OLIVO (Olea europaea L) Schede colturali estesa e riassuntiva Giacomo Rossi Scienze del Territorio e dell’Ambiente Agroforestale Coltivazioni erbacee, arboree ed alpicoltura Anno accademico 2004/2005 OLIVO Classe: Ordine: Fam.: Gen.: Sp.: Magnoliopsida Lamiales Oleaceae Olea europaea Ing.: Fr.: Ted.: Sp.: Olive Olivier Olivembaum Olivo Origine L'origine dell'olivo si perde nei millenni, si pensa che provenga dall'Asia Minore, più precisamente tra il Caucaso, l'Altopiano Iraniano, le coste Siriane e Palestinese da dove poi si è diffuso nel corso dei millenni nel bacino del Mediterraneo, nelle zone costiere e sub-costiere di quasi tutto il bacino mediterraneo. Da alcune scoperte avvenute nei fondali della Palestina è emerso che la sua origine risale fino a 6.000 anni fà, lo dimostra anche il ritrovamento nell'area siro-palestinese di resti della coltivazione di olivi simili a quelle selvatiche di oggi Caratteristiche botaniche: L'olivo (Olea europea) è una pianta con longevità ultrasecolare, ha foglie persistenti e, allo stato selvatico, comincia a fruttificare dopo un lungo periodo giovanile conservando per molti anni una buona produzione; presenta foglie lanceolate lunghe in media da 5 a 8 centimetri, verdi nella parte superiore, grigio argento nella parte inferiore, per la presenza di numerosi peli che la proteggono da eccessiva traspirazione, con durata media di circa 2 anni. L'apparato radicale è alquanto esteso e molto superficiale, costituito principalmente da radici avventizie che si espandono lateralmente e superficialmente; nell'albero adulto la zona del colletto (punto di intersezione tra fusto e radice) risulta ingrossata ed ampia (prende il nome di "pedale" o di "ceppaia" o di "ciocco") ed è caratterizzata dalla presenza di formazioni più o meno sferiche, dai quali facilmente si sviluppano dei germogli (polloni); se la base di un pollone risulta interrata, emette con facilità radici, dando luogo al "pollone radicato" Il tronco, grigio-verde e liscio fino al decimo anno circa, poi nodoso, scabro con solchi profondi e contorto ed assume colore scuro, è più o meno lungo a seconda della forma di allevamento scelta; piante ultrasecolari possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, sia in altezza che in larghezza. Sul tronco sono inserite le branche che recano i rami; su questi nascono i germogli che sono le ramificazioni che si sviluppano nell'annata. I germogli che nascono sul dorso dei rami e branche e crescono rapidi e vigorosi sono detti succhioni. Le foglie si formano sul ramo dalla primavera all'autunno e restano vitali fino a due anni di età; all'ascella di ogni foglia si trova una gemma, che potrà dare luogo una infiorescenza (se era gemma a fiore) o ad un germoglio (se era gemma a legno). Molte gemme a legno possono rimanere ferme e svilupparsi anche dopo vari anni, come per esempio in seguito a grossi tagli di potatura. Il fiore dell'olivo è ermafrodita, possiede cioè uniti gli organi maschili (due stami) e quello femminile (pistillo); è molto piccolo (3-5 mm) e la sua corolla è costituita da quattro petali biancastri saldati fra di loro alla base; il pistillo è tozzo, breve, provvisto di uno stimma ampio piumato, ricco di papille e quindi molto adatto a trattenere facilmente il polline. Tuttavia una buona parte delle varietà italiane è auto-sterile, pertanto la fecondazione dell'olivo è prevalentemente eterogama (cioè con piante che presentano due tipi distinti di fiori): la fecondazione è anemofila (cioè avviène per mezzo del vento), anche a notevole distanza tra le piante. Un fenomeno tipico dell'olivo è rappresentato dall'aborto dell'ovario che manifesta in diversa misura nelle diverse varietà e, nella stessa varietà, in proporzioni diverse da un'annata all'altra, è un fenomeno che consiste in una mancata o insufficiente crescita dell'ovario ed è fortemente influenzato dallo stato di nutrizione dell'albero e pertanto la sua incidenza può essere attenuata attraverso l'applicazione di una buona tecnica colturale; meno del 10% dei fiori arriva a completa maturazione con i frutti. I fiori non sono singoli ma riuniti in una infiorescenza, simile ad un piccolo grappolo, chiamata comunemente "mignola". Le mignole si sviluppano dalle gemme a fiore che si formano all'ascella delle foglie e cominciano a svilupparsi; si dice che l'olivo è nella fase della "mignolatura"; questa è seguita dalla fioritura vera e propria (apertura dei fiori) che, a seconda delle annate e della latitudine, può avvenire tra la fine di aprile e il mese di giugno. Dopo 6 mesi si avrà la maturazione delle olive formatesi dai fiori (circa il 5% dei fiori). I frutti pesano da 2 a 20 grammi ed hanno un colore che cambia ("invaiatura") dal verde al giallo al viola al nero violaceo; maturano a partire da ottobre e contemporaneamente al viraggio del colore si svolge la maturazione o "inoliazione" durante la quale nella polpa dimunuisce il contenuto in acqua, zucchero e acidi e aumenta quello in olio Ciclo biologico da 0 a 7 anni installazione improduttiva: a metà anni si effettua l'innesto, a 5 il trapianto a dimora da 7 a circa 30 anni crescita con aumento continuo della produttività; piante ben coltivate iniziano a produrre verso i 3 - 5 anni dalla messa a dimora in campo; da 35 a 150 anni maturità e piena produzione; oltre i 150 anni inizio dell'invecchiamento con produttività notevole per secoli e talvolta millenni. FRUTTIFICAZIONE l'alternanza biennale della fruttificazione, cioè la produzione di olive, dipende da fattori collegati allo sviluppo annuale della pianta, fattori sia nutrizionali che agronomici (irrigazione, potature, raccolta); una maggiore carica di frutti avviene con minor accrescimento di germogli e quindi minor fruttificazione nell'anno successivo. anno di carica buona produzione, ridotta attività vegetativa anno di scarica bassa produzione, elevata attività vegetativa PRIMO ANNO del periodo biennale primavera accrescimento dei germogli estate induzione fiorale autunno differenziazione fiorale inverno riposo SECONDO ANNO del periodo biennale primavera fioritura, impollinazione, fecondazione estate accrescimento del frutto, indurimento del nocciolo autunno accrescimento, indurimento, maturazione inverno maturazione Germoplasma disponibile Esistono centinaia di varietà (cultivar) di olive, da olio, da mensa e a duplice attitudine, che hanno forma e dimensioni differenti e sono caratterizzate da un diverso rapporto tra nocciolo e polpa e quindi da un contenuto medio di olio variabile dal 18 al 27%. La loro produttività dipende da moltissimi fattori, climatici e colturali che determinano il ritmo biennale della piena produzione. Un numero così elevato di cultivar è dovuto a modificazioni del genotipo (a causa di mutazioni gemmarie fissate per via vegetativa o per incrocio spontaneo e successiva disseminazione) o per fluttuazione dei caratteri varietali a seguito di condizioni ambientali. FRANTOIO Toscana, centro Italia MORAIOLO Toscana Umbria, Mediterraneo LECCINO PENDOLINO Toscana e centro Toscana e centro Italia Italia, zone del mondo peso oliva 2 g ; frutto grosso; 1g 2 –5 g caratteri forma ovoidale allungata, invaiata sul rosso viola; albero taglia media; tonde, piccole matura nero opaco, precoce carnose ellissoidali, in frutti medio piccoli, infruttescenza, invaiatura viola, maturaz. precoce nera media precocità, elevata e costante media elevata discreta costante buona costante resistenza buona per racc. meccanica; buona resistenza a malattie e freddo; a siccità e ai venti, teme il freddo a sbalzi temperatura e avversità occhio di pavone racc. mecc. al freddo resa in olio buona: 16-23 % molto elevata: 18- 24 % medio bassa: 17-22 % media: 21 % olio di elevata qualità, fruttato, fine, aromatico; olive non da mensa; olio di ottima qualità, fruttato armonico, verde riflessi dorati sapore poco fruttato olio apprezzabile buona qualità diffusione produttività caratteri organolettici tipici dell'olio CORATINA CAROLEA MAURINO ROSSELLINO diffusione Puglia, Sud Italia Calabria Toscana centro Italia peso oliva 5g 5-6 g medio . caratteri grosse dimensioni ovoidale, diventa nera tardi; albero taglia media; inoleazione precoce in novembre; albero taglia grande; albero taglia piccola; matura colore rosso vino, precoce elevata costante buona medio elevata buona resistenza adattabile a vari terreni; buona resistenza a malattie e freddo; al freddo siccità al freddo; poco alle gelate, scarsa a malattie; adatto a racc. . malattie; anche racc. meccanica; meccanica; resa in olio alta: 21-26 % elevata: 20 % anche da mensa, fruttato intenso, amaro piccante; fruttato medio, giallo dorato e toni buona qualità verdi; anche olive da mensa; produttività caratteri organolettici tipici dell'olio media: 20 % . OLIVASTRA SEGGIANESE NOCELLARA del BELICE CASALIVA OGLIAROLA diffusione Toscana (Monte Amiata) regioni settentrionali (laghi lombardi, Insulare, varie specie veneti, trentini) Sud Italia Puglia peso oliva . 2g fino a 7 g 2g caratteri ovoidale matura tardiva, colore viola maturazione precoce nero;albero taglia grande; frutto grosso, polpa sviluppata, raccolta precoce ovoidale, matura colore nero lucido; albero taglia grande; buona ma alterna elevata elevata media alterna resistenza elevata resistenza al freddo poco resistente a freddo e malattie; alla raccolta mecc. resiste al freddo, scarsa a parassiti e malattie; resa in olio alta resa elevata: 22-25 % . media 18-20 % olio leggero profumato, fruttato armonico, giallo riflessi aranciati verdi anche per tavola; dà olio fruttato leggero, note erbacee fruttato intenso, olio ottimo; PERANZANA MANZANILLA CARBONCELLA produttività caratteri organolettici tipici dell'olio TAGGIASCA diffusione ligure pugliese Spagna (Andalusia) , Italia Sabina (Lazio), Toscana peso oliva 2g medio 4–6g 1,5 - 2 g caratteri cilindrica, polpa non molto consistente albero taglia media; drupa globosa inoleazione precoce, invaiatura precoce (sinonimo di moraiolo) alta buona elevata alta costante resistenza . a malattie e freddo; . ai venti salsi, sensib. al freddo resa in olio buona medio bassa 15/17% 23% 22/26 % anche oliva da mensa, olio dolce, giallo paglierino pregiata fruttato netto di oliva (contenuto alto in clorofilla e carotene) alto tempo di irrancidimento; molto produttiva, poco alternante, media resistenza al freddo; oliva anche da tavola delicato fruttato, molto aromatico, colore oro produttività caratteri organolettici tipici dell'olio Tecnica colturale Ambiente e localizzazione: Altimetria: terreni collinari con altitudini inferiori ai 500 metri sul livelli del mare; Pendenza: inferiore al 15-18%; Esposizione: sono privilegiati i terreni con esposizioni a Sud/Sud- Ovest Terreno: Si escludono i terreni di scarsa profondità, franco di coltivazione inferiore a 50-70cm, eccessivamente argillosi, percentuale di argilla superiore al 40%, eccessivamente acidi, pH inferiore a 6. La preparazione del terreno va effettuata nell'estate precedente la messa a dimora delle nuove piantine. Il terreno deve essere completamente sgombrato da pietre affioranti, cespugli ed alberature preesistenti; inoltre il terreno intorno alla pianta deve essere sgombro da erbe infestanti, quali cespugli e malerbe, questo per favorire l'assorbimento dell'acqua, la circolazione dell'aria, lo sviluppo dell'apparato radicale, l'assorbimento del concime. Si lavora quindi il terreno, a seconda delle esigenze, con aratura e fresatura (gennaio/febbraio e aprile/giugno), o con l'impiego di diserbanti chimici quando possibile (gennaio - aprile agosto).Si può anche procedere ad un livellamento della superficie. Nell'estate precedente a un nuovo impianto, si dovrà effettuare una lavorazione profonda, generalmente a 70-90cm per favorire una buona base agronomica al terreno (con aratri da scasso o con scarificatore, chiamato anche ripper, e successivamente aratura). Nel caso di terreni con elevati contenuti di limo e argilla e con elevati ristagni idrici, è buona norma realizzare un sistema di drenaggio del terreno, che viene generalmente realizzato dopo le lavorazioni profonde. Al fine di un proficuo rendimento è necessario provvedere ad un'ottimale concimazione (appaiono inoltre scontati i vantaggi di una concimazione organica). Temperatura: La temperatura riveste particolare importanza in quanto è il primo parametro che regola la distribuzione geografica dell'olivo. Così oggi i limiti termici per lo sviluppo dell'olivo sono definiti tra il 46° grado di latitudine Nord ed il 35° grado di latitudine Sud, comprendendo quindi sia territori delle regioni del Nord Italia, sia territori in Sud Africa ed Australia. La temperatura esercita una influenza decisiva sulla regolazione di numerosi processi fisiologici quali: la traspirazione, la respirazione, la fotosintesi, l'attività enzimica, la formazione e la degradazione dei diversi composti presenti nel frutto (acidi grassi, polifenoli, clorofilla, ecc.), la divisione e la distensione cellulare. La temperatura agisce perciò sulla crescita vegetativa, sulla differenziazione morfologica dei vari organi della pianta (gemme, fiori), sull'allegagione e maturazione dei frutti, quindi, in sostanza, sulla capacità produttiva della pianta. L'olivo è particolarmente sensibile alle basse temperature: periodi prolungati al di sotto dei -10°C possono provocare danni irreparabili. Luce: La luce, intesa come flusso totale di energia intercettato dalla chioma, può influire in diversi modi sulla produzione dell'ulivo. È noto che l'azione della luce, necessaria per l'approvvigionamento energetico della pianta, si esplica attraverso intensità fotosintetica. In tal modo controlla la biosintesi dei carboidrati, la formazione delle clorofille e degli antociani, l'apertura stomatica, la traspirazione ed, indirettamente, anche la disponibilità degli elementi nutritivi. Contemporaneamente esplica importanti effetti morfogenetici sullo sviluppo dei vari organi regolando così la crescita vegetativa della pianta e la sua produttività. Le zone della chioma meno illuminate presentano la riduzione delle dimensioni delle foglie, dell'allungamento del ramo, della percentuale di gemme indotte a fiore, della frequenza di fiori con ovario completamente sviluppato, della percentuale di fiori allegati e della pezzatura dei frutti Impianto Prima di mettere a dimora le piantine d'olivo e dopo aver scelto il luogo dove si dovrà procedere all'impianto si devono eseguire le seguenti operazioni: 1. livellamento e, se necessario, spietramento 2. lavorazione profonda del terreno con aratro ripuntatore (ripper) per dissodare il terreno in profondità 3. continuare poi con una concimazione a base di letame (300-400 q.li/ha) e una fosfopotassica (150-200 kg/ha) 4. messa in opera di una rete di scolo (fossi e dreni) 5. tracciamento dei sesti e messa dei tutori (picchetti in legno) delle future piantine 6. eventuale potatura di trapianto delle piantine Il periodo consigliato è l'inizio della primavera, precedendo la ripresa vegetativa (nelle zone ad inverno mite è consigliabile la messa a dimora in autunno). Le piante che abbiamo sistemato in campo dovranno essere allevate con particolari forme e sesti d'impianto: al centro Italia si preferisce il sesto 5x6 o 6x6 mentre al sud è più largamente usato il sesto 7x6 o 7x7. Negli ultimi anni si sta sperimentando il sesto dinamico cioè un oliveto dove le piante hanno sesto 6x3 fino al 12° anno, dal 13° in poi una fila ogni due viene spiantata così da ottenere ben due impianti 6x6. Forme d’allevamento Le forme di allevamento cambiano da zona a zona, da varietà a varietà ma, soprattutto, in funzione del tipo di raccolta da praticare. Non si deve dimenticare, comunque, che l'olivo è una pianta mediterranea: come tale essa ha bisogno di molta luce e aria e ha bisogno della maggior massa di foglie per dare buoni risultati produttivi, che produce su rami di un anno compiuto, da rinnovare annualmente, evitando, allo stesso tempo, gli ombreggiamenti che hanno effetti sensibili e negativi sui risultati produttivi ed economici della coltura. La forma a vaso è la più diffusa tra i sistemi di allevamento dell'olivo. Dal fusto, una volta reciso a una determinata altezza, si fanno partire esternamente delle branche (in modo diverso) che daranno alla chioma la forma di cono, o di cilindro, oppure conico-cilindrica, o tronco-conica. E un sistema che permette un buon arieggiamento della chioma evitando l'eccessivo infittimento della vegetazione. Il vaso policonico, con le branche impalcate a 1-2 m da terra, permette le lavorazioni e la crescita sottochioma delle specie erbacee. Contemporaneamente consente alle piante di fruttificare molto in alto, rendendo difficili e costose le operazioni di potatura e raccolta. Quando le piante hanno raggiunto la maturità sono necessarie le scale, perciò, si stanno diffondendo altre forme di allevamento. La forma libera o a cespuglio, si ottiene senza effettuare nessun intervento di potatura alla pianta nei primi 8-10 anni, fatto salvo l'eventuale diradamento dei rametti alla base per i primi 40-50 cm, da effettuarsi subito dopo il trapianto o alla fine del primo anno. In seguito allo sviluppo dell'olivo, si ottiene un cespuglio globoide con varie cime e contenuto in altezza, simile alla forma naturale. Dal 10° anno in poi si prevedono interventi di potatura più o meno drastici che possono andare da un abbassamento delle cime, con contemporaneo sfoltimento della chioma, a una stroncatura turnata di tutte le piante dell'appezzamento. Nel globo, forma molto simile al cespuglio, il fusto è stato reciso a una determinata altezza e le branche si sviluppano da tale piano senza un ordine prestabilito per raggiungere, con le ramificazioni, altezze diverse; nel complesso la chioma dell'olivo prende una forma globosa. Quando le ramificazioni non scendono molto lateralmente, ma si estendono soltanto nella parte superiore, come quelle del pino da pinoli, si ha l'ombrello. Tra le forme di allevamento basse ricordiamo: la palmetta libera, il vaso cespugliato, il cespuglio allargato lungo il filare (ellittico) o espanso (circolare), monocono o a cordone, a siepone. Queste forme tendono a realizzare una massa continua di vegetazione lungo il filare alta fino a 4 m. Il vaso cespugliato presenta 3-4 branche principali .che si dipartono dal suolo e possono derivare da gruppi di 3-4 piantine. Il monocono è una forma a tutta cima, molto simile al fusetto utilizzato in frutticoltura, di semplice manualità nella potatura. Per l'impostazione di questa forma di allevamento si consigliano potature estive di formazione nei primi due anni allo scopo di eliminare le ramificazioni basali del tronco nei primi 80-90 cm, guidare la cima al tutore e sopprimere eventuali ramificazioni laterali assurgenti che possono entrare in concorrenza con l'unica cima. I rami legnosi saranno intervallati tra loro di 50-60 cm in modo da conferire alla pianta, a struttura ultimata, la forma di un cono col vertice rivolto verso l'alto. E' la forma di allevamento più adatta alla raccolta meccanica per vibrazione del tronco, ma la fruttificazione non è sempre regolare. Le forme di allevamento libere sono più adatte per quelle aziende che dispongono di poca manodopera per le operazioni di potatura e raccolta. Potatura L'olivo se viene lasciato crescere e sviluppare naturalmente, assume di solito una forma piuttosto irregolare, globoso-conica e cespugliosa, con chioma sviluppata prevalentemente in ampiezza o in altezza a seconda della varietà. Il potatore, senza troppo contrastare la tendenza dell'albero, ne deve guidare la crescita in modo che le varie parti della chioma risultino distribuite nello spazio con equilibrio e con buona esposizione alla luce; deve anche curare che vengano disposte in modo da rendere facili e rapide le operazioni da compire sull'albero, come la stessa potatura e la raccolta delle olive. Esistono, generalmente, due tipi di potatura: la potatura di formazione delle giovani piante e la potatura di produzione.La prima si differenzia in forme che presentano uno scheletro ben definito sin dall'inizio, con chioma che comincia ad una certa altezza da terra; sono ottenute con una potatura relativamente energica che ritarda l'inizio della fruttificazione (a questo gruppo appartengono il vaso policonico, la palmetta, la ipsilon ed il monocono); forme inizialmente cespugliose, con chioma che comincia vicino terra, ottenute con una potatura relativamente leggera che favorisce una precoce entrata in produzione; queste forme, mantenendo nel tempo gran parte della chioma fruttificante molto vicina a terra, permetteranno inizialmente una raccolta più facile (questa potatura ha lo scopo di contribuire a mantenere nelle giuste proporzioni l'attività vegetativa e quella produttiva e di ridurre il più possibile il fenomeno dell'alternanza di produzione che caratterizza tante varietà di olivo); col tempo sarà comunque necessario effettuare tagli più energici per rinnovare ed arieggiare la vegetazione. La potatura permette di asportare, con appositi strumenti da taglio, i rami per rinnovare e favorire lo sviluppo delle branche fruttifere della pianta, di intervenire modellando la forma della pianta per regolarne la crescita ed il portamento anche in base ad esigenze colturali e di distribuire in modo omogeneo e corretto l'illuminazione sulle varie parti della chioma. Scopo di tutti questi interventi è favorire la produttività ed aumentarla in rapporto equilibrato allo sviluppo annuale della pianta. potatura di allevamento predispone la pianta a una coltivazione e raccolta meccanizzata. potatura di impianto permette di determinare la forma della chioma e il portamento dell'albero adulto (a cono, a vaso, a vaso cespugliato ecc.) e si effettua nei primi anni dopo la messa a dimora definitiva. potatura di riforma si pratica per cambiare l'aspetto della chioma, per ridare forma originaria ad una pianta abbandonata e in disordine vegetativo o per correggere errori di potatura di impianto. La riforma si fa anche quando bisogna cambiare la conformazione delle piante per gelate o incendi e comporta il taglio di grosse parti della pianta e la loro sostituzione con polloni vigorosi e accuratamente selezionati. potatura di ringiovanimento sfrutta la meravigliosa "immortalità" dell'olivo per rendere produttivi vecchi oliveti o alberi gravemente danneggiati dal gelo; comporta il taglio del tronco alla base e l'allevamento di due o tre polloni scelti fra i più robusti tra quelli che spunteranno dalla ceppaia. potatura di produzione va effettuata subito dopo la fine del periodo delle gelate, poichè il freddo ostacolerebbe il processo di cicatrizzazione dei tagli sul legno, ma prima del termine del periodo di germoglio delle piante Elementi nutritivi La concimazione dell'olivo si basa principalmente su tre elementi fondamentali che, a volte, possono scarseggiare nel terreno: A. azoto B. fosforo C. potassio Oltre agli elementi fondamentali sono importanti, seppur in minime quantità, i cosiddetti microelementi, in particolare il magnesio e il boro. A. L'azoto è l'elemento più importante per una migliore attività vegetativa e produttiva. Esso stimola l'accrescimento, favorisce la formazione dei nuovi germogli e dei fiori, agisce sull'allegagione e sullo sviluppo dei frutti, eccita la funzione clorofiliana e la moltiplicazione cellulare; ne consegue che la massima esigenza di azoto si ha con la primavera fino a giugno. Si dice dalle nostre parti di non eccedere nella concimazione azotata, perchè l'azoto è il responsabile degli attacchi di fumaggine nell'oliveto. Non è l'azoto in sé che favorisce le malattie fungine in genere, ma l'intenerimento della pianta dovuto alla rigogliosa attività vegetativa che l'azoto stimola. In sostanza senza azoto la pianta non getta nuovi germogli e quindi la produttività risulta compromessa. In caso di attacchi di fumaggine è meglio aumentare la dose di potassio e somministrare l'azoto che serve alla coltura. B. Il fosforo, insieme al calcio, è necessario per la formazione dei germogli, per la riproduzione, per l'efficienza dei cloroplasti. Accelera il ciclo biologico specie nella fase di riproduzione neutralizzando l'azione ritardatrice dell'azoto. la carenza di essi si riflette su scarsi sviluppo vegetativo e di fruttificazione. In realtà, come vedremo più avanti, la pianta di olivo non richiede eccessive dosi di questi elementi. C. Il potassio è molto importante per una buona fruttificazione. Regola il consumo d'acqua della pianta attraverso la duplice azione di ritenzione idrica nei tessuti e di controllo della traspirazione; aumenta inoltre la resistenza della pianta agli eccessi di temperatura e alle malattie fungine. D. I microelementi: mentre sono rare le carenze di magnesio, quelle di boro si riflettono sulla fertilità dei fiori femminili e quindi sulla produzione. La boro-carenza si manifesta anche con disseccamento e caduta delle foglie e avvizzimento dei rami con eccessivo sviluppo di succhioni. Nel quadro complessivo della nutrizione dell'olivo va aggiunta la sostanza organica, la cui presenza nel terreno è di fondamentale importanza; essa migliora la struttura del suolo, attiva la vita microbica e favorisce l'assimilazione degli elementi nutritivi da parte della pianta. Inoltre è in grado di favorire la ritenzione idrica del terreno. Ormai è impensabile distribuire letame nell'oliveto perchè, a parte il costo della mano d'opera eccessivo per questo tipo di operazione, non ci sarebbe neanche più bestiame a sufficenza per produrlo. Il diserbo chimico che via via va diffondendosi per abbattere ulteriormente i costi già troppo alti nelle nostre zone disagiate, non lasciando neanche più l'erba a marcire nelle fascie, impoverisce sempre di più i nostri terreni. Occorre quindi diserbare il meno possibile, cercando di usare i dissecanti e non usare mai diserbanti che rimangono attivi per anni nel terreno (principio attivo: diossina). Comunque ogni tanto usare concimi a base organica reperibili sul mercato purtroppo ad un costo un pò elevato considerando il fatto che questi ultimi hanno titoli estremamente bassi. Calcolo degli elementi nutritivi Per effettuare una razionale concimazione, occorre eseguire periodicamente un'analisi chimicofisica del terreno, ed in base ad essa, calcolare le dosi da distribuire dei diversi concimi. È indispensabile servirsi di un Tecnico Agrario per la lettura delle analisi perchè ci sono elementi, (es. potassio) che pur presenti nel terreno, non sono assimilabili dall'albero e questo può portare l'inesperto a un errore di valutazione. Ai fini pratici si può tenere conto del concetto di restituzione. Tenendo conto dell'immobilizzazione nel terreno di fosforo e potassio nonchè l'asportazione da parte di erbe infestanti, il quantitativo da restituire per ogni quintale di olive prodotte sarà di 3 Kg. di azoto, 0,6 Kg. di fosforo e 3 Kg. di potassio. Il calcolo può essere effettuato indifferentemente sia sulla base di produzione per singola pianta o per ettaro. Irrigazione Viene praticata soprattutto negli oliveti di recente costituzione. La maggior parte degli oliveti affrontano i mesi estivi senza integrazioni idriche e quindi vanno incontro alle conseguenze della siccità: caduta dei frutti, rallentamento della maturazione, lunghi intervalli fra le annate pienamente produttive. Le piante irrigate regolarmente possono arrivare a raddoppiare il volume del frutto. I sistemi di irrigazione più diffusi variano a seconda delle aree e quindi in base alla disponibilità, alla portata, al costo di approvvigionamento dell'acqua, alla orografia del terreno ed alla dimensione della superficie di oliveto da irrigare. I sistemi tradizionali (a conche, per infiltrazione da solchi e a scorrimento) sfruttano le pendenze del terreno irrigando mediante canalette e solchi sistemati accuratamente e assiduamente controllati. Sistemi più moderni permettono di irrigare punti ristretti in prossimità della pianta attraverso distribuzione localizzata "a goccia". Tubature in plastica con erogatori a distanze variabili forniscono piccole portate d'acqua (da 2 a 10 litri all'ora) che permettono di far fronte ai bisogni della pianta con un risparmio dal 10 al 30% rispetto ai metodi tradizionali. Raccolta Nel periodo di maturazione l'oliva assume colorazioni diverse (invaiatura), dal colore verde al giallo al viola ed infine al nero o quasi, e la polpa diviene molle: questo processo è progressivo e lento, specie con minore irradiazione solare; nell'ultimo stadio di maturazione la polpa raggrinzisce e perde di peso. La raccolta dell'oliva deve avvenire quando essa è pienamente sviluppata, al punto giusto di inolizione e contenuto di antiossidanti, e proprietà organolettiche migliori (per prodotti tipici meglio nelle fasi 2 e 3), prima della caduta dei frutti maturi, per permettere di raccogliere il maggior numero di olive per pianta e per avere la massima resa di olio, e di migliore qualità: tale momento varia a seconda delle zone, della varietà di oliva e del clima. L'epoca di raccolta delle olive nell'Italia Centrale cade in genere fra novembre e dicembre, nel momento in cui hanno raggiunto le massime dimensioni, il massimo di inolizione, e la polpa perde un poco di consistenza. Si deve tenere presente che le olive sono soggette a progressiva cascola, cioè distacco naturale (o per eventi atmosferici) delle drupe, tipico di ogni cultivar: con il passare del tempo la cascola porta a perdite di quantità e qualità di prodotto. Per grandi estensioni di oliveto servono per la raccolta grandi quantità di mano d'opera e per non brevi periodi: infatti la meccanizzazione della raccolta non è molto diffusa, talvolta è addirittura irrealizabile, traumatica, e quasi tutti i sistemi migliori adottati sono manuali. Peraltro la progressiva carenza di mano d'opera orienta sempre più le aziende di una certa dimensione a dotarsi di strumenti per la raccolta meccanica o agevolata. Le olive raccolte vengono immagazzinate in cassette forate e poi portate in ambienti aerati e freschi per non più di 2 giorni, e quindi lavorate al frantoio. Le tecniche adottate nella raccolta variano da regione a regione soprattutto in relazione alle caratteristiche degli alberi, alla potatura e alla conseguente altezza delle fronde; si suddividono in raccolta manuale (brucatura) e meccanica. Avversità L’olivo è soggetto a numerose avversità di ordine climatico e parassitario.Fra le prime,un posto preminente è occupato dalle basse te,perature che possono provocare una intensa abscissione delle foglie e anche danni gravi alla struttura scheletrica(tronco,branche). I principali parassiti vegetali sono rappresentati dalla rogna(provocata dallo Pseudomonas savastano);dall’occhio di pavone o cicloconio;dalle fusaggini,causate da funghi saprofiti che insediano sui rami e sulle foglie coperte dalla melata emessa dalle cocciniglie;dalla lebbra dei frutti;dalla “carie” dei tronchi che,pur comportando la presenza di vari miceti,sembra essere una fisiopatia tipica del legno dell’olivo. Tra i numerosi parassiti animali si pone in evidenza,per la gravità dei danni che arreca ai frutti,la mosca dell’olivo(Dacus oleae),le cui infestazioni sono massicce nelle regioni meridionali dove,oltre alla perdita del prodotto,si ha un peggioramento della qualità dell’olio;la tignola,il liotripide;l’ilesimo;la cocciniglia nera. Gli interventi di difesa antiparassitaria più impegnativi sono quelli relativi all’occhio di pavone e,soprattutto,alla mosca,anche per le implicazioni igieniche e di rispetto dei tempi di carenza che i trattamenti contro questo insetto comportano per la lavorazione delle drupe I NUMERI DELL’OLIVO Area di crescita: zone temperate tra 30° e 45° parallelo nord e sud Produzione di un albero: da 15 a 40 Kg. di Olive - da 3 a 8 Kg. di Olio (resa del 20%) Olivi nel mondo: 800 milioni di piante su 9.500.000 ettari Olivi nel Mediterraneo: 700 milioni di piante su 9.000.000 ettari Produzione mondiale di Olive: 7.900.000 Ton. ( 7.200.000 da Olio - 700.000 da Mensa ) Produzione italiana Olio: 450.000 Ton. Produzione mondiale di Olio: 1.500.000 Ton. Olio prodotto nel Mediterraneo: 1.450.000 Ton. nel 1995 (circa il 95% della prod. mondiale) Bibliografia: Baldini E.- Marangoni B.– Coltivazioni Arboree – Ed. Loescher – Torino, 1993 Bibliografia e foto reperite dai siti internet: Disponibili all’indirizzo: http://www.museodellolivo.com; ultima consultazione 13/02/06 Disponibili all’indirizzo: http://leonardodavinci.csa.fi.it; ultima consultazione 18/12/05 Disponibili all’indirizzo: http://www.agraria.org; ultima consultazione 19/12/05 Disponibili all’indirizzo: http://www.taggiasca.com; ultima consultazione 14/02/06 OLIVO nome botanico famiglia Olivo (Olea europea L.) Oleaceae prodotto agrario utilizzazione oliva per consumo fresco, olio alimentazione umana ciclo biologico ciclo di coltivazione zero vegetazione ottimo termico fotoperiodo poliennale 50-100 anni -6°C 15-25°C piuttosto lungo (16 ore circa) portamento Arboreo, eretto Di tipo avventizio, superficiale ed espanso, in genere non si approfondiscono mai oltre 1 m Cilindrico e contorto, di colore grigio-scuro, legno duro e pesante coriacee, semplici, intere, lanceolate, con picciolo corto e lamina rivolta verso il basso piccoli, riuniti in infiorescenze (mignole) inserite all’ascella delle foglie drupa app. radicale fusto (rizoma) foglie fiore frutto diffusione impianto Si sceglie la zona, si fa livellamento, spietramento, scasso a 80 cm, affinamento di fondo, approntamento della rete scolante, tracciamento dei sesti e picchettamento, messa a dimora manuale o con trapiantatrici semiautomaticheDISTANZE: 5-7 m tra le file e sui 3-5 m sulla fila forme di allevamento globo, vaso, ipsilon, palmetta, siepone, monoconola più comune è il vaso gestione del suolo - INERBIMENTO: controllato, artificiale o naturale. Serve per contenere l’erosione. Si fa di solito nel periodo autunnoinvernale per agevolare le operazioni di raccoltaLAVORAZIONI TERRENO: superficiale, con erpici frangizolle, di solito nel periodo primaverile- estivo DISERBO CHIMICO: può essere effettuato nelle piazzole sottochioma prima della raccolta o nelle situazioni di coltivazione (terrazzi, ciglioni, scarpate, ecc.) che rendono difficile l’impiego di macchine operatrici per le periodiche sfalciature, rinciature o lavorazioni superficiali del terreno concimazione EPOCA: concimazione di N alla ripresa vegetativa (fine febbraio- inizio aprile) . Somministrazione dei concimi fosfopotassici ad anni alterniDOSI: annuali) N: 0,5 kg/pianta, 100 kg/haP: 50 kg/ha P2O5K: 50 kg/ha K2O irrigazione E’una pianta con basse esigenze idriche, ma carenze prolungate causano cascola e bassa produzione.Negli ultimi anni si sono affermati sistemi irrigui di tipo localizzato (a goccia, a spruzzo e a microportata) che hanno sostituito in gran parte quelli tradizionali per scorrimento, aspersione e a conca. controllo avversità DIFESA ANTIPARASSITARIA: trattamenti rameici per parassiti di origine vegetale (occhio di pavone, rogna, ecc.). Trappole cromotropiche, chemiotropiche e sessuali contro la mosca dell’olivo (Dacus Oleae) raccolta EPOCA: novembre- dicembre al nord, ottobre al sud MODALITA’: - manuale: brucatura, con rese di 10 kg/ora.persona, per olive da olio, da mensa 20-25 kg/ora.persona, pettinatura: 15- 20 kg/ora.persona, raccattatura manuale dal suolo con rese di 70-80 kg/ora.persona - meccanica: macchine, spazzolatrici-raccattatrici, per raccattare le olive da terra, o per provocare il distacco delle drupe, scuotitori