BE RL I NO :U NP RO G E T T OP E RL A F RI E DRI C HS T ADT RE L A T O RE : P RO F .RO S AL DOBO NI C AL Z I C O RRE L A T O RE : P RO F .F RANC E S C OBRU NO P RO F .F RANC E S C ABE L L O NI P RO F .VI NC E NZ OP E T RI NI S T U DE NT I : NI C O L AL I VI O7 9 8 3 6 2 S E BAS T I ANOP ANZ E RI7 9 9 5 7 8 Pol i t ecni codiMi l ano Facol t àdiAr chi t et t ur aCi vi l e Laur eaMagi s t r al ei nAr chi t et t ur a A. A.2014/ 2015 I NDI C ET A VO L E : T A V0 1 :E VO L U Z I O NEDE L L AC I T T À1 : 1 0 0 0 0 T A V0 2 :S T A T ODIF A T T OES T A T ODIP RO G E T T O 1 : 1 0 0 0 0 T A V0 3 :P L ANI VO L U ME T RI C O1 . 5 0 0 0 T A V0 4 :P L ANI VO L U ME T RI C O1 . 1 0 0 0 T A V0 5 :T I P O L O G I C O1 : 5 0 0-P RO S P E T T OF RO NT EERE T RO1 : 5 0 0 T A V0 6 :P I ANOT E RRABI BL I O T E C AET O RRE1 : 2 0 0 P RO S P E T T O1 . 2 0 0 T A V0 7 :P I ANOT E RRABI BL I O T E C A1 : 2 0 0 -S E Z I O NE1 . 2 0 0 T A V0 8 :DE T T AG L I OT E C NO L O G I C O1 : 2 0-VI S T EP RO S P E T T I C HE Berlino Città fatta di tanti quartieri-città, bellissima metropoli, fenomeno storicamente affascinante, Berlino è oggi laboratorio di generose sperimentazioni. Da villaggio a capitale dell’impero Berlino ebbe inizio intorno al 1237 con la fondazione di due nuclei urbani, Cölln, sull’isola formata da un’ansa della Sprea che oggi coincide con l’attuale Museuminsel, aveva una struttura spaziale articolata intorno ad una lunga piazza rettangolare e Berlin, ad est della precedente, sviluppata intorno alla piazza del mercato. Costruite sulle opposte rive del fiume Spree, erano circondate da una fortificazione a pianta circolare con tredici bastioni; all’esterno delle mura si estendevano grandi spazi verdi. Nel 1307 Berlino e Cölln vennero unificate, la loro unione fu sancita dalla costruzione di una cinta muraria. Nel 1442 Federico II, pose fine all’indipendenza della città attraverso un processo che ridurrà il centro a “città di residenza” e nel 1443 iniziò la costruzione del Castello, che sorgerà sulla parte nord dell’isola sulla Spree, e terminerà nel 1450. Il Castello Reale diverrà il centro della città, il cardine della struttura urbana berlinese, con il quale ogni programma urbanistico dovrà confrontarsi. Lo sviluppo Barocco Il giovane principe Federico Guglielmo (1643-1688), appassionato anche di arte e urbanistica, incaricò prima l’olandese Memhard e dal 1678 l’olandese Nering di riorganizzare l’aspetto urbanistico ed edile della città. A ovest di Berlin e Kolln nacquero così tre nuovi insediamenti: Friedrichswerder, Dorotheenstadt e Friedrichstadt. Questa si configurava come la terza espansione del centro storico, a sud-ovest dei due nuclei originari, dove ancora oggi è riconoscibile una forte regolarità e simmetria dei tracciati. Con il suo successore, Federico I, Berlino diventò residenza Barocca. Nel 1732 iniziò la costruzione del Akzisemauer (muro fiscale), per cingere i nuovi sobborghi tra cui Dorotheenstadt e Friedrichstadt. Federico Guglielmo I continuò una politica di espansione mirata nella costruzione di nuove città, infatti in quel tempo Berlino era costituita da sei municipi (Berlin, Colln, Friedrichswerder, Dorothhenstadt, Friedrichstadt e Konigstadt) indipendenti ma uniti sotto un unico sovrano, elaborò un nuovo piano che fissava le coordinate urbanistiche per l’espansione del settore ovest e fece progettare tre piazze ai margini della città, in corrispondenza del “muro fiscale”, che diventarono dei significativi luoghi di paesaggio urbano: Parisier Platz, il “quadrato”, sul modello di “Place des Voges”, costruita di fronte alla porta di Brandeburgo; Leipziger Platz, l’”ottagono”, sul modello di Place Vendome, costruita di fronte a Potsdamer Platz; Mehringplatz, il “tondo”, sul modello di Piazza del Popolo, costruita di fronte alla porta di Halle. Nel XVIII, Knobelsdorff progettò il Tiergarten , un parco nel centro della città con passeggiate e spazi di incontro, venne in seguito eretta la Porta di Brandeburgo, in corrispondenza con il limite storico della città. Nel 1779 nacque la fondazione della “Privatgesellschaft junger Architekten”, associazione di giovani architetti, di cui ne fece parte Schinkel, i quali svilupparono una serie di progetti che hanno come tema comune la città e il suo sviluppo. All’inizio del XIX con la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815 seguì un nuovo inizio per Berlino, divenendo così capitale di Prussia e centro dell’umanesimo. La metropoli ottocentesca Il bisogno di spazi urbanizzati per le funzioni dello stato o del comune, determinati dal crescente flusso di immigrati conseguente alla Rivoluzione Industriale e, dall’altra parte, l’insoddisfazione del sovrano per l’irregolarità dello sviluppo urbano, causarono l’esigenza di stendere dei piani di espansione che, nella prima metà del XIX secolo, portarono i nomi di Lennè e Schinkel. Schinkel iniziò a operare a Berlino intorno al 1815, nominato Oberbaurat dal re Federico Guglielmo III, fu colui che trasformò gli ideali “umanistici” in immagine concrete, la sua idea di città era un luogo composto da oggetti di alta qualità formale, il centro della città era costituito da un foro della cultura dove ogni singolo oggetto aveva la propria identità. Il piano di Schinkel del 1817 deve essere inteso come un progetto che inserisce un progetto storico in un processo storico. Il piano non riguardava solo la riorganizzazione delle funzioni del centro ma anche il miglioramento dei collegamenti tra le diverse espansioni della città. Decisivo fu l’intreccio funzionale: lo stoccaggio merci, i servizi, il commercio che svolsero un ruolo importante nella definizione dell’ambiente urbano. Vennero previsti anche luoghi e percorsi aperti ad un’ampia fruizione collettiva. Schinkel non avrà mai l’occasione di realizzare lavori su ampie porzioni della città ma nonostante questo riuscirà a incidere profondamente sull’immagine del centro della capitale tedesca tramite la realizzazione di singoli edifici di forte valenza urbana. Infatti sviluppò una serie di progetti ben localizzati in punti strategici, per rafforzare, con l’inserimento di nodi monumentali, le principali coordinate spaziali della città. Negli stessi anni a Berlino operava Peter Joseph Lennè, architetto che collaborò con Schinkel, presentò diversi progetti, i più significativi furono quelli per il Tiergarten, il cui piano come è stato citato precedentemente, era stato definito nel settecento, da Federico III e poi da Federico il Grande che incaricò Knobelsdorff di trasformarlo in un parco alla francese. Lennè nel 1818 estese una prima idea di progetto e in seguito nel 1832 presentò un nuovo piano definitivo dove i percorsi rettilinei divengono più urbani e più ampi, al posto della vegetazione densa disegna sentieri sinuosi per la fruizione del parco, nonché spazi aperti costituiti da prati e specchi d’acqua, zone a bosco per creare varietà di situazioni. Lennè esprime nei suoi progetti per il Tiergarten il significativo riferimento con cui affronterà, a partire dagli anni ’40, importanti impegni urbanistici per questo si può parlare dei suoi piani del 1818 e 1832 come di metafore che affrontano la complessità del tema della progettazione degli spazi urbani. Nel 1862, fu studiato un nuovo piano dall’ingegnere James Hobrecht, un piano relativo alle aree poste oltre la cinta doganale che presentava ampie strade, grandi piazze, scuole e mercati senza dare importanza al verde proposto da Lenné. Il piano non prevedeva spazi per le ferrovie o l’industria, la loro realizzazione era lasciata ai privati. La ferrovia arrivò tra il 1838 e il1878, otto tronchi che si trovavano all’esterno della cinta muraria, che servivano da collegamento tra Berlino e altre città tedesche; il sistema ferroviario permise anche la localizzazione dell’industrie, a nord e nord-est della città, successivamente poste poi nella parte sud della Friedrichstadt. Nel 1851, su iniziativa statale, per ragioni per lo più prevalentemente militari, vengono collegate tra loro le singole stazioni. L'attività di Schinkel non è intesa come la formulazione di un piano generale, ma occorre notare come le singole proposte, accettando in parte la struttura della città esistente, ma anche modificandola in alcune sue parti nevralgiche, ne rafforzino il carattere realizzando un immagine architettonica complessiva attraverso la precisa costruzione dei singoli edifici. I vari progetti disegnano in via ideale un'immagine del disegno urbano generale, e sono esplicatovi rispetto al tema Dell'idea di città. La Berlino di Schinkel rappresenta l’esempio di una raggiunta continuità concettuale dell'idea generale di città partendo dalla discontinuità fisica e formale della composizione dei singoli elementi urbani. Dalla ricostruzione post-bellica alla caduta del muro Nessuna città è cambiata tanto in un lasso così breve di tempo. Al 1945 Berlino era ridotta ad un cumulo di macerie: sul solo territorio cittadino si potevano contare circa 185mila abitazioni completamente distrutte, più di 400mila danneggiate; la popolazione era ridotta da 4,3 a 2,3 milioni. Gli antifascisti insieme ai liberatori sovietici si adoperarono per la ricostruzione, restituendo così agli uomini coraggio e speranza. Con il sorgere della DDR nel 1949 ebbe inizio la ricostruzione pianificata di Berlino, dalla quale emerse la necessità di dar risposta all’impellente bisogno di case dei berlinesi. Risolvere la situazione della casa prevedeva non solo il dar dimora ai cittadini, quanto piuttosto il creare condizioni abitative dignitose con l’installazione nei quartieri di strutture commerciali, per l’alimentazione, scuole, aree ricreative e buoni collegamenti. L’edificazione del muro con la sua linea della morte portò con se inevitabili fratture. Il settore occupato dagli alleati non era considerato una città autonoma, sopravviveva sotto una campana, grazie alle massicce sovvenzioni di Bonn. Si poterono tentare esperimenti, a volte con risultati eccellenti, a volte disastrosi. All’est grazie all’assenso dell’Urss, il settore venne travolto da motivi ideologici più che estetici. Negli anni Cinquanta si fecero saltare i resti dello Schloss, ancora restaurabili, il castello considerato simbolo dell’arroganza prussiana. Invece di salvare le abitazioni in centro, i palazzi guglielmini, si preferì edificare quartieri dall’impronta moscovita fuori contesto. Da una parte e dall’altra poco si progettava in base ai bisogni e desideri degli abitanti, ma per fini propagandistici. All’ovest rimase incancellabile una sensazione di provvisorio. All’est il contrasto tra edifici avveniristici e i classici monumenti di Schinkel creò un effetto straniante. L’ultimo tentativo di contrapporsi alle forze della decadenza venne proposto negli anni ’70 con il progetto della Internationale Bauausstellung Berlin 1984. In quella zona di città che verso oriente si collega alla City, che comprende la parte meridionale del Tiergarten e la punta meridionale della Friedrichstadt e che si prolunga a fondo nel quartiere di Kreuzberg, l’IBA avrebbe dovuto compiere un esperimento campione: il salvataggio della città distrutta. La concezione conservativa elaborata era caratterizzata dal pathos sociale, con il quale si affrontano in maniera dettagliata i problemi della popolazione. Alla base del progetto di nuova edificazione vi è invece la volontà di fondare una nuova città sull’antico territorio posto fra il muro di Berlino, il canale di Lenné e le strade lungo le rive, una città ricca di allusioni storiche e con il non celato orgoglio di rappresentare ad alto livello le concezioni urbanistiche ed architettoniche del nostro secolo. Questo brano di spazio urbano destinato ad essere abitato e vissuto, deve essere edificato a blocchi da una schiera di architetti internazionali. Le arterie stradali in direzione nord-sud e est-ovest sono grandi boulevard, secondo i modelli di Parigi e New York: le dimensioni della città percorrendoli dovrebbero assumere i connotati di un entusiasmante esperienza, anziché rappresentare un tormento. Rivisitati nella Berlino di oggi celebratissimi esempi edilizi dell’IBA rivelano in molti casi debolezza e presunzione di gesti individuali e non riescono più ad assolvere il loro ruolo simbolico e funzionale. Se questa ha avuto il merito di aver posto la città di fronte alle ragioni della sua stessa storia, non altrettanto efficaci risultati ha ottenuto nel raggiungimento dei suoi obbiettivi costruttivi. L’idea di città che ne è risultata sembra infatti precocemente invecchiata nel declino dei tanti linguaggi adoperati. Prima ancora del 1989, quando nessuno osava prevedere il crollo del Muro e la riunificazione, si sosteneva che non sarebbe mai stato possibile rinsaldare le due parti cresciute schizofrenicamente negli ultimi cinquant’anni. La ricostruzione critica Al 1990 lo stato di fatto era monolitico, senza storia. Ognuna delle due parti della città aveva cercato per quarant’anni di rappresentarsi come una città intera. La città senza immagine che ne derivava, doveva essere nuovamente rafforzata. La nuova Berlino non doveva inventarsi nulla di nuovo; di fronte a questa perdita quasi completa era necessario tornare alle strutture più semplici e basilari: l’antico tracciato delle mura, la rete stradale storica e le parti della città, in questo modo si otteneva un reticolo di superfici da poter essere riempiti nuovamente. Ogni luogo risulta dalla sovrapposizione di differenti condizioni storiche: la città medievale, barocca, guglielmina, la città tra il 1920 e il 1945, la città divisa dal dopoguerra. Poiché questa tradizione venne interrotta arbitrariamente, era necessario mettere in luce gli strati essenziali. Ed il punto di partenza doveva essere la situazione attuale. Pianificazione ed articolazione dovranno potersi coniugare nell’interesse del patrimonio storico monumentale ed ambientale evitando il ricatto dei fondamentalismi conservativi ma anche facendo di quel patrimonio in pinto di forza e di riferimento per il rinnovamento. Bisognerà evitare il modernismo monumentale come il decorativismo stilistico, l’atteggiamento tecnologista e quello dell’esperimento autoreferenziale puramente formale. Il destino della città sarà principalmente terziario. Nonostante si sia sviluppata nella seconda metà del XIX secolo in poco più di sessant’anni per grandi parti pianificate, come in ogni grande città europea le trasformazioni avranno carattere composito: nessuna idea singola potrà essere totalmente risolutiva, nessuna utopia globale potrà imporsi. Le esperienze storiche dell’ultimo secolo non dovranno essere cancellate ma migliorate a partire dai loro caratteri specifici. Vi deve essere un confronto con la storia della città e con il rapporto tra dimensione pubblica e privata. Ciò porta ad una differenza tra fronte pubblico e interno privato. All'architettura viene affidato il compito di pianificazione sia attraverso il dibattito teorico, sia nella realizzazione concreta. L’area di progetto è situata al limite sud della Friedrichstadt, dove il Landwarkanal separa la città barocca dalla città ottocentesca. La Friedrichstadt 1.1 Il quartiere La Friedrichstadt è un quartiere storico di Berlino, oggi diviso amministrativamente tra Mitte e Kreuzberg. La sua fondazione, nel 1688, la si deve all’espansione del quartiere di Friedrichswerder, posto subito a nord-est la quale portò all’edificazione di due città sobborgo: Dorotheenstradt (corrispondente all’attuale zona intorno all’Unter den Lindeen), e Friedrichstadt. Il quartiere, fino al 1709 risultava città indipendente. All’epoca della sua pianificazione venne solo stabilito che le strade fossero dritte e larghe e che gli isolati si tagliassero ad angolo retto. Presentandosi come l’espansione moderna della città dava alloggio per lo più a stranieri e militari all’interno di caserme d’affitto. Fatta eccezione per il nuovo quartiere, solo nei paesi latini s’usava allora porre attenzione a fatti artistici come la creazione di belle piazze (l’Achteck , con la sua forma ottagonale coincidente con l’attuale Leipziger Platz, e il Rondell, una piazza rotonda diventata poi Mehrigplatz) e la chiusura di strade con grandi edifici pubblici (piazza per il mercato, l’attuale Gendarmenmarkt). Il distretto si organizzava intorno alla Friedrichstrasse , il principale asse nord- sud di collegamento tra la Oranienburger Tor e la Hallesches Tor. Nei primi anni del XX secolo, con l’espansione della città e la rapida urbanizzazione, perse il suo carattere di sobborgo signorile per diventare una quartiere commerciale e terziario. L’arrivo della Guerra ed i relativi deturpamenti, diede inizio al periodo della ricostruzione e della ricerca dei riferimenti storici perduti. La divisione della città dopo la costruzione del muro interruppe i buoni propositi di ricostruzione post-bellica: al posto di una Berlino ne subentrano due. Il passaggio del muro a Checkpoint Charlie funzionava come una macchina del tempo: da una parte la città capitalista dove si diede carta bianca ad architetti e urbanisti di tutto il mondo per i loro esperimenti; dall’altra la città socialista preferì edificare quartieri satelliti dall’atmosfera lunare. L’interruzione delle relazioni nord-sud su vasta scala portarono al potenziamento dei collegamenti estovest, ovvero quelli trasversali alla direzione principale imposta dall’espansione barocca. Si tratta di Oranienstrasse, Kochstrasse, Anhalter strasse e Schöneberger Strasse fino alla riva Hallesche Ufer lungo il canale Landwehr. Questo prosegue in direzione ovest fino ad incontrare Straße des 17. Juni (che diventa Unter den Linden), il grande asse di collegamento est-ovest della città. Oggi i frammenti del periodo barocco, tracce della città storica, accanto a quartieri residenziali riqualificati, lotti liberi e vuoti urbani senza identità caratterizzano l’immagine di questa parte di città. Le aree residenziali e le aree a verde dialogano in un tessuto urbano discreto, conferendo al quartiere l’immagine della periferia urbana; in questo stesso luogo, però, si trovano anche alcune delle principali istituzioni della politica e della cultura. Luoghi noti (Tempodrom), importanti musei (Jüdisches Museum, Berlinische Galerie, Martin-Gropius-Bau, Mauer Museum) e simboli della storia tedesca (Topographie des Terrors, Checkpoint Charly) sono motivo di attrazione per molti turisti. Il sistema degli spazi pubblici e la rete dei punti di interesse non è stata ancora sufficientemente sviluppata e organizzata; il Jüdisches Museum e la Berlinische Galerie sono inseriti in un contesto poco adeguato alla loro autorevolezza. Con la caduta del muro il quartiere è ritornato ad avere un ruolo di centralità nella città. Ricollegare il nord e il sud Friedrichstadt è uno dei temi fondamentali della pianificazione urbana e che oggi solleva interrogativi sul futuro e sulle possibilità di sviluppo. 1.2 “Südliche Friedrichstraße” Facente parte della Berlino Est, il Friedrichstadt meridionale era in origine un’area a carattere prevalentemente residenziale, con negozi e uffici legati a un settore abbastanza distinto come quello dell’editoria. Questa vitalità e benessere di un tempo risultano oggi perduti; probabilmente a causa dei danni provocati dalla guerra e dall’incompiutezza dei piani urbanistici che sono stati attuati sempre solo in parte. Ne risulta una città dall’aspetto variegato che affianca, a edifici rappresentativi, lotti liberi e vacanti, quartieri popolari o piccole aree verdi di scarsa qualità. All’interno dell’area si possono individuare cinque sotto aree, determinanti all’interno di questo ambito per la loro importanza storica e funzionale, per i collegamenti spaziali e la forma urbana: - Blumengroßmarkt/Besselpark - Alte Jakobstraße/Kinderbauernhof - Tempodrom, Askanischer Platz - Mehringplatz, Hallesches Tor, Blücherplatz - Südliche Friedrichstraße La zona intorno al mercato dei fiori, sulla Friedrichstrasse, è passata attraverso diverse fasi di sviluppo durante il secolo scorso. Il mercato coperto, il Linden Hall, fu costruito nel 1886 ed era un edificio di circa 250 mq destinato al commercio dei fiori all’ingrosso. Un tempo in quest’area si trovava, immerso nel verde, l’Osservatorio di Schinkel, costruito nel 1835 e poi demolito nel 1915 a favore di un più forte sviluppo del mercato coperto. La Hall venne distrutta nel 1965 e poi sostituita da una moderna sala con copertura a shed. Il parco circostante è stato di conseguenza ridimensionato; attualmente a nord della nuova hall si trova il parco di Besselpark. Con lo spostamento del mercato, l’edificio è stato opera di una riconversione da parte di Liberskind in Accademia, mantenendo uno stretto rapporto con il vicino museo. A est di Lindenstrasse, il layout della città storica lungo Alte Jakobstrasse viene profondamente rimodellato dopo la costruzione del Muro nel 1961. Dopo l’abbandono dei piani autostradali lungo Franz-Klühs-Strasse, gli ampi spazi esterni caratteristici di quest’area sono stati definitivamente mantenuti e ancora oggi quest’area risulta essere come un idillio rurale all’interno della città. Immerso in una spaziosa area verde, negli anni 1966-1967, fu costruito da Max Taut un edificio per i bambini di Berlino, che è oggi utilizzato principalmente dalla Scuola Waldorf. L’intero complesso è sotto tutela monumentale. A Ovest di Alte Jakobstrasse e del Museo Ebraico di Berlino si trovano unità residenziali che furono costruite come parte dell’IBA 87. Sono residenze adatte a diverse tipologie familiari; tutte queste caratteristiche ne fanno un’architettura esemplare. L’impianto segue il modello di una città immersa nel verde e orientata in base alle sue funzioni, non prendendo in considerazione la forma della città storica e dei suoi tracciati. L’edificio del Museo di Berlino su Lindenstrasse è un palazzo che risale al periodo dell’espansione barocca ed è oggi parte del Museo Ebraico. L’ampliamento è stato costruito tra il 1992-1999 ed è opera di Daniel Libeskind. La zona del Tempodrom non appartiene più al reale Friedrichstadt, che si conclude lungo il tracciato dello Akzisemauer (“muro fiscale”), oggi Stresemannstrasse. Punto di identificazione è il portale di facciata recentemente ristrutturata della stazione di Anhalter Bahnhofs. Un po‘ di “mito” della vecchia Berlino sembra essere ancora in questo luogo, quando si guarda attraverso le aperture del portale in rovina. Nelle immediate vicinanze si trovano molti luoghi importanti come il Parlamento prussiano, il Museo Etnologico, il Museo delle Arti Decorative, il sito del principe Albrecht-Palais, il complesso di Germania e la casa europea e delle arti. Il luogo ha ancora un legame forte tra i luoghi significativi della politica e della cultura. La Camera dei Rappresentanti (ex parlamento statale di Prussia), il Martin-Gropius-Bau (ex Museo delle Arti Decorative) e la topografia del terreno di terrore sul terreno della ex Prinz-Albrecht-Palais, il Tempodrom, Anhalter Park e infine il Museo tedesco della tecnologia. Il lato occidentale Askanischer Platz è stato riprogettato con uffici e negozi, facendo riferimento nella sua dimensione agli edifici visibili su Potsdamer Platz. Nella strada Bernburger sorge il “Campanile” della Chiesa di San Luca, che è stato costruito nel 1859 su progetto di Ms. A. Stiller. Agli incroci lungo la Anhalter Straße alcuni nuovi alberghi sono stati creati a partire dal 2002, rendendo il potente grattacielo “Excelsior“ uno spazio urbano ben integrato. Nell’area Möckernstraße / Hallestrasse l’unico edificio rimasto è il Grade II ex ufficio postale del 1932 con un imponente facciata in mattoni e pietra arenaria. La vista attraverso i portali delle rovine viene ora trattenuta dalla costruzione del Tempodrom. L’impianto sportivo appare in questo luogo come qualcosa fuori posto. L’architettura a tenda del nuovo Tempodrom caratterizza questa area, essendo visibile anche da lontano. Lo spazio verde tra il Tempodrom e il canale Landwehr è nato sulle aree dismesse delle linee ferroviarie (Anhalter Park). 1.3 Mehringplatz - L’area di progetto Oggi Mehringplatz (“il tondo”, poi Belle Alliance Square) è il posto più importante da un punto di vista urbanistico nel Friedrichstadt meridionale. L’impianto originario del “tondo”, con la porta della città a sud, è ancora oggi riconoscibile per la forma circolare del Mehringplatz. Reminiscenze storiche sono la forma rotonda della piazza, l’Angelo della Pace e le sculture sul bordo della piazza. Le tre strade principali del Friedrichstadt confluiscono e oltrepassano il canale Landwehr attraverso la porta di Halle che si configura come la porta di ingresso della Friedrichstrasse e quindi del Friedrichstadt. Prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale la convergenza di queste tre ampie strade conferiva una prospettiva simile a quella romana di Piazza del Popolo. L’attuale risistemazione di Hans Scharoun (1969-75), invece, ha disposto gli edifici che la circondano su due cerchi concentrici a guardare la Friedenssaule, la colonna della Pace (1815) sormontata dalla statua della Vittoria, andando però a modificare il carattere del luogo, diventato ora una sorta di cortile interno all’edificato circolare che ne va a delimitare i margini. A parte Mehringplatz sorta in riferimento al layout storico della città ma in una forma nuova, quasi l’intera area è stata riorganizzata. Gli edifici residenziali si aprono a sud per l’area pedonale intorno al Mehringplatz. Lungo Franz-Klühs-Strasse sono stati costruiti una sequenza di edifici alti che vanno a precludere definitivamente il progetto di costruzione di una nuova arteria di traffico ad alto scorrimento per il collegamento est-ovest. Il collegamento nord-sud attraverso la Friedrichstrasse fu interrotto con la costruzione del Muro e la stessa Hallesches Tor è rimasta tagliata fuori dai principali flussi cittadini. Sono stati realizzati dei collegamenti viari che collegano il Friedrichstadt con il Kreuzberg, il quartiere a sud di Mehringplatz, riconnettendo le esistenti arterie di traffico: Wilhelmstrasse con Mehringdamm e Lindenstrasse con Blücherstraße. Nell’area a sud della Hallesches Tor, Blücherplatz, si trova la Gedenk Bibliothek, realizzata nel 1952-54. Fu un dono del popolo americano per i berlinesi ed è il simbolo della libertà di informazione e della cultura. L’edificio è concepito come un punto di arrivo visivo della Friedrichstrasse. Nel Mehringdamm Friedhofe si trovano cinque cimiteri dove sono sepolti personaggi famosi. La Porta di Halle ha perso la sua antica funzione di raggruppamento di assi nord-sud. Il traffico maggiore è ora orientato in direzione est-ovest. L’asse della Friedrichstrasse appare oggi sovradimensionato anche se allo stesso tempo non sembra più essere evidente che una delle vie più importanti di Berlino comincia da qui. La progettazione dello spazio di Mehringplatz, così come è stato concepito, complica ulteriormente la visibilità di un rapporto Nord-Sud. La Friedrichstrasse termina a Mehringplatz e a sud di Franz-Klühs-Strasse assume un aspetto differente a tal punto che si possono identificare i due tratti, nord e sud Friedrichstrasse. Nella parte settentrionale, è la via dello shopping, del lusso e degli affari; la sezione meridionale è invece segnata da un carattere eterogeneo e di scarsa qualità. Tra il Checkpoint Charlie e Mehringplatz la componente residenziale aumenta in modo significativo e procedendo verso sud aumentano i lotti liberi. Il collegamento tra il nord e il sud Friedrichstadt, interrotto dalla pluridecennale divisione della città, deve essere raggiunto mediante il ripristino della qualità urbana, la ricucitura dei bordi, la riqualificazione degli spazi aperti e degli spazi pubblici. Le aree verdi Besselpark e Theodor Wolff-Park sono importanti punti di partenza per l’aggiornamento del Friedrichstrasse meridionale; ne traggono profitto la componente residenziale, i servizi e gli spazi pubblici. Progetto per la Friedrichstadt meridionale Per rettificare l’urbanizzazione del dopoguerra e la relativa assenza di un ragionamento complessivo sulla storia della città, si è intervenuti sull’esistente apportando, laddove la città lo richiedeva, le necessarie modifiche per restituire un nuovo ruolo all’isolato. Seguendo le sovrapposizioni dei differenti piani storici, ci si è mossi componendo un’architettura in grado di legarsi con il resto della città di cui diventa parte integrante, fissando la costruzione dell’isolato come elemento strutturale e strutturante la forma. L’impianto riprende i tracciati della città barocca, assumendo come asse portante il tracciato della Lindenstrasse, lungo il quale si sviluppa il nuovo collegamento viabilistico principale grazie alla connessione con la Mehringdamm, oltre il canale, a segnare un nuovo tracciato urbano. L’edifico che segna quest’asse è la biblioteca, ispirata ai grandi palazzi barocchi, con il corpo principale costituito da un ampio salone centrale, disposto come una corte coperta, nodo dell’intero progetto. L’impianto della biblioteca si configura come un palazzo articolato attraverso una successione di corti capaci di ridare significato a tutti gli elementi dell’area: il verde, il canale, il Museo Ebraico di Daniel Libeskind, la piazza e l’edificio Haus des Deutschen Metallarbeiter di Erich Mendelsohn. Relazionandosi con il progetto tali elementi assumono un nuovo significato: il verde diviene parte integrante del disegno, la piazza circolare si lega ora con la corte di accesso dell’edificio, il canale diviene un margine e allo stesso tempo un confine da superare, anche grazie alla disposizione di una delle tre torri oltre il canale che, messa in relazione e successione con le altre, funge da elemento di connessione tra la città barocca e lo sviluppo ottocentesco. Le torri, seguendo l’asse principale, collegano visivamente le due città. La biblioteca 1.1 Composizione architettonica Il progetto si compone intorno a due corpi in linea dettati dall’orientamento della città ad est, tenuti insieme da un fronte arretrato rispetto al filo della strada, in modo da creare due corti: una pubblica, pavimentata, in grado di relazionarsi con la Merighenplatz e grazie alla monumentalità dei fronti di fungere da accesso all’edificio; l’altra più privata e verde, a richiamare nell’insieme l’impianto degli Hotel Particuler parigini. Tra le due è stato ricavato un salone centrale ricoperto da una struttura indipendente in vetro. Il salone, luogo centrale e spazio di distribuzione, permette di ospitare 800 lettori. Lavorando per aggiunte e omissioni, una serie di altri edifici si giustappongono all’ossatura centrale per formare una sequenza di corti diverse nel loro intento. La successione delle corti segue uno schema che, eccezion fatta per la corte d’accesso, non coincide con le dimensioni dell’edificio; a ciò è dovuta l’interruzione dei corpi longitudinali in corrispondenza dei confini dell’isolato. Formatasi grazie alla giustapposizione del corpo fronte strada con l’anima centrale, la corte nord si apre verso il Museo Ebraico e permette ad esso di relazionarsi, ora, con il resto della città. Il fronte che su esso si affaccia è un fronte in mattoni chiuso, a suggerire la presenza di uno spazio buio al suo interno, ed a lasciare maggiore risalto all’aula più bassa che su questo si ancora e che si apre, con grandi finestre, verso il giardino e oltre verso il museo, in riferimento all’orangery prussiana di Potsdam. La corte è completata da una torretta-archivio, un corpo incastonato all’aula ed elemento di separazione tra lo spazio privato del giardino interno, e lo spazio pubblico e rumoroso dell’ingresso e della strada. Oltre alla presenza della corte d’accesso, l’unica eccezione portata sul nuovo fronte della Lindenstrasse coincide con l’arretramento del braccio che si estende verso sud al limite dell’isolato. Lo spazio libero che si viene a creare è occupato dalla sala conferenze, un monolite in pietra con un lato inclinato, dato dal recupero del tracciato fondiario della Neu-Colln (coincidente con l’andamento del fiume a sud-est). Questa linea viene prolungata con un taglio al piano terra dell’edificio adiacente ed oltre sul terreno, con un sentiero che virtualmente supera il fiume e si protrae verso sud. Il braccio citato accostandosi al telaio cardinale va a formare la corte che si apre verso Kreuzberg, il quartiere oltre il canale, relazionandosi con l’acqua, la ferrovia sopraelevata, il verde e la Biblioteca Americana. A delimitare questo spazio vi è un piccolo padiglione che si definisce come elemento eccezionale, immerso nel verde, che trova nel parco la sua appropriata collocazione. Le differenti modalità con la quale sono state affrontate le varie parti del progetto si riflettono nella composizione dei fronti. L’ossatura principale, coincidente con l’edificato a tre piani, è realizzata in mattoni denunciando, laddove sono conservate le letture, una chiusura molto marcata data da bucature puntuali di dimensioni ridotte. Un muro in mattoni che vuole garantire protezione a ciò che vi è all’interno. I fronti interni alle corti denunciano aperture maggiori, costituite da superfici vetrate e luminose, rendendo più permeabile lo spazio interno alla biblioteca e alle zone serventi. Eccezion fatta per i bracci a due piani che seguono l’asse della Lindenstrasse, tutte le altre parti del progetto sono ricoperte da lastre di pietra, ad indicare il loro carattere complementare con i bracci che seguono gli assi principali. Il trattamento delle facciate varia in base al tipo di edificio, passando da un fronte molto aperto e vetrato per l’aula seminari, ad uno molto chiuso per la torre archivio e per l’auditorium. Sempre in pietra è realizzato il loggiato che si protrae lungo le due corti. L’interno dell’edificio della biblioteca scaturisce dall’articolazione dei fronti; è composto da un luogo nodale, la sale lettura, dalla quale si accede alle varie parti dell’edificio. Essa è preceduta da una imponente hall, luogo di accettazione dell’utente, dalla quale si può accedere a tutte le parti in cui non è necessaria la registrazione, quali bar, zone lettura disposte sul ballatoio, centro congressi, uffici amministrativi, mediateca ed emeroteca. I 2 milioni di libri si collocano in quello che in principio è stato pensato come uno spazio libero, un volume in mattoni a tutta altezza. Al suo interno, una struttura leggera in acciaio va a creare 6 piani, ancorati ad un muro del deposito, e collegati tra loro tramite una serie di rampe. Esso è prettamente pensato come uno spazio buio, con delle piccole aperture che permettono un ideale illuminazione in fase di ricerca ed il mantenimento delle scritture. La continuità e la pesantezza di questo spazio si interrompe in corrispondenza della parte centrale, dove ha luogo il salone centrale. Qui il muro che vi si affaccia cade, mettendo in stretta relazione sensoriale i due spazi. Disposta parallelamente a questo braccio, l’altra ala si affaccia sul salone tramite un loggiato a doppia altezza che percorre l’intera lunghezza dell’isolato, addossandosi al volume più alto, e connettendo tra loro la corte d’accesso, la sala studio, e la corte retrostante. In questo susseguirsi di spazi, la funzione del loggiato rimane invariata; esso funge da elemento distributivo, aperto sulla corte d’accesso e sulla sala studio, chiuso con delle vetrate laddove deve fungere da elemento distributivo per la biblioteca specializzata. Caratterizzati da un accesso indipendente, gli uffici lungo la Lindenstrasse sono contraddistinti da un corridoio affacciato alla corte che va a distribuire le luminose aule. Ad ancorare la stecca allo scheletro centrale, una sala seminari anch’essa con un doppio accesso indipendente, va ad accogliere in uno spazio luminoso aperto sul verde fino a 800 persone. Lo spazio è stato pensato come libero, in grado di ospitare altresì esposizioni temporanee ed attività culturali. Il progetto è caratterizzato da evidenti richiami all’architettura Berlinese e Tedesca, come nel caso della facciata vetrata della sala lettura, in riferimento all’Altes Museum di Schinkel ed alla Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe; oppure della corte e del fronte d’accesso, in riferimento al progetto della Kaufhaus sull’Unter den Linden, opera di Schinkel. Accedendo alla hall centrale, la disposizione delle scale d’accesso ai ballatoi superiori ed al piano pubblico inferiore richiamano le distribuzione verticale della Neue Nationalgalerie. Il bar, disposto nel verde, è una rivisitazione del casino di Schinkel per il Charlottenburg Schloss. Di stampo prussiano è anche la sala seminari, ripresa dall’orangery di Potsdam.