A cura del Prof. Alfredo Nazareno d’Ecclesia EDUCAZIONE Il centro dell’apprendimento deve essere sia la percezione sensoriale sia quella cognitiva, presenti nella realtà al fine di suscitare emozioni.. Il concetto che deve guidare l’insegnamento, sarà l’attività del discente. L’istruzione deve essere fondamento del progresso sociale e politico dell’umanità anche in un’ottica interculturale. Natura dell’Educazione SEI ITINERARI PER LE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE ANTROPOLOGIA: sfera etico - sociale, estetica e cognitiva, religiosa. FILOSOFIA dell’Educazione: riflessione sull’essere. BIOLOGIA: sfera della corporeità. EDUCAZIONE PSICOLOGIA: sfera emotivo – affettiva. PEDAGOGIA: integralità – l’essere umano a più dimensioni. DIDATTICA: mettere in comunicazione il 'soggetto' con gli 'oggetti' dell'educazione. La pedagogia è una scienza dell'educazione che si occupa della riflessione critica e della progettazione della pratica educativa. In effetti la concezione che si ha della pedagogia dipende dalla visione che si ha dell’essere umano e del suo destino. S’inserisce in un ambito costituito da un insieme di discipline che hanno come oggetto di studio il processo educativo ivi compresa l'istruzione. Coltivata con grande impegno sin dall’antichità greca, ha subito profonde trasformazioni per opera della filosofia. Oggi con l’affermarsi delle scienze positive, ha un campo di ricerca proprio e dispone di metodi e criteri specifici. PEDAGOGIA • ETIMOLOGIA DEL TERMINE παιδαγογια, arte del «Pedagogo», da παιδος (paidos) «il fanciullo» + αγω «guidare, condurre, accompagnare». Quest’ultimo verbo enfatizza il significato che i risultati ottenuti si raggiungono sviluppando virtù già esistenti. PEDAGOGIA 2 Maturazione integrale della persona: nelle età generazionali (infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta e senile); attraverso le principali agenzie educative (famiglia, scuola, enti locali, associazionismo, chiese); nella dimensione di sviluppo: affettiva, emotiva, etico- sociale, intellettuale, estetica, fisica. Finalità della Pedagogia SINTESI DEL CONCETTO GENERALE PROBLEMI DI: APPRENDIMENTO, FORMAZIONE, INCULTURAZIONE, GLOBALIZZAZIONE. INTEGRAZIONE/ INTERAZIONE INDIVIDUALI E SOCIALI ANTROPOLOGIA PEDAGOGIA GENERALE ( PRASSI EDUCATIVA, MODALITA’ CONCRETA DI EDUCARE ) FILOSOFIA DELL’EDUCAZIONE (ESSENZA DELL’EDUCAZIONE – FUNZIONE RIFLESSIVA) Pedagogia Estetica Come sviluppo armonico affettivo/emotivo/spirituale. La Pedagogia estetica è uno dei rami speciali della Pedagogia, essa si occupa degli aspetti belli (intesi in senso ampio) della vita, dell’esistenza e della realtà. La bellezza è un valore positivo che deve suscitare nell’essere umano una qualità che dia vitalità. Rendere il soggetto umano capace di scoprire, godere, realizzare e produrre è l’oggetto della Pedagogia estetica. Il problema che si presenta è quello tra l’educazione estetica e l’educazione artistica, stabilendo la loro possibile equivalenza o distinzione e, in quest’ultimo caso il reciproco coordinamento, delimitandone gli obiettivi e gli ambiti. Il concetto di educazione estetica è più ampio di quello di educazione artistica e lo include. L’obiettivo educativo/cognitivo è lo sviluppo armonico affettivo/emotivo/spirituale e tecnico. Pedagogia estetica Per esprimere il concetto proviamo ad interpretarlo mediante il seguente grafico: BELLEZZA ARTE Educazione Estetica Educazione Artistica Il legame tra l’educazione estetica e l’educazione artistica è simile a quello che sussiste tra i concetti di bellezza e arte. L’arte (bellezza artificiale voluta) è uno degli aspetti della bellezza e costituisce un sott’insieme della stessa. Similmente avviene, per lo stesso motivo, nel correlativo ambito educativo, in cui l’educazione appare come uno degli aspetti dell’educazione estetica. Pedagogia estetica 2 Estetica dei beni artistici (pittura, scultura, architettura, musica, lettere, cinema, teatro) e dei beni di consumo (abbigliamento, arredamento); Natura (ecosistemi fluviali, montani, ecc.); Ambiente urbano (le strade, le piazze, trasporti, ecc.) VITALITÀ ESTETICA e Arte CREATRICE *L’apprezzamento delle diverse forme di espressione della creatività (manufatti, simboli, testi, oggetti, costumi e cucina) dovrebbe fare parte integrale della scoperta dell’Altro. *La musica, l’arte e la danza possono essere strumenti potenti di educazione interculturale. L’Esperienza diventa cultura Tra alcune ipotesi di esperienza si propone il laboratorio di attività espressive: iconico, sonoro, gestuale. Stimolare la creatività e la trasmissione dei linguaggi: la scrittura, l’immagine, il racconto, il gesto, da parte dell’insegnante di qualsiasi ordine e grado di scuola dovrebbe essere uno dei requisiti “professionalizzanti”, quindi, eliminare il pragmatismo e risvegliare l’esistenza. Esperienza didattica 1 Le prime manifestazioni spontanee dell’arte infantile devono essere concepite come dei tentativi di conciliazione tra le tendenze proprie e del gioco simbolico, e quelle che caratterizzano le forme adottate dall’attività. L’arte è un’armonia non illusoria, ma risultato di una genesi di senso che fonde sistemi in cui i possibili si armonizzano, dialogano per interpretare le possibilità della natura, del mondo e dell’essere umano. Esperienza didattica 2 Il tema generale dell’arte è di un’interpretazione possibile del rapporto essere umano–mondo. In questo modo la questione dell’arte s’inserisce nel contesto quotidiano dell’uomo. Esperienza Estetica Laboratoriale L’arte è operazione estetica e quindi punto di comunicazione intersoggettiva, con una funzione formativa o educativa. Esprimersi con l’arte sembra essere un tratto insopprimibile della creatività umana di tutti i tempi: c’è una ragione? In particolare l’esperienza estetica descrive tutte le emozioni, gli stati mentali che tutti gli esseri umani possono sperimentare. Esperienza didattica 3 Per Klee l’arte è operazione estetica e quindi punto di comunicazione intersoggettiva (Paul Klee, Monaco 1879 – Locarno 1940, esponente di rilievo del Funzionalismo). Egli, così, può giungere fino alla cultura orientale ai vertici supremi della poesia, dell’arte e della filosofia. Per questo nessuno più di Klee ha partecipato a eliminare le tradizionali divisioni tra la cultura occidentale e quella orientale, ma questo non è l’ultima influenza che la sua opera ha avuto sulla storia delle idee nell’Europa moderna. L’arte come comunicazione intersoggettiva “Strada principale e strade laterali”. Per Klee è fondamentale il valore dell’attività grafica, perché dimostra le prime manifestazioni di un’auto– educazione estetica. L’universalità dell’ARTE L’analisi del godimento estetico consente di reinterpretare l’opera d’arte dai fatti e dalle scene che attraggono l’attenzione dell’occhio e dell’orecchio umano, suscitando interesse, godimento e ascolto spirituale tra l’artista e il suo fruitore. Quindi, dobbiamo imparare a cogliere l’essenza in tutte le cose che ci circondano, ad instaurare, per mezzo dell’intersoggettività, il processo intenzionale che è il fondo delle operazioni dell’io trascendentale. L’arte come comunicazione intersoggettiva Il sentimento religioso ha trovato nell’arte, nella bellezza e nella cultura espressioni straordinarie e la visita alle chiese e ad altri luoghi sacri può diventare un’originale esperienza di meditazione e di incontro con la divinità. La fede è inseparabilmente legata all’arte e a tutto ciò che il genio degli artisti ha seminato nell’arco della storia. L’arte come comunicazione religiosa Il linguaggio religioso, indagando un particolare aspetto della realtà che è quello del mistero interpretato come infinità di significato ha una forte valenza esplicativa. La funzione dell’immagine sacra, che nell’attuale contesto di comunicazione digitale globale, può esprimere molto di più della parola. Uno dei più importanti e specifici compiti del sapere religioso e da questo intenzionalmente svolto è quello di far passare dalla realtà alla rappresentazione di essa attraverso un progressivo delle conoscenze simboliche. L’arte come comunicazione religiosa 2 L’arte come comunicazione religiosa 3 L’artista deve suscitare il vero interesse, vale a dire la partecipazione dell’Io all’opera che si compie. Il problema del “sacro” investe le diverse arti, dalla poesia alle immagini, dalla musica alla danza ed ha il compito di trasmettere capacità, conoscenze e valori, in altre parole di comunicare il patrimonio culturale. La Pietà di Palestrina è una scultura marmorea incertamente attribuita a Michelangelo Buonarroti, databile forse al 1555 circa. L’arte religiosa “Pietà” di Michelangelo (1496-97), come oggetto di un’esperienza estetica. La qualità è data dal tema del rimpianto, questo ha due momenti, cioè si realizza in un’oscillazione ansiosa dell’animo. La Madonna tiene in grembo Cristo morto, come se fosse un bambino dormiente ed è giovane, come quando Cristo era bambino. Forse la statua vuole essere una visione o la previsione o prefigurazione che la Vergine ha della passione del Figlio. La percezione della flessuosità è colta, dall’eventuale osservatore nella raffigurazione dal corpo umano e non dal marmo, che coglieremmo nella pura percezione di realtà. L’intera composizione, chiusa in una piramide, vuole indicare che tutto ciò rientra in un progetto divino, che trascende l’umano. Arte Cristiana L’arte cristiana è nel suo insieme un processo di cambiamento con un proposito utile ai fini dell’educazione religiosa e morale dei fedeli perché l’attività formativa di essi è parte essenziale del programma e della funzione del Cristianesimo. La Pietà Bandini, o del Duomo/dell'Opera del Duomo di Firenze, è una scultura marmorea(h. 226 cm) di Michelangelo Buonarroti eseguita tra il 1547-55. Questa scultura in marmo raffigura Gesù privo di sensi adagiato sulla Madonna che lo sorregge, con l'aiuto di Nicodemo, in alto, e della Maddalena a sinistra. Essi formano una composizione di forma piramidale, col corpo inerte di Cristo che, con le sue linee oblique, è il fulcro dell'intera rappresentazione e sembra scivolare verso il basso, in un moto enfatizzato dalla torsione del busto e l'andamento a zigzag della gamba. Arte Cristiana 2 C’è una lunga storia dell’uso delle immagini nella pratica della Chiesa. Gesù Cristo è il Verbum Dei fatto carne e si manifesta come Imago Dei; in Lui Verbum ed Imago sono unificati, egli è Parola che si Vede, Immagine che Parla. Se si risale al significato letterale del termine, scopriamo che può essere inteso in tre modi: a) come figura esteriore dei corpi; b) come immagine mentale; c) come rappresentazione del processo di trasferimento in figura visibile di un’immagine percepita. La Pietà Rondanini è una scultura marmorea di Michelangelo Buonarroti, scolpita nel 15521553; oggi è conservata nel Castello Sforzesco a Milano. Si tratta dell'ultima opera dell’autore. La nuova composizione in verticale fu altamente innovativa e dimostrò le capacità inventive dell'artista ormai ottantenne. Tutta l'attenzione dell'artista è concentrata sul rapporto tra madre e figlio morto. Il torso del Salvatore, leggermente piegato in avanti, è schiacciato contro il corpo della Vergine quasi a formare un toccante tutt'uno, con una grande tensione emotiva. La pittura sacra cristiana traduce in immagine il sistema narrativo evangelico. La pittura non consiste in rappresentazioni icastiche, in ideogrammi di sole parole o di singoli concetti, ma è un linguaggio narrativo, in cui le immagini si costruiscono con una grammatica ed una sintassi interna, secondo la logica di un discorso che si svolge nel tempo. In ogni caso lo strumento del processo dell’immagine è la percezione, essa è l’unico modo che abbiamo per trasferire in noi una figura reale a noi estranea. Arte Cristiana 3 L’arte come concetto religioso e morale Michelangelo, Sacra Famiglia detta il tondo dei Doni(1504). L’immagine è formata dal nodo ritorto delle figure, chiuse entro il tondo e tuttavia solide e aggreganti come se fosse una sfera di vetro, è l’opposto dell’immagine espansa, sfumata, inafferrabile dei dipinti di Leonardo. Dove tutto è fenomeno, mentre qui tutto è, più che simbolo, concetto. La Vergine e San Giuseppe appartengono per nascita al mondo del Vecchio Testamento, Il Bambino rappresenta il futuro del Nuovo Testamento. Il Concetto è una verità che raggiunge la mente senza interessare i sensi. L’immagine è insensibile all’aria e alla luce. Ha contorni duri e colori freddi. Il concetto ha una realtà più forte delle cose. Le immagini visive sono quelle che compongono il linguaggio visivo e rappresentano la realtà del mondo che ci circonda, significano qualcosa di per sé comprensibile a tutti. Un’immagine, tuttavia, non è percepita da tutti allo stesso modo perché nel momento in cui entra in azione il senso della vista, essa s’imprime nella mente dell’osservatore, attimo nel quale la mente diviene lo strumento essenziale. Arte Cristiana 4 L’impressione nella nostra mente crea un’immagine soggettiva che la memoria immediatamente riporta criticamente al giudizio del nostro sentimento. La figura, con i suoi prolungamenti nelle immagini mentali, è ben di più che un semplice rivestimento estetico della religione ed è inoltre molto di più che un espediente nelle iniziative educative. Essa si radica alla sorgente stessa del discorso religioso e fa parte integrante dell’espressione reverente. Conclusione Raffaello, Lo Sposalizio della Vergine (1504) Grazie per l’Attenzione