DISTURBI SPECIFICI D’APPRENDIMENTO VERSO UNA DIDATTICA INCLUSIVA Dott.ssa Viola Proietti Dott.ssa Viviana Vinci DISCALCULIA EVOLUTIVA SCHEMA RIASSUNTIVO SULLA DIAGNOSI DEI DISTURBI DEL CALCOLO Codice Diagnostico Diagnosi Cosa valutare Età minima per la diagnosi DSM-IV 315.1 Disturbo del Calcolo ICD10 F 81.2 Disturbo Specifico dell’abilità numerica Discalculia Evolutiva Correttezza e soprattutto Rapidità Fine 3° elementare DEFINIZIONE La Discalculia Evolutiva è un disturbo specifico di apprendimento che si può definire come un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale. ( Temple 1997). Processamento numerico Lettura e scrittura di numeri (lessicale e sintattico) Enumerazione avanti e indietro (Counting on,…) Giudizi di grandezza tra numeri Operazioni di calcolo Procedure di calcolo mentale(anche semplice) Procedure di calcolo scritto(algoritmi delle operazioni) Immagazzinamento di “fatti aritmetici” Discalculia Processamento Numerico Caratterizzata da incapacità di lettura e scrittura del numero sia nel codice arabico che negli altri codici, con errori di tipo: Lessicale (ad esempio il bambino legge 89 come 82, legge nove come tre, scrive 21 invece di 28 sotto dettatura) Sintattico (ad esempio il bambino legge 89 invece di 98) Semantico (7 è maggiore di 9) DISCALCULIA PROCEDURALE Caratterizzata da difficoltà di acquisizione delle procedure e degli algoritmi del calcolo, con errori di incolonnamento, riporto e prestito senza errori nel processamento numerico e con adeguata organizzazione temporale dei fatti aritmetici Discalculia per i fatti numerici Caratterizzata dalla difficoltà nel recupero in memoria dei fatti stessi (tabelline e operazioni entro il 20) INDICAZIONI PER LA SCUOLA D’ INFANZIA La richiesta di consulenza per un approfondimento… Mancato raggiungimento dell’enumerazione fino a 10 (serie automatica) Mancato conteggio fino a cinque La non acquisizione del principio di cardinalità La difficoltà di comparazione di piccole quantità INDICAZIONE PER L’INIZIO DELLA SCUOLA PRIMARIA La richiesta di consulenza per un approfondimento…. Riconoscimento di piccole quantità Lettura e scrittura di numeri entro il dieci (serie automatica) Calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto Domande utili: Il bambino conta correttamente? Il bambino conta all’indietro? Sa ordinare? In una serie numerica incompleta il b. sa riconoscere il numero mancante? ATTIVITA’ DIDATTICO-PEDAGOCICHE FINE SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA Atteggiamento di rifiuto nei confronti della materia, i genitori riferiscono grosse difficoltà nella gestione dei compiti a casa. A questa età diventa molto complicato fare una diagnosi DIFFICOLTA’ GENERALI NELLE DIVERSE FASI DELL’ APPRENDIMENTO Incapacità di stabilire una corrispondenza uno a uno Difficoltà nell’associare quantità e simbolo Difficoltà nell’associare i numeri ai simboli scritti Incapacità ad apprendere i sistemi cardinale e ordinale di numerazione e conteggio Incapacità di eseguire operazioni aritmetiche Difficoltà a riconoscere i segni delle operazioni Difficoltà di comprendere i principi della misura Incapacità di scegliere i principi adatti per risolvere i problemi COSA PUO’ FARE LA SCUOLA? AC-MT TEST DI VALUTAZIONE DELLE ABILITÀ NUMERICHE C. CORNOLDI, D. LUCANGELI, M. BELLINA STRUTTURA DELLA PROVA Parte carta e matita •ACCERTAMENTO GENERALE DELLE ABILITA’ DI CALCOLO • PROVA COLLETTIVA •25/30 MINUTI Parte orale •ANALISI SPECIFICA DELLE COMPONENTI DEL CALCOLO •10/15 MINUTI COME I NUMERI INFLUENZANO LA NOSTRA VITA L’INTELLIGENZA NUMERICA “ Le scienze cognitive ci svelano come l’essere umano sia, fin da piccolissimo in grado di riconoscere le quantità: Ecco cos’è l’intelligenza numerica: è intelligere attraverso le quantità. Gli studi delle scienze umane concordano che il nostro cervello ha un elaborazione delle quantità precocissima è a base innata ed è potentissima. Ha però bisogno del potenziamento di competenza” Tratto dal Dvd Facciamo il punto su… La Discalculia e altre difficoltà in matematica… I MECCANISMI INNATI DELL’INTELLIGENZA NUMERICA Lo span 1-3/4 Corrispondenza bunivoca Cardinalità Ordine stabile N+1 N-1 Daniela Lucangeli http://www.youtube.com/watch?v=gxaiVQO7COg DOVE SI SVILUPPA L’INTELLIGENZA NUMERICA? INTELLIGENZA VERBALE Per stimolare il linguaggio esercitiamo l’apparato buccofacciale. E più lo esercitiamo e più diventiamo bravi L’articolazione buccofacciale risiede vicino alle aree del linguaggio INTELLIGENZA NUMERICA Per l’intelligenza di quantità esiste un’articolazione motoria? Segmento orizzontale del solco intraparietale (bilaterale) Giro angolare sinistro Parte posteriore del lobo parietale superiore (bilaterale) COME MAI TANTI BAMBINI VANNO MALE IN MATEMATICA? Fino ad oggi abbiamo plasticizato i cervelli dei bambini a parole ma le parole non sono adatte alla matematica. Adoperiamo delle didattiche basate su meccanismi fonologici che sono i meccanismi della cognizione verbale e non hanno nulla a che fare con i meccanismi della cognizione della quantità. L’intelligenza numerica evolve avendo bisogno di un dominio di aiuto che si basa su strategie visuospaziali. Daniela Lucangeli http://www.youtube.com/watch?v=kjeWA9RnKR4 CALCOLO SCRITTO VS CALCOLO ORALE Il calcolo scritto è un paragrafo del calcolo mentale, e non il contrario. Il calcolo scritto è un ripiego, una protesi costituita da carta e inchiostro per situazioni in cui la mente è in difficoltà per i suoi limiti di rappresentazione. Il calcolo mentale è il superamento del conteggio C. Bertolato CALCOLO SCRITTO VS ORALE Il calcolo scritto è cieco. Procediamo colonna per colonna fino alla definizione del risultato finale come se si trattasse sempre di unità. Il calcolo scritto è la rinuncia alla visione strategica delle quantità. Nel calcolo scritto applichiamo procedure, al contrario nel calcolo mentale ognuno è libero di inventarsi delle strategie. C. Bertolato METODO ANALOGICO E LA LINEA DEL 0 Cominciare subito con la linea del 20 Perché i bambini se lo aspettano Perché apprendono già prima dell’insegnamento formale perché il calcolo mentale è presente fin dalla nascita Non spiegare a parole Perchè i processi del calcolo mentale non si possono descrivere ma rappresentare METODO ANALOGICO E LA LINEA DEL 20 Non spiegare il sistema di scrittura dei numeri Perché utilizzare i simboli “h” “da” e “u” per spiegare la scrittura dei numeri significa introdurre nuovi simboli da codificare e ricordare Superare il conteggio Nel metodo intuitivo ogni operazione è immediata con un solo movimento dello strumento METODO ANALOGICO E LA LINEA DEL 20 Le mani La linea dei numeri è un simulatore delle mani Silenzio concettuale Raggiungere la semplicità dei bambini che comprendono il mondo senza essere concettuali come noi C. Bertolato LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI MATEMATICI COME ABILITA’ DI PROBLEM SOLVING COMPRENSIONE (quanti sono, meno di, più di) RAPPRESENTAZIONE CATEGORIZZAZIONE MEMORIA PIANIFICAZIONE SVOLGIMENTO MONITORAGGIO ED AUTOVALUTAZIONE PROBLEM SOLVING NON E’ INNATO NON SI AUTOMATIZZA NON ESISTE IL DISTURBO SPECIFICO DI PROBLEM SOLVING DSA E AGGIORNAMENTI NORMATIVI DSA E NORMATIVE LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (GU n. 244 del 18-10-2010 ) Decreto attuativo DM 5669 12 luglio 2011 Linee Guida per il diritto allo studio degli studenti con DSA. 3° Consensus Conference DSA / P.A.A.R.C. 2011 Le "Raccomandazioni cliniche sui DSA" che sono il documento d’intesa elaborato da parte del Panel di aggiornamento e revisione della Consensus Conference DSA (2007) in risposta a quesiti sui disturbi evolutivi specifici dell’apprendimento. DSA E NORMATIVE Direttiva del 27 dicembre 2012 Bisogni Educativi Speciali (BES) “… per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” 17 APR. 2013 Nuove norme identificazione precoce in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico PERCHÉ UNA LEGGE SUI DSA? • • • • Continuum di un iter legislativo “storico”; Sancisce i principi generali che devono guidare gli interventi (educativi, sanitari, riabilitativi); Rimette in discussione atteggiamenti culturali consolidati (indifferenza, delega etc.); Opportunità per ampliare-migliorare-innovare formativa della scuola; l’offerta • Volontà di un progressivo cambiamento culturale; • Rafforzare il ruolo dell’insegnante (nuova professionalità). COSA STABILISCE LA LEGGE 170/2010 Articoli Titoli Art. 1 Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia Art. 2 Finalità Art. 3 Diagnosi Art. 4 Formazione nella scuola Art. 5 Misure educative e didattiche di supporto Art. 6 Misure per i familiari Art. 7 Disposizioni di attuazione Art. 8 Competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome Art.9 Clausola di invarianza finanziaria RUOLO CENTRALE DELLA SCUOLA E DEGLI INSEGNANTI • Individuazione primaria • Comunicazione con la famiglia (Sensibilizzazione) • Ruolo guida (Iter diagnostico) ATTIVAZIONE DELLA COLLABORAZIONE CHI DEVE FARE COSA? DIAGRAMMA SCHEMATICO DEI PASSI PREVISTI DALLA LEGGE 170/2010 NELLA GESTIONE DEI DSA Scuola Interventi di identificazione precoce casi sospetti Attività di recupero didattico mirato Persistenti difficoltà Scuola Famiglia Servizi Comunicazione della scuola alla famiglia Richiesta di valutazione Provvedimenti compensativi e dispensativi – Didattica e valutazione personalizzata Comunicazione della famiglia alla scuola Iter diagnostico Diagnosi documento di certificazione diagnostica ITER DIAGNOSTICO: PRINCIPI La diagnosi deve essere certa, precoce e fatta secondo i dettami della consensus conference e del Panel di aggiornamento della consensus conference 2011 e della Consensus Conference dell’Istituto Superiore della Sanità (2011). Deve essere garantita la diagnosi del servizio pubblico Deve essere consentita ai soggetti con DSA ed alle loro famiglie la libertà di scelta fra servizio pubblico e servizio privato. CRITERI DIAGNOSTICI La certificazione diagnostica (sia del pubblico che del privato) deve contenere: la diagnosi secondo l’ICD10 con relativi codici; b) la descrizione del profilo del disturbo: • in forma analitica (indicazione dei test utilizzati e dei risultati ottenuti) con indicazioni per l’intervento; • in forma descrittiva (comprensibile e fruibile dalla scuola e corredata dalle indicazioni degli strumenti compensativi e dispensativi più opportuni). a) Iscrizione agli Albi professionali o rispetto di eventuali regole dettate dai profili professionali di ogni categoria. La diagnosi di DSA condotta in modo multiprofessionale (sia nel servizio pubblico che in privato) deve essere ritenuta valida ai sensi della Legge 170; tale multidisciplinarietà deve risultare chiaramente dalla certificazione. MULTIPROFESSIONALITÀ Neuropsichiatra Pediatra Psicologo/a Logopedista Neuropsicomotricista Ortottico, oculista, Otorino COMPETENZE E RUOLI Logopedista TPNEE Psicologo Neurospichiatra Infantile Attraverso le valutazioni dei vari specialisti STILA LA DIAGNOSI Altre figure COSA DEVE SPECIFICARE LA DIAGNOSI Diagnosi in forma analitica: Profilo del quoziente intellettivo (QI): per capire il potenziale di apprendimento memoria (a lungo termine, breve termine e di lavoro) canali sensoriali preferenziali: per conoscere le sue modalità di apprendimento attenzione: per valutare l’attenzione sostenuta, selettiva,la distraibilità e l’affaticabilità nello svolgimento dei compiti. aspetti percettivi: perché qualsiasi informazione da apprendere passa prima dai canali percettivi prassie: perché anche la scuola richiede la capacità di eseguire movimenti finalizzati funzioni esecutive: utili a capire le capacità di pianificare le attività abilità linguistiche: indispensabili per la comprensione e la verifica degli apprendimenti abilità di lettura, scrittura e calcolo: perché sono le abilità di base di tutti gli apprendimenti. COSA DEVE SPECIFICARE LA DIAGNOSI Diagnosi in forma descrittiva: comprensibile e fruibile dalla scuola e corredata dalle indicazioni degli strumenti compensativi e dispensativi più opportuni. LEGGE 170/2010: NUOVE NORME IN MATERIA DSA IN AMBITO SCOLASTICO Finalità (Art.2): La presente legge persegue per gli studenti con DSA: Garantire il diritto allo studio Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto Ridurre i disagi relazionali ed emozionali Adottare forme di verifica adeguate alle necessità formative degli studenti Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA Favorire la diagnosi precoce e interventi riabilitativi Incrementare la collaborazione tra Scuola, Famiglia e specialisti LEGGE 170/2010: NUOVE NORME IN MATERIA DSA IN AMBITO SCOLASTICO Formazione dei docenti sulle problematiche relative ai DSA Formazione dei Dirigenti Scolastici Promozione all’interno della scuola di progetti e programmi di individuazione e sensibilizzazione su DSA Conoscenza dei provvedimenti dispensativi e compensativi LEGGE 170/2010: NUOVE NORME IN MATERIA DSA IN AMBITO SCOLASTICO Insegnate referente DSA (Non costituisce un obbligo formale) Fornisce informazioni sulle disposizioni normative vigenti Fornisce indicazioni di base sugli strumenti compensativi e dispensativi al fine di realizzare un piano didattico il più possibile adeguato Offre supporto ai colleghi per strategie, materiale didattico Fornisce informazione su associazioni enti e servizi a cui far riferimento sul territorio Promuove la formazione aggiornata dei colleghi LEGGE 170/2010 RUOLO DELLA SCUOLA Promuove attività di recupero mirato Trasmette adeguata comunicazione alle famiglie degli studenti con persistenti difficoltà Attiva interventi tempestivi per individuare casi sospetti di DSA (progetti di screening) LEGGE 170/2010 RUOLO DELLA SCUOLA Garantisce una didattica individualizzata e personalizzata Garantisce forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico in relazione alle caratteristiche degli studenti Applica strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate (compilazione del PDP per la documentazione dell’applicazioni di tali stategie) LEGGE 170/2010 RUOLO DELLA SCUOLA Introduce misure dispensative (interventi che consentono studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento) e strumenti compensativi (sintesi vocale, registratore, computer, lavagna lim, calcolatrice ect) Controlla periodicamente l’efficacia delle misure adottate e il raggiungimento degli obbiettivi PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO «Con la personalizzazione si persegue l’obbiettivo di raggiungere i medesimi obbiettivi didattici attraverso itinerari diversi. Questa strategia indica la messa appunto di nuove forme di organizzazione didattica e di trasmissione dei processi del “sapere” e del “far sapere” in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo dell’alunno» (G.Chiosso, La personalizzazione dell’apprendimento) PERSONALIZZARE L’APPRENDIMENTO IMPLICA (LEGGE 53/2003 E DECRETO 59/2004): Conoscere i processi dell’apprendimento Individuare punti di forza e di debolezza dello studente Prendersi cura degli aspetti emozionali e relazionali Promuovere modalità di apprendimento flessibile Promuovere una valutazione/verifica PER l’appendimento Utilizzare mediatori didattici diversificati Favorire una didattica per competenze e COSTRUIRE UN PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Cosa deve contenere il PDP? Entro quanto deve essere redatto? «la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico, un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per discipline coinvolte nel disturbo: - Dati anagrafici dell’alunno; - Tipologia di disturbo; - Attività didattiche individualizzate; - Attività didattiche personalizzate; - Strumenti compensativi utilizzati; - Misure dispensative utilizzate; - Forme di verifica e valutazione personalizzate.» UN PIANO EFFICACE Un piano che rimane sulla carta, o dentro un cassetto, può assolvere ad un obbligo formale, ma di fatto serve a poco o a nulla. (Flavio Fogarolo) L’efficacia è connessa alla sua capacità di modificare i comportamenti e i procedimenti attivati a casa e a scuola. Il piano deve contenere indicazioni: Significative Realistiche Coerenti Verificabili «Le misure devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obbiettivi»(Art. 5 comma 3) DALLA DIAGNOSI FUNZIONALE AL PDP: CHI LO REDIGE? Dalla diagnosi funzionale che deve contenere le informazioni necessarie per elaborare il PDP Il PDP viene redatto dal team dei docenti o dal consiglio di classe. La stesura prevede una fase preparatoria di dialogo tra la famiglia, i docenti e gli specialisti. Il dirigente scolastico è «il garante delle opportunità formative offerte e dei servizi erogati, colui che attiva ogni possibile iniziativa affinché il diritto allo studio di tutti e di ciascuno si realizzi» (MIUR Linee Guida, 2011, P22) COSTRUIRE IL PDP: UN MODO SEMPLICE PDP editor software autore Giuliano Serena PDP: PATTO EDUCATIVO CON LA FAMIGLIA Il PDP va firmato dalla famiglia e dalla scuola ALLEANZA EDUCATIVA Va compilata la sezione «impegni della famiglia» che prevede una serie di impegni di tipo generale e specifico riguardante la motivazione e l’impegno nel lavoro scolastico e domestico, in termini di gestione dei compiti a casa[…] STRUMENTI COMPENSATIVI SCOLASTICI DEFINIZIONE: “ Lo strumento compensativo è uno strumento che mi aiuta ad aumentare o rendere più facilmente esprimibile una mio potenziale” Non esistono strumenti compensativi che aiutano troppo,ogni strumento ha la sua utilità proprio perché è efficace in quello che fa. STRUMENTI COMPENSATIVI QUOTIDIANI STRATEGIE COMPENSATIVE “ L’insieme dei procedimenti , espedienti, stili di lavoro o apprendimento in grado di ridurre, se non superare, i limiti della disabilità o disturbo”: Integrare o mediare la comunicazione scritta attraverso altri codici, in particolare di tipo grafico- visivo Strumenti, metodi, espedienti per facilitare la memorizzazione e l’organizzazione delle informazioni Potenziare le capacità di ascolto e concentrazione Rafforzare le relazioni sociali TECNOLOGIE COMPENSATIVE Le tecnologie richiedono almeno all’inizio l’intervento dell’adulto. Se mal somministrate possono essere controproducenti soprattutto per l’autostima. E’ necessario un percorso di formazione e addestramento. Le tecnologie usate in funzione compensativa sono davvero convenienti solo in presenza di un serio disturbo. COMPETENZE COMPENSATIVE Le competenze disciplinari rappresentano l’insieme integrato di conoscenze, abilità e atteggiamenti che, sorretto da motivazioni adeguate, consente via via di compiere, in un contesto di apprendimento, da soli o con altri, nuove esperienze conoscitive, relative ad un determinato campo di sapere, dotate di senso,per raggiungere scopi diversi e di averne consapevolezza critica. Ambel 2004 COMPETENZE COMPENSATIVE Per compensare una difficoltà serve competenza Conoscenza dei propri limiti. Soprattutto per gli alunni più grandi è bene individuare i propri punti deboli per potervi intervenire con la strategia più efficace. STRUMENTI COMPENSATIVI Mappe concettuali Sintesi delle lezioni Linea del tempo Uso di parole chiavi Glossari specifici Formulari di algebra, geometria, trigonometria Tabella dei mesi, dell’alfabeto Registratore Calcolatrice Tavola pitagorica Computer MISURE DISPENSATIVE Dispensa dalla lettura ad alta voce Dispensa dalla scrittura veloce sotto dettatura Dispensa dallo studio mnemonico Dispensa dall’uso del vocabolario Dispensare dove è necessario lo studio della lingua straniera in forma scritta Programmazione di tempi più lunghi CONSIGLI PER I MOMENTI DI VERIFICA Programmare insieme all’alunno la verifica e concentrarla preferibilmente nella mattinata e in assenza di altre verifiche. Per le verifiche scritte programmare tempi più lunghi. Le domande aperte devono prevedere risposte precise e non troppo lunghe. Nel preparare una verifica ricordare che i testi dovrebbero essere scritti in formato semplice con carattere 14 interlinea 2 e formulare le domande con periodo non troppo complicati (evitare le doppie negazioni). Evitare la sottolineatura in rosso senza fornire una spiegazione Ricordare la difficoltà nel recupero delle informazioni e avere pazienza. LE TABELLINE SONO IMPORTANTI? Avoja!!!! Sono importanti perché è un modo più veloce perché cosi so subito la risposta senza che faccio +++++++ senno’ non arrivo più. E poi se sai le tabelline e un compagno non sa le cose io alzo la mano e rispondo. Nicolò 2° elementare METODO DI STUDIO STILI DI APPRENDIMENTO APPRENDIMENTO INCIDENTALE Automotivante : riguarda gran parte delle esperienze, non produce conoscenze organizzate. APPRENDIMENTO INTENZIONALE Dipendente dal grado di motivazione: produce effetti rapidi e solidi INDAGINI SUI PROCESSI DI STUDIO (HARTLEY,1998) IDEE CHE LO STUDENTE SVILUPPA SULLO STUDIO CONTESTO SOCIALE ABILITA’ DI STUDIO RELAZIONE CON GLI STILI COGNITIVI DIFFERENZE DI GENERE ATTEGGIAMENTO METACOGNITIVOMOTIVAZIONALE (De Beni e Moè, 2000) METACOGNIZIONE «E’ l’insieme delle conoscenze che un individuo possiede sul proprio funzionamento cognitivo e le diverse forme di CONTROLLO che è in grado di attuare prima, durante e dopo l’esecuzione di un compito» (Brown, Armbruster e Baker 1996) METACOGNIZIONE Base di una didattica volta a sviluppare nel soggetto che apprende: CONOSCENZE PIANIFICAZIONE CONTROLLO REVISIONE MODELLO DI METACOGNIZIONE BORKOWSKI E MUTHUKRISHNA (1994) Componenti cognitive VS metacognizione VS autostima INDICAZIONI PER UNA DIDATTICA METACOGNITIVA (GARNER, 1987) PROCESSO DI ISTRUZIONE: Porre attenzione ai processi implicati nel leggere e nello studiare e fornire delucidazioni ANALISI DEL COMPITO: Analizzare dettagliatamente le strategie che si vogliono insegnare (es.scomporle in passaggi) GENERALIZZAZIONE DELL’ APPLICAZIONE DELLE STRATEGIE: Insegnare le strategie così che siano utilizzabili in contesti e compiti diversi ESTENSIONE E DURATA DEL TRAINING STRATEGICO: Dedicare l’intero anno scolastico (continuità e trasversalità) PRATICA GUIDATA: Raggiungere un buon livello di automatismo INSEGNAMENTO RECIPROCO: Spazio ai commenti personali (++ motivazione, pratica strategica, riflessione su differenze e potenzialità individuali) DIDATTICA METACOGNITIVA (GARNER, 1987; BORKOWSKI E MUTHUKRISHNSA, 1994) INSEGNAMENTO ESPLICITO E INTENSIVO I processi di apprendimento sottostanti all’esecuzione del compito vanno esplicitati con approfondimenti ed esempi MOTIVARE ALL’USO DI STRATEGIE AUTOMATIZZARE LE STRATEGIE esercitazioni estensive e prolungate INTERATTIVITA’ DELL’INSEGNAMENTO - insegnante studenti - alunno alunni CARATTERISTICA COSTRUTTIVA E ATTIVA DELL’INSEGNAMENTO DI STRATEGIE L’alunno deve arrivare a costruire la strategia più idonea alle sue caratteristiche e a quelle del compito PROGRAMMI STRATEGICI E STILI ATTRIBUTIVI Insegnamento di un corretto stile attributivo e motivazionale. Successo impegno Fallimento mancanza d’impegno ADDESTRAMENTO STRATEGICO orientato metacognitivamente alla consapevolezza, flessibilità, attività, e generalizzabilità La fiducia e l’autoefficacia deriva dall’educazione ad un corretto stile attributivo e facilitano la riapplicazione delle strategie apprese. EFFICACIA DELL’INSEGNAMENTO METACOGNITIVO D I TIPO DI STRATEGIE INSEGNATE P GRADO DI ADEGUATEZZA AGLI SCOPIE N MODALITA’ DI INSEGNAMENTO D LE VARIABILI RELATIVE AL: E SOGGETTO CHE APPRENDE TIPO DI MOTIVAZIONE ASPETTATIVE AUTOEFFICACIA STILE ATTRIBUTIVO IMPARARE A STUDIARE CORNOLDI, DE BENI E GRUPPO MT, 2001 ASSUNTO TEORICO STUDIO AUTONOMO STUDIO PERSONALIZZATO «Sviluppa nello studente un atteggiamento metacognitivo di fondo che lo fa riflettere sul proprio atteggiamento verso lo studio e lo fa affrontare strategicamente questa attività» IMPARARE A STUDIARE CORNOLDI, DE BENI E GRUPPO MT, 2001 Strutturato in 21 aree organizzate in sei ambiti di intervento. A chi si rivolge: 10 – 15 anni e oltre Da chi: insegnanti, psicologi e logopedisti Quando: in attività didattiche e riabilitative Cosa offre: Il QMS-MT e materiale didattico IMPARARE A STUDIARE CORNOLDI, DE BENI E GRUPPO MT, 2001 Strategie di apprendimento: A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Q. R. S. T. U. V. Z. MOTIVAZIONE ALLO STUDIO ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PERSONALE USO DEI SUSSIDI ELABORAZIONE ATTIVA DEL MATERIALE FLESSIBILITA’ DI STUDIO PARTECIPAZIONE IN CLASSE STILE COGNITIVO SISTEMATICO-INTUITIVO STILE COGNITIVO GLOBALE-ANALITICO STILE COGNITIVO IMPULSIVO-RIFLESSIVO STILE COGNITIVO VERBALE-VISUALE AUTONOMIA DEL METODO DI STUDIO CONCENTRAZIONE SELEZIONE ASPETTI PRINCIPALI CAPACITA’ DI AUTOVALUTAZIONE STRATEGIE DI PREPARAZIONE AD UNA PROVA SENSIBILITA’ METACOGNITIVA RAPPORTO CON I COMPAGNI RAPPORTO CON LE INSEGNANTI ANSIA SCOLASTICA ATTEGGIAMENTO VERSO LA SCUOLA ATTRIBUZIONE ED IMPEGNO EMPOWERMENT COGNITIVO E PREVENZIONE DELL’INSUCCESSO Sentirsi consapevoli del proprio apprendimento AUTOMOTIVARE POSSEDERE CONVINZIONI E PERCEZIONI DEL PROPRIO Sé ADEGUATE AUTOMONITORARE LE PROPRIE STRATEGIE DI STUDIO PIANIFICAZIONE DEL TESTO MODELLO HAYES FLOWER 1980 POTENZIARE L’ESPRESSIONE SCRITTA: COMPOSIZIONE DEL TESTO Non attendere che vi sia una perfetta padronanza della transcodifica: ascolto di testi e compilazione cloze. Scaffolding: Intervento mirato a orientare le scelte piuttosto che correggere l’errore, l’insegnante offre un tipo di sostegno coerente con l’impostazione della scrittura come problem solving (Pontecorvo 1999) L’insegnante si occupa della codifica e trascodifica (inibizione dei processi alti) gli alunni si occupano di ideazione e organizzazione. COME FARE? Riformulazioni alternative: (Te lo scrivo alla lavagna vediamo quale va meglio, forse volevi dire…..) Offre: Modelli sintattici e lessicali corretti, ridefinisce il contesto del compito, offre alternative. LINEE GUIDA PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA Educational measurement VS CAPIRE RIDURRE IL CARICO COGNITIVO UN VANTAGGIO PER TUTTI DIDATTICA INCLUSIVA Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che, come dice Canevaro, non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto. P. Sandri. Scuola e qualità di inclusione DPR.275/99 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 Art. 1 Natura e scopi dell'autonomia delle istituzioni scolastiche 2. L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento. Art. 4 Autonomia didattica 1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo. 2. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro: a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione, nell'ambito del curricolo obbligatorio di cui all'articolo 8, degli spazi orari residui; c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104; d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari. 4. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale… LINK UTILI PER LA DISGRAFIA http://www2.comune.venezia.it/letturagevolata/ki t/kit/10dita/10dita.zip http://www.maurorossi.net/tutoredattilo/pagine/d ownload.htm http://tux-typing.it.malavida.com/d7926scaricare-gratis-windows LINK UTILI PER LA DISLESSIA http://dimio.altervista.org/ita/index.html http://www.cross-plus-a.com/balabolka.htm http://sites.google.com/site/clipclaxon/home http://www.iav.it/leggereperpiacere/Programma.z ip GRAZIE PER L’ATTENZIONE Vi invitiamo a seguirci sul nostro account facebook Gestiamo Parole Per qualsiasi altra informazione potete contattarci su [email protected] Oppure al 3928172237 / 3290804286 Logopediste: Dott.ssa Viola Proietti/ dott.ssa Viviana Vinci