OLIVO (Olea europaea L)
Schede colturali estesa e riassuntiva
Giacomo Rossi
Scienze del Territorio e dell’Ambiente Agroforestale
Coltivazioni erbacee, arboree ed alpicoltura
Anno accademico 2004/2005
OLIVO
Classe:
Ordine:
Fam.:
Gen.:
Sp.:
Magnoliopsida
Lamiales
Oleaceae
Olea
europaea
Ing.:
Fr.:
Ted.:
Sp.:
Olive
Olivier
Olivembaum
Olivo
Origine
L'origine dell'olivo si perde nei millenni, si pensa che provenga dall'Asia Minore, più
precisamente tra il Caucaso, l'Altopiano Iraniano, le coste Siriane e Palestinese da dove poi si è
diffuso nel corso dei millenni nel bacino del Mediterraneo, nelle zone costiere e sub-costiere di
quasi tutto il bacino mediterraneo. Da alcune scoperte avvenute nei fondali della Palestina è
emerso che la sua origine risale fino a 6.000 anni fà, lo dimostra anche il ritrovamento nell'area
siro-palestinese di resti della coltivazione di olivi simili a quelle selvatiche di oggi
Caratteristiche botaniche:
L'olivo (Olea europea) è una pianta con longevità ultrasecolare, ha foglie persistenti e, allo stato
selvatico, comincia a fruttificare dopo un lungo periodo giovanile conservando per molti anni
una buona produzione; presenta foglie lanceolate lunghe in media da 5 a 8 centimetri, verdi nella
parte superiore, grigio argento nella parte inferiore, per la presenza di numerosi peli che la
proteggono da eccessiva traspirazione, con durata media di circa 2 anni.
L'apparato radicale è alquanto esteso e molto superficiale, costituito principalmente da radici
avventizie che si espandono lateralmente e superficialmente; nell'albero adulto la zona del
colletto (punto di intersezione tra fusto e radice) risulta ingrossata ed ampia (prende il nome di
"pedale" o di "ceppaia" o di "ciocco") ed è caratterizzata dalla presenza di formazioni più o meno
sferiche, dai quali facilmente si sviluppano dei germogli (polloni); se la base di un pollone risulta
interrata, emette con facilità radici, dando luogo al "pollone radicato"
Il tronco, grigio-verde e liscio fino al decimo anno circa, poi nodoso, scabro con solchi profondi
e contorto ed assume colore scuro, è più o meno lungo a seconda della forma di allevamento
scelta; piante ultrasecolari possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, sia in altezza che in
larghezza. Sul tronco sono inserite le branche che recano i rami; su questi nascono i germogli che
sono le ramificazioni che si sviluppano nell'annata.
I germogli che nascono sul dorso dei rami e branche e crescono rapidi e vigorosi sono detti
succhioni.
Le foglie si formano sul ramo dalla primavera
all'autunno e restano vitali fino a due anni di età;
all'ascella di ogni foglia si trova una gemma, che potrà
dare luogo una infiorescenza (se era gemma a fiore) o
ad un germoglio (se era gemma a legno). Molte gemme
a legno possono rimanere ferme e svilupparsi anche
dopo vari anni, come per esempio in seguito a grossi
tagli di potatura.
Il fiore dell'olivo è ermafrodita, possiede cioè uniti gli
organi maschili (due stami) e quello femminile
(pistillo); è molto piccolo (3-5 mm) e la sua corolla è
costituita da quattro petali biancastri saldati fra di loro
alla base; il pistillo è tozzo, breve, provvisto di uno stimma ampio piumato, ricco di papille e
quindi molto adatto a trattenere facilmente il polline.
Tuttavia una buona parte delle varietà italiane è auto-sterile, pertanto la fecondazione dell'olivo è
prevalentemente eterogama (cioè con piante che presentano due tipi distinti di fiori): la
fecondazione è anemofila (cioè avviène per mezzo del vento), anche a notevole distanza tra le
piante.
Un fenomeno tipico dell'olivo è rappresentato dall'aborto dell'ovario che manifesta in diversa
misura nelle diverse varietà e, nella stessa varietà, in proporzioni diverse da un'annata all'altra, è
un fenomeno che consiste in una mancata o insufficiente crescita dell'ovario ed è fortemente
influenzato dallo stato di nutrizione dell'albero e pertanto la sua incidenza può essere attenuata
attraverso l'applicazione di una buona tecnica colturale; meno del 10% dei fiori arriva a completa
maturazione con i frutti.
I fiori non sono singoli ma riuniti in una infiorescenza, simile ad un piccolo grappolo, chiamata
comunemente "mignola". Le mignole si sviluppano dalle gemme a fiore che si formano
all'ascella delle foglie e cominciano a svilupparsi; si dice che l'olivo è nella fase della
"mignolatura"; questa è seguita dalla fioritura vera e propria (apertura dei fiori) che, a seconda
delle annate e della latitudine, può avvenire tra la fine di aprile e il mese di giugno. Dopo 6 mesi
si avrà la maturazione delle olive formatesi dai fiori (circa il 5% dei fiori).
I frutti pesano da 2 a 20 grammi ed hanno un colore che cambia ("invaiatura") dal verde al
giallo al viola al nero violaceo; maturano a partire da ottobre e contemporaneamente al viraggio
del colore si svolge la maturazione o "inoliazione" durante la quale nella polpa dimunuisce il
contenuto in acqua, zucchero e acidi e aumenta quello in olio
Ciclo biologico
da 0 a 7 anni installazione improduttiva: a metà anni si effettua l'innesto, a 5 il trapianto a
dimora
da 7 a circa 30 anni crescita con aumento continuo della produttività; piante ben coltivate
iniziano a produrre verso i 3 - 5 anni dalla messa a dimora in campo;
da 35 a 150 anni maturità e piena produzione;
oltre i 150 anni inizio dell'invecchiamento con produttività notevole per secoli e talvolta
millenni.
FRUTTIFICAZIONE
l'alternanza biennale della fruttificazione, cioè la produzione di olive, dipende da fattori collegati
allo sviluppo annuale della pianta, fattori sia nutrizionali che agronomici (irrigazione, potature,
raccolta); una maggiore carica di frutti avviene con minor accrescimento di germogli e quindi
minor fruttificazione nell'anno successivo.
anno di carica buona produzione, ridotta attività vegetativa
anno di scarica bassa produzione, elevata attività vegetativa
PRIMO ANNO del periodo biennale
primavera accrescimento dei germogli
estate induzione fiorale
autunno differenziazione fiorale
inverno riposo
SECONDO ANNO del periodo biennale
primavera fioritura, impollinazione, fecondazione
estate accrescimento del frutto, indurimento del nocciolo
autunno accrescimento, indurimento, maturazione
inverno maturazione
Germoplasma disponibile
Esistono centinaia di varietà (cultivar) di olive, da olio, da mensa e a duplice attitudine, che
hanno forma e dimensioni differenti e sono caratterizzate da un diverso rapporto tra nocciolo e
polpa e quindi da un contenuto medio di olio variabile dal 18 al 27%. La loro produttività
dipende da moltissimi fattori, climatici e colturali che determinano il ritmo biennale della piena
produzione.
Un numero così elevato di cultivar è dovuto a modificazioni del genotipo (a causa di mutazioni
gemmarie fissate per via vegetativa o per incrocio spontaneo e successiva disseminazione) o per
fluttuazione dei caratteri varietali a seguito di condizioni ambientali.
FRANTOIO
Toscana, centro
Italia
MORAIOLO
Toscana Umbria,
Mediterraneo
LECCINO
PENDOLINO
Toscana e centro
Toscana e centro Italia
Italia, zone del mondo
peso oliva
2 g ; frutto grosso;
1g
2 –5 g
caratteri
forma ovoidale
allungata, invaiata
sul rosso viola;
albero taglia media;
tonde, piccole
matura nero opaco,
precoce
carnose ellissoidali, in frutti medio piccoli,
infruttescenza,
invaiatura viola,
maturaz. precoce nera media precocità,
elevata e costante
media elevata
discreta costante
buona costante
resistenza
buona per racc.
meccanica; buona
resistenza a malattie
e freddo;
a siccità e ai venti,
teme il freddo
a sbalzi temperatura e
avversità occhio di
pavone racc. mecc.
al freddo
resa in olio
buona: 16-23 %
molto elevata:
18- 24 %
medio bassa:
17-22 %
media: 21 %
olio di elevata
qualità, fruttato,
fine, aromatico;
olive non da mensa;
olio di ottima
qualità, fruttato
armonico, verde
riflessi dorati
sapore poco fruttato
olio apprezzabile
buona qualità
diffusione
produttività
caratteri
organolettici tipici
dell'olio
CORATINA
CAROLEA
MAURINO
ROSSELLINO
diffusione
Puglia, Sud Italia
Calabria
Toscana
centro Italia
peso oliva
5g
5-6 g
medio
.
caratteri
grosse dimensioni
ovoidale, diventa
nera tardi; albero
taglia media;
inoleazione precoce
in novembre; albero
taglia grande;
albero taglia piccola;
matura colore rosso
vino, precoce
elevata costante
buona
medio elevata
buona
resistenza
adattabile a vari
terreni; buona
resistenza a malattie
e freddo;
al freddo siccità
al freddo; poco alle
gelate, scarsa a
malattie; adatto a racc. .
malattie; anche racc.
meccanica;
meccanica;
resa in olio
alta: 21-26 %
elevata: 20 %
anche da mensa,
fruttato intenso,
amaro piccante;
fruttato medio,
giallo dorato e toni
buona qualità
verdi; anche olive da
mensa;
produttività
caratteri
organolettici tipici
dell'olio
media: 20 %
.
OLIVASTRA
SEGGIANESE
NOCELLARA
del BELICE
CASALIVA
OGLIAROLA
diffusione
Toscana (Monte
Amiata)
regioni settentrionali
(laghi lombardi,
Insulare, varie specie
veneti, trentini)
Sud Italia Puglia
peso oliva
.
2g
fino a 7 g
2g
caratteri
ovoidale matura
tardiva, colore viola
maturazione precoce
nero;albero taglia
grande;
frutto grosso, polpa
sviluppata, raccolta
precoce
ovoidale, matura
colore nero lucido;
albero taglia grande;
buona ma alterna
elevata
elevata
media alterna
resistenza
elevata resistenza al
freddo
poco resistente a
freddo e malattie;
alla raccolta mecc.
resiste al freddo,
scarsa a parassiti e
malattie;
resa in olio
alta resa
elevata: 22-25 %
.
media 18-20 %
olio leggero
profumato, fruttato
armonico, giallo
riflessi aranciati
verdi
anche per tavola; dà
olio fruttato leggero,
note erbacee
fruttato intenso, olio
ottimo;
PERANZANA
MANZANILLA
CARBONCELLA
produttività
caratteri
organolettici tipici
dell'olio
TAGGIASCA
diffusione
ligure
pugliese
Spagna (Andalusia) ,
Italia
Sabina (Lazio),
Toscana
peso oliva
2g
medio
4–6g
1,5 - 2 g
caratteri
cilindrica, polpa
non molto
consistente
albero taglia
media;
drupa globosa
inoleazione precoce,
invaiatura precoce
(sinonimo di
moraiolo)
alta
buona
elevata
alta costante
resistenza
.
a malattie e freddo;
.
ai venti salsi, sensib.
al freddo
resa in olio
buona
medio bassa
15/17%
23%
22/26 %
anche oliva da
mensa, olio dolce,
giallo paglierino
pregiata fruttato
netto di oliva
(contenuto alto in
clorofilla e
carotene) alto
tempo di
irrancidimento;
molto produttiva,
poco alternante,
media resistenza al
freddo; oliva anche
da tavola
delicato fruttato,
molto aromatico,
colore oro
produttività
caratteri
organolettici tipici
dell'olio
Tecnica colturale
Ambiente e localizzazione:
Altimetria: terreni collinari con altitudini inferiori ai 500 metri sul livelli del mare;
Pendenza: inferiore al 15-18%;
Esposizione: sono privilegiati i terreni con esposizioni a Sud/Sud- Ovest
Terreno: Si escludono i terreni di scarsa profondità, franco di coltivazione inferiore a 50-70cm,
eccessivamente argillosi, percentuale di argilla superiore al 40%, eccessivamente acidi, pH
inferiore a 6. La preparazione del terreno va effettuata nell'estate precedente la messa a dimora
delle nuove piantine. Il terreno deve essere completamente sgombrato da pietre affioranti,
cespugli ed alberature preesistenti; inoltre il terreno intorno alla pianta deve essere sgombro da
erbe infestanti, quali cespugli e malerbe, questo per favorire l'assorbimento dell'acqua, la
circolazione dell'aria, lo sviluppo dell'apparato radicale, l'assorbimento del concime. Si lavora
quindi il terreno, a seconda delle esigenze, con aratura e fresatura (gennaio/febbraio e
aprile/giugno), o con l'impiego di diserbanti chimici quando possibile (gennaio - aprile agosto).Si
può
anche
procedere
ad
un
livellamento
della
superficie.
Nell'estate precedente a un nuovo impianto, si dovrà effettuare una lavorazione profonda,
generalmente a 70-90cm per favorire una buona base agronomica al terreno (con aratri da scasso
o con scarificatore, chiamato anche ripper, e successivamente aratura). Nel caso di terreni con
elevati contenuti di limo e argilla e con elevati ristagni idrici, è buona norma realizzare un
sistema di drenaggio del terreno, che viene generalmente realizzato dopo le lavorazioni profonde.
Al fine di un proficuo rendimento è necessario provvedere ad un'ottimale concimazione
(appaiono inoltre scontati i vantaggi di una concimazione organica).
Temperatura: La temperatura riveste particolare importanza in quanto è il primo parametro che
regola la distribuzione geografica dell'olivo. Così oggi i limiti termici per lo sviluppo dell'olivo
sono definiti tra il 46° grado di latitudine Nord ed il 35° grado di latitudine Sud,
comprendendo quindi sia territori delle regioni del Nord Italia, sia territori in Sud Africa ed
Australia.
La temperatura esercita una influenza decisiva sulla regolazione di numerosi processi fisiologici
quali: la traspirazione, la respirazione, la fotosintesi, l'attività enzimica, la formazione e la
degradazione dei diversi composti presenti nel frutto (acidi grassi, polifenoli, clorofilla, ecc.), la
divisione e la distensione cellulare. La temperatura agisce perciò sulla crescita vegetativa, sulla
differenziazione morfologica dei vari organi della pianta (gemme, fiori), sull'allegagione e
maturazione dei frutti, quindi, in sostanza, sulla capacità produttiva della pianta. L'olivo è
particolarmente sensibile alle basse temperature: periodi prolungati al di sotto dei -10°C
possono provocare danni irreparabili.
Luce: La luce, intesa come flusso totale di energia intercettato dalla chioma, può influire in
diversi modi sulla produzione dell'ulivo. È noto che l'azione della luce, necessaria per
l'approvvigionamento energetico della pianta, si esplica attraverso intensità fotosintetica. In tal
modo controlla la biosintesi dei carboidrati, la formazione delle clorofille e degli antociani,
l'apertura stomatica, la traspirazione ed, indirettamente, anche la disponibilità degli elementi
nutritivi. Contemporaneamente esplica importanti effetti morfogenetici sullo sviluppo dei vari
organi regolando così la crescita vegetativa della pianta e la sua produttività. Le zone della
chioma meno illuminate presentano la riduzione delle dimensioni delle foglie, dell'allungamento
del ramo, della percentuale di gemme indotte a fiore, della frequenza di fiori con ovario
completamente sviluppato, della percentuale di fiori allegati e della pezzatura dei frutti
Impianto
Prima di mettere a dimora le piantine d'olivo e dopo aver scelto il luogo dove si dovrà procedere
all'impianto si devono eseguire le seguenti operazioni:
1. livellamento e, se necessario, spietramento
2. lavorazione profonda del terreno con aratro ripuntatore (ripper) per dissodare il terreno in
profondità
3. continuare poi con una concimazione a base di letame (300-400 q.li/ha) e una fosfopotassica (150-200 kg/ha)
4. messa in opera di una rete di scolo (fossi e dreni)
5. tracciamento dei sesti e messa dei tutori (picchetti in legno) delle future piantine
6. eventuale potatura di trapianto delle piantine
Il periodo consigliato è l'inizio della primavera, precedendo la ripresa vegetativa (nelle zone ad
inverno mite è consigliabile la messa a dimora in autunno). Le piante che abbiamo sistemato in
campo dovranno essere allevate con particolari forme e sesti d'impianto: al centro Italia si
preferisce il sesto 5x6 o 6x6 mentre al sud è più largamente usato il sesto 7x6 o 7x7. Negli
ultimi anni si sta sperimentando il sesto dinamico cioè un oliveto dove le piante hanno sesto 6x3
fino al 12° anno, dal 13° in poi una fila ogni due viene spiantata così da ottenere ben due
impianti 6x6.
Forme d’allevamento
Le forme di allevamento cambiano da zona a zona, da varietà a varietà ma, soprattutto, in
funzione del tipo di raccolta da praticare. Non si deve dimenticare, comunque, che l'olivo è una
pianta mediterranea: come tale essa ha bisogno di molta luce e aria e ha bisogno della maggior
massa di foglie per dare buoni risultati produttivi, che produce su rami di un anno compiuto, da
rinnovare annualmente, evitando, allo stesso tempo, gli ombreggiamenti che hanno effetti
sensibili e negativi sui risultati produttivi ed economici della coltura.
La forma a vaso è la più diffusa tra i sistemi di allevamento dell'olivo. Dal fusto, una volta reciso
a una determinata altezza, si fanno partire esternamente delle branche (in modo diverso) che
daranno alla chioma la forma di cono, o di cilindro, oppure conico-cilindrica, o tronco-conica. E
un sistema che permette un buon arieggiamento della chioma evitando l'eccessivo infittimento
della vegetazione. Il vaso policonico, con le branche impalcate a 1-2 m da terra, permette le
lavorazioni e la crescita sottochioma delle specie erbacee. Contemporaneamente consente alle
piante di fruttificare molto in alto, rendendo difficili e costose le operazioni di potatura e
raccolta. Quando le piante hanno raggiunto la maturità sono necessarie le scale, perciò, si stanno
diffondendo altre forme di allevamento. La forma libera o a cespuglio, si ottiene senza effettuare
nessun intervento di potatura alla pianta nei primi 8-10 anni, fatto salvo l'eventuale diradamento
dei rametti alla base per i primi 40-50 cm, da effettuarsi subito dopo il trapianto o alla fine del
primo anno. In seguito allo sviluppo dell'olivo, si ottiene un cespuglio globoide con varie cime e
contenuto in altezza, simile alla forma naturale. Dal 10° anno in poi si prevedono interventi di
potatura più o meno drastici che possono andare da un abbassamento delle cime, con
contemporaneo sfoltimento della chioma, a una stroncatura turnata di tutte le piante
dell'appezzamento. Nel globo, forma molto simile al cespuglio, il fusto è stato reciso a una
determinata altezza e le branche si sviluppano da tale piano senza un ordine prestabilito per
raggiungere, con le ramificazioni, altezze diverse; nel complesso la chioma dell'olivo prende una
forma globosa.
Quando le ramificazioni non scendono molto lateralmente, ma si estendono soltanto nella parte
superiore, come quelle del pino da pinoli, si ha l'ombrello. Tra le forme di allevamento basse
ricordiamo: la palmetta libera, il vaso cespugliato, il cespuglio allargato lungo il filare (ellittico)
o espanso (circolare), monocono o a cordone, a siepone. Queste forme tendono a realizzare una
massa continua di vegetazione lungo il filare alta fino a 4 m. Il vaso cespugliato presenta 3-4
branche principali .che si dipartono dal suolo e possono derivare da gruppi di 3-4 piantine. Il
monocono è una forma a tutta cima, molto simile al fusetto utilizzato in frutticoltura, di semplice
manualità nella potatura. Per l'impostazione di questa forma di allevamento si consigliano
potature estive di formazione nei primi due anni allo scopo di eliminare le ramificazioni basali
del tronco nei primi 80-90 cm, guidare la cima al tutore e sopprimere eventuali ramificazioni
laterali assurgenti che possono entrare in concorrenza con l'unica cima. I rami legnosi saranno
intervallati tra loro di 50-60 cm in modo da conferire alla pianta, a struttura ultimata, la forma di
un cono col vertice rivolto verso l'alto. E' la forma di allevamento più adatta alla raccolta
meccanica per vibrazione del tronco, ma la fruttificazione non è sempre regolare. Le forme di
allevamento libere sono più adatte per quelle aziende che dispongono di poca manodopera per le
operazioni di potatura e raccolta.
Potatura
L'olivo se viene lasciato crescere e sviluppare naturalmente, assume di solito una forma piuttosto
irregolare, globoso-conica e cespugliosa, con chioma sviluppata prevalentemente in ampiezza o
in altezza a seconda della varietà. Il potatore, senza troppo contrastare la tendenza dell'albero, ne
deve guidare la crescita in modo che le varie parti della chioma risultino distribuite nello spazio
con equilibrio e con buona esposizione alla luce; deve anche curare che vengano disposte in
modo da rendere facili e rapide le operazioni da compire sull'albero, come la stessa potatura e la
raccolta delle olive.
Esistono, generalmente, due tipi di potatura: la potatura di formazione delle giovani piante e la
potatura di produzione.La prima si differenzia in forme che presentano uno scheletro ben
definito sin dall'inizio, con chioma che comincia ad una certa altezza da terra; sono ottenute con
una potatura relativamente energica che ritarda l'inizio della fruttificazione (a questo gruppo
appartengono il vaso policonico, la palmetta, la ipsilon ed il monocono); forme inizialmente
cespugliose, con chioma che comincia vicino terra, ottenute con una potatura relativamente
leggera che favorisce una precoce entrata in produzione; queste forme, mantenendo nel tempo
gran parte della chioma fruttificante molto vicina a terra, permetteranno inizialmente una
raccolta più facile (questa potatura ha lo scopo di contribuire a mantenere nelle giuste
proporzioni l'attività vegetativa e quella produttiva e di ridurre il più possibile il fenomeno
dell'alternanza di produzione che caratterizza tante varietà di olivo); col tempo sarà comunque
necessario effettuare tagli più energici per rinnovare ed arieggiare la vegetazione.
La potatura permette di asportare, con appositi strumenti da taglio, i rami per rinnovare e favorire
lo sviluppo delle branche fruttifere della pianta, di intervenire modellando la forma della pianta
per regolarne la crescita ed il portamento anche in base ad esigenze colturali e di distribuire in
modo omogeneo e corretto l'illuminazione sulle varie parti della chioma. Scopo di tutti questi
interventi è favorire la produttività ed aumentarla in rapporto equilibrato allo sviluppo annuale
della pianta.
potatura di allevamento predispone la pianta a una coltivazione e raccolta meccanizzata.
potatura di impianto permette di determinare la forma della chioma e il portamento dell'albero
adulto (a cono, a vaso, a vaso cespugliato ecc.) e si effettua nei primi anni dopo la messa a
dimora definitiva.
potatura di riforma si pratica per cambiare l'aspetto della chioma, per ridare forma originaria ad
una pianta abbandonata e in disordine vegetativo o per correggere errori di potatura di impianto.
La riforma si fa anche quando bisogna cambiare la conformazione delle piante per gelate o
incendi e comporta il taglio di grosse parti della pianta e la loro sostituzione con polloni vigorosi
e accuratamente selezionati.
potatura di ringiovanimento sfrutta la meravigliosa "immortalità" dell'olivo per rendere
produttivi vecchi oliveti o alberi gravemente danneggiati dal gelo; comporta il taglio del tronco
alla base e l'allevamento di due o tre polloni scelti fra i più robusti tra quelli che spunteranno
dalla ceppaia.
potatura di produzione va effettuata subito dopo la fine del periodo delle gelate, poichè il
freddo ostacolerebbe il processo di cicatrizzazione dei tagli sul legno, ma prima del termine del
periodo di germoglio delle piante
Elementi nutritivi
La concimazione dell'olivo si basa principalmente su tre elementi fondamentali che, a volte,
possono scarseggiare nel terreno:
A. azoto
B. fosforo
C. potassio
Oltre agli elementi fondamentali sono importanti, seppur in minime quantità, i cosiddetti
microelementi, in particolare il magnesio e il boro.
A. L'azoto è l'elemento più importante per una migliore attività vegetativa e produttiva.
Esso stimola l'accrescimento, favorisce la formazione dei nuovi germogli e dei fiori, agisce
sull'allegagione e sullo sviluppo dei frutti, eccita la funzione clorofiliana e la moltiplicazione
cellulare; ne consegue che la massima esigenza di azoto si ha con la primavera fino a
giugno.
Si dice dalle nostre parti di non eccedere nella concimazione azotata, perchè l'azoto è il
responsabile degli attacchi di fumaggine nell'oliveto.
Non è l'azoto in sé che favorisce le malattie fungine in genere, ma l'intenerimento della
pianta dovuto alla rigogliosa attività vegetativa che l'azoto stimola.
In sostanza senza azoto la pianta non getta nuovi germogli e quindi la produttività risulta
compromessa.
In caso di attacchi di fumaggine è meglio aumentare la dose di potassio e somministrare
l'azoto che serve alla coltura.
B. Il fosforo, insieme al calcio, è necessario per la formazione dei germogli, per la
riproduzione, per l'efficienza dei cloroplasti.
Accelera il ciclo biologico specie nella fase di riproduzione neutralizzando l'azione
ritardatrice dell'azoto.
la carenza di essi si riflette su scarsi sviluppo vegetativo e di fruttificazione.
In realtà, come vedremo più avanti, la pianta di olivo non richiede eccessive dosi di questi
elementi.
C. Il potassio è molto importante per una buona fruttificazione.
Regola il consumo d'acqua della pianta attraverso la duplice azione di ritenzione idrica nei
tessuti e di controllo della traspirazione; aumenta inoltre la resistenza della pianta agli
eccessi di temperatura e alle malattie fungine.
D. I microelementi: mentre sono rare le carenze di magnesio, quelle di boro si riflettono sulla
fertilità dei fiori femminili e quindi sulla produzione. La boro-carenza si manifesta anche
con disseccamento e caduta delle foglie e avvizzimento dei rami con eccessivo sviluppo di
succhioni.
Nel quadro complessivo della nutrizione dell'olivo va aggiunta la sostanza organica, la cui
presenza nel terreno è di fondamentale importanza; essa migliora la struttura del suolo, attiva la
vita microbica e favorisce l'assimilazione degli elementi nutritivi da parte della pianta.
Inoltre è in grado di favorire la ritenzione idrica del terreno.
Ormai è impensabile distribuire letame nell'oliveto perchè, a parte il costo della mano d'opera
eccessivo per questo tipo di operazione, non ci sarebbe neanche più bestiame a sufficenza per
produrlo.
Il diserbo chimico che via via va diffondendosi per abbattere ulteriormente i costi già troppo alti
nelle nostre zone disagiate, non lasciando neanche più l'erba a marcire nelle fascie, impoverisce
sempre di più i nostri terreni.
Occorre quindi diserbare il meno possibile, cercando di usare i dissecanti e non usare mai
diserbanti che rimangono attivi per anni nel terreno (principio attivo: diossina).
Comunque ogni tanto usare concimi a base organica reperibili sul mercato purtroppo ad un costo
un pò elevato considerando il fatto che questi ultimi hanno titoli estremamente bassi.
Calcolo degli elementi nutritivi
Per effettuare una razionale concimazione, occorre eseguire periodicamente un'analisi chimicofisica del terreno, ed in base ad essa, calcolare le dosi da distribuire dei diversi concimi.
È indispensabile servirsi di un Tecnico Agrario per la lettura delle analisi perchè ci sono
elementi, (es. potassio) che pur presenti nel terreno, non sono assimilabili dall'albero e questo
può portare l'inesperto a un errore di valutazione.
Ai fini pratici si può tenere conto del concetto di restituzione.
Tenendo conto dell'immobilizzazione nel terreno di fosforo e potassio nonchè l'asportazione da
parte di erbe infestanti, il quantitativo da restituire per ogni quintale di olive prodotte sarà di 3
Kg. di azoto, 0,6 Kg. di fosforo e 3 Kg. di potassio.
Il calcolo può essere effettuato indifferentemente sia sulla base di produzione per singola pianta
o per ettaro.
Irrigazione
Viene praticata soprattutto negli oliveti di recente costituzione. La maggior parte degli oliveti
affrontano i mesi estivi senza integrazioni idriche e quindi vanno incontro alle conseguenze della
siccità: caduta dei frutti, rallentamento della maturazione, lunghi intervalli fra le annate
pienamente produttive.
Le piante irrigate regolarmente possono arrivare a raddoppiare il volume del frutto. I sistemi di
irrigazione più diffusi variano a seconda delle aree e quindi in base alla disponibilità, alla portata,
al costo di approvvigionamento dell'acqua, alla orografia del terreno ed alla dimensione della
superficie di oliveto da irrigare. I sistemi tradizionali (a conche, per infiltrazione da solchi e a
scorrimento) sfruttano le pendenze del terreno irrigando mediante canalette e solchi sistemati
accuratamente e assiduamente controllati.
Sistemi più moderni permettono di irrigare punti ristretti in prossimità della pianta attraverso
distribuzione localizzata "a goccia". Tubature in plastica con erogatori a distanze variabili
forniscono piccole portate d'acqua (da 2 a 10 litri all'ora) che permettono di far fronte ai bisogni
della pianta con un risparmio dal 10 al 30% rispetto ai metodi tradizionali.
Raccolta
Nel periodo di maturazione l'oliva assume colorazioni diverse (invaiatura), dal colore verde al
giallo al viola ed infine al nero o quasi, e la polpa diviene molle: questo processo è progressivo e
lento, specie con minore irradiazione solare; nell'ultimo stadio di maturazione la polpa
raggrinzisce e perde di peso.
La raccolta dell'oliva deve avvenire quando essa è pienamente sviluppata, al punto giusto di
inolizione e contenuto di antiossidanti, e proprietà organolettiche migliori (per prodotti tipici
meglio nelle fasi 2 e 3), prima della caduta dei frutti maturi, per permettere di raccogliere il
maggior numero di olive per pianta e per avere la massima resa di olio, e di migliore qualità: tale
momento varia a seconda delle zone, della varietà di oliva e del clima.
L'epoca di raccolta delle olive nell'Italia Centrale cade in genere fra novembre e dicembre, nel
momento in cui hanno raggiunto le massime dimensioni, il massimo di inolizione, e la polpa
perde un poco di consistenza.
Si deve tenere presente che le olive sono soggette a progressiva cascola, cioè distacco naturale (o
per eventi atmosferici) delle drupe, tipico di ogni cultivar: con il passare del tempo la cascola
porta a perdite di quantità e qualità di prodotto.
Per grandi estensioni di oliveto servono per la raccolta grandi quantità di mano d'opera e per
non brevi periodi: infatti la meccanizzazione della raccolta non è molto diffusa, talvolta è
addirittura irrealizabile, traumatica, e quasi tutti i sistemi migliori adottati sono manuali. Peraltro
la progressiva carenza di mano d'opera orienta sempre più le aziende di una certa dimensione a
dotarsi di strumenti per la raccolta meccanica o agevolata.
Le olive raccolte vengono immagazzinate in cassette forate e poi portate in ambienti aerati e
freschi per non più di 2 giorni, e quindi lavorate al frantoio.
Le tecniche adottate nella raccolta variano da regione a regione soprattutto in relazione alle
caratteristiche degli alberi, alla potatura e alla conseguente altezza delle fronde; si suddividono in
raccolta manuale (brucatura) e meccanica.
Avversità
L’olivo è soggetto a numerose avversità di ordine climatico e parassitario.Fra le prime,un posto
preminente è occupato dalle basse te,perature che possono provocare una intensa abscissione
delle foglie e anche danni gravi alla struttura scheletrica(tronco,branche).
I principali parassiti vegetali sono rappresentati dalla rogna(provocata dallo Pseudomonas
savastano);dall’occhio di pavone o cicloconio;dalle fusaggini,causate da funghi saprofiti che
insediano sui rami e sulle foglie coperte dalla melata emessa dalle cocciniglie;dalla lebbra dei
frutti;dalla “carie” dei tronchi che,pur comportando la presenza di vari miceti,sembra essere una
fisiopatia tipica del legno dell’olivo.
Tra i numerosi parassiti animali si pone in evidenza,per la gravità dei danni che arreca ai frutti,la
mosca dell’olivo(Dacus oleae),le cui infestazioni sono massicce nelle regioni meridionali
dove,oltre alla perdita del prodotto,si ha un peggioramento della qualità dell’olio;la tignola,il
liotripide;l’ilesimo;la cocciniglia nera.
Gli interventi di difesa antiparassitaria più impegnativi sono quelli relativi all’occhio di pavone
e,soprattutto,alla mosca,anche per le implicazioni igieniche e di rispetto dei tempi di carenza che
i trattamenti contro questo insetto comportano per la lavorazione delle drupe
I NUMERI DELL’OLIVO
Area di crescita: zone temperate tra 30° e 45° parallelo nord e sud
Produzione di un albero: da 15 a 40 Kg. di Olive - da 3 a 8 Kg. di Olio (resa del 20%)
Olivi nel mondo: 800 milioni di piante su 9.500.000 ettari
Olivi nel Mediterraneo: 700 milioni di piante su 9.000.000 ettari
Produzione mondiale di Olive: 7.900.000 Ton. ( 7.200.000 da Olio - 700.000 da Mensa )
Produzione italiana Olio: 450.000 Ton.
Produzione mondiale di Olio: 1.500.000 Ton.
Olio prodotto nel Mediterraneo: 1.450.000 Ton. nel 1995 (circa il 95% della prod. mondiale)
Bibliografia:
Baldini E.- Marangoni B.– Coltivazioni Arboree – Ed. Loescher – Torino, 1993
Bibliografia e foto reperite dai siti internet:
Disponibili all’indirizzo: http://www.museodellolivo.com; ultima consultazione 13/02/06
Disponibili all’indirizzo: http://leonardodavinci.csa.fi.it; ultima consultazione 18/12/05
Disponibili all’indirizzo: http://www.agraria.org; ultima consultazione 19/12/05
Disponibili all’indirizzo: http://www.taggiasca.com; ultima consultazione 14/02/06
OLIVO
nome botanico
famiglia
Olivo (Olea europea L.)
Oleaceae
prodotto agrario
utilizzazione
oliva per consumo fresco, olio
alimentazione umana
ciclo biologico
ciclo di coltivazione
zero vegetazione
ottimo termico
fotoperiodo
poliennale
50-100 anni
-6°C
15-25°C
piuttosto lungo (16 ore circa)
portamento
Arboreo, eretto
Di tipo avventizio, superficiale ed espanso, in
genere non si approfondiscono mai oltre 1 m
Cilindrico e contorto, di colore grigio-scuro, legno
duro e pesante
coriacee, semplici, intere, lanceolate, con picciolo
corto e lamina rivolta verso il basso
piccoli, riuniti in infiorescenze (mignole) inserite
all’ascella delle foglie
drupa
app. radicale
fusto (rizoma)
foglie
fiore
frutto
diffusione
impianto
Si sceglie la zona, si fa livellamento, spietramento, scasso a
80 cm, affinamento di fondo, approntamento della rete
scolante, tracciamento dei sesti e picchettamento, messa a
dimora manuale o con trapiantatrici semiautomaticheDISTANZE: 5-7 m tra le file e sui 3-5 m sulla fila
forme di
allevamento
globo, vaso, ipsilon, palmetta, siepone, monoconola più
comune è il vaso
gestione del suolo
- INERBIMENTO: controllato, artificiale o naturale. Serve per
contenere l’erosione. Si fa di solito nel periodo autunnoinvernale per agevolare le operazioni di raccoltaLAVORAZIONI TERRENO: superficiale, con erpici
frangizolle, di solito nel periodo primaverile- estivo DISERBO CHIMICO: può essere effettuato nelle piazzole
sottochioma prima della raccolta o nelle situazioni di
coltivazione (terrazzi, ciglioni, scarpate, ecc.) che rendono
difficile l’impiego di macchine operatrici per le periodiche
sfalciature, rinciature o lavorazioni superficiali del terreno
concimazione
EPOCA: concimazione di N alla ripresa vegetativa (fine
febbraio- inizio aprile) . Somministrazione dei concimi fosfopotassici ad anni alterniDOSI: annuali) N: 0,5 kg/pianta, 100
kg/haP: 50 kg/ha P2O5K: 50 kg/ha K2O
irrigazione
E’una pianta con basse esigenze idriche, ma carenze
prolungate causano cascola e bassa produzione.Negli ultimi
anni si sono affermati sistemi irrigui di tipo localizzato (a
goccia, a spruzzo e a microportata) che hanno sostituito in
gran parte quelli tradizionali per scorrimento, aspersione e a
conca.
controllo avversità
DIFESA ANTIPARASSITARIA: trattamenti rameici per
parassiti di origine vegetale (occhio di pavone, rogna, ecc.).
Trappole cromotropiche, chemiotropiche e sessuali contro la
mosca dell’olivo (Dacus Oleae)
raccolta
EPOCA: novembre- dicembre al nord, ottobre al sud
MODALITA’:
- manuale: brucatura, con rese di 10 kg/ora.persona,
per olive da olio, da mensa 20-25 kg/ora.persona,
pettinatura: 15- 20 kg/ora.persona, raccattatura
manuale dal suolo con rese di 70-80 kg/ora.persona
- meccanica: macchine, spazzolatrici-raccattatrici, per
raccattare le olive da terra, o per provocare il distacco
delle drupe, scuotitori