la necessità di mascherarle e occultarne il senso, tutto questo è la materia attorno a cui Koltès organizza, in questa parodia della scrittura drammatica borghese francese del XIX secolo che è Nella solitudine dei campi di cotone. attività Giornata di studi dedicata a Koltès in collaborazione con l’Ambasciata di Francia in Italia Lezioni-spettacolo per le scuole medie superiori in cui si avvia un percorso di studio sulla nuova drammaturgia, in specie francese, e su Koltès in particolare. Incontri con il pubblico su Koltès. Proiezioni di film legati al teatro koltesiano. produzione teatro di Roma in scena 1_6 dicembre .09 09.10 progetto Koltès Il 15 aprile 1989 si spegneva a Parigi Bernard-Marie Koltès, uno dei rappresentanti più significativi della nuova drammaturgia francese, la cui parabola artistica e letteraria ha investito, innovandole profondamente, le convenzioni teatrali contemporanee. Nella ricorrenza del ventennale della morte il Teatro di Roma, ricorda Koltès attraverso un progetto che mira a disegnare in maniera quanto più precisa possibile una mappa dell’universo koltèsiano. Il Progetto Koltès prevede la proposta di tre spettacoli di Koltès e diverse attività culturali. di Leonardo Petrillo e Giancarlo Bracale regia Leonardo Petrillo La più feroce e subdola delle guerre è quella combattuta da un invisible armata: le mine anti uomo. Nascoste sotto terra, come semi d’acciaio, ancora oggi, nonostante il trattato di Ottawa, feriscono o uccidono tra 15.000 e 20.000 persone all’anno, perlopiù innocenti e civili, soprattutto bambini. In un non precisato Paese dilaniato dalla guerra civile, Francesco, medico della Croce Rossa, si trova ad allestire un ospedale in una scuola ormai abbandonata. Qui incontra Claire, giornalista televisiva del posto, che, insieme al suo operatore, Mohammad, gli porta a curare un ribelle catturato e ferito da un ufficiale dell’esercito governativo. Accanto a loro una suora, che insegnava in quella scuola, convinta di avere ancora vicino a se tutti i suoi piccoli allievi, ed un robot sminatore ormai fuori uso. Dedicato ai bambini, nella speranza di riuscire, con l’aiuto del teatro, a raccontare come un mondo senza di loro è un mondo senza futuro. produzione Neraonda in scena 29_31 marzo .10 09.10 progetto storia e memoria SemI d’aCCIaIo dall’omonimo romanzo di Antonio Tabucchi regia Marco Baliani Il romanzo è la storia di un borgo dell'alta toscana e dei suoi abitanti nell'arco storico che va dall'unità d'Italia ai primi anni sessanta. Le vicende vengono narrate e filtrate in particolare attraverso la vita di una famiglia di fede garibaldina seguendo, come nello stendersi di un albero genealogico, il succedersi delle generazioni, gli intrecci con la vita del paese e dei suoi abitanti ma anche con la più grande Storia italiana. (...) Lo spettacolo vuole conservare la coralità epica della scrittura, in un alternarsi di scene collettive e di singole narrazioni, secondo una ricerca di drammaturgia narrativa che caratterizza da anni il mio percorso. Con improvvise “cadute nel dramma”, a dialoghi serrati, che subito dopo si scompaginano in una presenza corale o in un unico narratore collettivo. Attori e attrici non saranno solo personaggi definiti ma anche funzioni di una coralità sociale più ampia, entrando ed uscendo dalle scene come frammenti di una continua galleria fotografica. Dal bianco e nero del dagherrotipo alle prime fotografie di famiglia degli anni sessanta, color pastello, scene e costumi insieme alle luci daranno anche il colore di quegli anni, non nella loro realtà temporale, ma nella nostra memoria. La musica segnerà ogni cambio generazionale, ogni passaggio di epoca, trovando anche qui una memoria musicale rivisitata. La particolare forza della scrittura di Tabucchi si traduce in una presenza corporea forte, in un’invenzione simbolica e al contempo materica, fatta di gesti, danza, canti e oggetti, manufatti appositamente creati che richiamino in altro modo la visionarietà dell'opera. Ed è proprio la qualità della presenza scenica degli attori, del loro linguaggio drammaturgico, che permetterà a questa storia del nostro passato di rifuggire dalla trappola di un rivisitato neorealismo e di farsi di colpo specchio della nostra contemporaneità. Marco Baliani produzione teatro di Roma in scena 8_28 febbraio .10 prima nazionale RaCCoNtI con Marco Baliani In occasione della sua presenza a India, Marco Baliani offre uno spaccato del suo teatro di narrazione attraverso la riproposta di alcuni titoli come Kohlaas, tratto da Von Kleist o Una notte nel bosco degli spiriti, nato seguendo il filo di un romanzo nigeriano, e ancora la notte dei racconti, Frollo, testi attorno ai quali Baliani ha costruito la sua qualità di narratore, di un teatro che abbandona il personaggio e si rivolge direttamente allo spettatore con i mezzi tipici della narrazione. produzione Casa degli alfieri in scena 16_28 febbraio .10 progetto storia e memoria PIaZZa d’ItalIa ideazione e regia Ninni Bruschetta musiche Giovanni Arena contrabbasso, Riccardo Gerbino percussioni, Vincenzo Gangi chitarra, Faisal Taher voce con Teresa Calabrò, Giacomo Curti, Chiara D’Aquila, Caterina De Sanctis, Cecilia Di Giuli, David Fratini, Ottavia Leoni, Ivan Monti, Perla Moriggi, Andrea Panichi, Alessandra Rinaudo, Fiona Sansone, Fabrizio Spano L’anno scorso, quando abbiamo cominciato questo lavoro, sembrava un salto nel buio. Mettere in scena un testo non teatrale non mi impauriva, ma ero preoccupato da un dato reale: nessuno dei ragazzi selezionati per il laboratorio conosceva la Costituzione Italiana. Anzi, a dire la verità, uno sì, l’aveva anche studiata, ma tutti gli altri ne avevano un’idea abbastanza vaga. Alcuni non l’avevano mai letta. Eravamo nella media della popolazione del nostro paese. Io non la riprendevo in mano dai tempi dell’Università, ma l’avevo studiata a fondo e ne ricordavo almeno la straordinaria qualità formale e la grandezza dei contenuti. Per questo mi sono fidato. Ho pensato che i padri costituenti avevano fatto un lavoro geometrico, praticamente perfetto e che tutti sarebbero stati in grado di capirlo. E così è stato. Gli attori, tutti selezionati tra i residenti del VII Municipio, hanno partecipato al laboratorio abbracciando e condividendo i principi di libertà e le regole stesse della nostra carta costituzionale. L’abbiamo letta, l’abbiamo recitata, così com’è. Poi sono emerse sotto i nostri occhi le contraddizioni con la realtà del nostro paese, l’applicazione relativa, i tradimenti, le violazioni e nel contempo la sua potenza, la ricchezza dei contenuti, la sua storia insanguinata. Tutto questo ha consentito allo spettacolo di diventare tale, superando la ruvidità del testo giuridico e trasformandosi in un racconto. Ninni Bruschetta produzione teatro di Roma in scena 19_28 marzo .10 attività Laboratori: Struttura classica e Teatro Civile I laboratori si svolgeranno ogni giorno, subito dopo la fine dello spettacolo e tratteranno, integrandoli, tre temi principali: L’approfondimento dei primi dodici articoli della Costituzione, in collaborazione con un giovane costituzionalista dell’Università di Roma indicato dal nostro consulente prof. Michele Ainis; La struttura classica del dramma; Il teatro civile. Sarà illustrato, discusso e rappresentato il metodo con cui il regista e gli attori sono giunti alla stesura di un testo drammatico partendo dagli articoli della Costituzione Italiana. Contestualmente sarà messo in luce come il percorso drammaturgico nato da questa alchimia laboratoriale corrisponda, con estremo rigore, alla struttura classica che si apprende e si deduce dallo studio delle tragedie greche e dei drammi shakespeariani: il cosiddetto classical design. 09.10 progetto storia e memoria la CoStItUZIoNe testo e regia Ugo Chiti con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Alessio Venturini La guerra – l’infanzia – la condizione femminile – l’imprevedibilità dell’amore sono i temi delle vicende narrate. La casa dopo il ponte, la bambina dei ranocchi, la magliana, lo sbandato sono i titoli che siglano le diverse storie. Il tono della scrittura varia secondo la vicenda, dalle cadenze quasi liriche de la casa dopo il ponte all’asciuttezza bassa e spietata de la magliana. Una drammaturgia che è comunque legata a tutta l’esperienza di Chiti con la sua Compagnia, una sorta di summa del lavoro svolto in comune in questi venti anni di collaborazione. Tutte le storie hanno in comune l’attenzione alle peculiari sonorità della lingua toscana e l’aspetto visionario e vagamente gotico del soggetto. in scena 18_23 maggio .10 FIReNZe ‘44 - la notte dei ponti di Ugo Chiti e Massimo Salvianti regia e a cura di Ugo Chiti con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci Un pezzo di storia del nostro paese. Un diario, una storia, una ricostruzione della battaglia per la liberazione di Firenze dell'estate 1944. Testi, immagini, testimonianze vive da quella tragica ed esaltante estate che vide Firenze, prima tra le città italiane, liberarsi dell'occupazione nazista contando sulle sole forze della sua popolazione e delle brigate partigiane, un avvenimento fondamentale nella storia della città, segnato anche e soprattutto dalla distruzione dei ponti sull'Arno avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 agosto '44. in scena 22_27 maggio .10 produzione arca azzurra teatro attività 18_27 maggio .10 Laboratori - Mostra 09.10 progetto storia e memoria RaCCoNtI Solo RaCCoNtI ripresa di Astrid Lindgren adattamento teatrale Staffan Gotestam regia e coreografie Fabrizio Angelini musiche Georg Riedel e Anders Berglund versione italiana Sagitta Alter e Carlotta Proietti rielaborazione scenica e costumi Susanna Proietti supervisione Gigi Proietti con Eleonora Tata, Alessandro Salvatori, Alessio Conforti, Alice Lussiana Parente, Altea Russo, Alex Mastromarino ed altri attori in via di definizione produzione teatro di Roma in scena 17_22 novembre .09 attività laboratori dedicati ai bambini 09.10 per i più piccoli PIPPI CalZelUNGhe i numeri della stagione 08/09 Teatro Argentina Presenze 86.676 di cui studenti 10.918 Spettacoli n. 158 Presenze medie 549 Presenze/capienza del teatro (680 posti): 83% Alzate di sipario n. 207 Teatro India (dati al 17 maggio) Presenze 24.402 Spettacoli n. 227 Presenze medie 108 Presenze/capienza teatro (sala A 156 posti + sala B 132 posti): 77% Alzate di sipario n. 243 Produzioni Teatro di Roma u Porcile, regia di Massimo Castri recite n.53 presenze n. 24.180 u Ritter, Dene, Voss, regia Piero Maccarinelli recite n. 61 presenze n. 16.631 u Pippi Calzelunghe, regia Fabrizio Angelini recite n. 40 presenze n. 13.079 Logo TdR col. fino a rid. cm 4 Logo TdR col. piccole applicazioni Logo TdR bn fino a rid. cm 4 Logo TdR bn piccole applicazioni informazioni 09.10 Abbonamenti stagione 2009 - 2010 Gli abbonamenti potranno essere acquistati dal 15 giugno .09 a posto fisso 9 spettacoli Teatro Argentina Cyrano de Bergerac, Molto rumore per nulla, To be or not to be, Le nuvole, L’impresario delle Smirne, Le signorine di Wilko, Shylock: il mercante di Venezia in prova, Scrittura femminile azzurro pallido, L’oro di Napoli intero ridotto* poltrona 180 € 153 € palchi platea, I, II 153 € 135 € galleria (palchi III e IV) 117 € 108 € a posto fisso 9 spettacoli + 1 Teatro Argentina I 9 spettacoli dell’abbonamento a posto fisso + 1 spettacolo a scelta tra: Filumena Maturano, Certe Notti, Bartleby al prezzo speciale di 20 € (intero) 17 € (ridotto) a prenotazione studenti 5 spettacoli Teatro Argentina platea, palchi platea, I, II ordine 50 € Carte Teatro Carta Argentina 6 ingressi a scelta su 13 spettacoli platea e palchi platea, I, II ordine 120 € Carta Produzioni 6 ingressi a scelta su 7 spettacoli prodotti dal Teatro di Roma, in scena sia al Teatro Argentina che al Teatro India Teatro Argentina palchi III e IV India posto unico 60€ Carta India 8 ingressi a scelta su tutti gli spettacoli del teatro India posto unico 80 € Carta Teatro di Roma 15 ingressi** a scelta sull’intera stagione 2009/10 Teatro Argentina palchi III e IV India posto unico 150€ *Le riduzioni sono riservate a studenti fino a 26 anni e ad adulti over 65, vendita on-line **acquistabile solo on-line Biglietti per la stagione 2009/10 i prezzi dei biglietti sono invariati Logo TdR col. fino a rid. cm 4 Logo TdR bn fino a rid. cm 4 Biglietteria Teatro Argentina largo di Torre Argentina, 52 - tel 06 6840001 dal lunedì al sabato 10-14/15-19 Logo TdR col. piccole applicazioni Ufficio promozione, largo di Torre Argentina, 52 - tel 06 684000346 www.teatrodiroma.net Logo TdR bn piccole applicazioni