L’ABRUZZO IL TERRITORIO E L’AMBIENTE LA REGIONE PIÙ MONTUOSA DELL’ITALIA CENTRO-MERIDIONALE L’Abruzzo presenta un territorio in prevalenza montuoso: i rilievi, coperti di boschi, occupano il 65% dell’intera superficie regionale, mentre il restante 35% è costituito da aree collinari. La parte interna della regione è occupata dai rilievi dell’Appennino Abruzzese che sono costituiti da una serie di catene parallele tra toro e che presentano le cime più elevate dell’intero sistema appenninico: i Monti della Laga (che con il Monte Gorzano raggiungono i 2.455 metri), il Gran Sasso d’Italia il cui Corno Grande è la maggiore vetta dell’Italia peninsulare (2.912 m), i Monti Velino (2.487 m) e Sirente (2.349 m) e, più a sud, il Massiccio della Maiella, che tocca con il. Monte Amaro i 2.795 metri d’altezza. Tra le catene appenniniche si aprono altopiani e conche interne come le conche dell’Aquila, di Sulmona e di Avezzano. Procedendo verso la costa, le catene appenniniche lasciano il passo ai rilievi collinari, spesso soggetti a frane e smottamenti e caratterizzati dal fenomeno dei calanchi, in particolare nella zona di Atri, in provincia di Teramo. Le colline digradano poi in una stretta pianura costiera. La costa è bassa e sabbiosa, interrotta solo dal promontorio detto Punta della Penna. FIUMI RICCHI DI ACQUE Il più lungo fiume d’Abruzzo è l’Aterno-Pescara, la cui denominazione distingue il corso superiore (l’Aterno) da quello inferiore (il Pescara); il secondo fiume per importanza è il Sangro. Gli altri corsi d’acqua di rilievo sono il Tronto, che scorre in parte lungo il confine con le Marche, il Vomano e il Trigno, al confine col Molise. La regione è attraversata anche dall’alto corso del Liri, unico fiume abruzzese che sfocia nel Mar Tirreno anziché nell’Adriatico. I fiumi sono tutti caratterizzati da un regime regolare in quanto i monti dai quali discendono sono costituiti soprattutto da rocce calcaree in grado di assorbire l’acqua: quindi sia l’acqua piovana sia quella prodotta dallo scioglimento delle nevi vengono immagazzinate dalle rocce, per poi riemergere in superficie attraverso le sorgenti che alimentano i fiumi. Il Lago di Fucino, un tempo il terzo lago d’Italia per estensione, fu prosciugato nel 1875; oggi l’unico lago naturale dell’Abruzzo è il Lago di Scanno. La regione è caratterizzata da due tipologie principali di clima: il primo proprio delle zone costiere, il secondo tipico delle aree interne. Sulla costa il clima è mediterraneo con inverni miti ed estati ventilate grazie alla vicinanza del mare. Invece il clima dell’interno, non risentendo dei benefici influssi dell’Adriatico, è continentale, con differenze notevoli dovute alla esposizione delle montagne e all’altitudine: sui rilievi si hanno estati fresche e inverni rigidi, con precipitazioni nevose abbondanti, mentre nelle conche intermontane gli inverni sono assai freddi e le estati molto calde. Il cuore dell’Appennino risulta diffusamente protetto con i suoi 300.000 ettari di parchi e riserve, corrispondenti al 30% della superficie regionale, la percentuale più elevata tra le regioni italiane: oltre ai numerosi parchi regionali e riserve naturali, in questa area si trovano il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. RISPONDI ALLE DOMANDE • Quale conformazione presentano i rilievi dell’Appennino Abruzzese? • Qual è La più alta vetta dell’Italia peninsulare? • Quali sono i principali fiumi della regione? • Per quale ragione i fiumi dell’Abruzzo hanno portate regolari? • Quali caratteristiche presenta il clima della regione? Pagina 1 di 4 LA POPOLAZIONE E LE CITTÀ POPOLAZIONE LUNGO LA COSTA E NELLE CONCHE INTERNE La conformazione del territorio abruzzese, occupato in massima parte da rilievi, fa sì che la popolazione si concentri soprattutto lungo le coste, mentre le zone interne, ad eccezione dell’Aquila, il capoluogo di regione, e i centri di Sulmona e Avezzano, tendono a spopolarsi. Se nel periodo compreso tra l’Unità d’Italia e la prima guerra mondiale l’Abruzzo ha conosciuto forti flussi migratori, col tempo la tendenza si è invertita: oggi la regione accoglie un numero di stranieri pari a quasi il 3% della popolazione; ciò non compensa però la diminuzione del tasso di natalità e in ultima analisi il saldo demografico risulta negativo. Circa un quarto degli abitanti risiede nei capoluoghi di provincia, mentre il resto della popolazione si concentra nei centri di media grandezza e nei comuni più piccoli. I CENTRI URBANI Il capoluogo della regione è L’Aquila che sorge in una conca ai piedi del Gran Sasso, su un poggio a più di 700 metri di altezza. La città conserva numerosi tesori d’arte tra i quali la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il Castello cinquecentesco e infine la celebre Fontana delle 99 cannelle ricordo dell’unione territoriale avvenuta nel XIII secolo, fra la città, divenuta libero Comune, e 99 castelli vicini. Teramo sorge su un terrazzo fluviale; la città ha avuto un notevole sviluppo industriale soprattutto nei settori tessile e della ceramica, e in quello delle costruzioni. Teramo è anche un centro agricolo e commerciale di rilievo. Nella città ha sede un osservatorio astronomico. Chieti si trova su un’altura, nella valle del fiume Pescara. Antico municipio romano, la città conserva i resti del Teatro e delle Terme romane. La Cattedrale cittadina risale invece al Trecento. Chieti ormai forma una unica conurbazione con Pescara, che è distante soltanto 20 km. Pescara è l’unico capoluogo situato sulla costa, alla foce del fiume omonimo, ed è la città abruzzese con il maggior numero di abitanti. A Pescara fioriscono le attività commerciali e industriali, e il suo porto canale è un approdo marittimo importante. LA STORIA In età antica l’Abruzzo era abitato da numerose popolazioni italiche: Equi, Sabini, Piceni, Frentani, Marsi, Peligni, Vestini. Questi popoli furono a lungo in lotta con Roma e infine furono assimilati nell’ambito dei territori romani. Quando, caduto l’impero romano, l’Italia centro-settentrionale passò sotto i Longobardi, l’Abruzzo entrò a fare parte del Ducato di Spoleto. Con l’XI secolo iniziò la conquista della regione da parte dei Normanni, ai quali succedettero gli Svevi che rimasero in questa terra fino al 1268. Nei secoli seguenti l’Abruzzo fu dapprima sotto il governo di Angioini e Aragonesi; quindi, dopo una fase di dominazione austriaca (1713- 1734), passò, insieme al Regno di Napoli, ai Borbone. Sotto ognuna di queste dominazioni la regione fu sfruttata dal potere centrale di Napoli, che imponeva severe imposte a una popolazione sempre più ridotta in miseria. Pertanto, fino dalla fine del XVIII secolo, si ebbero molti episodi di ribellione. In questo contesto nacque il Pagina 2 di 4 fenomeno del brigantaggio che continuò a essere operante anche dopo l’annessione dell’Abruzzo al Regno d’Italia, nel 1860. RISPONDI ALLE DOMANDE • Dove risiede prevalentemente la popolazione? • Per quale ragione il saldo demografico dell’Abruzzo è negativo? • Quali sono le città nelle quali è più fiorente l’attività industriale? • Qual è la città con il maggior numero di abitanti? • Che cosa è il fenomeno del brigantaggio? L’ECONOMIA E LA SOCIETÀ AGRICOLTURA SPECIALIZZATA E PRODOTTI TIPICI L’agricoltura e l’allevamento sono attività tradizionali, ma sono attualmente in declino: il settore occupa solo il 5% della popolazione attiva. Le aree più fertili sono le conche poste tra i rilievi e le colline, dove si coltivano l’ulivo e la vite (in particolare la bionda uva regina), e la fascia costiera dove è diffusa l’orticoltura e gli alberi da frutto. Nelle aree interne prevalgono le colture cerealicole, ma anche barbabietola da zucchero, patate e alcuni prodotti tipici, come lo zafferano, il tabacco e la liquirizia. Nonostante la regione si affacci sul mare, la pesca è una attività abbastanza marginale, limitata alla zona di Pescara. Per quanto riguarda l’allevamento è ormai scomparso il fenomeno della transumanza che vedeva gli ovini spostarsi, all’inizio della stagione estiva, dal Tavoliere in Puglia fino alle montagne abruzzesi dove le greggi potevano pascolare durante la bella stagione. Oggi invece prevale decisamente L’allevamento stanziale, di ovini ma anche di bovini. UN’INDUSTRA BASATA SULLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA L’elemento che si riscontra con maggiore evidenza per quanto riguarda le industrie in Abruzzo è lo squilibrio tra le aree interne che, fatta eccezione per le conche intermontane, sono scarsamente sviluppate e le aree costiere. Le principali aree industriali della regione si trovano infatti nella zona di Chieti e Pescara e intorno alla città di Vasto, sulla costa. Altri nuclei importanti per il. settore sono Teramo, L’Aquila ed Avezzano. Diffusa è la piccola e media impresa che produce beni di consumo nei settori dell’abbigliamento, delle calzature, della pelletteria e dell’arredamento; ciò consente quindi di contenere la disoccupazione. Sviluppati anche il settore metalmeccanico e quello dell’industria alimentare. Invece la grande industria, come gli stabilimenti FIAT a Sulmona e a Vasto, è rimasta poco integrata nel tessuto produttivo locale. Accanto alle strutture industriali moderne sopravvivono i prodotti artigianali come le maioliche a Castelli, la produzione dei confetti a Sulmona e la lavorazione della cioccolata e del torrone all’Aquila. Pagina 3 di 4 UN TERZIARIO AVANZATO IN ASCESA Se calano i posti di lavoro nel. settore pubblico e in quello del commercio, è in crescita il terziario avanzato: in particolare le imprese immobiliari, l’informatica, le telecomunicazioni, i trasporti e il turismo. Quest’ultimo settore può contare sulle attrattive offerte dalle zone costiere, ma anche sulle bellezze paesaggistiche delle aree montane e dei numerosi parchi naturali. LO ZAFFERANO L’altopiano di Navelli, in provincia dell’Aquila è una delle principali zone di produzione di una particolare pianta aromatica, lo zafferano; altre zone di produzione si trovano in Sardegna, in Umbria e in Toscana. Lo zafferano deriva dal Crocus sativa, un fiore originario dell’Asia, conosciuto già dai popoli antichi e importato in Italia nel Medioevo. La spezia, dal caratteristico color giallo-arancio, si ricava dagli stigmi di questo fiore dal color viola: per produrre un chilo di zafferano occorrono 12-150.000 fiori! La raccolta dei fiori avviene a mano per non rovinare i delicati stigmi, soprattutto nella prima mattina quando i bulbi del Crocus sono ancora in parte chiusi. La pianta dello zafferano cresce bene negli altipiani a clima mediterraneo situati a 500-700 metri di altitudine e protetti da montagne. RISPONDI ALLE DOMANDE • Quali colture prevalgono nell’interno abruzzese? E lungo la fascia costiera? • Che cosa era il fenomeno della transumanza? • Quale aspetto generale caratterizza lo sviluppo industriale dell’Abruzzo? • Quali sono i principali settori industriali? • Quali produzioni artigianali sopravvivono ancora oggi? • Quali risorse offre La regione dal punto di vista turistico? Pagina 4 di 4